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La Hasselblad 500EM e le temperature lunari
La vernice che hai usato come modello nel tuo studio sulle temperature è una scelta arbitraria, il documento NASA a cui ti riferisci parla esplicitamente di rivestimenti usati per le navicelle spaziali e non per le Hasselblad.
Come hai ammesso non conosciamo la vera composizione della vernice usata per la fotocamera, quindi non credi che il tuo studio non possa arrivare a risultati certi?
Hai provato a fare la simulazione con un altro rivestimento argenteo con emittanza e assorbanza diversa? Ti ricordo che per l’argento avremmo assorbanza di 0,04 e emittenza 0,02 contro lo 0,22 e 0,23 che hai usato arbitrariamente sulla tua simulazione.
Perché hai fatto una simulazione tenendo presente una rotazione di 180 gradi del sole ogni 10 minuti? Non sarebbe più ragionevole la stessa rotazione ogni 30 secondi simulando il movimento continuo dell’astronauta? Oppure 5 secondi?
Le termocoppie poste a pochi cm dal suolo lunare di Apollo 17 che ha visto una incidenza del sole fino a 40 gradi rispetto alla superficie, hanno misurato una temperatura massima di 52 gradi C (fonte www.workingonthemoon.com/WOTM-ThermalEnvrnmnt.html ) nell’arco dei 3 giorni passati sulla Luna. Tenendo presente l’emittanza e la assorbanza molto diversa tra la regolite e una vernice argentata, come è possibile che la temperatura della Hasselblad nella tua simulazione è arrivata a 56 gradi C in un’ora e mezza anche tenendo presenta una incidenza del sole maggiore per Apollo 16?
I 49 gradi centigradi che si pongono come inaccettabili nel documento della NASA che citi si riferiscono allo stoccaggio delle pellicole e non al loro utilizzo per brevi periodi, hai trovato altri documenti che parlano invece dei limiti di temperature di utilizzo delle pellicole utilizzate sulla Luna?
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Un ingegnere, un tecnico qualsiasi, progetta un qualsiasi oggetto con in mente dei margini di sicurezza. Considerati i dati sopra esposti, le pellicole sarebbero state continuamente molto vicino e spesso oltre quei valori. Questo è completamente sbagliato da qualsiasi punto di approccio tecnico. Semplicemente non si progetta così nessuna parte di una qualsiasi missione perché nove volte su dieci ci sono altri fattori non tenuti in considerazione che mandano a quel paese il tuo progetto. Fattori su cui non hai alcun controllo e dei quali non potevi nemmeno prevedere l'esistenza. Invece, miracolo dei miracoli, come in tantissimi altri aspetti delle missioni Apollo, tutto va come deve. Semplicemente quelle missioni o sono il più grande colpo di culo ingegneristico della storia, o non sono mai avvenute.
Non ho la risposta, ma più mettiamo insieme i pezzi del puzzle, più il primo scenario mi sembra improbabile.
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Tu dici che la pellicola è in diretto contatto con le superfici della macchina ma se così fosse, perché hanno dovuto progettare un modo per scaricare l’energia elettrostatica dalla piastra di vetro con il Roseau verso il corpo?
L’energia elettrostatica della pellicola non si sarebbe dispersa verso il corpo della macchina se fosse stata a diretto contatto con esso?
“ Normally, this electricity is dispersed by the metal rims and rollers that guide the film, and by the humidity of the air. In a camera fitted with a Reseau plate, however, the film is guided by the raised edges of the plate. As glass is a non-conductor, the electric charge that builds up at the glass surface can become so heavy that sparks can occur between plate and film”
www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11-hass.html
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È difficile discutere con te se non cerchi di capire.
Se parti metalliche all’interno del magazine non sono a diretto contatto con lo chassis metallico del corpo della macchina, le temperature che raggiunge la superficie della fotocamera potrebbero non essere le stesse che raggiunge la pellicola all’interno.
Cerca di rimanere in topic per il tuo prossimo messaggio altrimenti il 3d si riempie di cose inutili. Grazie.
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Pigna ha scritto: @pjam831
È difficile discutere con te se non cerchi di capire.
