Ormai sono diventate immagini familiari: case distrutte, gente che piange, interi borghi cancellati dalla mappa del territorio.

Ma quello che sta diventando evidente soltanto adesso, dopo due mesi di uno sciame sismico che non accenna a terminare, è la paura profonda di coloro che vengono ritrovarsi improvvisamente senza un futuro.

Alla morte dei propri cari si riesce sempre a dare un senso, alla perdita del proprio futuro no.

Le immagini più devastanti di questi ultimi giorni, infatti, non sono quelle delle chiese sventrate e dei campanili abbattuti, ma sono le immagini delle persone che si aggirano con lo sguardo vuoto per le strade del proprio paese, senza più sapere dove andare.

Non è certo un caso, infatti, che molti di costoro si stiano testardamente rifiutando di abbandonare il proprio territorio, nonostante l'inverno in arrivo renda impossibile pensare di rimanere a dormire sotto le tende oppure nelle proprie automobili.

Queste persone non vogliono abbandonare il proprio paese non tanto perché temano gli sciacallaggi, ma perché in realtà nel momento in cui si allontanassero dal proprio territorio si ritroverebbero ad aver perso il senso della loro esistenza.

Schopenauer definiva pazzo colui che ha perso la memoria. Nel caso dei terremotati, la situazione è molto simile: nel momento in cui viene cancellata la tua casa viene cancellata anche la tua identità. Non sei più nessuno, perché tu eri ciò che eri soltanto se inserito nel tessuto sociale in cui vivevi.

Questa esperienza traumatica, a cui stiamo assistendo ogni giorno tramite i telegiornali, ci ricorda qualcosa di essenziale e profondo che riguarda la natura umana: la nostra valenza, all'interno della società civile, è data primariamente dal ruolo e dalla posizione che occupiamo in questa società. Se tu togli al panettiere il suo negozio di pane, se togli al contadino la stalla delle sue mucche, se togli al prete il pulpito da cui predicava, tu hai tolto nello stesso istante l'identità sociale a tutte queste persone.

Certo, il panettiere potrà tornare a fare il pane da un'altra parte, il contadino potrà trovare un altro rifugio per le sue mucche, il prete potrà andare a predicare in un'altra parrocchia, ma nel momento in cui si toglie a queste persone l'habitat nel quale vivevano quotidianamente, queste persone cessano di esistere dal punto di vista sociale.

Sono come degli zombi, delle non-entità biologiche, una semplice lista di nomi e cognomi senza più un recapito o una dicitura sociale con cui identificarli.

È curioso come la nostra società sia preparata ad affrontare tempestivamente queste emergenze dal punto di vista fisico (la protezione civile ha lavorato in modo eccellente negli ultimi mesi), ma non sia poi preparata a proteggere gli individui dalla loro perdita di identità sociale.

Gli sfollati delle zone terremotate vengono sistemati con rapidità nelle varie strutture disponibili sul territorio, ma vengono spostati di qua di là come se fossero delle semplici valigie numerate da 1 a 1000.

Solo nel momento in cui questi hanno iniziato a protestare, e hanno deciso di affrontare i rigori delle notti in tenda piuttosto che vivere lo strappo emotivo con il proprio passato, qualcuno ha iniziato a rendersi conto che queste persone, al di fuori del loro territorio, non sarebbero state più nulla.

Speriamo che alla fine sia questo criterio di umanità, e non quello della semplice efficienza burocratica, a gestire la tragedia e il fragile futuro di tutte queste persone.

Massimo Mazzucco

Comments  
Grazie Redazzucco, per questa umanissima considerazione, sperando si possano apportare migliorie alle priorità di ordine pratico che le assistenze sociali di primo soccorso (protezione civile , croce rossa etc) devono necessariaemente avere in situazioni di emergenza.
Ma senza quel supporto al proprio futuro si condanna il cittadino vittima di una tragedia, ad una sofferenza prolungata.

Che fa "respirare" molti "cittadini modello" rendendoli consapevoli che "è capitato ad altri, mica a me...meno male, eh!" ...e passati i due giorni di indignazione si ritrona al tram tram di tutti i giorni....
se riescono ad accogliere MIGLIAIA di MIGRANTI, CAZZO! POTRANNO FAR QUALCOSA PER I NOSTRI TERREMOTATI!!???????
Condivido l'analisi ma non lo spirito. Andando contro la maggior parte di voi, in questo caso ovviamente e cioè quindi contro il pensiero comune - o meglio sarebbe da dire, il percepire comune: - capitasse a me domani di essere un terremotato, la mia disperazione sarebbe legata a fattori pragmatici. Dove mangio? Dove dormo? Come mi riparo dal freddo? Come posso proteggere i miei cari? Ma dell'identità sociale, non solo non m'importa nulla, anzi - ravvedo in essa un'ipocrisia e una debolezza, non umana, bensì morale e politica.

L'attaccamento e le cosiddette "radici" - ho realizzato essere un'idealizzazione e, soprattutto, contro la consapevolezza dell'uomo. Quella della "propria terra" ogni volta che la sento, mi muove un sentimento di fastidio e la giudico una cosa da poveri dentro. Lo dico nella consapevolezza, ad esempio e per l'appunto, che essendo io italiano riconosco il mio retaggio, non solo: amo l'Italia, intesa come territorio. Ma è un amore incondizionato, fondamentalmente una semplice e direi nobile questione di rispetto, nulla più.

Quindi, tornando al discorso di Mazzucco quando dice:


Quote:

Speriamo che alla fine sia questo criterio di umanità, e non quello della semplice efficienza burocratica, a gestire la tragedia e il fragile futuro di tutte queste persone.

Allora dico che concordo nel momento in cui ritengo sia o sarebbe un notevole passo avanti non considerare la cosa da una prospettiva esclusivamente chiamiamola "burocratica" (che la chiamiamo così per comodità, ma tant'è), ma nel momento che si dovesse aiutare le persone a risolvere il trauma, allora punterei nella direzione opposta e magari sarebbe ora di evolversi e capire che rialzarsi è più importante di dove ci si rialza. Chi se ne fotte di dove. L'attaccamento è sempre stato un problema. Comprese le cose materiali.

Non sei tu che possiedi le cose, sono loro che ti possiedono.

Da qui tutta una serie di miti, compresa la mitica del lavoro. Del proprio campanile. Il mio gregge. La mia casa. La mia gente, la mia terra ....

... tuo cosa? :perculante:

Retaggi e Lignaggi, PUAH

Conta solo chi ti ama e chi ami. Chi se ne frega di quattro muri se mi danno la possibilità di averne altri quattro? Chi se ne frega se andrò ad abitare e a lavorare a 100 chilometri? L'importante è farlo per chi ami e chi ti ama. Si cambia. Fanculo, sei rimasto vivo e anche ti attacchi alle tradizioni?

Da queste radici partono tutti i fondamentalismi e "la mia casa è la più bella del mondo". Crolla una chiesa, ma chi se ne fotte. L'importante è che non ci sia nessuno dentro. Dio è ovunque e nel tuo cuore.

Non c'è terremoto che può far crollare l'amore ed è l'unica cosa che conta.


Quote:

Non sei più nessuno, perché tu eri ciò che eri soltanto se inserito nel tessuto sociale in cui vivevi.

Scusa Massimo, ma neanche di striscio.

Ma quale tessuto sociale?

Siamo uomini o caporali?

Non sono più nessuno se schiatto, se perdo i mie cari. Se perdo la mia donna. Se perdo i miei figli. Ma vaffanculo il paese, l'orto e i giardinetti della scuola. La vita è fatto di noi, non di cose. Le cose sono passeggere. Solo noi contiamo.

Come superare il trauma?

Si cerca di far capire che le valige invece sono proprio numeri. Chi se ne fotte se sono il numero 15, l'importante è che ci si adoperi per aiutare e aiutarci.

Si cerca di far capire che non si è perso proprio un beato nulla, si sono solo persi costrutti e illusioni. I tuoi ricordi? Sono ricordi. Siamo troppo attaccati alle cose, ai posti, noi siamo del mondo, siamo della vita.
Perdita del proprio futuro si, ma anche del proprio passato, ed anche questa è una cosa che fa molto male.

Quote:

Perdita del proprio futuro si, ma anche del proprio passato, ed anche questa è una cosa che fa molto male.

A me fa ridere.
Mi spieghi come si fa a perdere il proprio passato?
Dico sul serio.
Calvero,
anche a me non me ne frega niente e se dovesse capitare a me (sigh) cambierei posto senza nessun problema,ma ci sono persone che morirebbero (e ne conosco diverse) se venissero sradicate dal loro habitat.

Quoting Calvero:


A me fa ridere.
Mi spieghi come si fa a perdere il proprio passato?
Dico sul serio.



Perdi la casa dove sei cresciuto, perdi la scuola dove sei andato da bambino ed ogni tanto ci passavi davanti, perdi il fioraio dove hai preso il primo mazzo di fiori a tua moglie, perdi il bar dove facevi colazione, perdi il negozio dove facevi la spesa, perdi il barbiere dove andavi quando avevi i capelli, perdi i giardini dove portavi tua figlia quando era piccola.
Perdi tutti i posti che hanno un legame coi tuoi ricordi.
Le scosse mettono a rischio un sistema che secondo la Coldiretti offre opportunità occupazionali solo nella fase di produzione agroalimentare ad almeno diecimila persone ma in pericolo ci sono anche specialità conservate da secoli, dalla lenticchia di Castelluccio al pecorino dei Sibillini, dal Vitellone Bianco Igp alla patata rossa di Colfiorito fino al prosciutto di Norcia Igp che con una produzione di 2350 tonnellate fattura oltre 50 milioni di euro, ma che nell'insieme rappresentano un patrimonio culturale del paese, oltre che economico ed occupazionale.



Terremoto Centro Italia, a rischio 3mila aziende agricole e 100mila animali

www.picenotime.it/articoli/18825.html


Questo posto è magico, è molto molto particolare. A me piange il cuore che venga sventrata la terra proprio là. Ci sono luoghi sacri. E a me sembra uno così.
Sento così.
Completamente d'accordo con Calvero, anche se posso ovviamente capire che a 80 anni la vita sia 90 per cento ricordi e 10 per cento voglia di ricominciare da zero.

Quoting Calvero:


Quote:

Perdita del proprio futuro si, ma anche del proprio passato, ed anche questa è una cosa che fa molto male.



A me fa ridere.
Mi spieghi come si fa a perdere il proprio passato?
Dico sul serio.

Sono molto d'accordo con quello che dici.
Sarà che un po' zingaro lo sono, e anche ora che da qualche anno mi sono stabilizzato, inizio a sentire i primi richiami "di qualche altro posto".
Senza indugio andrei in qualche albergo della riviera marchigiana a svernare pensando al da farsi prossimo venturo.
Le case, i muri, le suppellettili che le arredano sono solo cose, legami un po' assurdi, anche se utili, con i quali pensiamo di dare un senso alla vita, mentre le cose davvero importanti, per fortuna, sono tutte immateriali.
L' efficienza serve per l' emergenza, non demonizziamola, altrimenti la togliamo e risparmiano risorse.

Ci sono stati più terremoti recentemente, credete che qualcuno si sia assicurata la casa? Manco morti , sempre a piangere dallo stato. E risparmiare i 150 euro annui per inquilini, ed un paio di centinaia in più per i proprietari ( oltretutto sono deducibili dall' iperf se hanno reddito dal bene, e dedotti forfettari per gli inquilini o proprietari in loco) ma preferiscono tenerseli.

Non si può piangere miseria, e vivere in bungalow fatiscenti dopo decenni, erano falliti prima e lo sono dopo. Nessuno ci mette il coraggio, meglio prendere un sussidio di qualche decina d' euro oppure vivere vita natural durante in strutture popolari fatiscenti . Automuniti ma morti di fame.

La solidarietà statale e' il male in Italia, troppa gente che ci vive sulle spalle, che se fossero indigenti sarebbe giusto e seguiti per contestargli eventuali doli o frodi, ma tutti i trucchi per l' obsolescenza legislativa la rende poco efficace per gli abusi.

Io non provo pena per questa gente, che diventano tutti poveri davanti alle telecamere, come non provo pena per quelli degli scandali bancari, quando il titolo gli rendeva il 6-7 percento annuale gli andava bene, quando invece il castello di carta della loro furbizia a proprio danno è crollato , a piangere dallo stato. Io non voterei Renzi e nemmeno gli altri ( non voto proprio) proprio a causa che ha voluto fare quello scudo che rimborsava i diciamo, truffati, mentre ognuno di loro doveva fare causa civile e se il giudice gli dava ragione , bene.


Speriamo che la prossima volta ci sia sia un terremoto ( ovviamente mi auguro di bassa intensità ) è una alluvione così Charlie Hebdo invece di fare la vignetta sulla lasagna la potrà fare sulla polenta
Bel articolo...poi è chiaro che per gli anziani è tragedia maggiore e per uno che sarebbe comunque emigrato meno grave...

Certo perdere la vista, la mobilità insomma la salute potrebbe esser meno recuperabile che un terremoto...

Certo in Siria si vive tra le macerie e le deflagrazioni...

Certo qualcuno è geloso di "un" negro al garni Mirabella...e reclama spazio per i nostri...maledetta miseria, ma purtroppo i confini sono pure nei nostri cuori...conoscere per giudicare significa esser nella quotidianità dell'altro...

Siamo in troppi e senza un adeguata cultura per la morte...quella vera non un corpo senza vita piuttosto di uno che riesce pure a scodinsolare



Slobbysta
Le vostre sono tutte considerazioni molto interessanti tessere di un puzzle che probabilmente non riusciamo a vedere nella sua interezza ..... a mio avviso è più "comprensibile " perdere il passato (costruito nel tempo) che il futuro che altro non è che un illusione dei nostri tempi ed è in costante divenire..... recuperare qualcosa che si è perso è più difficile che costruire qualcosa di nuovo anche se profondamente diverso.... un appunto amicale ma severo a PEONIA dalla quale tutto mi aspettavo tranne un commento di tale tenore da bar dello sport..... sono situazioni talmente diverse e imparagonabili che così biecamente proposte fanno pensare che ci siano esseri umani "privilegiati" solo perché centinaia di anni fa qualcuno ha preso un pezzo di carta (bagnato di sangue) e ci ha disegnato dei confini dentro i quali ci hanno catalogato dandoci il "diritto" di sentirci più uguali di "altri" solo x un effimera comunanza culturale e territoriale..... detto ciò vi saluto e vi ringrazio
Redazione

Quote:

Schopenauer definiva pazzo colui che ha perso la memoria. Nel caso dei terremotati, la situazione è molto simile...

Direi che è assolutamente il contrario...perfortuna rimane nella memoria di chi ha amato quei posti...replicherebbe Schopenauer...

Perdere il mattone è opportunità per far meglio...la memoria è nello spirito...altrimenti guardando lo specchio si tende a mutare...più di un campanile non terremotato...ding dong

Slobbysta

Schopenaeur comunque sbaglia...la pazzia non è legata alla memoria ma a non saperla sorvolare..

Quoting hvsky:

Le vostre sono tutte considerazioni molto interessanti tessere di un puzzle che probabilmente non riusciamo a vedere nella sua interezza ..... a mio avviso è più "comprensibile " perdere il passato (costruito nel tempo) che il futuro che altro non è che un illusione dei nostri tempi ed è in costante divenire..... recuperare qualcosa che si è perso è più difficile che costruire qualcosa di nuovo anche se profondamente diverso.... un appunto amicale ma severo a PEONIA dalla quale tutto mi aspettavo tranne un commento di tale tenore da bar dello sport..... sono situazioni talmente diverse e imparagonabili che così biecamente proposte fanno pensare che ci siano esseri umani "privilegiati" solo perché centinaia di anni fa qualcuno ha preso un pezzo di carta (bagnato di sangue) e ci ha disegnato dei confini dentro i quali ci hanno catalogato dandoci il "diritto" di sentirci più uguali di "altri" solo x un effimera comunanza culturale e territoriale..... detto ciò vi saluto e vi ringrazio



hai ragione, io ero di passaggio frettoloso...ed è stata la prima cosa che mi venuta in mente per la rabbia che ho in questi giorni verso il Governo per tante cose e pensare che gli aiuti, le ricostruzioni sono lente e lacunose, mi ha fatto riflettere poco!
Il borgo distrutto, sventrato, è tra tutti i posti del mondo in cui rifugiarsi e ricominciare , quello più diverso e distante rispetto alle fattezze rassicuranti del borgo passato.

