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Fasce di Van Allen ???
avvio questa discussione in quanto c'è un punto fondamentale che viene eclissato sia dalla NASA che da qualsiasi scienziato e ricercatore.
Possibile che venga fatta tanta propaganda televisiva in film, documentari e progetti come quelli di colonizzare i pianeti del Sistema Solare senza tener conto del fattore che spiego:
Perché nessuna forma di vita Terrestre si è mai allontanata dalla Terra più dei famosi (e contestati) 380mila km che separano la Terra dalla Luna!???
Sembra assurdo ma nessuno si è mai posto questo problema, abbiamo inviato satelliti fino oltre Plutone ma non è stato mai pensato dalla Nasa di metterci dentro qualche microbo per vederne gli effetti??? Sappiamo cosa succede a un cellulare lontano dal ripetitore. Ora questo fatto si ricollega a tutte quelle scuse che sostiene la Nasa sul problema fasce di van allen ??? Non è per caso che la Nasa conosce la realtà delle cose che l'uomo in effetti non può avventurarsi oltre una certa distanza dal nostro Pianeta?
Un saluto
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- Ghilgamesh
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E senza arrivar da qualche parte, nello spazio, è dura fare inversione di marcia ^__^
Però sono allo studio missioni verso Marte ... non una, tante!
p.s. E' l'ultima parte che non capisco, secondo me l'uomo è già arrivato da un altro pianeta, quindi ritengo sia possibile (addirittura ovvio) che si possa uscire... mentre tu dai per scontanto il contrario.
E non capisco in base a cosa ...
Uno scettico dai piedi di balsa, inventore di una storia falsa ...
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- CharlieMike
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Questo significa che una razza aliena (non ritengo impossibile che esista) sappia come viaggiare nello Spazio, ma che per motivi di sicurezza propria, non ci abbia tramandato questa conoscenza.
L'uomo tuttavia, evoluto artificialmente, è riuscito a fare degli incredibili passi avanti in questo campo ma molti problemi non sono ancora stati risolti.
E qui entra il lato economico. Finanzieresti tu un impresa che sai di per certo che fallirà prima ancora di cominciare?
Ecco il perché del mistero e delle falsificazioni. Se mandassero anche un solo batterio nello Spazio dovrebbero spiegare come mai non è sopravvissuto e vanificherebbe la possibilità di avere fondi per continuare le ricerche.
Che si guasti un macchinario è previsto, che muoiano delle persone fa paura, specialmente al portafoglio.
Alla NASA sono ben consci dei problemi che devono risolvere (e che nonostante quello che ci hanno fatto vedere, non hanno risolto 50 anni fa) ma devono fare finta che non ci sono altrimenti "la mamma leva loro il giocattolo".
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- kamiokande
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Come prima cosa voglio condividere un dato riguardo alle radiazioni assorbite dagli astronauti delle missioni Apollo: a pagina 36 del "Report No. 098 - Guidance on Radiation Received in Space Activities (1989)" si trovano le tabelle 4.5 e 4.6
Si tratta, rispettivamente, del flusso di particelle più pesanti dell'elio (chiamate in gergo HZE) dovute ai cosiddetti raggi cosmici (GCR). L'ultima colonna nella tabella 4.5 c'è il flusso medio calcolato per tutte le missioni Apollo (Geometric Mean Fluence Rate). Il valore cresce dall'Apollo 8 all'Apollo 17 per via dell'avvicinarsi ad un periodo di minimo solare (le missioni Apollo sono avvenute in un periodo di massimo solare), quest'ultima missione ha visto 1.41 particelle per cm² al giorno.
A pag. 11 del documento NASA TN D-4040, AN ANALYSIS OF ENERGETIC SPACE RADIATION AND DOSE RATES si legge che, durante un periodo di massimo solare, il flusso di protoni nello spazio oltre le fasce di Van Allen è di 2.5 protoni/ cm² secondo (valore che è in linea con le 4 protoni / cm² sec, durante un periodo di minimo solare). Dalla letteratura (per esempio lo stesso NCRP 98) è noto che i GCR sono composti per l'87% da protoni, per il 12% da nuclei di elio ed un 1% di HZE (per lo più nuclei di carbonio e ferro).
Quindi possiamo dire che nello spazio profondo ci sono in media 2.5/0.87 = 2.87 particelle/cm² sec, di cui 2.5 protoni, 0.34 nuclei di elio (12%) e 0.0287 HZE (1%). Siccome in un giorno ci sono 86400 secondi (60s*60m*24h) abbiamo circa 0.0287*86400 = 2479 HZE/cm² al giorno. Anche considerando un dimezzamento dovuto alla schermatura della luna ed un ulteriore dimezzamento dovuto all'attività solare, diventano 2479/4 = 619 HZE/cm² al giorno. Quindi pare strano che al massimo le missioni Apollo abbiano visto solo 1.41 HZE/cm² giorno (439 volte in meno della statistica media che si trova in letteratura). Per di più si vede nella Tabella 4.6 come anche la missione Skylab (stazione orbitante in orbita bassa , 440km di altitudine inclinata a 50°, al di sotto delle fasce) abbia misurato lo stesso tipo di flusso, ovvero da 1 a 3 HZE/cm² giorno.
