AVVISO: QUESTA SERA LUOGOCOMUNE ON AIR ANDRA' IN ONDA (SU COLORS RADIO) ALLE 22. ARGOMENTO: VACCINI.
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di Gianmarco Murru
In un epoca dove si ragiona sempre meno e si accetta acriticamente ogni commento di seconda mano sulla realtà, dove ci si schiera senza sapere davvero su cosa si discute fino in fondo, le arti sono ancora oggi l’ancora di salvezza per una società più matura.
Nel discorso che lo scorso giugno 2018, il maestro Baremboim ha tenuto al Parlamento di Bruxelles in seduta plenaria, invitato a difendere il patrimonio europeo, afferma l’importanza fondamentale che rivestono le arti per comprendere la realtà che ci circonda. “Chi ama la cultura, ama conoscere tutto. Non ha paura del diverso, si confronta ma non disprezza l’altro”. Dice ancora Baremboim “per combattere la chiusura verso l’altro è fondamentale riportare l’educazione musicale nelle scuole. La musica ha una caratteristica unica, quella di creare le condizioni per aprire la mente, come e forse più di altre discipline. Dobbiamo infine pensare alle nuove generazioni, che trovano oggi una diversità culturale aperta e pacifica, questa caratteristica è ciò che unisce l’Europa”.
Si, perché l’insegnamento della musica nelle scuole superiori italiane, ad eccezione del liceo musicale, è definitivamente compromessa. L’appello accorato del maestro Baremboim si unisce alle centinaia di docenti che fanno del loro lavoro una missione, a volte impossibile.
Più arte e più musica, non come esercizio ripetitivo utile ad imparare una melodia, ma un vero e proprio metodo di studio, che usa la musica per imparare a ragionare, capire le dimensioni di spazio e tempo che spiegano anche il nostro vivere quotidiano.
Scienza e arte sono da sempre antagoniste. Vicine e lontane, apparentemente opposte. Ogni arte presuppone una tecnica di esecuzione, una preparazione che si affina conoscendo le regole.
Certo, ci sono i casi di artisti autodidatti. Musicisti come Paco de Lucia che non conoscevano la musica “non sapeva leggere gli spartiti, ma non ne aveva bisogno. Fin da bambino aveva sentito, e poi suonato, quella musica. Poi, diventato un adulto, aveva imparato a comporre i suoi brani, a memoria, e li ricordava nota per nota”. Si tratta di uno dei più grandi chitarristi di flamenco di tutti i tempi, ma è un’eccezione.
La regola invece è lo studio, e quello vero inizia fin da piccolissimi. Le scuole primarie accolgono i bambini nel loro periodo di vita più produttivo, dove le capacità si sviluppano meglio di ogni altra età. La mente è pronta ad accogliere ogni cosa senza le sovrastrutture a cui ci costringe la vita sociale adulta, anche lo studio serio della musica.
Mi è capitato tra le mani un manuale di musica per bambini “MusicArte – Musica Arte e Immagine nella scuola primaria”, autoprodotto dal maestro Daniele Pasini. Il libro ti costringe alla concentrazione massima, un adulto medio avrebbe difficoltà a capire ogni passaggio. Il famoso analfabetismo di ritorno, oppure difficoltà primordiali a comprendere un testo complesso. I bambini no, loro sono spugne pronte ad accogliere anche le difficoltà più dure. Come afferma lo stesso autore “se non faticano adesso, quando avranno una seconda possibilità per imparare?”.
Per un approfondiento sul metodo Pasini, l'articolo prosegue qui.
Il significato reale di questa frase è che bisogna rinchiudere i bambini e gli adolescenti in una stanza e costringerli ad eseguire esercizi di musica affinché sviluppino le stesse idee politiche di Baremboim.
Oppure che si dia loro, fin da piccoli, la possibilità di ascoltare e di comprendere, indirizzarli verso un futuro di cultura, che siano spartiti musicali e/o testi di ogni genere.
Non so se sei sarcastico o contrario ma io prendendoti per come ti ho interpretato e ammettendo che non conosco Baremboin ti dico questo:
L'umanità ha bisogno di menti fresche e assimilanti e non fresche ma vuote o a senso unico: piccoli nuovi umani che abbiano a disposizione un ampio spettro di informazioni e che vengano tempestati costantemente da ogni genere di informazione per l'appunto, essendo loro, come diceva mio padre: "un Sacco vuoto in attesa di essere riempito".
Quel povero Cristo di mio padre, nome Giuseppe, e mia madre Anna Maria non scherzo, ironia del caso (Giuseppe+Maria= Cristo come ci raccontano alcuni), volevan per me il meglio.
Voleva che riempissi il mio Sacco di informazioni e Sapere prima che i laccetti che ne chiudessero l'apertura, crescendo, iniziassero a restringersi facendo passare meno informazioni e meno conoscienza..
Relegare un piccolo essere umano ad un solo "indirizzo" di qualsiasi tipo culturale potrebbe portare ad un umano limitato e che in futuro forse tenderà a limitare i propri figli, conoscenti e così via al suo stesso destino: un unico "settore" di conoscenza.
Nel migliore dei casi il suddetto piccolo umano potrà magari eccellere in un campo, uno soltanto, giovandolo così di un futuro radioso ma incapace di relazionarsi e condividerne il frutto (secondo la mia visione accadrebbe in una percentuale troppo alta dei casi sottoposti).
Se il Significato Reale fosse simile o in parte a come lo descrivi beh... BEN VENGA.
Guardati un film semi-stupido ideato come commedia, ma che poi ti ci soffermi e magari ti tagli le vene, come "Idiocracy" e ne riparliamo.
Non è un caso che da piccoli siamo "spugne" come suggerisce, non per primo, l'articolista del caso Gianmarco Murru.
Se in pasto a quelle spugne dai solo tv spazzatura oppure "un cellulare touch perché tutti ce l'hanno" oppure "mettiamolo alla tivù che sta buono" oppure "dai mettigli Angry Birds sul tablet così intanto ci famo una scopata, da buoni genitori che siamo" allora porca puttana preferisco infarcirlo di romanzi d'autore, libri, studio e così via.
E che cacchio!
Fino agli inizi degli anni '60, l'Italia era tra cinque nazioni dove la musica non veniva insegnata nelle scuole tra le quali v'erano: l'Afganistan, Ceylon (oggi Sri-Lanka), Zambia e qualche altro stato africano. Insomma eravamo allineati musicalmente col Terzo Mondo (mentre i Watussi di quell'imbecille di urlatore, spopolavano in TV e nelle radio). Questo era il quadro.
Non c'è dubbio che si debba ripartire con una guida all'ascolto ed un'educazione di base che oggi manca (dico: avete sentito il letame che si sente oggi alla radio, per caso? E non venitemi a dire 'de gustibus' perché questo può essere il tema per un altro articolo sull'estetica ed i suoi canoni - dopotutto milioni di mosche mangiano merda, non possono sbagliarsi tutte, no?!). Questo in Germania, ad esempio, non succede. L'educazione all'ascolto e quindi allo sviluppo del gusto musicale, avviene sin da piccoli e, di ritorno, la popolazione tedesca oggi ha orchestre migliori delle nostre ed una cultura musicale superiore alla nostra (malgrado il nostro contributo enorme alla musica). Non parliamo dei viennesi, che rappresentano un caso a parte. Chi dirige al Musikverein a Vienna, sa benissimo che il pubblico entro la fine del concerto ti ha fatto radiografia, TAC e Risonanza Magnetica, tutti assieme. Non in Italia, purtroppo.
