di Alessandro Bruno
Ormai da tempo possiamo assistere ad un travolgente progresso tecnico: le auto si rinnovano costantemente, i dispositivi elettronici diventano sempre più presenti (per non dire invadenti) nelle nostre vite, comunicare con l'altro capo del mondo in istantanea da uno schermo non è più dominio di uno Spock di Star Trek anni '70. Nonostante questo travolgente susseguirsi di innovazioni, continuiamo a portarci dietro un fossile vivente: non sto parlando di un'auto o di un vecchio pc degli anni '90, bensì di una cosa ben più importante, che dovrebbe per prima far le valigie lasciando spazio alle giovani innovazioni… Ed invece, come spesso possiamo notare, il progresso tecnologico in medicina non è quasi mai così sorprendente…
Mi riferisco alla dialisi. La dialisi, o meglio l'emodialisi, è una cura dalle radici ottocentesche₍₁₎. Per quanto fosse ancora solo una pura applicazione sperimentale teorica o poco di più, resta una signorina che si porta dietro i suoi 165 anni contando la teoria ed i suoi 73-74 contando le applicazioni terapeutiche sull'uomo.
Non vi annoierò con tecnicismi superflui. Voglio però parlarvi di cos'è veramente la vita di un nefropatico (malato di insufficienza renale) oggi, nel 2019. Quando la funzione renale diventa così insufficiente da poter provocare la morte del paziente (non sempre questo è accaduto: ci sono casi, soprattutto in meridione, dove i centri privati convenzionati abbondano di persone sottoposte alla dialisi che avrebbero potuto farne a meno₍₂₎) si deve ricorrere alla terapia sostitutiva: la dialisi.
Brevemente, fare la dialisi significa sottoporsi a lunghe sedute di anche oltre 4 ore, in cui i pazienti si collegano ad un dispositivo detto "rene artificiale", provvisto di filtro. Il sangue passa attraverso questo circuito e viene restituito semi-ripulito ai pazienti. Ci sono due modi per collegarsi a queste macchine: uno attraverso un catetere venoso (un vero supplizio, non tanto per il dolore in sé, quanto il convivere semi-permanentemente con un catetere venoso) e l'altro consiste nel farsi bucare un accesso vascolare con degli aghi di dimensione considerevole. La cura va ripetuta 3-4 volte la settimana (ed anche oltre in alcuni casi) per tutta la vita.
Oltre agli immensi disagi di chi si deve recare costantemente in un reparto dialisi, si aggiungono anche tutte le problematiche collaterali a livello medico, sociale, economico ecc. ₍₃₎. La dialisi infatti rende quasi impossibile lavorare, condurre una vita normale ed intrattenere normali rapporti umani, soprattutto alla pari. Molte volte infatti, i dializzati sono abbandonati dai rispettivi partner, dalle famiglie, dagli amici.
Questo non deve stupire purtroppo. La pseudo-cultura dominante predica un individualismo sfacciato, da "ognuno per sè, Dio per tutti"... Chi fa la dialisi non può frequentare un locale come normalmente farebbe una persona comune, per una semplice ragione: i dializzati smettono di urinare, e smettere di urinare significa dovere contenere i liquidi il più possibile. Voi non ci fate caso ovviamente, ma un solo bicchiere d'acqua contiene in media 250 ml, la metà della dose media giornaliera permessa ad un paziente nefropatico anurico. Mangiare, vuole dire bere di conseguenza, in quanto anche il cibo contiene liquidi, oltre che una moltitudine di sali e sostanze che occorre tenere sotto controllo.
Quindi anche l'alimentazione diventa un problema: per evitare di bere e di mangiare troppo e male, spesso il dializzato evita i locali pubblici il più possibile. Comprenderete che se il nefropatico non è un povero anziano semi-paralitico la vita diviene tutt'altro che una passeggiata! Non bere ha delle ripercussioni psicologiche da notte horror. Ho sentito e visto personalmente pazienti nefropatici bere di nascosto rischiando di affogare per edema polmonare, persone che nel tempo diventano isteriche/maniaco depressive… Ho visto persone parlare in solitaria, mangiare compulsivamente la carta, avere comportamenti autolesivi, perdere completamente la lucidità ecc. … Nessuno ti può aiutare in tutto questo calvario, perché al nefropatico interessa giustamente solo non fare più la dialisi e tornare a vivere come una persona normale, ma questo è decisamente impossibile oggi, essendo quella renale, una funzione fondamentale per la vita.
Parliamo ora di quella che dovrebbe (e sottolineo "dovrebbe") essere la soluzione: il trapianto renale.
Quando si entra in dialisi ci si sente subito di chiedere che destino attende le persone in questa condizione. Come si può uscirne? Con il trapianto di rene è la risposta più immediata. Si deve però essere inseririti in una lista, le cui logiche sono per molti poco chiare, ed attendere che qualcuno muoia in un incidente e che i familiari acconsentano alla donazione degli organi. La seconda opzione consiste nel ricevere un rene da un donatore vivente, spesso un familiare, oppure da un donatore samaritano, in una donazione incrociata. Al primo impatto sembrerebbe abbastanza facile: ci si fa operare, si passa un periodo di controlli e di convalescenza e poi si torna alla normalità. In verità, non è affatto così semplice.
Il trapianto di rene infatti ha una durata in termini di anni, per ragioni che ora non starò qui a specificare. Principalmente per via dell'utilizzo degli immunosoppressori… che sono nefrotossici! Eh sì, perché i farmaci che dovrebbero preservare il rene trapiantato dalla reazione immunitaria, danneggiano il rene essi stessi nel corso del tempo!!!
Ora, dato che gli immunosoppressori vengono prodotti da delle S.p.a. come tutti i farmaci, quindi da aziende quotate in borsa che producono farmaci ai fini di guadagno, e non di certo per opera di bene, è chiaro che se dovessimo riflettere e cercare il conflitto di interessi da parte dei produttori-venditori, qualora questi farmaci avessero un uso limitato nel tempo… non dovremmo di certo faticare molto. Andiamo nel dettaglio.
Gli immunosoppressori sono utilizzati in concomitanza con il cortisone a dosaggi anche piuttosto elevati, con il risultato che un trapiantato deve stare attentissimo e sottoporsi regolarmente a dei controlli. Queste attenzioni possiamo riassumerle dicendo che un trapiantato non può nemmeno stare al sole senza protezione solare, perché le pastiglie che prende ogni giorno lo predispongono a contrarre tumori della pelle oltre che a degli episodi oncologici potenzialmente mortali. Per non parlare delle infezioni batteriche, virali, fungine... Ogni cosa può danneggiarti molto seriamente: basta una brutta tosse o una infezione per rischiare la vita nel peggiore dei casi, e dovere tornare in dialisi... o entrambe le cose. Questo perché nel caso in cui il paziente sia a rischio di vita, bisogna sospendere la terapia immunosoppressiva, perdendo di conseguenza l'organo ricevuto.
