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Poesie degli utenti
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Parole
Verso di uccello solitario
tocca tutto
foglie erba cielo
attraversa la pelle
annulla distanze
tocca l'anima niente è come prima
Noi abbiamo parole
per toccare dove nemmeno il verso d'uccello
può toccarci
La parola è corpo
per arrivare dove con i piedi non possiamo andare
con le mani non arriviamo
la parola è il gesto che diventa sottile
passa la pelle più preciso e flessuoso
di un colore
sfiora col tocco di un soffio
e cambia.
Tutto cambia. Sussulta. Rabbrividisce.
Lievita sentimenti ancora muti ancora ciechi.
La parola che non sa di sé stessa
è del corpo
cambia distanze misure posture.
Tocca.
E si lascia dimenticare.
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- ErnestoValli
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- ErnestoValli
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TreccaniErnestoValli ha scritto: Non vorrei essere subito pignolo ma "mi perplimo per primo" non da solo ;-P.
Solitamente una lunga catena di perplessità dialagante segue subito dopo
EV
pignòlo (letter., raro, pignuòlo) s. m. [der. di pigna]. – 1. Pinolo, ciascuno dei semi contenuti nella pigna.
Se lo dice la treccani va bene. Basta lanciare pigne con una poca de gracia
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- ErnestoValli
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ErnestoValli ha scritto: la tua gradevole ironia mi ha stimolato un neurone svogliato e malinconico
A me
della stimolatrice di malinconici neuroni
non me l'ha mai dato nessuno!
Pero
potrebbe essere una carriera interessante ...
Pero senza accento, grazie:
la mia amica del cuore era argentina
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- CharlieMike
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Io ne ho scritti qualcuno in dialetto genovese, tanto per essere originale.
Chiedo scusa per non avere seguito correttamente la metrica.
(Ne ho scelto uno che non dovrebbe essere difficile a capirsi).
Ghea un preve de via Prè
Che u faxiva u seu mestè
Ma mentre in xexa u predicava
In ta canonica u se imbreagava
Quellu preve de via Prè
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C’era un tizio di Vietri sul Mare;
non credeva allo sbarco lunare.
Ma da un Ufo rapito
sulla Luna finito
vide un Lem sopra un mare lunare.
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- CharlieMike
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cu gaiva de lungu ma de schènna
nu impastava pan pe nu sentise mà
ma u fava na fugassa da resuscità
quellu furnà de Sampedènna
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- ErnestoValli
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Leggi speciali
Abbiamo fatto amicizia perchè pioveva
il vento rovesciava l'ombrello le raffiche
ci colpivano di traverso. Per questo
hai accettato di venire a casa mia.
Era proibito.
Hanno scritto leggi speciali su dove con chi
si può prendere un tè parlando di cosa. Prima
le leggi speciali non erano scritte, solo
stavano impresse nel corpo. Non sono l'unica
ad aver passato tutto quel tempo di qua da una rete
aspettando l'apparizione di qualcuno di là
da quella rete. L'hanno raccontato in tanti.
Lo dimenticano. I solchi di quelle reti sono nel corpo.
Su quei solchi hanno scritto le leggi speciali.
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- CharlieMike
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cu l'amiava de traverso 'n rattu.
U nu se mesciava d'en cittu
mentre u l'amiava cun l'oeggiu drittu.
Miga scemmu quellu vegiu gattu.
P.s.: ovviamente ho trascritto in italiano la pronuncia. Non conosco la trascrizione con i fonemi esatti, ma soprattutto diventa difficille trovarli sulla tastiera.
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- CharlieMike
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C'era una volta un vecchio gattodanielas ha scritto: non riesco a tradurre!
che guardava di sbieco un topo
Non si muoveva di un centimetro
mentre lo guardava con l'occhio destro.
Mica scemo quel vecchio gatto.
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A Genova in un vico un vecchio gatto
guardava di sottecchi un grosso ratto.
Con un occhio sol lo fissa
tutto il resto resta fisso.
Non era mica fesso il vecchio gatto.
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... in fondo ne basterebbe una sola per farmi tornare a guardare in avanti ...
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LE FOGLIE
Appese come doni di Natale
sussurrano le foglie al vento
con sinuosi movimenti compiaciuti.
Fitte tremolanti consorelle
delle stelle su nel cielo.
Ramificati brividi fronduti
danno ristoro
a chi passeggia accanto
con verde naturale sentimento.
Incisioni, scolpiti godimenti
parlano inascoltate
al nostro tempo.
Riverberi di luci sotto il sole
smanie di natura in movimento
gocce di smeraldo e di turchino
positivi lasciti d'avvento.
