Il cratere scoperto in Groenlandia,uno schiaffo (forse) al pensiero unico
Un tale impatto sulla crosta, sarebbe in grado di aumentare la pressione sul mantello, tale da far esondare lava da vulcani e faglie?
In tal caso si potrebbero cercare tracce geologiche per datare l'impatto.
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- Cum grano salis
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- Se l'avrei saputo, mo' te l'imparavo! :-P
So per certo che non ti metterai a disquisire di problemi di dimensione, pur sapendo bene che le dimensioni contano :laugh:
Fai un ragionamento in scala ridotta e trai le conclusioni :
www.media.inaf.it/2017/05/04/vulcani-meteorite-sudbury/amp/
Scusa per il link alla Scienzah ufficiale, ma qui tira una brutta aria :hammer:
Qui puoi vedere uno scienziato che dimostra come nell'antichità non venivano fatte le pulizie : quello che indica è lo strato di polvere accumulatosi in milioni di anni di incuria
il che dimostra che tirava una brutta aria polverosa anche a quei tempi :laugh:
www.media.inaf.it/2019/09/19/limpatto-ch...la-biodiversita/amp/
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Questo dimostra che le donne erano emancipate già milioni di anni fa!? :goof:Qui puoi vedere uno scienziato che dimostra come nell'antichità non venivano fatte le pulizie : quello che indica è lo strato di polvere accumulatosi in milioni di anni di incuria
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Altroché!!Questo dimostra che le donne erano emancipate già milioni di anni fa!?
Con fierezza, piene di peli dappertutto ma sempre a testa alta!!
E' solo grazie a loro che l'homo allupatus ha dovuto cominciare a camminare pure lui :laugh:
Che è anche lo stesso motivo per cui dopo è rimasto pure perennemente erectus :hammer:
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Si tratta di Flavio Barbiero: it.wikipedia.org/wiki/Flavio_Barbiero
Questo è il suo blog, un po' naif, da cui ho tratto tutto il contenuto di questo post (spero correttamente)
www.altriocchi.com/H_ITA/home/pi_home.html
Provo a sintetizzare questa teoria: Barbiero parte da una serie di osservazioni che lo portano ad affermare che, alla fine del Pleistocene ( dunque, circa 11.500 anni fa), i poli erano spostati rispetto alla posizione attuale e l’inclinazione terrestre era minore dell’attuale.
Fu l’impatto di un asteroide o di una cometa a provocare l’ISTANTANEO (in termini geologici) spostamento dell’inclinazione della terra e, di conseguenza dei poli, portandola nella situazione attuale.
Prima dell’impatto il polo sud si trovava spostato verso l’Australia e la Nuova Zelanda, lasciando invece in un clima mite gran parte dell’Antartico, in particolare la parte verso l’Atlantico.
Lo spostamento dei poli provocò un gran numero di cataclismi fra cui il peggiore fu l’innalzamento dei mari di 100-150 metri con relativi tsunami e inondazioni (i Diluvi Universali riportati da molte civiltà).
In Antartide/Atlantide si erano sviluppate una civiltà e una tecnologia nettamente più evolute del resto del mondo che furono spazzate via da questi eventi catastrofici. I sopravvissuti si sparsero in varie parti del mondo, portando innovazioni (es. agricoltura), tecnologie (es.piramidi) e culture che si riscontrano in modo comune in zone fra loro distanti e che sembrano non aver avuto mai nessun contatto.
In breve, è Atlantide la civiltà che ha preceduto la nostra di cui ogni tanto ci sembra trovare tracce.
Barbiero riuscì a farsi finanziare due spedizioni in Antartico alla fine degli anni ‘70, alla ricerca di prove della sua teoria, senza risultati significativi.
