Di SMU
Se gli americani hanno l’undici settembre, noi abbiamo il 12 dicembre, ovvero la ricorrenza della strage di Piazza Fontana, esordio del cosiddetto periodo degli anni di piombo.
Esiste in proposito un interessante volumetto intitolato “La Strage di stato, controinchiesta”, che è possibile consultare anche
on-line.
La contro-inchiesta è quella svolta da un gruppo di persone indipendenti, all’indomani delle bombe del 12 dicembre 1969, e mostra come in soli cinque mesi dei cittadini qualunque siano riusciti a ricostruire le fila di una trama che oggi, a distanza di quasi quarant’anni, il Potere dichiara ancora essere “oscura”.
Eppure i fatti, i precedenti e i presupposti sono sempre stati sotto gli occhi di chi li volesse vedere (esattamente come nel caso dell’11 settembre).
Il libro è scritto con linguaggio semplice e comprensibile, e l’invito per tutti è a leggerlo per intero. In ogni caso, è interessante portare l’attenzione su uno dei personaggi più citati dal libro, Mario Merlino, che risulta essere probabilmente il personaggio-chiave di tutta la faccenda.
Se si consuilta la sua biografia su
Wikipedia, si noterà che è vagamente accennato il suo passato di militante di estrema destra, e si parla di una sua successiva conversione all’anarchia, e dell’adesione al gruppo anarchico 22 marzo, di cui faceva parte anche Valpreda.
Leggendo invece la sua biografia su
Anarchopedia, che compare anche nel libro stesso, ... ... si scopre che Merlino sin dal 1962 era militante attivo e violento di gruppi come Avanguardia Nazionale ed Ordine Nuovo; nell’aprile del 1968 partecipò al viaggio nella Grecia dei Colonnelli dove vennero ricevuti, quasi fossero delle autorità ufficiali, dai gerarchi della dittatura greca, organizzato dall’ESESI (lega degli studenti fascisti greci in Italia), assieme a Pino Rauti e stesso Stefano Delle Chiaie detto “'Er Caccola”.
Dopo il rientro dalla Grecia e poco prima delle stragi, Merlino si fece crescere barba e capelli, e tentò di infiltrarsi negli ambienti della sinistra extraparlamentare.
Ci provò con Avanguardia Proletaria, ma l’approccio fallì perché venne riconosciuto come militante fascista.
Poi ci provò col Partito Comunista d’Italia, ma venne nuovamente scoperto e cacciato in malo modo.
Nell’estate del 1968, Merlino si trasferì per alcuni giorni in Germania, con la speranza anche di far dimenticare il proprio volto.
Al ritorno (nell’autunno dello stesso anno), Merlino prova nuovamente ad infiltrarsi in vari gruppi della sinistra extra-parlamentare, ma viene regolarmente scoperta la sua natura fascista e provocatrice.
L’ultima possibilità che gli rimane, a questo punto, è quella di infiltrarsi negli ambienti anarchici. Nel settembre del 1969 (ossia tre mesi prima della strage), Merlino riesce a infiltrarsi nel circolo Bakunin di Via Baccina, a Roma, dove milita Valpreda.
Contemporaneamente Merlino partecipa a convegni dell’MSI, ed è sempre un assiduo frequentatore della messa domenicale e degli ambienti cattolici radicali.
Il circolo Bakunin è diviso in due fazioni: una parte “moderata” e un’altra più “arrabbiata”. Di quest'ultima fa parte, oltre all’infiltrato, anche Pietro Valpreda, con cui si decide di fondare un circolo indipendente dal "Bakunin": il “Circolo Anarchico 22 marzo” (omonimo di un altro Circolo XXII marzo, sempre fondato da Merlino).
Gli atteggiamenti di Merlino sono ambigui ed egli pare interessato esclusivamente alle azioni violente. Il circolo subisce alcune perquisizioni, ma lui miracolosamente è sempre assente.
Merlino riesce nell'intento di infiltrare nel gruppo anche il suo amico fascista Pino D’Auria, che aveva una vaga somiglianza con Valpreda, e questo potrebbe aver indotto all’errore il supertestimone, il tassista Cornelio Rolandi, che sosteneva di aver riconosciuto Pietro Valpreda nel famoso tragitto di 400 metri per arrivare fino a Piazza Fontana.
Il 12 dicembre esplodono le bombe di Milano e Roma. L’infiltrato fascista viene indagato insieme a Valpreda e ad altri militanti del Circolo 22 marzo, mentre Merlino si limita a fare la spia, senza subire il medesimo trattamento.
Impressionanti sono anche le frequentazioni di Merlino (ottimamente descritte nel libro) durante i pochi mesi passati al Bakunin, ed ancora più impressionante è il contenuto del suo taccuino, con i nomi più pesanti dell’epoca.
Mentre ciascuno è libero di intrepretare il caso come meglio crede, va ricordato che mentre per Valpreda - e soprattutto per Pinelli - il trattamento ricevuto dalle forze di polizia (in primis dal commissario Calabresi) è stato drammatico, per Merlino le cose sono
andate diversamente sin dall’inizio, compromettendo il successivo sviluppo delle indagini su una strage che ad oggi rimane impunita e beffarda (nel 2005 il settimo processo si concluse in Cassazione con l’assoluzioni degli imputati e l'obbligo, da parte dei parenti delle vittime, del pagamento delle spese processuali).
Oggi Mario Merlino insegna filosofia in un liceo.
SMU