Questo trend va cambiato e va cambiato il prima possibile. Se non educhi il bambino all'ascolto della musica (al gusto musicale) e non lo esponi ad esperienze musicali piacevoli sin da piccolo, rimarrà apatico proprio come il sistema nel quale viviamo, vuole che sia. L'idea di cambiare arti visive e musicali di per sé è interessante, ma se penso ad un Benedetti-Michelangeli (il più grande pianista che sia mai vissuto e che ho avuto l'onore di conoscere personalmente, mangiavamo nello stesso ristorante spesso), posso assicurare che si formò in un'Italia dove non c'erano troppi fronzoli, c'era invece una fame di conoscenza, fame oggi sostituita dall'apatia, purtroppo. Oggi i bambini sono più affascinati dallo schermo di un iPad ed i colori di un iPhone invece che da una sinfonia di 'Nozart' (oops... Luchesi, volevo dire).
Dipende, non tutta la musica è musica, anche se ha un ritmo che appare gradevole.
La musica esprime delle frequenze,
- ed indovinate come lavorano le cellule del nostro corpo?
Ma per frequenze ovvio.
- e come reagisce il cervello alle sollecitazioni esterne?
a seconda delle frequenze che queste impartiscono.
- e come riverbera il cervello le solleitazioni esterne al suo interno (pensiero e cellule)?
tramite impulsi elettrici con una determinata frequenza.
Ora perchè vivere in un ambiente naturale, ovvero dove non ci sono rumori molesti, ne edifici "sintetici" è più salutare e meno stressante in generale?
- perchè in esso è più facile assorbire frequenze benefiche della natura circostante e le frequenze nostre (come il pensiero) non vengono sormontate o disturbate da altro.
È tutto in base alle frequenze, perchè la nostra natura è pressochè elettromagnetica, essendo l'uomo [così come ogni altra cosa in verità] energia che vibra e per cui è soggetto alla natura elettromagnetica.
Per cui andare a dire che la musica fa bene è un pò pericoloso, perchè dovresti definire come è fatta la musica, come è emessa oltre a definire anche la ripetizione delle melodie ed i loro significati, che nel caso della musica 'progressive' sono dei veri e propri mantra continui che innescano uno stato di depressione.
Alcune droghe sfruttano la musica, o meglio alcune specifiche frequenze musicali (ad esempio i bassi) per esercitare un maggiore effetto: qualcuno ha presente quella musica composta da un DJ di Radio DJ Italia che aveva questo ritornello 'e sale sale, sale sale, sale sale...'?
Bhè questo ritornello era studiato apposta perchè innescava con alcune pasticche di droga uno specifico effetto di esaltazione, quando vi è il ritornello in effetti creava una strana pressione alle vene giugolari.
Le pasticche venivano vendute dagli unici che avevano il permesso di entrare in discoteca con il 'giumbotto', ma non erano paninari, piuttosto skinhead, la discoteca era stata presa in affitto da un organizzazione, ed i carabinieri erano tenuti lontano a controllare.
Insomma, andiamoci piano con la musica, anche io la adoro [soprattutto quella dei Pink Floyd] ma è distrattiva e tramite degli strumenti artificiali (radio, walkman, televisione) anche la musica decente è in realtà velenosa, magari crea uno stato di esaltazione o tranquillità momentaneo, ma l'effetto sulle cellule e di ricaduta sui nostri pensieri (sulla psiche) è a più lungo termine.
I bambini fategliela fare la musica, ma sia quella tradizionale con strumenti in legno o pelle o vocale e rispetti la tradizione del luogo, il resto è cibo per l'ego.
Estratto da:
www.linkiesta.it/.../11398
Consapevole di dirigere una sorta di esercito della salvezza, l’anziano maestro non si ferma mai un momento. Il suo sistema di orchestre e cori giovanili è entrato di diritto nella storia del Venezuela, e si estende in America Latina con progetti simili nelle favelas di Rio de Janeiro, negli angoli più remoti dell’Argentina o nei quartieri più poveri della Colombia. Poi ancora negli Stati Uniti, in Asia, in Europa, dove molti Paesi – anche l’Italia – sta cercando di copiare quel metodo prodigioso per salvare il futuro della musica classica.
Altri link utili a comprendere "El sistema" .
quinteparallele.net/.../...
ilcorrieremusicale.it/.../...
Vorrei sottolineare in riferimento all'articolo come è carente in Italia lo studio della musica a livello scolastico e non solo.
Nelle scuole primarie a parte la buona volontà di alcune maestre non vi è uno specialista ad insegnare musica ai bambini, finita la quinta elementare si passa alla scuola medie dove solo in questo arco temporale (tre anni) è strutturata una attività musicale di due ore settimanali e infine alle superiori (a parte i pochi licei musicali ) dove non vi è nessun tipo di insegnamento musicale.
In un paese, dove in passato, la nostra musica ha influenzato mezza/tutta Europa e vedere mediamente una cultura musicale ridotta ai minimi termini e considerata dai più poco importante e ininfluente mi rattrista.
Non è che questa generalizzata ignoranza musicale riflette lo stato comatoso del nostro martoriato Paese?
Varie ricerche hanno sempre dimostrato che la musica aiuta a a migliorarsi in molteplici ambiti.
Se si va ad analizzare il cervello quando si ascolta o meglio si fa musica praticamente tutte le aree del cervello si "accendono" si attivano contemporaneamente.
universome.eu/.../...
Posso citare anche l'esperienza diretta di una mia amica specializzata nel settore musicale/terapeutico dove con gruppi classe omogenei nel livello degli alunni si è evidenziato che la classe che studiava musica aveva risultati migliori delle classi dove la musica non veniva studiata.
Nell'800 ogni cittadina appena più grande di un paese aveva il suo teatro, la sua banda musicale, la sua associazione musicale, nonostante l'analfabetismo rasentasse percentuali pazzesche e il lavoro rendesse simili a bestie la gente ascoltava, suonava, viveva di musica.
E, benché fossero tutti "dilettanti", quando si entrava in un teatro ad ascoltare musica dai professionisti si pretendeva di ascoltare musica ben suonata e ben cantata: non bastava un acuto lungo per scatenare un applauso, se stonavi ti urlavano di tutto.
Non li fregavi.
Oggi la musica mi sembra un fenomeno di massa legato principalmente al consumo: concerti, youtube, discoteche.
I gruppi vengono creati per marketing con musicisti bravi dietro le spalle che fanno tutto (compongono, arrangiano, registrano) lasciando alla "facciata" il compito di far cassetta.
Difficilmente la musica viene vissuta personalmente: si è solo "spettatori", "fruitori", ma non si partecipa all'atto creativo e, soprattutto, si è completamente persa la capacità critica di accorgersi se l'artista è degno di tale nome o no.
Se il nome è famoso, può persino ruttare nel microfono: avrà la sua folla osannante.
Purtroppo penso ci sia poco da fare: è un fatto culturale e, allo stato, l'italiano medio è culturalmente sottosviluppato.
Ed è difficile provare ad insegnare bene musica nella scuola: tutto il contorno, a partire dai tuoi colleghi e dal preside, rema contro.