Se parti metalliche all’interno del magazine non sono a diretto contatto con lo chassis metallico del corpo della macchina, le temperature che raggiunge la superficie della fotocamera potrebbero non essere le stesse che raggiunge la pellicola all’interno.
Cerca di rimanere in topic per il tuo prossimo messaggio altrimenti il 3d si riempie di cose inutili. Grazie.
"Pur trovandosi nel vuoto infatti, la pellicola tocca il corpo macchina durante tutto il suo percorso" Minuto 2:36:23 di American Moon.Ti è andata (di nuovo) male Stanlio. Fatti un ripassino, che ne hai tanto bisogno.
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Sono tranquillamente disposto a chiederti scusa se il ragionamento che ho fatto è sbagliato. Solo lo stupido non cambia idea.
Provo a riassumere il mio concetto che forse ho espresso male e tu correggimelo se sbaglio, nessun problema.
Kamiokande, nel suo studio, dichiara che la superficie metallica della Hasselblad arriva a 56 gradi centigradi dopo un’ora e mezza di passeggiata lunare e che questa si diffonda per conduzione alla pellicola all’interno del magazine. Oltre alle domande che ho fatto nel mio primo post, ne ho fatta inoltre un’altra sul dubbio che nessuna parte metallica interna al magazine sia in diretto contatto con il metallo sulla superficie metallica del magazine. Lo dico perché, come detto dal documento sul sito NASA che ho citato, una delle modifiche che è stata fatta sulle Hasselblad è stata di creare un sottilissimo film di argento sulla lastra col Roseau collegato allo chassis con 2 piccole mollette. Se queste 2 mollette sono l’unico collegamento metallico con l’interno del magazine e molto probabile che le temperature esterne non arrivino mai alla pellicola.
Spero di essermi spiegato e sono pronto alle tue correzioni e alle mie scuse.
Edit in aggiunta: Certo che il rullino non fluttua nel magazine ma se è a contatto con la superficie metallica con sola plastica la conduzione di calore sarà estremamente minore, ne convieni?
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Metto la X sul calendario, ci sentiamo tra 3 giorni.
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Pigna ha scritto: Mi dispiace. Scusa.
Metto la X sul calendario, ci sentiamo tra 3 giorni.
Ti rispondo citando Kamiokande ed aggiungendo sotto :
kamiokande ha scritto:
Non c'è bisogno di calcolare la differenza. 1/3 di pressione atmosferica sono 0.3 atmosfere, sulla Luna abbiamoPappagallo ha scritto: In cima all'Everest la pressione atmosferica è circa 1/3 rispetto che al suolo, sarebbe interessante calcolare che differenza ci sarebbe rispetto all'ambiente lunare.
0.000000000000003 atmosfere
ovvero nessuna atmosfera. Questo significa che non ci sono ne la conduzione ne la convezione di calore dovuti all'atmosfera. L'unico modo per scambiare calore sulla luna è l'irraggiamento, oltre che alla conduzione con il suolo e/o con gli oggetti appoggiati al suolo. Per ritornare al monte Everest, se sulla cima ci sono -30 gradi Celsius è perché la temperatura dell'aria è -30 gradi Celsius. Domanda, se invece non ci fosse aria, la temperatura sarebbe?
La pellicola non fluttua nella macchina, ma viene tenuta in tensione, oltre che dai rulli, anche da una superficie metallica che la preme, inoltre, contro il réseau plate.E' ovvio che la temperatura tenda ad uniformarsi su tutto lo chassis della Hasselblad, io però parlavo della trasmissione di calore tra lo chassis e la pellicola (a noi interessa la temperatura raggiunta dalla pellicola che, soprattutto nel vuoto, potrebbe non essere quella dello chassis).
Questa superficie metallica è collegata allo chassis della camera quindi riceve calore per conduzione, come si può vedere nel dettaglio del magazine nell'animazione da me creata, quindi la pellicola è a diretto contatto con una parete che può arrivare a circa 60°C a seconda delle condizioni (probabilmente anche di più, visto che sono stato conservativo nell'analisi).