Poi certo, i vecchi non hanno da salvare il proprio futuro. A loro, fa solo fatica fare le valige. Fortunati.
Un saluto a tutti e grazie a Massimo Mazzucco che seguo sempre con piacere.
Condivido il commento di Calvero. Ho da poco potuto sperimentare la solitudine e la sensazione di disperazione quando in un paio d'ore ho perso casa, auto e soldi. Senza nessun'altro se non me stesso.
La decisione era lasciarsi andare e recriminare sul passato preoccupandomi per il futuro oppure fare un bel respiro per calmare la mente e vedere di trovare la soluzione nel presente? Ho fatto la seconda scelta e mi sono rialzato… Ho imparato dal passato a non commettere gli stessi errori futuri. Per quanto riguarda chi, con il terremoto, ha perso i suoi appigli psicologici consiglio di leggere "Usa ciò che sei" Ed. Amrita. Su questo argomento è un libro esplicito.
Se vogliamo ulteriori approfondimenti sull'analisi dei terremoti al Centro Italia ho trovato interessante l'articolo del blog www.traterraecielo.live (traterraecielo.live/.../...) dove sono analizzati gli eventi da un altro punto di vista.
@peonia
Cosa c'entrano gli immigrati con i terremotati?
Non mischiamo le carte in tavola per favore!
Perchè mettere sempre in conflitto ed in competizione tra di loro due categorie di sfortunati , come se soccorrere gli uni comporti in automatico l'abbandono degli altri. Non è così. Si devono affrontare entrambi i problemi. La solidarietà non discrimina e non prevede gerarchie e favoritismi.

Quoting frostyboy:

@peonia
Cosa c'entrano gli immigrati con i terremotati?
Non mischiamo le carte in tavola per favore!
Perchè mettere sempre in conflitto ed in competizione tra di loro due categorie di sfortunati , come se soccorrere gli uni comporti in automatico l'abbandono degli altri. Non è così. Si devono affrontare entrambi i problemi. La solidarietà non discrimina e non prevede gerarchie e favoritismi.



Hai ragione non ci devono essere favoritismi; anche
se la realta' mostra il contrario.
Io vedo tanti italiani, letteralmente alla fame, e lo stato
se ne strafrega.
Al di là di quella che é la tragedia umana, per essere sincero, quello che mi fa più senso é vedere il nostro patrimonio artistico sventrato dal solito terremoto con cadenza biennale. Sono sicuro che nulla verrà fatto per mettere in sicurezza antisismica questi beni e la conseguenza di questo é che i terremoti che ci saranno da qui a venti anni distruggeranno quello che c'è rimasto dell'Italia di 2000 anni fa.

Quoting Calvero:

Condivido l'analisi ma non lo spirito. Andando contro la maggior parte di voi [...]


Stavo per scrivere un commento sul tuo stesso tenore e mi sono fermato pensando che avrei fatto solo polemica inutile....
Ti quoto quasi in tutto. Grazie


Per quel che riguarda invece il commento di Peonia

Non vorrei che siccome quando qualcuno fa un commento del genere si girano tutti male pensando al razzismo, l'ovvietà scritta in quel commento passi in secondo piano.
Non è una questione di "immigrati" nè razziale.
Mi pare però evidente che c'è una sorta di "discriminazione" per cui si è passati all'altro eccesso.
Gli "immigrati" vanno aiutati in quanto persone bisognose e non in quanto immigrati.
Persone bisognose di ogni tipo. La provenienza e il colore della pelle è un fatto di razzismo.

Ma siamo sicuri che non ci siano "imposizioni" per cui gli immigrati in quanto immigrati (e non persone bisognose) abbiamo un canale di preferenza nei governi?
E non sto dicendo "prima gli italiani" o sciocchezze del genere che ripudio.
Mi sto chiedendo se i GIUSTI interventi straordinari nei confronti di migranti sono applicati a prescindere dalla provenienza, o l'italiano è al momento il discriminato?
E' legittimo chiederselo o ci sara il solito CRETINO che mi risponderà con le frasi fatte della tv accusandomi di razzismo dimostrando di non aver capito ciò che voglio dire?

Quoting MrNobody:


Ma siamo sicuri che non ci siano "imposizioni" per cui gli immigrati in quanto immigrati (e non persone bisognose) abbiamo un canale di preferenza nei governi?


Beh, nella "loro" ottica, l'italiano bisognoso ha un costo e l'immigrato oltre ad un costo ha un valore aggiunto.


Quoting MrNobody:


E non sto dicendo "prima gli italiani" o sciocchezze del genere che ripudio.


Scusa ma non credo che sia cosí sbagliato mettere avanti gli interessi del cittadino (che paga le tasse) a quello dell'immigrato che per il momento non le paga.
Ubi maior minor cessat.

Quoting Calvero:


Conta solo chi ti ama e chi ami. Chi se ne frega di quattro muri se mi danno la possibilità di averne altri quattro? Chi se ne frega se andrò ad abitare e a lavorare a 100 chilometri? L'importante è farlo per chi ami e chi ti ama. Si cambia. Fanculo, sei rimasto vivo e anche ti attacchi alle tradizioni?


Le persone non sono tutte uguali: io e' da quando sono nato che ho girato per l'Italia ed il mondo e dunque non ho problemi.
Ma il ragionamento non fila per uno che ha vissuto tutta o gran parte della propria vita in un posto e lo ama.
Infatti se levi una persona anziana dai luoghi in cui ha vissuto una vita di solito poi non campa a lungo. Perche'?


Quote:

Non sei più nessuno, perché tu eri ciò che eri soltanto se inserito nel tessuto sociale in cui vivevi.

Questo per quanto scritto sopra lo quoto al 100%.
CALVERO:

Quote:

MAZZUCCO: Non sei più nessuno, perché tu eri ciò che eri soltanto se inserito nel tessuto sociale in cui vivevi.

CALVERO: Scusa Massimo, ma neanche di striscio. Ma quale tessuto sociale? Siamo uomini o caporali? Non sono più nessuno se schiatto, se perdo i mie cari. Se perdo la mia donna. Se perdo i miei figli. Ma vaffanculo il paese, l'orto e i giardinetti della scuola. La vita è fatto di noi, non di cose. Le cose sono passeggere. Solo noi contiamo

Ma certamente. Solo che tu sei Calvero, e io sono Mazzucco: due individui con una forte personalità, con conoscenze estese, e con una identità ben strutturata. Per le persone come noi (e qui ce ne sono tante) vale certamente il discorso "solo noi contiamo". Ma i terremotati in questione non sono persone come noi. Non hanno quella solidità culturale che gli permette di essere se stessi ovunque e in qualunque momento, indipendentemente dalle circostanze. Per il famoso "pastore lucano" il tessuto sociale è tutto. Gli togli quello, e non ha più nulla. (Non si spiegherebbe altrimenti la tenacia quasi morbosa con cui questa gente non vuole abbandonare la propria terra).
Angosciante per televisione mostrano italiani ammucchiati nelle palestre,che dormono su lettini da spiaggia,mentre abbiamo i prefetti che sequestrano gli alberghi per metterci delinquenti migranti stranieri che non vogliono integrarsi che bighellonano in bici con Ipad. Noi I/Tagliani siamo proprio masochisti cosa ci devono fare per rivoltarsi?
Cmq le ragioni per non venire sradicati dal proprio paese potrebbero essere piu' terra terra:

se abitavo ad Amatrice, lavoro a Rieti e tu mi sposti a 100 km di distanza... beh mi complichi "leggermente" l'esistenza...
Scusate ma il mio primo commento - che ho spiegato ad Hvsky essere stato scritto di getto - non aveva nemmeno l'ombra di razzismo da parte mia!
Ho accusato indirettamente il Governo;è stata una sintesi spontanea di tante cose che nella mia testa hanno dietro un fondamento, un ragionamento, una osservazione di anni di MALGOVERNO, a vari livelli....
Dato che i terremotati sono scioccati, impauriti, deprivati di ogni loro bene materiale e psicologico e mal trattati, è scattato quel paragone.
D'altronde io vivo in un quartiere popolare dove ce ne sono fin troppi di emigrati, ma li vedo ben vestiti (nel senso di tutto il necessario) ben pasciuti, sorridenti, non vedo dolore nei loro occhi, e sempre col cellulare in mano....ma questo è un altro discorso....
Ieri avevo tanta rabbia.... :-(

Quoting Redazione:

CALVERO:

Quote:

MAZZUCCO: Non sei più nessuno, perché tu eri ciò che eri soltanto se inserito nel tessuto sociale in cui vivevi.

CALVERO: Scusa Massimo, ma neanche di striscio. Ma quale tessuto sociale? Siamo uomini o caporali? Non sono più nessuno se schiatto, se perdo i mie cari. Se perdo la mia donna. Se perdo i miei figli. Ma vaffanculo il paese, l'orto e i giardinetti della scuola. La vita è fatto di noi, non di cose. Le cose sono passeggere. Solo noi contiamo

Ma certamente. Solo che tu sei Calvero, e io sono Mazzucco: due individui con una forte personalità, con conoscenze estese, e con una identità ben strutturata. Per le persone come noi (e qui ce ne sono tante) vale certamente il discorso "solo noi contiamo". Ma i terremotati in questione non sono persone come noi. Non hanno quella solidità culturale che gli permette di essere se stessi ovunque e in qualunque momento, indipendentemente dalle circostanze. Per il famoso "pastore lucano" il tessuto sociale è tutto. Gli togli quello, e non ha più nulla. (Non si spiegherebbe altrimenti la tenacia quasi morbosa con cui questa gente non vuole abbandonare la propria terra).

concordo. anchio a leggere l'articolo di primo pugno mi venne da pensare il contrario.. il mio primo pensiero fu "ma io sono io anche fossi a fumare il narghilè ad un convegno mujaedin" e io non fumo, ma molte persone costruiscono la propria vita sui propri averi sulle proprie radici, basta guardare qualche vicino di casa per accorgersene magari di quelli che litigano con tutti per due gocce d'acqua dal balcone nel proprio giardino, o che non saprebbero fare altro che lavorare 10 ore al giorno.

e credo che sfumature di tali atteggiamenti siano insiti in ognuno di noi nel bene e nel male.

Quoting Redazione:

CALVERO:

Quote:

MAZZUCCO: Non sei più nessuno, perché tu eri ciò che eri soltanto se inserito nel tessuto sociale in cui vivevi.

CALVERO: Scusa Massimo, ma neanche di striscio. Ma quale tessuto sociale? Siamo uomini o caporali? Non sono più nessuno se schiatto, se perdo i mie cari. Se perdo la mia donna. Se perdo i miei figli. Ma vaffanculo il paese, l'orto e i giardinetti della scuola. La vita è fatto di noi, non di cose. Le cose sono passeggere. Solo noi contiamo

Ma certamente. Solo che tu sei Calvero, e io sono Mazzucco: due individui con una forte personalità, con conoscenze estese, e con una identità ben strutturata. Per le persone come noi (e qui ce ne sono tante) vale certamente il discorso "solo noi contiamo". Ma i terremotati in questione non sono persone come noi. Non hanno quella solidità culturale che gli permette di essere se stessi ovunque e in qualunque momento, indipendentemente dalle circostanze. Per il famoso "pastore lucano" il tessuto sociale è tutto.

Aggiungo che sostenere di essere "piu' evoluti", con personalità più "forte" e conoscenze "estese", non vuol dire nulla se non si riescono a comprendere e tenere in considerazione gli altrui sentimenti: puoi essere figo quanto vuoi ed essere pronto a ricominciare da zero domani stesso, ma qui non è di te che si parla e non credo che usare la tragedia altrui per pavoneggiare una presunta flessibilità sia molto diverso da quello che fanno Renzie e i suoi palazzinari.. Qui si parla piuttosto di gente che soffre per motivi che dovrebbero essere lampanti e per cui noi, purtroppo, non possiamo mettere pezza.

Quoting Calvero:


Quote:

Perdita del proprio futuro si, ma anche del proprio passato, ed anche questa è una cosa che fa molto male.



A me fa ridere.
Mi spieghi come si fa a perdere il proprio passato?
Dico sul serio.

Prova ad immaginare di perdere improvvisamente la memoria. Non sai più cosa hai fatto nella vita, non sai chi hai amato o odiato, non sai che posizione politica hai, non sai più cosa è bene e cosa è male. Chi sei? Non sei nulla ovvero sei una persona da reinventare. Ma probabilmente cercherai di cominciare a ricordare per ricostruire quello che eri e poter essere quello che prima volevi diventare. Non ti accontenterai di non ricordare perché tanto c'è il futuro. Il futuro è radicato nel tuo passato. Tu sei quello che hai costruito nel tuo passato. E' anche da questo che nasce il culto dei morti tanto celebrato da alcuni poeti. E' l'eredità degli affetti che seppur passati vogliamo trattenere per noi per continuare ad essere quello che siamo.
Per Frostyboy e simili,fate dei bei ragionamenti,alti,nobili dal calduccio delle vostre quattro pareti integre.Non riuscite per un istante ad immedesimarvi nella persona che ha perso affetti, casa ,beni,attivita' lavorativa,che riparato sotto una baracca della protezione civile vede alla televisione gli immigrati che vengono alloggiati e mantenuti dallo stato,mentre per lui,che è cresciuto in questa nazione ,dove con le sue tasse ha contribuito alla costituzione dei servizi,rimangono solo promesse strombazzate dai telegiornali.Frostyboy fai uno sforzo,tu sei quello sotto la tenda,tu hai perso tutto,tu vedi come si comporta lo stato che hai contribuito a formare.Peonia,a caldo sei più sincera e logica,quando inizi a filosofeggiare di allinei al politicamente corretto.Prova a metterti nella tenda umida e fredda anche tu per un po'.
Io personalmente conosco una famiglia irpina, emigrata all'estero negli anni '70 con un buon lavoro e una comoda casa, che in seguito al terremoto del''80, oltre a tornare ad aiutare i propri cari rimasti nel periodo di maggior emergenza, scelse di ritornare a vivere nel proprio borgo... seppur dentro un container.
Aggiungo alla discussione la questione del patto di stabilita' con la ue, il tira e molla che sta' facendo il governo di renzinocchio con bruxelles riguarda proprio i soldi che mancano e che dovrebbero far raggiungere la famosa percentuale che da emeriti strozzini quelli dell'unione pretendono dai paesi membri ,quindi non solo gli sfollati di umbria,marche, lazio e abruzzo sono in una situazione che a dire precaria e' un eufemismo ma entrano in gioco per la parte economica nel risiko tra l'italia e l'ue, per questo molti di loro che vogliono restare nelle vicinanze delle loro case in tenda incontrano delle resistenze,perche' piu' sfollati risultano nelle strutture alberghiere piu' renzinocchio puo' trattare sul prezzo,piu' i centri risultano abbandonati e non in sicurezza piu' renzinocchio puo' trattare sul prezzo, piu' le attivita' risultano azzerate piu' renzinocchio puo' trattare sul prezzo.L'unione europea da parte sua molto "democraticamente" ha risposto che i soldi per la ricostruzione possono essere attinti dai fondi regionali,cosa di cui non potremmo neanche indignarci perche' in tutti questi anni di unione sono arrivati alle regioni italiane montagne di soldi spariti in mille rivoli di corruzione tra i compari della politica,criminalita' organizzata,apparati piu' o meno segreti dello stato ecc.ecc.a noi sono rimasti si fa per dire gli interessi oltre al capitale da pagare!

