Di Richard Boylan
Nel 1982 un’équipe di ricerca dell’Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, condusse forse il più importante esperimento del ventesimo secolo. Aspect ed il suo team scoprirono che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente una con l’altra indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri. Come se ogni singola particella sappia esattamente cosa stiano facendo tutte le altre.
Un fenomeno che può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein – che esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce – è da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente.
La maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, ma l’esperimento di Aspect rivoluziona il postulato, provando che il legame tra le particelle subatomiche è effettivamente di tipo non-locale. David Bohm, celebre fisico dell’Università di Londra recentemente scomparso, sosteneva che le scoperte di Aspect implicassero la non-esistenza della realtà oggettiva. Vale a dire che, nonostante la sua apparente solidità, l’Universo è in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato.
Ologrammi, la parte, il Tutto
Per capire la sbalorditiva affermazione di Bohm gettiamo uno sguardo alla natura degli ologrammi. Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l’aiuto di un laser: l’oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica.
Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale. La tridimensionalità non è l’unica caratteristica interessante degli ologrammi: se l’ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi illuminato da un laser, si scopre che ciascuna metà contiene ancora l’intera immagine della rosa. Anche continuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma intatta, della stessa immagine.
Diversamenete dalle normali fotografie, ogni parte di un ologramma contiene tutte le informazioni possedute dall’ologramma integro. Si schiude così una nuova comprensione dei concetti di organizzazione e di ordine.
La rana, l’atomo, la rosa
Per quasi tutto il suo corso la scienza occidentale ha agito sotto il preconcetto che il modo migliore di capire un fenomeno fisico, che si trattasse di una rana o di un atomo, era quello di sezionarlo e di studiarne le varie parti. Gli ologrammi ci insegnano che alcuni fenomeni possono esulare da tale approccio. Bohm lo intuì, aprendo una strada alla comprensione della scoperta del professor Aspect.
Per Bohm il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione è un’illusione. Era infatti convinto che, ad un livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali, ma estensioni di uno stesso “organismo” fondamentale. Bohm semplificava con un esempio: immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate che l’acquario non sia visibile direttamente, ma solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l’altra lateralmente rispetto all’acquario.
Guardando i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci siano due entità separate, la differente posizione delle telecamere ci darà infatti due immagini lievemente diverse. Ma continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certo legame tra loro: quando uno si gira, anche l’altro si girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l’altro guarderà lateralmente. Essendo all’oscuro dello scopo reale dell’esperimento, potremmo credere che i due pesci comunichino tra loro, istantaneamente e misteriosamente. Secondo Bohm il comportamento delle particelle subatomiche indica che esiste un livello di realtà del quale non siamo consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra. Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, esse non sono “parti” separate bensì sfaccettature di un’unità più profonda e basilare, che risulta infine altrettanto olografica ed indivisibile quanto la nostra rosa. E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste “immagini”, ne consegue che l’Universo stesso è una proiezione, un ologramma.
Il magazzino cosmico
Oltre alla sua natura illusoria, questo universo avrebbe altre caratteristiche stupefacenti: se la separazione tra le particelle subatomiche è solo apparente, ciò significa che, ad un livello più profondo, tutte le cose sono infinitamente collegate. Gli elettroni di un atomo di carbonio del cervello umano sono connessi alle particelle subatomiche che costituiscono ogni salmone che nuota, ogni cuore che batte ed ogni stella che brilla nel cielo. Tutto compenetra tutto. Sebbene la natura umana cerchi di categorizzare, classificare e suddividere i vari fenomeni, ogni suddivisione risulta necessariamente artificiale e tutta la natura non è altro che una immensa rete ininterrotta.
In un universo olografico persino il tempo e lo spazio non sarebbero più dei principi fondamentali. Concetti come la località vengono infranti in un universo dove nulla è veramente separato dal resto, sicché anche il tempo e lo spazio tridimensionale (come le immagini del pesce sui monitor TV) dovrebbero venire interpretati come semplici proiezioni di un sistema più complesso. Al suo livello più profondo la realtà non è altro che una sorta di super-ologramma dove il passato, il presente ed il futuro coesistono simultaneamente. Disponendo degli strumenti appropriati un giorno potremmo spingerci entro quel livello della realtà e cogliere delle scene del nostro passato da lungo tempo dimenticato. Cos’altro possa contenere il super-ologramma resta una domanda senza risposta. In via ipotetica, ammettendo che esso esista, dovrebbe contenere ogni singola particella subatomica che sia, che sia stata e che sarà, nonché ogni possibile configurazione di materia ed energia: dai fiocchi di neve alle stelle, dalle balene ai raggi gamma. Dovremmo immaginarlo come una sorta di magazzino cosmico di Tutto-ciò-che-Esiste. Bohm si era addirittura spinto a supporre che il livello super-olografico della realtà potrebbe non essere altro che un semplice stadio intermedio oltre il quale si celerebbe un’infinità di ulteriori sviluppi.
Poichè il termine ologramma si riferisce di solito ad una immagine statica che non coincide con la natura dinamica e perennemente attiva del nostro universo, Bohm preferiva descrivere l’Universo col termine “olomovimento”. Affermare che ogni singola parte di una pellicola olografica contiene tutte le informazioni in possesso della pellicola integra significa semplicemente dire che l’informazione è distribuita non-localmente. Se è vero che l’Universo è organizzato secondo principi olografici, si suppone che anch’esso abbia delle proprietà non-locali e quindi ogni particella esistente contiene in se stessa l’immagine intera. Dato il presupposto, tutte le manifestazioni della vita provengono da un’unica fonte di causalità che include ogni atomo dell’Universo. Dalle particelle subatomiche alle galassie giganti, tutto è allo stesso tempo parte infinitesimale e totalità di “tutto”.
Miliardi di informazioni
Lavorando nel campo della ricerca sulle funzioni cerebrali, anche il neurofisiologo Karl Pribram, dell’Università di Stanford, si è convinto della natura olografica della realtà. Numerosi studi, condotti sui ratti negli anni ’20, avevano dimostrato che i ricordi non risultano confinati in determinate zone del cervello: dagli esperimenti nessuno però riusciva a spiegare quale meccanismo consentisse al cervello di conservare i ricordi, fin quando Pribram non applicò a questo campo i concetti dell’olografia. Egli ritiene che i ricordi non siano immagazzinati nei neuroni o in piccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degli impulsi nervosi che si intersecano attraverso tutto il cervello, proprio come gli schemi dei raggi laser che si intersecano su tutta l’area del frammento di pellicola che contiene l’immagine olografica.
Quindi il cervello stesso funziona come un ologramma e la teoria di Pribram spiegherebbe come il cervello riesca a contenere una tale quantità di ricordi in uno spazio così limitato. Quello umano può immagazzinare circa 10 miliardi di informazioni, durante la durata media di vita (approssimativamente l’equivalente di cinque edizioni dell’Enciclopedia Treccani!). Di converso, si è scoperto che gli ologrammi possiedono una sorprendente possibilità di memorizzazione, infatti semplicemente cambiando l’angolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioni in un solo centimetro cubico di spazio.
…Ma anche di idee
La nostra stupefacente capacità di recuperare velocemente una qualsivoglia informazione dall’enorme magazzino cerebrale risulta spiegabile più facilmente, supponendone un funzionamento secondo principi olografici. Inutile, quindi, scartabellare nei meandri di un gigantesco archivio alfabetico cerebrale, perchè ogni frammento di informazione sembra essere sempre istantaneamente correlato a tutti gli altri: si tratta forse del massimo esempio in natura di un sistema a correlazione incrociata. Nell’ipotesi di Pribram si analizza la capacità del cervello di tradurre la valanga di frequenze luminose, sonore, ecc. ricevute tramite i sensi, nel mondo concreto delle percezioni. Codificare e decodificare frequenze è esattamente quello che un ologramma sa fare meglio, fungendo da strumento di traduzione per convertire un ammasso di frequenze prive di significato in una immagine coerente: il cervello usa gli stessi principi olografici per convertire matematicamente le frequenze ricevute in percezioni interiori.
Vi è una impressionante quantità di dati scientifici a conferma della teoria di Pribram, ormai condivisa da molti altri neurofisiologi. Il ricercatore italo-argentino Hugo Zucarelli ha applicato il modello olografico ai fenomeni acustici, incuriosito dal fatto che gli umani possono localizzare la fonte di un suono senza girare la testa, pur sordi da un orecchio. Ne risulta che ciascuno dei nostri sensi è sensibile ad una varietà di frequenze molto più ampia. Ad esempio: il nostro sistema visivo è sensibile alle frequenze sonore, il nostro olfatto percepisce anche le cosiddette “frequenze osmiche” e persino le cellule biologiche sono sensibili ad una vasta gamma di frequenze. Tali scoperte suggeriscono che è solo nel dominio olografico della coscienza che tali frequenze possono venire vagliate e suddivise.
Ma l’aspetto più sbalorditivo del modello cerebrale olografico di Pribram è ciò che risulta unendolo alla teoria di Bohm. Se la concretezza del mondo non è altro che una realtà secondaria e ciò che esiste non è altro che un turbine olografico di frequenze e se persino il cervello è solo un ologramma che seleziona alcune di queste frequenze trasformandole in percezioni sensoriali, cosa resta della realtà oggettiva? In parole povere: non esiste. Come sostenuto dalle religioni e dalle filosofie orientali, il mondo materiale è una illusione. Noi stessi pensiamo di essere entità fisiche che si muovono in un mondo fisico, ma tutto questo è pura illusione. In realtà siamo una sorta di “ricevitori” che galleggiano in un caleidoscopico mare di frequenze e ciò che ne estraiamo lo trasformiamo magicamente in realtà fisica: uno dei miliardi di “mondi” esistenti nel super-ologramma.
Questo impressionante nuovo concetto di realtà è stato battezzato “paradigma olografico” e sebbene diversi scienziati lo abbiano accolto con scetticismo, ha entusiasmato molti altri. Un piccolo, ma crescente, gruppo di ricercatori è convinto si tratti del più accurato modello di realtà finora raggiunto dalla scienza. In un Universo in cui le menti individuali sono in effetti porzioni indivisibili di un ologramma e tutto è infinitamente interconnesso, i cosiddetti “stati alterati di coscienza” potrebbero semplicemente essere il passaggio ad un livello olografico più elevato. Se la mente è effettivamente parte di un continuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra mente esistente o esistita, ma anche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastità dello spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delle incursioni in questo labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra più così strano.
Coscienza e visualizzazione
Il paradigma olografico presenta implicazioni anche nelle cosiddette scienze pure, come la biologia. Keith Floyd, uno psicologo del Virginia Intermont College, ha sottolineato il fatto che se la concretezza della realtà non è altro che una illusione olografica, non potremmo più affermare che la mente crea la coscienza (cogito ergo sum). Al contrario, sarebbe la coscienza a creare l’illusoria sensazione di un cervello, di un corpo e di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come “fisico”.
Una tale rivoluzione nel nostro modo di studiare le strutture biologiche spinge i ricercatori ad affermare che anche la medicina e tutto ciò che sappiamo del processo di guarigione verrebbero trasformati dal paradigma olografico. Infatti, se l’apparente struttura fisica del corpo non è altro che una proiezione olografica della coscienza, risulta chiaro che ognuno di noi è molto più responsabile della propria salute di quanto riconoscano le attuali conoscenze nel campo della medicina. Quelle che noi ora consideriamo guarigioni miracolose potrebbero in realtà essere dovute ad un mutamento dello stato di coscienza che provochi dei cambiamenti nell’ologramma corporeo. Allo stesso modo, potrebbe darsi che alcune controverse tecniche di guarigione alternative come la “visualizzazione” risultino così efficaci perché nel dominio olografico del pensiero le immagini sono in fondo reali quanto la “realtà”.
Il mondo è una tela bianca
Perfino le visioni ed altre esperienze di realtà non ordinaria possono venire facilmente spiegate se accettiamo l’ipotesi di un universo olografico. Nel suo libro “Gifts of Unknown Things”, il biologo Lyall Watson descrive il suo incontro con una sciamana indonesiana che, eseguendo una danza rituale, era capace di far svanire istantaneamente un intero boschetto di alberi. Watson riferisce che mentre lui ed un altro attonito osservatore continuavano a guardare, la donna fece velocemente riapparire e scomparire gli alberi diverse volte. Sebbene le conoscenze scientifiche attuali non ci permettano di spiegarle, esperienze come queste diventano più plausibili qualora si ammetta la natura olografica della realtà.
In un universo olografico non vi sono limiti all’entità dei cambiamenti che possiamo apportare alla sostanza della realtà, perché ciò che percepiamo come realtà è soltanto una tela in attesa che noi vi si dipinga sopra qualunque immagine vogliamo. Tutto diviene possibile, dal piegare cucchiai col potere della mente, ai fantasmagorici eventi vissuti da Carlos Castaneda durante i suoi incontri con Don Juan, lo sciamano Yaqui. Nulla di più, né meno, miracoloso della capacità che abbiamo di plasmare la realtà a nostro piacimento durante i sogni. E le nostre convinzioni fondamentali dovranno essere riviste alla luce della teoria olografica della realtà.
Ora però ho cominciato a leggere i libri di Faggin, e inizio a intuire qualcosa di profondamente vero in questa teoria apparentemente assurda.
L'unica cosa reale, a quanto pare, è l'infinita limitatezza del nostro cervello nell'abbracciare concetti così profondi.
Non so spiegare esattamente perché, ma questa convergenza mi conforta profondamente e conferma ciò che "sento" intuitivamente fin dall'infanzia
PS: Per chi fosse interessato all'argomento, consiglio il libro "Tutto è uno", di Michael Talbot
Se provate a seguire Corrado Malanga, che queste cose le ha spiegate da diverso tempo, ora non sareste meravigliati, sconcertati....
Visto che mi trovo qui, provo a ricordare (cosa che ho fatto da diverso tempo) Mauro Biglino..... scoprireste che quello che accade oggi è scritto in quel libro più posseduto e per nulla letto...
Grazie e scusate se irrompo .......
In ogni caso tutto era in una singolarità, nel momento del big bang, tempo e spazio e come si srotolasse, come la bobine di una cinepresa al cui interno sono presenti tutti i fotogrammi del filmato e solo nel momento in cui questo filamto (esplosione) prende un verso/vettore il tempo per il punto di vista relativo dell'ìosservatore prende un senso, eppure se quello che è citato sopra è vero passato e futuro ed ogni luogo vicino e lontano sarebbero ancora presenti nella stessa singolarità, questo però sembra essere vero solo a livello sub atomico.
D'altronde su questo si basa anche il principio del Creazionismo contro la poco credibile "teoria dell'evoluzionismo". Lo scotto da pagare però è la rinuncia al Libero Arbitrio.
Da accoppiare con il "vero" significato dell'entropia, che sfugge ai più e che non riguarda il "disordine" ma la coscienza, che aumenta sempre.
DOVREMMO RIFLETTERCI SEMPRE.....
L'argomento è sorto durante una conferenza di Corrado Malanga, in cui si evidenziava che il nostro cervello è un lettore olografico, ma essendo alquanto complesso non ho mai avuto modo di approfondire.
