Miti di ieri e oggi

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8 Anni 10 Mesi fa - 8 Anni 10 Mesi fa #850 da invisibile
Risposta da invisibile al topic Miti di ieri e oggi

Maksi. Motivo: Invisibile rompe le palle


Certo che rompo le palle, dai talmente tante cose per scontate (ignorando quello che ti fa comodo) che pare peggio che stare in chiesa :laugh:

Il fallo eretto usufruisce della potenza degli Dei, che si reincarnano momentaneamente nel corpo umano


...guarda che non è che devi credere proprio a tutto quello che ti dicono le donne a letto eh... :cool:

Maksi. Motivo: Trollolelotrallala'


Allora davvero ci hai creduto!!! :hammer:
Ultima Modifica 8 Anni 10 Mesi fa da invisibile.
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8 Anni 10 Mesi fa - 8 Anni 10 Mesi fa #851 da Shavo
Risposta da Shavo al topic Miti di ieri e oggi
@Calvero

Cosa si può aggiungere d'altro?.. Nulla, ti ringrazio, non solo hai reso omaggio alla vera essenza della sessualità, ma con tutta probabilità ti sei pienamente riscattato agli occhi delle lettrici del forum dopo le famose iniziali (rischiosamente equivoche?) constatazioni
..per non parlare poi di come hai eroicamente ricollegato il discorso al Mito, il topic è salvo :clap:


ps: mi prendo il merito d'averti dato l'occasione per il riscatto
Ultima Modifica 8 Anni 10 Mesi fa da Shavo. Motivo: ragioni egoistiche
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8 Anni 10 Mesi fa #852 da incredulo
Risposta da incredulo al topic Miti di ieri e oggi
invisibile

Io ho solo affermato che i miti non fanno bene all'uomo e che per poter vivere bene non ne ha nessun bisogno. Apriti cielo....


Mi sembra una presa di posizione che presta il fianco a molte confutazioni.

Il mito, nelle sue varie forme, discende da un archetipo.

2. In filosofia, spec. nella tradizione platonica, l’essenza sostanziale delle cose sensibili.
Anche come agg.: idee archetipe.

3. Nel pensiero dello psichiatra e psicologo svizz. C. G. Jung (1875-1961), immagine primordiale contenuta nell’inconscio collettivo, la quale riunisce le esperienze della specie umana e della vita animale che la precedette, costituendo gli elementi simbolici delle favole, delle leggende e dei sogni.


Quell'archetipo, la sua matrice primaria, è parte di quell'albero a cui si riferiva Mrexani, è parte dell'inconscio collettivo ipotizzato da Jung.

Ogni mito, ogni fiaba, ogni leggenda, deriva da un archetipo primario, un realtà che non fa parte dello psichismo umano, ma deriva direttamente dai mondi superiori.

Quei mondi superiori che interagiscono con la nostra consapevolezza cosciente, attraverso i miti, le fiabe, i sogni.

Il mito è il linguaggio dei sogni.

Sostenere che i miti non siano utili all'uomo significa negare l'utilità delle fiabe per un bimbo, significa negare e togliere dignità al mondo onirico, al mondo dei simboli, ovvero il linguaggio che ci collega ai mondi superiori.

Ridurre tutto questo patrimonio umano ad una "costruzione psichica" di nessuna utilità per l'evoluzione umana, è un'affermazione pesante e difficilmente sostenibile.

E' proprio attraverso il mito che si forma nell'essere umano un solido mondo onirico e si affinano gli strumenti interiori per decifrare i mondi superiori e gli stati profondi di coscienza.

I miti sono un'utile strumento per orientarsi in altri mondi, sono fatti per essere trascesi e superati, ma sono sicuramente necessari per la crescita individuale.

Il mito diventa un danno per l'uomo, solamente se acquista più importanza del mondo da cui discende, solamente se viene introiettato e mai superato dalla coscienza.

Quello è il solito lavoro compiuto dall'EGO, che si appropria del mito e lo fa suo.

Quel mito diventa il suo nascondiglio, la tana profonda del bianconiglio, il luogo dove si nasconde il nostro coniglio interiore, ovvero l'EGO in noi.

Solo in quel caso, quando lo strumento diviene più importante di quello a cui ci conduce, come ogni cosa al mondo del resto religioni e discipline misteriche comprese, da utile strumento per la coscienza, diventa un limite.

Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità, la Vita
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8 Anni 10 Mesi fa - 8 Anni 10 Mesi fa #853 da invisibile
Risposta da invisibile al topic Miti di ieri e oggi
@incredulo

Credo che si stia dando diversi significati al termine mito e che sia per quello che non ci si capisce.

Il mito può discendere da un archetipo (miti classici per es.) ma può anche "discendere" da quello che uno vuole.

Perché il mito non è un archetipo, non è una favola, non è un sogno e mi sembra che si stiano confondendo le cose.

Il mito è una creazione della mente umana non per forza (anzi) condiviso da tutti gli uomini come lo è un archetipo (immagine primordiale e quindi universalmente condivisa), in quanto il mito è una creazione successiva a cui si attribuisce una funzione, e che si può possedere.

Infatti si può dire di avere un mito, ma non si può dire di "avere un archetipo" in quanto è un "bene collettivo" perché è una "traduzione" di realtà spirituali (matrici come hai giustamente detto).


Faccio un esempio:

Le ali sono un archetipo e su questo archetipo si può costruire un mito di un tizio che se ne fa mettere un paio e vola in cielo; soddisfacendo anche un desiderio atavico dell'uomo, quello di volare.
Poi sappiamo come va a finire :)

Ma se una persona (villaggio-popolazione) è un cagasotto, dallo stesso identico archetipo crea un mito che giustifichi la sua fifa a se stesso* e crea un mito di un tizio che pur avendo ricevuto in dono dagli dei le ali per volare, non le dispiega mai perché è una persona umile e responsabile e sa che se provasse l'ebbrezza del volo anche una volta sola, la sua famiglia finirebbe per morire di fame perché lui non tornerebbe più indietro, affascinato dal suo nuovo potere divino e dimentico del suo passato (magari c'è anche una dea malvagia che gli fa dimenticare il suo passato appena dispiega le ali).
Ecco un mito che loda l'altruismo.