NULLA FIDELIS NULLO DOLORE / DANCUS MINISTER JUSTITIAE

Quoting Calvero:


......

L'attaccamento e le cosiddette "radici" - ho realizzato essere un'idealizzazione e, soprattutto, contro la consapevolezza dell'uomo. Quella della "propria terra" ogni volta che la sento, mi muove un sentimento di fastidio e la giudico una cosa da poveri dentro. Lo dico nella consapevolezza, ad esempio e per l'appunto, che essendo io italiano riconosco il mio retaggio, non solo: amo l'Italia, intesa come territorio. Ma è un amore incondizionato, fondamentalmente una semplice e direi nobile questione di rispetto, nulla più.
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Non è una contraddizione? Se ti senti Italiano e ne riconosci il retaggio significa che hai delle radici. Quindi anche l'abitante di un paesino piccolo e sperduto può sentire la necessità di contraccambiare un amore verso un luogo che rappresenta la propria cultura, cercando di tramandata ai posteri per renderla immortale. Questo come? Non abbandonando il posto e ricostruendolo appena possibile.

Per carità, anch'io concordo con l'importante è la salute ed i cari, chissene di quattro mura, ma senza le radici, come si sarebbero sviluppate le diverse culture??
Ho capito cosa ha voluto dire Redazione con il suo articolo . Sono molto d'accordo col commento di Calvero sull'attaccamento alle cose e il pericolo di dare troppa importanza ad esse ma capisco anche le persone che ormai sono fatte così e non cambieranno certo a 60,70 o 80 anni .!!

Ma penso che sia un processo ,una specie di evoluzione .
Anche se viaggiare per il mondo è diventato molto facile "il mondo" è ancora troppo grande e quindi le "diverse culture " sono ancora troppo lontane fra loro . Rappresentano ancora una componente troppo forte per dividere le persone e i popoli . Questo viene anche molto sfruttato da molti "potenti" ,ovviamente ;-)

Quoting bernuga:



Perdi la casa dove sei cresciuto, perdi la scuola dove sei andato da bambino ed ogni tanto ci passavi davanti, perdi il fioraio dove hai preso il primo mazzo di fiori a tua moglie, perdi il bar dove facevi colazione, perdi il negozio dove facevi la spesa, perdi il barbiere dove andavi quando avevi i capelli, perdi i giardini dove portavi tua figlia quando era piccola.
Perdi tutti i posti che hanno un legame coi tuoi ricordi.



Ma non hai perso il tuo passato. Non hai nemmeno perso un legame.

Tu sei Tu e ... e Tu ti sei costruito e tu stesso sei la formula presente, continuamente viva di Te.

Quello di cui parli è un'illusione. Un'illusione che si è cristallizzata nel tempo è ha assunto una sostanza nel tuo inconscio che è - ahinoi - tendenziosa; grazie alla morale e alle politiche che vogliono vederti figlio di una sovrastruttura, altrimenti nel tempo si perderebbe il potere che possono esercitare su di Te. In parte è stato un processo automatico, fa parte del protocollo della preservazione della specie - legato alla paura; in parte, è stata una presa di consapevolezza da parte dei "lor signori" di ogni tempo, e si è fatto leva per amplificare un sentimento che è contro-natura. Non per nulla ai MEDIA viene "concesso" di sguazzare su queste tragedie facendo perdere la reale consapevolezza di cosa è l'uomo nei confronti della natura ;-) ... è sempre propaganda, caro mio. Il resto lo argomento adesso che rispondo a Mazzucco.

Quoting nessirio:



Non è una contraddizione? Se ti senti Italiano e ne riconosci il retaggio significa che hai delle radici.



Ti fermo a questo punto. Il resto discende da qui, perciò non riguarda la mia argomentazione. Non mi sento Italiano. Sono italiano perché la Legge me lo impone, perché parlo la tua lingua, è una questione di conseguenze. Come cittadino mi devo fermare col rosso perché la Legge mi impone questo, come essere umano - cioè quello di cui stiamo parlando, le tradizioni e il sentimento dell'attaccamento, non mi riguardano. Ho detto che riconosco il retaggio e amo l'Italia incondizionatamente. Non hai evidentemente ragionato sul significato di incondizionato, che significa: - non condizionato ;-) Rispetto l'Italia come territorio naturale, ma non la rispetto minimamente come identità sociale. Nel senso che l'entità sociale non esiste, è una bufala. Esiste se ci vuoi credere, è una tua creazione. Non è natura.

Quoting veritassaphinho:

L' efficienza serve per l' emergenza, non demonizziamola, altrimenti la togliamo e risparmiano risorse.

Ci sono stati più terremoti recentemente, credete che qualcuno si sia assicurata la casa? Manco morti , sempre a piangere dallo stato. E risparmiare i 150 euro annui per inquilini, ed un paio di centinaia in più per i proprietari ( oltretutto sono deducibili dall' iperf se hanno reddito dal bene, e dedotti forfettari per gli inquilini o proprietari in loco) ma preferiscono tenerseli.

Non si può piangere miseria, e vivere in bungalow fatiscenti dopo decenni, erano falliti prima e lo sono dopo. Nessuno ci mette il coraggio, meglio prendere un sussidio di qualche decina d' euro oppure vivere vita natural durante in strutture popolari fatiscenti . Automuniti ma morti di fame.

La solidarietà statale e' il male in Italia, troppa gente che ci vive sulle spalle, che se fossero indigenti sarebbe giusto e seguiti per contestargli eventuali doli o frodi, ma tutti i trucchi per l' obsolescenza legislativa la rende poco efficace per gli abusi.

Io non provo pena per questa gente, che diventano tutti poveri davanti alle telecamere, come non provo pena per quelli degli scandali bancari, quando il titolo gli rendeva il 6-7 percento annuale gli andava bene, quando invece il castello di carta della loro furbizia a proprio danno è crollato , a piangere dallo stato. Io non voterei Renzi e nemmeno gli altri ( non voto proprio) proprio a causa che ha voluto fare quello scudo che rimborsava i diciamo, truffati, mentre ognuno di loro doveva fare causa civile e se il giudice gli dava ragione , bene.


Speriamo che la prossima volta ci sia sia un terremoto ( ovviamente mi auguro di bassa intensità ) è una alluvione così Charlie Hebdo invece di fare la vignetta sulla lasagna la potrà fare sulla polenta



Mi trovi d'accordo in anticlimax, cominciando con la mancanza di senso di responsabilitá che ravviso anch'io tra tanta gente che vive in aree ad altissimo rischio e mai si sognerebbe di spendere due lire in più per assicurarsi; passando però al confronto con gli inculati da Banca Etruria, lì no, mi dispiace, le porcate degli istituti con la complicitá delle istituzioni sono pesantemente inammissibili, a prescindere dai rischi per i clienti.

Sulla tua speranza a fine post poi stenderei uno del solito, mai ironia sulle disgrazie, Charlie Hebdo vada a defecare.

Quoting rafterry:


Aggiungo che sostenere di essere "piu' evoluti", con personalità più "forte" e conoscenze "estese", non vuol dire nulla se non si riescono a comprendere e tenere in considerazione gli altrui sentimenti:



Aggiungo che se usi i sofismi per contro-argomentare, non ti vengo certo dietro per innescare un dibattito sterile ;-) Non li elenco perché mi sono stancato di farlo.

Adesso rispondo agli altri, come sto rispondendo, e potresti aver notato che hanno obiettato le mie posizioni in modo corretto, e lì, se ne hai interesse, troverai il resto di ciò che ti sfugge.

Quoting Redazione:

Ma certamente. Solo che tu sei Calvero, e io sono Mazzucco: due individui con una forte personalità, con conoscenze estese, e con una identità ben strutturata. Per le persone come noi (e qui ce ne sono tante) vale certamente il discorso "solo noi contiamo". Ma i terremotati in questione non sono persone come noi. Non hanno quella solidità culturale che gli permette di essere se stessi ovunque e in qualunque momento, indipendentemente dalle circostanze. Per il famoso "pastore lucano" il tessuto sociale è tutto. Gli togli quello, e non ha più nulla. (Non si spiegherebbe altrimenti la tenacia quasi morbosa con cui questa gente non vuole abbandonare la propria terra).




Bada bene che ho pesato attentamente le parole. Se ti dico che: - - - > condivido, non è mica poco; CONDIVIDERE è una parola di gran peso e importanza.

La tua analisi è semplicemente accurata, per non dire perfetta. Sta proprio qui il punto. Lo sbaglio che fai è quando parli di "Me e di Te" se pur come modello di individuo. Non si tratta di Me e di Te, anche inteso come tipo di persona. E provo a spiegarmi meglio.

Ti sto dicendo che prendo il tuo discorso, la tua disamina ed essendo appunto valida, la metto sul banco di prova per vedere - antropologicamente (non socio-politicamente), cos'è che non torna. Sei Tu che hai titolato - "Il terremoto e l'essere umano", giusto? Giusto.

Infatti io - al pastore lucano, non mi permetterei di andare a deriderlo o a denigrarlo, ma se parliamo dell'essere umano, ecco che il discorso si sposta su di un piano di studio e di principio. Ed ecco che il pastore Lucano che si straccia le vesti, il prete che si straccia le vesti perché è crollata la sua vecchia chiesa, insomma: come esseri umani - hanno fallito, sono deboli e non si sono evoluti. E non per un'indole appartenente all'uomo, ma perché assoggettati a una serie di menzogne che sono diventate verità a forza di urlarle come dei deficienti. Sin da quando si porta avanti lo stendardo del paese come se fosse sangue del tuo sangue. Non lo è. Non lo dico io, lo dice la natura. Se noi abbiamo creato una società/morale che è contro-natura, ne soffrirai le conseguenze. Se vuoi soffrire, soffri. Cazzi tuoi, se permetti. Non mi smuove nessuna empatia, perché la loro problematica non è umana, ma è politica.

E prima che parta una crociata di indignati: questo intervento fa seguito al primo che ho fatto nel Topic, non è fine a se stesso, quindi non può essere considerato a sé. Poiché a sé, dice una cosa; insieme al primo che ho fatto, dice tutt'altro.

Quindi, tornando al punto, ora come ora, il presente è il presente, ci mancherebbe. Chi dice nulla. Ma nel momento che la vita fa scuola, se non impariamo la lezione, allora tanto vale parlare dei Mini pony. Se non si inizia a rivelare la truffa e la farsa, il LOOP continua ...

... ERGO:

Il punto non è propriamente quanto io e Te (intesi come modelli) siamo forti o pronti a questo o a quell'altro, ma il punto è che le civiltà si sono succedute nel tempo e ce ne sono state di migliori e peggiori proprio per la capacità di sapersi mettere in discussione, proprio lì dove i retaggi velenosi sono più invasivi e de-strutturanti.
Boh Calvero nello spirito, condivido, anche se in generale c'è qualcosa che mi sfugge .

Voglio dire il problema non è il paesello , ma è chi ci vive, che poi sono i tuoi cari, amici, parenti, conoscenti ecc ecc. Non è certo il mito del paesello o la sua storia da volantino turistico conosciuta malamente e nemmeno il mestiere/ruolo socialmente riconosciuto che può funzionare in città, dove ci si presenta ''io sono Mario faccio l'idraulico'', la dove nei paesi ci si identifica ''io sono Mario figlio/fratello/cugino/amico di Giovanni'' (cioè in funzione delle persone che ami ).

Mi sembra un po fuori dalla realtà pensare che lo stato d'animo di un terremotato sia occupato nel piangere per il suo senso distorto d'appartenenza a questo a quel ruolo sociale, a questa o a quell'altra epica del campanile, quanto invece lo sia piangere della sua effettiva appartenenza, come giustamente dici tu, nei confronti delle persone che ama e con cui condivideva le giornate prima della distruzione.
Che roba strana la discussione...c'è una sferica verità davanti e ognuno coi suoi "strumenti", come un satellite, traduce ciò che afferra dal suo punto di vista, a volte miope, altre zoommato...

Il debole vedrà insormontabile tutto ciò, altri caratteri no! Tracciare una matrice di verità, sarebbe presunzione, in entrambi i sensi...

Di fatto, rientra un circolo vizioso morale, che fa....
In Siria ci sono macerie, a Norcia pure, ma i nostri meritano il garni Mirabello, di più di chi scappa dalla guerra, ma la guerra è peggiore di un terremoto ed emigrare in Italia di "conseguenza"...visto che il tema sono le radici...

Le radici, già, nella ragione "isterica" di un poco romantico Calvero...che abbraccia l'essenza ...o piuttosto un piagnucoloso precario spaccato di verità...che rende ragioni identitarie che vanno oltre l'esoterico antropologismo, ma addirittura magnetiche?

Slobbysta

Quoting Calvero:



Aggiungo che se usi i sofismi per contro-argomentare, non ti vengo certo dietro per innescare un dibattito sterile ;-) Non li elenco perché mi sono stancato di farlo.

Adesso rispondo agli altri, come sto rispondendo, e potresti aver notato che hanno obiettato le mie posizioni in modo corretto, e lì, se ne hai interesse, troverai il resto di ciò che ti sfugge.



Non stavo argomentando e non volevo mi si rispondesse.. ti aveva già risposto Massimo. Ti ho solo fatto notare che qui non si parla di te e di come risolvi ipotetici problemi di terremoto a casa tua, ma di altre persone di cui tu non comprendi (forse) il loro motivo di sofferenza.
Delle tue posizioni mi sfugge tantissimo, davvero, ma non ho alcun interesse a colmare il mio e il tuo ego con discussioni, come dici tu, sterili.

Ciauz

Quoting veljanov:


Quoting veritassaphinho:

L' efficienza serve per l' emergenza, non demonizziamola, altrimenti la togliamo e risparmiano risorse.

Ci sono stati più terremoti recentemente, credete che qualcuno si sia assicurata la casa? Manco morti , sempre a piangere dallo stato. E risparmiare i 150 euro annui per inquilini, ed un paio di centinaia in più per i proprietari ( oltretutto sono deducibili dall' iperf se hanno reddito dal bene, e dedotti forfettari per gli inquilini o proprietari in loco) ma preferiscono tenerseli.

Non si può piangere miseria, e vivere in bungalow fatiscenti dopo decenni, erano falliti prima e lo sono dopo. Nessuno ci mette il coraggio, meglio prendere un sussidio di qualche decina d' euro oppure vivere vita natural durante in strutture popolari fatiscenti . Automuniti ma morti di fame.

La solidarietà statale e' il male in Italia, troppa gente che ci vive sulle spalle, che se fossero indigenti sarebbe giusto e seguiti per contestargli eventuali doli o frodi, ma tutti i trucchi per l' obsolescenza legislativa la rende poco efficace per gli abusi.

Io non provo pena per questa gente, che diventano tutti poveri davanti alle telecamere, come non provo pena per quelli degli scandali bancari, quando il titolo gli rendeva il 6-7 percento annuale gli andava bene, quando invece il castello di carta della loro furbizia a proprio danno è crollato , a piangere dallo stato. Io non voterei Renzi e nemmeno gli altri ( non voto proprio) proprio a causa che ha voluto fare quello scudo che rimborsava i diciamo, truffati, mentre ognuno di loro doveva fare causa civile e se il giudice gli dava ragione , bene.


Speriamo che la prossima volta ci sia sia un terremoto ( ovviamente mi auguro di bassa intensità ) è una alluvione così Charlie Hebdo invece di fare la vignetta sulla lasagna la potrà fare sulla polenta



Mi trovi d'accordo in anticlimax, cominciando con la mancanza di senso di responsabilitá che ravviso anch'io tra tanta gente che vive in aree ad altissimo rischio e mai si sognerebbe di spendere due lire in più per assicurarsi; passando però al confronto con gli inculati da Banca Etruria, lì no, mi dispiace, le porcate degli istituti con la complicitá delle istituzioni sono pesantemente inammissibili, a prescindere dai rischi per i clienti.

