In un momento in cui “non fa comodo” ricordare le radici naziste dell’Ucraina, il genocidio dei polacchi da parte degli ucraini durante la guerra mondiale è passato completamente sotto silenzio. (Le immagini allegate all’articolo sono pubblicate a parte, perchè sono immagini forti).
di Maurizia Leoncini Vecchi
Mentre US, UK e UE, pur assorbiti dalle loro politiche interne, continuano ad inviare armi a Kiev (dove Zelenskyy non arresta le sue staliniane epurazioni) per foraggiare la guerra di logoramento contro la Russia, un fatto di non piccola importanza è sfuggito all’attenzione dei media. In OGGI7 del 6 marzo 2022 si era previsto che la migrazione in massa di popolazione ucraina verso la Polonia, avrebbe inevitabilmente riaperto ferite mai rimarginate. Così è stato.
Dall’anno 2016, l’11 luglio è, per i polacchi, il ‘giorno della memoria’, data in cui in tutto il Paese ed anche in ogni comunità e chiesa polacca su suolo estero si piange il genocidio che avvenne tra il 1939 e il 1945 (ma con particolare ferocia tra il 1943-44) in Ucraina, contro la popolazione di lingua polacca. 1.500 villaggi polacchi cessarono di esistere e le terre su cui fiorivano, rase al suolo, divennero proprietà ucraina.
Il Presidente Andrzej Duda ha commemorato la mattanza che ebbe luogo in Volhynia ed Est Galizia e che raggiunse il suo apice l’11 luglio 1943, passato alla storia come ‘Domenica di sangue’. Non si trattò di pulizia etnica, ma di genocidio volto a fare scomparire ogni traccia di esistenza di polacchi (ne furono assassinati da un minimo di 100.000 ad un massimo di 300.000) sul suolo ucraino.
Sono passati 79 anni, da allora e, ancora una volta (che ci sia ora la guerra poco cambia), l’Ucraina è rimasta arroccata sulle sue posizioni di sprezzante diniego che vorrebbero porre sullo stesso piano le vittime del più spaventoso e atroce massacro occorso durante la Seconda guerra mondiale e le vittime ucraine (tra 10.000 e 12.000 secondo i calcoli comuni per eccesso), cadute per mano di partigiani polacchi che cercarono di reagire (troppo tardi) salvando quel nulla che restava e vendicando i propri morti per quello che si poteva.
Nel suo discorso, Duda ha ribadito che non vi è intento di vendetta nel volere che l’Ucraina riconosca l’orrore compiuto dalla propria gente; in questo momento la Polonia è contro l’invasione russa e accoglie i migranti ucraini, malgrado il sangue polacco versato per loro mano. Urge più che mai, anche per questo, tuttavia, ammettere la verità, riconoscerla e farla universalmente conoscere. Il Primo ministro Mateusz Morawiecki ha aggiunto che non ci può essere riconciliazione tra i due Paesi fino a quando il massacro della Volhynia non è commemorato e non vi sarà pace fino a quando anche l’ultima fossa sul suolo ucraino non sarà stata aperta (l’esumazione finora ha interessato solo un 10%).
Poco o nulla sappiamo noi, cittadine UE, del genocidio polacco compiuto dagli ucraini. Prima la copertura di Stalin, troppo impegnato a commettere i propri crimini per sollevare veli su quelli degli altri, poi, quasi contemporaneamente, la complicità degli US che, ossessionati, alla fine del conflitto mondiale, dal comunismo, protessero quanti più criminali ucraini poterono portandoseli negli States per utilizzarli come canale di spionaggio privilegiato sul suolo dell’URSS (Mazzucco, Ucraina l’altra verità).
Poca importanza che fossero nazisti, che avessero commesso atrocità, che fossero ricercati quali criminali di guerra, che fossero addirittura stati condannati a morte in contumacia. L’ala protettrice degli US vegliava su di loro e mentre a Norimberga si celebrava il processo che avrebbe dovuto rendere giustizia dei crimini nazisti, i criminali nazisti ucraini trovavano falsi nomi e la protezione della CIA.