(*o magari questo mito è stato inventato da chi comanda e sfrutta questo popolo :wink:)

Il mito è una funzione che l'uomo stesso attribuisce ad un archetipo, narrazione fantastica (Treccani), fiaba e quant'altro e quindi è una creazione umana, che si può possedere e quindi è proprio una azione dell'ego a cui ti sei riferito.

Io non sto lanciando un anatema sui miti, sto dicendo che se questi diventano punti di riferimenti assoluti per qualcosa di personale, e se persistono nel tempo, ovvero che non vengono superati dalla coscienza (che è quello che hai detto tu), diventano il "palo" su cui "l'albero" si appoggia per crescere e quindi lo rendono disarmonico, perché quel dato essere non è disegnato dalla Natura per crescere in quel modo.

Non è dannoso raccontare i miti, le favole, i racconti fantastici ai bambini (bisogna vedere quali però... il mio bambino non lo darei mai in mano a Maksi e fargli sentire quei miti orrendi :-D ), è dannoso che i bambini rimangano appoggiati a questi racconti per molto tempo e ci sono molte persone che rimangono per sempre appoggiate a questi racconti fantastici.

Oggi qualunque cosa può diventare un mito infatti ci sono moltitudini di persone che hanno come mito un Berlusconi, un Totti o un Ligabue, perché "il mito racconta" che quando si riesce a possedere ricchezza, fama e celebrità, si trova la felicità o come minimo la maggioranza dei proprio problemi spariscono.

La funzione di queste credenze, è esattamente quella dei miti classici ma in versione dissacrata e moderna per così dire, ma è a tutti gli effetti un "rendere fantastico" un racconto e metterci il cuore, ovvero appoggiare una parte di sè stessi a quel racconto fantastico.
La funzione è identica perché un mito è proprio quello, rendere "fantastico" (in tutti i sensi) un racconto, una fiaba, un archetipo.

Il mito è un rapporto particolare che l'uomo crea con una "cosa" nel suo intimo.

Questo è solo questo è quello che a mio avviso reca un grave danno alla persona, non il fantasticare, il giocare od il sognare in sé, cose assolutamente fondamentali ad ogni età, perché normalissime manifestazioni di quello che siamo.

Quindi, secondo me, la tua frase:

"Solo in quel caso, quando lo strumento diviene più importante di quello a cui ci conduce, come ogni cosa al mondo del resto religioni e discipline misteriche comprese, da utile strumento per la coscienza, diventa un limite."

non tiene conto di cosa è veramente un mito e di che funzione gli si attribuisce, che è molto più comune e variegata (in quanto a cosa si eleva a mito) di quanto si possa supporre.
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8 Anni 10 Mesi fa - 8 Anni 10 Mesi fa #856 da Pyter
Risposta da Pyter al topic Miti di ieri e oggi
Il problema sollevato da Invisibile, seppur in modo farraginoso, non è di poco conto.
Se ho capito bene, il nodo della questione sarebbe, secondo lui, nell'utilità del mito stesso.
In realtà è una posizione, la sua, abbastanza superficiale, perché purtroppo non possiamo lavarci del mito, perché i recordi ancestrali vivono dentro di noi.
Il problema è che chi governa li interpreta sotto diverse luci, facendoci credere che siano storielle e per di più manipolandoli (Bibbia docet).
Un esempio molto famoso di manipolazione del mito è quello operato dai "Greci" e dai "Romani."

Una domanda si pone: il fatto che un ricordo ancestrale sia presente in noi significa automaticamente che esso sia vero?
No, e per dimostrarlo dovremmo avere reale capacità di relazione tra noi il mondo esterno, e conoscere le regole che determinano il suo funzionamento.
Noi non sappiamo più quale siano queste regole alla base della conoscenza - in parte grazie ai rami tagliati e in parte al processo di inquinamento apportato sistematicamente dalle classi dominanti.
Da qui deriva secondo me l'impressione di Invisibile, dovuta solo all'effetto, cioè la mancanza dei tronchi.
Una potatura fatta male, tagliando i rami vivi e lasciando i secchi, per favorire i cacciatori di uccelli, i famosi kazhari..

Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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8 Anni 10 Mesi fa #857 da invisibile
Risposta da invisibile al topic Miti di ieri e oggi

Pyter ha scritto: Il problema sollevato da Invisibile, seppur in modo farraginoso,..


Farraginoso ci sarai :-D

In realtà lo è diventato e non sono una cima a scrivere, ma all'inizio mi sembrava di averlo esposto bene... forse non è così...

Se ho capito bene, il nodo della questione sarebbe, secondo lui, nell'utilità del mito stesso.


Esatto.

In realtà è una posizione, la sua, abbastanza superficiale, perché purtroppo non possiamo lavarci del mito, perché i recordi ancestrali vivono dentro di noi.


I ricordi ancestrali non sono i miti, casomai lo sono sono gli archetipi.

Il mito è, secondo Treccani, un "racconto fantastico" quindi creazione mentale.

Se vuoi si può dire che sono "ricordi dell'infanzia" o "ricordi dell'origine di una cultura-civiltà".
Se intendevi questo, secondo me certo che possiamo affrancarci da tali "ricordi", nel senso della funzione che gli attribuiamo, che sia conscia o meno, e lo possiamo fare proprio grazie al processo di crescita della coscienza di cui ha parlato incredulo.