Mio fratello ha fatto parte e continua (per ora) a far parte di un progetto pilota, credo presente solo a Genova e a Parma, che vedeva la musica nelle scuole d'infanzia e nelle primarie come incontro multiculturale e come momento ideale per liberare tutte le forze espressive latenti dei bambini: non si metteva un flauto dolce in mano ai bimbi, gli si insegnava a buttare fuori quello che nascondevano dentro tramite musica, danza, recitazione, gioco, e quant'altro.
Gli si faceva imparare ad essere una parte di un tutto, anche se neri, bianchi, latinos, italiani, cinesi ecc.
Come è finita? Nonostante l'enorme successo con i bambini il lavoro è stato osteggiato da tutto il sistema scolastico, a partire dalla dirigenza fino alla colleganza e ormai mio fratello è quasi solo a portare avanti il progetto, tanto è vero che si sta organizzando per farlo da libero professionista. Almeno decide lui senza nessuno che gli tiri la giacchetta da una parte o dall'altra.
Che dire... per quanto riguarda l'Italia sono piuttosto pessimista, spero sempre di essere smentito...
PS: "El sistema" è anche a Genova, l'orchestra si chiama Trillargento www.trillargento.org
In poche generazioni... spaventoso, no?
Bellissimo progetto! Auguro a tuo fratello di non rimanere solo a fare questa battaglia, magari cambia il dirigente e si presenta una persona sensibile al tema.
Bisognerebbe estendere questo modello e modelli tipo "El sistema" in tutta l'Italia per dare strumenti di consapevolezza e autostima ai nostri giovani.
Si, tuo fratello fa bene ad aprirsi un'attività in privato. Fa prima e soprattutto, se ai bambini è piaciuto, spazzerà l'eventuale concorrenza.
Gli faccio i miei migliori auguri, perché so perfettamente cosa significhi lavorare con le persone contro, in continuazione.
Perdonami, ma la dirigenza è lo specchio peggiorato dell'umanità medi(ocre)a...
In quale parte del dna si annidi la propensione per amare la musica, francamente non lo saprei dire.
Come ha detto Vapensiero, sulle nostre terre, e proprio qui dove vivo, la musica scritta, con tutto quello che ne è conseguito,
è stata pensata e messa in pratica.
Voglio dire, siamo il paese che ha trasformato un istinto più o meno primordiale, in qualcosa di tangibile e tramandabile,
al pari della letteratura o delle arti grafiche.
Però è innegabile, siamo il paese dei Vivaldi e delle tarantelle.
Avremo sempre queste vette inarrivabili, e poi le porcherie che vengono trasmesse alla radio, oppure suonate nelle feste paesane estive.
E qui non so se essere d'accordo con l'autore dell'articolo.
Che la scuola faccia sempre più cagare (scusate l'eufemismo) è fuor di dubbio, ma non penso che, insegnando a leggere un pentagramma,
e martoriando qualche ragazzino con un po' di ore di solfeggio, (ho detto martoriando perchè se qualcuno ha preso lezioni di solfeggio puo' capire di cosa parlo) avremmo improvvisamente una popolazione di scafati appassionati di jazz e adoratori di Respighi e Bela Bartok.
La stragrande maggioranza delle persone oltre al easy listening, non riescono proprio ad avventurarsi, e temo che sia proprio un fatto di predisposizione mentale.
Vapensiero ha raccontato del suo approccio alla musica, e mi ha fatto ricordare il mio, per certi versi molto simile.Passavo ore con una vecchia magnadyne a valvole con il giradischi suonando i 45 giri di allora, che per puro caso sono riuscito a conservare.
Non ho avuto una famiglia di musicisti alle spalle, ma ricordo che , mio padre aveva tre fratelli e quando si ritrovavano nei pranzi domenicali,
finita la mangiata e da buoni piemontesi la discreta bevuta, invece come si fa ora farsi inebetire dalla tv, si mettevano a cantare.
Cantavano alcune arie di opera(quelle più semplici e popolari) oppure canzoni popolari, sopratutto in piemontese.
Questa cosa veniva da mio nonno, che evidentemente con gli amici quando si ritrovavano erano soliti fare, e loro a poco a poco ne avevano preso l'abitudine, conservandola poi da adulti.
Arrivato all'adolescenza vedevo questa cosa come un abitudine da vecchi rincoglioniti, i miei idoli erano Bob Dylan, I Genesis o i Deep Purple.
Solo più tardi ho compreso la bellezza e la semplice grandiosità che si celavano dietro a quelle riunioni famigliari.
Conosco Sacks e anche se non ho letto quello specifico libro, penso che sia vero. Posso anche dire con un buon margine di certezza che ai gatti(almeno i miei) piace il jazz. Ho persino un filmatino in cui con un sottofondo di Miles (blue in green) due di loro sono in estasi e si leccano beati e soddisfatti.
Però resto dell'idea che, alla stragrande maggioranza degli umani, la musica troppo complicata risulti indigesta.
Ma questo succede anche nella letteratura, nella pittura, nel cinema.
Sono pronto a scommettere che, se metti l'urlo di Munch a fianco di uno di quei quadri che vendono alle fiere rappresentanti il vecchio ubriacone o la bimbetta che piange, il 90% degli astanti ti direbbe che è più gradevole il quadro della fiera....
PS tra l'altro il tema dopo l'introduzione del I movimento dal suo 'Concerto for Orchestra' viene parafrasato dal grande Gil Evans in uno dei dischi con Davis. Suggerisco a tutti di ascoltare qualsiasi registrazione del duo Davis/G. Evans. Irraggiungibili (anche se ci sono errori di lettura da parte dei musicisti).
Registrazioni che sono diventate pietre miliari della musica, con le quali i discografici si sono arricchiti per mezzo secolo.
Ma questo forse è il triste destino di chi con il proprio estro lascia un segno nella storia,restando totalmente incompreso e sconosciuto
dalla stragrande maggioranza dei propri simili contemporanei.
" I giovani devono studiare e lavorare, ma la gioventù è il periodo della crescita del fisico, pertanto occorre bilanciare adeguatamente il lavoro e lo studio dei giovani, da una parte, con il loro divertimento, l’attività fisica e il riposo, dall’altra "
" I programmi accademici che esistono attualmente sono troppo densi. È una cosa tremendamente pericolosa, in quanto tiene gli studenti delle scuole medie e primarie e delle università in uno stato di tensione costante.
I programmi possono essere tagliati per metà. Gli studenti passano le giornate sui libri, il ché non va per niente bene, in quanto dovrebbero avere il tempo per partecipare a qualche tipo di lavoro produttivo ed avere la debita vita sociale "
"Il carico sulle spalle degli studenti è eccessivo. Ciò non può che avere conseguenze negative e priva lo studio di ogni sua utilità. Propongo di tagliare un terzo del totale delle attività"
" Ho molti dubbi nei confronti dell’attuale sistema di istruzione. Dalla scuola primaria alla laurea, in tutto trascorrono sedici, diciassette anni. Gli ultraventenni non sanno niente di riso, sorgo, legumi, frumento, miglio, non sanno come lavorano gli operai, come i contadini coltivano la terra, non sanno niente del commercio di beni, e per di più ne risente la loro salute. Tutto questo può portare davvero a conseguenze disastrose. Una volta dissi ai miei figli: “Andate in campagna a parlare con i contadini poveri e medio-bassi, e dite loro: il mio papà dice che, a forza di studiare per anni, più si studia sui libri, più si diventa stupidi."