Sulla tua speranza a fine post poi stenderei uno del solito, mai ironia sulle disgrazie, Charlie Hebdo vada a defecare.



Ovviamente quella su Charlie Hebdo era una battuta.

Che il rischio sia alto o sia basso, assicurarsi la casa come proprietario ( i muri) e come inquilino ( beni personali, immobilia, rapina fuori e dentro casa, furto, etc e' una condizione di civiltà , non sono assicurazioni obbligatorie, ma sempre fortemente consigliate ( in tutti i paesi ocse ) sono deducibili dalle tasse forfettariamente o interamente dipende dallo stato e dalle classi sociali fiscali. Lo stato deve prestare il soccorso e le prime misure , per il resto non deve spendere un centesimo a favore di interessi privati, se si vuole ridurre le tasse come obiettivo. Negli altri paesi le tasse sono più basse, ma sanità e soccorso non sono pagate dallo stato ( pure la Francia come unico caso al mondo che aveva come l' Italia la sanità , soccorso universale dal 1.1.2015 non è' più universale, i frontalieri ne sono esclusi, l' assicurazione medica, soccorso ed eventuali assicurazioni complementari come l' ospedalizazione la devono fare nel paese dove lavorano e coprire il nucleo famigliare in patria, se non hanno persone nel nucleo familiare che hanno attività lucrativa in patria, le scuole , asili, è tutto ciò che è' sociale lo devono pagare visto che le imposte transfrontaliere in genere riguardano solo le prestazioni sociali e pensionistiche, perciò imposte fiscali pari a zero. Negli altri paesi se non hai una assicurazione come inquilino non affitti nulla.

Dal mio punto di vista risparmiare i 500 euro all' Anno, sicuramente è' meno ( negli altri paesi costa anche 10-15 volte di più ) per una assicurazione legale, responsabilità civile, assicurazione medica e di soccorso annuale per turismo, assicurazione complemementare sanitaria è da incoscienti . Poi ognuno è' libero di fare quello che vuole, ma questi costi dallo stato devono essere garantiti agli indigenti, non ai furbi che piangono miseria e sono i più automuniti al mondo pro capite ( 2 posto) , al primo il principato di Monaco che ha il 97% di milionari e si può capire, mentre in Italia il 90 percento di miserabili, automuniti si , ma sempre un popolo di morti di fame.

Quote:

le diverse culture

le diverse culture sono un problema, creano odio, razzismo, guerre e per questo vanno eliminate
dobbiamo essere tutti uguali

c'è bisogno di un uomo nuovo, dell'uomo internazionale, per un nuovo mondo senza stati, senza confini

:hammer:

Quoting peonia:



hai ragione, io ero di passaggio frettoloso...ed è stata la prima cosa che mi venuta in mente per la rabbia che ho in questi giorni verso il Governo per tante cose e pensare che gli aiuti, le ricostruzioni sono lente e lacunose, mi ha fatto riflettere poco!


;-) ;-) ;-)

Quoting veritassaphinho:


......
, credete che qualcuno si sia assicurata la casa?
.....



Puoi stipulare una polizza per il terremoto solo se l'abitazione ha già una certificazione antisismica.......

Quoting Calvero:


......, il prete che si straccia le vesti perché è crollata la sua vecchia chiesa,.....
.



Sicuramente un essere umano che per evolversi deve riuscire a voltare subito pagina, senza attaccamenti è una visione molto pratica e comoda.
Ma se gli esseri umani non avessero sviluppato l'attaccamento al luogo, chi avrebbe l'interesse a costruire grandi opere o farsi una casa?
Dopotutto l'umanità ha iniziato ad evolversi quando ha iniziato a creare gruppi stanziali.
Lui è Bill. (fingete che ci sia la solita immagine...)
Bill è nato e cresciuto in un paesello di montagna.
Bill conosce tutti i compaesani ed è affezionato a loro.
Bill vive in una comunità dove tutti si aiutano: se la mamma di Bill si ammalava, ci pensava zia Maria ad accudire Bill, non perché fosse realmente sua zia ma perché Maria da piccolina di tanto in tanto veniva accudita dalla nonna di Bill e lei ricambia volentieri il favore, dalle loro parti si fa così.
Bill non è mai entrato in un supermercato a fare la spesa: Bill si è sempre rifornito dai suoi compaesani che lo consigliano da sempre e lo avvertono quando le pesche sono pronte.
Bill fa il meccanico e per i lavoretti di manutenzione al motocarro non fa pagare Paolo il barista perché preferisce che Paolo alla sera gli offra un bicchiere di vino davanti al quale chiacchierare.
Bill per le feste mangia i tortellini più buoni del mondo perché glieli prepara zia Carla che da bambina andava da signora Lucia che insegnava i segreti dei tortellini a chi l' aiutava ad impastare.
Bill quando si sente poco bene chiama Sandro, il compagno di banco delle elementari che adesso è il medico del paese: Sandro si precipita da Bill ogni volta che Bill sta male e ha sempre il rimedio migliore perché Sandro conosce Bill come le sue tasche.
Bill, zia Maria, Paolo, Sandro e tutti i paesani ogni anno si riuniscono per organizzare la festa del santo patrono e si divertono un sacco.
Etc. etc.

Un giorno nel paese di Bill è arrivato il terremoto che ha distrutto le abitazioni e tutti i paesani si sono sparpagliati.
Bill adesso è senza casa e un suo amico che anni fa si era trasferito a Milano si è offerto di ospitarlo.
Bill lo ha ringraziato per l' opportunità, ed è veramente molto grato al suo amico per avergli offerto una possibilità di ricominciare: Bill però non andrà a vivere a Milano perché lui non vuole ricominciare, lui vuole continuare.
Bill vuole far rinascere la comunità in cui è cresciuto e in cui si trovava così bene, attorniato dagli amici di sempre che l' aiutano e si fanno aiutare, con cui condivideva i momenti di gioia e quelli di difficoltà.
Bill vuole ancora sentire il calore e l' affetto che gli esseri umani sanno scambiarsi e il suo paesello e la sua comunità gli sembrano il posto migliore per farlo.
A Bill non interessa lavorare a Milano come meccanico: è vero che avrebbe più clienti e maggiori guadagni, ma non gli interessa avere quei soldi in più, non vuole andare all' apericena per sfoggiare l' iphone7 che non ha con gente che non conosce e che forse non desidera conoscere.
Bill si sbatterà come un dannato per tornare a vivere come gli piaceva.
Bill vuol tornare a dire "noi" quando parla del suo paesello e non vuole che le tradizioni del suo paesello vadano perse perché sa che tutti, dentro e fuori il paesello, diventerebbero più poveri.

Sii come Bill, un uomo non un caporale.

Calvero, che ne pensi di Bill? :-D
(in tutta onestà spero di aver male interpretato il tuo post)

P.S.
A Bill piace molto questa massima di Calvero: "Non c'è terremoto che può far crollare l'amore ed è l'unica cosa che conta."

Quoting nessirio:


Quoting veritassaphinho:


......
, credete che qualcuno si sia assicurata la casa?
.....



Puoi stipulare una polizza per il terremoto solo se l'abitazione ha già una certificazione antisismica.......



Come inquilino ( mobilia vetri beni personali furto rapina ) non ha bisogno di nessuna certificazione. Quella dei muri e' una assicurazione del proprietario di casa. Intanto avere 50-100 mila euro in casi come questi, alluvioni, rotture di tubi, allagamento etc per l' inquilino fanno la differenza. Manda a fare in culo il proprietario di casa, ed anzi gli può fare causa civile per non farlo dormire per anni per non avere una assicurazione adeguata o strutturalmente inadeguata la casa e messo in pericolo la vita della gente a cui la affittatava, visto che una assicurazione legale costa un paio di centinaia euro all' anno ,e il limite minimo di costi legali coperti a privati e' 250.000 euro per causa civile senza limiti di cause, oltretutto copre in oltre 180 paesi. Chiaramente cause penali e costi come prove del DNA o scientifiche non sono comprese, ma per cause civili senza queste si
VERITASSAPHINHO: hai fatto una splendida retromarcia, complimenti. Sei partito dicendo "Ci sono stati più terremoti recentemente, credete che qualcuno si sia assicurata la casa?" - come se le colpe fossero dell'imprevidenza di questi poveracci - e quando ti hanno fatto notare che senza certificazione la casa non si può assicurare, hai rinculato sui contratti d'affitto ("Come inquilino non ha bisogno di nessuna certificazione"). Come se la gente che vive in questi paeselli vivesse in affitto! Forse tu non ci hai mai messo piede in questi paesi, ma il 95% di questa gente vive in case di proprietà, tramandate in famiglia da generazione in generazione.

Quindi, nel tuo disperato tentativo di insultare i poveracci, hai fatto una grandiosa figura di merda. (Tu ormai non ti arrampichi nemmeno più sui vetri. Ci vivi aggrappato, dal mattino alla sera).

Quoting rafterry:


Non stavo argomentando e non volevo mi si rispondesse..

E allora fai silenzio e non rompere il cazzo a chi argomenta e rispetta chi volesse rispondere alle proprie posizioni.

Quando ti va di dibattere onestamente, sarò a tua disposizione.
Occhio che se non gli dici "sì hai ragione" viene subito fuori il bullo da tastiera che è in lui.

Quoting Mrexani:

Boh Calvero nello spirito, condivido, anche se in generale c'è qualcosa che mi sfugge .

Voglio dire il problema non è il paesello , ma è chi ci vive, che poi sono i tuoi cari, amici, parenti, conoscenti ecc ecc.



Infatti, ho fatto dei precisi distinguo.
I muri di una chiesa sono i tuoi cari?
Mi sembra che l'italiano sia una lingua precisa.
Hai letto bene i miei interventi, soprattutto il primo?


Quote:

Non è certo il mito del paesello o la sua storia da volantino turistico conosciuta malamente e nemmeno il mestiere/ruolo socialmente riconosciuto che può funzionare in città, dove ci si presenta ''io sono Mario faccio l'idraulico'', la dove nei paesi ci si identifica ''io sono Mario figlio/fratello/cugino/amico di Giovanni'' (cioè in funzione delle persone che ami ).

Non vedo cosa c'entri con la mia critica.

Bada che il Topic e cosa è in tema - è ben scritto nel titolo: - Il Terremoto e l'essere umano. C'è qualcun altro che ha compreso cosa significa la disamina e da che prospettiva? Credo pochi.

Bada che: 1) l'individuo, 2) l'identità sociale e 3) l'essere umano, sono TRE cose diverse. Si potrebbe, ad esempio, elogiare un individuo e allo stesso tempo riconoscerlo colpevole in un ottica di cosa è civiltà e cosa no. Delle cose superficiali non m'interesso, ma mica per snobberia; ci sono già i salotti di Verissimo, Pippo Baudo, Striscia la notizia e la Vita in diretta ad amplificare morali balorde e a far cadere nella tragedia ciò che tragedia non è.

Il punto è assai elementare e per nulla intellettuale. L'uomo cerca la felicità e la gratificazione. Lì dove l'orgoglio viene gestito infantilmente, questo porterà a traumi dove non serve farsene.

Hai letto da qualche parte che io abbia dato a intendere che bisogna essere felici se ti crolla la casa? Se mi indichi dove, allora la parte che ho quotato del tuo intervento, ha ragione d'essere.


Quote:

Mi sembra un po fuori dalla realtà pensare che lo stato d'animo di un terremotato sia occupato nel piangere per il suo senso distorto d'appartenenza a questo a quel ruolo sociale, a questa o a quell'altra epica del campanile, quanto invece lo sia piangere della sua effettiva appartenenza, come giustamente dici tu, nei confronti delle persone che ama e con cui condivideva le giornate prima della distruzione.

... dipende, è un falso problema. Qual'è il punto? Allora: - Massimo ha posto in essere una serie di considerazioni, oggettivamente corrispondenti alla realtà. Intrinseco a queste considerazioni è nato una sorta di dilemma, e cioè: come fare per non considerare solo burocraticamente chi vive l'effettiva tragedia? Ci siamo? Bene, a questa domanda, Mazzucco ha sensibilizzato in una certa direzione il fenomeno che, come recita l'oggetto della discussione, è l'essere umano in rapporto a simili calamità naturali.

Bene.

La mia risposta o meglio, il mio contributo dice che innanzitutto bisognerebbe che l'essere umano ("e non tizio e caio") imparasse a rideterminare i valori di ciò che veramente è tragedia e ciò che non lo è. Se non impara questo, allora la sua forma mentis lo porterà a prescindere in una depressione inutile. Un sovraccarico stupido... ci sei?

Bene

Questo "sovraccarico" è un crogiolo di morali corrotte e di retaggi che ci hanno inquinati. E che dovrebbero una volta per tutte fare il loro tempo. A mettere la ciliegina sulla torna ci si mettono, al solito, i media e tutti i SOLONI prezzolati, al servizio di spin doctor e altra gentaglia simile.
L'uomo fa il territorio o è il territorio a fare l'uomo?

Quoting Giano:

Calvero, che ne pensi di Bill? :-D



EDIT 18,48 - scusa lo strafalcione, volevo dire: Bucolica :roll: sto rimbambito, ho corretto a seguire.

Che Bill è un po' egocentrico e che il suo paesello esisteva anche grazie a quelli che a Milano si spaccano il culo per garantirgli i pezzi di ricambio del suo trattore quando si rompe.

Questo non certo per dare torto a come Bill viveva la sua vita, ma per ridimensionare una visione forzatamente bucolica del sistema odierno e che, lo si dimentica: in realtà siamo tutti connessi, molto di più di quel che si crede.

Un discorso valido il tuo, inteso concettualmente, si e no (e ripeto "sì e no") se ai tempi del Rinascimento; detto di passaggio: l'epoca che funge da spartiacque - da dove poi il mondo è iniziato a involvere.

Non solo.

In tutta la tua (bellissima) storiella di Bill (e non sono ironico), in realtà non è rappresentato il Bill che io critico. Facci caso. Non ti dico dove - perché so che sei molo arguto, trova da solo la lacuna del tuo intervento (ovviamente secondo me); questa volta ti sei lasciato a una certa volontà di smussare in modo forzato la società odierna.


Quote:


P.S.
A Bill piace molto questa massima di Calvero: "Non c'è terremoto che può far crollare l'amore ed è l'unica cosa che conta."

Perché Bill è un bravo ragazzo :-D
MARZO:

Quote:

L'uomo fa il territorio o è il territorio a fare l'uomo?

Bella domanda. Se intendi "territorio" come tessuto sociale, direi la prima che hai detto. Però è anche vero che il tessuto sociale è un vero e proprio habitat culturale, capace di condizionare l'individuo in modo estremo. Quindi risponderei 50-50: l'uomo determina ciò che poi è, a sua volta, in grado di determinarlo. Siamo noi a creare la nostra società, la quale poi condiziona chi noi siamo.
Errore - ho corretto il mio errore al Post 56

Quoting Falchetto:

Occhio che se non gli dici "sì hai ragione" viene subito fuori il bullo da tastiera che è in lui.



Argomenta invece di provocare.

Quoting nessirio:


Sicuramente un essere umano che per evolversi deve riuscire a voltare subito pagina, senza attaccamenti è una visione molto pratica e comoda.



Hai qualcosa contro la praticità?
La natura è semplice, sono i fenomeni morali a complicarti la vita oltre le complicazioni reali.

Sul discorso della "comodità", se vuoi argomentare, che non vedo proprio dove collocare l'idea, cioè della serie, usando la medesima logica, cos'è, preferisci la scomodità?


Quote:


Ma se gli esseri umani non avessero sviluppato l'attaccamento al luogo, chi avrebbe l'interesse a costruire grandi opere o farsi una casa?

Mai letto un libro di Mauro Corona? (oggi non è giornata)

Poi, dipende cosa intendi con "grandi", a cosa ti riferisci, che non è chiaro.