Da notare che Barbiero con la sua teoria non è sfuggito agli strali del Cicap (nel 2017 ?!) che, prendendola un po' alla lontana (sono partiti addirittura da Topolino…), forse perché era un militare di grado elevato, gli hanno dato comunque del “copione” (sulla base di un romanzo del 1931) e, tra le righe, del folle.
www.cicap.org/n/articolo.php?id=278466 .
Questa lunga, e forse inutile premessa, serve solo a contestualizzare la parte della teoria che ci interessa ovvero la dimostrazione che l’impatto di un corpo celeste, anche di dimensioni relativamente modeste (fra 1 e 3 km), è in grado di spostare l’asse di rotazione (i poli) e anche l’inclinazione.
www.altriocchi.com/H_ITA/pi7/fisica/salti_poli.html
Barbiero ammette subito che i possibili effetti di impatti di asteroidi erano stati studiati nell’800 da J.C Maxwell e Geoge Darwin (il figlio…) i quali erano giunti alla conclusione che l’effetto dei rigonfiamenti equatoriali è tale per cui non c’è forza in grado di spostare l’asse di rotazione , salvo l’impatto con un altro pianeta. Parimenti veniva negata la possibilità di variazione di inclinazione dell’asse terrestre .
Nel condividere il fatto che i rigonfiamenti equatoriali sono l’elemento essenziale di stabilità, Barbiero nota che, in realtà, la terra ha un fattore di instabilità costituita dal 70% di acqua per cui una ondata di marea da un centinaio di metri (che va da equatore ai poli) o uno tsunami di dimensioni rilevanti possono far slittare i poli.
Barbiero nota inoltre che Maxwell ignorava che la terra non è un corpo solido uniforme ma è costituita dall’alternarsi di zone solide e liquide per cui il suo momento cambia in quantità e direzione.
Seguono una serie di considerazioni di dettaglio (con una appendice matematica che, se ho capito bene, si basa su alcune similitudini con i giroscopi di cui Barbiero era uno dei massimi esperti europei per la guida dei siluri) che è meglio eviti di sintetizzare (viste le mie note carenze in meccanica razionale e, aggiungo, in meccanica applicata nonché in meccanica celeste) per arrivare alla conclusione che:
“Un impatto sviluppa sulla Terra una coppia impulsiva. Se il valore di quest’ultima supera una determinata soglia, il pianeta cambia istantaneamente il proprio asse di rotazione e lo recupera nuovamente solo quando la coppia impulsiva svanisce del tutto, e cioè un istante dopo. In tal caso non c’è alcun seguito. Se però la coppia non svanisce del tutto, vale a dire se continua a sussistere una coppia, per quanto piccola, avente la stessa direzione, allora la Terra conserva una sorte di “memoria” dell’impatto, consistente in una componente rotazionale estremamente piccola, ma con la particolarità di essere “fissa” rispetto alla Terra stessa.”
Questa parte è quella che mi convince meno perché non ne ho capito le motivazioni (non che il resto l’abbia capito totalmente….)
Prosegue dicendo che questa coppia residua da’ l’avvio ad un processo reiterativo di rimodellazione dei rigonfiamenti attorno al nuovo equatore, rendendo in breve stabile il salto dei poli che si è verificato.
Il salto dei poli (con l’aumento dell’inclinazione terrestre) ha, tra le altre conseguenze drammatiche, lo scioglimento di gran parte dei ghiacci e il notevole innalzamento dei mari, con le relative distruzioni associate.
Non sempre l’impatto con un corpo celeste provoca tutti questi effetti ma devono verificarsi alcune condizioni che Barbiero stima abbiano una probabilità abbondantemente sotto il 50% ma comunque significativa, che aumenta con il crescere dell’angolo d’impatto rispetto al centro della terra (aumenta la coppia).
Ne consegue che se la teoria di Barbiero fosse affidabile e verificabile, i grandi mutamenti geologici avvenuti a più riprese (da ultimo il Dryas recente, attorno a 12.000 anni fa) troverebbero spiegazione nell’impatto di asteroidi o comete, anche di dimensioni relativamente piccole.