Il problema è che chi governa li interpreta sotto diverse luci, facendoci credere che siano storielle e per di più manipolandoli (Bibbia docet).
Un esempio molto famoso di manipolazione del mito è quello operato dai "Greci" e dai "Romani."

Una domanda si pone: il fatto che un ricordo ancestrale sia presente in noi significa automaticamente che esso sia vero? No...


Appunto, ma anche senza la manipolazione del potere (millenario e non), parlando di qualsiasi mito (perché il mito è una funzione), quanto c'è di vero?

No, e per dimostrarlo dovremmo avere reale capacità di relazione tra noi il mondo esterno, e conoscere le regole che determinano il suo funzionamento.
Noi non sappiamo più quale siano queste regole alla base della conoscenza - in parte grazie ai rami tagliati e in parte al processo di inquinamento apportato sistematicamente dalle classi dominanti.
Da qui deriva secondo me l'impressione di Invisibile, dovuta solo all'effetto, cioè la mancanza dei tronchi.
Una potatura fatta male, tagliando i rami vivi e lasciando i secchi, per favorire i cacciatori di uccelli, i famosi kazhari..


Secondo me i tronchi ci sono, ma sono "fuori asse" perché cresciuti appoggiati ai "pali".
Perché senza tronco non ci sarebbe nessun ramo.
Ma è vero che molti hanno addirittura dimenticato di averlo un tronco e per cui a tutti gli effetti è come se non ci fosse.

Ho peggiorato le cose? :-)
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8 Anni 10 Mesi fa - 8 Anni 10 Mesi fa #858 da incredulo
Risposta da incredulo al topic Miti di ieri e oggi
invisibile

Credo che si stia dando diversi significati al termine mito e che sia per quello che non ci si capisce.


Esattamente.

Il mito può discendere da un archetipo (miti classici per es.) ma può anche "discendere" da quello che uno vuole.


Questa frase non la condivido.

Il significato principale di mito è questo:

1. Narrazione fantastica tramandata oralmente o in forma scritta, con valore spesso religioso e comunque simbolico, di gesta compiute da figure divine o da antenati (esseri mitici) che per un popolo, una cultura o una civiltà costituisce una spiegazione sia di fenomeni naturali sia dell’esperienza trascendentale, il fondamento del sistema sociale o la giustificazione del significato sacrale che si attribuisce a fatti o a personaggi storici; con lo stesso termine si intende anche ciascuno dei temi della narrazione mitica in quanto trattati ed eventualmente rielaborati in opere letterarie o filosofiche (per Platone, rappresentazione verosimile, in forma di allegoria, di realtà inattingibili da parte della ragione): i m. della genesi del mondo e dell’uomo; il crearsi, il diffondersi di un m.; i m. greci, romani, orientali; il m. di Prometeo, di Teseo e Arianna; il m. della spedizione degli Argonauti può essere interpretato come allegoria delle antiche navigazioni; il m. della reincarnazione in Platone. In quanto fenomeno antropologico il mito, a partire dal sec. 19°, è stato oggetto di teorie che lo hanno interpretato, volta a volta, come espressione di una fase dello sviluppo storico della comunicazione umana, come testimonianza di esperienze e pratiche primitive ritenute comuni a tutti i popoli, o, più recentemente, come l’espressione simbolica di credenze e comportamenti tradizionali, radicati nelle strutture profonde della psiche (e dunque essenzialmente universali, al di là delle differenze di forma), oppure prodotti di condizioni socio-economiche storicamente determinate e allo stesso tempo strumenti di coesione ideologica e di conservazione sociale.

Perché il mito non è un archetipo, non è una favola, non è un sogno e mi sembra che si stiano confondendo le cose.


Infatti è vero.

Il mito non è un archetipo, ma discende da un archetipo.

Il mito non è una favola, ma viene tramandato sotto forma di favola.

Il mito è una creazione della mente umana non per forza (anzi) condiviso da tutti gli uomini come lo è un archetipo (immagine primordiale e quindi universalmente condivisa), in quanto il mito è una creazione successiva a cui si attribuisce una funzione, e che si può possedere.


Lo stesso archetipo può essere espresso in miti diversi fra loro, ma che discendono tutti dalla stessa matrice.

L'archetipo è condiviso da tutti gli uomini, i miti che derivano da quell'archetipo sono apparentementi diversi nella forma, ma esprimono lo stesso contenuto, è quello che è condiviso da tutti gli uomini.

Io non sto lanciando un anatema sui miti, sto dicendo che se questi diventano punti di riferimenti assoluti per qualcosa di personale, e se persistono nel tempo, ovvero che non vengono superati dalla coscienza (che è quello che hai detto tu), diventano il "palo" su cui "l'albero" si appoggia per crescere e quindi lo rendono disarmonico, perché quel dato essere non è disegnato dalla Natura per crescere in quel modo.


Non credo che sia così.

La Natura sa quello che fa e i miti ne fanno parte.

Il mito può essere una tappa molto importante per la crescita personale, non credo che il mito renda disarmonico un essere umano.

Tu puoi sostenere che quel dato essere non è disegnato dalla Natura per crescere in quel modo?

Se fosse così il mito come espressione di mondi superiori non esisterebbe.

Anche il mondo Spirituale è un mito, un mito che discende da un archetipo, un mito che diventa realtà solo dopo un lungo lavoro su sè stessi.

Non è dannoso raccontare i miti, le favole, i racconti fantastici ai bambini (bisogna vedere quali però... il mio bambino non lo darei mai in mano a Maksi e fargli sentire quei miti orrendi :-D ), è dannoso che i bambini rimangano appoggiati a questi racconti per molto tempo e ci sono molte persone che rimangono per sempre appoggiate a questi racconti fantastici.


Anche qui esprimi un'opinione personale, può anche darsi che tu abbia ragione, intendiamoci, ma a me la tua sembra una posizione ideologica.