La guerra fredda, protrattasi fino alla caduta del muro di Berlino, giustificava ogni cosa, mentre il silenzio cadeva, pesantissimo, su di un genocidio che i libri di storia ignoravano ed era tramandato, come per tutte le tragedie che investono un popolo, di padre in figlio in attesa che ci fosse, per i morti, giustizia. Dopo la fine dell’URSS, la verità ha iniziato a emergere e gli studi si sono susseguiti. La politica degli US, tuttavia, volta all’espansione della NATO a Est e a programmare, tramite l’Ucraina, tensioni crescenti con la Russia, non ha favorito la ricerca degli studiosi. Il ‘politicamente corretto’, che ha indotto nell’UE l’autocensura dei giornalisti, ha portato, in US, all’autocensura addirittura di studiosi in precedenza meritevoli di avere, se pur molto parzialmente, affrontato comunque il problema del genocidio polacco.
Lo storico Timothy Snyder di Yale, ad esempio, autore di ‘Bloodlands’, malgrado avesse già in precedenza ridotto al minimo i crimini ucraini, si è affrettato, ora, apertasi la guerra in Ucraina, addirittura a ‘lavare’ anche quel poco che aveva documentato (cfr. https://www.wsws.org), giungendo a giustificare Bandera e facendone il simbolo dell’irredentismo ucraino, riemerso attraverso l’attuale dilagante nazismo (non dimentichiamo che partiti nazisti, nel cui programma vi è la pulizia etnica contro i russofoni, sono nel governo Zelenskyy).
Poco importa che a Bandera si debba un milione di ebrei uccisi e che al suo braccio destro, Mykola Lebed, siano da ascrivere almeno 37.000 polacchi massacrati. Lebed, protetto dalla CIA è fra i criminali che finirono i loro giorni, serenamente, negli US, con incarichi di alto livello nei Servizi. Intanto, in Polonia, con fatica e dolore si è iniziata a scrivere la storia negata.
Nel 2000 è uscito un monumentale, documentatissimo lavoro ad opera di Wladyslaw e Ewa Siemaszko (‘Genocide committed by ukranian nationalists on the polish population of Volhynia during world war II 1939-45’), a tutt’oggi punto di riferimento obbligato per ogni studio (cfr. anche l’attuale ‘Genocidium Atrox’), che riprende importantissime testimonianze e quanti più documenti ancora esistenti, da cui è inequivocabile il progetto e l’attuazione del massacro.
Un ordine dell’OUN (Organizzazione dei nazionalisti di Bandera, ad oggi modello di riferimento in Ucraina) impone (inizi 1944): ’Liquidate ogni traccia di polacchi. Distruggete tutti i muri di chiese polacche e di loro luoghi di culto. Distruggete i loro frutteti e campi e tutto di loro di modo che non esista più traccia del fatto che abbiano messo piede su questa terra…..’. E ancora (16 aprile 1944): ‘Uccidete i polacchi senza pietà. Non deve esserne risparmiato uno solo.
Questo anche nel caso dei matrimoni misti’. Tra il 1919 e il 20 si era consumata ai confini polacchi, una guerra civile ucraino-polacca, conclusasi con la vittoria dei secondi e la costituzione della Seconda Repubblica Polacca, ma nulla poteva fare presumere che dopo più di 20 anni di convivenza, che pareva pacifica, gli ideali nazisti per la pura razza ucraina sarebbero giunti a compiere il più spaventoso genocidio, in quanto ad atrocità, che la Storia moderna registri.
A questo proposito, vale soffermarsi su quanto accadde, con particolare attenzione alla Volhynia e che pone tale mattanza al di fuori di qualsiasi ‘canone dell’orrore’ in cui lo sterminio di esseri umani possa ricadere (alcuni confronti li possiamo solo parzialmente dedurre dai resoconti delle stragi cosacche del XVII secolo e dal genocidio dei Serbi di Prebilovci, oltre 800 donne e bimbi, per mano Croata nel 1941).
La singolarità del genocidio polacco è nell’attiva partecipazione di tutta la popolazione ucraina della regione, armata con asce, coltelli, forconi (qualora le armi mancassero), nell’impedire ai polacchi di mettersi in salvo, nell’ostacolare ogni deportazione, negli attacchi sempre notturni, nell’organizzazione di assatanate donne rapaci e addirittura ragazzi e bambini istruiti a razziare e a infierire e finire i feriti. Tutto ciò nulla ha a che vedere con l’attiva partecipazione ucraina allo sterminio tedesco-nazista degli ebrei e degli ebrei polacchi, il che riveste un capitolo a parte.