In aggiunta, ci sono delle considerazioni di bilancio termico da effettuare. Essendo in contatto solo parziale con il corpo macchina, il materiale della pellicola sarebbe sottoposto a differenti stress termici. Le plastiche in generale sono pessimi conduttore di calore, quindi la parte in contatto con la macchina avrebbe localmente una temperatura diversa dal resto della pellicola. Questo tipo di variazioni termiche induce deformazioni dovuto a stress-termico, e.g. il materiale si contrae/espande localmente. Questo mette un`altro punto interrogativo su quanto sia effettivamente successo durante le missioni apollo.
Inoltre, e qui chiedo l`aiuto dei piu` esperti di fotografia, in ambiente di vuoto spinto, mi chiedo cosa succeda ai gas che sono naturalmente intrappolati all`interno della pellicola. Di solito, quando si utilizza un polimero in ambienti di bassa pressione e con temperatura variabile, si opera un degassing naturale, atto ad evitare la formazione di bolle/crack dovuta alla repentina fuoriuscita di gas. Qualcuno e` a conoscenza di cosa possa succedere quando la pellicola viene immessa in vuoto ? Grazie,
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Ti ringrazio pjam :excited: Quindi capisci il mio dolore? Qui è quasi sempre così, io mi devo sbattere a trovare fonti e a giustificare ogni mia frase, certi soggetti buttano là le cose e io devo perdere ore a dimostrare che non è vero. Dopo un po' la pazienza scappa. Riguardo alla plastica come hai detto tu dovrebbe fare outgassing (con conseguente problema di ricondensa), ma siccome erano già state testate nel vuoto spinto con le varie mercury e gemini, anche se non per tempi così lunghi come nelle missioni Apollo, specie le ultime 3, non sembra che ci sian stati particolari problemi anche se non ho fatto grandi ricerche in merito.
@ pigna
Ti ringrazio per le domande, ma la prossima volta, se vuoi che ti risponda, non venire con i "se così fosse" o con "hai provato a fare la simulazione con un altro rivestimento argenteo", ma vieni qui con un documento o una prova qualunque che dimostri che la pellicola fluttuava e che la macchina era placcata d'argento, grazie.
A tutti quelli che vogliono mettere in dubbio il mio studio: fatemi il favore di cercare e leggere la documentazione a riguardo come ho fatto io e poi venite qui a reclamare se trovate qualcosa che non quadra. Qualunque altra domanda non suffragata da una minima base teorica o fattuale non verrà più presa in considerazione dal sottoscritto.
Detto questo, ripetiamo per l'ennesima volta: le hasselblad volate sulle missioni Apollo erano comuni hasselblad con piccoli accorgimenti tra cui il fatto che una era "painted matte silver" e non "silver coated" (era dipinta con una vernice conduttiva a base di alluminio e ho preso quella che da come risultato la temperatura più bassa, quindi la vogliamo finire con l'insinuare che io faccio cherry picking?). La temperatura della regolite non centra quasi nulla con la temperatura della macchina (se non nella radiazione infrarossa emessa) e comunque ho usato una relazione che da la temperatura della regolite a seconda dell'angolo del sole. Tanto per dire, durante la EVA3 di Apollo 16 con un sole a 45° la temperatura del suolo è arrivata a circa 90 gradi
165:33:23 Duke: Get my arm up out of your way. There you go. There, you got it. (John grunts; Long Pause)
[The NASA Public Affairs commentator tells the press that the surface temperature is about 185 F (85 C) and has been rising steadily with the increasing Sun elevation.]
Sempre durante Apollo16, ma EVA2 con sole tra 34° e 38°, la il film cassette della UV Camera, che guarda dov'era
è arrivato a 38°C
143:01:41 Young: Okay. The tempa-label on the film cassette is black at a 100 degrees F.
[In Houston, the Flight Director relents and allows the UV experimenters to pick a new target.]
Quindi dimmi tu se le mie analisi sono campate per aria.
Riguardo alla rotazione del sole, ma perché non 1 secondo o 1 decimo di secondo? Ma ti pare? A parte che non mi risulta che gli astronauti avessero il ballo di San Vito, comunque se il sole varia di 180° in pochi secondi la macchina non fa a tempo a raffreddarsi e quindi la temperatura sarà più alta e più uniforme, non più bassa. Poi quando facevano le traversate di 10/11km con il rover di quanto variava l'angolo di incidenza? E per quanto tempo? Comunque le differenze sono minime, questo è il magazine con il sole a 45° che ruota ogni 30 secondi così sei contento.
