(Filmato in coda)
Chi l'avrebbe mai detto, all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, che gli Stati Uniti si sarebbero ritrovati a mettere le sorti della loro futura potenza planetaria nelle mani di un intellettuale tedesco, ebreo, e comunista?
Eppure questa fu l'ironia con cui il destino volle che fossero gli Stati Uniti i primi a realizzare la bomba atomica, sotto la guida, tempestosa ma indispensabile, dell'eclettico J. Robert Oppenheimer.
L'unico scienziato "ricco" che si sia mai conosciuto - aveva ereditato da giovane, alla morte del padre - si permetteva di frequentare i salotti intellettuali del tempo come gli alti gradi dell'establishment militare, aiutando apertamente nel contempo i giovani comunisti americani. Raro caso di "scienziato a tutto campo", Oppenheimer diede notevoli contributi ... ... alla meccanica quantistica, alla chimica molecolare, all'astrofisica, alla spettroscopia, oltre che ovviamente alla fisica nucleare, e viene oggi considerato il "padre fondatore" della cosiddetta fisica teoretica. Uomo di grande cultura, profondo conoscitore dei libri sacri orientali, era in grado di imparare una qualunque lingua straniera in un paio di mesi al massimo. Spesso preda di crisi depressive, isolato dal mondo, perennemente teso a mescolare il presente con l'eterno, il mondo fisico con quello spirituale, Oppenheimer ha cercato fino alla fine l'impossibile compromesso che gli permettesse di "risolvere tutti i problemi della scienza contemporanea."
Quando fu chiamato a dirigere il progetto Manhattan, era già da molti anni nel mirino dell'FBI per le sue attività "sovversive", ma nonostante la dura opposizione di molti politici, fu imposto dagli stessi generali, in gara ormai disperata coi nazisti per la realizzazione della prima bomba atomica.
Fu Oppenheimer a scegliere la vallata deserta di Los Alamos, dove in poche settimane un complesso di baracche in disuso fu trasformato in un efficientissimo laboratorio atomico. Qui Oppenheimer chiamò sotto di sè gente come Enrico Fermi, Hans Bethe, Richard Feynman, Edward Teller, Robert R. Wilson e Victor Weisskopf, ma ebbe la grandiosa capacità di "tenere" sempre l'intero progetto nella sua mente, senza mai mettere su carta gli elementi indispensabili perchè altri potessero impadronirsene.
Dopo Hiroshima e Nagasaki però le sue posizioni iniziarono a fluttuare, finche si ritrovò alla guida del primo movimento nella storia per il disarmo atomico nel mondo. Ma la gara era ormai iniziata, nel '47 i russi avevano realizzato la loro prima bomba, e ciò che accadde in seguito passò alla storia con la nota definizione di "guerra fredda".
A questo punto esplose, nei rispetti di Oppenheimer, lo stesso tipo di contraddizione di cui era stato vittima anche Einstein.
All'apice del maccartismo, dopo essere stato usato per scopi di altissimo interesse nazionale, i nemici di Oppenheimer si presero la rivincita. Infangato da pubbliche accuse, coperto da sospetti infamanti, Oppenheimer divenne presto "persona non gradita", finì sotto processo pubblico, e gli furono tolti tutti i privilegi di security nazionale che aveva detenuto fino ad allora.
Ridotto praticamente a cittadino comune, sorvegliato ventiquatt'ore al giorno, Oppenheimer passò il resto della sua esistenza studiando, facendo conferenze, e - molto probabilmente - cercando di venire a patti con il fantasma di Hiroshima, che difficilmente deve averlo abbandonato a partire da quel fatidico sei agosto del 1945.
Massimo Mazzucco
Nel
breve spezzone che presentiamo, Oppenheimer descrive la reazione dei suoi collaboratori dopo il successo del primo esperimento atomico, nel deserto dell'Arizona.
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