L’Olocausto fu perpetrato da organizzazioni criminali in divisa (Einsotzgruppen der Sicherheitspolizei o Sicherheitsdiertst). Questo non avvenne, nel caso dei polacchi. Le truppe di Bandera, Bulba, Melnik addestrate dai tedeschi, non furono determinanti. Determinanti furono le migliaia e migliaia di contadini e locale ‘gente perbene’ che, nel delirio di massa di una pura razza ucraina, compirono le più bieche atrocità contro i propri vicini, incendiando villaggi, torturando e crocifiggendo, scuoiando e squartando, impalando, impalando anche i neonati sulle baionette, facendo a pezzi corpi vivi a colpi d’ascia, stuprando, massacrando il ventre delle donne incinte, sventrando, bruciando vivi singolarmente e nei roghi collettivi e seppellendo vivi nelle cavità dei pozzi chiunque avesse sangue polacco nelle vene.
Speciale menzione va riservata alla sorte del coniuge polacco nei matrimoni misti e ai bambini nati dal matrimonio. Mai, in nessun genocidio, abbiamo il coniuge che massacra il proprio sposo, né l’assassinio dei propri bambini, unicamente rei di avere non puro sangue ucraino nelle vene. Perfino l’Olocausto non registra simile barbarie. Altro carattere particolare è che il genocidio polacco d’Ucraina non è eseguito da forze occupanti, ma da quegli ucraini che erano stati polacchi sotto la Seconda Repubblica di Polonia e che conservarono poi accuratamente i propri documenti (o usarono quelli dei morti) per servirsene nella fuga verso l’Ovest a fine guerra.
Inoltre, la distruzione totale dei villaggi, completamente rasi al suolo al punto da rendere non rintracciabile la loro esatta ubicazione, non trova riscontro in altri abomini. Dopo il massacro di Wola Ostrowiecka il comandante locale Lysiy, poteva annunciare ‘Abbiamo liquidato tutti i polacchi, dai più giovani ai più anziani. Abbiamo bruciato ogni cosa e ci siamo impossessati di ogni loro avere’. Questo è quanto le fonti (Siemaszko, Genocidium Atrox) registrano.
Certo vi furono anche eccezioni: ucraini che preferirono morire con la propria famiglia ‘mista’ o pagarono con la vita il rifiuto di partecipare alla mattanza, ma furono esempi rari come gocce di pioggia sull’Oceano del Male. I genocidi sono un peso enorme, sulla coscienza di un popolo. I tedeschi, tuttavia, seppero guardare al proprio orrore e chiedere perdono (Presidente Roman Herzog, Varsavia 1.8.1994) alla Polonia.
Così fecero i russi (Presidente Boris Yeltsin, 25.8.1993) che chiesero perdono per i 22.000 soldati polacchi prigionieri sterminati in Katyn e del cui massacro Stalin incolpò falsamente i tedeschi. Non una sola parola, invece, è giunta dal popolo ucraino. Poroshenko, rispose con il disprezzo e bloccò le esumazioni. Un popolo che non sa chiedere perdono per la propria barbarie è un popolo che ha perso il contatto con la propria umanità e resta facile preda di recidive.
E’ quanto abbiamo visto accadere in Ucraina, su istigazione, questa volta, non tedesca, ma, più o meno indirettamente, statunitense. Il nazismo, la pura razza ucraina, gli eccidi del Donbass, le torture registrate nei documenti ONU e OSCE, fanno degli ucraini una popolazione complessa, che questa guerra e l’interessato sostegno degli US e dell’UE non aiuta ad un confronto con il proprio passato.
Quello che vediamo in Zelenskyy è l’arroganza dell’impunità: non un passo verso Duda, l’11 luglio, giorno della memoria, e non una sola parola si è spesa nell’UE per chiedere giustizia per il genocidio polacco perpetrato dagli ucraini. I genocidi non vanno in prescrizione.