"L’istruzione universitaria deve trasformarsi. Non va bene stare così tanto tempo a lezione."
"Lo sviluppo scientifico passa da un livello inferiore ad un livello superiore, dal semplice al complicato, ma l’insegnamento non può seguire questa sequenza: nello studio della storia, bisogna dare la priorità alla storia moderna. Per adesso abbiamo tremila anni di storia scritta, ma quando arriveremo a diecimila anni, come faremo a insegnarli tutti? " - Mao
Il mio ex professore di Didattica della Matematica presso l'Università degli Studi di Cagliari (anche relatore della mia tesi), prof. Francesco Paoli, mi ha fatto il regalo di introdurre il libro con una Prefazione:
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"Sin dai tempi più antichi sono state costantemente sottolineate parentele e affinità tra matematica e musica. Quest’ultima disciplina affiancava l’aritmetica, la geometria e l’astronomia tra le *artes reales* del quadrivio; la tradizione pitagorica e platonica identificava nelle proporzioni numeriche corrispondenti agli intervalli musicali i rapporti matematici che stanno a fondamento dell’anima del mondo e, quindi, dell’intero universo; lo stesso Euclide fu autore di alcuni trattati di teoria musicale.
Anche i moderni scienziati cognitivi insistono sui paralleli tra intelligenza matematica e intelligenza musicale, incuriositi ad esempio dal fenomeno dei “geni precoci” che pare accomunare i due ambiti. Molto si è scritto sui grandi compositori che hanno strutturato diverse loro opere in base ad affascinanti strutture formali a carattere matematico: Bach *in primis*, ma in tempi più recenti anche i maestri della dodecafonia e della musica seriale e aleatoria, oltre a jazzisti come Coltrane.
Quando la musica incontra la matematica, quindi, è lecito attendersi sorprese straordinarie. È in questa terra di confine, in questo accostamento ad alto potenziale creativo, che nasce il metodo didattico ideato da Daniele Pasini, flautista, compositore, nonché maestro di scuola primaria laureato in Scienze della Formazione Primaria. Il percorso di educazione musicale che Daniele non si è limitato a progettare, ma che sperimenta giorno per giorno nelle sue classi con esiti straordinariamente interessanti, coniuga spunti e suggestioni dove le barriere disciplinari tra musica, matematica e arti visive scompaiono come per magia: il disegno a mano libera, le stime e le approssimazioni, la valorizzazione degli aspetti geometrici della scrittura musicale. Ne esce una proposta in cui l’interdisciplinarità non rimane solo proclamata, ma è agita nel concreto.
L’entusiasmo con cui gli allievi di Daniele accolgono ogni giorno il suo lavoro stanno a testimoniare una sfida educativa paziente e tenace, ispirata al binomio che secondo Corrado Mangione contraddistingue la didattica migliore: chiarezza e fascino.
Ognuno di noi, tuttavia, in qualsiasi campo del sapere o dell’agire sia occupato, investe e rispecchia nel proprio lavoro tutto il complesso della propria personalità e della propria esperienza di vita. Se parliamo di Daniele Pasini, non è pensabile che la fede cristiana non giochi un ruolo importante nel suo impegno didattico e nel percorso che ci propone in queste pagine.
Scriveva Hans Kung che si può benissimo vivere senza credere, così come si può benissimo vivere senza conoscere la musica; in entrambi i casi, però, ci perdiamo qualcosa."
Mio fratello ha fatto parte e continua (per ora) a far parte di un progetto pilota, credo presente solo a Genova e a Parma, che vedeva la musica nelle scuole d'infanzia e nelle primarie come incontro multiculturale e come momento ideale per liberare tutte le forze espressive latenti dei bambini: non si metteva un flauto dolce in mano ai bimbi, gli si insegnava a buttare fuori quello che nascondevano dentro tramite musica, danza, recitazione, gioco, e quant'altro.
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Proprio bello, proprio bello venire al mondo in compagnia della frequenza posta nell'organo del cuore.
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#9 peonia
l'Educazione musicale è come il latino.... sembra superfluo ma non lo è affatto...
Invece soprattutto in un'epoca in cui fioccano casi di DSA e BES, materie come Arte e Musica dovrebbero non dico essere principali, ma di sicuro sono veicoli ESSENZIALI per valorizzare le "Intelligenze alternative" dell'essere umano.
Prima le alleniamo SERIAMENTE, prima i bambini cresceranno con capacità fuori dal comune di sviluppare il pensiero divergente, allenando la creatività, la flessibilità mentale, la genialità.
Molti pensano che la genialità sia qualcosa di "dato". In parte è così: un bambino che a 3 anni suona Mozart perfettamente come lo vuoi chiamare, se non plusdotato? {it.wikipedia.org/wiki/Plusdotazione}. Tuttavia, si può anche allenare.
Devono tornare i conti.
Sono RARI i dirigenti che rivolgono l'attenzione alla didattica.
Io ascolto ancora la Gabber hardcore cioè quella del numeber one anni 90, goran bregovic, Mozart, rossini, suono il basso e sax eppure sono un comunista ed i neri per strada non li vedo per niente di buon occhio e vorrei fossero rimpatriati
Ie solite parole vuote di uno che si crede arrivato
Ps nei Balcani suonano tutti senza spartito te lo dice un mezzo croato
Viva la libera Repubblica del kekistan
Inoltre con tutti quei figli invece di scrivere "L'arte della fuga" avrebbe dovuto scrivere "l'arte di qualcos'altro..." Diciamo che fu un uomo impegnato su molteplici fronti.
Questa storia mi era stata raccontata e tu me l'hai ricordata. Grazie!
Chissà come avrà fatto a mettere in ordine tutte quelle carte.....tra partiture generali e parti di ogni strumento.....
D'accordissimo che la musica (e altre arti) contribuisce ad uno sviluppo sano della persona, ma là fuori c'è una marea di sordi che non vuol sentire, per cui imporre la musica a scuola potrebbe essere un po' come buttare le perle ai porci. Secondo me potrebbe funzionare meglio lavorare nell'ambiente casalingo: se i figli vedono che i genitori passano del tempo ad ascoltare musica, col tempo potrebbero incuriosirsi, iniziare ad ascoltare, chiedere di saperne di più e così via.
Mi ricordo ancora relativamente bene l'episodio che - per usare il gergo giusto - diede il LA al mio rapporto con la musica. Avevo 6 anni, erano gli ultimi giorni di asilo e un mio compagno trovò un pezzo di uno spartito nella pineta dove stavamo giocando. Lo prese ed disse qualcosa come: "io questo lo so leggere, è un pentagramma con le note, guardate, chiave di sol, quattro quarti, mi, re...". E noi altri tutti intorno a lui che lo seguivamo curiosi. Io poi gli chiesi dove aveva imparato a leggere questi strani segni e lui mi disse che da quasi un anno aveva iniziato a seguire lezioni di pianoforte e solfeggio. Per farla breve: arrivai a casa e dissi a mia mamma che c'era questo amico che sapeva leggere le note e che io non volevo essere da meno. Poi, come si dice, il resto è storia.
Tra le cose contemporanee che ascolto volentieri c'è ad esempio questo gruppo:
Assolutamente.