Una soluzione quindi solo temporanea, che ha anche numerosi risvolti socio-psicologici come la dialisi stessa. Infatti sia la dialisi che il trapianto (per ragioni che adesso non approfondirò nel dettaglio) spesso danneggiano l'aspetto fisico dei pazienti per via dei farmaci e degli eccessi di liquidi ed altri squilibri, alterando il colore della pelle, facendo comparire sfoghi, deformando il viso e facendovi emergere delle occhiaie/ borse che cambiano completamente il proprio aspetto fisico, oltre che rallentare il metabolismo, catabolizzando il tessuto muscolare e rendendo i poveri nefropatici spesso magrissimi e cronicamente deboli. Questa situazione crea a moltissimi pazienti enormi disagi nel rapporto con se stessi e con gli altri.
Tutti questi rischi/ disagi devono essere superati e tollerati dal paziente, fino al suo ritorno in dialisi. Eh si, perché se il paziente sopravvive abbastanza a lungo, prima o poi deve tornare in dialisi. Soprattutto se si tratta di una persona in giovane età. E quindi che si fa? Semplice: si fa un altro trapianto di rene! Cominciate a capire?! Si, perché c'è chi di trapianti ne ha dovuti sostenere anche 3.
Ad oggi quindi non ci sono soluzioni definitive, se non quella di rimbalzare tutta la vita dalla dialisi al trapianto... finché morte non ci separi. Sì, perché l'unico modo per liberarsi della dialisi è quello di morire nel tempo della durata di un trapianto, altrimenti si è di nuovo da capo, e ridotti peggio di prima dalle terapie immunosoppressive.
La volontà è la nostra unica ancora di salvezza. Inoltre, ormai da diversi mesi si sta cercando di istituire quella che sarà una associazione culturale o una onlus ₍₄₎ volta a diffondere consapevolezza su queste problematiche, oltre che fare conoscere le VERE soluzioni che esistono ma che tardano ad arrivare e di cui non si sente mai parlare, soprattutto nelle sedi appropriate e da parte degli operatori del settore, se non in modo superficiale, molto saltuario e poco fiducioso.
Mi riferisco al rene artificiale ₍₅₎, un progetto molto promettente che però sembra subire ostacoli e rallentamenti di ogni tipo. E se subisce ostacoli e rallentamenti possiamo solo immaginarne il motivo: con un'ampia diffusione di questo strumento cadrebbe di colpo l'intera macchina mondiale della dialisi, che rende attualmente centinaia di milioni di dollari per chi la gestisce.
Noi dializzati siamo come galline dalle uova d'oro: incatenati a vita alla macchina della dialisi, rendiamo ricchi quelli che le gestiscono, mentre le nostre vite se ne vanno nel silenzio dell'oblio.
Vi chiediamo di diffondere questo articolo e di informarvi su questo tema. Chiunque può finire in questa trappola da un momento all'altro. La dialisi sopravvive perché non se ne parla abbastanza, perché gode di una certa "copertura", essendo un problema poco conosciuto e dibattuto. Il numero di nefropatici nel mondo sta aumentando sempre di più, perciò occorre risolvere questo problema alla radice. Inoltre, risolvendo il problema della dialisi/trapianto, non solo si libera i pazienti da questa schiavitù, ma si abbatte anche il lato oscuro dei trapianti: il traffico di organi. Perché senza più bisogno di organi da trapiantare, anche il commercio illegale degli organi cesserebbe per mancanza di domanda. La dialisi ha bisogno di un saldo, numeroso e vivace movimento di critica - come ve ne sono stati per la chemioterapia ed i vaccini - per essere sconfitta. Costruiamolo insieme!
Note:
(1) Excursus storico dell’emodialisi. F. Papagno, V. Pepe, F. Soleti, M. Giannattasio, Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi Putignano ASL Bari
(2) Archivio de laRepubblica.it 1997 05 22 QUANDO LA DIALISI E' SPECULAZ.: .."sono direttamente condizionate dagli interessi economici privati. "Ci sono regioni come la Campania", racconta Pio Bove, coordinatore del Forum nazionale delle associazioni dei nefropatici, dei dializzati e dei trapiantati, "dove la struttura pubblica è praticamente inesistente. Le cliniche convenzionate possono agire senza alcun controllo. E le insufficienze renali diventano un pozzo di San Patrizio. Ad esempio si avvia la gente alla dialisi anche quando non ce ne sarebbe ancora bisogno."
(3) A. Molinini, buonacausa.org: "Tra i principali problemi che, a medio e lungo termine, portano il dializzato ad una condizione di vita infernale, logorando la psicologia del paziente e conducendolo verso una sempre più evidente pazzia ed esasperazione, refertata da psicologi e psichiatri come sindrome ansioso depressiva, e, in taluni casi, psicomania depressiva con atteggiamenti compulsivi tesi all'autolesionismo, figurano: prurito uremico; picacismo selettivo; necessità di odorare detersivi e/o benzine; onicofagia; tricotillomania; prurito da iperfosforemia; prurito allergico da contatto del sangue con linee, tubi, acque per osmosi, filtri; prurito insorto per utilizzo continuo di anticoagulanti; ferite da grattamento, procurate cercando di togliere un prurito che non va mai via e che è talmente profondo e intenso da toglierti il sonno, da portarti alla follia, da non farti vivere più; danni gastrointestinali dovuti a smodato utilizzo di farmaci, soprattutto se chelanti del fosforo; mal di schiena (posizione di immobilità prolungata su poltrone spesso vecchie, rotte, scomode, malconce, inadeguate alle esigenze di un paziente in stato di immobilità totale o parziale nelle ore di dialisi e sulle quali non c'è manutenzione o periodica sostituzione); discriminazioni sociali, lavorative, sentimentali, perdita del lavoro, mancate assunzioni; scarsa attenzione e gentilezza del personale assistente medico e infermieristico, che, con crescente superficialità nel corso degli anni, tratta il paziente come un numero di passaggio, con sempre meno umanità, spesso con superficialità anche nella somministrazione delle terapie (di cui spesso l'ospedale nemmeno dispone per motivi misteriosi), ed infine, extrema ratio, soprattutto per gli infermieri in evidente stato di burn out, ad errori grossolani e fortemente lesivi sulla fistola artero venosa nell'attacco e nello stacco degli aghi; sindrome delle gambe senza riposo; calcificazioni ossee, venose e arteriose; crampi; mal di testa prolungati e spesso resistenti a terapia; collassi; sete continua e inestinguibile, un vero e proprio incubo che ti tortura il cervello ogni singolo giorno della vita, in ogni minuto, in una continua guerra logorante e insostenibile con ogni singola goccia d'acqua; cardiopatie ischemiche o di altra natura insorte a seguito di trattamenti dialitici troppo pesanti e prolungati nel tempo; edemi polmonari, spesso letali, altre volte passeggeri e recuperati in tempo con dialisi d'urgenza; Insufficienza respiratoria; iperpotassemia; stati edematosi periferici; stanchezza, astenia, mancanza di lucidità nelle 5 ore successive al trattamento, rabbia, irritabilità, furto di sangue al cervello e relativo stato confusionale, dolori alle gambe, impossibilità permanente o passeggera di camminare, affanno; impotenza e calo della libido (con drammi di coppia che spesso portano alla rottura di lunghe relazioni, o, addirittura, a sfasciare famiglie che prima erano felici); nausea, vomito, ipotensione e ipertensione; iperparatiroidismo; inadeguatezza allo sforzo fisico (dal camminare al correre, dallo sport leggero a quello più impegnativo) causa emoglobina bassa e cuore in perenne affanno; alto rischio di arresti cardiaci; braccio con la fistola deformato e aneurismi enormi e brutti da vedere (motivo di frequente curiosità morbosa o allontanamento volontario della gente comune) da rimodellare, eventualmente, chirurgicamente; tendenza al suicidio
(4) L'ASSOCIAZIONE SI CHIAMERA' PROBABILMENTE PAPILLON BLEU, ispirandoci alla vicenda di Henri Charrière, ingiustamente deportato in una colonia penale francese e riuscito ad evadere dopo una lunga detenzione. H. C. scrisse un libro che diventò il celebre film "Papillon".