Quello della Groenlandia potrebbe essere uno di questi.
Sarebbe utile se qualcuno avesse le competenze, il tempo e la voglia di fare una analisi critica di questa teoria, senz’altro affascinante (penso a FranZeta….)
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Wiki riporta la teoria senza commenti: en.wikipedia.org/wiki/Cataclysmic_pole_shift_hypothesis
D’altra parte non mi pare che questa teoria sia mai stata validata da una peer-review per cui non credo sia mai comparsa su pubblicazioni scientifiche ed è noto che gli accademici hanno una certa spocchia per cui raramente prendono in considerazione i “dilettanti” che non fanno parte della loro casta (poi compaiono gli Schliemann che scoprono Troia…)
Ho invece trovato sul vecchio forum (con Google e non con la funzione “Cerca” del forum….) un bellissimo articolo, con relativa discussione su Gobekli Tepe, che mi trova totalmente in sintonia.
Nella discussione viene citato ripetutamente e in modo positivo Barbiero e la sua teoria, proprio con riferimento ai mutamenti del Driyas di circa 12.000 anni fa
old.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3829
Di Gobekli Tepe e di Barbiero se ne parla anche sull’attuale “Alcheologia alternativa”, pur se in modo più soft.
Quello che salta all’occhio è che NON si parla mai del cratere in Groenladia, anche se nel post iniziale gli è stata attribuita una datazione di 12.000 anni fa, come Gobekli Tepe.
Allora mi ritorna il dubbio iniziale: è possibile una datazione di 12.000 anni fa ma, con la stessa probabilità, è possibile una di 2 milioni di anni fa o qualunque altra intermedia.
Se è così, l'interesse per questo cratere si riduce drasticamente
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La teoria per sommi capi è la seguente: la crosta terrestre potrebbe in certe condizioni slittare anche di migliaia di km in tempi molto brevi, causando così lo spostamento dei poli, per via delle forze generate dall'asimmetria delle calotte polari, poste in rotazione assieme a tutto il pianeta. Condizione necessaria perchè ciò avvenga è che lo strato sottostante alla crosta, cioè la parte superiore del mantello terrestre, possa comportarsi come uno strato fluido, agendo come una sorta di lubrificante che disaccoppia la crosta dal resto del pianeta.
La teoria di Barbiero è simile, solo che lo strato di "lubrificante" da lui individuato è molto al di sotto di quello ipotizzato da Hapgood, ossia sarebbe lo strato fluido del nucleo esterno, quasi 3000 km sotto la superficie. Barbiero sostiene anche che il nucleo interno e il mantello potrebbero avere rotazioni assai diverse, grazie al disaccoppiamento operato dallo strato fluido, affermazione che mi sembra molto ma molto discutibile, ma come vedremo adesso la teoria di Barbiero presenta grossi problemi anche senza discutere questa ipotesi.
Iniziamo a capire un po' come funzionerebbero le cose, nell'impostazione di Barbiero, aiutandoci con questo suo schema:
La terra rotante sul proprio asse costituisce un immenso giroscopio, ci si domanda cosa succede se perturbiamo questa rotazione con una forza impulsiva (cioè di brevissima durata) che ne sposti l'asse di rotazione. Ricordo che un giroscopio in assenza di forze esterne mantiene fisso il proprio asse di rotazione, in effetti la cosa per la terra non è vera in senso assoluto per via del fenomeno della precessione degli equinozi, ma dato che il moto di precessione avviene in un periodo di 26000 anni, e dato che qui si parla di tempi molto brevi, possiamo considerare tale fenomeno del tutto trascurabile. Quindi dicevamo che in presenza di questa forza perturbatrice il giroscopio-terra non si trova più a ruotare rispetto al proprio asse di simmetria (qui evidentemente c'è un'altra approssimazione, perchè la terra viene considerata un ellissoide perfetto), ma ruota attorno a un asse diverso, in figura indicato con ωi. [Nota: ωi sarebbe la velocità di rotazione attorno a tale asse, che non ha nome, vedi oltre].