Anche la dose radioattiva giornaliera assorbita dalle missioni Apollo invece risulta mediamente più bassa delle missioni Skylab
cosa che si potrebbe spiegare con l'incrocio dell'anomalia atlantica da parte di Skylab, visto che nello spazio profondo la dose radioattiva giornaliera media (durante un periodo di massimo solare) si aggira intorno ai 0.1-0.2mGy/giorno. La cosa però acquista una nuova luce incrociando questi dati con i flussi anormalmente bassi delle particelle HZE.
Ultima curiosità riguarda la film bag (terzultima colonna della tabella 4.5)
che avrebbe subito il flusso maggiore di HZE anche per via della sua maggiore superficie esposta.
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Tenendo da parte la dose assorbita che è suscettibile di mille variabili (sto comunque ottenendo risultati interessanti nell'analisi delle traiettorie Apollo, anche se mi mancano ancora le traiettorie di rientro per avere dati definitivi), quello che mi premeva sottolineare è che se nello spazio aperto, o sul suolo lunare, il numero di particelle HZE dovrebbe essere maggiore di 600 per cm² per giorno (ovvero l'1% del totale delle particelle che si trovano nello spazio profondo), non si capisce come mai per le missioni Apollo tale numero sia così basso (1.4 particelle per cm² per giorno), e per di più così sospettosamente simile ai valori misurati dallo Skylab (flussi simili sono stati misurati anche sulla MIR, la ISS e le varie missioni in LRO).
Anche se è evidente che queste HZE diventino pericolose per orbite polari e fuori dalla magnetosfera, per esempio nel documento APPROACHES TO RADIATION GUIDELINES FOR SPACE TRAVEL a pag 9 (10 del PDF) si legge:
The second representative mission (Table 4) is the space station in polar orbit. Although at the same altitude as the Space Station the 28-1/2° orbit there will be a different radiation environment. Because of the form of the Van Allen Belts there is much less geomagnetic shielding at the pole. Thus in a polar orbit the radiation environment is qualitatively similar but quantitatively different from free space radiation.
e nella pagina successiva:
The contribution of galactic cosmic rays to the dose increases as the free space radiation environment is approached. Heavy ions (HZE, ndA) are a small component of the total galactic radiation but their effect is much greater than the lower LET radiations (protoni nell'anomalia atlantica, ndA) that make up almost all of the dose. In conclusion it appears that the space station at 28-1/2° orbit presents no unknown risks and that any one worker could carry out a reasonable number of missions within career limits that were based on acceptable risks. In the case of polar orbits a worker's radiation history and therefore his career will be influenced much more by whether or not she or he is exposed to SPEs.
Ovvero per aver qualcosa di simile ma ovviamente più basso dello spazio profondo l'orbita deve essere polare, mentre per le orbite a bassa inclinazione questo problema non si pone. Sto comunque cercando di trovare un numero che quantifichi il flusso di queste HZE per orbite basse con inclinazioni di circa 30° in modo che sia più che evidente che un flusso di 1.4 particelle / cm² al giorno sia esageratamente basso per una missione nello spazio profondo.
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Cerco di sintetizzare questo fatto.
La NASA qui ci dice che:
The background radiation of the GCR permeates inter planetary space and includes 85% of protons, 14% of helium and about 1% from high-energy (E) and high-charge (Z) ions called HZE particles. Though the HZE particles are less abundant, they posses significantly higher ionizing power with a greater potential for radiation induced damage and greater penetration power.
Questo dato è confermato in tutti i testi che trattano l'argomento, come l' "Handbook of Geophysics and Space Environment" del 1985, che nel capitolo 6, paragrafo 6.2.1.1, pagina 6-3 specifica:
Nuclei heavier than helium comprise only about 1% of the total primary cosmic radiation and have a total integral intensity of about 25 particles m-2 s-1 sr-1.
25 particelle al metro quadrato secondo steradiante sono 113 particelle per centimetro quadrato all'ora. A bordo delle missioni Apollo 16 e 17 sono stati imbarcati rispettivamente gli esperimenti biostack I e II, riguardo i quali Horst Bücker, Gerda Horneck, ed altri scrivono nel NASA SP-315 - Apollo 16 Preliminary Science Report (Capitolo 27, pagina 27-1, pagina 457 del pdf)
The biostack experiment was designed to study the biologic effects of individual heavy nuclei of galactic cosmic radiation during space flight outside the magnetosphere of the Earth.