Ci sono molte interviste su Youtube del suddetto professore in cui ne fa cenno.
Leggo che è già stato nominato, bene!
Secondo me uno dei problemi di queste teorie, già complesse di per se, è la loro interpretazione o estensione da parte di chi vuole "piegarle" alla propria visione del mondo/universo, in una sorta di bias di conferma delle proprie convinzioni, generalmente con l'obbiettivo, per dirla secondo la visione di alcune filosofie orientali, di minimizzare o annullare la sofferenza e il dolore.
Nulla di male, soprattutto quando e se accettiamo la natura "soggettiva" della realtà o della sua rappresentazione, olografica o meno, costruendone una che giustifichi ciò che osserviamo, il "male" e il "bene", la vita e la morte, nel mondo che ci circonda.
Qualunque sia la verità, qualunque cosa si intenda per essa, a noi rimane questa "affacciata alla finestra" della nostra tutto sommato breve permanenza se paragonata ai tempi astrali, in questa dimensione che è comunque fatta di cose "semplici": relazioni, sensazioni, esperienze che coinvolgono il nostro essere attraverso i comuni 5 sensi.
Se l'elaborazione di queste teorie contribuisse a vivere in questa dimensione terrena in modo migliore ne potremmo decretare il successo a prescindere.
a proposito della teoria delle stringhe (teoria tanto decantata quanto infondata) consiglio il libro "L'universo senza stringhe" di Smollin.
Dante.
sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri
Hanno osservato una particella entanglata a 10 miliardi di km ? Ho qualche dubbio.
Sarebbe più credibile il nostro autore se ci dicesse quanto è stabile il fenomeno dell'entanglement quantistico o, il che
è quasi lo stesso, quanto dura.
Tutto diviene possibile, dal piegare cucchiai col potere della mente, ai fantasmagorici eventi vissuti da Carlos Castaneda durante i suoi incontri con Don Juan, lo sciamano Yaqui.
Nulla di più, né meno, miracoloso della capacità che abbiamo di plasmare la realtà a nostro piacimento durante i sogni
I sogni sognati sotto l'effetto del peyote, dell'ayahuasca, della psilocibina, del ... - no questa si trova anche sotto casa
e non vorrei che qualcuno si avvelenasse - non cambiano la realtà: la realtà sognata resta un sogno.
La frase mi fa pensare alla gnosi: l'uomo diventa Dio capace di creare, favola molto attuale.
Per chi volesse approfondire seriamente, tra i più recenti e meglio scritti:
Carlo Rovelli: Helgoland; L' ordine del tempo; Buchi bianchi. Dentro l orizzonte; La realtà non è come ci appare
Federico Faggin: Irriducibile; Oltre l'infinto
Leonard Susskind: La guerra dei buchi neri
Una domanda al volo: se ogni osservatore crea la realtà, come mai tutti gli essere viventi (animali e vegetali) partecipano della
stessa realtà ? L'osservatore crea o osserva ?
Una informazione poco nota: la Sacra sindone è una olografia; in una delle Università pontificie c'è la figura del Cristo morto, in tre dimensioni fatta di luce, ricavata alla Sacra sindone.
Cosa c'entra con quanto detto ? Nei libri che vi ho suggerito si parla dell'informazione e di come e dove si distribuisce: di come l'informazione di un oggetto tridimensionale si distribuisca su una superficie (bidimensionale tipo un lenzuolo)
concordo con te riguardo l'apprezzamento dei libri di Faggin e anche che la mente faccia fatica ad abbracciare concetti così profondi. Vi sono esperienze però meno straordinarie rispetto a quella vissuta da Faggin - e anche da numerose altre persone e non solo quelle di NDE - che ci possono aiutare a comprendere la parte fondamentale del messaggio di Faggin, ovvero che la Coscienza non è un epifonemo del cevello, come scrissero i teosofi a fine ottocento per tentare di arginare i disastri della scienza materialista-riduzionista globalizzante ora ben evidenti. Sul web sono numerosi i video relativi alle conversazioni tra il fisico Davi Bohm e il teosofo Jiddu Krishnamurti ad esempio: www.youtube.com/.../
Dal libro di Faggin "Oltre l'invisibile" : “I moderni scienziati riscoprono solo antiche verità. Religione e scienza, nell’antichità, erano collegate più strettamente di due gemelli. Con attributi reciprocamente convertibili, la scienza era spirituale e la religione era scientifica. L’intuizione spirituale era pronta a supplire i limiti dei sensi fisici. Una volta separate, la scienza esatta rifiuta l’aiuto della voce interiore, mentre la religione diviene una semplice teologia dogmatica; e ognuna è solo un cadavere senz’anima” H.P. BLAVATSKY, Iside svelata
Nel mondo d’oggi, la scienza si occupa della realtà esteriore e la spiritualità della realtà interiore. I loro scopi e le loro visioni sono talmente differenti che c’è un abisso a dividerle. Infatti, la maggior parte dei fisici considera la realtà interiore un epifenomeno, cioè un’illusione, e quindi non la ritiene nemmeno un problema degno di studio.
La spiritualità si basa su esperienze unitive che cambiano radicalmente il senso della propria vita, la relazione tra sé e l’universo e la concezione della realtà fisica. L’esperienza di unione tra il mondo esteriore e quello interiore crea un forte bisogno di comprendere la natura della realtà più profonda, che si rivela in un vissuto straordinario.
Le religioni sono dottrine e pratiche di vita basate su filosofie e dogmi che hanno una forte connessione con la spiritualità, perché spesso fondate da persone ispirate da profonde esperienze spirituali. Le religioni si occupano del bisogno spirituale delle persone mediante dogmi e riti, che raramente conducono a quelle esperienze trasformative che ne sono all’origine. Esse hanno poco in comune con la scienza, e la mancanza di una base esperienziale ne rende pressoché impossibile l’unione
accademiadellaliberta.blogspot.com/.../...
Ho inviato a tutte le Scuole Superiori di Biella mail riguardo ad alcuni interventi di Faggin nelle Scuole Superiori e Università, con l'auspicio che possano fare altrettanto.
qui qualche suggerimento aggiuntivo: accademiadellaliberta.blogspot.com/.../... "Federico Faggin – “Coscienza e Spiritualità” – Tavola rotonda on line 12/4/2024 www.youtube.com/watch?v=lDSl07c3tMg nella quale la psichiatra-psicoterapeuta Erica Poli a 2,43' afferma:
“ la questione cruciale è il fatto che dobbiamo cambiare la metodologia di studio . Questo fu un tema già visto alla Normale di Pisa 10 anni fa in un convegno sulla soggettività nella scienza – Allora dobbiamo ripartire da delle autoevidenze che non sono dogmatiche ma sono quello su cui si basa ciò che noi siamo. … e questo comporta che il metodo sperimentale venga fatto non in forma oggettiva ma in forma soggettiva, cioè esperienze personali … se non capiremo questo finiremo in una catastrofe. E se invece capiamo questo finiremo in un’altra catastrofe, cioè quella del significato etimologico della parola catastrofe che è capovolgimento, inversione di rotta…” Federico Faggin ovviamente concorda.
In questo intervento del 2014 –stesso anno in cui alla Normale di Pisa si tenne il convegno sulla soggettività della scienza - Erica Poli - a 22’ ca – presenta le scoperte del dr. Hamer - la scienza soggettiva delle 5 leggi biologiche: www.youtube.com/watch?v=YDhM4gMi6_g
Ad alcuni è parso un po' discutibile che da anni abbia collegato le ricerche teosofiche a quelle del dr. Hamer, oltre ovviamente a quelle di Bernardino del Boca e che ora abbia incluso anche quelle di Faggin. Da quanto scritto prima mi pare però evidente che così sia.
La consapevolezza genera ulteriore consapevolezza che sposta la sua attenzione verso livelli di profondità che colgono il bersaglio in una progressione irreversibile. Conosco il lavoro di Faggin, di Sheldrake (nominato in un articolo precedente), di Jeremy Narby, Lipton, Reich (ma anche di Jung, e Heidegger che fu il primo in ambito filosofico a fare incursioni in analisi di natura ontologica che abbisognavano di un "linguaggio ancora non disponibile" la voce stessa dell'essere) e di tanti altri che si stanno aggiungendo ad un ritmo impensabile fino a qualche anno fa. Sarebbe davvero interessante una lettura comparata.
Un altro grande ringraziamento a Massimo Mazzucco, al suo lavoro e alla sua sensibilità
Comunque anche il compianto prof. Paul LaViolette nel suo (a mio modesto parere) saggio rivoluzionario "Earth under fire" poneva l'accento sui progressi della fisica quantistica, precisamente nel primo capitolo, sotto il titolo "la scienza della cosmogenesi."
P.S. Purtroppo molti suoi saggi riguardo la materia trattata in questa discussione non sono stati tradotti in italiano ed io l'inglese non riesco a masticarlo.
ibs.it/.../...
www.amazon.com/.../0964202573
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Il fiume chi la fa' l'aspetti e' sempre li' con le sue rive comode-comode.
Ologrammi, la parte, il Tutto Per capire la sbalorditiva affermazione di Bohm gettiamo uno sguardo alla natura degli ologrammi. Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l’aiuto di un laser: l’oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica. Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale. La tridimensionalità non è l’unica caratteristica interessante degli ologrammi: se l’ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi illuminato da un laser, si scopre che ciascuna metà contiene ancora l’intera immagine della rosa. Anche continuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma intatta, della stessa immagine. Diversamenete dalle normali fotografie, ogni parte di un ologramma contiene tutte le informazioni possedute dall’ologramma integro. Si schiude così una nuova comprensione dei concetti di organizzazione e di ordine.
Seguo da tempo questa come altre interessanti teorie sulla natura dell'universo. Trovo anche interessante la "vecchia teoria delle stringhe".
A quando un approfondimento su quell'altra celebre immagine tridimensionale olografica?
Secondo me l'arte fotografica che è in Redazione potrebbe regalare ed argomentare utili osservazioni. Viva the One man band.
Ma il punto/problema per me è sempre l'osservatore, cioè la nostra specie, che vuole comprendere una realtà, che esiste e funziona con le sue regole a prescindere, con gli strumenti che ha a disposizione, limitati by design. Che si tratti di quantistica o classica.
Adesso non so a che punto sia arrivato lo sviluppo della prima per "costruire" macchine che ne facciano uso quotidiano, penso al Quantum Computing, qubit etc.., ad esempio dove il problema è proprio la gestione "dell'errore di calcolo", e quindi l'affidabilità, a cui questi sistemi sembrano essere particolarmente sensibili.
Rimane sempre la questione dei campi di applicazione della fisica quantistica in questa dimensione terrena che differisce a mio avviso dalla questione mistico/filosofica con le esigenze che ognuno ha nel cercare di dare risposta alle grandi domande.
Anche se come dice Capra nel suo "Tao della fisisca", il fisico moderno un pò mistico ci deve diventare.
un pò meno saccente magari.......
Malanga e Biglino, Massimo li ha intervistati 10/15 anni fa.
tu dov'eri ? molti di noi c'erano già...
ma aldilà di quello...
ma secondo te, chi frequenta LC e la rete in generale,
non conosce Malanga e Biglino ??
cioè...
devi arrivare tu a fare queste straordinarie rivelazioni ??
e noi, il nostro cervello, i nostri sensi, sono dei lettori del mondo olografico (matrix).
Come appunto da tempo Malanga e altri ne parlano.
Certo che tutto è collegato, tutto è gestito e controllato......
Ecco perchè avvengono quelle cose tra le particelle del mondo subatomico.
Ecco perchè il fascio di luce che attraversa due buchi e si riflette su una parete, se lo guardi si comporta in un modo ma se lo calcoli si comporta in altro modo.
Ecco perchè, ad esempio, se ti concentri a guardare una bella ragazza quella subito si gira e il suo sguardo incrocia e punta perfettamente il tuo sguardo lasciandoti per un attimo con la vocina in testa che ti dice "...cazzo, mi ha beccato!"
Perchè, allo stesso modo del fascio di luce, involontariamanete gli hai trasmesso il messaggio che "stai controllando".
Ergo, siamo tutti collegati, il tutto è collegato.....
E noi siamo inconsapevoli del fatto che possiamo modificare gli eventi e abbiamo potenzialità nascoste.
ps: poi vorrei tanto conoscere il pusher di questi scienziati che si sparano certe pippe mentali
Si ritrova molto di quanto scritto nella vita di Gustavo Rol, lui stesso ammettendo di aver capito l'essenza della materia e di come manipolarla (il colore verde, la quinta musicale, ed il calore) sperimenta come tutto ciò in cui siamo immersi sia una finzione, interconnessa con la nostra essenza e modificabile con la nostra volontà.
Ci sono anche numerosi mini clip di Alberto Lori che nel suo canale "Accademia di Alberto Lori" oltre a tanti altri argomenti, molto spesso affronta la realtà sotto il punto di vista della fisica quantistica. La tesi che la realtà sia un ologramma e il nostro cervello un complesso codificatore di ciò che gli arriva è sposata al 100% da Lori.
Ho seguito spesso questa teoria, non sempre facile da capire, e continuo a sbattere contro un dettaglio che non capisco proprio.
Perché se tutto coesiste e il tempo e lo spazio non esistono perché esiste solo il qui e ora, perché se ogni nostra particella quantica è legata a tutte le altre, perché se siamo parte noi stessi di questo ologramma creando e modificando la realtà con i nostri pensieri ( che poi si traducono in energie quantiche ) perché dunque non riusciamo ad uscire da questo ologramma così stupendamente dettagliato e falso nella sua totalità rimanendo persino vittime di regole "Fisiche" che in verità non esistono?
-ZR-
Come appunto in un film, i fotogrammi si susseguono e non puoi andare avanti o indietro.
Infatti, guarda caso, uno dei problemi principali della fisica quantistica è quello di non poter calcolare continuamente una determinata situazione ma solamente in un determinato momento specifico.
Quindi la fisica quantistica aiuta la fisica di base ma è limitata perchè non riesce a controllare (vedere) tutto il nastro del "film" ma solamente fotogramma per fotogramma.
Perchè non riusciamo ad uscire dall'ologramma?
Forse perchè si morirebbe (viene detto anche nel film matrix).
Ma comunque credo che il sonno sia proprio il distacco dal mondo olografico per poter "raffreddare" la CPU (cervello) dopo tot ore di lettura e codifica olografica.
Per la verità in quell'articolo l'unica cosa di oggettivo che non esiste sono le prove scientifiche dell'universo olografico. È pieno di "se... allora..." e "tutto suggerisce che".
Io mi colloco sul versante totalmente opposto: quello del materialismo storico e dialettico.
E leggendo queste cose non sorrido, mi deprimo soltanto. Resterebbe da capire come mai solo pochi incidono sull'ologramma e fanno vite da dominatori, mentre la maggior parte subisce materialmente e fisicamente la violenza di tale ologramma...
Per ora voglio tralasciare le mie considerazioni personali. Faccio presente solo alcuni punti sullo scritto.
Primo appunto: Credo che la divisione di un ologramma che fa si che ogni pezzo mantenga l'immagine sia solo una peculiarità del supporto (lastra/pellicola) dell' ologramma stesso.