A questo punto la piccola eccentricità della terra* causa un fenomeno notevole: crea una coppia che tende a riportare il pianeta a ruotare attorno all'asse originario (l'asse obliquo in figura). Se fosse invece una sfera perfetta, una volta spostato l'asse di rotazione, questa coppia non ci sarebbe e l'asse rimarrebbe spostato per sempre (o almeno fino al prossimo meteorite che ci centra). Quindi in effetti questo equilibrio stabile attorno all'asse di rotazione terrestre è dovuto solo ed esclusivamente al rigonfiamento equatoriale del nostro pianeta, o schiacciamento polare che dir si voglia. Qui però casca l'asino, perchè quanto appena detto non significa che tutto il resto del pianeta in rotazione, ossia la sfera bianca in figura, possa essere forzata a ruotare su un asse diverso da quello originale "a gratis", cioè senza immettere energia nel sistema. Bisogna immetterne eccome, per calcolarla usiamo la prima formula dell’appendice matematica di Barbiero:
(1) Joω2 + Jpωp2 = Jiωi2
dove ricordo le definizioni delle varie quantità: ω velocità angolare prima della perturbazione, ωp v. a. dovuta alla perturbazione, ωi v. a. istantanea del giroscopio perturbato e le J rappresentano i momenti d'inerzia rispetto agli assi relativi alle varie velocità angolari. Nella formula originale in realtà c'è una catena di due uguaglianze, ho tralasciato la prima perchè, se ci mettiamo nel caso della sfera (che Barbiero colpevolmente non considera) risulta essere coincidente con la seconda, così come vengono a coincidere tutti i momenti d'inerzia, perciò risulta:
1/2 Jω2 + 1/2 Jωp2 = 1/2 Jωi2
Ho moltiplicato tutto per 1/2 perchè in questo modo i due membri esprimono l'energia cinetica rotazionale del sistema. L'energia apportata dalla forza impulsiva è data dal secondo termine, 1/2 Jωp2. Se vogliamo che lo spostamento dell'asse di rotazione sia apprezzabile, la velocità angolare ωp non può essere troppo piccola, ma deve essere una frazione altrettanto apprezzabile della velocità angolare ω, che nel nostro caso è la velocità di rotazione della terra, cioè ω = 2π / 86164 ≈ 7.3 * 10-5 (velocità espressa in radianti/secondo, si considera la durata in secondi del giorno siderale). Quando ωp = 7.3 * 10-7, cioè quando è 1/100 di ω, si ha uno spostamento dell'asse nell'ordine del mezzo grado, quindi direi che è un limite inferiore a quello che possiamo definire "spostamento apprezzabile" dell'asse di rotazione terrestre. Resta da valutare quella J, il momento d'inerzia della terra, ed è proprio lui il problema della teoria di Barbiero, perchè ha il valore spropositato di 8.1 * 1037 (le dimensioni fisiche sono kg*m2, per la cronaca). Dunque l'energia necessaria per ottenere tale spostamento è:
E = 1/2 * 8.1 * 1037 * 7.32 * 10-14 = 2.15 * 1025 Nm (newton*metro, o joule che dir si voglia)
Evidentemente non stiamo parlando di energia trascurabile, però viene completamente trascurata nell'analisi di Barbiero, tanto che in un passo sostiene che in assenza del rigonfiamento equatoriale basterebbe una persona che cammina per spostare indefinitamente l'asse terrestre. In realtà la coppia generata dalla passeggiata produrrebbe uno spostamento dell'asse microscopico, sempre per via dell'enormità del momento d'inerzia della terra, sia pure supposta perfettamente sferica. Inoltre, a meno che il camminatore non si ostini ad andare sempre e solo in una direzione, tutti questi effetti si cancellerebbero tra loro e la terra resterebbe salda a ruotare attorno al suo asse.