SIAMO DEI
Siamo dei
umane create espressioni
scintille periferiche di Dio
propaggini di Spirito
dell'Immenso.
Stille d'eternità.
Siamo zone d'ombra
e di luce
esiliati in autunni
esistenziali.
Ancora una, ma si...
LA TOMBA NEL BOSCO
Ignota, coperta di foglie
là nel bosco una tomba riposa.
Diroccata è la croce di pietre.
Memore una gobba,
un terrapieno,
chi dorme lì?
Perchè? Quando? Non c'è risposta
solo aliti di vento
danzanti tra i rami.
Forse cuor partigiano
o errante eremita.
Fa un pò compagnia
un canto d'uccello,
un fiore novello,
un tintinnar di campane lontane
un fraterno ruscello,
una piega di cielo
che si specchia nel sole.
Si teme la morte,
non l'ozio di pace.
Sensazione avvolgente
vigila attorno.
Compendio di vita
al dormiente
sepolto.
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Volano49 ha scritto: ... colui il quale.
Qui si possono esprimere (e trovare espresse da altri) altre cose, o magari anche le stesse ma in altro modo. In poesia è anche possibile "giocare" più liberamente col linguaggio e le parole. A me interessa, e mi interessa farlo dove ci sono anche altri che lo fanno, ognuno con lo stile che preferisce. Un abbraccio
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IL DUELLO
Ma si che alfin trovasti
l'albor di antichi allori
all'ombra dei cipressi
con sfida a doppia lama
L'albor de la contrada
ti vide in fiera pugna
col petto sì pulsante
e l'occhio sfavillante
Marito avea l'amante
di giunco corporale
l'amor così conteso
alfin ti fu fatale
La piaga color sangue
il bianco tuo tagliò
la notte che t'avvinse
in stella trasformò.
La seconda completamente diversa come stile dalla prima, mi appartiene però ugualmente, MI CONSENTA... Mi ispirò una persona pacata, molto anziana che trovarono morto appoggiato al tavolo in cucina.
NELLA SERA
Nello specchio
di interne canute visioni
maceravano offuscate le idee
ed era tormento nella sera,
al piccolo sole di una lampada.
Resoconto di un uomo
piegato dagli anni
e dai ricordi.
La carne indebolita dal tempo
intaccava il coriaceo
sdegno del cuore.
Si affannava il battito
ad ascoltare
il muto silenzio interno.
Il pulsare della vita
che si sfilava da lui.
Sul tavolo,
dentro un bicchiere
una rosa
senza più petali.
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- ErnestoValli
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LE CAMPANE
Quando le campane spandon gloria
le note s'insinuan tra le vie
rammentano al fedele la Sua storia,
di chi giunse in terra scevro da bugie.
Rintoccano a festa e a promemoria
a valicar la soglia del tuo Dio
col cuore un pò contrito, senza boria
con animo sereno, mesto e pio.
Così le note non trovano barriere
entrano tranquille nel tuo cuore
di Lui sorelle e amiche vere
con battiti all'unisono d'amore.
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Volano49 ha scritto: E MI CONSENTA
io consento LEI MI CONSENTE? spero di non deluderla ma la rima non c'è neanche stavolta. Anche a me lo spuntone lo diede una persona, mi fece vorticosamente girare quelle che, in qualità di femmina, non possiedo. Trovo che, a volte, scriverci su una poesia resti l'unica cosa da farsi.
Ermetica
Perchè non glielo dici? Non capisce
Non è intelligente? L' intelligenza...
Sarà anche più intelligente di me.
Allora perchè non capisce?
Perchè ha un altro dio!
Cosa è questa? Una risposta.
Nuova. Di zecca.
E' buona questa risposta?
L'ho messa sotto i denti.
Annusata. Auscultata.
Esaminata controluce. Soppesata
ci ho pestato su. Ammollo in varechina
alta temperatura. Centrifugata.
Congelata. Abbrustolita. Tiene.
E' buona.
Allora perchè non glielo dici: Hai
un altro dio? Mi risponderebbe che sono
ERMETICA.
S'interessa di poesia? No,
s'interessa di come cavarsela col suo dio.
Ma tu, quel dio lì, non ce l'hai? No.
Voleva sacrifici umani.
Sono andata a cercarmene degli altri.
E li hai trovati?
Chi sei tu, l'Inquisizione?
Uh come ti arrabbi! Sparisci!
Ma tu, cosa vuoi? darmi all'ermetismo.
Vediamo se m'illumino d'immenso.
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Dedicato a lor signori
tutti buoni dal di fuori
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