Non so se sia più dannoso e pauroso il mito seguito da Maksi per un bambino, piuttosto che quello del lupo cattivo nel bosco, quello della strega malvagia oppure quello antropofago di Hansel e Gretel, due fratellini abbandonati nel bosco dal padre e che trovano una strega cannibale che se li vuole mangiare.

Il mito di Maksi è quello più universale di tutti.

E' il mito del cavaliere sacro, dell'eroe duro e puro, un mito che persiste nell'immaginario di ogni essere umano, sia maschile che femminile.

La sua ideologia deriva da quel mito e da lì trae la sua forza.

Non è il mito ad essere "pericoloso", semmai lo è l'ideologia che lo accompagna ad esserlo.

Oggi qualunque cosa può diventare un mito infatti ci sono moltitudini di persone che hanno come mito un Berlusconi, un Totti o un Ligabue, perché "il mito racconta" che quando si riesce a possedere ricchezza, fama e celebrità, si trova la felicità o come minimo la maggioranza dei proprio problemi spariscono.


Anche questi esempi, sono miti che discendono dallo stesso archetipo primario e sono trasferiti nell'immaginario collettivo grazie alla propaganda mediatica.

Quelli che tu chiami miti in questo esempo, è in realtà lo stesso mito.

E' il mito dell'uno su mille ce la fa, quello del self-made man, quello del sogno americano che, come afferma George Carlin devi essere addormentato per crederci.

Anche questo mito parte dallo stesso archetipo del cavaliere senza macchia e senza paura che trova l'autorealizzazione, che vince alla lotteria, che riesce a farcela contro tutto e contro tutti.

Un archetipo talmente radicato nel nostro inconscio, che è anche lo stesso mito che porta alla nostra nascita.

Ognuno di noi è in origine, uno spermatozoo che ha vinto contro i miliardi di altri spermatozoi che volevano fecondare l'ovulo.

Grazie a questo meccanismo ancestrale, il potere crea artificialmente miti umani, uomini divinizzati.

Ma il mito espresso da queste figure, è una realtà superiore agli uomini che di volta in volta lo incarnano, è una realtà presente in noi che dobbiamo superare per crescere.

Ogni maestro Spirituale infatti non chiede di essere venerato o seguito, ma ti obbliga ad andare oltre la sua figura personale e questo per evitare che l'allievo lo faccia diventare inconsapevolmente un mito e rimanga inchiodato lì, su quel punto fermo.

Ciò che significa la famosa frase Bhuddista: "Se incontri un Bhudda sulla tua strada, uccidilo"


Questo è solo questo è quello che a mio avviso reca un grave danno alla persona, non il fantasticare, il giocare od il sognare in sé, cose assolutamente fondamentali ad ogni età, perché normalissime manifestazioni di quello che siamo.


E' quello che ho detto anche io.

Quindi, secondo me, la tua frase:

"Solo in quel caso, quando lo strumento diviene più importante di quello a cui ci conduce, come ogni cosa al mondo del resto religioni e discipline misteriche comprese, da utile strumento per la coscienza, diventa un limite."

non tiene conto di cosa è veramente un mito e di che funzione gli si attribuisce, che è molto più comune e variegata (in quanto a cosa si eleva a mito) di quanto si possa supporre.


Quella mia frase invece, esprime ciò che hai detto anche tu prima in altra forma.

Ciao

Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità, la Vita
Ultima Modifica 8 Anni 10 Mesi fa da incredulo.
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8 Anni 10 Mesi fa #859 da incredulo
Risposta da incredulo al topic Miti di ieri e oggi
Pyter

Una potatura fatta male, tagliando i rami vivi e lasciando i secchi, per favorire i cacciatori di uccelli, i famosi kazhari..


Ottimo Pyter, vedo che ci sei arrivato anche tu.... :cool:

Ciao

Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità, la Vita
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8 Anni 10 Mesi fa #860 da Maksi
Risposta da Maksi al topic Miti di ieri e oggi
Il Mito non si fonde con l'immagine. Non sono i sensi che dettano il Mito, ma le emozioni.
Per esempio il "mito lovecraftiano" sono racconti fantasiosi, ma emotivamente sono veri. La struttura emozionale - o anima - li percepisce come tali. I sensi accentuano o meno la percezione.
Il Mito, comunque, non e' estirpato, ma corrotto. Trovare l'origine e' il punto cardine di ogni iniziato.

Come scritto qualche post fa, il Mito e' frattalico (come tutto). Puo spostarsi nello spazio-tempo, ma l'origine rimane sempre. Certo, esiste anche un processo entropico che disperde e disordina tutto, ma e' una fase ciclica.
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8 Anni 10 Mesi fa #861 da Pyter
Risposta da Pyter al topic Miti di ieri e oggi

incredulo ha scritto: Pyter

Una potatura fatta male, tagliando i rami vivi e lasciando i secchi, per favorire i cacciatori di uccelli, i famosi kazhari..


Ottimo Pyter, vedo che ci sei arrivato anche tu.... :cool:

Ciao




Grazie, sebbene con quell'anche tu stia rischiando di uccidere un mito.

Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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8 Anni 10 Mesi fa #862 da invisibile
Risposta da invisibile al topic Miti di ieri e oggi
@incredulo

Il mito può discendere da un archetipo (miti classici per es.) ma può anche "discendere" da quello che uno vuole.

Questa frase non la condivido.