Tra l'altro se prendiamo l'energia cinetica dell'asteroide ipotizzato da Barbiero, ossia con massa Ma=2.77*1012 kg e velocità v=5*104 m/s troviamo:
Ea = 1/2 M * v2 = 6.9 * 1021 Nm
che è di ben 4 ordini di grandezza inferiore all'energia calcolata sopra, quella che serviva per spostare di circa mezzo grado l'asse di rotazione della terra supposta perfettamente sferica. Per cui anche nel caso irrealistico che tutta l'energia cinetica posseduta dall'asteroide in questione si trasferisca al pianeta sotto forma di energia cinetica rotazionale, l'asse terrestre resterebbe più o meno dove sta.
Insomma, tutti i problemi partono dall'ipotesi implicita che l'impatto dell'asteroide abbia già spostato (momentaneamente) l'asse di rotazione reale della terra di tot gradi rispetto a quello originale, ma non si cura di tenere in conto l'energia necessaria per questo spostamento. Poi viene fatta anche tutta una serie di ragionamenti sull'asse di precessione e sulle caratteristiche della forza impulsiva iniziale perchè questo spostamento diventi definitivo, ma tutto ciò perde significato davanti all'ipotesi iniziale inconsistente col ragionamento.
Questo direi che è l'errore macroscopico del ragionamento di Barbiero, poi mi pare che ce ne siano altri più sottili, però devo dire che l'appendice matematica è farcita di notazioni approssimative quando non proprio sbagliate, quindi nel complesso è difficile seguirne ogni aspetto. Tanto per fare un esempio: nell'ultima parte, quella che dovrebbe essere trascritta dal testo di Hapgood citato in calce all'articolo, c'è un errore in due formule, nel risultato dell'integrale 5) dovrebbe esserci il termine (a3-b3) e non (a2-b2), però poi nell'ultima formula mettono il termine corretto, in compenso non è dato sapere perchè riportino i valori 6.4165*108 e 6.402*108 per il raggio equatoriale e polare della terra, quando dovrebbero essere 6.378 e 6.356 (sempre per 108, valori in cm). Comunque anche inserendo questi strani valori il computer mi dà un risultato leggermente diverso da quello che vedo scritto, anche qui altro mistero...
Riassumendo: l'argomentazione di Barbiero considera la terra come se fosse un sottile guscio vuoto, la parte più scura in figura, e non un corpo pieno. E' vero che, come dicevo all'inizio, una delle ipotesi è che il mantello sia disaccoppiato dal nucleo, ma comunque questo mantello è spesso 3000 km, non le poche decine del guscio di cui sopra, se anche il momento d'inerzia del mantello fosse la metà di quello dell'intero pianeta (la J dei conti fatti sopra), avremmo comunque un esponente 37 nel suo valore. La teoria originale di Hapgood invece non presenta nessuno di questi problemi, perchè fondata sul presupposto che sia proprio e solo il sottile guscio esterno a scivolare, spostando i poli, mentre tutto ciò che sta sotto continua a ruotare attorno all'asse originale, e non sono quindi richieste le energie spaventose che comporta la teoria di Barbiero.
*L'immagine è puramente esemplificativa e non rappresenta la reale eccentricità della terra, che alla scala del disegno sarebbe invisibile.
FranZη
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Ti ringrazio per il tempo e l’impegno dedicato…..
Ho l’impressione (sottolineo: impressione) che tu ragioni come Maxwell cioè consideri la terra come un solido omogeneo; in tal caso è la sfera di 7 mm contro la palla di 25 metri: non c’è storia…..
Ma sia Barbiero che Hapgood credo (sottolineo: credo) partano dal presupposto che il mantello (o meglio la litosfera) e il nucleo sono “disaccoppiati” a causa della parte liquida intermedia per cui il nucleo può avere (o ha..) un asse di rotazione diverso dalla terra; in questo le 2 teorie sono identiche.