Già attiva sottoforma di pagina facebook e come gruppo di ascolto/supporto e critica, il gruppo si chiama: "Dialisi adesso basta" come pagina del gruppo, e "Dialisi adesso basta" gruppo di discussione.
(5) The Kidney Project (rene bio-artificiale impiantabile, progetto condotto dalla Università di San Francisco in California) https://pharm.ucsf.edu/kidney , https://www.facebook.com/ArtificialKidney/
A mio avviso poi non si parla mai o si parla poco di come comportarsi per prevenire il danneggiamento dei reni, organi bistrattati ma di vitale importanza.
la medicina moderna é come Minosse. Tutti ne esaltano la saggezza non sapendo che, ben nascosto, da qualche parte c'é un mostro!
Hai mai provato il "digiuno secco" con il dott. Sergej Filonov?
Ma è possibli evitare spesso la degenerazione dei reni anche quando la funzionalità cala al 20/30%. A qual punto si può ancora intervenire (e l'ho sperimentato in famiglia) con alti dosi di vitamina E. Non guasta poi del q10, vitamina k2 (anche a protezione del cuore). Il magnesio con più attenzione.
Altra cosa molto utile è il bicarbonato di sodio.
In effetti non ne so niente. Cosa è indicato di specifico, al di la dei soliti consigli per la salute in generale? Come si rovinano?
Ho sempre saputo (sospettato e immaginato) che c'era chi stava peggio di me, e anche per questo cercavo di non lamentarmene più di tanto, ma quando ci si trova in certe situazioni estreme serve poco sapere che non si è soli nella disperazione, non aiuta certo a star meglio anzi si prova dolore anche per gli altri o si preferisce non saperne nulla, tanta è la rabbia per l'indifferenza, neanche biasimabile, di chi è più fortunato (o meno sfortunato).
E' proprio in questi momenti (anni) che ci si interroga sull'esistenza di Dio ed è raro trovare delle risposte; sembra proprio che non esista o che si stia nascondendo o che per qualche sconosciuta ragione ce l'abbia proprio con noi, fino ad arrivare al sospetto che non gli interessi più di tanto il nostro grido di dolore.
Ti dirò che a me è parso di scorgere, nelle vicissitudini allucinanti del mio percorso, una qualche forma di risposta soprannaturale negli accadimenti quotidiani e nei comportamenti di persone con cui venivo a contatto, di coincidenze (o chiamale come ti pare) insperate e inattese, e che il tutto avesse una sua ragion d'essere, che riusciremo a scoprire solo alla fine del percorso se avremo la forza di mantenere la fede nel sincero amore che Dio prova per tutte le sue creature.
Questo mi sento di dirti in sincerità; non so se potrà esserti utile, ma posso garantirti che più passa il tempo e più sono convinto che la fede è l'unica cosa sensata che ho scelto nella mia vita perchè ne sto avendo conferma.
Posso dire che alla fine (mai dire mai) mi è andata bene e non sò per quanto avrei resistito ancora in quest'altalena di fiducia in Dio e voglia di farla finita, e non saprei cosa dirti per convincerti che invece la fiducia è ben riposta e che le vie del Signore sono imperscrutabili e inimmaginabili.
Non ho il coraggio di chiederti di aver fede, posso solo dirti che io l'ho cercata e l'ho trovata, leggendo la Bibbia. Sappi che la vita non finisce quì.
Immagino che se stessi ancora soffrendo le pene dell'inferno, con la certezza di non avere scampo, me ne farei poco della mia fede, ma mi sarebbe dolce compagna e mi farebbe lasciare questo mondo con più serenità.
Spero con tutto il cuore che si trovi qualche sistema più all'avanguardia per il tuo problema e per altri di cui non sono neanche a conoscenza.
Spero soprattutto che si riesca a riparare questa situazione di un mondo che sta andando a rotoli.
PS
Papillon è un capolavoro, uno dei miei film preferiti (visto appena uscito al cinema, nella mia vita precedente).
La salute non la regalano i medici, ma bisogna guadagnarsela.
Consiglio caldamente di tentare l'altra strada: quella dell'Igiene Naturale (l'eterna rivale della medicina allopatica), evitando altre medicine cosiddette alternative, secondo me troppo blande e all'acqua di rose, come l'omeopatia per es. Anzi prima che io parli a proposito, e forse inavvertitamente a sproposito, dato che non sono un medico, consiglio di leggere le seguenti pagine linkate e magari contattarne l'autore (il dott. Valdo Vaccaro) che ne sa certamente (direi!) molto più di me...
[https://www.valdovaccaro.com/nefropatia-diabetica-da-sangue-viscoso/ - NEFROPATIA DIABETICA DA SANGUE VISCOSO]
[https://www.valdovaccaro.com/rimessa-funzione-dei-reni-vincendo-nefropatia-proteinuria__trashed/ - RIMESSA IN FUNZIONE DEI RENI VINCENDO NEFROPATIA E PROTEINURIA]
Prova anche a contattare (non so se pratichi ancora la professione) il medico igienista, psichiatra e iridologo, Sebastiano Magnano di Piacenza e la sua Scuola della Salute.
Dovresti dunque, ad ogni modo, contattare un medico esperto in Igiene Naturale che ti possa consigliare e/o indirizzare magari in un centro specializzato dove vengono praticate diete depurative, digiuni terapeutici e forse, prima di tutto, metodi di recupero graduale (se possibile) della funzionalità del rene malato.
