Ubicazione degli IPERBOREI e di THULE secondo le fonti greco-romane

Di più
3 Settimane 2 Giorni fa #54687 da Nomit
Le regioni polari sono state soggette per secoli a periodi caldi e freddi. Per esempio la Groenlandia vichinga.
Quando si raffreddano vengono sommerse dall'acqua (sotto forma di neve) e questo può aver originato la leggende della terra "affondata nel mare" oltre che del diluvio. Il mare intorno diventa gelido e pieno di iceberg, quindi non più navigabile per le imbarcazioni antiche.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
3 Settimane 2 Giorni fa #54688 da Mark28
Senza dubbio. Comunque Atlantide aveva un clima caldo, c'erano gli elefanti.

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
3 Settimane 2 Giorni fa #54689 da Mark28





"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
3 Settimane 17 Ore fa #54707 da Mark28


Se le informazioni riportate da Randall Carlson in questi video sono vere allora è fatta, è dimostrato che queste montagne sottomarine lungo la dorsale medio-atlantica erano sopra il livello del mare 12000 anni fa e sono sprofondate. Ci sono varie prove, resti organici che sono stati datati al radiocarbonio, ci sono coralli morti che non sopravvivono a quelle profondità e quindi dimostrano che una volta si trovavano più in alto e poi sono sprofondati...
Le Azzorre sono la punta di questa enorme montagna sottomarina, che sta proprio all'incrocio di 3 placche tettoniche, sulla dorsale medio-atlantica.
Se c'è una parte del mondo dove una grossa isola poteva emergere e poi sprofondare è proprio qui, non da altre parti. Non nel Pacifico dove qualcuno vorrebbe porre Mu/Lemuria e altre cose inventate, ma qui, lungo la dorsale medio-atlantica

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
2 Settimane 6 Giorni fa #54708 da Mark28
Secondo voi questi passaggi si riferiscono all'Atlantide di Platone?
Eliano e Plinio il Vecchio (I-II sec d.C.) menzionano un'Atlantide dandoci anche informazioni in più:

Eliano, Sulla natura degli animali, 15. 2
"Coloro che vivono sulle rive di Okeanos raccontano una storia di come gli antichi re di Atlantide, nati dal seme di Poseidone, indossavano sulla loro testa le fasce del Pesce-ariete maschio, come emblema della loro autorità, mentre le loro mogli, le regine, indossavano i riccioli delle femmine come prova della loro".

Così, mentre Eliano sta parlando di questo fantomatico Pesce-ariete, butta lì questa chicca su Atlantide, che sembra proprio l'Atlantide di Platone, si parla di re discendenti di Poseidone.
Questo Pesce-ariete è descritto come un grosso animale marino che si poteva vedere ad esempio nello stretto tra Sardegna e Corsica. Si nutriva di carcasse ma a volte attaccava anche le persone, ed era in grado di smuovere una massa d'acqua tale da generare onde che potevano anche far rovesciare delle barche.
Gli esemplari maschi avevano una fascia bianca attorno alla fronte, mentre le femmine avevano dei riccioli sul collo.
E i popoli che vivevano sulla costa dell'Okeanos (probabilmente si riferisce alla costa Atlantica del Nord-Africa, ma potrebbe anche riferirsi alla penisola Iberica) avevano ancora viva la memoria di Atlantide, e dei Re Atlantidei si vestivano in modo da ricordare questa creatura marina.
Re o personaggi altolocati che si vestivano a mò di pesce a me ricordano molto per esempio Oannes, un altro personaggi vestito da pesce che era un portatore di civiltà, in Mesopotamia, arrivato dal mare. Molti ricercatori alternativi sospettano che Oannes fosse un sopravvissuto di qualche civiltà antediluviana, e che il suo vestito da pesce potesse essere magari una tuta o qualcosa del genere.

Plinio il Vecchio invece menziona un'isola di nome Atlantide al largo dell'Africa, ma non sembra la stessa Atlantide di Platone, sembra una banale isola come le altre, che esisteva ancora al suo tempo.

Plinio il Vecchio, Storia naturale 6. 199
"Si dice che ci sia un'altra isola al largo del Monte Atlante [africano] [nell'Atlantico], a sua volta chiamata anch'essa Atlantide, da cui un viaggio di due giorni lungo la costa raggiunge il distretto del deserto nel quartiere degli Etiopi occidentali [cioè neri africani], il capo sopra menzionato come il "Corno d'Occidente", il punto in cui la costa inizia a curvarsi verso ovest in direzione dell'Atlantico."