A pagina 27-5 (pag 461 del pdf) sono riportati i seguenti dati:
As in nuclear emulsions, approximately 100 heavy particle tracks/cm² were observed, and the total fluence was composed of (1) 33 particles/cm² of REL >= 0.8*10³ MeV cm²/g and (2) 67 particles/cm² of REL < 0.8 0.8*10³ MeV cm²/g
La missione è durata circa 11 giorni quindi abbiamo 100 particelle su cm² in 11 giorni = 9 particelle per cm² al giorno e quindi 0.38 particelle per cm² all'ora. Considerando solo le 33 particelle con maggior energia (tipicamente numero atomico Z>= 4), il biostack I ha visto un rateo di particelle di circa 0.13 particelle per cm² per ora. Sempre Horst Bücker e Gerda Horneck riportano i dati relativi ad entrambi gli esperimenti Biostack I e II nel paper di acta astronautica "The biological effectiveness of HZE-particles of cosmic radiation studied in the Apollo 16 and 17 Biostack experiments"
In both missions, the Biostack experiment system was accomodated in the R- 1 compartment inside the Apollo command module. The R-1 compartment is close to the outer wall of the cabin (Fig. 2), where a minimum possible shielding against cosmic radiation was assured. A mean flux of approximately 0.1 particle/cm² h of Z >= 4 has been found there. This value was very similar in the Biostack I and II experiments (Table 2).
confermando quindi che durante le missioni Apollo 16 e 17, nel punto di minor schermatura , sono state registrate circa 0.1 particelle per centimetro quadrato all'ora, mentre nello spazio profondo il numero medio di particelle pesanti è di circa 113 per centimetro quadrato all'ora , ovvero circa 1000 volte in più della quantità di particelle misurate nelle missioni Apollo.
Per completezza l'esperimento Biostack III svoltosi nell'ambito dell' Apollo-Soyuz Test Project (ASTP) su di un'orbita intorno ai 220km di altitudine e con una inclinazione di circa 52° ha visto (fonte "HIGH-LET PARTICLE DOSIMETRY IN THE ASTP-BIOSTACK III: ZEA MAYS EXPERIMENT")
The fluence of all cosmic-ray particles with LET > 100 keV/um equaled 9 particles/cm² corresponding to a flux of value of ~1 particle/cm² day.
circa una particella per centimetro quadrato al giorno, ovvero 0.04 particelle/cm² all'ora e quindi solo la metà degli 0.1 registrati dai Biostack I e II che si sarebbero svolti invece nello spazio profondo, e che ne avrebbero dovuto mostrare invece circa 113 per cm² all'ora.
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GALACTIC COSMIC RAY RADIATION LEVELS IN SPACECRAFT ON INTERPLANETARY MISSIONS
J. L. Shinn,* J. E. Nealy,* L. W. Townsend,* J. W. Wilson* and J. S. Wood**
* National Aeronautics and Space Administration, Langley Research Center Hampton, VA 23681, U.S.A.
** Flight Mechanics and Control, Inc., Hampton, VA 23669, U.S.A.
Adv. Space Res. Vol. 14, No. 10, pp. (10)863-(10)871, 1994
ABSTRACT
Using the Langley Research Center galactic cosmic ray (GCR) transport computer code (HZETRN) and the computerized anatomical man (CAM) model, crew radiation levels inside manned spacecraft on interplanetary missions are estimated. These radiation-level estimates include particle fluxes, LET (linear energy transfer) spectra, absorbed dose, and dose equivalent within various organs of interest in GCR protection studies. Changes in these radiation levels resulting from the use of various different types of shield materials are presented.
Il numero di particelle per cm² per anno nello spazio aperto usato in questo studio è:
Che convertito in particelle per cm² per ora diventa
Circa 150 particelle HZE cm² / h, allineato al dato dell' " Handbook of Geophysics and Space Environment ", ed un totale di 16666 particelle cm² /h ovvero 4.63 particelle cm² / sec . È vero che i dati sono riferiti ad un minimo solare, ma la modulazione del Sole sulle HZE è bassa (agisce molto sui protoni tra 100 e 500MeV e meno sulle particelle altamente energetiche), ma anche se dividiamo per 4 (rapporto tra minimo e massimo solare) il numero previsto avremmo sempre e comunque un numero di particelle circa 250 volte maggiore di quello misurato durante le missioni Apollo 16 e 17, che comunque si tennero rispettivamente ad aprile e d a dicembre del 1972, circa a metà del ciclo solare:
"La stampa è morta" (Egon Spengler - Ghostbuster)
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è tanto che non intervengo nelle discussioni di LuogoComune ma stamattina non ho proprio resistito !!!
Non so se è il topic giusto ma in qualche modo potrebbe aver a che fare con problemi analoghi alle fasce di Van Allen e comunque con radiazioni nello spazio.
