In notturna, pubblico non pagante per appagarlo ce ne scambiammo di/e con santa ragione, quando lo scambio finì... ancora oggi mi saluta quando mi vede.
Purtroppo, fin troppo quasi sempre assorto, continuo a cascare dal tappeto in seguito al saluto altrui e ciò comporta una sorta di svampita meraviglia che si stampa sul mio interpretabile specchio, alcuni ne ricavano uno stupito: non ti ricordi di me?
Lo scambio terminò, lui, allenato, non riusciva a capacitarsi del sangue che gli dipingeva il viso, io impegnato a tenere a bada l'affiorante paura che sebbene gettata alle spalle schiva ritorna a contattarmi ogni qualvolta il pericolo svanisce e se il pericolo svanito è grande schiva trasmette tremolio interno.
Impossibile dimenticare alcune prime volte e fra queste la prima e unica volta che provai a fare a botte, solitario mi intrattenni col modo di non farsi male. Non rammento l'assurdità del chè o di cosa dovessimo mostrare l'uno all'altro nei confronti degli altri presenti. Sedicenni.
Parole che ascoltano sono in ascolto e se un giorno memoria mi lasciasse per strada troverò qualcuno che mi riporti a casa.
Mumble mumble onde evitare che memoria mi dia dello smemorato le regalerò uno... ora non ricordo come si chiama quell'oggetto, non ne ho bisogno.