L'attaccamento al luogo è sinonimo di debolezza, essere pragmatici e adattarsi a un luogo e amarlo rispettosamente, è un'altra questione.

La cosa interessante è constatare come riesce difficile affrontare l'argomento in discussione. Se piace il trauma, allora che lo si coccoli, qual'è il problema?; ognuno ambisce alle paure che ritiene migliori. Tanto le farmacia ne hanno a iosa di antidepressivi per risolvere crisi esistenziali.


Quote:


Dopotutto l'umanità ha iniziato ad evolversi quando ha iniziato a creare gruppi stanziali.

Dopotutto anche quando hanno tirato la prima clavata in testa a un altro simile, l'umanità ha comunque contribuito a evolversi. Capirai che se si usano simili semplificazioni - più farlocche che sconsiderate, possiamo trovare ogni ragione e torto, a seconda di dove vogliamo creare un'illusione.

Quoting Calvero:


Quoting Falchetto:

Occhio che se non gli dici "sì hai ragione" viene subito fuori il bullo da tastiera che è in lui.



Argomenta invece di provocare.



No per carità che poi mi rispondi con un papiro senza senso di 150 righe e mi tocca pure leggerlo!
Argomenti abbastanza da solo.
CALVERO: Ti vedo particolarmente aggressivo (con gli altri, non con me). Sei sicuro che sia necessario?

Quoting Falchetto:



No per carità che poi mi rispondi con un papiro senza senso di 150 righe e mi tocca pure leggerlo!
Argomenti abbastanza da solo.



... ed ecco il tuo secondo intervento senza nessun contributo al tema. Se hai qualche complesso d'inferiorità che non sai gestire, non c'è bisogno di esternarlo disturbando la discussione.

E sei alla seconda provocazione.

Vediamo se arriva la terza.

Quoting Redazione:

CALVERO: Ti vedo particolarmente aggressivo (con gli altri, non con me). Sei sicuro che sia necessario?



Sono stato particolarmente aggressivo con rafterry, che dopo aver lanciato il sasso, lui (dice) che non argomenta e non intendeva che gli si rispondesse. Una volontà a prendere per il culo evidente. In un forum, voglio dire. Dove il tuo intervento è appositamente concepito per essere messo in discussione. A seguire, sono stato particolarmente aggressivo con Falchetto, che a seguito della questione con rafterry, è venuto ad accusare senza argomentare. Quindi Sì, sono particolarmente aggressivo.

Quoting Redazione:

VERITASSAPHINHO: hai fatto una splendida retromarcia, complimenti. Sei partito dicendo "Ci sono stati più terremoti recentemente, credete che qualcuno si sia assicurata la casa?" - come se le colpe fossero dell'imprevidenza di questi poveracci - e quando ti hanno fatto notare che senza certificazione la casa non si può assicurare, hai rinculato sui contratti d'affitto ("Come inquilino non ha bisogno di nessuna certificazione"). Come se la gente che vive in questi paeselli vivesse in affitto! Forse tu non ci hai mai messo piede in questi paesi, ma il 95% di questa gente vive in case di proprietà, tramandate in famiglia da generazione in generazione.

Quindi, nel tuo disperato tentativo di insultare i poveracci, hai fatto una grandiosa figura di merda. (Tu ormai non ti arrampichi nemmeno più sui vetri. Ci vivi aggrappato, dal mattino alla sera).



Anche per assicurare le case senza queste certificazioni è' possibile fare, per averla a buon prezzo le devi avere, le assicurazioni non sono enti di beneficenza. Invece di costare 400 euro all' anno ti fanno pagare 200.000. Nessuna assicurazione rifiuta un contratto che può essere a suo vantaggio visto che prima che succeda un evento di questo tipo possono passare decenni. È' chiaro che se uno vive in una fogna di casa viaggia a suo rischio e pericolo, ed i soldi dei contribuenti non devono essere usati per soddisfare i furbi a proprio danno, anzi non hai l' assicurazione, bene vivi in tenda canadese ( lo stato deve proteggere i minori e persone senza capacità di discernimento con la deportazione in istituti, non si può permettere per salvare famiglie di merda e piagnoni lasciarli bambini e persone con difficoltà ). Lo stato è' l' unico ente che può fare coercizione ed anche forzata,( solo in Italia non viene fatta) è proprio questo buonismo la rovina di intere generazioni di miserabili. Pagherei anche il 70% di tasse ad uno stato che fa il buon padre di famiglia e toglie i figli ai parassiti piagnoni ( ottimi consumatori dell' inutile, ma pessime persone) ottimi per talk show e piagnistei nei telegiornali. Il compito dello stato e il soccorso ( visto che è' universale ed unico caso al mondo pagato dai non evasori) e le prime misure, passate 2-3 settimane e non trovate alternative dai pezzenti via i figli con coercizione forzata, poi quando saranno degni li potranno vedere i riottenere. Lo stato deve smettere di accontentare per motivi di incapacità e diciamo motivi presunti etici di salvare delle famiglie di merda, a partire dai divorzi e separazioni, se non c'è accordo tra le due parti sulle condivisione della responsabilità genitoriali, presi e via, non accontentare la madre piagnona, senza lavoro a fare la bella vita sulla casa. Negli altri paesi al divorzio, va tutto a metà , casa, pensione, debiti, doveri e diritti, e la casa in caso di dubbio del giudice va in vendita e si prendono la metà ognuno, non ci resta a scrocco uno con la scusa dei figli.
Poi per me spero che alluvioni e terremoti spazzino via quello che trovano , le 47 milioni di automobili sono sufficienti per 60 milioni di persone per dormire ( il sogno italiano dei beni di consumo) . L' assicurazione della macchina ed i carburanti li pagano, mentre quella della casa no. Affari loro. Se lo stato avesse fatto il suo dovere di deportare i minori dall' Aquila , o amatrice ed in qualsiasi comune con criminalità evidente, le bare bianche non le avrebbe dovute pagare ( nemmeno le bare si pagano questi pezzenti di terremotati, mentre la rata dell' automobile o della TV da 60 pollici si) e sarebbero belli e salvi in altre regioni. L' italiano ha un tal culto della furbizia che la usa anche a proprio danno, scriveva prezzolini un secolo fa, e finché lo stato continuerà ad essere generoso continuerà ad essere così

Quoting Redazione:

CALVERO: Solo che tu sei Calvero, e io sono Mazzucco: due individui con una forte personalità, con conoscenze estese, e con una identità ben strutturata. Per le persone come noi (e qui ce ne sono tante) vale certamente il discorso "solo noi contiamo". Ma i terremotati in questione non sono persone come noi. Non hanno quella solidità culturale che gli permette di essere se stessi ovunque e in qualunque momento, indipendentemente dalle circostanze. Per il famoso "pastore lucano" il tessuto sociale è tutto. Gli togli quello, e non ha più nulla. (Non si spiegherebbe altrimenti la tenacia quasi morbosa con cui questa gente non vuole abbandonare la propria terra).



Massimo, ti posso chiedere per cortesia che cosa intendi qui? É un'affermazione facilmente equivocabile secondo me.

Quoting veritassaphinho:

È' chiaro che se uno vive in una fogna di casa viaggia a suo rischio e pericolo, ed i soldi dei contribuenti non devono essere usati per soddisfare i furbi a proprio danno,



In una "fogna" di casa, ci si può vivere causa forza maggiore per una svariata serie di motivi. Tra cui l'essere furbi, può essere anche l'ultimo. Poi bisogna anche vedere cosa si intende con fogna; qual'è il parametro/misura che da quel punto in poi per Te la fa corrispondere a fogna
Redazione

Quote:

due individui con una forte personalità

Chi si loda...
...ma sii..in fondo si! Forte personalità!
...io invece mi domando spesso cosa significhi personalità...anche perché ho la sensazione quotidiana di esser imbrattato e dover ricapitolar chi io sia...beati i forti...che già sanno...mentre io perdo tempo a scrostarmi roba che in apparenza sembra mia...ma poi dopo essermela levata...mi sento libero...

Il problema maggiore di oggigiorno è che le notizie sono recepite decisamente in modo diverso da 35anni fa...
L'illusione di una denuncia/scandalo passasse pure col programma Le Iene...poco dopo...boh...rimane SHOW...

Certo che se abitavano Apache a Norcia non si parlava di crolli...in armonia con la "natura"...

Marzo

Quote:

L'uomo fa il territorio o è il territorio a fare l'uomo?

Una rondine non fa primavera...come decisamente nel deserto/poli non s'è da fare...ma altrimenti New York insegna...e oggi i cinesi...blatte, sorci, acari..ci insegnano che pressappoco tutto si adatta...anche al presunto più forte...l'uomo con le sue "atomiche"...

...che domanda...

Slobbysta

Quote:

Per il famoso "pastore lucano" il tessuto sociale è tutto.

A proposito di "luogocomuni" sui pastori lucani... trmtv.it/.../...

Di pastori alla vecchia maniera qui se ne vedono sempre meno.
Certo, di aziende agricole e di allevamento anche a conduzione familiare ne rimangono (qua e là), ma la vecchia figura del pastore eremita che segue le propie mucche in pascolo libero e che pratica la transumanza... molto meno, qualcosa in più nel potentino forse, mentre sempre più spesso i grandi proprietari preferiscono affidare in gestione armenti e pastorizia a povera gente, emigranti o non che siano purché costino poco e sappiano adattarsi alle condizioni (senza considerare oltretutto che quelle condizioni sono talmente dure che i nascenti "pastori lucani" di nuova generazione probabilmente preferirebbero ricollocarsi volentieri in un nuovo posto all'interno della scala sociale).
Purtroppo neanche il pastore lucano è più quello di una volta, o per lo meno non più sempre.
In quel di Matera poi la gente preferisce farsi ammaliare da quelle che vengono considerate le nuove opportunità legate al turismo cedendo man mano il posto degli antichi mestieri a qualcosa che viene grossolanamente considerato come "valorizzazione sociale" e preparandosi a seguire la stessa sorte di Venezia dove le attività fondamentali tendono a ridimensionarsi per concentrarsi sul turismo, o almeno così pare, ma questa è un'altra storia...

Quoting Anteater:




...ma sii..in fondo si! Forte personalità!
...anche perché ho la sensazione quotidiana di esser imbrattato e dover ricapitolar chi io sia...beati i forti...che già sanno...mentre io perdo tempo a scrostarmi roba che in apparenza sembra mia...ma poi dopo essermela levata...mi sento libero.....

Slobbysta


.... il tuo è già un gran passo avanti... perché io pur sapendo che non è robaccia mia la maggior parte delle volte non riesco proprio a scrostarla via... CAZZO......
Il tema è ponderoso e credo che per eventi simili non ci sia una soluzione soddisfacente per tutti.
Stiamo parlando di 30-40.000 persone e di tutto il portato sociale, economico, produttivo, relazionale in genere, che ogni mattina li faceva alzare e compiere il loro ineluttabile destino di papà, di mamme, di bambini, di nonni, di zii, di nipoti, di operai, impiegati, commercianti, agricoltori, allevatori, di insegnanti, di albergatori, di baristi, di meccanici, di sarti, di rappresentanti, commercialisti, avvocati, dentisti, medici, veterinari e chi più ne ha più ne metta... Ora mi spiegate come e in cosa si reinventano queste persone, quando il loro sostentamento dipendeva da QUEL tessuto sociale, da loro stessi che da produttori e consumatori davano vita a quel sistema o addirittura, STANDO IN QUEL TERRITORIO, da albergatori, ristoratori, agricoltori o allevatori, produttori di prodotti tipici, ne fruivano e prosperavano?
Perciò io in questo vedo la loro "necessità" di rimanere, nel senso, non è nostalgia ma semmai bisogno di rimanere "collegati" a quello che può farli sopravvivere...
Io la vedo così...
@Calvero

Ho capito. :-D
Lamenti il fatto che l' articolo metta in evidenza il disagio che affronteranno queste persone, disagio che in alcune parti, "Non sei più nessuno, perché tu eri ciò che eri soltanto se inserito nel tessuto sociale in cui vivevi", viene rappresentato quasi come una sentenza di morte.
Condivido la tua critica se intendi che sia inaccettabile l' annullamento della persona a seguito della perdita del ruolo sociale, dei luoghi, delle cose.
Non la condivido se esprime rammarico per la volontà delle persone di ambire a ricreare le condizioni di vita precedenti al terremoto.
Trovo anzi che impegnarsi per attuare il secondo caso sia il miglior rimedio per evitare che si verifichi il primo.
Non riesco a cogliere la negatività che vedi nell' amore per la terra in cui si nasce, nel senso di appartenenza che si può provare. In un certo senso siamo fatti noi stessi dei luoghi in cui cresciamo, no? È una banalità del cazzo ma è la verità.

Quote:

Infatti, ho fatto dei precisi distinguo.
I muri di una chiesa sono i tuoi cari?

no no. Ma infatti condivido quel che hai scritto in linea di principio.

Quote:

Qual'è il punto? Allora: - Massimo ha posto in essere una serie di considerazioni, oggettivamente corrispondenti alla realtà. Intrinseco a queste considerazioni è nato una sorta di dilemma, e cioè: come fare per non considerare solo burocraticamente chi vive l'effettiva tragedia? Ci siamo? Bene, a questa domanda, Mazzucco ha sensibilizzato in una certa direzione il fenomeno che, come recita l'oggetto della discussione, è l'essere umano in rapporto a simili calamità naturali.

Bene.

La mia risposta o meglio, il mio contributo dice che innanzitutto bisognerebbe che l'essere umano ("e non tizio e caio") imparasse a rideterminare i valori di ciò che veramente è tragedia e ciò che non lo è. Se non impara questo, allora la sua forma mentis lo porterà a prescindere in una depressione inutile. Un sovraccarico stupido... ci sei?

Bene

Questo "sovraccarico" è un crogiolo di morali corrotte e di retaggi che ci hanno inquinati. E che dovrebbero una volta per tutte fare il loro tempo. A mettere la ciliegina sulla torna ci si mettono, al solito, i media e tutti i SOLONI prezzolati, al servizio di spin doctor e altra gentaglia simile.

Ci sono.

Ciò che mi sfugge (quindi vedilo come un interrogativo), ma non del tuo intervento, ma di tutto il discorso, a partire dal post di Massimo, è credere o pensare possibile che nei moventi, nei pensieri e nelle azioni prossime venture di uno sfollato reduce da una tragedia, il sovraccarico di sovrastrutture summenzionate, ammesso ci fossero, abbiano retto al sisma.

Voglio dire se ha retto qualcosa , che uno decida di andare o restare, non è certo sovrastruttura. Diversamente come fare per stabilire se è sovrastruttura, anche il prossimo inverno al caldo, la toilettes personale e il wi-fi sono sovrastruttura... zingaro docet :-) .

Quoting veritassaphinho:

...l. Quella dei muri e' una assicurazione del proprietario di casa....



Quella di cui parli è l'assicurazione scoppio incendio, che tutti dovrebbero avere visto il costo modesto, a cui puoi aggiungere tante clausole aggiuntive, ma la polizza per terremoto (come per alluvione) fa storia a se.

Quoting Calvero:

.....
Sul discorso della "comodità", se vuoi argomentare, che non vedo proprio dove collocare l'idea, cioè della serie, usando la medesima logica, cos'è, preferisci la scomodità?
.......
Ma se gli esseri umani non avessero sviluppato l'attaccamento al luogo, chi avrebbe l'interesse a costruire grandi opere o farsi una casa?

Quoting Calvero:


Quoting nessirio:


Sicuramente un essere umano che per evolversi deve riuscire a voltare subito pagina, senza attaccamenti è una visione molto pratica e comoda.



Hai qualcosa contro la praticità?
La natura è semplice, sono i fenomeni morali a complicarti la vita oltre le complicazioni reali.

Sul discorso della "comodità", se vuoi argomentare, che non vedo proprio dove collocare l'idea, cioè della serie, usando la medesima logica, cos'è, preferisci la scomodità?