Se si sceglie questa strada il cammino verso la guarigione o il miglioramento sarà forse più lungo, dipende poi dalla gravità... Anche se esiste la possibilità di un recupero del 30%, direi di tentare... Per male che vada, peggiorare non fa. Stiamo parlando comunque di medici, quindi di persone che conoscono il problema inerente alla dialisi e alle nefropatie, ma che hanno al problema un approccio diverso, spesso diametralmente opposto a quello della medicina allopatica, il meno invasivo possibile. Non vorrei dire inesattezze, ma credo che un centro simile, attrezzato come si deve, possa trovarsi solo negli Stati Uniti. Io non sono un vero e proprio seguace dell'Igiene Naturale ma è ormai dal 1986 che me ne interesso. Personalmente, con un digiuno di 11 giorni e con la successiva ripresa alimentare nel giro di due mesi mi è sparito un lipoma (grosso come una noce) che avevo da una ventina d'anni alla spalla sinistra. Il digiuno oltretutto non l'avevo fatto per il lipoma ma per una indigestione dovuta a intossicazione alimentare. Lo so, i lipomi e le nefropatie sono cose diverse e per quanto concerne il rene la questione è molto più complessa e delicata (considerata la sua importantisima funzione filtrante e depurativa) ma la validità dei "metodi" igienisti è comunque la stessa. La premessa che fa l'Igiene Naturale è che il digiuno non cura un bel niente ma mette però il corpo nelle condizioni di fare pulizie di ciò che non è neccesario, di riparare i guasti, di eliminare tumori benigni e cisti, ripulisce il sangue e le cellule dalle tossine accumulate, ecc. Nessun farmaco è capace di fare questo. E non è poco.
Sembra una controindicazione, dato che durante il digiuno gli organi preposti alla depurazione lavorano a pieno regime per lo smaltimento dei prodotti di scarto. In questo caso presumo, non vorrei dire fessaggini, l'esistenza di un centro specializzato dove si pratica una "via di mezzo", sia la dialisi, che viene lentamente man mano ridotta, intervallata da brevissimi digiuni. Analogamente come avviene comunemente (sic) nei casi di diabete, dove l'insulina viene man mano ridotta fino alla "guarigione" completa. Ma questo lo deve spiegare più in dettaglio un medico esperto in Igiene Naturale...
In bocca al lupo.
E crepino gli infami che speculano sulla salute e il dolore delle persone.
Molti casi non sono dovuti a malattie autoimmuni e come detto sono curabili (nel senso di evitare che degenerino), oltretutto è un modo per fare prevenzione (l'assunzione di alcuni integratori).
In merito alle malattie 'autoimmuni' ci sarebbe molto da dire. Spesso queste nient'altro sono che uno stress ossidativo elevato. Questo porta a degenerazione di quegli organi sotto effetto dello stress ossidativo e il sistema immunitario interviene x rimuovere le cellule degenerate facendo sembrare che aggredisce se stesso. In questo senso spesso non esistono le malattie autoimmuni e già la vitamina E eviterebbe il generarsi di tutta la cascata di eventi.
Andrebbe fatto un discorso più lungo sulla tiroide (che quando non funzionante porta ad una infinità di problemi fra i più disparati).
Troppo spesso dimentichiamo che il corpo è un orchestra che lavora insieme. Concentrarsi su un organo come fa la medicina è una visione meccanicistica e riduzionistica che non darà mai soluzioni.
Continuerete sempre e solo a parlare di "malattia" e soluzioni niente affatto risolutive della medicina...
Vedo che ha una vaga idea di cos'è l'Igiene Naturale. In sintesi, e perciò con parecchie inevitabili inesattezze e/o omissioni, diciamo che questa corrente di pensiero o stile di vita, nacque un paio di secoli fa, spesso confusa con la Naturopatia, dal quale si distingue per il fatto che l'Igienismo o Igiene Naturale rifiuta, almeno inizialmente, qualsiasi intervento esterno per il ristabilimento della salute, comprese le cure farmacologiche e qualsiasi rimedio tout court. Stiamo parlando del periodo in cui i nostri beneamati medici allopatici curavano con il mercurio (ancora oggi incluso nei vaccini!) e con i salassi, tanto per intenderci, non certo con le pozioni estremamente tossiche a base di "tisana di malva o coda Cavallina" o "clistere di caffe" e nemmeno con "olio di rosmarino". Sfortunatamente per l'I.N., ma fortunatamente per il progresso della Medicina, ci fu tale signore Rockfeller, magnate del petrolio, che penso bene di produrre farmaci a livello industriale dai prodotti e sottoprodotti petroliferi. Nulla si crea e nulla si distrugge... e l'oro nero si tramuta in oro. È da qui nacque la farmacologia e i farmaci e le campagne pubblicitarie per la loro promozione. Siamo anche nel periodo in cui comincia ad interessare molto, guarda caso, la teoria dei germi e i vaccini, una vera miniera per l'industria medico-farmaceutica. Dopo un paio di secoli qualcosa è cambiato di certo anche nei rapporti fra Igiene Naturale e Medicina e i due mondi sembrano talvolta toccarsi, avere dei punti in comune. Un paio di secoli fa un francese scoprì la legge in base alla quale, durante il digiuno, vengono consumati i tessuti dell'organismo vivente in ordine inverso alla loro importanza. Il digiuno è stato studiato dal medico italiano Luigi Luciani già più di un secolo fa usando come cavia un digiunatore di professione, e ne parlò bene, in termini addirittura entusiastici.
Dovrebbe esistere oggi nei libri di testo universitari "qualcosa" che tratta della biochimica e della fisiologia del digiuno, ma che i medici sembrano bellamente ignorare. Nei manuali di chirurgia si parla del digiuno, guarda caso, e del fatto che anche un lungo digiuno di per sé non comporta rischi per il paziente in quanto l'organismo umano si adatta man mano ai mutamenti che avvengono nell'organismo. I corpi chetonici così bistrattati in quanto acetonemici, secondo i medicoidi, servono invece durante il digiuno per nutrire organi importanti quali il cervello poiché sembra che abbia "il sostrato enzimato atto a metabolizzarli".
L'Igiene Naturale non è la scienza di Vanna Marchi.
In quanto ad esperienza personale posso mettere per iscritto che l'ignoranza fra i medici è raccapriccante. Io ne sono terrorizzato. Il mio medico di famiglia non sa nemmeno cosa sia la vitamina B12, e posso citare altri medici (anche in tribunale, considerata la loro pericolosa ignoranza conclamata), e a pensare che non frequento questo tipo di profesionisti.
Se l'ignoranza abbonda, l'interesse e la speculazione non è da meno, e forse è proprio la sete di denaro che sta producendo sempre più somari.
Comunque, in sintesi i concetti fondamentali dell'Igiene Naturale sono molto semplici: energia vitale, tossiemia e punto di enervazione. Man mano che il livello tossiemico nel sangue e nelle cellule sale l'energia vitale diminuisce fino a raggiungere il punto cosiddetto di enervazione, oltre il quale l'organismo provoca la malattia. Come si vede i virus e batteri vengono esclusi dalla causalità della medesima. Per gli igienisti la causa della malattia è una sola: la tossiemia. Gli stadi della malattia sono irritazione, infiammazione acuta, infammazione cronica, ulcerazione, ispessimento, indurimento e cancro.