E come ti dicevo la temperatura è più alta (di poco rispetto ai 56°C vedi errata al post #11870 ) e più uniforme.
Infine, come ha già risposto pjam831, la pellicola non fluttuava perché era tenuta tesa dal pressure plate (usa google e ti apparirà tutto più chiaro).
"La stampa è morta" (Egon Spengler - Ghostbuster)
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kamiokande ha scritto: @ pjam831
Ti ringrazio pjam :excited: Quindi capisci il mio dolore? Qui è quasi sempre così, io mi devo sbattere a trovare fonti e a giustificare ogni mia frase, certi soggetti buttano là le cose e io devo perdere ore a dimostrare che non è vero. Dopo un po' la pazienza scappa. Riguardo alla plastica come hai detto tu dovrebbe fare outgassing (con conseguente problema di ricondensa), ma siccome erano già state testate nel vuoto spinto con le varie mercury e gemini, anche se non per tempi così lunghi come nelle missioni Apollo, specie le ultime 3, non sembra che ci sian stati particolari problemi anche se non ho fatto grandi ricerche in merito.
No prob, e grazie delle bellissime analisi che hai fatto. Sto pensando che (Io) se fossi in possesso di un piccolo lab di fotografia, prenderei delle pellicole simili a quelle usate nelle missioni e fare dei test di qualita` di fotografia dopo aver sottoposto le pellicole a varie temperature. Si potrebbe iniziare a 30 gradi e salire gradualmente fino a 60...in realta` basterebbero una decina di punti sperimentali. Stessa cosa con il test del vuoto. Ancora una volta, qua parliamo di foto che sono pressocche` perfette, mentre dovrebbero almeno avere svariati difetti, se non altro dati dalla somma di tutte queste condizioni che stiamo analizzando. Ammesso che i meccanismi funzionino con quegli sbalzi termici, cosa dubbia. E invece....bah.
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Hai tenuto conto anche dell’ombra dell’astronauta sulla Hasselblad?
Non vorrei che gira che ti rigira arriviamo a temperature più che accettabili.
Stavo anche pensando che i tecnici NASA in collaborazione con quelli della Hasselblad possano aver usato un Optical Solar Reflector sul rivestimento della fotocamera utilizzando uno strato fine di teflon posto sopra l’alluminio, metodo largamente utilizzato sulle navicelle spaziali. Cosa sarebbe successo in quel caso? D’altronde ancora non sappiamo per certo la vernice utilizzata sulle fotocamere lunari, o no?
E per lo Speedmaster che invece si è trovato a temperature polari, con grandi possibilità di bloccarsi, che mi dici?
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- kamiokande
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Temo che tu abbia seri problemi a capire l'italiano, rileggiti il mio ultimo post per bene. Ti rispondo lo stesso perché ho commesso un errore a cui pongo subito rimedio: ho semplicemente sbagliato il nome del file. L'immagine che ho postato si riferiva al sole a 20 gradi con polvere.
Questi sono i valori corretti a 45 gradi:
Sole 45 gradi ogni 30 secondi | Sole 45 gradi ogni 10 minuti |
La temperatura aumenta ed è maggiormente uniforme come ti avevo scritto. Spero che così ti sia più chiaro.
Inoltre, come avevo scritto nell'errata al primo post, le animazioni nel video si riferiscono a condizioni lievemente diverse da quelle indicate nel testo, e la massima temperatura a 45 gradi è poco più bassa, 56°C invece che 59°. La temperatura interna, come dici tu, è praticamente sempre la stessa. La pellicola striscia su quella parte che supera i 50°C.
In merito alla Hasselblad Data Camera (HDC) ribadisco il concetto che era solo dipinta con una vernice conduttiva a base di alluminio,
HANDBOOK OF PILOT OPERATIONAL EQUIPMENT FOR MANNED SPACE FLIGHT
Report No. CD42-A/SL-997
Hasselblad Data Camera (HDC) (SEB33100040)
...