Non ne farei di tutta un'erba un fascio... ho avuto a che fare con pessimi dirigenti ma anche con diversi dirigenti sensibili e attenti alla musica e non solo.
io non sono per vietare nulla, nemmeno le droghe pesanti, figuriamoci la musica.
Ma io parto dal presupposto che, per molti Coltrane e Bela Bartok sarebbero una tortura comunque, anche se sapessero leggere
qualunque partitura e avessero fatto anni di solfeggio e composizione.
E poi non tutta la musica commerciale è da buttare, anzi....
Causa il ventennale della morte, ho riascoltato un po' di Battisti, uno che suonava ad orecchio e non sono sicuro abbia mai preso in mano uno spartito.
E' musica di merda?
Non ne sarei cosi' sicuro.
È vero che mi sono espresso in modo drastico, ma penso che abbiate colto il senso di quello che intendevo. Riformulando: secondo me non bisognerebbe dare il respiro che viene dato alla "musica" che va di moda oggi. E sono d'accordo che per molti alcuna musica di alta qualità risulta indigesta (io in primis: ad esempio non ascolto musica dodecafonica, provo un senso di fastidio sentendola, ma non mi permetterei mai di dire che suoi compositori ed interpreti siano musicisti scarsi, anzi).
P.S. Battisti è stato un grande, full stop.
Visto che ti piace il Jazz e ascolti anche musica classica, se hai modo, sentiti il Septet del mio amico e pianista/compositore jazz preferito Armando 'Chick' Corea. Adoro come suona Jazz poi... (Three Quartets roba stratosferica!)
D'altro lato ha debellato l'analfabetismo in una generazione...
Lasciamo cadere il discorso: già sull'argomento "Jazz" e su come lo considero mi sono fatto troppi nemici!
Uno spartito è un bel ed ordinato disegno geometrico, in cui le note vengono posizionate a occhio secondo criteri matematici e geometrici.
La mia domanda è: perché i bambini imparano a scrivere in italiano, inglese e non gli si devono fornire gli strumenti per scrivere autonomamente musica?
Io detesto il flauto dolce e le canzoncine dello Zecchino d'oro.
Insegniamo a leggere e comporre musica ai bambini! Si può fare!
Quando entravo a scuola e cominciavo la lezione, dopo un po' i bambini mi dicevano: "Maestro, ci metti la musica?".
I bambini sono straordinari! Si abituano alle cose difficili!
Siamo noi che pensiamo che siano difficili. Loro hanno una mente straordinariamente aperta!
Ho fatto ascoltare musica con benda, testa poggiata sul cuscino e tapparelle abbassate. Come gli piaceva!
Infatti sono pienamente d'accordo si pensa sempre che ai bambini bisogna far ascoltare solo canzoncine...invece possono ascoltare le cose anche più complesse.
Non ricordo bene dove ho letto (mi sembra una rivista di neuroscienza) che appunto affermava che anche bambini piccolissimi di pochi anni possono ascoltare praticamente qualunque cosa...ovviamente musica di qualità.
ascoltatevi sto solo della madonna! Altro che i batteristi Afroamericani! youtu.be/eGP85_-szRk?t=420
Hai scritto una cazzata...dall'Africa è arrivato tantissimo! Giusto per dirne una il Jazz è l'evoluzione di Blues e Gospel, generi nati dai neri americani. Per non parlare della ricchezza e complessità dei ritmi...altro che "battere bonghi", ascoltati un po' di musica tradizionale dell' Africa occidentale (giusto per dirne uno Mamady Keita), e se hai un minimo di preparazione musicale ti assicuro che cambierai idea. La stessa presenza nella nostra musica di ritmo e strumenti a percussione la dobbiamo all' Africa, oltre che alla musica popolare.
Tornando all'insegnamento della musica nelle scuole io sono assolutamente d'accordo, ma userei un approccio diverso da quelli usati nel passato.
Sarebbe da concentrarsi meno su lettura e scrittura della partitura (che ci possono stare caso mai in seguito per quelli che manifestano interesse) privilegiando invece soprattutto nelle scuole elementari e medie un approccio maieutico.
Ovvero cercare di lasciar uscire e aiutare a sviluppare quella musicalità che tutti hanno dentro.
Anzichè "torturare" i bambini con noiosi esercizi di teoria e solfeggio, potrebbe essere più formativo lasciare che "giochino" con lo strumento, permettere loro di esplorarlo e di imparare in modo istintivo (che ai bambini riesce bene) alcune semplici melodie (magari anche le sigle dei cartoni), in modo che abbiano un ritorno in termini di piacere da ciò che stanno facendo.
E' chiaro che imparare scale o noiosissimi esercizi difficilmente reca qualche soddisfazione e quindi non aiuta a innamorarsi dello strumento o della musica in genere.
Fra l'altro esistono tantissimi grandi musicisti che hanno imparato da soli suonando "a orecchio"...non si può negare che tale approccio non produca risultati. Semplicemente si sviluppano qualità diverse, il musicista "colto" che sa eseguire direttamente ciò che sta leggendo possiede indubbiamente delle capacità di coordinazione occhio-mani notevoli. L' occhio legge la partitura interpretando i simboli e trasformandoli in movimenti che produrranno quei suoni, il tutto senza guardare dove si mettono le dita e in tempi praticamente quasi istantanei. Mica poco direi!
Dal canto suo, il musicista "a orecchio" sviluppa altre qualità che in genere al musicista colto mancano, prima di tutte la memoria. Chi è abile nella lettura diretta non ha alcun bisogno di memorizzare i brani che deve eseguire (visto che basta leggere) mentre chi non lo sa fare deve necessariamente ricordare tutto. Se vi sembra poco tenere a memoria ore di repertorio costituito da migliaia e migliaia di note, accordi, pause etc. provate a imparare a memoria un libro
Certo non sapendo leggere è impossibile sedersi in un'orchestra ad eseguire le partiture, per cui è improbabile che un musicista istintivo trovi lavoro in qualche filarmonica, ma dalla sua ha la possibilità di essere molto più espressivo nelle sue esecuzioni! L'attenzione non va allo spartito ma può essere impiegata per lasciarsi coinvolgere (e quindi coinvolgere chi ascolta), oltre naturalmente ad arricchire di espressione ciò che si sta suonando. Da notare che anche i grandi solisti di musica classica, (genere in cui la lettura diretta è obbligatoria),proprio per questi motivi, in genere non leggono (pur sapendolo fare).
Sono proprio questi grandi solisti a rappresentare il musicista "completo" ovvero il possesso di entrambi i requisiti.
Il musicista diplomato sa leggere ed eseguire accuratamente quasi qualsiasi partitura, ma quasi tutti senza il foglio davanti agli occhi non sono in grado di fare nulla. Fanno fatica a memorizzare le parti, non hanno idea di cosa sia un'improvvisazione e spesso sono poco espressivi. D'altronde a un violino di fila non viene richiesto questo, ma certo non ci si può considerare completo come musicista.
Un' altra importantissima cosa che dovrebbe essere materia di insegnamento è l'educazione all'ascolto!
Chi pensa che i bambini non siano in grado di apprezzare musica complessa commette un grave errore, è molto più facile che sia un bambino dalla mente ancora pulita ad apprezzare che ne so...un Bartok (visto che è apparso nei commenti precedenti) piuttosto che un adulto assuefatto alla musica-spazzatura.
Un' ora alla settimana di puro ascolto di musica di qualità, già dalle elementari credo sarebbe un vero toccasana!