Portati davanti ai tribunali i loro massacri, ci sarebbe speranza, per il popolo ucraino, di guardare a un futuro non caratterizzato dall’apologia di nazismo, di una pura razza ucraina in nome della quale giustificare mattanze, mentre l’impunità lo rende facile preda di nuovi orrori (non dimentichiamo Odessa e la pulizia etnica iniziata da Poroschenko nel Dondass nel 2014 e proseguita fino all’intervento russo). Apologie e metodi sembrano sempre gli stessi. L’UE, che tanto avrebbe potuto e potrebbe, tace, troppo impegnata a inviare armi che seminano morte e distruzione, dimostrandosi, ancora una volta, complice. Su tutti noi pesa il giudizio della Storia che non conosce perdono.
Shlomo Sand ne "l'invenzione del popolo ebraico" ha demistificato la più grossa di queste panzane.
Ma siccome queste divisioni fanno tanto comodo al potere soprattutto per destabilizzare casa altrui e organizzare rivoluzioni, allora ecco che periodicamente spuntano politici che fingono di credervi.
Tali e tanti sono i genocidi (a scuola ne insegnano solo uno, piu' o meno) che viene il dubbio: forse quelli sbagliati siamo "noi", e l'uomo e' veramente una bestia - con un Jack lo squartatore in latenza dentro ogni uomo.
E' inconcepibile come si possa commettere quei gesti e poi continuare una vita normale. Eppure succede.
Piu' sul pratico, non capisco i Polacchi dei nostri giorni. Fanno i giorni della memoria e poi consegnano i carri armati agli ucraini. Contenti loro.
Fino al 1918 era tutto Impero Zarista, poi con la Rivoluzione chi poteva si è reso indipendente (Polonia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania), ma la guerra con la Polonia è continuata mi pare fino al 1925!
Polacchi ed Ucraini si sono combattuti per secoli...
Qui ne fa un sunto:
La doppia (e reciproca) pulizia etnica tra Polonia e Ucraina
www.eastjournal.net/archives/2286
Come dimenticare poi la Guerra Polacco-Sovietica del 1919?
In quel caso fu tutta iniziativa dei Polacchi!!
Gli stessi Polacchi che assieme agli Ucraini attaccarono l'Unione Sovietica:
"Nell’aprile del 1920 l’esercito polacco, fiancheggiato dalle truppe ucraine, poteva disporre di circa 120.000 uomini. A una parte delle forze era stato assegnato il compito di presidiare la Bielorussia, mentre altre erano state mobilitate per l’invasione dell’Ucraina."
coalizioneoperaia.com/.../...
Nessuno nega che il genocidio dei Polacchi sia una cosa atroce... ma bisogna guardare bene cosa è successo lì prima...le colpe non sono mai solo da una parte.
Penso che continueranno a fornigliene fino all'ultimo ucraino, in sostanza se ne liberano (degli ucraini) senza muovere un dito, fanno tutto da soli.
una circostanza di cui sono venuto a conoscenza da poco
e che credo sia ignota ai più.
La primavera scorsa ho partecipato ad un viaggio a Trieste;
nel programma era inclusa un visita alla "Risiera di San Sabba",
che, come dovrebbe essere noto, è stato l'unico campo di
concentramento e sterminio in Italia durante la seconda WW.
La guida ci ha spiegato molto chiaramente che a fianco delle
truppe naziste tedesche e dei fascisti italiani, operavano anche
militari NAZISTI ucraini in numero non trascurabile.
Ed ora l'occidente "democratico" sta riempiendo di armi non certo
difensive (ammesso che mai un'arma possa esserlo) questa gentaglia....
Meditate, gente, meditate.
Anche da noi: gli italiani (popolo) è in maggioranza contrario a mandare le armi. Il governo (burattini della NATO) le manda lo stesso.
L'arrivo della Pelosi a Taiwan è previsto per oggi alle16:30 ora italiana o 10:30 ora di Taiwan.
La Cina ha avvisato che se scende dall'aereo sarà guerra.
Così i media potranno berciare:
"Ha stato la Cina!!"
Quindi facciamo esattamente come vogliono i padroni: via tutti gli Stati, siamo tutti uguali, e tutti schiavi.
Eliminiamo gli "Stati", lasciamo solo le multinazionali che sono tanto brave e tanto buone.