Per come l’ho capita io, da questo assunto deriva il fatto che una relativamente piccola energia è in grande di spostare la litosfera ma non la parte sottostante; non ho capito da dove venga questa energia nella teoria di Hapgood in cui si parla di aumento dei ghiacci ai poli che li fanno “scivolare”: perchè mai dovrebbero scivolare ? (ma non ho letto il suo lavoro).
Barbiero (idem Maxwell) dice che l’effetto stabilizzante del giroscopio-terra è dato dal rigonfiamento dell’equatore per cui, secondo lui, è sufficiente un’energia almeno pari a questa per provocare un ISTANTANEO spostamento dei poli.
Quindi calcola la “coppia di reazione” (energia cinetica) prodotta dal solo rigonfiamento, inserendo il solo momento d’inerzia del rigonfiamento (Jr )
C = ½ Jr ω2 sen2beta
In pratica, la eguaglia alla coppia impulsiva prodotta dall’impatto dell’asteroide (lavoro)
Ci = Fi . Ri
E avendo praticamente tutti i dati gli viene facile calcolare la massa dell’asteroide che provoca un ipotetico spostamento dell’asse terrestre di 20 gradi.
Fin qui il ragionamento mi sembra possa reggere (o no ?) ma appena togli la forza impulsiva dell’asteroide al giroscopio-terra questa si riporta nella posizione iniziale.
Quello che faccio molta fatica a capire è il passo successivo ovvero la terra che conserva la “memoria” di questa coppia impulsiva prodotta dall’asteroide.
Barbiero la motiva citando la coppia perturbatrice prodotta dall’attrazione del sole e della luna sui rigonfiamenti equatoriali (coppia che stima essere 10 milioni di volte inferiore a quella dell’impatto) e affermando che, se questa coppia perturbatrice ha “la stessa direzione della coppia impulsiva prodotta dal bolide, si somma a quest’ultima e contribuisce, nel suo piccolo, allo spostamento subitaneo della posizione dei poli. Pochi istanti dopo, la coppia impulsiva si annulla, ma quella lunisolare rimane e, per quanto piccola, è pur sempre maggiore di zero e quindi sufficiente ad impedire che la “memoria” dell’asse intorno a cui la Terra ha ruotato per un breve istante venga cancellata.”
E qui, nonostante le successive figure esplicative, mi perdo totalmente…….
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No. E' da molto prima che il ragionamento non funziona. Innanzitutto la teoria di Barbiero differisce da quella di Hapgood per il fatto che il primo individua lo strato di "lubrificante" che disaccoppia l'interno del pianeta dalla superficie nello strato liquido del nucleo, 2900 km sotto alla superficie. Chi lo pone appena sotto la litosfera è invece Hapgood, e la cosa fa una bella differenza perchè, come dicevo, questo significa considerare un momento d'inerzia dell'ordine di grandezza di quello dell'intero pianeta, rispetto a quello dei soli rigonfiamenti equatoriali. Il punto fondamentale è che Barbiero, pur partendo dall'equazione di conservazione dell'energia, non la usa per fare la cosa più ovvia: calcolare l'energia!FZappa ha scritto: In pratica, la eguaglia alla coppia impulsiva prodotta dall’impatto dell’asteroide (lavoro)
Ci = Fi . Ri
E avendo praticamente tutti i dati gli viene facile calcolare la massa dell’asteroide che provoca un ipotetico spostamento dell’asse terrestre di 20 gradi.
Fin qui il ragionamento mi sembra possa reggere (o no ?) ma appena togli la forza impulsiva dell’asteroide al giroscopio-terra questa si riporta nella posizione iniziale.