Quote:


Ma se gli esseri umani non avessero sviluppato l'attaccamento al luogo, chi avrebbe l'interesse a costruire grandi opere o farsi una casa?



Mai letto un libro di Mauro Corona? (oggi non è giornata)

Poi, dipende cosa intendi con "grandi", a cosa ti riferisci, che non è chiaro.

L'attaccamento al luogo è sinonimo di debolezza, essere pragmatici e adattarsi a un luogo e amarlo rispettosamente, è un'altra questione.

La cosa interessante è constatare come riesce difficile affrontare l'argomento in discussione. Se piace il trauma, allora che lo si coccoli, qual'è il problema?; ognuno ambisce alle paure che ritiene migliori. Tanto le farmacia ne hanno a iosa di antidepressivi per risolvere crisi esistenziali.


Quote:


Dopotutto l'umanità ha iniziato ad evolversi quando ha iniziato a creare gruppi stanziali.



Dopotutto anche quando hanno tirato la prima clavata in testa a un altro simile, l'umanità ha comunque contribuito a evolversi. Capirai che se si usano simili semplificazioni - più farlocche che sconsiderate, possiamo trovare ogni ragione e torto, a seconda di dove vogliamo creare un'illusione.

Mai letto un libro di Mauro Corona? (oggi non è giornata)

Poi, dipende cosa intendi con "grandi", a cosa ti riferisci, che non è chiaro.

L'attaccamento al luogo è sinonimo di debolezza, essere pragmatici e adattarsi a un luogo e amarlo rispettosamente, è un'altra questione.

La cosa interessante è constatare come riesce difficile affrontare l'argomento in discussione. Se piace il trauma, allora che lo si coccoli, qual'è il problema?; ognuno ambisce alle paure che ritiene migliori. Tanto le farmacia ne hanno a iosa di antidepressivi per risolvere crisi esistenziali.


Quote:


Dopotutto l'umanità ha iniziato ad evolversi quando ha iniziato a creare gruppi stanziali.

Dopotutto anche quando hanno tirato la prima clavata in testa a un altro simile, l'umanità ha comunque contribuito a evolversi. Capirai che se si usano simili semplificazioni - più farlocche che sconsiderate, possiamo trovare ogni ragione e torto, a seconda di dove vogliamo creare un'illusione.

Certamente che preferisco la comodità. Ma la mia domanda è (e non mi sembra proprio una semplificazione): se l'uomo non avesse sviluppato attaccamento al territorio, esisterebbero le città? (solo per fare un esempio) chi avrebbe avuto l'interesse a creare paesi se nessuno si fosse sentito radicato in un luogo?

Quoting hvsky:


Quoting Anteater:




...ma sii..in fondo si! Forte personalità!
...anche perché ho la sensazione quotidiana di esser imbrattato e dover ricapitolar chi io sia...beati i forti...che già sanno...mentre io perdo tempo a scrostarmi roba che in apparenza sembra mia...ma poi dopo essermela levata...mi sento libero.....

Slobbysta


.... il tuo è già un gran passo avanti... perché io pur sapendo che non è robaccia mia la maggior parte delle volte non riesco proprio a scrostarla via... CAZZO......



Che carino....

Beh, per esprimermi così ne ho fatto crescere di licheni parassiti e metamorfosi varie sulla mia pelle...non vado nel dettaglio, siamo in fascia protetta...

La scorciatoia è l'antitesi netta alle gratificazioni facili e fittizie...e per riconoscerle, resettare il se stesso, nel tormento dei sentimenti totali, nei "limiti" dei propri ragionamenti e soprattutto fidarsi di quella sottile vocina che ti tira il maglione per attirar una terza versione...poi "magia"...si apre un varco, vedi le macerie siriane e quelle di Norcia, catturi la vibrazione dello sfogo: PRIMA I NOSTRI! e cerchi di capire perché malgrado sia giusto, è assolutamente sbagliato...la mente brancola nel buio...ma l'intuito Ben sa cosa sia la bellezza~serenità~armonia e ne trae le sue conclusioni...esempio di Pilling cutaneo...poi nel profondo entriamo nel tridimensionale...

Con affetto...

Slobbysta

Quoting peonia:

se riescono ad accogliere MIGLIAIA di MIGRANTI, CAZZO! POTRANNO FAR QUALCOSA PER I NOSTRI TERREMOTATI!!???????


naaaa....mica i terremotati ci "pagano la pensione"...

Quoting Calvero:


Quoting rafterry:


Non stavo argomentando e non volevo mi si rispondesse..

E allora fai silenzio e non rompere il cazzo a chi argomenta e rispetta chi volesse rispondere alle proprie posizioni.

Quando ti va di dibattere onestamente, sarò a tua disposizione.



se ti ho innervosito vuol dire qualcosa il mio commento ha suscitato..
dibattere onestamente di cosa scusa? della mancanza di sensibilità sul tema:
"gente muore, gente perde casa e gente soffre" (e media e palazzinari ci speculano sopra..)?
No grazie.
Il tema proposto da Massimo credo fosse "cosa siamo senza il nostro ambiente?"
Io rispondo che noi uomini saremmo tutti in più o meno difficoltà senza il nostro ambiente e senza neanche speranze di rivederlo come prima.
Se tu non sei d'accordo con la sofferenza dei terremotati scusami, ma è un problema (serio) tuo.

Namastè
Assolutamente in sintonia con # 24 Redazione.
Per i vari saputelli pro assicurazione e non nomino l'innominato: Una delle tante vittime, la casa manco era sua...
Invece è tornato alla casa dove viveva da trent’anni e che, per colpa del sisma, ha dovuto lasciare. Di fronte all’aia, c’è un orticello di cavoli e finocchi. Ha preso il fucile, lo ha appoggiato a terra dalla parte del calcio, si è puntato la canna al collo e ha tirato il grilletto aiutandosi con uno stecco. Al 75enne Nello, domenica scorsa, la casa non è crollata sulla testa. Gli è crollata sull’anima.
Da Repubblica, articolo di Fabio Tonacci

Quoting nygandy:

Il tema è ponderoso e credo che per eventi simili non ci sia una soluzione soddisfacente per tutti.
Stiamo parlando di 30-40.000 persone e di tutto il portato sociale, economico, produttivo, relazionale in genere, che ogni mattina li faceva alzare e compiere il loro ineluttabile destino di papà, di mamme, di bambini, di nonni, di zii, di nipoti, di operai, impiegati, commercianti, agricoltori, allevatori, di insegnanti, di albergatori, di baristi, di meccanici, di sarti, di rappresentanti, commercialisti, avvocati, dentisti, medici, veterinari e chi più ne ha più ne metta... Ora mi spiegate come e in cosa si reinventano queste persone, quando il loro sostentamento dipendeva da QUEL tessuto sociale, da loro stessi che da produttori e consumatori davano vita a quel sistema o addirittura, STANDO IN QUEL TERRITORIO, da albergatori, ristoratori, agricoltori o allevatori, produttori di prodotti tipici, ne fruivano e prosperavano?
Perciò io in questo vedo la loro "necessità" di rimanere, nel senso, non è nostalgia ma semmai bisogno di rimanere "collegati" a quello che può farli sopravvivere...
Io la vedo così...


Ti quoto in pieno. Mi sembra che stiamo rasentando l'assurdo. Se alcuni di voi si sentono realizzati in quanto esseri umani e basta, avulsi da un qualsiasi contesto sociale, buon per loro. Ma non potete venire a dirmi che sono involuto perchè la mia vita è fatta anche di piccole abitudini, del saluto al portinaio, della chiacchera con l'edicolante, della clientela del mio negozio, della mia gioia del ritorno a casa quando mi capita di stare fuori per lavoro, del godersi la bellezza e il carattere della mia città e dei suoi abitanti. Della familiarità con cui mi muovo nel mio contesto sociale, le prsone che conosco, i miei ricordi legati a determinati luoghi, ecc. ecc. Se mi prendono e mi tirano fuori da tutto questo, un pò mi incazzo. Sopravvivo, ci mancherebbe, ma un pò mi incazzo. E sti poracci non hanno manco il diritto di ribellarsi dall'essere espiantati dalle loro radici? Ma dai...

Quoting rafterry:


se ti ho innervosito vuol dire qualcosa il mio commento ha suscitato..
dibattere onestamente di cosa scusa? della mancanza di sensibilità sul tema:



Nessuna mancanza di sensibilità. Piuttosto la tua disonestà.


Quote:


"gente muore, gente perde casa e gente soffre" (e media e palazzinari ci speculano sopra..)?
No grazie.
Il tema proposto da Massimo credo fosse "cosa siamo senza il nostro ambiente?"

La risposta di Massimo è articolata, così come articolata e con i precisi distinguo concettuali è stata la mia risposta, che tu la riduci a questo assunto idiota, e che non riguarda il mio intervento.


Quote:


Io rispondo che noi uomini saremmo tutti in più o meno difficoltà senza il nostro ambiente e senza neanche speranze di rivederlo come prima.
Se tu non sei d'accordo con la sofferenza dei terremotati scusami, ma è un problema (serio) tuo.

Un altro sofisma. Che non perderò tempo a indicarti quale, vista la tua malafede.

Baciami il culetto rafterry ;-)



Quote:


Namastè

Non me ne faccio nulla del tuo ipocrita namastè

Quando sarai onesto nel dibattito, sarò a tua disposizione

Quoting nessirio:




Certamente che preferisco la comodità. Ma la mia domanda è (e non mi sembra proprio una semplificazione): se l'uomo non avesse sviluppato attaccamento al territorio, esisterebbero le città? (solo per fare un esempio) chi avrebbe avuto l'interesse a creare paesi se nessuno si fosse sentito radicato in un luogo?



L'attaccamento è sbagliato a prescindere. Se vogliamo evolverci. L'amore per la terra è un'altra cosa.
L'attaccamento, oltretutto, non deve essere morboso, a patto di non ammalarsi di una forma di idolatria nei confronti del territorio. Le tradizioni sono costrutti che inquinano il nostro raziocinio.

C'è tutto il mio cordoglio e la mia solidarietà per chi non sa come provvedere alla propria sopravvivenza e tutto il mio cordoglio e solidarietà a chi perde la vita dei suoi cari.

Di gente invece che piange i muri che cadono e sentono perdere la loro identità sociale, che è solo un costrutto del potere, non posso riconoscerli che poveri dentro e squallidamente propagandati. Solo orgoglio. La vita è ben altro.

Qui qualcuno lamenta mancanza di sensibilità senza averci capito un cazzo del discorso, e minimamente si preoccupa di come queste morali vengono sfruttate dal potere per mettertela in culo e alimentare tutti i giochi mediatici tesi a umiliare lo spirito umano.

Rivoglio il mio paese gnè gnè gne non ho più la mia identità :perculante:

Quoting Calvero:



Rivoglio il mio paese gnè gnè gne non ho più la mia identità :perculante:



Sei talmente involuto su te stesso che nemmeno ti rendi conto di quello che scrivi.
Se ti togliessero LC e i tuoi fan staresti peggio dei terremotati.
Vergognati se ne sei ancora capace.

Quoting Giano:

@Calvero

Ho capito. :-D
Lamenti il fatto che l' articolo metta in evidenza il disagio che affronteranno queste persone, disagio che in alcune parti, "Non sei più nessuno, perché tu eri ciò che eri soltanto se inserito nel tessuto sociale in cui vivevi", viene rappresentato quasi come una sentenza di morte.



Esattamente.


Quote:


Condivido la tua critica se intendi che sia inaccettabile l' annullamento della persona a seguito della perdita del ruolo sociale, dei luoghi, delle cose.

Esattamente


Quote:


Non la condivido se esprime rammarico per la volontà delle persone di ambire a ricreare le condizioni di vita precedenti al terremoto.

Ambire o pretendere? ;-)


Quote:


Trovo anzi che impegnarsi per attuare il secondo caso sia il miglior rimedio per evitare che si verifichi il primo.
Non riesco a cogliere la negatività che vedi nell' amore per la terra in cui si nasce, nel senso di appartenenza che si può provare. In un certo senso siamo fatti noi stessi dei luoghi in cui cresciamo, no? È una banalità del cazzo ma è la verità.

L'amore è tale se è incondizionato. Altrimenti non è amore, ma speculazione per aggradare il nostro orgoglio e appagare sentimenti a senso unico.

Il senso di appartenenza, a cosa? A una cosa di passaggio? Quando sei di passaggio tu ed è di passaggio il territorio stesso. Oggi c'è la terra, una volta c'era il mare. Vivi la vita liberamente e ama quello che c'è in divenire. Tutto nella vita è fugace ed effimero, e quando arriva il momento di imparare la lezione devi impararla, se sei un uomo. Se invece sei un'entità sociale, allora soffri per ciò che PER NATURA non può essere eterno. Deprimiti quanto ti pare perché adesso ti senti nessuno ...

... solo perché un terremoto ha fatto cadere la maschera che portavi ;-)

Quoting Mrexani:


Ci sono.

Ciò che mi sfugge (quindi vedilo come un interrogativo), ma non del tuo intervento, ma di tutto il discorso, a partire dal post di Massimo, è credere o pensare possibile che nei moventi, nei pensieri e nelle azioni prossime venture di uno sfollato reduce da una tragedia, il sovraccarico di sovrastrutture summenzionate, ammesso ci fossero, abbiano retto al sisma.



Certo che reggono. Sono secoli che reggono. E allo stesso tempo le distruggono dove non le vogliono.


Quote:


Voglio dire se ha retto qualcosa , che uno decida di andare o restare, non è certo sovrastruttura. Diversamente come fare per stabilire se è sovrastruttura, anche il prossimo inverno al caldo, la toilettes personale e il wi-fi sono sovrastruttura... zingaro docet :-) .

Guarda che il punto è ed era l'approccio e il perché del dolore. Non se questa sia una tragedia o meno. Certo che è una tragedia. Il punto è quello che l'articolo lasciava intendere alla fine quando sottolineava la questione se e in che modo i terremotati devono essere visti e vogliono vedersi oltre i problemi burocratici, ci siamo?

Bene. Oltre i problemi burocratici, l'afflizione che viene determinata da un sentimento che vuole vederti perso della tua identità, è una menzogna - oltretutto sostenuta dai giochi mediatici; l'afflizione che ti vede soffrire perché adesso devi sopravvivere, è ovviamente una cosa umana e sana. La prima invece è politica e morale, cristallizzatasi come "verità" nel tempo, ma che non ha più ragione d'esistere. Ha fatto il suo tempo. Come tutte le cose, perché tutte le cose morali e politiche hanno il loro tempo.

Se la differenza è apparentemente sottile, questo è un altro problema. Perché in realtà, da oggi in poi, per chi ha vissuto la tragedia, si aprirà davanti a lui un modo di intendere come risolvere le cose; una maniera sarà malata e inquinata; l'altra sarà sana. Se ci si lascia imporre un imprinting politico/morale - in questo senso, allora si scateneranno frustrazioni e traumi esponenziali che sono gratuiti. Hai già quelli reali, e per di più ti carichi quelli che appartengono a una chimera: l'identità sociale che vuole vederti allineato e coperto, altrimenti non vali. Se la si vuole vivere così, ovvio che ognuno è libero di farlo; e come per ogni scelta, c'è una conseguenza. Se fossero vere queste serie di stronzate secolari, allora io sarei giustificato e legittimato a guardare dall'alto in basso chi ha perso la sua "identità sociale" :perculante: E finché non la riconquista, allora lui per me è una nullità e ho ragione a considerarlo tale ;-) ... la vedi la bestemmia contro-natura?

... in altre parole, un altro modo per far sì che il Bis-pensiero attecchisca sempre meglio nella coscienza dell'uomo. Delle cose contro-natura non posso avere riguardi, sono nemiche della Vita. E a me interessa la vita, non le sovrastrutture morali che l'annichiliscono.