HDC configurations -305, -307, and -309 are coated with thermal control aluminum paint to moderate the temperature extremes of lunar surface operations. The Skylab HDC (-310) has the natural black anodized exterior.
Tra cui la Finch che ho usato, rappresenta il limite inferiore per assorbanza e emissivitá, quindi di meglio non c'è, punto. Spero che ora ti sia chiaro.
Questa è la mia ultima risposta alle sciocchezze che ti inventi. Presentati con dei fatti o semplicemente ti ignorerò.
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1) Mi risulta che le coperture della Hasselblad fossero di alluminio e non acciaio.
2) Mi risulta che l'interno del Magazine fosse di plastica e che quindi il pressure plate non fosse a diretto contatto (metallico) con il corpo della macchina.
3) Mi risulta che non si sappia la vera composizione della vernice che ricopre il corpo macchina e che tu l'abbia scelta arbitrariamente. Ci sono vernici con alluminio che hanno bassa assorbanza ma anche una alta emissività.
4) Mi risulta che la temperatura "non accettabile per la pellicola" di 49°C si riferisca allo stoccaggio della stessa e non al suo utilizzo.
5) Mi risulta, fino a prova contraria, che tu non abbia preso in considerazione l'ombra dell'astronauta sul corpo macchina.
6) Hasselblad dice che la sua macchina era progettata per lavorare a temperature tra i -65°C e i +120°C (Fonte: www.hasselblad.com/50-years-on-the-moon )
Il tuo studio si basa su troppe ipotesi e pochi dati concreti. A mio parere non serve a nulla.
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Falliscono molto, molto prima. Trai le tue conclusioni.
Edit: stai anche travisando completamente il senso della frase sul sito da te postato:". The HDC was specifically designed to cope with the rigors of the lunar surface; the silver paint colour was used to stabilize the camera when moving between temperatures ranging from -65° C (-85° F) to over 120° C (248° F). Armstrong carried out all the photography himself on the lunar "
C'è una sottile differenza, ma molto, molto importante. Loro non dicono nella maniera più assoluta che macchina può funzionare quando è a temperature tra -65 e 120. Dicono che funziona quando si trova in un ambiente a quella temperatura. Conosci il concetto di equilibrio termico? Io sì. Loro ti stanno dicendo che l'ambiente è ad una certa temperatura, non la camera. Non sta scritto da nessuna parte che ambiente e macchina siano all'equilibrio termico. Se metto la macchina per 10 secondi a -65, la macchina non va a -65. Perde al massimo un grado o due. Loro stanno facendo un'affermazione che sembra essere chiarificatrice. Non lo è. Stanno solo dicendo :fidatevi, tutto va bene perché lo diciamo noi.
La realtà è che tutti i fotografi ti hanno detto che a temperature molto superiori a -65 tutto smette di funzionare. Quindi, citando un proverbio napoletano, stai chiedendo all'acquaiolo se l'acqua sia fresca. Cosa vuoi che ti dica, che è calda come brodo??
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L'equilibrio termico (progettato e testato) della Hasselblad l'avrà fatta rimanere nel range di funzionamento con temperature ambientali tra i -65°C e i +120°C.
Dei fotografi che citi, non mi importa nulla, non hanno competenze a livello spaziale, possono solo dire che a temperature estreme la Hasselblad si inceppa o ha problemi con la pellicola ma loro non sanno quali siano state le effettive temperature che la macchina ha raggiunto e non hanno le competenze per dirlo.
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- kamiokande
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Di solito io non dispenso consigli nemmeno quando mi viene direttamente chiesto, ma in quest caso mi spiace vedere che si sprechi tempo in questo modo. Quando ad una persona chiedi di parlare con in mano prove e ritorna con "mi risulta" e spara simili vaccate il dialogo non è solo inutile ma dannoso. Ignoralo, semplicemente ignoralo.