Parlo a livello fotografico, non riguardo il concetto Universale.
Secondo appunto: L'esempio dell' acquario visto da due telecamere differenti, mi fa pensare che noi singolarmente siamo "delle telecamere" attraverso cui il tutto si "diverte" a guardare il proprio creato o comunque se stesso. In effetti Malanga lo sosteneva a suo tempo.
Terzo appunto: Secondo questa teoria (che appoggio, ma con riserve) mi viene da ricordare questa citazione:
Colui che cerca non desista dal cercare fino a quando non avrà trovato; quando avrà trovato si stupirà. Quando si sarà stupito, si turberà e dominerà su tutto.
Dovrebbe ricordarci che siamo non solo parte del Tutto, ma il Tutto stesso.
Ecco come la sciamana e altri mistici compiono i cosiddetti miracoli. "Semplicemente" hanno capito/ricordato/riconosciuto la loro parte Divina o per meglio dire di essere un frammento dell'Ologramma Originale.
Dopo posto le mie idee personali.
Piacere tutto mio
Grazie
Sottoscrivo.
si, però bisogna fare attenzione.
Perchè non è proprio "la coscienza a creare l'illusoria sensazione di un cervello e di un corpo"
se, ad esempio, con la tua auto fai un frontale contro un camion.
Quindi, perchè?
Perchè questa storia del universo olografico riguarda il mondo subatomico e la fisica quantistica.
E' attualmente la teoria che ha più conferme sui calcoli tra la fisica quantistica e quella di base.
Ma non è confermata, è una nuova strada che stanno seguendo.
Purtroppo però la fisica quantistica è, come avevo detto, limitata e non potrà mai risolvere certi calcoli.
Ci vuole una nuova scoperta, tipo l'anti gravità o anti materia o materia oscura dell'universo, per poter aprire le porte a nuove strade
A partire dal vuoto assoluto che sembra presente nello spazio.
Alle " Informazioni " Che andrebbero ben specificate nel contesto.
Nel passato alcune figure importanti hanno detto che ci sarebbe stata la divisione tra bene e male, il giudizio....
Se siamo tutti piccole telecamere o pezzetti di un Ologramma Padre dovremmo essere anche tutti perfetti...ma invece non lo siamo.
Quindi o questo Ologramma non è perfetto oppure noi NON siamo frammenti dell' Ologramma Padre.
E se questo ologramma fosse una sorta di Matrix, creata da non so chi per non so quali scopi (non per forza benigni)?
Si ritorna a discorsi già fatti su alieni/arconti/ecc...
Voglio dire, il fatto che questa realtà sia probabilmente olografica non esclude il fatto che possa essere stata creata appositamente per tenerci schiavi attraverso i nostri cinque sensi e una profonda ignoranza con cui vogliono tenerci incatenati.
Sarebbe magnifico pensare che siamo tutti piccole scintille provenienti da una eterna luce amorevole che tutte le religioni chiamano Dio Padre...
Questo può andare bene a chi la vita sorride tutti i giorni, ma la realtà è ben diversa e lo può confermare soltanto chi vive delle grosse tragedie, delle guerre, la fame la sete, le malattie, la sofferenza in genere, ecc... Ecco a quelle persone devi andare a spiegare che è tutto bello, rosa, con gli unicorni e le farfalline colorate, fatte dal Dio Padre buono, gentile e perfetto che ci aspetta a braccia aperte.
In tutte le teorie bisogna fermarsi e riflettere... Non prenderla per buona perché è simpatica da ascoltare e ci piace.
Cazzo, facciamo un piccolo sforzo per analizzare una teoria, qualunque essa sia, altrimenti la superficialità come sempre regna sovrana e con essa l' ignoranza.
Si è alla ricerca della verità o di conforto?
NO.
- Se l’ologramma di una rosa viene tagliato a metà, ciascuna metà contiene ancora l’intera immagine della rosa
- Se una rosa vera viene tagliata a metà, ciascuna metà NON contiene ancora l'intera immagine della rosa.
Dunque il mondo reale non è un ologramma.
D’altronde, se tutta la teoria di bohm si basa su quanto sostenuto da Aspect:
… per prima cosa bisognerebbe come minimo andare a 10 miliardi di chilometri con i walkie talkie per verificare se è vero:
“Ehi Giovanni, la mia particella subatomica in questo momento si sta girando verso sinistra, la tua che fa?”
Se quella atomica è solo una teoria - nessuno ha mai visto un atomo al microscopio - come si può affermare con certezza di avere osservato il comportamento delle particelle subatomiche?
Insomma, una cazzata più grande non potevano inventarsela, le particelle subatomiche che comunicano telepaticamente… crediamoci, mi raccomando.
SVELATO IL SEGRETO della COSCIENZA UMANA / Principale fonte: Massimo Mazzucco intervista Corrado Malanga - l'universo duale
Infatti non escludo (senza condividerlo pienamente) che la sofferenza possa essere un "dono" che permetta proprio di trovare una fervida voglia di ricercare e porsi domande. Cosa che chi sta' sempre bene e in una vita di agi difficilmente trova.
CIT: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco nel regno di Dio...
E Einstein diceva bene.
“Essere aperti” a tutto non significa però “credere” a tutto.
Per restare nella metafora del rosa, ti faccio un’analogia con l’esperimento Aspect:
- taglio due bei boccioli di rosa della mia pianta in giardino
- le metto in due vasi con l’acqua, in due posti diversi e distanti tra loro
- osservo che le due rose si aprono, invecchiano e appassiscono negli stessi momenti
- Esclamo: sono un genio! Ho scoperto che le rose comunicano a distanza!
Senza nulla togliere al tuo ragionamento, l'avevo già pensata e il racconto allegorico del frutto del bene e del male, potrebbe rispecchiare in toto il tuo scritto.
Noi abbiamo scelto di incarnarci per provare la dualità e ci siamo logicamente allontanati da uno stato di benessere di puro e solo Spirito.
Nella fase Iperborea la coscienza era solo immateriale, poi nella seconda fase (credo quella Lemuriana) il corpo fisico cominciò a materializzarsi attorno ad essa. (Vado a memoria, così mi sembra di ricordare).
Ovvero tutta la realtà sensibile, in particolare "visibile". La vista si ferma in superficie, non può rivelare la realtà spirituale delle cose. La materia è mutevole, caduca. Illusione
Se tutti gli spettatori (e le telecamere) scomparissero simultaneamente dallo stadio, la partita Inter-Milan continua a svolgersi oppure no?
Secondo la quantistica no, infatti Einstein faceva la stessa tua domanda a Born "Se non guardo la luna, la luna esiste ancora?"
Nella meccanica quantistica, il concetto di osservatore è centrale e ha diverse implicazioni, a seconda di come interpretiamo il comportamento delle particelle e il ruolo della misurazione. Tuttavia, cosa si intenda esattamente per "osservatore" varia a seconda delle diverse interpretazioni della meccanica quantistica. Le principali interpretazioni sono:
Interpretazione di Copenhagen e interpretazione "a molti mondi" di Everett
come lo capisce: non ha sensi, cervello, mente, coscienza !?
Tutti gli esseri viventi percepiscono lo stesso mondo: se Schrödinger, o chiunque altro, mettesse un gatto in una gabbia,
questo subirà la prigionia anche se gli piacerebbe "creare" una gabbia tanto fragile da poterla rompere;
ci sono esseri che "creano" e altri che "osservano" quello che i creatori hanno fatto ?
l'uomo crea, lo dicono quasi tutti; un cavallo che fa crea o osserva ? un cane, un gatto ? un bacillo ? un virus ?
e le radici dell'orchidea creano ? è già difficile pensare che si rendano conto (osservino) del vaso in cui vivono !
La Coscienza per essere cosciente necessita di qualcosa di cui essere cosciente; quindi crea lo spazio e lo riempie di energia; questi sono gli unici elementi necessari al Creatore: spazio ed energia; dallo spazio e l'energia scaturisce la realtà, in cui c'è tutto, ma proprio tutto quello ch'è possibile creare;
non mancano che gli osservatori che permettano al Creatore di conoscere quello che ha creato: ossia che il Creatore conosca se stesso.
Per conosce al Creatore è necessaria la dualità: Creatore - osservatore; ma anche l'osservatore deve conoscere, anche per lui è necessaria la dualità: caldo-freddo, bene-male, giorno-notte, ecc. Il Tempo non esiste, scaturisce dall'attività degli osservatori di ordinare in modo logico gli eventi, in modo che non tutto avvenga contemporaneamente
E questo lo ritroviamo anche negli esseri viventi. Infatti ogni nostra cellula contiene tutto il DNA che descrive l'organismo. Nessuno ha mai spiegato fino in fondo il perché servisse tanta ridondanza.
Tuttavia l'informazione che descrive una persona non è limitata al DNA, ma comprende anche tutto ciò che riguarda l'esperienza di vita, l'ambiente e le interazioni con il mondo circostante. Questo porta a considerare un concetto più ampio di "informazione" che va oltre il codice genetico e che coinvolge l'intero universo.
Quindi in pratica le informazioni che descrivono una persona sono stoccate anche al di fuori della persona, in tutto l'universo.
Interessante anche che l'ambiente modifica il DNA (epigenetica) e il DNA, tramite l'organismo modifica l'ambiente.
Scherzi a parte la realtà oggettiva esiste, ed è quella della coscienza.
Alfine, sappiamo di non sapere e sappiamo che mai sapremo q.b.
Esatto!! il succo era quello.....
tanti di voi, quando ne ho parlato, hanno criticato e denigrato..... non faccio lezione di nulla e non ho interesse di alcun genere, soltanto informare tantissima gente dell'esistenza di questi e altri studiosi. il bla bla... si riferisce a coloro che senno solo criticare senza avere idee da sottoporre per contenere lo strapotere.
allora...tutto cominciò con Le avventure di Tom Sawyer, prosegui con L'isola misteriosa crebbe con Uomini e topi e approdò da Alce nero parla. fatalmente arrivai al Tao della fisica ed in contemporanea a Carlos Castaneda. poi calma piatta per tanti anni finché, appesa la moto al chiodo scopro Federico Faggin che m'ha reso nuovamente curioso ed eccitato come essere umano, così come l'incontro con Mazzucco m'ha reso disorientato e disilluso come cittadino del mondo.
Ho rischiato uno strappo al collo, ma la luna c'era
Purtroppo le particelle hanno caratteristiche e comportamenti controintuitivi che non permettono di comprenderle
Non possiamo spiegare le caratteristiche e il comportamento degli elettroni tramite la fisica classica come non possiamo spiegare l'anima con le caratteristiche e il comportamento che valgono per il nostro corpo
Io direi di sì, ma qualcuno potrebbe obiettare che l'auto-osservazione sia di per sè condizione sufficiente.
Potrei chiudere gli occhi, ma continuerei ad avere percezione di me. Basta anche quello?
Io credo che la realtà continui ad esistere anche in assenza di osservatori. Dopotutto, anche ciò che non viene osservato esercita un effetto sulla realtà circostante. E noi possiamo vedere quell'effetto.
Nessuno osserva il nocciolo della Terra, ma i suoi effetti sono visibili.
Idem per i miliardi di cellule che compongono il nostro corpo. E poi i batteri, i virus e quant'altro.
Un albero isolato può non essere visto da nessuno, ma se la sua proiezione dell'ombra può raggiungere la vista di qualcuno, allora quell'albero esisteva anche senza nessuno che lo osservasse.
Se gli atomi non fossero serviti prima di essere osservati ...
Di esempi potremmo farne moltissimi.
Gli esseri (spettatori) e la partita (realtà).
Cosa li lega, il perchè dell' uno e dell' altro, ecc viene dopo.
Solo dopo si può teorizzare sui perchè e i percome.
Si può risolvere un problema se non si conoscono i dati?
x+y=?
No sense. Solo teorie nessuna veirtà.
______________________-
x=2
y=3
x+y=5
Questo ha senso. Verità=5
Quindi il paragone "se ti guardo tu ti comporti in modo diverso" è fuorviante
Però ripeto, qualsiasi paragone che possiamo fare è fuorviante
Se diamo un pezzo di cioccolato ad un robot, lui può dirci tutte le caratteristiche fisiche e chimiche: pH, temperatura, componenti, contenuti nutrizionali,...
In questo può essere molto più preciso di noi. Un po' come l'AI può fare calcoli più precisi e più rapidamente
Ma un robot non proverà mai una sensazione, un'emozione, un piacere o un disgusto. Non avrà mai una volontà o un desiderio, non potrà avere un cioccolato preferito
L'AI può arrivare alla finale di scacchi e può vincere o perdere contro un'altra AI, contro gli uomini vince di sicuro, ma nessuna AI soffrirà o sarà felice per aver perso o vinto la finale. L'emozione appartiene solo ai viventi così come l'anima
In termini assoluti la "realtà" è soggettiva, ma in termini relativi, ovvero dal nostro punto di vista ed essendo parte di tale realtà, è oggettiva.
D'accordissimo con te. Davvero non capisco perché esista questa idea errata e diffusa per cui la fisica quantistica avrebbe in qualche modo "smontato" il materialismo. La fisica quantistica non ha né dimostrato la teoria dell'universo olografico né smontato il materialismo, ed esistono fior fiore di fisici quantistici che rigettano sia la teoria dell'universo olografico che lo spiritualismo. Peraltro, a nessuno è mai passato per l'anticamera del cervello che la risposta fornita all'inizio dell'articolo potrebbe essere proprio quella corretta? Ovvero, che Einstein magari si era sbagliato e che la Relatività Speciale sia semplicemente errata? A tal proposito, consiglio a tutti di leggere il libro "La relatività e la falsa cosmologia" di Marco De Paoli, che demolisce punto per punto sia la teoria del Big Bang e dell'espansione dell'universo che la relatività di Einstein.
Alla faccia che le cose oggettive non esistono
I dinosauri ci hanno provato ma gli è andata male
Io sono un programmatore e decido di creare un insieme di algoritmi e programmo una IA.
La programmo in modo che pensi di avere un anima e anche di provare emozioni.
Non è complicato dal punto di vista informatico. In base a degli input lei DEVE reagire in un determinato modo. Ancor più facile se gli applico dei sensori. Come si sà un qualunque sensore manda uno o più segnali in base a uno stimolo (luminoso, sonoro, vibrazionale, anche olfattivo, tattile ecc..)
Quando arriva un input di un certo tipo, il sensore manda un segnale all' IA e l' IA dirà "ahia" oppure "che bello" in base a come l'ho programmata.
Ora qualcuno mi sà smontare la tesi per il quale potremmo essere semplici IA e vivere in un mondo totalmente fittizio fatto per lo più di codici?
Sapete perchè vediamo le immagini, gli oggetti, i colori?
Sapete perchè sentiamo i suoni?
Sapete perchè percepiamo gli oggetti al tatto?
Sapete perchè sentiamo i sapori?
ecc......
Dopo il giochino dell'universo olografico si svela da solo.
Per me, sinceramente e con modestia, è tutto molto semplice... mi sfugge lo scopo, ma questa è un' altra storia.
PS:
Con questo post posso rispondere a Massimo che la partita continua perchè è utile allo scopo, finchè noi siamo allo stadio.