Quoting Anteater:


...ma sii..in fondo si! Forte personalità!
...anche perché ho la sensazione quotidiana di esser imbrattato e dover ricapitolar chi io sia...beati i forti...che già sanno...mentre io perdo tempo a scrostarmi roba che in apparenza sembra mia...ma poi dopo essermela levata...mi sento libero.....



Slobbysta, bada che qui, in questo discorso, la forte personalità è intesa come consapevolezza di debolezza nei confronti della Vita. Sei solo un uomo. Tutto qui. Quindi estendi te stesso alla vita, senza la paura di dover prevalere per riuscire. Quello che i forti sanno, è che solo quando perdi tutto inizi a vedere chi sei ...

...un lavoro su se stessi alla portata di chiunque e che mai si conclude

... quindi non vedo come la tua sottolineatura possa avere un senso chiarificatore, quando sai benissimo che anche il non prendere posizione è un prendere posizione, quando sai che se ti scrosti via qualcosa da te, comunque devi essere forte per farlo. Se sei debole, scrosti il famoso beato nulla. Non sei un albero che a ogni autunno ti cadono da sole le foglie ;-) ... quindi non fare l'albero ... che non lo sei

Dai Slobby su ... non essere melodrammatico
Calvero

Quote:

Ambire o pretendere?

In un certo senso non è sbagliato volere indietro il sangue in surplus che hai versato allo stato durante la vita.


Quote:

L'amore è tale se è incondizionato. Altrimenti non è amore, ma speculazione per aggradare il nostro orgoglio e appagare sentimenti a senso unico.

Devi ammettere che quello di questa gente sembra proprio un amore incondizionato: il territorio se li sta scrollando di dosso con violenza, gli ha distrutto tutto quello che possedevano ma loro vogliono continuare a vivere lì.


Quote:

Il senso di appartenenza, a cosa? A una cosa di passaggio? Quando sei di passaggio tu ed è di passaggio il territorio stesso. Oggi c'è la terra, una volta c'era il mare. Vivi la vita liberamente e ama quello che c'è in divenire. Tutto nella vita è fugace ed effimero, e quando arriva il momento di imparare la lezione devi impararla, se sei un uomo. Se invece sei un'entità sociale, allora soffri per ciò che PER NATURA non può essere eterno. Deprimiti quanto ti pare perché adesso ti senti nessuno ... ... solo perché un terremoto ha fatto cadere la maschera che portavi

Calvero non credo si possa parlare in questi termini di questa gente. Non per "non offendere i morti" o altre regolette, ma perché credo che non vedremo queste comunità in preda alla depressione, immobilizzate dalla perdita del ruolo sociale. Non andrà così, vivranno anni difficili ma sapranno reinventarsi se necessario, esattamente come tu auspichi.

Quote:


CALVERO: Scusa Massimo, ma neanche di striscio. Ma quale tessuto sociale? Siamo uomini o caporali? Non sono più nessuno se schiatto, se perdo i mie cari. Se perdo la mia donna. Se perdo i miei figli. Ma vaffanculo il paese, l'orto e i giardinetti della scuola. La vita è fatto di noi, non di cose. Le cose sono passeggere. Solo noi contiamo


Quote:


Baciami il culetto rafterry ;-)

Hai ragione, io troppo sofista e tu sei troppo evoluto.. solo noi contiamo..
Alzo le mani e, come dicono a Roma, "sei mejo tè"

ti augurerei una vita fatta di tanti "noi" senza troppe cose superflue come una casa, un paese, un orto e i giardinetti della scuola, ma sarebbe uno sfogo. e io sono ipocrita.. quindi dico che ti meriti il meglio anche tu. anche se non capisci la vastità delle minchiate che dici..

passo e chiudo

Ciau nè

Quoting Giano:

In un certo senso non è sbagliato volere indietro il sangue in surplus che hai versato allo stato durante la vita.



Non è che sia sbagliato, precisamente non è un tuo Diritto. Il terremoto è un atto politico? No. (Haarp permettendo*)

Il sangue che hai versato in surplus - a chi? ... a un ente cui paghi il pizzo perché altrimenti non ti sarà concessa la grazia di un'entità sociale? :perculante: oh mio signore - le domando, sei per caso tu nato con un codice a barre stampato sulla fronte? ...con un numero di carta d'identità stampato sul culo? ...con un codice a sei cifre "se sei valido o meno" per riprodurre, stampato sul cazzo? Non credo. Non risulta.

Se tu confondi la dignità umana con la patria e lo Stato, vai a ringraziare il lavaggio del cervello che ha inizio dai banchi dell'asilo, passando per le elementari ... e per finire alle università. Perché è proprio questa la mia accusa.

Ma in realtà, piano piano, si sta spostando il mio discorso iniziale in altri territori. Però, se vogliamo approfondirli, sono qui. Sai che non mi tiro indietro. Quindi cerchiamo di capire dov'è che cozzano o stridono le nostre vedute o anche consapevolezze, a seconda dei concetti.

Proviamo ad andare per gradi (scegli tu se mercalli o richter) in modo elementare e, come per il discorso con la salute/medicina nell'altro topic, tagliamo le posizioni con l'accetta, altrimenti non basterebbe un anno per affrontare debitamente la questione, quindi passami le semplificazioni di un certo tipo.

Innanzitutto parli di Etica o di Diritto? Perché la differenza in questo senso è oceanica. Ti garantisco che te hai mischiato spesso i due concetti in modo sconsiderato. Sconsiderato in seno al dibattito, non certo personalmente. Cosa lo Stato deve garantire per Legge, questo è il primo fondamento su cui basare cosa sarebbe giusto e sbagliato quando si parla di Diritti. Tutto ciò che lo Stato non deve garantire per Legge, non puoi pretenderlo, visto che come cittadino tu accetti il sistema così come la costituzione lo ha inquadrato. Punto. Non ci sono sfumature. Se tu hai dato il sangue in più, sono cazzi tuoi. Non sei obbligato a dare del sangue in più. Se lo Stato invece vessa i cittadini perché adotta politiche ingiuste, è un altro discorso ancora; un ginepraio che comunque non può legittimare diritti dove la Legge non ne prevede.

PUNTO

Secondo discorso:

Eticamente e in senso di dignità, quindi:

Bene.

Mi pare che in questo senso le tue relative considerazioni io le abbia quotate con dei precisi - «esattamente», e tu eri d'accordo. Dico bene? Quindi ti domando, sei sicuro tu fossi d'accordo? Perché o lo eri o non lo eri; e se lo eri, allora ne prenderai atto debitamente.

Ma non è finita, ri-quoto nuovamente:


Quote:

... il sangue in surplus che hai versato allo stato durante la vita.

Tu allo Stato non versi un beato nulla - - - > in surplus, voglio dire. Perché gli dai quello che sei obbligato a dargli per Legge. End of story. Il resto sono chimere (soprattutto legate alla propaganda). Se c'è un surplus, allora quel surplus è una tua questione personale e quindi, sono cazzi tuoi. Se pretendi di rendere oggettivi e - in qualche modo DIRITTO - questi "cazzi tuoi", allora ti scontrerai contro una serie di "muri di gomma", com'è giusto che sia. Lo Stato per Legge non pretende e non impone surplus; ergo, la tua: è una forzatura la quale, dal piano personale e della dignità, fai trascendere sconsideratamente nel territorio dei Diritti e dei Doveri Stato/cittadini.

Ma non finisce qui.

In discussione è proprio quel sentimento soggettivo cui la gente pretende venga considerato in maniera oggettiva. Il problema che io denuncio è che non solo quel sentimento è soggettivo e io come cittadino di altri posti non ho nessun obbligo a riconoscergli, oltretutto si pretendono dallo Stato accomodamenti "surplus" - che vanno a gravare anche sulle mie tasse.

Non solo, mentre il terremoto è una calamità naturale - quindi non c'è nesso di negligenza che discende dalle autorità politiche, ecco che risulta oggettivamente ipocrita come queste tragedie debbano risultare "più dignitose" a confronto di milioni di famiglie che non arrivano a fine mese e sono sul lastrico e - di cui - ai cittadini di quei paeselli, gliene sbatte (ed è anche loro diritto) un bene-amatissimo cazzo ;-) Eppure a quelle spetterebbe di DIRITTO maggiore attenzione, poiché direttamente connesse con volontà e responsabilità che non riguardano tragedie incontrollabili. Nessuno mi pare si muova con SMS solidali per le famiglie sul lastrico :perculante: ... sai com'è, evidentemente gli operatori avrebbero meno da lucrare e speculare ;-) insieme a tutti i beoti che se la bevono (compreso Telethon e affini)


Quote:

Devi ammettere che quello di questa gente sembra proprio un amore incondizionato: il territorio se li sta scrollando di dosso con violenza, gli ha distrutto tutto quello che possedevano ma loro vogliono continuare a vivere lì.

Non lo ammetto perché non lo è.
Il territorio, innanzitutto, non glielo sta facendo crollare addosso la politica, ma un evento naturale.
Ma vedo che non ci capiamo.
Ho già espresso NERO SU BIANCO che il mio cordoglio e la mia solidarietà è indubbio e vicino a chi soffre e deve vedere per la propria sopravvivenza e dei propri cari. Per chi perde la vita o quella di chi ama.

Ho detto (e ribadisco) ... "gnè gnè gnè" ... nel momento che si sentono defraudati di un'identità sociale: - è una cazzo di menzogna. Vuoi parlare di dignità? allora parli da uomo e non da codice fiscale con le gambe. Deciditi. Ché "la moglie ubriaca e la botte piena", è ancora da duemila anni come la quadratura del cerchio che non si trova ;-) ; quando la trovi, fammi un fischio.

Tu di fronte a una calamità simile, hai salva la vita, hai ancora vicino chi ti ama, e ti preoccupi del tuo paesello e pretendi la tua identità sociale altrimenti non vali? (perché di questo sto parlando) Ma vaffanculo va, Giano, se non ti sei evoluto, soffri, cazzo vuoi? se non hai capito quali sono gli unici valori, per me puoi anche andare a farti prescrivere un super frullato con latte, ghiaccio, cetriolo a fettine e Selopram, Elopram, Cipralex, Prozac e tutto il resto del cucuzzaro :perculante:

Sono le cose che ti possiedono, e non tu che possiedi loro. SVEGLIA

Il paradigma è malsano e corrotto, incongruente e contraddittorio. Stato non Stato, Tradizioni, dignità. Abbiamo fatto Tilt. Non te ne sei ancora corrotto? :-D ... e la volontà di evolvere questa civiltà, dov'è? ;-)

Quindi, come detto prima, se non impari dalle lezioni, prenditi le sofferenze che preferisci per il tuo orgoglio ferito. Tu, che sei una pisciatina di farfalla nell'infinità della vita.


Quote:

Calvero non credo si possa parlare in questi termini di questa gente. Non per "non offendere i morti" o altre regolette, ma perché credo che non vedremo queste comunità in preda alla depressione, immobilizzate dalla perdita del ruolo sociale. Non andrà così, vivranno anni difficili ma sapranno reinventarsi se necessario, esattamente come tu auspichi.

Ma guarda che so benissimo che tu non ti appelli a simile retoriche da debunker :-D

Non hai colto l'essenza del mio discorso perché in qualche modo, magari mi sbaglio, proietti i tuoi timori e non razionalizzi per bene. Pensaci.

Ti sto parlando semplicemente di un approccio, hai letto cosa ho scritto al collega sopra? Te lo riporto copio/incollo:

Se la differenza è apparentemente sottile, questo è un altro problema. Perché in realtà, da oggi in poi, per chi ha vissuto la tragedia, si aprirà davanti a lui un modo di intendere come risolvere le cose; una maniera sarà malata e inquinata; l'altra sarà sana. Se ci si lascia imporre un imprinting politico/morale - in questo senso, allora si scateneranno frustrazioni e traumi esponenziali che sono gratuiti. Hai già quelli reali, e per di più ti carichi quelli che appartengono a una chimera: l'identità sociale che vuole vederti allineato e coperto, altrimenti non vali. Se la si vuole vivere così, ovvio che ognuno è libero di farlo; e come per ogni scelta, c'è una conseguenza. Se fossero vere queste serie di stronzate secolari, allora io sarei giustificato e legittimato a guardare dall'alto in basso chi ha perso la sua "identità sociale" :perculante: E finché non la riconquista, allora lui per me è una nullità e ho ragione a considerarlo tale ;-) ... la vedi la bestemmia contro-natura?

Ci sei?

__________

* Discorso "Haarp/terremoti pilotati"

Essendo cosa semplicemente più che plausibile, si torna sempre lì.
Quale coscienza il volgo ha voglia di elevare in merito ai giochi di potere?

Naaaaa....

... il proprio orticello e, per il resto:

"Chi se ne fotte" ;-)
Morti, ancora morti sepolti e dimenticati. Esperimenti bellici: 309 vittime della NATO senza giustizia. A L’Aquila le autorità già sapevano che sarebbe accaduto un terremoto. 4 giorni prima dal sisma la prefettura dell’Aquila, sede della sala operativa della Protezione Civile, era stata sgomberata segretamente.

L'Aquila (6 aprile 2009): prefettura crollata - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Il 31 marzo 2009, ma addirittura ancora qualche ora prima della scossa fatale del 6 aprile 2009, la Protezione Civile raccomandava gli aquilani di restare nelle proprie case. Perché la magistratura non ha indagato? Ma chi controlla i controllori? Siamo in presenza di una criminalità istituzionale ai vertici dello Stato tricolore, senza precedenti nella storia repubblicana. Non paghi della prima strage ne hanno mandata in onda un'altra il 24 agosto scorso, mietendo altre 294 vite. E così via: con gli affari sporchi di sangue innocente sale il pil. Esiste almeno un giudice a Berlino o comunque divino?

Le ultimissime parole pubbliche di Pasolini furono pronunciate il primo novembre 1975, e sono di cogente attualità. Puoi uccidere un uomo ma le sue idee vivranno per sempre:

«Voi siete i grandi conservatori di questo ordine orrendo basato sull’idea di possedere e sull’idea di distruggere».

I capi pro tempore dello Stato, peraltro ineletti e palesemente telecomandati dall'estero ne devono rispondere al popolo sovrano. Non siamo cavie: su la testa!
sulatestagiannilannes.blogspot.it/.../...
@Calvero
Cerco di non fare troppa confusione.
Chiarisco il senso che ho dato al termine "pretendere".
Innanzitutto non ho visto i terremotati in questione piazzarsi in mezzo ad una autostrada pretendendo che gli vengano ricostruite le case, questa presunta pretesa che io in qualche modo giustificavo non c'é. Prendo ad esempio una dichiarazione del sindaco di Amatrice fatta oggi: dice il sindaco che se non verrà ripristinata al più presto la viabilità attorno al paese sarà costretto a "rendere le chiavi della città", tutti gli abitanti andranno ad alloggiare al mare e il paese morirà per sempre; non è una pretesa ma una richiesta di buon senso anche se in questo caso è un diritto degli abitanti avere le strade funzionanti.
Ora, come tu dici, è vero che i cittadini non hanno il diritto di vedere ricostruite le loro case ma è anche vero che è dovere dello stato aiutare i propri cittadini (sia nella mia idea ideale di stato, dove si è una grande comunità e tutti partecipano a farla funzionare e migliorarla, ricevendo aiuto in caso di bisogno, sia nella realtà delle cose, dove lo stato con modi più o meno "giusti" provvede alle esigenze primarie di chi capita in queste sfighe generate dalla natura).
Lo stato, quindi, si muove e spende bei denari per far fronte a queste crisi: come possiamo vedere sono state allestite tendopoli, è stata data disponibilità di alloggio gratuito negli alberghi della costa, si prevede di mandare dei moduli abitativi temporanei, etc. Questi provvedimenti vanno praticamente in automatico, è la prassi in questi casi, no? Non voglio fare dietrologia, non siamo mica in un forum di complottisti, ma tutte queste spese sono necessarie in ogni caso? (Ovvero, chi è che vende le tendopoli allo stato? Qualche amico di qualche politico?) Ecco che entrano in gioco le reali esigenze delle "vittime"del terremoto, esigenze che i diretti interessati conoscono meglio di chiunque altro: trovo giusto quindi che il sindaco di Amatrice chieda (pretenda) con velate minacce di destinare gli sforzi umani ed economici verso ciò che ritiene più urgente per la cittadinanza, ovvero la possibilità di poter continuare ad accedere al proprio paese invece che, ad esempio, avere posti letto garantiti per chi, contro l' idea generale, ha deciso di dormire in auto per non abbandonare tutto ciò che di materiale, e non, gli è rimasto; non per stupido attaccamento alle cose ma perché unendo gli sforzi la comunità in questione può affrontare nel modo più intelligente questa disgrazia, ossia ripristinando ciò che ora non c'é più aiutandosi l' un l' altro. Non con i soldi dello stato ma con l' ausilio dello stato.