Stamattina 2 maggio in primissimo piano sulla destra della pagina principale del sito de La Repubblica :
www.repubblica.it/scienze/2017/04/28/new...-BS-I0-C4-P2-S1.4-T1
Robe da buttarsi per terra dalle risate !!!
Stanno facendo flop sulle tute spaziali del futuro mentre non hanno avuto problemi con quelle di 50 anni fa, con materiali che si suppone molto meno sofisticati di quelli che si possono produrre oggi ?
Ma robe da matti !!!
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it.wikipedia.org/wiki/Tuta_spaziale
Una tuta spaziale dispone della tecnologia più sofisticata ed avanzata per proteggere da diversi fattori ostili come le radiazioni cosmiche, in particolare quelle infrarosse e ultraviolette non filtrate per mancanza di atmosfera, oltre agli sbalzi di temperatura che oscilla tra i -100 °C all'ombra e i +120 °C al sole.
La tuta deve poi proteggere dal vuoto all'esterno, che corrisponde a pressione nulla; per ovviare a questo inconveniente la tuta deve poter essere pressurizzata internamente. Le tute attuali non sono progettate per garantire una pressione uguale a quella dell'abitacolo dello Space Shuttle o della stazione spaziale, ma pari a 1/3 atm; si renderebbe necessario altrimenti uno scafandro eccessivamente rigido con conseguente impedimento nei movimenti. Prima di ogni "passeggiata" l'astronauta deve effettuare un periodo di adattamento nel cosiddetto airlock, un compartimento a tenuta stagna per equilibrare la pressione prima e dopo ogni attività extraveicolare, evitando così un'eventuale patologia da decompressione; nel frattempo deve respirare ossigeno per eliminare l'azoto presente nel corpo.
All'interno della tuta, a causa della bassa pressione, l'astronauta respira ossigeno puro, evitando così l'ipossia che si verificherebbe utilizzando aria. Infatti a pressione atmosferica, pari a circa 1 bar, per la legge delle pressioni parziali la pressione parziale dell'ossigeno è di circa 0,21 bar, (20,96% di 1 bar), mentre respirando normale aria a 0,3 bar la pressione parziale dell'ossigeno corrisponde a circa 0,06 bar, equivalenti ad una concentrazione del 6,3% circa, letale per un essere umano.
Tra le specifiche tecniche, mi sembra interessante notare:
Quinto strato: funge da protezione contro calore, abrasioni e perforazioni dovute a micrometeoriti; la funzione termica, antistrappo ed antiradiazioni è svolta dal mylar rivestito di alluminio.
Sesto-decimo strato: una spessa barriera che garantisce un'elevata resistenza al calore.
Una cosa che mi ha sempre incuriosito delle "passeggiate lunari" sono i GUANTI.
I guanti, molto importanti per il lavoro dell'astronauta, sono meno spessi e relativamente comodi. Esternamente sono dotati di uno strato in gomma per una migliore presa sugli oggetti, oltre che di ganci per appendere eventuali utensili. Le estremità delle dita sono dotate di un dispositivo di riscaldamento azionabile tramite un interruttore posizionato sul polso. A causa dello spessore ridotto del tessuto e dell'attività manuale prolungata, i guanti sono spesso soggetti a logorio che può dar luogo anche a tagli o strappi, causando la depressurizzazione della tuta.
Incidenti "Extravehicular Mobility Unit":
it.wikipedia.org/wiki/Extravehicular_Mobility_Unit
Dall'inizio della fase di progettazione e test iniziale degli anni settanta fino ad aprile 2017 sono stati registrate più di 3400 anomalie nelle operazioni a terra ed in orbita. La stragrande maggioranza di queste sono state classificate come eventi di limitato impatto (come lo spellamento superficiale di guanti o filettature dell'aggancio stivale lente), ma, durante le 204 passeggiate spaziali, sono accaduti 27 "incidenti significativi" quali danneggiamento di guanti, anomalie nella gestione della temperatura interna e spillamento di acqua nel casco
upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/t...t_control_module.jpg
Soprattutto mi incuriosisce la mobilita' per regolare gli strumenti installati nella tuta, in un ambiente extra-terrestre.
Il mio commento si limita al fatto che le ricerche sui materiali impiegati, per missioni straordinarie, normalmente hanno ripercussioni commerciali.
Non mi sembra che dal 1969 l'umanita' abbia beneficiato di queste meraviglie utilizzate da Apollo 11 in poi.
Ah gia' dimenticavo, mica viviamo sulla luna.