Certo se queste idee fossero messe in pratica l'industria discografica ne soffrirebbe molto.
L'interesse dei venditori di merda sonora è in posizione opposta a quella di una diffusa cultura musicale.
Diversi anni fa un produttore discografico dopo aver ascoltato un demo che gli era stato proposto da un gruppo nel quale suonavo rispose più o meno così:
"Musica di qualità...invendibile! Non troverete nessuno disposto a produrvela.
La musica di qualità costa, rende solo nel lungo periodo e ha il difetto di abituare gli ascoltatori a pretendere.
La musica commerciale costa poco, fa guadagnare subito e mantiene basso il livello culturale degli ascoltatori che così continueranno a comprare musica di scarso livello.
A cosa mi serve produrre uno o due artisti validi se poi la gente mi diventa esigente e non mi compra più gli altri 200?
A cosa mi serve investire un sacco di soldi per promuovere artisti che mi renderanno forse fra 5 o 10 anni?
Non siamo più negli anni '60 (erano gli anni '90), se oggi dovesse arrivare un nuovo De Andrè verrebbe messo alla porta da tutti.
Ah, concordo assolutamente! Mettiamoci pure vicino Zakir Hussein e molti altri. La ritmica della musica indiana è una meraviglia di complessità e varietà! Già lo strumento ritmico x eccellenza, il tabla che molti ignoranti definiscono "bongo" è un capolavoro di artigianato! Si pensi che esistevano in India famiglie di artigiani che si tramandavano le tecniche di costruzione di tale strumento e il loro lavoro veniva considerato quasi come quello dell'artista che lo suonava.
Figure ritmiche stupende, poliritmie, a volte anche frasi in dispari...una meraviglia. Anche tutto il resto delle musiche tradizionali indiane è molto interessante, soprattutto il culto dell'intonazione e gli intervalli microtonali.
Però non ne farei una questione di meglio o peggio rispetto alla musica africana, si tratta di generi completamente diversi e ognuno vale per quello che è.
In realtà a questo mondo c'è tantissima musica tradizionale di altissimo valore che dovrebbe venir tutelata come patrimonio dell'umanità, mentre invece finisce per essere distrutta o snaturata dalla cultura occidentale.
Già l'inserimento di strumenti occidentali in scala temperata (ahimè...molto di moda fra i musicisti sia indiani che africani che arabi etc. etc.) costituisce un impoverimento notevolissimo alle musiche tradizionali (che a parte in occidente non si basano sulla scala temperata). Gli indiani per esempio non hanno mai usato le modulazioni (tecnica compositiva che consente all'interno dello stesso brano di passare da una tonalità a un'altra) in quanto i loro strumenti non lo consentono. Cambiare tonalità è sicuramente una figata nella musica occidentale, ma in quella indiana che si basa sull'intonazione perfetta ciò non è possibile. La scala temperata (la nostra) è di fatto leggermente stonata, noi non ce ne accorgiamo, ma gli indiani assolutamente si! Hanno un orecchio più fine del nostro. Nonostante ciò, ormai da decenni questa peculiarità si sta perdendo, soprattutto nella musica da film (Bollywood), molto popolare in India, gli strumenti elettronici in scala temperata stanno progressivamente rimpiazzando le scale tradizionali. D'altronde è questione anche in questo caso di soldi...produrre musica commerciale (seppur in stile asiatico) con gli strumenti occidentali costa molto meno.
Con questo non ho nulla in contrario alle contaminazioni, in fondo tutto è contaminazione. Gli incontri fra culture differenti sono sicuramente una ricchezza, finchè avvengono in modo "naturale". Diverso è quando una cultura si mangia letteralmente le altre, cosa che sta succedendo oggi. Per questo sarebbe veramente il caso di tutelare le musiche tradizionali, altrimenti perderemo questi patrimoni in poche generazioni.
E' una riflessione che si potrebbe estendere anche ad altri campi, x esempio i mestieri artigianali. Abilità che si sono perfezionate in secoli di intere vite dedicate a quello che in pochi decenni stanno scomparendo...
Se per qualche motivo ci dovessimo ritrovare a dover vivere senza quelle "comodità" che rendono possibile la produzione industriale (x esempio l'elettricità) cosa sarebbe di noi? Non saremmo capaci di fare più nulla, neppure di costruirci una sedia.
E mi è difficile leggere questo come un progresso...
www.youtube.com/watch?v=eB_SQ4wmzE0
Ecco un'altra idea da mettere nei programmi di educazione musicale nelle scuole...l'ascolto della musica tradizionale delle varie parti del mondo.
Tra i miei preferiti quel memorizzato attimo "sconquassante" della prima volta legato alla prima opera che ascoltai: Lucia di Lammermoor.
Di "sconquassante" postai il "penetrante".
"Emozioni di poco conto".
Certo il contributo delle poliritmie indiane è stupefacente e loro imparano tutto sui tabla per poi arrivare a figure tipo 5:1, 6:1, 7:1, 8:1, ecc e suonano come degli accelerando quando in realtà la pulsazione è rimasta invariata (e viceversa). Quanto all drumming afroamericano hanno contribuito in maniera diversa anche loro moltissimo, se penso ad un Jack De Johnette (tra l'altro ottimo pianista jazz, non a caso) ad un Roy Haynes (quando invece lui accelerava davvero per poi tornare a tempo come sul disco TRIO MUSIC con Corea quando suonano la musica di Monk) ed altri batteristi fenomenali.
A livello microtonale vorrei segnalare Le Mystère des Voix Bulgares, che fanno cose strepitose (ad un quarto di tono di distanza l'una dall'altra) con arrangiamenti della musica popolare bulgara da far venire i brividi (una volta a Sofia, cacciai via di malo modo l'ambasciatore italiano perché parlava durante un loro concerto due sedie a fianco della mia!)
Infine una curiosità che pochi sanno: mia moglie è cinese (ma non è questa la curiosità) e mi ha tradotto un articolo dal cinese molto interessante. Lei ha suonato il flauto cinese per 15 anni e lo suona anche bene. Mi dice che hanno rinvenuto in una tomba cinese un flauto di oltre 8000 anni (così è risultato all'esame del carbonio 114) e sembra ci fossero tutti e 12 i semitoni come li conosciamo noi...
No, il link non c'è, ma in compenso di quel solo di Trilok ho il CD :-), così come 3 delle voci bulgare...
E appunto che dire della musica tradizionale bulgara...o di quella balcanica tutta in dispari. E che dire della vocalità dei mongoli e dei tuvani... Tesori da salvaguardare!
E sempre nelle scuole pensa a come sarebbe bello integrare le ore di geografia con dei bei ascolti delle musiche locali!
Questa del flauto cinese è interessante, ma sarebbe da approfondire un po'. Nel senso che un flauto (e ancora di più una tromba) a meno che non possieda una complessa meccanica (tipo flauto traverso) che dubito riesca a durare integra x 8000 anni, può fare in realtà qualsiasi nota chiudendo più o meno i fori. Diciamo che possono aver trovato un flauto con 12 fori, ma questo non significa che sia stato in grado di eseguire la scala temperata, visto che basta una minima variazione del diametro di uno di essi per cambiare nota e credo sia difficile che i calibri siano rimasti perfetti in questo tempo lunghissimo.