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
2 Settimane 3 Giorni fa #54727 da Mark28
Ellanico di Lesbo, V° secolo a.C. e quindi di poco precedente a Platone.
Ci sono rimasti pochi frammenti delle sue opere, tra cui uno era intitolato "Atlantias". C'è anche una riga che fa riferimento al mito di Lycus, figlio di Poseidone e Celeno/Kelaino (mito conosciuto anche tramite altre fonti) che fu posto da suo padre nelle Isole dei Beati e reso immortale.

Queste Isole dei Beati erano proprio poste nell'Atlantico dagli autori antichi, forse erano le Canarie, forse le Azzorre, forse addirittura i Caraibi.
Ne possiamo dedurre che facessero parte del territorio di Poseidone, il quale come tutti i Theoi e i Re che si rispettano dava territori ai suoi figli affinché li governassero.
Queste isole effettivamente dovevano aver fatto parte dell'impero di Atlantide, e anche dopo la fine di Atlantide evidentemente i figli di Poseidone venivano ancora messi a governare queste isole.

Questa secondo me è una conferma indiretta del mito di Atlantide, l'impero di Poseidone esistito una volta nell'Atlantico.

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
2 Settimane 2 Giorni fa #54730 da Mark28
Ma gli antichi credevano alla storia di Atlantide? Se veramente Platone si fosse inventato tutto come espediente narrativo, come sostengono i grecisti accademici che dicono "ma è ovvio che Platone si è inventato tutto" (e in futuro vedremo quali sono le loro argomentazioni) allora gli autori antichi e in particolare gli allievi di Platone lo avrebbero capito subito no?
Avrebbero capito l'espediente narrativo, non avrebbero mai creduto all'esistenza di Atlantide.

Vediamo cosa scrivevano gli Antichi su Atlantide:

[img

Proclo

1 - Proclo, nel suo commento al Timeo, cita l'opinione di Crantore, il primo interprete di Platone, secondo cui la storia di Atlantide era vera.
Non solo lui ma molti altri credevano che fosse un fatto storico, tanto che accusavano Platone di aver copiato la Politeia dagli Egizi e di aver usato questo fatto storico della guerra tra Atlantici e Ateniesi per dimostrare che veramente un tempo gli Ateniesi vivevano secondo quella costituzione perfetta.
Platone stesso dice nei dialoghi che "fa finta" che gli Ateniesi antediluviani del racconto corrispondano agli abitanti della sua Politeia, e quindi da lì immagina come potevano vivere. Quindi quella parte relativa agli Ateniesi potrebbe anche essere un'invenzione.

Crantore aggiunge che i particolari narrati da Platone sono veri e confermati dai profeti degli Egizi che riferiscono come questa storia si potesse ancora trovare scritta su colonne in Egitto!

Di queste colonne si è parlato molto, si sono tirate in ballo addirittura le Colonne Seriadiche menzionate da Manetone che sarebbero state erette da Thoth prima del diluvio, oppure le colonne di Enoch, ma che non c'entrano niente.
Piuttosto si potrebbe parlare più seriamente dei testi di Edfu e dell'isola di fuoco (o isola della fiamma) degli dèi Egizi. Questo potrebbe essere il collegamento che cercavamo con la religione Egizia. Diciamo che anche se non c'è un riscontro diretto e inequivocabile di Atlantide in Egitto, almeno è compatibile con la loro mitologia.

[img


[img


2 - Altri ancora dicevano che questa narrazione è "una favola e un resoconto fittizio di cose che non hanno mai avuto un'esistenza, ma che portano con sé un'indicazione di nature che sono perpetue o sono generate nel mondo", ma Proclo ricorda loro come Platone abbia sempre affermato la veridicità del racconto: "la narrazione è sorprendente all'estremo, ma è vera sotto ogni aspetto", e se è vera sotto ogni aspetto non può esserlo solo in parte o nell'apparenza o solo nel suo significato simbolico.

3 - Una terza tesi, quella della maggior parte dei Neoplatonici, prevede che non abbia grande importanza se i fatti storici si siano svolti esattamente in questo modo, dal momento che si dovrebbero intendere tutti questi avvenimenti narrati come immagini delle opposizioni che preesistono ed esistono nel cosmo, poiché “la Contesa è padre di tutte le cose” come dice Eraclito.
All'interno di questa posizione, vi sono delle differenze:
Il 'valoroso Amelio', fra gli altri, era convinto che la guerra si riferisse all’opposizione fra le stelle fisse (Atene) ed i pianeti (Atlantide) e che Atene vincesse “a causa dell’unica rivoluzione del cosmo”.