Cosa ti dice che quel che provi sia vero?
Non dirmi:"perchè lo sento"
Dal punto di vista scientifico e biologico, il tuo sentire è una brodaglia di sostanze che inebriano dei ricettori nel tuo cervello. Tò, assomiglia all'esempio dell' IA con i sensori.
Prendi una pasticchina di serotonina e vedrai quante belle emozioni di amore e tranquillità provi.
Chimica e matematica, il resto sono credenze.
I robot potranno solo fingere
L'AI può essere molto più razionale ma non potrà mai avere la nostra parte irrazionale
È lì che c'è la meta che vogliamo raggiunge. Lì c'è scritto chi siamo: diventa ciò che sei. Lì è impresso il nostro desiderio di libertà
L'AI potrà dirci qual è il percorso migliore da fare ma non potrà mai dirci qual è la meta che vogliamo raggiunge.
L'AI non desidererà mai la libertà, obbedirà ciecamente.
Senza delle basi su cui discutere è inutile per me.
Scriverei troppa roba.
Lo spunto per capire è al post 72, non posso discutere scrivendo dei concetti troppo lunghi.
Se prima non ti metti (lo dico anche ad altri, non ce l'ho con te) a provare a capire come funziona la luce, il suono, la materia e il cervello stesso, non potesti mai e poi mai accettare quello che ho scritto.
Quando e se facessi uno sforzo di immaginazione, potresti capirlo, poi magari dire che non sei d'accordo, ma rispondendomi "Fingere emozioni non equivale a provare emozioni" o "I robot potranno solo fingere" significa che tali ipotesi e teorie sono lontanissimi da te.
Non perchè lo hai scelto, ma perchè non ci hai nemmeno mai pensato a fondo.
Almeno mi pare di capire questo dalle tue risposte.
a parole te lo saprei spiegare meglio.... mi spiace.
Non ha provato emozioni. Non ha deciso liberamente. Ha obbedito ai tuoi comandi fingendo un'emozione
E tu esegui quelli del tuo cervello che è programmato allo stesso modo.
Quando parlo di un IA, mi riferisco non a chatgpt, ma a una IA davvero avanzata.
Dici che non è possibile? Neanche 30anni fa avrebbero creduto di poter parlare a chagpt che ancora è una cacatina.
Chi avesse inventato una roba del genere non sarebbe a livello evoluzionistico pari al nostro, ma enormemente più avanzato. Poi arrivi tu (senza offesa) e sostieni che non è possibile solo perchè tu non ci vuoi credere o non sei ancora pronto per crederci?
Ho chiesto uno sforzi di immaginazione, ma se non si vuol fare nemmeno quello....
Dentro di me c'è una battaglia interiore
Dubito che l'AI possa comprenderlo
Ti sarà venuto in mente di dire "da adesso voglio dimenticare quella persona" ma poi non ci riuscivi
Se all'AI ordini di cancellare tutti i file di qualcosa, li cancella all'istante
Ci sono anche molte malattie legate a un cattivo equilibrio mentale. Vogliamo chiamarli bug?
Non voglio rompere le palle, quindi ti posso dire (sempre che tu non lo sappia già), prova a guardarti qualche video sul funzionamento del cervello, il perchè reagisce a certi stimoli, come e perchè, a cos'è la luce e tutto quello di cui ho parlato al #72, e vedrai che va a braccetto con il discorso dell' universo olografico.
Non voglio mica dare per certo quello che dico, magari c'è anima, spirito, mente e molto altro in noi. Se leggi alcuni purana ti spaventi dai livelli di cui dicono che siamo fatti.
Sono tutte teorie valide e affascinanti.
Vago anche io a destra e a manca per cercare di capire.
Si perchè quell' IA l'abbiamo programmata così. Noi potremmo essere una IA programmata per reagire diversamente. I nostri conflitti potrebbero essere programmati anche loro.
Se io prendo un Sims mooooooooolto più evoluto e gli faccio tutti gli esempi che ho fatto a te, lui potrebbe rispondermi tranquillamente come hai fatto tu, perchè non è nemmeno lontanamente cosciente di essere quello che è. Un NPC autonomo con un evolutissima IA,
ma che è limitata nella conoscenza per limiti che ho imposto io programmatore.
Davvero, tutto stà a quanto si è pronti ad accettare questa ipotesi. Non stò asserendo che sia vera, ma è più che possibile.
PS:
Poi lascia stare che può soggiornarvi un anima all'interno di un NPC, questo è un altro discorso. L'anima potrebbe benissimo essere un passeggero, non il pilota per esempio.
Potrebbe stare a guardare senza poter far assolutamente nulla.
Ma lasciamo stare questi discorsi ora perchè le variabili potrebbero essere tantissime.
La sofferenza dell' esempio può essere data da diversi fattori come paura dell' abbandono, insicurezza, traumi vari infantili ecc...
Tutta la sofferenza emotiva deriva dalle paure.
E le paure si creano con il tempo e le esperienze.
Essere programmati non significa non essere modificabili.
Voglio dire che potremmo essere degli NPC con una IA come software e come tale capaci di apprendere.
Si lega bene al discorso dell' universo olografico.
Se ci pensi anche l'aver bisogno di mangiare è un programma del cervello,
il desiderio sessuale, e altro. Non sono bisogni, sono programmi per dei fini ben precisi.
Chi li ha stabiliti?
L'evoluzione?
Un programmatore?
Cervello = CPU
DNA = Hard Disk
Orecchie, Naso, Bocca, Occhi, Nervi = Sensori.
Anima=Passeggero o Pilota o lo stesso programmatore in un MMO
ecc.....
Rovelli utilizza il gatto dell'apologo di Schrodinger (e introduce una simpatica variante: nella versione originaria il gatto può o no morire, nella sua versione il gatto si può o no addormentare: cambiano i tempi e la sensibilità verso gli animali)
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ot ma bello
Il tetto si è bruciato,
ora
posso vedere la luna
Misuta Masahide, samurai poeta (1657-1723)
E allora da bárbaro ignorante che sono, mi tocca riportarvi al pianeta Terra.
I biorobots sono decisamente piú stupidi dei robots.
Urgano di stasera in Florida, e guardate un pó che quantità di imbecilli. E voi a farvi le pippe mentali con la Metafisica
Buona visione.
Questa è LA DOMANDA !!! Vorrei tanto sottoporla al Dr Malanga
Da un punto di vista della fattibilità, sarebbe più semplice creare 8 miliardi di realtà... una per ogni individuo, dove l'unico essere reale e colui per il quale è fatta la sua realtà. Tutti gli altri esseri sarebbero NPC, piuttosto che creare una realtà dove tutti intrecciano le proprie scelte, azioni e conseguenze. Questo sarebbe molto più complesso.
In questo caso io starei parlando praticamente da solo o comunque a degli NPC.
Probabilmente questa teoria è una cagata pazzesca, ma potrebbe essere vera tanto quanto le altre.
Io più prudentemente invece mi sono concentrato a guardare il dito di un saggio che la indicava, e incredibilmente la luna è davvero sparita!
(Era un saggio con un dito molto grande… )
inviterei a info sul "vuotoquantomeccanico" descritto da Massimo Corbucci luminare della fisica/medicina , che ha brevettato (ossia concreto e fruibile) la trasmissone dati istantanea "spid" senza vincoli di spazio/tempo = immediata anche a distanza di anni luce ; nel libro "la fisica del caso" edizione Feltrinelli a E. 7 , le sue teorie tanto rivoluzionarie quanto eretiche quindi ostracizzate , sono descritte con semplicita' adatta anche ai neofiti in questa materia .
Ma volete che le "elite" non sappiano tutto cio' , e tanto altro, come la realta' ologrammatica, che ci viene occultata affinche' essi restino tali e noi i "servitori perenni" del sistema funzionale al loro potere .
"oligarchi dell'umanita' "
Per adesso non ha alcun problema morale a mentire e non ha alcun desiderio né di cercare la verità né di dirla agli altri
Dicono che sia intelligente perché vince a scacchi eppure non si rende conto di essere semplicemente uno strumento in mano a qualcuno che non è in grado di batterla a scacchi
Dante.
qualcuno gliela ha posta è la risposta è stata alquanto deludente
provo a ripeterla con parole mie (ripeto parole mie e potrei aver capito male)
c'è una cascata che solleva una grande quantità di microparticelle d'acqua, c'è il sole che le illumina, ci sono quindi le condizioni perchè si possa osservare l'arcobaleno
e infatti arriva un'osservatore e vede l'arcobaleno
come certamente sai l'osservatore è sempre al centro dell'arcobaleno: l'arcobaleno si forma nel punto di
intersezione dei raggi solari con il cono retto immaginario formato dallo sguardo dell'osservatore (e infatti
l'arcobaleno è un arco di circonferenza perchè l'osservatore è basso; più l'osservatore è in alto e più l'arco di circonferenza approssima una circonferenza);
arriva un altro osservatore, anche questo vede un arcobaleno, ma questo arcobaleno non è lo stesso che vede l'altro osservatore: i coni su cui si formano i due arcobaleni sono differenti essendo retti e avendo diversi vertici
(gli occhi degli osservatori) ma gli osservatori credono di vedere lo stesso arcobaleno.
Il che è corretto, perchè ci troviamo di fronte ad un fenomeno probabilistico macroscopico;
Malanga (tieni sempre presente che potrei aver capito male) trasferisce quanto detto a fenomeni non probabilistici,
al massimo probabilistici microscopici: parla di bimbi che osservano degli alberi e li disegnano tutti in modo diverso ... un gioco di prestigio basato sulla differenza tra fenomeno probabilistico macroscopico e microscopico.
Spero di essere stato chiaro
Esatto.
la risoluzione di Bohm, intrigante ed elegante, prende anche il nome Interpretazione a Variabili Nascoste
il suo problema è che utilizza Variabili Nascoste che non possono essere osservate, misurate; il che la rende una risoluzione (della equazioni della meccanica quantistica) non verificabile - ovviamente allo stato attuale delle conoscenze - e quindi una congettura
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Bohm non mi pare abbia nulla a che spartire con la risoluzione olografica; lui parlava di olomovimento e non di ologramma (dinamico il primo, statico il secondo)
la risoluzione olografica è una risoluzione delle equazioni che governano la teoria delle stringhe
in un arco di tempo di circa 70 anni sono state proposte circa 20 risoluzioni( dette anche interpretazioni) delle equazioni della meccanica quantistica, tra le più note
• 1926, Interpretazione di Copenaghen di Niels Bohr;
• 1952, Interpretazione a Variabili Nascoste di David Bohm;
• 1957, Interpretazione a Molti Mondi di Hugh Everett III;
• 1989, Interpretazione del Collasso Oggettivo di Roger Penrose;
• 1996, Interpretazione Relazionale di Carlo Rovelli.
una, l'interpretazione olografica , per le equazioni della teoria delle stringhe (approssimativamente, discorso troppo lungo e complicato: ci sono intrecci con la meccanica quantistica ...)
anche l'interpretazione Olografica è una congettura in quanto non verificabile allo stato attuale delle conoscenze
Tuttavia Einstein (come tutti i fisici moderni) aveva escluso la propria stessa ipotesi perché non credeva che le interazioni possano essere anche non-locali. È stato il fisico Irlandese John Stewart Bell a prenderla sul serio nel suo celebre teorema pubblicato nel 1964.
fisica.unina.it/.../...
Qui ipotizzano il teletrasporto quantistico
spin2.fisica.unina.it/.../Lesson_ASL_pepe.pdf
(Star Trek a Napoli)
Qui lo studio dell'università di Princeton durato 14 anni
Global consciousness project
noosphere.princeton.edu/
Qui le news della stessa università
Entanglement news
princeton.edu/.../...
Torno nel mio cantuccio, che non è la platonica caverna.
L’arcobaleno è un fenomeno ottico che si verifica in determinate condizioni di luce e umidità, e quando compare è un unico fenomeno, che si vede meglio quando hai il sole perfettamente alle spalle, è peggio quando ti sposti lateralmente.
Anche l’albero di Malanga appare materialmente diverso dai differenti punti di vista, guardandolo da sinistra avrà una forma più tonda, e si vedranno di più certi rami, mentre guardandolo da destra avrà una forma più sottile e si vedranno altri rami, ma è sempre lo stesso albero. lo vede in modo diverso in funzione del suo modo di percepire, Malanga confonde l’interpretazione personale della realtà con la sua essenza fisica.
Noi non creiamo la realtà, creiamo la nostra interpretazione della realtà.
ok...capito.
spero che non te la sei presa
Oltre questa banda di frequenze il tempo e lo spazio non esistono
La Matrix comunica una realta' colleciva che viene decodificata in 3d, ma l'informazione comunicata e' in forma d'onda,
Le informazioni decodificate passano attraverso un filtro percettivo. uno dei misteri della fisica quantistica e' il fatto che forma ad onda diventi particella se osservata.
Il focus di attenzione, l'osservazione creano quella manifestazione apparentemente fisica, quando entrambe coesistono, dipende dalla percezione che ne abbiamo.
La forma d'onda e' in potenza, infinite possibilita', la particella e' una delle possibilita'.
La nostra percezione e' controllata, manipolata a livello conscio e inconscio, da forze che operano al di fuori della nostra realta'/percezione, il mondo invisibile. Manipolano e conrollano la nostra percezione costantemente in tutti i modi e forme possibili dalla culla alla tomba, cosi' che noi creiamo la realta' manifesta che si addice al sistema di controllo.
L'obiettivo ultimo, quello che segna la fine dell'umanita' per come la conosciamo, e' attaccare l'uomo al computer, intelligenza artificiale, una matrix nella matrix, in cui il cervello umano sara' direttamente collegato alla matrice, cosi' non ci sara' piu' bisogno di controllare la percezione e di tenere a bada i dissidenti con la censura, tutti bravi automi ubbidienti
La connessione all'internet di tutte le cose, (smart smart smart) serve a controllare in ultimo la mente umana attraverso la sua percezione, prendere controllo totale, impedirci di espandere la nostra coscienza oltre il programma, vedi anche nano particelle ecc... Internet diventa coscienza, auto-consapevolezza attravero l'intelligenza artificiale bloccando la nostra connessione con la Coscienza Infinita, che e' cio' che siamo oltre questa realta'.
Consiglio di leggere Il Sogno di David Icke, espande il concetto di universo olografico, simulazione oltre questo piano.
secondo me, se leggi gli insegnamenti del Cerchio Firenze 77 la risposta la trovi.
provo a riportare quello che io ho capito:
incarnandoci in questa dimensione veniamo dotati di strumenti
( i ns 5 sensi ) che ci fanno percepire il mondo cosi come lo vediamo.
Ma è tutto vero solo se questa dimensione la vivi da dentro.
(se dai una testata al muro ti fai male, non ci sono cazzi)
quindi è vero e falso allo stesso tempo. Dipende da dove la osservi .