In genere quando si può usare la conservazione dell'energia per ricavare una quantità il calcolo risulta da molto a infinitamente più agevole, rispetto a quello che potrebbe essere un calcolo diretto. Nel nostro caso abbiamo all'inizio di tutto un'equazione che esprime l'energia (cinetica rotazionale) finale come somma dell'energia iniziale e di quella dovuta all'impatto, quest'ultima è al più pari all'energia cinetica del corpo impattante…e basta, tutto finito. Qui le ipotesi di omogeneità non c'entrano perchè anche Barbiero le tira fuori molto dopo. Visto questo "problemino" iniziale di quattro ordini di grandezza che mancano, direi che tutto il resto è noia.
Comunque, se nonostante ciò vogliamo vedere come procede il discorso di Barbiero, troviamo altri problemi. Per esempio, uguagliare la coppia di reazione a quella generata dal corpo impattante non ha molto senso (la coppia non è energia/lavoro, detto per inciso). Che la coppia dell'impatto debba essere almeno uguale a quella di reazione è condizione necessaria ma non sufficiente per provocare lo spostamento dell'asse. Infatti una forza costante (non impulsiva dunque) che generasse una coppia pari a quella di reazione del pianeta a un certo numero di gradi, ne sposterebbe l'asse di rotazione fino a quel preciso numero di gradi. Ho detto una forza costante, che agisce per un tempo infinito. La nostra invece è una forza impulsiva, che agisce per un tempo brevissimo, come accidenti fa a spostare l'asse di 20° se tale forza svanisce, come stima Barbiero, in 1/100 di secondo? Dovrebbe fornire una velocità angolare media di 2000°/secondo, una cifra folle.
Altro problema: Barbiero con gli assi di rotazione ragiona rispetto alla figura, ma questi assi hanno anche una direzione assoluta nello spazio. Se l'impatto col meteorite sposta di 20° l'asse di rotazione effettiva del pianeta, che non coincide più col suo asse di simmetria, si genera una coppia di reazione che porta i due assi a riallinearsi, ma la posizione finale non è mica quella di partenza, per via della conservazione del momento angolare. Se la terra prima dell’impatto aveva momento angolare L0=J0ω, in seguito all’impatto questo diventa L1=L0+ΔL, diverso sia in modulo che in direzione da quello iniziale. Quel termine di perturbazione ΔL nel nostro caso sarebbe il prodotto della coppia impulsiva per il tempo di applicazione. A questo punto non ci sono più forze esterne, perciò il momento angolare resta fisso e pari a L1. Quando alla fine l'asse di simmetria del pianeta si riallinea a quello di rotazione, risulta L1=J0Ω, quindi la velocità angolare finale Ω è diversa sia in modulo che direzione da quella iniziale ω (la differenza è evidentemente ΔL/J0). Ciò significa che ogni riallineamento fra asse di rotazione e asse del pianeta non potrà più riportare questo nella posizione originale, con il risultato che ci troveremo con l’asse terrestre inclinato rispetto all’eclittica di un angolo diverso rispetto all’originale (e con un giorno di diversa durata), con tutte le conseguenze del caso.
Questi solo alcuni dei problemi nel ragionamento di Barbiero, per me sono più che sufficienti per rigettare la sua teoria.
Per quanto riguarda invece gli studi di Maxwell, io ho trovato questo:
archive.org/details/scientificpapers01maxw/page/258
Non solo Maxwell cita esplicitamente la presenza di masse fluide e la duttilità della crosta come fattore stabilizzante (niente omogeneità quindi), ma fa un discorso molto diverso da quello di Barbiero, in particolare si chiede se l'asse di rotazione reale della terra coincida con l'asse geometrico dell'ellissoide terrestre, e conclude che con ottima approssimazione dev'essere così. Le pagine precedenti, dove descrive il comportamento di un corpo rigido in rotazione, anche se scritte con uno stile un po' datato, sono molto istruttive per capire come si può impostare il problema. Confrontandole con l'impostazione di Barbiero si nota subito che in quest'ultima ci sono molti problemi concettuali che non dipendono dal discorso omogeneità/disomogeneità del pianeta.
FranZη
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