Con la questione del sangue in surplus sono andato leggerino, è vero, ma forse perché ho la sensazione, credo condivisa da molti, di dare sempre molto di più di quello che ricevo. In ogni caso, statistiche 2014 (mi pare), le Marche sono considerate una regione "virtuosa" dove fatta 100 la media nazionale di grano raccolto tramite tassazione, la regione Marche si attesta a 116; sono numeri che non servono ad un cazzo, si dirà, ma quest'é.

Riguardo l' identità sociale che non vale niente rispetto ad aver salva la pellaccia, come non concordare? Come negare però che quella che stiamo chiamando identità sociale corrisponda con quella che è stata la vita di queste persone? Quello che facevano per campare, i rapporti con gli altri cittadini, vivere nel posto che senti casa tua, coltivare le tue usanze, le tue abitudini; questa è l' identità sociale? Credo che allora sia sovrapponibile a quella che chiamiamo vita; questa gente rivorrebbe la propria vita? Io non riesco proprio a dargli torto.

Non mi sento di paragonare le famiglie che non arrivano a fine mese con i terremotati e non capisco come lo si possa fare. Lo stato non aiuta le tante famiglie con difficoltà economiche però aiuta i terremotati? O aiuta tutti o nessuno? Io preferirei che aiutasse tutti Calvero, tutti. I terremotati, a caldo, hanno il vantaggio di avere gli occhi di tutti puntati addosso ed è intelligente sfruttare il momento di commozione e interesse generale per ottenere dei risultati. Cinico ma indispensabile.

Riguardo al tuo quote che hai ripreso a fine post non concordo con ciò che fai provenire/discendere dall' identità sociale. Bill faceva il meccanico non perché fosse un automa o per stare allineato e coperto, Bill faceva quello che gli piaceva nel posto che gli piaceva tra le persone che gli piacevano. Aveva una sua "figura" tra la sua gente come tutti noi l' abbiamo tra la nostra, o nella nostra famiglia, o nel giro di amicizie. Non è un diktat sceso dall' alto, semplicemente viveva la vita per come aveva cercato di costruirla tra mille sforzi, e gli piaceva. È un male non arrendersi alle avversità e voler provare a vivere il meglio possibile? No.

Concludendo, visto e considerato che in ogni caso arriveranno degli aiuti a queste popolazioni, così come credo venga suggerito anche dall' articolo di Massimo, aiutiamoli usando la testa e non la sola burocrazia. Questa gente non pretende che tutto gli sia restituito come era prima, chiede solo una spinta per ripartire perché poi cammineranno con le loro gambe in qualsiasi caso. Chiedere che la spinta venga data nella direzione giusta (o quella che ora sembra la direzione giusta) non credo sia criticabile.

Spero di non aver ulteriormente incasinato lo scambio!

P.S.
Quella cosa della pisciatina di farfalla me la sono legata al dito, vile villano screanzato! :-D
@ GIANO


Quoting Giano:

@Calvero
Cerco di non fare troppa confusione.



Però la fai da subito.


Quote:


Chiarisco il senso che ho dato al termine "pretendere".

Occhio eh


Quote:


Innanzitutto non ho visto i terremotati in questione piazzarsi in mezzo ad una autostrada pretendendo che gli vengano ricostruite le case, questa presunta pretesa che io in qualche modo giustificavo non c'é.

Infatti io ho condannato la forma mentis che ti vuole vedere privato della tua identità sociale, i tuoi possedimenti e di sentirti annichilito e questo a fronte di avere ancora la tua vita. Sai che rispetto potrei aver di una simile blasfemia contro la vita.

Non ho parlato di pretese di riavere un luogo dove vivere, che oltretutto è il minimo per cui lo Stato dovrebbe cercare di risolvere. Parlo di chi piange la casa perché lo rappresentava. Non so più come dirtelo, Giano. Che tu sia d'accordo o meno, ovviamente.

E questo è importante perché l'articolo di Massimo parlava dell'aspetto psicologico e Te ti ostini ad andare da tutt'altra parte. Cioè era riferito e inerente all'essere umano oltre - appunto - i problemi burocratici.


Quote:


Prendo ad esempio una dichiarazione del sindaco di Amatrice fatta oggi: dice il sindaco che se non verrà ripristinata al più presto la viabilità attorno al paese sarà costretto a "rendere le chiavi della città", tutti gli abitanti andranno ad alloggiare al mare e il paese morirà per sempre; non è una pretesa ma una richiesta di buon senso anche se in questo caso è un diritto degli abitanti avere le strade funzionanti.

Ma chi cazzo se ne fotte, Giano ;-) Il paese che muoia, è la gente che non deve morire. Ti sto parlando dell'approccio psicologico. IL sindaco è uomo di Stato, quindi sta facendo il suo lavoro istituzionale. Comunque lui la pensi, quello che deve fare è quello che sta facendo. Ma non è distante da un poliziotto che prende ordini.


Quote:


Ora, come tu dici, è vero che i cittadini non hanno il diritto di vedere ricostruite le loro case ma è anche vero che è dovere dello stato aiutare i propri cittadini (sia nella mia idea ideale di stato, dove si è una grande comunità e tutti partecipano a farla funzionare e migliorarla, ricevendo aiuto in caso di bisogno, sia nella realtà delle cose, dove lo stato con modi più o meno "giusti" provvede alle esigenze primarie di chi capita in queste sfighe generate dalla natura).

Fai CONFUSIONE, ma non sul discorso, ma sulla mia invettiva.

Che fai scopri l'acqua calda? Hai letto da qualche parte ove sostengo che lo Stato non dovrebbe intervenire per soccorrere e dare la possibilità alla gente di ricrearsi una vita? Dimmi dove, che vado subito a correggere.

Io ho detto che i cittadini non hanno diritto di pretendere e rivedere "Clonata" (forse così si comprende meglio) la loro esistenza precedente, perché un terremoto - che non è una volontà politica - gliel'ha portata via.

Ho detto che considero debole colui che si identifica col proprio paese, col proprio lavoro, con le proprie tradizioni. Te su questo non sei d'accordo e in qualche modo ti dà fastidio o ti dispiace che io la pensi così; ma per me è così.

Facciamo così.

Domani per un terremoto mi crolla la casa. Tutto ciò che ho dentro. Il garage mi sfonda la macchina. Mi distrugge la moto. I miei ricordi, le mie foto, i miei archivi. I mobili che ho messo una vita per averli. Tutto l'amore e la cura che ha messo mia moglie per darmi la felicità. Il mutuo per il tetto. Il giardino non c'è più. La mia saletta per vedere i film. Le mie collezioni. E siccome attaccata alla casa, c'era la mia falegnameria, che era il mio lavoro, crolla pure quella. Distrutta. Gli attrezzi. I lavori. I progetti. Il mutuo per i nuovi macchinari. I miei clienti. Il nome che mi ero fatto. Casa mia era vicino alla piazzetta e la piazzetta non c'è più. Dove avevo costruito un'altalena di legno, e avevo ricevuto i complimenti dalla comunità e dove i miei figli giocavano e si erano fatti gli amichetti.

Rimango vivo io, i miei figli e la donna che amo. Quindi con la mia donna che mi ama e i figli che mi amano.

Sai cosa me ne frega a me della mia casa e dei miei ricordi dei miei mutui? UN BEATO CAZZO

Quando ci mandano in tenda, dirò ai miei figli che si va in gita.

Ho ancora le persone che amo e ci piscio sopra le mie macerie e ringrazio la vita di avermi dato ancora la possibilità di amare i miei cari.

Dovrò andare a vivere da un'altra parte? CHI SE NE FOTTE

Se hai amore ricostruirai un altro piccolo mondo fatto di cose belle.



Quote:


Spero di non aver ulteriormente incasinato lo scambio!

Sì che l'hai incasinato.

Sei un cazzo di tradizionalista bigotto che senza radici perderesti la favella e non ti diventerebbe più duro :-D :hammer:

Ma vaffanculo va, Giano.

Secondo Te, io dovrei considerarti in base al tuo spirito, al tuo cuore o in base alla tua identità sociale? :perculante:

Per me TU sarai sempre TU - anche rimanessi l'ultimo uomo su di un'isola deserta, senza una lira, senza lavoro, sporco brutto e affamato.


Quote:


P.S.
Quella cosa della pisciatina di farfalla me la sono legata al dito, vile villano screanzato! :-D

Questo è niente, oggi mi sento buono, quindi non ho infierito
@Calvero
Stai criticando troppo severamente una condizione di disagio psicologico che è momentanea. Queste persone non rimarranno inerti ad aspettare la grazia del padreterno. La fine dell' articolo racconta che "Solo nel momento in cui questi hanno iniziato a protestare, e hanno deciso di affrontare i rigori delle notti in tenda piuttosto che vivere lo strappo emotivo con il proprio passato (...)". Sono sconfortati ma vivi, e come te amano la propria moglie e i propri figli.

Alla fine della fiera queste persone cercheranno di rimanere per valutare la possibilità di ricostruire un abitato e, se sarà possibile, piano piano ricostruiranno il paese.

Quando dopo dieci anni tornerai a vedere se è vero che i lavori procedono bene, incontrerai Bill e quelli che sono rimasti, quelli che ti ricordano così:

Quote:

Sai cosa me ne frega a me della mia casa e dei miei ricordi dei miei mutui? UN BEATO CAZZO Quando ci mandano in tenda, dirò ai miei figli che si va in gita. Ho ancora le persone che amo e ci piscio sopra le mie macerie e ringrazio la vita di avermi dato ancora la possibilità di amare i miei cari. Dovrò andare a vivere da un'altra parte? CHI SE NE FOTTE

Lo leggerai nei loro occhi e sarà il giorno in cui ti chiederai se i deboli erano veramente loro.
E andando via penserai, forse per la seconda volta:

"Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! "

Ti renderai conto che in quel posto ormai ti senti un estraneo, ti renderai conto che non hai più una identità all' interno di quella comunità, e ti spiacerà.
Capirai allora il senso di smarrimento temuto dai tuoi compaesani nei giorni successivi al terremoto e forse ti pentirai di averli giudicati con troppa fretta.
Allora, combatti o scappi? :-D
@Alla Testa di Travertino di GIANO


Quoting Giano:

@Calvero
Stai criticando troppo severamente una condizione di disagio psicologico che è momentanea.



Non è momentanea. Proprio non hai soppesato le mie parole eh. Maledetto.


Quote:


. Sono sconfortati ma vivi, e come te amano la propria moglie e i propri figli.

Ma neanche di striscio. Non come me.


Quote:


Alla fine della fiera queste persone cercheranno di rimanere per valutare la possibilità di ricostruire un abitato e, se sarà possibile, piano piano ricostruiranno il paese.

E chi se ne fotte.
Ostinazioni che non mi riguardano.
Non ho mica criticato la libertà della gente di credere in ciò che vuole credere. Ma della coerenza nelle conseguenze e della forma mentis che da lì trascende e trasmette "geni malati". Intesi come retaggi. Perché, non credere (bello il gioco di parole), a volte la libertà di credere in qualcosa, pure quella può essere criticata come invalida. Ma non è questo il caso.

Hai per caso messo qualche parola in questo intervento che si riallaccia alla mi invettiva? No. Non l'hai fatto. Stai continuando a cantartela da solo. Nel senso che stai portando delle argomentazioni come se io avessi sostenuto altro. Quindi, cosa vuoi che ti dica? Che hai ragione? :-D

Nei tuoi interventi è per caso dimostrato che non è vero che c'era gente che piangeva per il proprio paesello, quando aveva ancora per sé la vita? No. Quindi? Che piangano. E non sto parlando di pianti di rabbia. Beninteso. Ma di ciò che ho ben argomentato (e non ripeterò, dopo un po' basta) sulla questione in senso antropologico "del pianto" - dell'essere umano di fronte alle calamità naturali. Degli aspetti sociologi non mi curo, essendo appunto - illusioni. Degli ingrati alla vita, ripeto, non mi curo. Non sono mica scemo. Tengo agli uomini, non agli automi.

Detto questo, di passaggio, che il discorso del Sindaco, quale uomo di Stato, non c'entrasse un cazzo, te ne sei accorto finalmente? :-D


Quote:


Quando dopo dieci anni tornerai a vedere se è vero che i lavori procedono bene, incontrerai Bill

... e secondo Te avrei bisogno di incontrare Bill fra dieci anni? Bada che io vivo in un paese che è stato ricostruito PIETRA SU PIETRA - probabilmente il più rappresentativo in Italia, in questo senso; e certo tra i primi al mondo. Non sto scherzando. Ce l'ho da VENTISEI ANNI sotto al naso tutti i BILL di cui mi parli, LETTERALMENTE ;-) ...

... menti crogiolate e mummificate nel passato. Nessuna evoluzione. Bensì - INVOLUZIONE

Ma credo tu non stia nemmeno considerando realmente dove è focalizzata la mia critica


Quote:


Lo leggerai nei loro occhi e sarà il giorno in cui ti chiederai se i deboli erano veramente loro.

Lo leggo ogni giorno quando vado in paese e vivo tra di loro; nei loro occhi. Persone vecchie dentro. Deboli. Inferme mentalmente. Obiettivamente patetiche. Riuscite, certo, come individui sociali; mal-riuscite come grado evolutivo. PUAH. Ovviamente contribuendo così, loro intendo, a un "Gene" retrogrado. Poi non lamentatevi se votano Renzi :perculante: (la provocazione è simbolica, non politica, ma il senso è perfetto)


Quote:


"Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! "

La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del Sole

EDDAI CAZZO


Quote:



Ti renderai conto che in quel posto ormai ti senti un estraneo, ti renderai conto che non hai più una identità all' interno di quella comunità, e ti spiacerà.
Capirai allora il senso di smarrimento temuto dai tuoi compaesani nei giorni successivi al terremoto e forse ti pentirai di averli giudicati con troppa fretta.

Ma de che cazzo stai a parlà? :-D ... mi sembri una versione evoluta della D'URSO :hammer:


Quote:


Allora, combatti o scappi? :-D

Combatto - of course. Come sempre. Per l'essere umano. Per l'uomo. Non per i paeselli di stocazzo
Calvero

Quote:

Giano, bada che ti ho risposto (non te la faccio passare liscia :-D)

Si si, ho letto, hai scritto Travertino a caratteri cubitali, come non vederlo?
Come saprai esistono diverse qualità di travertino a seconda del grado di compattezza con cui si viene a formare. La mia capatosta è di due varietà: una più porosa, ed è quella che ha capito che chi piange perché ha perso la casa e/o il lavoro non ha il tuo rispetto; la seconda, più compatta, è quella che non ha incamerato, forse perché non abbastanza fluido, il passaggio che porta il dispiacere ad essere portatore di "geni malati", quelli che porterebbero addirittura un essere umano a votare il cazzaro per antonomasia.
Se ti va di rielaborare il concetto in modo sintetico sarà mio piacere comprendere meglio di come ho fatto finora ciò che vuoi esprimere, in caso contrario me ne farò una ragione.
Con affetto, Barbara. :-D