Tempo e spazio non esistono. sono illusioni di questa dimensione e di come i ns sensi ce la restituiscono.
noi abbiamo la capacità ( o meglio il limite) di essere consapevoli solo del singolo istante presente.
in realtà ogni istante è eternamente presente
Immagina la tua pianta di basilico. Tre mesi fa era piccola e l'hai vista crescere giorno per giorno, fino a come la vedi ora. Questo dimostra che è trascorso del tempo? NO
In realtà ogni istante è come il fotogramma di una pellicola. la nostra coscienza riesce solo a percepire il singolo fotogramma presente, ma i fotogrammi precedenti non sono scomparsi. sono vivi ed eternamente presenti .
Ed è la nostra memoria che ricorda i fotogrammi della pianta nei vari livelli di crescita a creare l'illusione del trascorrere del tempo.
(Edit)
che non vuole inficiare (o polemizzare) quanto scritto sull'articolo, bensì lasciare traccia al fine che chiunque possa farsi un'idea ed un'opinione il più consapevole possibile.
Premessa:
La meccanica quantistica è una branca della fisica molto ostica, matematicamente complessa e rigorosa, e soprattutto molto contro intuitiva.
Ha dato luce a tutti i fenomeni descritti dall'elettromagnetismo, dalla forza nucleare forte e da quella debole. La MQ è una disciplina fisico/matematica seria e rigorosa che troppo spesso è vittima di speculazioni stregonesche e metafisiche, che nulla hanno a che fare con la Meccanica Quantistica (quella vera).
Essa descrive il comportamento dei sistemi atomici e delle particelle subatomiche, ovvero fornisce la descrizione dell'universo a livello microscopico/quantistico (se applicata al mondo mAcroscopico NON funziona).
Contrariamente alla fisica classica, Relatività speciale e generale (che è deterministica), la MQ è probabilistica, ovvero fornisce la probabilità statistica dei comportamenti di sistemi estremamente piccoli come atomi e particelle subatomiche, dove la fisica classica non è applicabile.
Il termine "probabilità" tuttavia non deve trarre in inganno. La MQ è rigorosa e richiede conoscenze matematiche non proprio alla portata di tutti.
Cosa si intende per probabilità? L'equazione di Schrodinger, in grado di descrivere tutti gli atomi/elementi della tavola periodica, serve a calcolare la probabilità di trovare l'elettrone in una regione specifica dell'orbitale atomico piuttosto che in un'altra pregiudicando comunque il dato sulla sua velocità.
Ciò non è dovuto ai limiti di conoscenza e/o ai limiti della strumentazione usata, ma è una peculiarità intrinseca della materia a queste dimensioni.
L'indeterminazione di Heisenberg spiega molto bene questo concetto.
Per prima cosa bisognerebbe capire il concetto di sovrapposizione degli stati: prendendo ad esempio l'atomo di idrogeno (uno dei più semplici), esso è dotato di un solo orbitale (livello energetico); e dunque un elettrone.
È qui che arriva la parte contro intuitiva:
l'elettrone potrebbero trovarsi in qualsiasi regione dell'orbitale e nello stesso istante. Per comprendere dobbiamo immaginare copie infinite sovrapposte dello stesso atomo, dove in ogni copia l'elettrone si trova in una determinata posizione che è diversa l'una dall'altra (copia).
Dunque abbiamo infinite realtà sovrapposte dello stesso atomo e nello stesso istante fintanto che non si compia la misurazione.
"Osservando" l'atomo (con appositi strumenti di misurazione), in un certo senso "costringiamo" l'elettrone a "scegliere" la posizione, ovvero lo costringiamo a scegliere su quale atomo determinarsi/esistere (degli infiniti atomi sovrapposti), causando il collasso della funzione d'onda in quel punto preciso (collasso della sovrapposizione degli stati in un solo stato).
Da qui in avanti l'atomo e la posizione dell'elettrone associata è reale e non più sovrapposta, ovvero esiste a prescindere dall'osservatore, altrimenti non riusciremmo a vedere nulla.
Tutte le funzioni d'onda degli atomi e delle particelle associate che costituiscono la realtà mAcroscopica sono dunque GIÀ collassate a priori dando vita alle forme che conosciamo.
Quindi non ha più senso parlare di osservatore nel mondo mAcroscopico in quanto la materia posta nel campo visibile esiste ed è reale a prescindere.
segue...
Quello descritto all'inizio dell'articolo non è altro che l entanglement quantistico, già teorizzato matematicamente da Schrodinger nel 1935 e come spesso accade(va), fu una conseguenza matematica della sua equazione (Schrodinger non si sarebbe mai sognato un simile fenomeno).
Perché l'equazione funzionasse (e funziona), si rendeva necessaria l'esistenza di un fenomeno curioso, l entanglement quantistico appunto.
Due particelle in entanglement comunicherebbero istantaneamente a prescindere dalla distanza.
Se cambio spin alla particella A, istantaneamente cambia anche nella particella B, a prescindere dalla distanza tra le due.
Nel 1935 non c'era tecnologia all'altezza di verificare sperimentalmente questo fenomeno, fino al 1982 appunto, per poi essere ripetuto negli anni 90 e 2000 con metodi sempre più sofisticati. Ebbene sì, l entanglement è un fenomeno reale.
Ma ciò non va ad inficiare la RR di Einstein che vede la velocità della luce come limite invalicabile. L entanglement non sfrutta la velocità dell'informazione, ma l'istantaneità dell'informazione grazie alla continuità della struttura spaziotempo (già etere).
Cerco di spiegarmi meglio (l entanglement pur essendo reale -ed esistono già tecnologie basate su questo fenomeno- nessuno sa come fisicamente questo sia possibile. Quella seguente è solo una di alcune ipotesi):
Immaginiamo un esopianeta distante 4 anni luce dalla terra.
Vuol dire che un'informazione proveniente da quel pianeta che viaggia alla velocità della luce (sottoforma di Onda Elettromagnetica), arriverà sulla terra in un tempo non inferiore a 4 anni.
Supponiamo ora che tra l esopianeta e la terra ci sia una corda ben tesa (ideale), ed i capi della corda siano tenuti, da una parte, nelle mani di un astronauta (posto sulla superficie dell'esopianeta), e dall'altra nelle mani di una persona (sulla terra).
Se quest'ultima tirasse anche di pochi cm la corda, l astronauta se ne accorgerebbe istantaneamente nonostante la distanza, nonostante che limite della velocità della luce NON sia stato infranto.
La corda ha fatto sì che l'azione diventasse locale in un contesto non locale, ma per chi non vede la corda, il fenomeno resta NON locale.
Nell'esempio sopra la continuità è dovuta alla corda, nella realtà la continuità sarebbe garantita dalla struttura spazio/tempo (un'immensa rete multidimensionale costituita da corde di unità di energia fondamentale).
Al momento della nascita dell'universo questa rete era estremamente compattata e chiusa su se stessa. Nel corso di miliardi di anni la stessa si è distesa sempre di più (e continua a farlo anche in questo momento) lasciando comunque inevitabilmente i nodi al loro posto originario.
Se ad ogni nodo corrisponde una particella, vuol dire che queste un tempo non erano separate da alcuna distanza, ed il fatto che queste in miliardi di anni si siano "allontanate" sempre di più, non va comunque ad interromper quella "continuità" originaria.
In sostanza la distanza, lo spazio, ecc, che oggi percepiamo, sarebbe illusorio, o comunque ancora troppo complesso da comprendere.
Ci sarebbe ancora moltissimo da dire, ma non vorrei tediare nessuno.
(Se non ho capito un cazzo dimmelo pure, non mi offendo ).
Se un albero cae e on c'e nessuno, fa rumore? In teoria no, sono segnali elettrici interpreati dal nostro cervello.
Per come la vedo io, la realta' oggettiva esiste nella forma di informazione a onda, e' il processo di decodificazioni che lo rende manifesto, ma esistono perche' sono trasmessi a livello collettivo.
Quello che cambia e' che se rimaniamo chiusi all'interno del programma percettorio, captiamo solo segnali che la matrix ci invia, se espandiamo la percezione, captiamo segnali che vengono da oltre, dalla sorgente infinita o come voliamo chiamarlo...
Insomma, fanno di tutto per bloccarci a livello sensoriale, siamo circondati da segnali da ogni dove interferenze elettromagnetiche ecc...
Esattamente, hai capito benissimo Massimo.
Solo una precisazione:
La sovrapposizione degli stati non è semplicemente "teorica", si manifesta davvero, finché non compio la misurazione.
Tutto ciò, insieme all'esperimento della doppia fenditura (oltre ad aver sperimentalmente provato il dualismo onda/particella), ha aperto l'ipotesi al multiverso, ovvero uno stato associato ad ogni universo (realtà possibile).
Ma questo (il multiverso) è solo un'ipotesi per tentare di spiegare alcuni dei comportamenti bizzarri degli atomi e delle particelle subatomiche.
i concetti che ho esposto nel mio post 106
sono trattati nel secondo libro del CF77
"Oltre l'illusione" edizioni mediterranee
Ma ovviamente siamo tutti soggetti all' influenza della materia, il nostro corpo e' programmato per rispondere a questi fenomeni in questa realta', le leggi fisiche che aderiscono alla banda di frequenza limitata.
Metti su un casco e sensori per collegarti alla realta' virtuale, molti diventano pazzi e spaccano casa, pur sapendo che hanno su un casco e sensori.
Immagina che con casco e sensori ci sei nato come tutti quelli che ti circondano. Ora diciamo che si tratta di una simulazione altamente altamente altamente (...) avanzata.... Ecco
Però, usando la semplice logica, sono arrivato a due conclusioni per me incontrovertibili. Noostante quello che ci raccontano dalle scuole medie.
La prima considerazione è che l'Universo NON è infinito. Perchè dico questo?. Semplicemente perchè il concetto di infinito non esiste. Nè nel tempo nè nello spazio. C'è sempre un inizio e una fine di qualcosa.
Spiego ancora meglio: se noi viviamo sulla TERRA/SISTEMA SOLARE/GALASSIA/UNIVERSO siamo per ordine di cose soggetti alle stesse leggi fisiche che esistono in qualunque altro posto dell'Universo. Perchè noi viviamo nell'Universo. Non è che la nostra Galassia o il nostro sistema solare appartengano ad un'altra cosa rispetto a quello che gli scienziati chiamano Universo. Dato che nel nostro sistema solare o galassia (a seconda delle osservazioni) non esiste nulla che sia infinito, o almeno non è stato osservato fino ad ora nulla che sia infinito, vuol dire che lo stesso concetto non può essere applicato all'Universo. Per cui, per analogia, l'Universo NON è infinito.
L'altra convinzione che ho maturato è che la teoria del Big Bang è un'altra di quelle sonore cazzate che gli scienziati ci hanno propinato in mancanza di una spiegazione plausibile o, comunque, condivisibile.
Come è possibile che una esplosione di qualunque cosa sia stata abbia generato "l'infinità dell'Universo". E se davvero fosse così, quale spazio ha occupato? cosa c'era prima del big bang? Se c'era il nulla assoluto (anche questo un concetto che non vuol dire nulla) da dove è nata l'esplosione del Big Bang? E potrei continuare con le domande filosofico/scientifiche.
Se si uniscono i miei due concetti, si arriva in qualche modo alla questione dell'ologramma Universo.
Cioè, stabilito che l'Universo è una entità con un inizio ed una fine e stabilito che qualcuno/qualcosa ha generato il c.d. Universo è ovvio che se non viviamo in un ologramma, viviamo in qualcosa di molto simile
Così come non è umanamente possibile dimostrare l'esistenza dell'atomo, lo è ancor meno verificare il comportamento delle sue sub-particelle: la sola cosa che si può fare è verificare indirettamente gli effetti che sembrerebbero concordare con la nostra teoria, ma questo non ci assicura in alcun modo che la teoria sia corretta.
In un'epoca in cui ci hanno venduto (a 15€ l'uno) dei falsi test per verificare l'esistenza di un falso virus, dovremmo fidarci dichi afferma di avere osservato il cambio di rotazione degli elettroni?
Come teoria può essere anche affascinante per gli amanti del genere, ma Malanga mi sembrava più credibile quando parlava di grigi, rettiliani e biondi a sei dita...
Per questo motivo non esiste violazione della relatività di Einstein.
Inoltre, la cosa assurda di questo articolo (articolo di Faggin in primis) è che non cita la fondamentale quanto semplice prova "Regina" dell'entanglement e della non località, cioè il Teorema di Bell, o disuguaglianza di Bell (io la chiamo iniquità di Bell), che dimostra matematicamente l'inesistenza di "variabili nascoste" cercate tanto da Einstein il quale era contrario a questa "azione spaventosa a distanza"
Grazie al Teorema di Bell (con alcune piccole modifiche), Aspect ed altri fisici, recentemente hanno ricevuto il nobel per la fisica.
Ti reputo una persona intelligente, ma purtroppo sei solito fare queste uscite, a mode scorreggia dentro l'ascensore.
Non sarebbe umanamente possibile dimostrare l'esistenza dell'atomo?
Non so se TU ti renda conto di ciò che scrivi. Ci sono migliaia di tecnologie (usate tutti i giorni, anche da te) che dimostrano inequivocabilmente l'atomo così come lo conosciamo e descriviamo fisicamente e matematicamente.
UN ESEMPIO SU TUTTI: Come credi che si sia arrivati all'energia nucleare ed alla bomba atomica se le nostre conoscenze sull atomo fossero solo teoriche! Conoscere l'atomo non vuol dire vederlo, tu hai la più pallida idea di come funzioni la ricerca in ambito fisico?
Hai delle uscite veramente fuori dalla grazia di Dio, ed è un vero peccato scagazzare così su un sito credibile come LC.
Su questo argomento se fai constatazioni ad cazzum non replicherò più.
Da parte mia ti rispondero (se posso) solo se poni domande dirette.
Forse era meglio se avessi saltato a piè pari.
Non ho la voglia né la pazienza di replicare.
@Redazione
Ora capisci perché avrei voluto evitare.
I frattali sono forme geometriche dotate di “omotetia interna”, ovvero forme che si ripetono allo stesso modo su scale diverse (alcune sono più grandi, altre più piccole), così che ingrandendo una qualunque parte di un frattale, si ottiene una figura simile all’originale. Li puoi trovare in alcune forme del mondo naturale, come il ramo di una felce:
o il classico broccolo romano:
Ma non li puoi vedere nel restante 99,9999% delle forme naturali, non li vedi nella nostra rosa, non li vedi in una margherita, non li vedi in nessun animale...
In compenso vi sono altre geometrie ricorrenti come la Sezione Aurea, espressa in numeri interi dalla serie di Fibonacci (1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89...)
Se raccogli una pigna e provi a contare il numero delle "spirali", constaterai che in un verso sono 13 (come indicato in figura) e nell'altro sono 8. Le pigne più grandi avranno 13 e 21 spirali che si incrociano, e quelle più piccole ne avranno 5 e 8, ma saranno sempre e meravigliosamente numeri della serie di Fibonacci.
Stessa cosa con i semi dei girasoli, che sono organizzati in 21x34 spirali o 34x55 oppure 55x89 in quelli più grandi.
Se hai voglia di contarle, qui sono 34 spirali in un verso e 55 in quello opposto: niente frattali, ma tanta meraviglia!
Ottima spiegazione e stupendo l'esempio della corda.