Il significato principale di mito è questo:


Io parlo di mito in quanto funzione che gli diamo e per cui parlo di qualsiasi "tipo" di mito.
Quindi parlo anche degli altri significati che la stessa Treaccani riporta come per esempio:

"Idealizzazione di un evento o personaggio storico che assume, nella coscienza dei posteri o anche dei contemporanei, carattere e proporzione quasi leggendarî, esercitando un forte potere di attrazione sulla fantasia e sul sentimento di un popolo o di un’età: il m. di Cesare; il m. di Roma nel medioevo; il m. napoleonico; fare un m. di qualcuno o di qualche cosa; anche, di personaggi o eventi (reali o no) che, amplificati dall’immaginazione popolare, diventano simboli di comportamenti o di atteggiamenti umani attraverso la mediazione letteraria: il m. di Faust; il m. di Don Giovanni; il m. della corsa all’oro nel Nordamerica; oppure, più recentemente, di personaggi dello spettacolo o dello sport che, per la grande popolarità raggiunta, siano diventati degli idoli per le folle"

Io parlo del rapporto che noi abbiamo verso una data "cosa" mitizzandola, sia consciamente che inconsciamente.

E io non concordo con Platone, seconde me è in errore quando dice che sono essenzialmente universali, quelli lo sono gli archetipi che sono una cosa molto diversa.

C'erano popolazioni in sudamerica dove il mito della ricchezza (potere terreno) non esisteva proprio prima dell'arrivo delle persone "civilizzate". Certi non avevano nemmeno la parola per definire il concetto di "ladro", e davanti alle porte delle loro case, che non avevano serrature, c'era un bastone che, se era appoggiato al lato della porta significava che si poteva entrare, se invece era disteso a terra davanti all'uscio, significava "do noto disturb" :-)

E non sappiamo se 125.000 anni fa (per es) esisteva qualcuno dei miti che oggi, ma anche nell'antica Grecia, vengono considerati "universali".

L'archetipo è condiviso da tutti gli uomini, i miti che derivano da quell'archetipo sono apparentementi diversi nella forma, ma esprimono lo stesso contenuto, è quello che è condiviso da tutti gli uomini.


Qui sta l'inghippo. Non è così.

Perché nella creazione del mito, operazione mentale, vengono ad inserirsi elementi che possono addirittura cambiare il significato dell'archetipo stesso, nel senso di dipingerlo "a piacere"
L'esempio di Maksi è lampante a mio avviso (scusa Maksi ma è troppo perfetto l'esempio). Da una idea di "purezza originaria ancestrale" (archetipo) che non contiene assolutamente in sé nessun riferimento al sangue ed al suo rapporto con lo Spirito, ecco che questi ultimi diventano l'unica cosa che conta :wink:

La Natura sa quello che fa e i miti ne fanno parte.


Io invece dico che i miti non sono naturali, ma creazioni esclusivamente mentali umane.

Tu puoi sostenere che quel dato essere non è disegnato dalla Natura per crescere in quel modo?

Se fosse così il mito come espressione di mondi superiori non esisterebbe.


Il mito non è espressione di mondi superiori, al limite è un racconto fatto dall'uomo (dalla sua mente) che parla dei mondi superiori.
Ha detto bene Pyter, noi non sappiamo se siano veri, autentici.

Anche il mondo Spirituale è un mito, un mito che discende da un archetipo, un mito che diventa realtà solo dopo un lungo lavoro su sè stessi.


Secondo me inverti i termini.

Si può dire che l'uomo ha creato miti partendo dagli archetipi del mondo spirituale, non che il mondo spirituale è un mito.

Non è dannoso raccontare i miti, le favole, i racconti fantastici ai bambini (bisogna vedere quali però... il mio bambino non lo darei mai in mano a Maksi e fargli sentire quei miti orrendi :-D ), è dannoso che i bambini rimangano appoggiati a questi racconti per molto tempo e ci sono molte persone che rimangono per sempre appoggiate a questi racconti fantastici.

Anche qui esprimi un'opinione personale, può anche darsi che tu abbia ragione, intendiamoci, ma a me la tua sembra una posizione ideologica.


Ovvio che posso essere in errore, ma ti assicuro che non c'è nessuna ideologia in quanto affermo.
Anzi, io la vedo da un punto di vista totalmente pratico, infatti parlo di "funzioni".

Non so se sia più dannoso e pauroso il mito di Maksi per un bambino, piuttosto che quello del lupo cattivo nel bosco, quello della strega malvagia oppure quello antropofago di Hansel e Gretel, due fratellini abbandonati nel bosco dal padre e che trovano una strega cannibale che se li vuole mangiare.

Il mito di Maksi è quello più universale di tutti.

E' il mito del cavaliere sacro, dell'eroe duro e puro, un mito che persiste nell'immaginario di ogni essere umano, sia maschile che femminile.


Sicuro che sia così "universale" in modo naturale? :wink:

A mio avviso no e questa è proprio una di quelle manipolazioni di cui ha parlato anche Pyter, perché si arriva in un batter d'occhio a dare "l'assoluzione preventiva" ai crociati che andavano a massacrare altri popoli.

L'uomo non ha bisogno di nessun cavaliere duro è puro per viver bene. E proprio il fatto che qualcuno lo abbia sacralizzato che mi preoccupa, sapendo quanto mascalzone l'uomo può essere...

Non sto dicendo che l'uomo non deve essere un cavaliere duro e puro, all'occorrenza, è il renderlo mito che è a mio avviso MOLTO dicutibile.

Comunque si, anche quello dell'antropofago non è proprio il massimo per i bimbi....

...Ogni maestro Spirituale infatti non chiede di essere venerato o seguito, ma ti obbliga ad andare oltre la sua figura.


Infatti ho citato quel detto buddista che secondo me sta proprio ad indicare che i miti fanno male, se diventano permanenti.

"Solo in quel caso, quando lo strumento diviene più importante di quello a cui ci conduce, come ogni cosa al mondo del resto religioni e discipline misteriche comprese, da utile strumento per la coscienza, diventa un limite."

non tiene conto di cosa è veramente un mito e di che funzione gli si attribuisce, che è molto più comune e variegata (in quanto a cosa si eleva a mito) di quanto si possa supporre.