Per quanto concerne le patologie renali, dato che non sono un medico, posso solo consigliare ad Alessandro Bruno di sentire altre campane fuori dal coro: un medico o più medici esperti di Igiene Naturale. E poi A.B. mi sembra molto ferrato in materia, certamente più di me, e credo che sappia ben valutare da sé se sia il caso o meno...
quoto al 100%
#17 Perla
infatti, basterebbe ascoltare storie come questa per capire un po' meglio qual è il punto vero
e la "medicina ufficiale" ci ha portato molto lontano da questa SAGGEZZA e BUON SENSO purtroppo
basta vedere la montagna di cazzate che propinano medici e giornaletti sull'alimentazione….
poi certo, in casi gravi come quello di A.Bruno un aiuto dalla tecnologia sarebbe utile,
ma bisognerebbe SOPRATTUTTO informare su COME si arriva E soprattutto COME NON SI ARRIVA a certe situazioni limite.
Invece un mix di interessi commerciali e pura ignoranza medica si perpetua e anzi si aggrava sempre più il nostro
stile di vita complessivo, portandoci ad essere sempre più ammalati.
Certo che la medicina allopatica fa piu' danni che altro e questo e' un fatto e sappiamo anche il perche'. Per ammalarci. Il mondo va alla rovescia, come dicevano gli gnostici, questa qui e' una rappresentazione invertita (nel senso di sotto/sopra) della realta', di cio' che dovrebbe essere. E la sofferenza, la paura, la miseria, non fanno altro che impedirci di evolvere la nostra coscienza.
Medicina igienista, io sono veramente l'ultima persona al mondo che possa parlarne, perche' non la conosco e non la pratico, ma a intuito mi sento di dire che ovviamente aiuti a non ammalarsi, ma basta? Con tutti i veleni che ci tirano addosso, scie chimiche, inquinamento, radiazioni, 5g... E come ci si regola nella societa' moderna? Dove si trova il tempo, la voglia per praticarla? E i soldi? Non venite a dirmi che non c'e' un costo! Invidio e stimo chi ci riesce, io non ho la stoffa della salutista, forse un giorno, quando sara' troppo tardi mi pentiro' di questo.
L'IGIENISMO (oltre a prevenire) cura, anzi GUARISCE (che è ben diverso) TUTTE le patologie, che chiaramente non devono essere IN GRAVE STATO DI AVANZAMENTO, come pare nel caso di Alessandro.
ovvio che scie chimiche, inquinamento ed eletrosmog non può niente, ma aiuta il corpo a difendersi)
Per es. se il diabete ti fa perdere un arto, non è che con il digiuno quello ricresce.
ma PRIMA di arrivare all'arto marcio da amputare, PUOI GUARIRE seguendo i dettami dell'igienismo
Ci sono tantissimi casi veramente "miracolosi" testimoniati dai diretti interessati, basta cercarli valdovaccaro.com/.../...
E sto parlando di patologie SERIE: tumori terminali, diabete grave, paralizzati che riprendono a fare una vita normale…..
E poi ci vuole una forte determinazione dell'interessato (NON SOLDI), per seguire seriamente i principi della scuola igienista, c'è da studiare e prendere in mano la propria vita e benessere a tutto tondo, cosa a cui ci hanno disabituato, purtroppo.
Ma il cibo ingerito deve essere di prima qualita', organico e senza pesticidi. E dove lo trovi? Io ho seri problemi pratici in questo. Non sono vegana, mangio di tutto e spesso male, ma anche volendo, dove reperire cibo non contaminato? Dove vivo io e' impossibile, e anche volendo molto troppo costoso. Addirittura lessi che le mele dovrebbero essere sempre organiche, altrimenti fanno piu' male che bene. E' vero? Non si trovano sempre mele veramente organiche e se le trovi costano tanto. E poi altro dubbio:
Come fanno i vegani a mangiare bilanciato, so che frutta e verdure e cereali dovrebbero se mischiati bene garantire un apporto sano per il corpo, ma... boh, domanda stupida, non si dimagrisce troppo? Io per esempio mangio come un camionista e ho problemi a ingrassare, se mangiassi solo frutta e verdura sarei un palo della luce, senza un filo di grasso!
Sono inguaribilmente scettico, ma realistico, e sarà questa la mia vera malattia. Sarà perché non si può negare l'evidenza dell'esperienza e della propria storia personale. A sette anni contrassi una forma di meningite dopo vaccinazione scolastica che mi mandò in coma e restai all'ospedale per un mesetto. I postumi vennero curati a mia insaputa con psicofarmaci fino alla mia maggiore età... E poi l'avvilente coro belante del "patto trasversale popolare" che mi rincuora dicendomi "beh se te li hanno dati vuol dire che servivano", sì, ma a chi? Fui, nella sfortuna, fortunato, dato che sopravissi, bene o male, e non restai su una sedia a rotelle, come tanti altri.
Ma non scherziamo. Non è affatto vero che il digiuno funzioni solo "sulle persone di buona e sana costituzione", funziona sempre, in quanto è una "funzione" essenziale dell'organismo. Il fatto che funzioni non vuol dire certamente che sia la panacea di tutti i mali. È una banalità: allorché si è a digiuno avvengono dei processi, ben descritti e spesso ugualmente ben ignorati in campo medico, che sono gli stessi sia nei sani che nei malati. E questo mi pare chiaro. La questione è se una persona può farlo o meno (dato che in alcuni casi è sconsigliato), in che modo, per quanto tempo, in che struttura, con l'ausilio di cosa. E sempre comunque sotto osservanza medica...
Madre natura ci ha dotato di questa formidabile chiamiamola funzionalità. Il digiuno, oltretutto, nel mondo animale è una costante allorché sopraggiunge la malattia.
La mia costituzione non dovrebbe essere né buona né mica tanto sana, se è per questo... e così me la sono fatta da me. Se avessi seguito la retta via di una vita cosiddetta "normale", dando pieno fiducia al sistema sanitario e alle prescrizioni mediche, a quest'ora non starei qui a battere i tasti per risponderti... Insomma, non avrei superato i primi -anta.
Tu dici che "un rene grinzo... un rene a-funzionale non tornerà a nuova vita digiunando". Nulla torna a nuova vita, ma in parte può essere recuperato, se c'è questa possibilità. Esiste un'intelligenza del corpo, un'intelligenza somatica, e il corpo, purtroppo, ma per fortuna direi, non parla il dottorese, e contrariamente ai medici fa quello che deve fare, senza prescriversi cure. Durante il digiuno questa intelligenza somatica si attua in pieno e fa il possibile per recuperare quello che c'è da recuperare, arriva quasi all'impossibile. È la forza stessa della vita.