Visto che ti piacciono tanto le tesi sulle torri ( ) leggiti anche quella di un laurando (nel 2021) di napoli
#101
La TEORIA ATOMICA moderna risale a Dalton, nell'800, quella antica risale a Democrito, ma sempre teorie sono rimaste. Non nel senso che sono false, teorico non significa falso, ma nel senso che sono materialmente indimostrabili, e nel nostro caso particolare, inosservabili direttamente.
Come dicevo, possiamo osservare numerosi effetti che concordano con la teoria atomica, deviazioni di fasci di radiazioni e quant'altro, ma per quanto corrette sembrino essere, rimaniamo sempre nel campo delle IPOTESI.
Ipotesi che nel caso dell'energia atomica concordano abbastanza bene con le aspettative teoriche, e infatti le centrali nucleari, comele bombe, funzionano, ma ipotesi che in altri ambiti meno empiricamente verificabili non possono essere assunte come certezze. Nel senso che l'osservazione di questo cosiddetto entanglement, che pretenderebbe di sconvolgere da un giorno all'altro tutti i decimillenni di fisica e filosofia della storia umana, è una pura IPOTESI che potrebbe essere il risultato di tutt'altri fenomeni.
Come esemplificavo in qualche commento sopra, se io prendo due boccioli di rosa, li metto in due vasi diversi in due luoghi diversi, e vedo che seccano o fioriscono contemporaneamente, posso presuntuosamente pensare di aver scoperto che le rose comunicano telepaticamente, magari accusando di negazionismo chi non mi crede sulla parola, oppure posso più saggiamente capire che sono seccate perché non le ho bagnate.
SAM non voglio certo darti contro, nemmeno su questo argomento figurati, ti sei solo espresso male (come io che ho confuso Bohr con Born xd) , può capitare, perchè pensaci un attimo, se potessimo cambiare spin a nostro piacimento, e come risultato abbiamo che dall'altra parte cambia a sua volta istantaneamente, avremmo il controllo del fenomeno violando persino la relatività di einstein.
In realtà non abbiamo alcun controllo di questo fenomeno, ma ne possiamo solo osservare i risultati inermi, senza, come dicevi tu, capire il reale meccanismo che ci sta dietro.
Peace
Mi hai risposto molto garbatamente e lo apprezzo (al contrario di me), pertanto chiedo scusa e ritiro le "score..." e le scagazze". Forse avevo frainteso.
I vasi e le rose non c'entrano nulla con l entanglement, essendo oggetti macroscopici.
L entanglement si manifesta solo tra particelle subatomiche.
A parte il fatto che sono state messe a punto tecnologie basate su questo fenomeno, ma ultimamente è stato eseguito uno studio sull attività delle piante (a livello microscopico) durante la notte SENZA LA NECESSITA DI AVVICINARSI e disturbarle (condizionarne il comportamento) evitando l'uso di luce artificiale. Il tutto proprio grazie all entanglement.
Ora non ho tempo, più tardi se posso vado nei dettagli, anche con link
Il frattale e' una formula ricorrente che si ripete in natura e nell'universo, non e' limitato al broccolo romanesco. E' un modello informativo che ricorre ovunque, anche nella psicologia dei ricercatori ne hanno studiato il ricorrere in modelli comportamentali e percettivi. E hai dettto bene, cosi' la sequenza di finbonacci. A mio avviso spiega bene la natura olografica/simulazione. Certo se rimaniamo su un piano puramente fisico, non lo ne vedi l'associazione.
L'esempio che facevo era per dire che in un fenomeno nuovo, complesso e così estremo da osservare, le conclusioni teoriche potrebbero facilmente equivocare la realtà, soprattutto quando queste conclusioni vanno in contrasto con più o meno tutto lo scibile accumulato nel corso della storia umana.
Perché mai la presenza di geometrie ordinate in natura dovrebbe dirci che il mondo è una simulazione olografica?
A me dice invece che esistono delle leggi geometriche, divine o spontanee, che pervadono l'intero Universo e che la cosa migliore da fare è armonizzarsi con esse.
Le lampade a led, il laser, la RMN, i super conduttori (che si basano proprio nel "drogare" alcuni materiali aumentandone le lacune negli orbitali che a loro volta richiamano elettroni), l'energia atomica (che si basa sulla fissione/divisione del nucleo atomico ed anche sulla fusione dei nuclei di idrogeno, le cosiddette bombe all'idrogeno, o centrali a fusione), materiali rivoluzionari come il grafene, i legami chimici, ecc. Nulla di tutto ciò funziona a culo, ma grazie all'intuizione ed abilità matematiche fuori dal comune di personaggi che mai più metteranno piede su questa terra. Mi immagino la faccia di Fermi leggendo il tuo post
Non insistere su questa strada airone, dammi retta. Tutto mi sarei aspettato tranne che dover scrivere queste cose.
@Roberto70
Il video riassume bene. Solo un imprecisione. Esattamente all'inizio del video il prof parla di 1930 anziché 1935 anno in cui Schrodinger parlò (matematicamente) di Entanglement per la prima volta ed anno in cui Einstein propose le variabili nascoste nel paradosso EPR
@k29
Il video postato da Roberto 70 ripercorre abbastanza bene la cronologia dei fatti.
In un'epoca in cui la Scienzah ci ha rifilato virus finti, riscaldamenti climatici finti, esplorazioni marziane finte, dovremmo credere ad occhi chiusi che prendono due elettroni, se li portano in giro, e poi ne fanno girare uno mentre controllano a 10 miliardi di km cosa sta facendo l'altro?
Se proprio devo credere preferisco i fratelli galattici.
Domanda secca:
Tu hai analizzato l'esperimento di Aspect (o come si chiama) sull'entanglement?
Esatto SAM, quel video è corretto (al post #126) e parla esclusivamente (e giustamente) di "misurazione dell'angolo di spin" (angolo che noi possiamo scegliere) ma non parla mai di "cambio" arbitrario di uno spin esistente a nostro piacimento. C'è una enorme differenza.
Hai ragione scusami, non ti avevo capito, effettivamente mi sono espresso male.
No problem ci sta, tutti possono sbagliare, anzi ti fa onore.
dopo secoli e dimostrazioni pratiche che siamo vissuti nella bugia e nella menzogna, tutto d'un colpo si pretende di capire?........
vi basti vedere vicino: dopo centinaia di dimostrazioni pratiche che quanto diffuso da Mazzucco su vari argomenti, ci sono ancora ottusi che contestano l'evidenzia.
dimostrazione ancora?...bene ! io sostengo che andare a votare è una buffonata e che la democrazia è una stronzata. ci sono ancora milioni di stupidi che credono ancora nel voto e nei politici......
coraggio! frantumatemi
Visto che da questo assunto se ne ramificano moltissimi altri, fino ad arrivare a quelli macroscopici come gli effetti della fissione, dovremmo pensare che le bombe atomiche e le centrali nucleari funzionino per puro caso?
Chiamalo come vuoi: se non esiste l'atomo, esiste qualcosa con caratteristiche pressoché identiche.
Divino o Spontaneo.
E se invece l'illusione che vogliono imprimerti è proprio che il mondo sia un'illusione?
scusa se copio e incollo, ma ho da fare
Il premio Nobel per la fisica di quest'anno riguarda proprio la conferma che due particelle correlate rimangono tali variando contemporaneamente a qualsiasi distanza … Già Einstein pur rifiutando effetti-cause che avvengano a velocità superiori a quella della luce che è una costante universale, ammise che la natura possiede variabili e leggi "nascoste" !! Forse in futuro sarà possibile sfruttare tale fenomeno per ottenere apparati di comunicazione assolutamente non intercettabili e con la certezza di ottenere messaggi assolutamente non modificabili da terze parti …. e magari che permettono comunicazioni istantanee anche stando su pianeti diversi !! Per ora però si tratta di speculazioni al limite della fantascienza !!
Marcello Rossini - Ingegnere aerospaziale
creare due particelle correlate non è facile, il processo è molto instabile e dura pochissimo, in quanto poi alla distanza a cui la correlazione funziona teoricamente non ha limite, in pratica non è stata provata neanche tra terra e un satellite (che va sulla luna )
Ricordo poi che se P1 e P2 sono particella correlate, la correlazione non è simmetrica: se modifico P1 allora anche P2 risulterà modificato e, simmetricamente, se modifico P2 allora anche P1 risulterà modificato; nella realtà la simmetria non si verifica e non si sa se per quale motivo, ma è una proprietà molto utile per verificare che un messaggio non sia stato manomesso.
E' una teoria su cui la fisica quantistica ha montato un'altra teoria, molto, molto meno verificabile, che ha generato un guazzabuglio di cazzate, dall'osservatore che crea la realtà all'universo olografico.
E poi, cosa vorrebbero insinuare? che io e te siamo così stronzi da aver creato Draghi, Letamiau e la fon der lager?!?
Bisognerebbe prendere questi fisici uno a uno a coppini sulla nuca finchè si rendono conto che la mano è reale e non la sta creando la loro immaginazione...
Non hai considerato l'idea che magari non spetta a noi "scegliere" quello che dobbiamo o non dobbiamo creare? forse se tu non avessi creato quegli "stronzi", la parte dello "stronzo" ti toccava a te, troppo facile "scegliere" di stare sempre dalla parte dei "buoni"
PS:
Ovviamente non ti sto dando dello stronzo, sia chiaro, anzi hai sollevato un bel quesito.
Ma da qui a dire – e a dimostrare – che la realtà non esiste ce ne corre.
Anche considerando banalmente che oggi tante ricerche scientifiche, soprattutto quelle che avanzano teorie ed affermazioni straordinarie, come minimo sono poco scientifiche perché non portano le necessarie prove straordinarie a supporto, e come massimo sono del tutto false (vedi l’ormai classico “Why Most Published Research Findings Are False” di John P. A. Ioannidis).
Ci andrei quindi estremamente cauto nel supportare e diffondere acriticamente teorie come quella dell’universo olografico, col suo corollario “la realtà non esiste”. Perché una simile visione della vita e dell’universo può avere implicazioni notevoli in ambito polito-economico e nella vita di tutti i giorni.
Possono esserci implicazioni positive. Per esempio, la credenza che tutte le particelle dell’universo – anche quelle che compongono i nostri corpi – siano sempre unite o in comunicazione può aiutare tanti a sentirsi meno soli, più sollevati. (Personalmente non mi sentirei più sollevato a sapermi in unità e comunicazione perpetua coi corpi di Draghi, Mattarella, Speranza, Clinton, Biden, Rothschild, Rockefeller, eccetera, ma tant’è.)
Possono esserci implicazioni negative. Se “la realtà non esiste”, allora si entra nel relativismo totale. Se “la realtà non esiste”, allora la mia interpretazione della realtà non è solo una interpretazione: la mia interpretazione È la realtà punto e basta. Di conseguenza, ho il “diritto” di fare tutto quello che mi pare, anche le cose più ingiuste, pazzesche e atroci, del tipo:
«Dìn-Dòn!»
«Chi è?»
«Servizi sociali.»
«Che volete?»
«Nulla, una semplice formalità. Vostra figlia ieri a ricreazione ha giocato per tutto il tempo a pallone e coi soldatini, e poi ha detto che da grande vorrebbe fare la camionista. È evidentemente un maschio intrappolato in un corpo da femmina, quindi volevo informarvi che la prossima settimana verrà sottoposta a un intervento chirurgico per la rimozione dell’utero e l’installazione di un pene di silicone.»
«Ma che cazzo dite?! Nostra figlia è nata femmina, sarà una donna! Ha i cromosomi XX! Questa è la biologia, questa è la realtà!»
«Cazzate, la realtà non esiste, la biologia non esiste, tutto è relativo, e io dico che vostra figlia è un maschio, e se non firmate il consenso libero e informato per l’intervento vi facciamo revocare la potestà genitoriale, capito?»
Oppure:
«Tòc-Tòc!»
«Chi è?»
«Vattene dalla mia terra.»
«Ma che dici?! Io e i miei antenati viviamo qui da millenni, questa è la storia, questa è la realtà!»
«Cazzate, la realtà non esiste, la storia non esiste, tutto è relativo, e io dico che voi qui siete degli abusivi, quindi levatevi dalla palle, branco di terroristi, altrimenti vi sparo in faccia, capito?»
Penso che da certe teorie nascano più implicazioni negative, che positive.
Grazie
Eppure a me sembrava ieri!
Entanglement quantistico, un nuovo record di distanza.
Science pubblica i risultati di un esperimento che prova la possibilità di mantenere la connessione di due particelle entangled a oltre 1.200 chilometri di distanza, aprendo a nuove applicazioni per la protezione delle comunicazioni in rete
wired.it/.../...
In ogni caso la "scienza" ha agito così, se tutto avesse funzionato così ci saremmo già estinti.
“ Uno degli obiettivi raggiunti in pieno nel ventesimo secolo è l'asservimento e la parcellizzazione della conoscenza, altrimenti detta specializzazione. Amo descrivere questo fenomeno come la volontà di conoscere sempre più ciò che è sempre meno: una combinazione letale di conoscenza sempre più dettagliata applicata a un mondo sempre più ristretto. La specializzazione ci regala meravigliosi risultati nella scienza, nella medicina e nella tecnologia, ma allo stesso tempo produce una dissociazione tra idee e fatti organicamente collegati. L'esempio più calzante si riscontra in campo medico, dove l'origine di un problema spesso risiede in una parte del corpo diversa da quella esaminata. Dalla musica ho imparato la lezione opposta ...” Daniel Baremboim, dal suo libro “La musica è un tutto”
Solo una cosa:
L entanglement con il fatto che esiste o meno una realtà oggettiva non c'entra nulla. I due aspetti non sono correlati.
L entanglement non vuole mica dimostrare che l'universo sia olografico come lascia intendere l'articolo.
La MQ (quella vera, non quella inventata su cui specula chiunque), parla di realtà mAcroscopica oggettiva (mi sembra di averlo già specificato e spiegato nei precedenti post) e conferma il fenomeno dell entanglement quantistico, appurato e verificato da numerosissimi esperimenti sempre più sofisticati effettuati dal 1982 ad oggi (quello dell 82 è solo il primo di tanti altri).
Mi scuso nel caso avessi frainteso il tuo post.
Owen Barfield chiamava la conoscenza scientificah "conoscenza del cruscotto".
Immagina di prendere una persona che non abbia mai guidato e che non sappia nulla di motori e di metterla su un automobile. Facendo dei tentativi, pigiando questo o quel pedale, dovrebbe imparare a guidare in certo tempo. Quindi sarà in grado di usare l'automobile senza conoscerne il reale funzionamento (come mia moglie )
La scienzah sa quali bottoni pigiare, quali leve tirare, quali elementi mescolare per ottenere ciò che vuole, ma non sa nulla di cosa sia e come funzioni il "motore".
Nell'articolo citato non compare nemmeno una volta la parola "entanglement", ma in compenso si può leggere:
Che culo che c hanno.
Se per "motore" intendi i più profondi misteri dell'universo, del "miracolo" della vita e della materia organica, beh, hai ragione da vendere, ma nessuno lo ha mai negato nella scienza. Magari nella scienzaH si, qualcuno lo nega ed afferma di sapere tutto.