Ah, così per saperlo... visto che "le multinazionali tanto brave e tanto buone" NON PAGANO TASSE...come le finanzi cose banalissime come scuole ,sanità, strade, infrastrutture, vigili del fuoco, etc??
La Pensione, la Naspi, etc etc, te le fai pagare da babbo natale???
E tutti quei clandstini che adesso mantieni tu con le tasse, e che ovviamente dopo verranno in misura 1000 volte superiore...chi li mantiene???
Sempre babbo natale???
No grazie, di pure a quelle merde di soros e bonino che non siamo interessati!!
Vero.
Tuttavia nel caso Polonia mi sembia piu' marcato il contrasto, con lo stesso Duda presente alla commemorazione del massacro e un macigno nella scarpa proprio rispetto all'ucraina. Ci si aspetterebbe una reazione visibile da parte del popolo, nulla da sorprendersi se questa c'e' stata ed e' stata tenuta sottotraccia.
Ma tant'e'.
Nel 2010 succede "l'inciedente"; già nel 2012 trovarono che qualcosa non quadrava:
Bomba o non bomba?
Era il 10 aprile di due anni fa. E’ stato l’incidente più grave, più controverso, più torbido della recente Storia europea. Quando il Tupolev 154 che trasportava il presidente della repubblica polacca, Lech Kaczynski, insieme agli alti papaveri militari è caduto a Smolensk, in Russia, molti hanno pensato che si trattasse di un attentato. Ma non c’erano prove. Oggi quelle prove – pur non schiaccianti e definitive – sembrano esserci. Tracce di esplosivo sono state ritrovate di recente sui rottami dell’aereo presidenziale polacco. A dirlo è il quotidiano conservatore Rzeczpospolita: “i test hanno confermato la presenza di tracce di Tnt e di nitroglicerina su trenta sedili. Questa sostanza è stata individuata anche su un punto di congiunzione tra la carlinga dell’aereo e un’ala”.
www.eastjournal.net/archives/22908
POLONIA: Nuove verità sull’incidente aereo che uccise il presidente Kaczynski
Matteo Zola 29 Settembre 2016
Una commissione di esperti, recentemente nominata dal ministro della Difesa, Antoni Macierewicz, sta conducendo nuove indagini sull’incidente di Smolensk che, nel 2010, vide l’aereo presidenziale polacco, con a bordo l’allora presidente Lech Kaczynski e l’intero stato maggiore, precipitare nei pressi dell’aeroporto di Smolensk, in Russia, causando la morte di tutti i passeggeri, ben 96 persone in tutto.
“Prove falsificate”
Wacław Berczyński, a capo della commissione, ha dichiarato che durante le precedenti indagini “sono stati manipolati i fatti e falsificate le prove” affermando che “sono stati tagliati tre secondi dalle registrazioni di una delle due scatole nere, mentre cinque secondi sono stati eliminati dall’altra”. Colpevole di questa manomissione sarebbe Jerzy Miller, responsabile della prima inchiesta, quella voluta da Donald Tusk, all’epoca primo ministro. A suffragio delle proprie affermazioni, la commissione ha diffuso un filmato nel quale si vede Miller indicare alla propria squadra di esperti la necessità che i risultati fossero
“in linea con quelli russi, in modo da evitare domande e smontare le teorie del complotto”.
www.eastjournal.net/archives/76323
agi.it/.../...
Politica /
Lorenzo Vita
18 Ottobre 2017
L’incidente aereo del Tupolev Tu-154, il velivolo sul quale viaggiava il presidente polacco Lech Kaczynski insieme alla moglie e alcuni fra i più alti membri dello Stato maggiore polacco, è stato un evento fondamentale nella storia contemporanea della Polonia. Quell’incidente del 2010 ha segnato non soltanto la fine fisica di un segmento della classe dirigente polacca, ma anche l’inizio di una catena di eventi che hanno condotto le relazioni bilaterali fra Mosca e Varsavia ai minimi termini. L’aereo su cui viaggiava l’allora presidente polacco era diretto a Smolensk, dove il leader polacco, insieme agli altri caduti nell’incidente, avrebbe dovuto assistere a una commemorazione della strage di Katyn. Una coincidenza che ha trasformato l’incidente in una “seconda tragedia di Katyn”. Fu proprio quella coincidenza, insieme all’importanza di chi volava su quell’aereo, a far pensare immediatamente a qualcosa di più di una tragica fatalità causata dallo scontro con una betulla durante l’atterraggio. E in Polonia, subito in molti pensarono si fosse trattato di un attentato.
it.insideover.com/.../...