Quella frase invece, esprime ciò che hai detto anche tu prima.


Si, infatti non ho detto che è sbagliata, al contrario la approvo in pieno.
Ma io ho aggiunto che secondo me non tieni conto di una cosa, che è, in fondo, l'unica cosa che volevo esprimere: la funzione che gli diamo ed il conseguente effetto che hanno i miti sulle persone, se non si superano ovviamente, e che questo non-superamento è diffusissimo.

Ciao
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8 Anni 10 Mesi fa #863 da Pyter
Risposta da Pyter al topic Miti di ieri e oggi
@Invisibile


Come ho imparato dai mitici sketch di Aldo Giovanni e Giacomo, la prima regola è:
non lasciarsi fregare dalla Treccani.

Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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8 Anni 10 Mesi fa - 8 Anni 10 Mesi fa #864 da polaris
Risposta da polaris al topic Miti di ieri e oggi
Maksi

Per esempio il "mito lovecraftiano" sono racconti fantasiosi, ma emotivamente sono veri. La struttura emozionale - o anima - li percepisce come tali.

È vero. Ogni volta che leggo una storia di Lovecraft ho la sensazione che la vicenda narrata sia accaduta veramente. Bellissimi i racconti "Il colore venuto dallo spazio", "L'ombra sopra Innsmouth", "I sogni nella casa stregata", "Il caso di Charles Dexter Ward" e "Colui che sussurrava nelle tenebre".

Ia Cthulhu! Ia Hydra!
Ultima Modifica 8 Anni 10 Mesi fa da polaris.
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8 Anni 10 Mesi fa #865 da Pyter
Risposta da Pyter al topic Miti di ieri e oggi
@Invisibile


Farraginoso ovviamente lo intendevo in senso buono, renziano.

Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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8 Anni 10 Mesi fa #866 da invisibile
Risposta da invisibile al topic Miti di ieri e oggi
Ora sono molto rassicurato ...
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8 Anni 10 Mesi fa #867 da Pyter
Risposta da Pyter al topic Miti di ieri e oggi
So che avresti preferito 'caotico' ma mi sembrava troppo abusato ultimamente e poi avrebbe dato l'idea di un qualcosa che ha dietro un progetto, mentre farraginoso è qualcosa che cade senza una meta prestabilita se non il fondo, renziana appunto. :ok:

Come può l'acqua memoria serbare se dalle nuvole cade? (poeta del dugento)
Ci sposiamo sessiamo insieme sessista bene perché no (progetto anti gender 2016)
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8 Anni 10 Mesi fa - 8 Anni 10 Mesi fa #868 da invisibile
Risposta da invisibile al topic Miti di ieri e oggi
Ma la mia meta non è il fondo, quindi nemmeno farraginoso va bene.

Ma poterbbe anche essere eh, ma inteso come il fondo della proverbiale tana già citata, e li renzi mica ha le palle per andarci senza scorta :-D
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8 Anni 10 Mesi fa - 8 Anni 10 Mesi fa #869 da Anteater
Risposta da Anteater al topic Miti di ieri e oggi
Cyrus Miley (Hannah Montana)


Forse c'è un po' di confusione tra i miti storici...quelli dei racconti...e
..i miti tipo Miley Cyrus...Britney Spears...Messi/Ronaldo o Valentino Rossi...

Il mitico Senna ..Cassius Clay ..Carl Lewis....non li paragonerei a Ulisse, Iside....

Anteater

La speranza e la preghiera sono un chiedere...MEGLIO INVECE DARE! ...Slobbysta
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8 Anni 10 Mesi fa #870 da Calvero
Risposta da Calvero al topic Miti di ieri e oggi
Sono assolutamente contrariato e con i coglioni smerigliati a sufficienza. Mi levo dalla discussione. E mi dispiace farlo, perché ci tenevo. Forza maggiore. La colpa la dò a Te, Invisibile. Questo è quello che penso.

Shavo ha scritto: @Calvero

ps: mi prendo il merito d'averti dato l'occasione per il riscatto


Grazie, ho apprezzato veramente le tue critiche e i tuoi interventi.

E adesso mi mando a fanculo da solo.

[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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8 Anni 10 Mesi fa - 8 Anni 10 Mesi fa #871 da invisibile
Risposta da invisibile al topic Miti di ieri e oggi
No Calvero, rimani pure, tranquillo. Avevo già deciso di andarmene io perché ho già detto quello che avevo da dire.

Ma la tua reazione veramente non la capisco, perché se dire quello che si pensa significa avere una colpa (???) non so proprio cosa pensare...

Ti voglio bene lo stesso anche se mi hai trattato, senza motivo, di merda.
Ultima Modifica 8 Anni 10 Mesi fa da invisibile.
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8 Anni 10 Mesi fa #872 da alroc
Risposta da alroc al topic Miti di ieri e oggi
Popoli primitivi, molto distanti geograficamente tra loro, hanno raccontato miti identici, come mai? La stessa cosa si riscontra sul piano della narrazione fiabesca.
Il mito è parte della natura stessa dell'uomo, in passato si riusciva a comunicare con i contenuti dell'identità naturale del cosmo, oggi ci giungono solo simulacri narrativi defraudati, dallo scorrere dei secoli, della loro valenza informativa.
Io associerei il mito a un linguaggio fatto di archetipi che comunica la nostra vera essenza. Un linguaggio che ha il potere di ri-programmare l'uomo, come un verbo dai poteri "magici".

Questo verbo che comunica in modo profondo con la nostra psiche ha un potenzialità immense, per questo è stato scarnificato e reso innocuo da chi ha potere.

I nuovi miti vengono aggiunti proprio allo scopo di disarmonizzare il nostro senso della verità, distraendoci con falsi linguaggi affascinanti ma allo stesso tempo capaci di disturbare la nostra connessione con il tutto.