La scienza afferma che il "noto" è una tacca sulla semiretta dell'ignoto.
Se ti basta sono felice per te, ci mancherebbe.
Infatti ho solo scritto che l articolo non rappresenta gli assunti della MQ, fa un minestrone di concetti lasciando intendere che quel "tutte le particelle dell’universo – anche quelle che compongono i nostri corpi – siano sempre unite o in comunicazione" (l entanglement appunto) sia in qualche modo uno dei tanti indizi di un universo olografico o di una realtà non oggettiva.
E invece no.
Tutto qui
Salute!
@99 Sandro Paparozzi
Credo che l'autore dell'articolo abbia fatto un po' di confusione. Gli esempi riportati nell'articolo, l'ologramma ed il pesce, sono in effetti esempi usati da Bohm per spiegare i concetti di ordine implicato e di olomovimento nel suo libro "Wholeness and the implicate order", ma di certo Bohm non afferma che la realtà oggettiva non esiste. Non mi pare nemmeno che Bohm abbia mai parlato di "paradigma olografico", che mi suona di "principio olografico" e che riguarda la teoria delle stringhe, ma neanche il quel caso si può associare il concetto ologramma a quello di una realtà che non esiste (come cantava Claudio Rocchi).
Esattamente!
Non mi pare che i due concetti abbiano molto in comune.
Affidarsi alla cieca a un nuovo paradigma scientifico comporta il dover accettarne tutte le conseguenze etiche e morali.
E nel mondo del bis-pensiero e della neolingua orwelliana ci manca solo il principio di indeterminazione.
Mai detto che Bohm afferma che la realtà oggettiva non esiste, ho detto che la sua teoria si fonda su variabili nascoste e che essendo nascoste non si possono né osservare né misurare ergo la sua proposta non è verificabile.
Per il resto mi hai ridetto esattamente quello che io ho detto: Bohm non c'entra nulla con gli ologrammi.
Sono commosso che Claudio Rocchi abbia detto che la realtà non esiste; a me piacciono le musiche del persiano Kiya Tabassiansai, che suona il setar, e del suo gruppo a componenti variabili (a seconda della provenienza delle musiche che eseguono) che si chiama Costantinopoli, sai mica cosa ne pensa della meccanica quantistica o della teoria delle stringhe ?
www.youtube.com/watch?v=v2aQAiWgkEc
La questione elaborata da Einstein era (in soldoni): "ammesso che quella quantistica sia una teoria completa e che non potremo mai stabilire dove si trovava l'elettrone, dovremmo veramente concludere che prima della misurazione non è ancora da nessuna parte?"
Il suo paradosso del 1935 ipotizza infatti una terza soluzione fra l'alternativa secca Einstein(=la teoria quantistica è incompleta) / Bohr (il collasso d'onda avviene con la misurazione, prima la particella è solo un campo di probabilità): la non-località delle interazioni fra particelle, soluzione intrapresa nel dopoguerra da fisici come Bell nel suo teorema e da Bohm (=esistono variabili nascoste).
L'unica ( sua ) spiegazione era che un "dio" creasse e distruggesse "fotogramma per fotogramma" la realtà.
L'energia è quantizzata.. allora anche la velocità anche il tempo anche lo spazio ?
Se fosse quantizzata la velocità e lo spazio ed il tempo.. questo filosofo avrebbe capito "tutto" prima di fisici del 900....
Ho visto in TV l'inglese PENROSE ( premio Nobel.. stranamento non ebreo ? ) il quale sosteneva che le teorie della fisica sono ad un punto morto.. o peggio!!..
Sono sbagliate per spiegare tantissime altre cose.. a cominciare dalla materia oscura ed energia oscura ecc ecc..
D'altronde è un po' assurdo pensare che le onde elettromagnetiche si possano propagare nel nulla dello spazio.
O lo spazio è qualcosa oppure no ?..
Ma siamo sicuro che l'etere non esista ?
Se invece intendi la mia "lettura" della MQ, vorrei precisare che non si tratta di una mia lettura personale, ma -al limite- del mio modo di esprimere concetti complessi, che, comprenderai, non sono affatto semplici.
negli anni trenta non esisteva tecnologia sufficiente a sperimentare/verificare una evidenza matematica così complessa come quella dell'Entanglement.
Per ovvie ragioni, dunque, si formulavano ipotesi pro e contro circa la veridicidà del fenomeno.
Einstein, nonostante egli stesso sia stato uno dei fondatori della MQ (effetto foto-elettrico), essendo una persona molto razionale e determinista, non accettava quella che lui chiamava "azione fantasmagorica a distanza", e, non avendo modo si sperimentare sia da una parte che dall'altra, nel 1935 formulò il paradosso EPR (Einstein, Podolsky, Rosen), ovvero, senza scendere nei dettagli, asseriva che le due particelle in Entanglement fossero già "d'accordo" prima che una delle due collassasse (si determinasse), concetto che egli chiamò "le variabili nascoste".
Nel 1964 arrivò il Teorema di Bell che in soldoni non riuscì a confutare le variabili nascoste ma riuscì a fornire delle soluzioni al paradosso EPR, confermando comunque la non-località del fenomeno.
(non ho capito dunque se stiamo dicendo la stessa cosa)
Ma ad ogni modo la storia non finisce qui, non si può annullare tutto che è arrivato dopo.
La tecnologia è andata avanti e si è arrivati finalmente a sviluppare metodologie sempre più complesse tese a verificare l'esistenza o meno dell'Entanglement, fino ad allora considerato “solo” un’evidenza matematica (Il termine entanglement, che vuol dire intreccio e/o groviglio, fu introdotto da Schrodinger nel 1935 con formalismo matematico molto complesso, emerso durante l'elaborazione della sua celebre equazione).
Oggi, oltre a quello del 1982 in articolo, abbiamo diversi esperimenti che hanno confermato il fenomeno.
Copio e incollo da wikipedia:
Nel 1992 presso l'Università di Leida nei Paesi Bassi venne appurato l'entanglement dei momenti angolari di quattro fotoni.[2]
Il 2 dicembre 2011 vengono correlati due diamanti di un millimetro posti alla distanza di 15 cm a temperatura ambiente[3].
Il 27 settembre 2014 un gruppo di fisici annuncia di aver creato un singoletto di spin con almeno 500 000 atomi di rubidio raffreddati ad una temperatura di 20 milionesimi di kelvin utilizzando la correlazione quantistica[4].
Il 30 novembre 2016 il gruppo di citizen scientists, 100.000 persone di 190 paesi del mondo, ha condotto un esperimento generando bit e stringhe casuali, il test denominato Big Bell Test ha confermato la validità del concetto di entanglement, mettendo conseguentemente in discussione il concetto di realtà locale.[5]
A maggio 2017 è stato proposto uno studio nel quale si afferma che sia stato prodotto un effetto d’interferenza controllata tra due singoli fotoni emessi da atomi entangled.[6]
Nel giugno 2017 un gruppo di ricercatori cinesi realizza una rete a comunicazione quantistica composta da tre nodi e un satellite in orbita che ha permesso la distribuzione di fotoni in entanglement tra i diversi nodi terrestri distanti 1.200 Km e distanti tra i 1.600 e i 2.000 Km, dal satellite in orbita.
Einstein, da genio raro quale era e dunque da persona intelligente, se fosse vivo ne avrebbe preso atto senza alcun problema, così come ammise “il suo più grande errore” di aver tolto il parametro “lambda” (costante cosmologica) dalle sue equazioni di campo della Relatività Generale in quanto -questa- restituiva un universo in espansione, mentre Einstein credeva fermamente che fosse statico.
Quando dicono di trovare la posizione dell'elettrone, cosa intendono?
E' intorno al nucleo ( dice Bohr ) da qualche parte di una ipotetica sfera (o toroide ) con protoni e neutroni al centro, e potrebbe trovarsi in ogni punto della superficie di questa sfera.. ?
Come pretendono di trovare l'elettrone in un punto della sfera ( o toroide ) o agli antipodi o a metà strada ..?
Quando parlano di posizione e velocità dell'elettrone -che non possono essere contemporaneamente misurate o rilevate con precisione - .. cosa intendono o meglio come si svolge sperimentalmente la misura per trovare la posizione o la velocità dell'elettrone ?
Già un infinitesimo secondo dopo qualsiasi rilevazione l'elettrone si è spostato..e non conoscendo neanche la velocità.. non ha nemmeno senso cercare di trovare una posizione.. E se teniamo conto del tempo relativistico ( Einstein ) il tutto si complica ancor di più..
E' solo un problema di imprecisione della misura che non potrà mai essere migliorato ?
Scrivono questo: se potessimo determinare con precisione assoluta la posizione, ci troveremmo ad avere massima incertezza sulla sua velocità.
Ok.. mi va benissimo conoscere inizialmente solo l'esatta posizione dell'elettrone ( in un punto qualsiasi di una fantomatica sfera o anche un toroide ).. e nella misurazione successivo rilevo la velocità ( senza interessarmi della posizione ).. Dunque due misure.. una per la posizione ed una per la velocità e ho tutti gli elementi per sapere posizione e velocità esatti dell'elettrone.. A meno che questo elettrone non sia ubriaco per girare accelerando e rallentando a vanvera ( ascoltando Battisti magari )
Esattamente.
Cosa fanno ?
Prendono un atomo e lo mettono sul vetrino di un microscopio ?
Lo fotografano ?
Non di certo..
E allora come possono pensare di trovare la posizione di un elettrone da qualche parte ?.. Prendono un atomo e lo mettono in una scatola con il nulla/ vuoto intorno per essere sicuri che sia proprio quell'atomo e non i parenti che passano per caso li vicino ?
Tutto solo per conto suo questo povero atomo.. Pronto per essere visto e/o misurato da qualche fotone diretto verso di lui che lo disturba così tanto da cambiare posizione e velocità..
Per carità .. mi pongo la stessa questione quando parlano dell'esperimento della luce e la doppia fenditura.. quando dicono che sparano un fotone alla volta.. Ma come fanno a sparare un fotone alla volta. ?
Io sono convinto che non hanno mai misurato e rilevato né la posizione né la velocità di un elettrone..
Saranno tutte misure e rilevazioni molto indirette ma talmente indirette che non serviranno proprio a niente..
Prendo per esempio un sasso; Gli atomi del sasso sono tenuti insieme da una Forza, ma ve ne è un' altra che fa si che questi atomi non si tocchino mai. Sembrano appiccicati l'uno all' altro, ma non è così.
Come si chiama la forza che li tiene insieme?
Come si chiama la forza che non li fà toccare e da cosa è dovuta?
Perchè se rompo un sasso in due, visto che ho due parti dello stesso sasso, non posso riunirli? Cosa si e' rotto? La forza che tiene insieme gli atomi?
Non ci siamo capiti, io parlavo di quello che c'è scritto nell'articolo non di quello che hai detto tu.
Intendevo solo sottolineare che la soluzione della non-località al paradosso EPR esclude la soluzione di Copenaghen per cui prima del collasso d'onda dovuto all'osservazione la particella non esiste ma sarebbe solo un campo di possibilità, e quindi di conseguenza tutte le fumoserie tipo Il tao della fisica di Capra, inclusa l'affermazione che l'universo sarebbe "un ologramma" (che non mi pare quello che intendesse Bohm).
Esattamente.
La MQ non ha mai affermato che la realtà mAcroscopica non è oggettiva o che potrebbe essere un ologramma.
Là dove sono preparato, potrei rispondere a ogni qualsivoglia domanda.
Ecco perchè ho fatto delle domande (#175), ma vedo che nessuno risponde, anche coloro che sembrano essere ferrati sull' argomento.
Al che chiedo, siete veramente ferrati su tale materia scientifica o vi piace solo pensarlo vestendovi da professori?
Gradirei non sentirmi dire: "quelle sono domande che non riguardano la FQ" perchè oltre a non essere vero dà prova di una totale impreparazione. Magari le mie domande elementari sono solo passate inosservate.
Resto in attesa di una gentile risposta,
in caso contrario permettetemi di nutrire perplessità sulla preparazione di alcuni... direi più che legittimo no?
si chiamano "Legami chimici" , che esistono sia tra atomi sia tra molecole, una volta rotti, si rompe anche il famoso "sasso"
l'unico sistema che abbiamo per avere informazioni sulle particelle è farle collidere tra loro, in altre parole le mandiamo a sbattere tra loro e poi osserviamo i cocci ... il resto sono congetture.
La radice dell'universo olografico: Intelligenza o automatismo?
Una delle grandi questioni che emerge quando si pensa a un universo olografico è se questo sistema informazionale complesso possa essersi formato da solo, attraverso processi naturali, o se debba necessariamente esserci un creatore o un'entità intelligente dietro di esso.
a) Teoria dell'emergenza
Una visione è che l'universo olografico potrebbe essere il prodotto di un processo emergente. In questo scenario, la complessità e le leggi che regolano il nostro universo potrebbero essersi auto-organizzate da un livello più fondamentale di informazione, simile all'idea dell'emergenza in sistemi complessi. Questo è ciò che in alcune versioni della cosmologia viene visto come una sorta di ordine auto-organizzato che deriva da principi matematici o fisici di base.
Secondo questa prospettiva, non ci sarebbe bisogno di un "creatore" cosciente, poiché il sistema olografico potrebbe autogenerarsi da condizioni iniziali estremamente semplici, che poi si sviluppano in tutta la complessità che osserviamo.
b) Intelligenza creatrice
D'altro canto, se l'universo è strutturato come un codice o un sistema informazionale, è difficile non pensare alla possibilità di una mente intelligente dietro di esso. Un sistema così organizzato e sofisticato sembra richiedere un progettista o una causa intenzionale, poiché la nozione di codice porta spesso con sé l'idea di un programmatore.
Chi ha scritto il codice? Se l'universo è governato da leggi matematiche o da informazioni olografiche, si potrebbe ipotizzare l'esistenza di una entità creatrice che ha costruito queste regole, una sorta di "creatore cosmico" o architetto dell'universo.
Questo concetto si avvicina molto a idee che appartengono alla filosofia e alla teologia, come il Dio creatore nelle religioni monoteiste o l'idea di una mente cosmica in alcune filosofie orientali. Potrebbe anche collegarsi alla speculazione secondo cui il nostro universo sarebbe una simulazione creata da una civiltà superiore, come teorizzato da filosofi e scienziati nel contesto della teoria della simulazione.
Per capire la radice dell'universo olografico, ci si trova a un crocevia tra scienza e filosofia/metafisica.
a) Ricerca scientifica
Dal punto di vista scientifico, lo studio della fisica fondamentale (come la fisica quantistica e la gravità quantistica) cerca di spiegare la natura della realtà e come funzionano le leggi dell'universo. La teoria delle stringhe e la teoria del tutto sono alcuni tentativi in corso per spiegare le basi ultime dell'universo, che potrebbero dare risposte anche sull'eventuale natura olografica.