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Risposta n. 1 - Già dal 1963 era possibile far rimbalzare un raggio laser sulla luna, rilevandolo dalla terra, senza nessun retroriflettore piazzato sulla luna. Lo hanno fatto sia gli americani che i sovietici.scusa massimo.. domanda idiota, ma se non siamo mai stati sulla luna come molti sostengono ..gli specchi riflettenti che sono sulla superficie lunare chi ce li ha messi?????? (e quelli sembrano esserci per davvero)
Risposta n. 2: Anche se un retroriflettore esistesse davvero sulla luna, possono avercelo portato delle sonde automatiche. I sovietici hanno fatto la stessa cosa, negli stessi anni, con le sonde lunokod 1 e lunokod 2.
In nessun caso quindi quella del retroriflettore può essere considerata una prova che l'uomo sia stato sulla luna.
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marocg:
Domanda:"Una cosa che mi ha sempre incuriosito delle "passeggiate lunari" sono i GUANTI.
Le estremità delle dita sono dotate di un dispositivo di riscaldamento azionabile tramite un interruttore posizionato sul polso.
A causa dello spessore ridotto del tessuto e dell'attività manuale prolungata, i guanti sono spesso soggetti a logorio che può dar luogo anche a tagli o strappi, causando la depressurizzazione della tuta."
Per gli sbalzi di temperatura che oscilla tra i -100 °C all'ombra e i +120 °C al sole, si sono mai verificate le condizioni estreme, o comunque critiche, da rendere necessario l'azionamento del dispositivo di riscaldamento ?
Immaginando la peggiore delle situazioni, anche per pochi istanti, una mano a -100 °C e l'altra a +120 °C (ma anche considerando differenze minori, comunque importanti rispetto a teorici 220 °C).
Il cervello dell'astronauta dovrebbe essere cosi' freddo da ordinare alla mano arrostita di azionare l'interruttore posizionato sul polso dell'altra mano (perche' tecnicamente non potrebbe farlo sullo stesso polso, provare per credere !), per riscaldare appunto l'altra mano che e' congelata !
Se poi gli venisse l'idea di girarsi con i piedi per cercare il sole, credo che oltre alle mani potrebbe arrostirsi anche il cervello protetto dal casco (nella ricerca di refrigerio, tipo dispositivo di RAFFREDDAMENTO ).
P.S.: Non prendermi troppo sul serio, non sono esperto di hardware.
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SABINO LAMONACA
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- kamiokande
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Mi permetto di risponderti io. Innanzitutto bisogna capire cosa significano -100°C e 120°C: queste temperature si riferiscono al suolo lunare; mentre lo spazio vuoto in cui si muovono gli astronauti ha una temperatura di circa -270°C (ovvero circa 3 gradi in più dello zero assoluto). L'altra cosa da capire è come gli astronauti scambiano calore con l'ambiente lunare:marocg ha scritto: Domanda:
Per gli sbalzi di temperatura che oscilla tra i -100 °C all'ombra e i +120 °C al sole, si sono mai verificate le condizioni estreme, o comunque critiche, da rendere necessario l'azionamento del dispositivo di riscaldamento ?
Immaginando la peggiore delle situazioni, anche per pochi istanti, una mano a -100 °C e l'altra a +120 °C (ma anche considerando differenze minori, comunque importanti rispetto a teorici 220 °C).
- per contatto con il suolo
- per irraggiamento con il suolo ed il vuoto cosmico
- e per irraggiamento dal Sole
La temperatura del suolo in ombra dipende invece anche da quanto tempo esso sia rimasto in ombra, quindi i -100°C potrebbero essere state possibili duranti le missioni Apollo (non credo nell'Apollo 11).
Quindi a fare la differenza è quanta energia viene assorbita dal Sole e quanta viene irradiata verso lo spazio vuoto (e verso il suolo, anche se meno). L'irraggiamento comunque è la meno efficacie delle forme possibili di scambio termico, ed è fortemente dipendente dalla superficie interessata, dal colore (proprietà di assorbimento ed emissione di energia radiante) e dalla temperatura (più un oggetto è "caldo" più irradia e viceversa).
Tutto questo per dire che non è automatico che facendo un passo all'ombra l'astronauta si trovi a -100°C, e passi immediatamente a +120°C appena si mette al Sole.
Venendo ora alla tua domanda, sì sarebbe successo ad Aldrin, come ci dice la NASA :
"At one point, Aldrin reported being cool and corrected the problem with an adjustment of the thermal control on his suit."
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kamiokande:
---Tutto questo per dire che non è automatico che facendo un passo all'ombra l'astronauta si trovi a -100°C, e passi immediatamente a +120°C appena si mette al Sole.
il falso sbarco sulla luna
Dal lontano 1972 nessun uomo è più tornato sulla luna. Grazie al web tutte le perplessità riguardo al materiale fotografico scattato sul suolo lunare hanno posto seri dubbi sull’autenticità delle missioni Apollo e la scomparsa dei nastri originali non ha fatto che alimentare ulteriori sospetti.
giovedì 8 giugno 2017
UN'OFFESA ALL'INTELLIGENZA UMANA
ilgiornodellaverita.blogspot.com/2016/03...tura-sulla-luna.html
---
kamiokande:
L'altra cosa da capire è come gli astronauti scambiano calore con l'ambiente lunare:
1 per contatto con il suolo
2 per irraggiamento con il suolo ed il vuoto cosmico
3 e per irraggiamento dal Sole
Ovviamente parlo solo "per irraggiamento dal Sole":
- Che temperatura c'era sulla Luna?