Che siano stati ritrovati strumenti così antichi credo sia una cosa possibile, della storia remota dell'umanità sappiamo veramente poco e non è improbabile che siano esistite altre civiltà evolute e in seguito scomparse, così come è abbastanza credibile che gli strumenti musicali abbiano accompagnato l'umanità da sempre. In effetti non esiste popolo sul pianeta che non abbia in qualche modo prodotto musica!
Pensa te...siamo l'unica specie fra milioni ad aver sempre convissuto con la musica...vabbè anche gli uccelli cantano, però nessun altro animale suona.
Quale altra attività richiede la coordinazione di tutte le dita, magari leggendo contemporaneamente uno spartito, il tutto con una precisione di frazioni di secondo e soprattutto sincronizzato con altre persone... Non ci si pensa mai ma in verità è un lavoro complicatissimo, eppure c'è chi lo riesce a fare anche da ubriaco o drogato...
Credo che ci stiano abituando a musica di basso livello . A musica semplice o solo orecchiabile e basta .Sono molto d'accordo che si deva insegnare musica nelle scuole . Insegnar,sopratutto , ad ascoltare e capire musica più complessa e più ricca più stimolante intellettualmente .
Non è per niente un caso , secondo me , che non si insegni più . Se la gente capisce ed apprezza musica più complessa più impegnativa dal punto di vista intellettuale ,cio'è diventa più esigente nella musica ,dopo questa esigenza l' applicherebbe a tutti li aspetti della vita . Dalla politica, all'economia ,ecc .
In pratica si stà abbassando il livello culturale della gente tanto da permettere alla testa del meno acculturato di sfiorare questo livello e poter dire che ce più cultura .
Concordo con tutti gli altri commenti, Zakir Hussein et Co.
Si parla di ritmo indiano, ascoltate questo breve assolo, stupefacente!
www.youtube.com/watch?v=lRcne9GaKtY
A scuola ho fatto ascoltare i konnakol.
Si sono divertiti da morire.
In questo video youtu.be/jA_3g8zgMf0, ad esempio, si nota come i due musicisti battano le mani a ritmo regolare.
È divertentissimo far vedere come muovono le mani e poi invitarli ad imitare.
Già solo tenere il ritmo costante della mano non lasciandosi confondere dalle variazioni con la voce, è un esercizio di potenziamento eccezionale dell'attenzione.
Non si può non quotare,
e lo dico io che prediligo la italodisco anni '80 (essenzialmente '82-'83-'84), non sono mai riuscito ad apprezzare la classica e credo che derivi da una mancanza di educazione musicale vera e propria fin dall'infanzia, e da grande da una mancanza di tempo ad approfondire l'argomento, ammesso che sia possibile da grande rieducarsi al riconoscimento ed al piacere di determinati suoni, penso questo perché con alcune (poche) sinfonie famose, vedi la 40 di Mozart, se mi capita tendo ad ascoltarle con piacere, spengere lo sento quasi come un delitto, seppure non è la musica che prediligo, ma sento che su quel versante mi manca qualcosa, mentre, invece, per esempio il jazz non mi ha mai detto niente, l'ho sempre percepito con discreto fastidio.
Non ho un cervello musicalmente educato, sono un pò ignorante da questo punto di vista, ma alcune commerciali, che seppure non seguo ma prima o poi ti capita di sentirle a giro, sono (o mi sembrano) notevoli, ad esempio questa, che ne pensi?
www.youtube.com/watch?v=cJNg4bFGpdM -
lo stesso solo (a mio avviso migliore) qui youtu.be/eGP85_-szRk?t=419
e qui con la voce in duetto al minuto 4.30 www.youtube.com/watch?v=ObsTcReqZzk
www.youtube.com/watch?v=VIIBJnRSjrk
e qui Asere (cubani) con Habanera (Billy Cobham alla batteria)
www.youtube.com/watch?v=VeBmBXBKCXk
Per quanto riguarda il Jazz anche qui va fatta una guida all'ascolto perché se uno prende in mano un disco di Ornette Coleman (che a me piace moltissimo) come prima esperienza nel jazz, va da sé, che ne rimarrà traumatizzato.
Kind of Blue è l'album che consiglio per iniziare di M. Davis. Lo splendido Blue In Green (TC 00:18:47) è di Bill Evans. Davis diceva sempre che i bianchi non sapevano suonare jazz, però se ne avvaleva continuamente...
www.youtube.com/watch?v=j9QXpfvgSVk
PS col jazz bisogna avere un po' di pazienza e non buttare via tutto dopo 5 minuti. Consiglio iniziare con Blue in Green e molteplici ascolti.
Per rimanere sul ritmo ti propongo questo ragazzino...
www.youtube.com/watch?v=7Bqj3wrawvc
Qui si fa MUSICA.
www.youtube.com/watch?v=efERFCN0B_0
Eh...con Pat Metheny si sfonda una porta aperta :-), grande il batterista e pure tutti gli altri.
Fra l'altro Lyle Mays è uno dei miei tastierai preferiti...gusto, sensibilità, suoni stupendi...altro che solo tecnica!
Sicuramente artisti di quel calibro hanno tecnica da vendere, ma la mettono al servizio della Musica e non viceversa.
Ecco uno dei fenomeni che mi stanno più sui coglioni degli ultimi decenni, quello di ridurre la musica a "circo" ovvero ostentazione di velocità e tecnica fini a se stesse.
Mi è capitato di vedere video di giovanissimi asiatici velocissimi e abilissimi ma completamente inespressivi. La musica dov'è finita? Quello che mi comunicano questi fenomeni è solo la tristezza al pensiero di quanta durezza hanno subito quei bambini per costringerli a sacrificare la loro infanzia a studiare per gratificare l'ego dei genitori.
Non mi importa nulla che un musicista riesca a fare 1000 note al minuto o altre cose difficilissime se non mi comunica nulla! La musica è comunicare emozioni, non dimostrare bravura!
E un'altra "moda" che mi irrita moltissimo è quella delle competizioni fra artisti...
Credo sia una delle cagate più puzzolenti...come si può gareggiare fra artisti? Quali caratteristiche vengono valutate?
E soprattutto CHI può decidere che un artista sia migliore di un altro?
Concordo, la musica in questi talent show (ma non solo) è presentata come 'fenomeno da baraccone'. Fa parte, a mio avviso, del piano di ridotta (se non nulla) consapevolezza delle masse. La musica che si può definire tale, ossia quella vera, è portatrice di un messaggio di verità enorme. E per capirlo bisogna fare un percorso di consapevolezza, che piaccia o no. Pertanto, i messaggi di verità, debbono essere nascosti o secretati, per poter continuare ad indottrinare le masse con tutte le altre idiozie che i media di regime e non, (la c.d. opposizione controllata), cercano di imporre alle masse. Un vero e proprio controllo mentale collettivo, se vogliamo metterla così.
Per questo, la musica in quanto linguaggio universale è estremamente pericolosa. Sveglia le menti, le impone a lavorare in multi-tasking. In più acuisce il senso critico. E t'ho detto poco...