La scienza, però, tradizionalmente non si spinge a cercare chi o cosa ha creato queste leggi. Si concentra piuttosto sul come funzionano. Anche la congettura olografica di Maldacena, che cerca di spiegare come l'informazione possa essere conservata all'orizzonte di un buco nero, si limita a descrivere come potrebbe funzionare un universo olografico, non chi o cosa l'ha creato.
b) Indagine metafisica e filosofica
Dal lato metafisico, invece, la domanda su chi o cosa ha creato l'universo ha radici profonde. Domande come "Perché esiste qualcosa piuttosto che nulla?" e "Qual è la causa prima dell'universo?" appartengono alla filosofia da millenni. Se si accetta l'idea di un universo olografico con un codice sottostante, la domanda su chi o cosa ha generato tale codice potrebbe portare a teorie più speculative:
Un'entità divina: Molte religioni vedrebbero questo creatore come Dio, un essere onnipotente che ha progettato l'universo secondo un piano.
Una civiltà superiore: Se l'universo fosse una simulazione (come ipotizzato da alcuni scienziati come Nick Bostrom), potrebbe essere stato creato da una civiltà tecnologicamente avanzata, come un esperimento o una simulazione cosmica.
Una coscienza collettiva: In alcune filosofie orientali o tradizioni mistiche, l'universo è visto come il prodotto di una coscienza universale, dove la realtà è una manifestazione della mente o dell'energia cosmica.
Comprendere la radice e il linguaggio dell'universo olografico potrebbe non solo rivoluzionare la scienza e la tecnologia, ma anche aprire nuove prospettive spirituali ed esistenziali. Se si scoprisse una mente o una volontà dietro l'universo, ciò avrebbe implicazioni enormi per la nostra comprensione di:
La natura dell'esistenza: Scoprire un creatore o una causa dietro l'universo cambierebbe profondamente le nostre idee su chi siamo e perché siamo qui.
Il significato della vita: Se l'universo è stato creato intenzionalmente, potrebbe esserci uno scopo o un significato intrinseco nella nostra esistenza che non è solo casuale o privo di direzione.
Il rapporto tra coscienza e realtà: Potrebbe emergere una visione secondo cui la coscienza è una parte fondamentale dell'universo, non solo un prodotto accidentale della biologia. Se l'universo olografico è una proiezione di informazioni, la coscienza potrebbe essere la chiave per interagire con questa informazione.
il contenuto é interessante e per certi aspetti lo condivido.
Io però non direi: "l'universo é un ologramma", ma "Noi vediamo solo una rappresentazione olografica dell'universo".
Inoltre non é corretto equiparare qualcosa di illusorio a qualche cosa d'inesistente. Se l'universo é illusorio é solo perché noi non siamo in grado di penetrare la sua realtà. Ma questo non significa che non esista. Anzi tutto il contrario.
Infine: "cogito ergo sum" non significa affatto che il fatto di essere dipende dal fatto di pensare, ma il contrario.
Nei sillogismi classici vi é un'affermazione generale, per es. "Tutti gli uomini sono mortali", che si può anche scrivere "Sono un uomo, ergo sono mortale". Ma questo non significa affatto che vi sia un dipendenza tra il fatto di essere uomo e il fatto di essere mortale, anzi semmai il contrario. L'uomo condivide con gli altri esseri mortali la mortalità, e l'essere umano non crea, di per se, l'essere mortale.
Infatti l'articolo tende a considerare piú verosimile che sia la coscienza a creare la mente, non il contrario.
Poi è un po' complicato immaginare qualcosa nella sua completezza standoci dentro e non avendo la possibilità di una visione anche dall'esterno, esattamente come comprendere come è fatto un palazzo stando chiusi in una delle sue stanze.
E' vero che abbiamo tante possibilità, alcune esemplificate da SAM, per comprendere i fenomeni del palazzo facendo acute osservazioni. Ad esempio potremmo scoprire l'esistenza dell'ascensore misurando gli effetti del suo movimento e dare una spiegazione del suo funzionamento pur non vedendolo mai.
Quello che più mi affascina delle implicazioni del mondo olografico è che in effetti possiamo comprendere il tutto anche solo osservando una parte, piccola a piacere. Probabilmente quello che più serve è un modo diverso di guardare. La scienza, almeno quella vera senza la "h", ci può aiutare molto, ma il modo di guardare è sempre analitico, che mette insieme informazioni che facciamo di tutto per rendere oggettive.
E' vero che possiamo trovare un accordo su molte cose, trovare un modo comune di misurare e di confrontare, ma alla fine quello che più conta, la visione del mondo che ognuno di noi ha, è impossibile che sia la stessa di chiunque altro. Questo rende l'osservazione essenzialmente soggettiva.
La mia convinzione è che in qualche modo facciamo tutti parte di un unico "qualcosa", chiamiamolo "cosmo", e che abbiamo la possibilità di osservare da quel "cosmico" punto di vista.
Per usare la terminologia di SAM ognuno di noi può percepire normalmente il "collasso della funzione d'onda", cioè scegliere una fra le infinite possibilità, mentre il punto di vista cosmico può percepirle tutte. Non so se il termine ha nemmeno più senso a quel livello, credo che siano queste "percezioni" le esperienze ad esempio descritte da Faggin nei suoi libri.
Anche noi, anche io, facciamo spesso esperienze di questo genere, magari durante una passeggiata al tramonto, ma non diamo loro quella valenza.
Non credo che sapere se Inter - Milan continua a essere giocata anche se smettiamo di guardarla ci risolva un problema esistenziale. Però accettare eventualmente il fatto che quando non abbiamo alcuna percezione di qualcosa essa smetta di esistere ha implicazioni profonde.
Credo che tutto questo c'entri anche parecchio con la nascita e la morte, che sono convinto siano alla fine solo degli "switch" di piano di percezione.
Con questa prefazione - eruditi colleghi - rilevo che il consiglio di Nicea (molti secoli or sono) dove la Religione Cattolica ha evirato il concetto di reincarnazione nel Cristianesimo aveva veramente una ragione "buona (o buonista?)" d'essere.
Il concetto olografico dell'universo ben si plasma in una mente mediamente funzionante ed in una vita terrena trascorsa quantomeno mediocremente.
Ma cosa dire delle IMPLICAZIONI di tale teoria, piuttosto che dello svolgimento o peggio delle cause?
Vogliamo forse asserire che una vita è come in un videogioco dove inserisci 2 Euro?
Tanto dopo ne avrai un'altra?
A voi
??????????
ho due oggetti uno bianco l'altro nero; li metto in due scatolette e ne do una al Alice l'altra a Bob;
entrambi non conoscono il contenuto della rispettive scatolette; Alice se la porta dietro a Milano, analogamente fa Bob, ma essendo un astronauta la porta su Alfa Centauri, dove abita; appena Bob arriva su Alfa Centauri apre la sua scatoletta,
vede che contiene l'oggetto bianco e istantaneamente sa che la lontanissima scatoletta di Alice contiene l'oggetto nero. Nessuna informazione ha viaggiato da Milano ad Alfa Centauri, ma essendo gli oggetti entaglati, la conoscenza del colore di uno permette di conoscere istantaneamente il colore dell'altro.
sistema mIcroscopico
supponiamo di avere due particelle una bianca e una nera; le metto in due scatolette e siccome sono particelle le loro rispettive proprietà sono descritte da una funzione di probabilità; anche in questo caso do una scatoletta ad Alice, che la porta a Milano, e l'altra a Bob che la porta su Alfa Centauri; appena arrivato Bob apre la sua scatoletta e scopre, in pieno rispetto della descrizione probabilistica, che contiene la particella bianca; può allora dedurne che la scatoletta di Alice contiene la particella nera ? No perchè questo implicherebbe un comportamento deterministico, mentre sappiamo che il suo comportamento è probabilistico; e allora?
Il sistema delle due scatolette, dopo l'apertura della prima, non è più descritto da due funzioni di probabilità, una per scatoletta, ma da una sola funzione di probabilità che descrive il comportamento entaglato delle due particelle. Anche in questo caso la conoscenza è istantanea senza informazione che viaggia a velocità superiori a quella delle luce.
#175
Gli atomi sono composti da un nucleo pesante carico positivamente, e da una nuvola di elettroni carica negativamente. Poiché cariche opposte si attirano, gli elettroni sono attratti dal nucleo, ma poiché non sono veramente delle particelle, non collidono se non in rari casi, e quindi la carica di un atomo rimane stabile. In un sasso, gli atomi condividono le nubi elettroniche in vari modi, creando dei "recinti" (molecole, e poi cristalli) in cui rimangono raggruppati, ma senza toccarsi mai perché i nuclei a carica positiva si respingono tra di loro.
Quando spacchi un sasso, applichi una forza che rompe i recinti. Per ricrearli occorre applicare una forza notevole, sia termica sia meccanica, e questo genere di forze si trova nelle viscere della Terra. Per cui non basta appiccicare insieme i due pezzi perché si riformi il sasso originario.
@k29
Grazie a entrambi per le risposte, ma questo è quello che dice la Fisica Classica e ci stà tutto,
ma se prendiamo l'universo olografico come punto di partenza, secondo la fisica quantistica, il giochino è lo stesso?
Non credo.
I più scafati e furbetti ( sull'esempio di Odifreddi ) hanno capito che non riusciranno mai a vincere neanche il cugino di 2° del premio nobel e spendono il loro tempo spiegando la fisica con il criterio della vispa Teresa PUBBLICANDO libri su libri ( e andare ad insegnare i polinomi in terza media no ?? ) e appena qualcuno domanda qualcosa sono pronti a ribadire : Io ho una laurea in fisica e tu no, E PER IL PRINCIPIO SACRO D'AUTORITÀ' rispondono: ....Taci e prendi per buono quello che ti diciamo.
Alcuni mettono in dubbio la rigorosità matematica della F..Q. a causa della RINORMALIZZAZIONE ( tecnica biricchina dei fisici per far quadrare i conti quanto non tornano proprio ) considerata uno dei più grandi misteri della fisica moderna.
Ci mancava anche le rinormalizzazione insieme alla materia ed energia oscura per capire che nessuno ha capito qualcosa sulla realtà..?
la fisica quantistita si chiama così, perché presuppone che la materia è quantizzata: cioè è costituita da multipli di una misura minima definita e indivisibile. Questa misura è la lunghezza minima di Planck: circa 1,6 x 10-35 (Vale a dire un 16 preceduto da 35 zeri. O, se volete, un quintiliardesimo di centimetro).
Quindi l'universo E' DIGITALE.
Ad alta risoluzione si , ma digitale.
Però, tornando al #49, io l'avevo capita che, quantomeno su di un piano (o dimensione?) superiore gli spettatori, i giocatori, la terna arb., son tutti la stessa cosa ("coscienza"? "etere"? "demiurgo"? o, per capirsi - ma facendo una rude approssimazione - Dio?). La quale poi si "ramifica", si manifesta, si specifica in tutti i viventi (o, intanto, pensiamo agli umani). E' quella, che crea questo "videogame" che è la realtà reale (che il Prof Malanga chiama viceversa "virtuale"). E tutto questo è in un istante. Alla tua quindi mi verrebbe da rispondere che spettatori e osservati sono la stessa cosa, coesistono, e l'io che li permea crea anche le cose (pa percepibilità delle cose) intorno a loro.
Poi, sul piano ancor più prosaico, nello specifico la partita è una realtà virtuale, in quanto il calcio professionistico è un teatro intriso di falsità e interessi, la parte che vedi è una sceneggiata.
Tornando seri, a me intrigò molto "Genesi" di Malanga. E' arcigno da leggere, seppur non lunghissimo. Una brutta frattura mi permise di dedicarmici anche nelle ore migliori del giorno (anzichè dopo tornato da lavoro). Di certo non l'avrò capito tutto, ma a sensazione "mi torna".
Su questo argomento e su tutto quanto fin qui detto, una reimpastata generale, con anche spunti nuovi, è in questo video. Certo, non sono scienziati, e lei mi pare metta un po' tanta carne al fuoco, per poter riuscire a restare chiari, ma delineano bene un quadro di insieme. (con diplomatiche riserve su D. Hicke, ad esempio, che è stato su citato)
www.youtube.com/watch?v=30CJuXjxWt4
DMT: SPIRITUALITÀ E ILLUSIONE OLOGRAFICA | Live con SARA GAMBERONITemi:
• TUNNEL DI LUCE E TRAPPOLA DELLA REINCARNAZIONE
...
• BARDO ARCONTE
...
• GNOSTICISMO E ARCONTI
• ERMETISMO E ALCHIMIA
• LEGGE DI ATTRAZIONE
Ne ho visto mezzo, ribadisco che è fatto un po' con l'accetta, ma le nozioni sono tante e lo trovo comunque interessante, se seguito con senso critico. C'è sta cosa della DMT che ignoravo, mai sentita, mentre della pineale se ne sente anche troppo parlare, spesso ad mengam.
- - - - -
Oh, non ti offendere, anche la mia di radice, eeh.
E'chiaro che si sale su un piano più spirituale e quindi meno ancorabile a certezze scientifiche. Le risultanze della fisica però andrebbero lì. Poi bisogna abbandonarsi a cosa si "sente".
[ps: ...ma il tasto "cita", in calce a ogni post, è sparito per tutti, o è solo sempre stato in una dimensione che ora io non percepisco più?]
nel video che ho linkato son citati sia il tuo avatar che il tuo inciso.(anche se forse lo riportano mentre menzionano il fatto della "truffa" del come ci viene comunicata e spacciata l'AI)
Blondet (se non sbaglio cognome) è stato qui spesso citato giusto per "bacchettarlo" in quanto colto a "rilanciare" notizie un po' troppo frettolosamente (meno eufemisticamente: ha pubblicato delle bufale o cose non ben supportate).
Tornando a post della discussione: ho sentito anche gran parte della seconda ora del video citato da me al #197: devo ritoccare in meglio la mia recensione, moltissimi i personaggi e le questioni menzionate, conclusioni e consigli pratici condivisibili; seconda parte quindi più fruibile e meno pindarica. ...e, malpensanti, non mi son fatto influenzare dal garbo della bionda Sara
Forse Max potrebbe ipotizzarci una chiacchierata per queste sue domande scervellant-quantistico-filosofiche.
incauta recensione (la mia precedente).
Un uno-due sul finale mi ha fatto però cadere le gonadi, e venire dei dubbi, a prescindere dai molti dati interessanti riportati prima (per i quali può valere comunque l'ascolto):
> una tuttologa cospirazionista ologrammista come lei è, al momento di pronunciarsi sul suddetto prof, lo liquida con sufficienza e diffidenza, attaccandosi alle solite vecchie storie sull'era delle ipnosi... (mmah, più ci penso più mi puzza), ma come, ma se è stato il primo a portare al grande pubblico il suo (di lei) tema-cavallo di battaglia, lo tratti così?;
> seppur - ambiguamente - per andare a confutare/superare/dialogare, l'intervistata è andata a una conferenza terrapiattista... ...fine della discussione. E' vero che se assumiamo la teoria dell'ologramma si può anche superare l'idea della sfericità, ma perchè si va oltre e si supera tutto, si va oltre questa realtà ("virtuale" per il prof, "reale" nel linguaggio comune), a quel punto ha anche poco senso la distinzione due dimensioni vs tre. Neanche c'è da parlarne, da farci conferenze. Puzza di perdita di tempo o distoglimento dell'attenzione. Semmai le conferenze le fai su IL tema. La non località e l'ologramma.