Gli studi sul digiuno ci sono e le casistiche delle "guarigioni" e dei miglioramenti delle più svariate malattie anche; solo che la medicina ufficiale fa orecchie da mercante e guarda altrove, chissà dove. Fa ricerca, come suole informare. Se pensiamo che solo H. Shelton ha assistito a decine di migliaia di casi di digiuno terapeutico. Quindi, la casistica fino a oggi riguarderebbe milioni di casi. Non vengono presi in considerazione, non vi è interesse, è il caso di dirlo, quindi, secondo una strana logica consolidata, non esistono. Sì, ma non sono scientificamente dimostrabili. Ma che cazzo vuol dire che non sono scientificamente dimostrabili. Insomma, mi sparisce un lipoma dopo un digiuno, mentre il medico di famiglia dice che l'unica soluzione è l'asportazione chirurgica e ciò non sarebbe dimostrabile. Questo mi manda in bestia! Qui si tratta di evidenza, si tratta di vedere quel che succede durante il digiuno, come si sono risolti i casi di malattie e disfunzionalità organiche. La realtà è che non si vuole vedere, e questa oculata voluta cecità perdura da almeno un paio di secoli a questa parte.
Poi, nel modo più assoluto, io la sanità pubblica la rifiuto (dato che la salute è una questione privata), anzi, se posso rifiuto anche il medico in-curante di famiglia. Decisamente. Troppo ignorante, ma che scherziamo, di un'ignoranza letale. Spero che la cosa sia fattibile.
La tecnologia, per quanto riguarda il campo medico, sono più i problemi che crea che quelli che risolve. Questa è la mia opinione.
Se ti fa piacere che io condivida il fatto che uno possa curarsi come vuole, con o senza tecnologia, per me va bene. Se uno ha bisogno di un'apparecchiatura particolare, sono d'accordo, è giusto che uno possa usufruirne, al di là delle condizioni economiche in cui si trova. Ci mancherebbe!... Anche se è fin troppo umano che quando un oggetto entra in fase di produzione, lo scopo per il quale è stato creato, come sempre, rimane marginale e si tenterà all'abuso e all'iper-produzione e a creare una necessità massiva anche laddove non ve n'è, ecc.
Per inciso, non vorrei che si pensi che io creda che un rene, o qualsiasi altro organo, possa essere sempre recuperabile. Solo che la mia maledetta esperienza, l'esperienza già, madre di ogni certezza, mi ha reso malfidato. Diciamo che sono trasportato ormai ineluttabilmente a questa mia, per me vitale, deriva, a credere fermamente che il più delle volte quello che il sistema medico giudica completamente irrecuperabile per me è ancora, almeno in parte, recuperabile.
Sono certo però che risolverebbe solo parte del problema.
Certamente potrebbe ridurre o eliminare l'esigenza della dialisi, però i reni hanno anche molte altre funzioni a cui la stessa dialisi non è in grado di sopperire.
Ad esempio i reni sono fondamentali nell' attivazione del calcitriolo che è la forma attiva della vitamina D3 (i malati renali faticano a trasformare la D3 in calcitriolo).
Spesso i nefrologi si 'dimenticano' di somministrarla ai malati di reni. Questo ha conseguenze devastanti. Il calcitriolo è collegato al metabolismo del calcio.
Poiché il calcio nel sangue deve rimanere entro valori ben precisi, il corpo attiva il paratormone. Il paratormone (PTH) però è un ormone infiammatorio. Riesce a mettere in circolo il calcio ma questa operazione genera una calcificazione dei tessuti molli (questa è una delle ragioni che spesso collegano le malattie renali a problemi cardiaci) che nel tempo perdono la loro funzionalità.
Ci sono altre funzioni dei reni non sostituibili con un apparecchio.
Una prevenzione primaria e interventi con medicina ortomolecolare possono prevenire i problemi di salute e spesso invertirne il decorso.
Poi certamente nei casi più estremi può e deve intervenire la tecnologia.
Ma a mio avviso il 90% di tutte le malattie sono prevenibili.
ti posso parlare del mio caso: sono sempre stata magra, se non mangiavo spesso andavo in ipoglicemia (quasi svenivo se non mangiavo) e stavo malissimo sia dal punto di vista intestinale, che da tanti altri, compreso una depressione serpeggiante (nonostante conoscessi bene e seguissi da decenni la macrobiotica).
con la dieta vegan-crudista tendenziale (significa che tendo ad una % di cibo crudo e vegano, in media cerco di mantenere un 50%) ho migliorato l'umore, l'intestino sorride, e se non mangio per molte ore sto benissimo lo stesso.
non è vero che si dimagrisce, anzi chi è troppo magro è perfino riuscito ad ingrassare, perchè migliora l'assimilazione, poi basta integrare con alcune cosette buonissime e alcuni accorgimenti.
generalmente mangiamo tanto perché si mangia male, quando si mangia bene si mangia di meno.
tempo: ne ho guadagnato tanto, cuocio poco, più che altro lavo, tagliuzzo o estraggo. se sono fuori casa ci sono tante soluzioni, dal barattolo con gli strati di cotto e crudo da portarsi sul lavoro, in giro mi porto dietro sempre frutta o datteri o altro (frutta sempre e solo a digiuno).
pesticidi e soldi:
è vero che frutta e verdura costano un po' di più, ma se bio si può mangiare tutto, compresa la buccia (ricca di nutrienti), comprese le radici o le foglie che di solito buttiamo via. inoltre gli ortaggi chimichi, gonfi di acqua per pesare di più, alla cottura non rimane niente, mentre un ortaggio bio non si sgonfia.
si tratta di cambiare completamente modo di fare la spesa, all'inizio è necessario leggere e capire, poi viene naturale cambiare in meglio la lista della spesa.
non penso che sia necessario spendere di più, anzi! merendine, roba pronta, carne e latticini costano tantissimo, ma non ci pensiamo mai, mentre se vediamo un kg di mele bio a 3 euro ci scandalizziamo! siamo abituati a prezzi ridicoli per gli ortaggi, che schiavizzano chi li produce, avvelenano noi e la terra. ma se guardiamo bene quei 3 euro sono ben spesi…
in ogni caso, viene raccomandato di mangiare frutta e verdura anche se chimici, sempre meglio di mangiare caseina e cadaveri
e poi la visione igienista non prevede solo una certa dieta, ma bagni di sole, aria pura, movimento, respiro, bagni….tutte cose GRATIS!!!!!
Sono sempre stato onnivoro, come l'essere umano in generale. Non ho una dieta particolare, mangio quotidianamente la carne, il pesce non molto spesso ma a volte. Mangio moltissimo anche i salumi, specialmente il salame (qui nel nord Italia è buonissimo!). Le uova non le mangio molto spesso, circa un paio di volte a settimana, però sono squisite!
quoto e straquoto: congratulazioni per come la pensi e per come sei capace di esprimere con tue parole il tuo credo e il tuo pensiero
io so di essere di quelli che ancora stanno a metà del guado, eppure circa il digiuno terapeutico sono molto propenso a pensarla come te: tutti i conti mi tornano; il nostro organismo non è affatto scemo
peraltro un digiuno involontario lo esperii recentemente, apprezzandone enormemente tutte le conseguenze (alla fine della malattia che mi colse di me erano rimasti soltanto “pelle e ossa”; nel corso della malattia espulsi incredibili nefandezze (muco/catarro il cui sapore è indescrivibile); della convalescenza ricordo specialmente la meraviglia che mi colse, circa il come le mie sensazioni gustative fossero cambiate, inducendomi in una alimentazione per me molto inconsueta; gradualmente le sensazioni poi ritornarono ad essere quelle che per me antecedentemente furono normali)
circa le possibili strade verso una migliore salute e/o verso una guarigione credo che gli approcci possano essere molteplici
ciò che molto più fermamente credo è che importantissime siano soprattutto una estrema cautela ed una totale (ancor più estrema) diffidenza per l’attuale mirabolante normale scienza medica (essa non soltanto è fuffa; essa è truffa!)
