Chi (come me) aveva criticato il nuovo Papa, vedendo in lui una reincarnazione del Concilio di Trento, dovrebbe fare oggi un passo indietro, e riconoscere che Joseph Ratzinger, se non proprio un “innovatore”, è almeno un raffinato pensatore, che si sta rapidamente armonizzando con le esigenze del nuovo millennio.
In occasione della Giornata Mondiale per la Pace, ieri Benedetto 16
ha dichiarato che «la "attuale crisi alimentare che mette a repentaglio il soddisfacimento dei bisogni di base" nasce "non tanto da insufficienza di cibo" quanto da "fenomeni speculativi" e da "carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze"».
In altre parole, il Papa sembra suggerire che vi sia cibo sufficiente per tutti, nel mondo, ma che qualcuno speculi sul mercato dei prodotti alimentari, arricchendosi alle spalle degli altri. E’ una curiosa interpretazione della realtà, peraltro anticipata in qualche modo dallo stesso Vangelo cristiano, quando parlava dei cosiddetti Peccati Capitali (lussuria, gola, avarizia…).
Nella sua pubblica denuncia, il Papa si è addirittura spinto a suggerire una certa correlazione fra la mancanza di cibo e lo stato miserevole in cui si trova chi ne risente, quando ha detto che «la "malnutrizione provoca gravi danni psicofisi[ci] alle popolazioni", privando molti delle "energie per uscire, senza speciali aiuti, dalla loro situazione di povertà"»
In altre parole, se non mangi, non riesci nemmeno a lavorare per guadagnarti un pezzo di pane.
Erano anni che aspettavamo un papa del genere, … … tanto coraggioso nella sua denuncia quanto lucido e impietoso nella sua analisi.
Ma la parte davvero rivoluzionaria del discorso di Ratzinger sta nella conclusione, del tutto imprevista, a cui giunge quando dice: «quindi si "allarga la forbice delle diseguaglianze, provocando reazioni che rischiano di diventare violente".»
Ovvero, la gente che non mangia rischia di incazzarsi.
Per essere sicuro di non essere frainteso, su un concetto così ambiguo e delicato, il Papa ha anche aggiunto: «Aumenta "il divario tra ricchi e poveri". »
Dopodichè è passato a spiegare lo stesso concetto in termini macroeconomici: «I Paesi poveri, osserva papa Ratzinger, soffrono di una "doppia marginalizzazione, in termini sia di redditi più bassi sia di prezzi più alti", visto che il cambiamento tecnologico concentra i suoi benefici "nella fascia più alta della distribuzione del reddito" mentre i "prezzi dei prodotti industriali" crescono "molto più velocemente dei prezzi dei prodotti agricoli e delle materie prime in possesso dei Paesi più poveri". »
Per avere chiarimenti in proposito, abbiamo interpellato alcuni specialisti della scuola economica austriaca, i quali ci spiegano quanto segue:
“Il papa intende dire che il cambiamento tecnologico è operato dai ricchi, i quali astutamente introducono solo innovazioni che vanno a proprio favore. Ad esempio, il proprietario terriero inventa la macchina per trebbiare il grano, che gli permette di risparmiare sui lavoratori e di guadagnare ancora di più, diventando ancora più ricco.”
Ma ora che il Papa li ha sgamati, ciò non accadrà più.
Da oggi i ricchi faranno solo innovazioni tecnologiche che favoriscono i poveri, come ad esempio delle macchine che mettono a nanna i bambini da sole (per le coppie obbligate al doppio lavoro), oppure delle macchine che generano vento e spruzzi di mare nel proprio salotto (per quelli che non possono permettersi di andare in vacanza).
Ma la vera qualità che distingue Ratzinger dai normali pensatori di oggi è la sua grande capacità di combinare l’analisi sociale con la filosofia più raffinata. Ecco un esempio che dovrebbe bastare per tutti: "Lo sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà, costituisce in realtà l'eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani".
Ovvero, ammazzi i poveri per avere meno poveri. Geniale.
Un pò come Bush, che ha suggerito di tagliare tutti gli alberi, in modo da evitare gli incendi.
Dopo questo discorso il Papa ha sentito il bisogno di dare il buon esempio, ed ha ordinato di vendere qualche centinaio di diamanti di proprietà del Vaticano, una dozzina di terreni che rendono miliardi al medesimo, e una manciata di banche che fanno capo alla stessa proprietà.
Non contento, Ratzinger ha voluto fare il sacrificio supremo, e ha deciso di vendere anche le sue adorate scarpine di Prada. Le trovate all’asta su E-bay, con scadenza a mezzanotte del giorno di Natale.
Massimo Mazzucco