Ora, non vi sembra una coincidenza troppo gustosa il fatto che l'intera classe dirigente Polacca "non-filo-atlantista" sparisca grazie ad un attentato nel 2010, e subito dopo la Polonia abbandoni la sua linea "filo-russia" e diventi il più feroce "cane da guardia" degli isra-nato???
Molti del battaglione AZOV al posto della "croce" mostrano orgogliosi il martello di Thor.
La Rus’ -vikinga- di Kiev è il primo stato russo, fondato – secondo le antiche cronache – intorno alla metà del IX° secolo. Esso si estendeva su parte dell’attuale territorio ucraino, bielorusso e russo, e aveva come capitale Kiev .... 4 capanne di legno e fango senza le strade.
Quasi tutti questi fanatici del nordicismo vichingo ( che si vergognano delle loro origini slave e dei polacchi troppo slavi per i loro gusti..) sono afflitti dal delirio della supremazia come se i loro antenati Vikinghi avessero contribuito in maniera rilevante alla cultura europea ( ed intendono la cultura dell'occidente ).
La loro ignoranza storica è impressionante, e per tirare l'acqua al loro mulino tirano in ballo i normanni ( in parte di origine scandinava ) che di nordico nella loro cultura non avevano proprio nulla, perché la loro originaria civiltà che doveva fare da culla alla loro cultura proprio non esisteva.
Ovviamente tutti i popoli hanno una cultura.. ma solo pochi possono vantarsi della civiltà.
Qualcuno ha fatto notare che 1000 anni fa il livello culturale dei Vikinghi era pari o inferiore al livello culturale dei popoli "negri" degli imperi dell' Africa occidentale che non avevano mai avuto contatti con le civiltà del mediterraneo, e che TZAR è la traduzione russa di CESARE, e che alcuni nostalgici russi credono di essere gli unici eredi dall'antico impero romano ......altro che gli eredi dei "primitivi" vikinghi..
Mai lo avessero detto !!!..
Cominciano a blaterare sulla scrittura runica ( di origine Italiana tanto per cambiare, che deriva dal solito fenicio .. padre semitico di tutti gli alfabeti europei ) sulle conquiste nordiche della scienza, dei premi nobel dati a Svedesi Inglesi tedeschi.. ecc ecc..sul successo dei nordici nei paese anglosassoni.... del biondismo.. degli occhi azzurri ...di Odino.. di Thor...
L'ucraino vichingo fanatico vive di riflesso nella storia altrui... e non nella propria ucraina..
Far notare che tra i primi 30 matematici ( matematica = intelligenza.... come qualcuno crede ) più importanti di tutti i tempi, i nordici biondi ( e se nati nel nord europa.. come Newton Leibniz .. proprio nordici d'aspetto non erano ) proprio non ci sono, non serve a niente !!... ed è inutile anche far loro capire che se dovesse esistere ( sbagliato o giusto che sia il concetto ) una "razza" superiore intellettualmente, non sarebbe certamente quella scandinava...
Come potresti imporre tasse e gestire tutto quello che riguarda strade, fognature, fiumi, frane, sanità etc etc??
Sul discorso "multinazionali"...purtroppo non è così semplice "non comprare i loro prodotti": prendi ad esempio il settore agricolo.
Sono rimaste pochissime Aziende che producono e vendono sementi, e se non compri seme certificato, non puoi vendere il prodotto.
Idem per tanti altri settori...
Per favore qualcuno mi può postare un articolo che dice che i polacchi manifestano questo vivi sentimento?
Urge per chi? Sono contro l'attacco russo, accolgono i rifugiati, saranno cazzi loro i loro risentimenti o adesso noi dobbiamo chiedere le scuse di Zelensky quando proprio qui su luogocomune si è stati i primi a dire che sono cazzi loro?