Non lo so se sarei in grado, ma ti confesso che un pensierino ce lo sto facendo, ma non sono sola, tengo famiglia e gli altri sono poco inclini ad un'alimentazione vegana. Credo che l'alimentazione sia molto soggettiva, credo che alcune cose vadano bene per alcuni ma non per tutti. Forse siamo davvero complicati al punto che siamo unici e la salute dipende molto da altri fattori che riguardano forse la sfera energetica piu' di altro. Ma mi piacerebbe provare un giorno a diventare vegana, sentendo tanta gente da quando sono qui su LC, ti confesso che mi sto incuriosendo, era qualcosa che prima non consideravo.
Ecco, questo ha molto senso nel mio immaginario, ma bagni di sole qui in irlanda te li sogni, ed e' forse per questo che da qualche mese a questa parte sono molto debole e di cattivo umore
#30 Michele Pirola
anch'io sono onnivera, ma e' un po' che mi disgusta tutto e il solito cibo non mi piace, avrei voglia di frutta e ortaggi saporiti, ma bisogna considerare anche il posto in cui si vive. Qui in irlanda il cibo e' noioso, patate e cavoli, la frutta viene da lontano ed e' insapore. Quando sono stata in brasile ho mangiato della frutta deliziosa e profumata, se fossi riuscita a stabilirmi li' come avrei voluto non avrei probabilmente mai toccato carne o latticini. Il luogo in cui si vive purtroppo detta legge e un vegano qui ha vita dura.
Essere esclusi dalle persone care solo perché definitivi diversi e lasciati spesso dai propri partner.... leggendo questo articolo solo ora mi rendo conto di essere "fortunato" del mio stato di salute anche se a volte spesso, per motivi stupidi scivolo nello sconforto: un lavoro andato a male, una ragazza che ti lascia, non avere un vestito di marca o non avere quello che hanno altri ecc
Grazie per questo articolo, nel caso di nuovi articoli non esiterò a leggerli.
Forza alessandro!! Ti sono vicino! 88!!
non sapevo che vivi in Irlanda! allora capisco che sia difficile….
Da ciò che leggo, Alessandro sembra preparato, non solo in attinenza all'argomento specifico di questa trattazione.
Nel leggere i suoi interventi in risposta ad alcuni utenti, mi rendo conto che ha fatto i conti in profondità con ciò che lo coinvolge in prima persona, ed ha certamente vagliato indirizzi di varia estrazione per affrontare la questione che propone in questa sede.
In maniera del tutto inelegante da parte mia, vorrei quindi appoggiarmi a questo coinvolgente articolo per accennare qualcosa che avrei voluto indirizzare ad un pubblico più ampio.
Non essendo però Luogocomune un sito destinato ad affrontare direttamente le tematiche legate alla promozione dell'"autoconsapevolezza" tout court, non è facile inserire un discorso potenzialmente "risolutivo" circa la funzione del sito medesimo.
Il succo del mio pensiero, riassunto in una modalità che più brutalmente non potrebbe trovare espressione, verte sulla certezza che, finchè il fulcro delle esistenze della maggiorparte degli esseri umani non porrà il fuoco sulle uniche, pochissime domande che davvero hanno importanza, ci troveremo fra cinquant'anni su queste pagine a discutere sempre di circostanze estremamente specifiche ed interessanti, che, per la natura stessa dell'approccio dal quale originano, non troveranno mai il campo d'applicazione di una reale soluzione.
Solo l'uomo al centro di se stesso conosce l'individuo che, insieme ad altri, puo' diventare il protagonista dirimente di fronte alle diecimila questioni come se queste fossero una sola.
Questo bellissimo sito dovrebbe essere strumento attraverso il quale si voglia coraggiosamente arrivare a costruire l'esigenza di comprendere, per ognuno di noi, quale è il cuore di ogni singolo problema.
Quello stesso cuore oltre la soglia del quale, l'esistenza stessa di questo sito per come è attualmente indirizzato cesserebbe di dover continuare ad esercitare la funzione contingente.
Per chi ha orecchie, non sono affatto fuori oggetto rispetto all'argomento qui esposto.
Tutte le ragioni per le quali chi diventa dializzato attraversa l'inferno che solo lui conosce, tra le fiamme di un mondo cieco, lungi dall'estinguere la penosa consunzione che gli è propria, si riassumono in un solo, unico, grande motivo, la cui stessa natura, lo conserva inosservato anche sotto il riflettore più luminoso.
Alessandro Bruno, a mio parere, non cerca e non troverà qui soluzioni per se stesso circa la specificità di quanto ci propone. Semmai, coltiva il terreno che nutrirà la speranza nell'ipotetico futuro di qualcun altro.
Per te stesso Alessandro, l'unica soluzione, senza tempo, luogo nè velleità di compimento, non puo' che essere lo spirito che ti anima.
Tienilo alto anche per tutti coloro che non hanno voce.
Grazie.
.
Per carità, Alessandro (parlo per me naturalmente) qui non c'è nessuna scuola di pensiero. Mi mancava solo la scuola adesso e pure di pensiero!... Per un somaraccio "spensierato" come me suona un po' ironico... Vabbè, battutaccia a parte. Parlo per quel poco di esperienza che ho nel campo, esperienza corporea, badi bene, non mentale. La mente è ben poca cosa, funziona in base alla logica. Noi siamo il corpo e il corpo ha una logica che la mente (logica) non può comprendere in profondità. Il digiuno non è una stravaganza occasionale. È tutto scritto nel DNA diremmo oggi C'è un codice segreto che noi, identificandoci come esseri razionali, non comprendiamo. E questo fin dagli esordi dell'umana specie e credo ancor prima.
Io stesso non sono igienista (almeno non ancora), ma mi interesso di questa pratica e corrente di pensiero dal 1986, tutto qua. Conosco un pochettino le potenzialità del digiuno e le sue possibilità. Quanto basta, per me. Nessuno prenda per oro colato quello che scrivo. Ognuno si faccia la sua idea, come tu ben dici.
Io mi sono fatto questa di idea.
Un rene malato, ma non in necrosi, vuol dire che è costituito in buona parte di cellule vive, potenzialmente suscettibili di essere risanate e rimesse in funzione. O sbaglio? Le cellule morte, si sa, verranno ad essere degradate ed eliminate.
Cercavo di darmi una spiegazione di come durante i digiuni i nefropatici potessero guarire o migliorare (penso ai dati forniti da Shelton per es.). Come fa un rene ad eliminare le scorie azotate, velenosissime, e altri metaboliti, se non funziona?...