"La stampa è morta" (Egon Spengler - Ghostbuster)
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"La stampa è morta" (Egon Spengler - Ghostbuster)
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Appunto, e in American Moon ti viene mostrato come ad esempio la pellicola di Armstrong sia stata per circa 35 minuti continuativi ad oltre -100 gradi (e non "solo" a -65, mi pare abbastanza estrema come temperatura no?), per cui, pur non avendo competenze a livello spaziale, il fatto che i fotografi certifichino come anche solo a -25 gradi la macchina smetta di funzionare cozza inequivocabilmente con le foto della NASA.Poi a corroborante c'è il filmato dell'Audi, dove sostando nell'ombra per meno di 10 minuti i tecnici paventano il blocco totale degli ingranaggi del trattorino lunare, causato dallo shock termico per la rapidissima caduta di temperatura. Quindi figurati tu come può non bloccarsi una macchina fotografica, che contiene una miriade di ingranaggi con rotelline metalliche dentellate del diametro di mezzo centimetro che hanno delle tolleranze infinitesimali e degli accoppiamenti ridottissimi; e la macchina fotografica nell'ombra c'è rimasta per 35 minuti, non soltanto per 10 come il trattorino. Lo shock termico provocato dalla repentina discesa della temperatura unito alla permanenza prolungata di oltre mezz'ora nell'ombra, devono per forza bloccare la macchina.Pigna ha scritto: Ma infatti nessuno ha detto che la Hasselblad è arrivata alle temperature estreme dell'ambiente lunare.
L'equilibrio termico (progettato e testato) della Hasselblad l'avrà fatta rimanere nel range di funzionamento con temperature ambientali tra i -65°C e i +120°C.
Dei fotografi che citi, non mi importa nulla, non hanno competenze a livello spaziale, possono solo dire che a temperature estreme la Hasselblad si inceppa o ha problemi con la pellicola ma loro non sanno quali siano state le effettive temperature che la macchina ha raggiunto e non hanno le competenze per dirlo.
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Ma giorni fa ho visto, mio malgrado, il servizio su Focus di polidoro e attivissimo sull'allunaggio...
Sono riuscito a vedere solamente pochi minuti perchè dopo le costanti mitragliate dei debunkers ho cambiato canale.
Ma in quei pochi minuti hanno fatto vedere un filmato della nasa che riportava l'esperimento di Galileo
che avrebbero fatto con un martello e con una piuma....
Io non sono informatissimo sulla questione, pur avendo visto American Moon, e me ne scuso.
Vorrei però chiarimenti in merito perchè quello che mi preme è esclusivamente la verità dei fatti
e avere le risposte quando affronto una discussione con chi accetta ciecamente la VU
e non fare la figuraccia di non sapere rispondere.
Perchè quell'esperimento dimostrerebbe, secondo i debunkers, che sulla luna c'erano.
Qualcuno potrebbe spiegarmi?
Grazie in anticipo.
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Io rilancio e chiedo: perchè se esistessero davvero queste vernici e queste coperture magiche, la Hasselblad e tutte le altre marche del mondo non hanno cominciato a montarle/fornirle di serie su tutte le loro apparecchiature?Pensa che pacchia per i fotografi!!La macchina che non si inceppa mai, come il Kalashnikov, funziona sia nel deserto del Sahara d'estate, che in Siberia d'inverno, senza bisogno di niente! Roba da vivere di rendita a Dubai per 20 generazioni solo a vendere il brevetto....mentre invece di queste vernici e coperture magiche non sapremmo manco l'esistenza se non fosse perchè le foto lunari sono impossibili, ed allora son state improvvisamente "tirate fuori" dai soliti noti per giustificare l'ingiustificabile.kamiokande ha scritto: Piccolo addendum per gente pensante: se la NASA avesse trovato la vernice magica o la copertura magica che manteneva la temperatura della Hasselblad costante in qualunque condizione, perché non hanno usato la stessa tecnologia per ricoprire il LEM, il modulo di comando, le tute e qualunque altra apparecchiatura?
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Perché proverebbe che quell'esperimento è stato fatto nel vuoto, come ha dimostrato Galileo.Rebelde ha scritto: Perchè quell'esperimento dimostrerebbe, secondo i debunkers, che sulla luna c'erano.
Qualcuno potrebbe spiegarmi?
Tuttavia l'esperimento è facilmente falsificabile sulla Terra utilizzando un facsimile di piuma in metallo.
E poiché non si ha un primo piano della piuma... trai tu le conclusioni.
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