Da 120°C nella luce solare del mezzogiorno, a -170°C nel cuore della notte lunare. Gli astronauti di Apollo 11 comunque, sperimentarono una temperatura compresa tra 5°C e -100°C.
- Quante passeggiate facevano gli astronauti sulla Luna?
Quelli di Apollo 11 ne fecero una, quelli di Apollo 12 e 14 ne fecero 2, con Apollo 15 salirono a 3.
- Quanti gradini dovevano percorrere gli astronauti del modulo lunare per scendere sulla superficie della Luna?
Dopo aver lasciata la piattaforma d'uscita ne dovevano scendere 9
- Quanto pesava lo zaino di sopravvivenza che gli astronauti portavano sulle spalle durante la passeggiata lunare?
Pesava 38 kg. Era alto 66 cm, largo 46 e profondo 25.
- Quanti chilogrammi di rocce riportarono a Terra gli astronauti della prima missione lunare, Apollo 11?
In tutto furono 21,5 kg.
- Fino a quale profondità vennero raccolti i campioni lunari?
Attraverso un perforatore di 2 cm di diametro gli astronauti arrivarono fino a 70 cm di profondità
- Cosa c'era scritto sulla targa lasciati dagli astronauti di Apollo 11 sulla Luna?
"Qui uomini del Pianeta Terra posero per la prima volta piede sulla Luna. Luglio 1969, A. D. Siamo venuti in pace per tutta l'umanità"
- Quanto duravano le passeggiate lunari?
Da circa 2 ore e mezza per quella di Apollo 11 a 7 ore e 36 minuti per una esplorazione di Apollo 17
P.S.: In questa sequenza di operazioni, i guanti degli astronauti dovrebbero essere stati sottoposti a stress termici.
In particolare salire e scendere i 9 gradini del Lem per ogni passeggiata, con quell'abbigliamento.
kamiokande:
Evidentemente si sono resi conto che era un argomento "sensibile", come la chiamata telefonica dallo studio ovale.At one point, Aldrin reported being cool and corrected the problem with an adjustment of the thermal control on his suit."
P.P.S.: Aggiungo a questa sequenza di operazioni, la telefonata e le foto ricordo.
Ciao kamiokande, salutami Massimo.
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- kamiokande
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Mi sai dire per caso quale era la temperatura dei pioli della scaletta?P.S.: In questa sequenza di operazioni, i guanti degli astronauti dovrebbero essere stati sottoposti a stress termici.
In particolare salire e scendere i 9 gradini del Lem per ogni passeggiata, con quell'abbigliamento.
Come ho cercato di spiegare la temperatura al Sole dipende dal bilancio termico (quanta energia entra e quanta ne esce), se non sai quali sono i parametri in gioco non puoi dire nulla. Esempio: sai quanto poteva essere la temperatura massima di equilibrio dell'orologio Omega esposto direttamente al Sole? Secondo i miei calcoli -30°C (non -100° e nemmeno +120°). È meglio evitare simili prese di posizione e fare simili affermazioni se non si hanno idee chiare sull'argomento.
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Guarda che io non voglio provare alcunché, solo confrontare idee.
kamiokande:
Io no e tu ?Mi sai dire per caso quale era la temperatura dei pioli della scaletta?
kamiokande:
Bene, grazie, prendo per buoni i tuoi calcoli.Come ho cercato di spiegare la temperatura al Sole dipende dal bilancio termico (quanta energia entra e quanta ne esce), se non sai quali sono i parametri in gioco non puoi dire nulla. Esempio: sai quanto poteva essere la temperatura massima di equilibrio dell'orologio Omega esposto direttamente al Sole? Secondo i miei calcoli -30°C (non -100° e nemmeno +120°).
Facciamo il conto della serva (se ti va):
La temperatura corporea e' +36,5° e la temperatura massima di equilibrio dell'orologio Omega esposto direttamente al Sole (Secondo i tuoi calcoli) -30°C.
La differenza teorica e' -66,5°, per afferrarsi ai pioli della scaletta.
Considera che deve sostenersi con forza, dato il peso dello zaino e l'incomodita' dello scafandro, perche' una eventuale caduta puo' compromettere l'intera missione.
kamiokande:
Non ho capito, non posso dire, su L.C., che -66,5° e' uno stress termico ?È meglio evitare simili prese di posizione e fare simili affermazioni se non si hanno idee chiare sull'argomento.