Quanto all'Asia, dove viaggio spesso, hanno l'hardware ma non il software. Tutto è funzionale e il culto della cultura semplicemente non esiste (a parte forse il Giappone). Loro non capiscono neppure l'utilità. Però si guardino le loro città e le nostre, la loro arte e la nostra e trovi subito la risposta. La Cina come fu ai tempi d'oro, è stata rimpiazzata da un mostro a due teste, una imperialista l'altra finto-comunista. Si compete a botte di soldi (i nuovi miliardari sono quasi tutti in Cina) e di quantità (le tue famose 1000 note al minuto).
la musica
l'arte
il latino
il greco
l'ittita
il cineforum
la geografia
la filosofia
la religione
la guida del carro
l'educazione alla pace
l'educazione sentimentale
la gastronomia
il curling
il canto yodel
la mungitura a mano
l'amore
la pace nel mondo
il galateo
postura e dizione
la scultura, ecco, e che non vuoi insegnare i principi della scultura, viviamo in un paese che vive sulle spalle dei grandi scultori!!
Secondo me questo era l'utilizzo originale della musica.
Già...ma che dipinti stupendi riesce a fare...:-)
Cmq concordo assolutamente sulle sue qualità! Un musicista eccezionale a tutto tondo!
Non sapevo si fosse ritirato e me ne dispiace, artisti così non si trovano facilmente. Avevo sentito che soffre di problemi di salute ma non saprei quali. Speriamo bene, vorrei vederlo almeno ancora una volta dal vivo e sicuramente ha ancora tanto da dire.
Verissimo! La musica (quella vera) è assolutamente nociva per i sistemi di potere!
In Cina non ci sono mai stato ma conosco persone che ci vanno, e mi confermano quanto hai scritto. Eh...il turbocapitalismo sta distruggendo tutto...questo è il vero virus letale.
la musica Sicuramente!
l'arte Idem
il latino Almeno quella minima base per capire da dove veniamo
il greco Idem
l'ittita Beh...magari è un po' troppo
il cineforum Si ma scegliendo film di qualità
la geografia Dovrebbe esserci ancora...mi auguro
la filosofia Si
la religione Si ma con molta attenzione...a non indottrinare. Meglio ancora studio delle religioni.
la guida del carro
l'educazione alla pace Importantissimo
l'educazione sentimentale Idem
la gastronomia Anche molto utile
il curling Boh...questa non l'ho capita
il canto yodel Diciamo il canto in generale
la mungitura a mano Direi rudimenti base delle principali attività agricole
l'amore Eh...difficile insegnarlo...quello bisogna maturarlo dentro.
la pace nel mondo Qui mancherebbero gli esempi
il galateo Mah, questo non lo reputo particolarmente importante
postura e dizione Direi una sana educazione fisica che includa anche la postura, fondamentale per la salute. La
dizione diciamo che può essere utile ma non indispensabile.
la scultura Come per greco e latino un minimo di base ci sta.
Aggiungerei quelle che in passato venivano definite "attività tecniche" (edilizia, falegnameria, ferro, attrezzi, meccanica, elettrotecnica ma anche taglio, cucito, ricamo etc.), una buona base di "fai da te" in modo che i futuri uomini non si ritrovino a dover chiamare un tecnico ogni qual volta si brucia una lampadina o perde un rubinetto, insomma imparare almeno le basi di quello che tutti in passato sapevano fare.
Ci aggiungerei l'educazione al risparmio, ai fini di evitare di ritrovarsi generazioni di sperperoni che si fanno fregare dai tanti furbacchioni in giro. Non si può vedere gente che chiede prestiti per comprare telefonini o vestiti...proprio non si può vedere.
Alfabetizzazione emozionale! Sapersi guardare dentro, imparare ad accettare senza pregiudizi quello che sentiamo e a capire da dove arriva. Educarci all'autostima, cosa ben diversa dall'avere un ego tronfio ma fragile come un palloncino.
Educazione al rispetto! Degli altri, dell'ambiente, di se stessi.
Gestione delle situazioni di crisi. Saper affrontare momenti problematici senza farsi prendere dal panico e fare cazzate.
Nozioni di base di pronto soccorso. Possederle può salvare vite.
Educazione stradale, visto che la maggior parte dei bambini in futuro guiderà perchè non iniziare già precocemente? Sono certo che funzionerebbe molto più di multe e sanzioni varie per responsabilizzare i futuri conducenti.
E poi ci potrebbero stare anche cose meno importanti ma sempre utili, quali saper riconoscere le erbe officinali, le specie animali presenti nel territorio, un minimo di storia della propria città, i monumenti presenti, gli artisti locali etc.
Questa sarà anche facile da collegare nella tesina con la musica, grazie a Michele Zarrillo
www.youtube.com/watch?v=Gygsg509UCg
Non ti dico che fanno questi, distruggono edifici di 3-400 anni per far passare l'autostrada! Come se la Cina fosse piccolina e non avessero spazio!
Hai perfettamente ragione e piccolo e ancora senza un suo carattere, suona con una tecnica notevole e solo con quella, per adesso e per far musica ne corre di acqua sotti i ponti...
#80 zlatorog
Sicuramente troppo spesso si ammirano i fenomeni da circo e le acrobazie tecniche...anche questo è molto vero.
Bellissimo!
www.youtube.com/watch?v=g1pA93LQKi4
Prendo nota
Scusa, posso?
www.youtube.com/watch?v=JnpyCEUESEw
(con Michael Brecker, Jaco Pastorius, Don Alias).
PS nello stesso album sul brano In france they kiss on main street Metheny cita l'intro di Phase Dance pure... che band! Poi per non parlare l'album in onore di Mingus con della gente da paura!
#90 zlatorog -
Certo bellissimo! Vorrei far notare che intonazione ha Johnson con l'archetto nell'Alaskan Suite (si sente che ha studiato violoncello!). Poi the Mirror of the Heart c'è tutta la poesia di Mays.
Lyle if you're reading this, come back!
Ci mancherebbe!!
Da brivido...un concerto live stupefacente...
L'unica cosa che non mi piace in queste riprese del live è aver inserito filmati che mi disturbano dal godere e nel vedere in toto dei musicisti straordinari.
La prima la conoscevo, bella bella,
la seconda carina,
il jazz continua a non trasmettermi niente, ed allora preferisco il silenzio.
Un altra questione è che per godersi la musica serve anche l'hardware relativo, certamente oggi essendo in digitale si possono attaccare delle cuffie\auricolari (di qualità decente, non gli auricolari che si trovano a 2euro che hanno una risposta in frequenza risibile) ai riproduttori e sentire abbastanza bene, ma senza auricolari il problema dell'ascolto resta, dei miseri altoparlanti al pc non rendono bene i suoni, come fai a goderti una sinfonia di Mozart (Luchesi?) o le quattro stagioni di Vivaldi senza avere il vecchio hi-fi e con un equalizzatore settato per la stanza in cui sei? L'equalizzatore in qualche modo può dartelo il pc\riproduttore, anche se non sempre si regola in modo ottimale al pc, ma un buon amplificatore da 60-100watt, per un ambiente relativamente piccolo, con delle buone casse serve sempre.
Quanto al jazz, non puoi aspettarti che ti piaccia dalla sera alla mattina, è un percorso un po' lento. Ma io una chance fossi in te, gliela darei. Inizia con Kind of Blue che ti ho inviato e magari ascoltalo più volte poi vedrai che l'orecchio non sarà più così nuovo alle dissonanze del jazz.
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3) INTERVISTE & ARTICOLI
* Intervista - Radio Kalaritana
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* Mediterraneaonline
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* Luogocomune
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* OggiScuola
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* Intervista su Radio Kalaritana
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* Mediterraneaonline
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su "Luogocomune.net"
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