Il mito è la rappresentazione dell'eterno presente.
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8 Anni 10 Mesi fa - 8 Anni 10 Mesi fa #875 da incredulo
Risposta da incredulo al topic Miti di ieri e oggi
invisibile

Io parlo di mito in quanto funzione che gli diamo e per cui parlo di qualsiasi "tipo" di mito.
Quindi parlo anche degli altri significati che la stessa Treaccani riporta come per esempio:


Era chiaro.

Infatti ho scritto il significato principale, evidenziato in neretto.

E io non concordo con Platone, seconde me è in errore quando dice che sono essenzialmente universali, quelli lo sono gli archetipi che sono una cosa molto diversa.


Secondo me Platone era connesso con i mondi superiori.

Il suo Mito della caverna è sufficiente per capirlo.

Quel mito è usato ancora oggi.

Se hai visto Matrix sai di cosa parlo.

Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos'è.
(Morpheus)


Matrix è un sistema, Neo. E quel sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d'affari, insegnanti, avvocati, falegnami... le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo. (Morpheus)

E non sappiamo se 125.000 anni fa (per es) esisteva qualcuno dei miti che oggi, ma anche nell'antica Grecia, vengono considerati "universali".


Ma noi viviamo oggi ed è con ciò che affrontiamo oggi che dobbiamo fare i conti.

Gli uomini che vivono dentro una società materialistica come la nostra, hanno bisogno del mito espresso nella sua integrità totale e non quel simulacro che viene proposto dai media, non quel mito fasullo di plastica, non quello corrotto e degradato come è quello proposto attualmente dai media.

Qui concordo in toto con alroc, che ha espresso magnificamente e sinteticamente cosa sia il mito.

Qui sta l'inghippo. Non è così.

Perché nella creazione del mito, operazione mentale, vengono ad inserirsi elementi che possono addirittura cambiare il significato dell'archetipo stesso, nel senso di dipingerlo "a piacere"
L'esempio di Maksi è lampante a mio avviso (scusa Maksi ma è troppo perfetto l'esempio). Da una idea di "purezza originaria ancestrale" (archetipo) che non contiene assolutamente in sé nessun riferimento al sangue ed al suo rapporto con lo Spirito, ecco che questi ultimi diventano l'unica cosa che conta :wink:



Continui a confondere il mito con l'ideologia che lo utilizza.


Io invece dico che i miti non sono naturali, ma creazioni esclusivamente mentali umane.


Si era capito.

Ma i miti non sono "creazioni" mentali, non fanno parte dello psichismo umano, ma dell'inconscio.

Il primo mito di ogni essere umano è rappresentato dai genitori.

E' un processo assolutamente naturale, non esiste una "creazione" umana del mito del Padre e della Madre.

Per un bimbo il padre e la madre sono figure archetipe che si sviluppano nella sua interiorità indipendentemente dal suo volere.

Per un bimbo naturalmente, indipendentemente da come si comportino il padre e la madre nei suoi confronti, il padre e la madre sono figure mtiche, dotate di poteri eccezionali.

Da quegli archetipi primari, comuni ad ogni persona, si sviluppano i vari miti ad essi collegati.

La tua analisi mi sembra fuori bersaglio.



Secondo me inverti i termini.

Si può dire che l'uomo ha creato miti partendo dagli archetipi del mondo spirituale, non che il mondo spirituale è un mito.


Grazie al cazzo invisibile.

Quello che tu affermi è vero, ma solo perchè tu quel lavoro su te stesso a cui mi riferisco nel mio intervento, l'hai già fatto.

Tu hai già realizzato dentro di te quel mondo.

Ma non esisti solo tu e la tua consapevolezza al mondo.

Prova a pensare quanta gente che conosci che considera che tutto ciò che riguarda il mondo Spirituale, l'Anima, il Chi e tutto il corollario che lo accompagna, sia solo fuffa anacronistica.

Per tutti costoro, concentrati principalmente sul lato materiale dell'esistenza, lo Spirito ed il Suo mondo è solo un mito, roba per gente che ha tempo da perdere e nulla di serio a cui pensare.

Per loro, il Mondo Spirituale è solo un mito senza sostanza e, se non iniziano un percorso di ricerca interiore utilizzando proprio quei miti caratteristici di tutti i percorsi Spirituali umani, tutti costoro saranno sempre convinti che tutto questo carrozzone di paccottaglia assortita divisa fra religioni e filosofia, sia solo un modo sofisticato di raccontarsela ma che non abbia nessuna base reale.

Questo intendevo dire con la mia frase:

Anche il mondo Spirituale è un mito, un mito che discende da un archetipo, un mito che diventa realtà solo dopo un lungo lavoro su sè stessi.





Non sto dicendo che l'uomo non deve essere un cavaliere duro e puro, all'occorrenza, è il renderlo mito che è a mio avviso MOLTO dicutibile.


Non c'è nessuno che lo rende un mito.

Questo è un mito presente in tutti noi, uomini e donne.

L'uomo non ha bisogno di nessun cavaliere duro è puro per viver bene. E proprio il fatto che qualcuno lo abbia sacralizzato che mi preoccupa, sapendo quanto mascalzone l'uomo può essere...


Guarda che anche il monaco è una variante di questo mito.

Non c'è nessuno che lo abbia sacralizzato.

Quel comportamento da uomo retto, da cavaliere che difende la sua integrità con costanza ed impegno, è un comportamento che desta ammirazione e che si può definire "sacro".

Dentro di noi lo sappiamo che quel mito è qualcosa di elevato e difficile da realizzare in Terra.

Lascia perdere i mascalzoni, quelli ci saranno sempre e cercheranno di appropriarsi di queste espressioni dell'Essere inserendole in una ideologia di comodo, ma non è quello di cui stiamo parlando.