A mio avviso, le idee per essere chiare, devono essere confrontate, quindi devono essere necessariamente esposte.
Evitale tu le prese di posizione.
E non e' neppure assicurato che le tue idee possano chiarire le mie.
Comunque grazie.
---
A causa dello spessore ridotto del tessuto e dell'attività manuale prolungata, i guanti sono spesso soggetti a logorio che può dar luogo anche a tagli o strappi, causando la depressurizzazione della tuta.
Incidenti "Extravehicular Mobility Unit":
it.wikipedia.org/wiki/Extravehicular_Mobility_Unit
Dall'inizio della fase di progettazione e test iniziale degli anni settanta fino ad aprile 2017 sono stati registrate più di 3400 anomalie nelle operazioni a terra ed in orbita. La stragrande maggioranza di queste sono state classificate come eventi di limitato impatto (come lo spellamento superficiale di guanti o filettature dell'aggancio stivale lente), ma, durante le 204 passeggiate spaziali, sono accaduti 27 "incidenti significativi" quali danneggiamento di guanti, anomalie nella gestione della temperatura interna e spillamento di acqua nel casco
kamiokande:
Avrebbero potuto non pubblicarlo e dichiarare che erano stati previdenti, invece hanno riconosciuto un problema.At one point, Aldrin reported being cool and corrected the problem with an adjustment of the thermal control on his suit."
Per me e' un motivo valido, oltre alla casistica di incidenti, per segnalare che potrebbe essere un punto debole della tuta spaziale utilizzata nel 1969.
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Riguardo le famose fasce di Van Allen, credo sia molto interessante leggere un ottimo articolo scritto su di un noto sito di astronomia: ecco il link PassioneAstronomia . In breve si approfondisce il discorso relativo alla tipologia di radiazione. Fondamentalmente esistono le radiazioni alfa, le radiazioni beta e i raggi gamma e questi ultimi, letali per l’uomo, non sono presenti nelle fasce di Van Allen. copio e incollo quanto scritto:
Le particelle alfa sono nuclei di elio (protoni e neutroni):
Le particelle beta sono elettroni:
I raggi gamma sono fotoni:
I “raggi X”, la “luce visibile”, le “onde radio”, etc., sono tutti fotoni, a diverse energie. I raggi gamma sono fotoni di altissima energia.
I raggi gamma rappresentano il principale pericolo dato che possono penetrare ben dentro la materia, e distruggono i legami chimici.
I raggi alfa hanno una scarsissima capacità di penetrazione, possono viaggiare solo per pochi centimetri nell’aria, e vengono bloccati anche da spessi schermi cartacei o fogli di alluminio spessi meno di un millimetro, se a contatto con gli esseri umani vengono assorbiti negli strati più esterni della pelle provocando al più arrossamenti o leggere scottature, diventano molto pericolosi solo se ingeriti od inalati, provocando gravissimi danni e la morte.
Le radiazioni beta sono più penetranti delle alfa, possono viaggiare nell’aria per una decina di metri ma vengono comunque bloccate da lastre di alluminio o altri materiali, se a contatto con gli esseri umani possono provocare danni seri sino al derma profondo e agli occhi, e, se ingerite o inalate anche loro provocano danni gravissimi e la morte.
Le radiazioni gamma sono tra le più pericolose in quanto provocano ustioni profonde, mutazioni genetiche, cancro, ed in grandi quantità possono provocare la morte in pochissimo tempo (anche per contatto esterno). La loro pericolosità è anche dovuta al fatto che possiedono un altissimo potere di penetrazione, per ridurle del 50% occorrono schermature tipo, 1 cm di piombo o 6 cm di cemento, ma se le radiazioni sono molto alte una riduzione del 50% non basta, per cui in zone di pericolo (tipo centrali nucleari) è normale trovare schermature spesse alcuni metri.“
Mi piacerebbe capire se ciò è vero, perché se lo fosse, tale fasce in realtà non sarebbero- sarebbero state un reale pericolo per gli astronauti.
Ultima perplessità ( scusate il semi off topic) riguarda i famosi specchi portati dalle missioni Apollo sulla luna su cui si riflette il laser sparato da terra per il calcolo della distanza terra luna. Per motivi di lavoro sono stato più volte all’agenzia spaziale Italiana a Matera dove periodicamente si spara tale laser e si riceve il riflesso da tale specchio. mi hanno confermato che sin dal 1969 si effettuano tali misurazioni( l’esperimento é spettacolare, un laserone verde viene sparato e si vede, ovviamente molto attenuato, un raggio di ritorno). Su questo documento Laser ci sono le date e gli osservatori che hanno effettuato I primi esperimenti con il laser ( il primo il 1 agosto 1969 con una accuratezza di 7 metri). Qualcheduno ha approfondito la questione? Lo specchio è lì e non si può negare. spero di aver contribuito a qualche stimolo di discussione in più :ok: Benedetto
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- CharlieMike
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Ho letto l'articolo e mi sorge un dubbio. Dimmi tu se ho inteso male.