Se buona parte delle cellule renali sono vive, la spiegazione è abbastanza ovvia...
Mettiamo si faccia un programma di tre giorni preparatori con una dieta disintosicante, seguito da un digiuno di tre giorni e poi la successiva fase di ripresa alimentare di tre giorni. Questo modello programmatico può essere ovviamente ripetuto, se necessario. Le scorie prodotte come fanno ad essere eliminate se i reni non funzionano, direbbe qualcuno? In realtà già dalla fase preparatoria depurativa inizia a mettersi in moto "qualcosa" che durante il digiuno si attua pienamente. Le operazioni effettuate non sono fatte con il bisturi, non si tratta di operazioni microchirurgiche, ma di processi depurativi e rigenerativi che avvengono nel sangue e a livello cellulare... Man mano che vengono prodotte tossine, le cellule renali "in sincrono" vengono ripulite, rimesse a posto, e tornano a funzionare correttamente un poco alla volta... Ricordiamoci che c'è un'intelligenza, localizzata a quanto pare nell'ipotalamo, che governa questi processi dei quali non sappiamo granché, ma di cui conosciamo però i risultati. Le evidenze ci sono, ma per qualcuno posto nelle alte sfere queste non sono scientifiche. È come dire: tizio è caduto per terra; è un fatto reale, evidente; sì, ma non ci sono riscontri scientifici.
Per concludere dico che un rene può essere danneggiato più o meno gravemente e su questo non ci piove. Può essere anche irrecuperabile. D'accordissimo. Ma il consiglio che dò è questo: lasciamo decidere al corpo ciò che è o non è recuperabile prima di passare il "potere decisionale" ad altri o ricorrere ad altre soluzioni che saranno certamente più drastiche...
segnalare quando accaduto a livello famigliare. Siamo arrivati a un passo dalla dialisi (9 pastiglie di laxix al giorno ) quando dapprima abbiamo
provato per un mese con il metodo igenista (era il periodo in cui stavo leggendo quasi tutti i libri di Vaccaro e mi sono fatto portare fuori strada ) poi visto che non si ottenevano risultati e conoscevo le teorie dell'alimentazione del dott Mzzi mi sono messo a cercare cosa diceva riguardo ai reni. Con questo video
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=KXsn_La7IR8[/youtube]
ci siamo convinti a cambiare alimentazione. Tolta la frutta e tutti gli zuccheri (pane pasta riso ecc) e inserite tantissime proteine nel giro di una settimana si sono visti i primi risultati. Morale della favola I RENI SONO FILTRI PER PROTEINE E NON NE VOGLIONO SAPERE DI VEDERE AMIDI E ZUCCHERI SONO PROGRAMMATI PER SMALTIRE SCORIE DI PROTEINE (SONO FILTRI PER PROTEINE E VENGONO DISTRUTTI DAGLI ZUCCHERI ). Anche nel libro che sto leggendo (Mallattie vaccini e la storia dimentica DISSOLVING ILLUSIONS di Suzanne Humphries ) nel capitolo della polio viene evidenziato a pagina 223 e 235 i danni che farine e zuccheri fanno a livello di intestino e come quando le correlazione tra questi alimenti e malattie furono stabilite "Lo zucchero raffinato, la farina bianca, l'alcol il tabacco, le tons , i vacc ecc erano diventati i vitelli d'oro da adorare che portavano l'umanità lungo una spirale di malattia.
Chiedo venia, Alessandro. Faccio tesoro della mia ignoranza. Effettivamente, la mia idea è fin troppo generica e assurda (mi sembra di capire si tratti di nefropatie autoimmuni), devo ammetterlo e oltrettutto non sono né nefrologo, né conosco il/i caso/i specifico/i. Stavo quasi scivolando nel wannamarchismo delle cure miracolose per tutto e per tutti. Salvato in extremis. Ti ringrazio e...
vero che l'igienismo non fa per tutti (come per qualsiasi cosa), come nel vostro caso, ma dire di averlo "provato per un mese"
NON E' PROVARE veramente…
#40 A.B.Papillon Bleu
interessante (ma non sorprendente) la tua affermazione: "...perchè seguivo un regime altamente proteico…"
quindi: i tanti ciarlatani che dicono di mangiare tante proteine, stanno producendo i dializzati di domani!!!!!
sono sicura che nella tua lotta sarà compreso anche l'informare gli altri
ti vedo molto informato e consapevole, ma mai dire mai!
per l'igienismo persino con una funzionalità renale del 2% e oltre si può evitare la dialisi.
www.valdovaccaro.com/.../
quindi non sarei così certo che se qualcuno fosse uscito dalla dialisi, lo sapresti sicuramente….
un grande abbraccio!
Avete capito bene, Oscar Giannino! Quello che ha falsificato la laurea! Lui che si lamenta delle fake news è come uno che va nella sala fumatori e si lamenta per l'odore di fumo!
E pensare che a Giannino permettono pure di andare in tv e in radio. In un paese normale sarebbe stato in carcere per truffa!
non ho detto "usciti dalla dialisi con il digiuno"
comunque, lascia una traccia, in caso di testimonianze dirette…..te le manderei volentieri!
Scusa, ma non ho dimestichezza con FB,
ho digitato "Dialisi adesso basta" ma non riesco a trovare la pagina….
"Giovedì 14 marzo 2019 si celebra, come ogni anno, la Giornata Mondiale del Rene per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crescente incidenza delle patologie renali e sulla necessità di adottare specifiche misure e strategie di prevenzione."
Dicono i signori dei giornali... Ecco l'ennesimo trionfo del niente.
Non si parla del rene artificale impiantabile.
Non si parla di alcuna novità in campo terapeutico, come appunto il rene artificiale.
Soprattutto, come SEMPRE, non ci si preoccupa di fare parlare i diretti interessati. Parlo dei nefropatici, di chi ha già subito (in tutti i sensi) un trapianto di rene. Parlo di chi da ANNI, o da TUTTA LA VITA, giace dimenticato in dialisi.
SENZA CHE QUESTO IMPORTI A NESSUNO.
Nessuno, tranne NOI... SIA BEN CHIARO !
Aggiungo, dulcis in fundo, queste celebrazioni del nulla e del niente hanno sempre lo scopo di pubblicizzare associazioni e medici il cui scopo è il carrierismo spietato ed il guadagno... SULLA PELLE DEI POVERI MALATI. Fare della diagnostica non significa affatto fare della prevenzione. Se mai significa riempire gli ospedali di persone !
Pensateci. CHIUNQUE PUO' FINIRE IN QUESTE MANI. DOBBIAMO PREVENIRLO SERIAMENTE E TIRARE FUORI DEFINITIVAMENTE CHI HA AVUTO IL TRISTE DESTINO DI PIOMBARE IN QUESTO INFERNO.
Fare della diagnostica non significa affatto fare della prevenzione. Se mai significa riempire gli ospedali di persone !
Completamente d'accordo!