Non puoi banalizzare così la questione del mito solo perchè ci sono i "mascalzoni" che se ne approfittano e dai invisibile perdindirindina.... :wink:

Comunque sia, ho capito ciò che ti preoccupa, ma, detto in amicizia, non puoi sempre controllare tutto, lascia andare qualcosa.....ogni tanto.... :wave:

Ciao

Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità, la Vita
Ultima Modifica 8 Anni 10 Mesi fa da incredulo. Motivo: Corretto errori
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8 Anni 10 Mesi fa #876 da Mrexani
Risposta da Mrexani al topic Miti di ieri e oggi
Calvero

M'inchino a questa tua esemplare manifestazione d'intelligenza poetica.

Esageri, ma incasso comunque... grazie :cool:

Mi levo dalla discussione

Torna a bordo :angry:


*******************************************
Aedo



L'aedo venne per Chi era presente, per Chi aveva tutto e Chi non aveva niente
l'aedo venne e gettò l'Incanto per la sala ombrosa.
Del suo Canto la beltà seduce, la Verità convince
da quel che attinge, da quello che finge, il Vero dal falso più non si distingue.

Soffrilo e poi impara
Imparalo a cantare
-Pathos, Mathos, Pathos, Mathos-

L'aedo canta e intanto la Memoria si versa sopra agli Occhi 
il dono che gli dà Luce dentro lo fa cieco fuori 
Canta la Storia come ci fosse stato, come se avesse visto prima di essere nato.

Soffrilo e poi impara
-Pathos, Mathos, Pathos, Mathos-

L'aedo incanta e mentre tesse il Testo in sala sorse il Pianto 
Il Verso versa e toglie alla Morte chi viene cantato. 
Chi aveva orecchie, chi potè sentire, ritrovò la sua Vita com'era e com'è stata.

Soffrilo e poi impara
-Pathos, Mathos, Pathos, Mathos-
Imparalo a cantale
-Pathos, Mathos, Pathos, Mathos-

Un Re tradito che ritrovò il Ritorno, nascosto di stracci, portò la strage in sala 
l'aedo disse nel silenzio di Morte a chi lo giudicava 
"O Re potente, come ho cantato loro, ora canterò di te"
E disse Quello "Che tu viva per sempre e dentro il tuo Canto io vivrò con Te"

Soffrilo e poi impara
-Pathos, Mathos, Pathos, Mathos-

Gli Dei soltanto ci filano Sventure per dare gloria al Canto 
e il Canto dice, nascosto nel Tempo, con voce di pietra: 
"Siamo due Coste di Rupe aspettiamo un Terremoto per unirci di nuovo in un solo Canto.
Siamo due Coste di Rupe aspettiamo un Terremoto per unirci di nuovo in un solo Canto" 

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8 Anni 10 Mesi fa #877 da qilicado
Risposta da qilicado al topic Miti di ieri e oggi

Mrexani ha scritto: ''Un mito è una biforcazione in un ramo di un immenso albero. Per capirlo occorre avere una qualche percezione dell'intero albero e di un alto numero delle biforcazioni che vi si celano. Quell'albero non c'è più da lungo tempo, asce ben affilate l'hanno abbattuto.'' Cit.


La storia non è altro che la successione delle generazioni, a partire dalla "caduta". Ora, non chiedetemi in cosa è consistita tale caduta.
La storia ha quindi la struttura di un albero genealogico.
I rami che sono sopravvisuti fino ad oggi, hanno subito delle trasformazioni. Una di queste è stato proprio la formazione del linguaggio articolato: il medium del mito, delle legende e delle fiabe.
La storia è stata un avanzare di conquiste e capacità, ma anche tutta una serie di perdite e di svantaggi. I miti, le leggende, rappresentano spesso questo processo. Allora, possiamo capire, perché diciamo mito di un artista, o di un divo: lui ha la possibilità di esprimere, nella propria vita, delle possibilità, che una persona inserita nel grigiore della vita comune, non può più permettersi, pur avendone le potenzialità.
Chi scrive le fiabe, fa un operazione molto particolare: avverte i bambini di tali possibilità umane assopite, cercando, così, di sottrarli al grigiore, tramite il colore delle allegorie.
Le differenze tra la leggenda e il mito sono ben poche: quella più notevole è la presenza nella leggenda di maggiori coordinate spaziali e temporali. Maggiore accuratezza dei dettagli della storia, vuol dire maggiore memoria. E maggior memoria significa, o la presenza, alle sue spalle, di una tradizione orale molto consistente, oppure la presenza di fonti scritte.
I miti sono soggetti ad essere piegati per fini di dominio. Se ci pensate, oggi, anche le fiabe lo sono. Ma non è sempre così: basta pensare ai miti platonici.
Il loro linguaggio simbolico è spesso esoterico. La prima ragione deriva da quel processo che ho spiegato sopra. Qualcuno, accedendo a potenzialità umane assopite, ne porta poi testimonianza. Ma, tornando dal viaggio, è tenuto a seguire le leggi espressive che si sono accumulate nel corso della storia, in seguito alla famigerata caduta.

"Now go consciously into the breath and let it go. Fully in, letting go, fully in, letting go." (Wim Hof)

χιλικάδο
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8 Anni 10 Mesi fa #879 da alroc
Risposta da alroc al topic Miti di ieri e oggi
Ci sono parole che hanno un contenuto profondo...per esempio albero, citato più volte in questa discussione.
Io associo questo termine al DNA umano: albero interiore che contiene tutta la genealogia di un individuo. Ogni frammento contiene l'intera catena dei geni...praticamente un frattale! :-D
Con due passaggi ho unito tre elementi (albero, dna, frattale) poi basta costruire un racconto metaforico/allegorico che lasci ai posteri il senso profondo della parola albero e il gioco è fatto.

Tra l'altro sono gli alberi a "reggere", con il loro ossigeno, il cielo, no? ;-)
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