Se il campo magnetico terrestre devia solo le particelle e quindi non i raggi gamma che sono fotoni, questi dovrebbero arrivare intonsi sulla Terra.
Come mai non ne risentiamo? Nel qual caso cosa ci protegge?
E comunque, essendo i raggi gamma generati dal Sole, lo Spazio dovrebbe esserne pieno. L'unica zona che ne è priva sono solo le fasce di Van Allen, che, come recita l'articolo, non le influenza?
Se ho scritto cavolate fammelo sapere, ma è questo che ho capito.
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- Fabrizio70
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Mi piacerebbe capire se ciò è vero, perché se lo fosse, tale fasce in realtà non sarebbero- sarebbero state un reale pericolo per gli astronauti.
Ciao Benedetto e benvenuto, le fasce di per se non sono pericolose , il tempo di attraversamento se non ricordo male è inferiore ad un'ora , il problema è al di fuori delle fasce con tutte quelle belle radiazioni che ha descritto e molte altre, per esempio:
it.wikipedia.org/wiki/Radiazioni_ionizzanti
Le particelle alfa costituiscono il 10-12% dei raggi cosmici, e hanno energie molto maggiori di quelle dei processi nucleari e quando vengono incontrate nello spazio sono in grado di attraversare il corpo umano e spessi schermi.
Qualcheduno ha approfondito la questione?
Nessuno nega la presenza dei riflettori sulla Luna , ma anche i Russi hanno piazzato dei riflettori...
Il lusso non può mai essere soddisfatto perché, essendo qualcosa di falso, non esiste per esso un contrario vero e reale in grado di soddisfarlo e assorbirlo.
Wilhelm Richard Wagner-1849
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- Fabrizio70
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Nel qual caso cosa ci protegge?
L'atmosfera, è uno schermo paragonabile a 10 metri d'acqua, molto efficace.
L'unica zona che ne è priva sono solo le fasce di Van Allen, che, come recita l'articolo, non le influenza?
Le fasce sono attraversate dai gamma, semplicemente a differenza delle particelle non li intrappola.
Il lusso non può mai essere soddisfatto perché, essendo qualcosa di falso, non esiste per esso un contrario vero e reale in grado di soddisfarlo e assorbirlo.
Wilhelm Richard Wagner-1849
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Nessuno nega la presenza dei riflettori sulla Luna , ma anche i Russi hanno piazzato dei riflettori...
Si, la questione è il livello di precisione ottenuto. Nel documento che ho lincato ( LINK_DOC si ricorda quello che è stato giustamente ricordato qui, cioè che anche senza specchi, si può sparare un laser sulla luna e misurare il raggio riflesso ricavando dal tempo impiegato, la distanza. Il problema è che il raggio riflesso è talmente tanto diffuso da non permettere misurazioni precise. Il primo esperimento con esito positivo è infatti del 1962 ed è stato eseguito da "Louis D. Smullin e il Dr. Giorgio Fiocco. Copio e incollo da QUI .
( "1962 - Project "Luna See," headed by Professor Louis D. Smullin (left) and Dr. Giorgio Fiocco (right), successfully demonstrated high-power optical maser technology by being the first to bounce a laser beam off the moon's surface. High-intensity red light flashes were created by an optical maser (laser), sent through a transmitting telescope to the moon's surface, and detected with an optical receiver. This was the first time that space had been spanned by a laser light. Dr. Stanley Kass (center) from Raytheon discusses the experiment with Professor Smullin."
Nel PDF lincato si dice invece che dopo la missione Apollo 11 (21 luglio 1969) in cui è ( sarebbe :woa: :question: :goof: ) stato poggiato lo specchio sulla luna, si è ottenuto un miglioramento dell'accuratezza della misura grazie all'aumento dell'intensità del raggio riflesso. La prima misura è del 1 agosto 1969 (11 giorni dopo l'atterraggio..presunto) con una accuratezza di appena 7 metri con misure che sono poi state ripetute e confermate da altri laboratori (sono indicati nel Doc). Il passo successivo è quello degli altri specchi più grossi poggiati sulla luna nel 1970 ( i Russi con luna 17) e poi nel 1971 con le missioni Apollo 14 e 15 con il risultato di misurazioni ancora più precise.
La domanda che mi pongo è "chi ha piazzato lo specchio" tale da garantire la misurazione più precisa il 1 agosto 1969: la missione Apollo 11 (allora è tutto vero) , una sonda automatica (è mai stata fatta una ipotesi del genere?) ...o cos'altro?
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