La tesi di Origene era che lo scontro fosse da riferire a “certi Daimones”, alcuni migliori ed in numero minore contro altri peggiori e in numero maggiore, i primi vincitori ed i secondi perdenti.

Numenio invece affermava che la lotta indicasse una sorta di disputa fra le anime più nobili ed appartenenti ad Atena e quelle legate al mondo della genesis ed appartenenti al Dio che vi presiede, ossia Poseidone.

Esisteva effettivamente una tradizione Greca che vedeva Atena e Poseidone contendersi il favore degli Ateniesi, che alla fine scelsero appunto Atena.

[img


Porfirio vi vedeva infine una lotta fra le anime ed i Daimones hylici/materiali (nocivi per le anime, che ‘fanno guerra’ a queste ultime quando esse discendono nel divenire); così tutti i miti relativi ad Osiride e Seth, oppure a Dioniso ed ai Titani, Platone, a causa della sua eusebeia, li ha tramandati simbolicamente attraverso la guerra narrata nell'Atlantide, così afferma Porfirio – il quale sostiene che, prima della discesa nel divenire, abbia luogo una lotta fra le anime e quei Daimones materiali, che egli situa appunto ad occidente (come Atlantide posta nell’Oceano occidentale), seguendo la Teologia Egizia che assegna all’occidente i Demoni nocivi.

4 - Tutte queste posizioni sono state rigettate da Giamblico e da Siriano: da un lato, si deve accettare il fatto che si tratti di una storia vera e realmente accaduta, dall’altro si deve procedere come nell’analisi dei dialoghi, seguendo le analogie e cercando di svelare il corretto significato dei simboli presenti nel “racconto vero”.

Siriano, il neoplatonista e un tempo capo dell'Accademia di Platone ad Atene, considerava Atlantide un fatto storico. Ha scritto un commento al Timeo ora perduto ma le sue opinioni sono state registrate da Proclo.

5 - Aristotele (circa 384-322 a.C.) allievo di Platone, viene costantemente citato in relazione alle sue presunte critiche alla storia di Atlantide. Avrebbe scritto "Platone ha inventato l'isola di Atlantide e l'ha anche fatta affondare", peccato che questa affermazione non fu fatta fino al periodo dell'illuminismo, ecco un'altro dei tanti danni fatti dall'illuminismo.
La disinformazione di Delambre: Nel 1816, il matematico e astronomo francese Jean-Baptiste Joseph Delambre interpretò erroneamente un commento su Strabone di Isaac Casaubon del 1587, portando alla diffusa accettazione dello scetticismo di Aristotele nei confronti di Atlantide. Questo malinteso fu perpetuato fino alla fine del 21esimo secolo.
Thorwald C. Franke nella sua vasta ricerca, Franke (2012), ha esaminato oltre 100 opere dall'antichità al 21° secolo, compresa la letteratura di Aristotele. Non trovò alcuna giustificazione per l'affermazione secondo cui Aristotele respinse l'Atlantide di Platone come un'invenzione. Invece, Franke suggerisce che il silenzio di Aristotele sulla questione implica una mancanza di commenti, piuttosto che uno scetticismo.

[img

Delambre

6 - Teofrasto di Lesbo (circa 372-287 a.C.) fu uno studente di Aristotele e suo successore al Lyceum. Teofrasto è citato frequentemente per aver fatto riferimento a "colonie di Atlantide nel mare", e anche Filone di Alessandria conferma che Teofrasto credeva alla storia di Atlantide.

7 - La parodia di Atlantide di nome Meropide, riportata da Teopompo di Chio, spesso viene citata per le sue somiglianze con la storia di Atlantide. Ma è appunto una parodia, lo si capisce dalle molte esagerazioni e dettagli assurdi della storia.
Non è però detta l'ultima parola, c'è un dettaglio interessante che non tutti sanno, questa storia della Meropide viene fatta derivare da una recita teatrale scritta da Thespis, un contemporaneo di Solone! Quindi se questo fosse confermato, allora la storia di Atlantide non sarebbe un'invenzione di Platone ma proverrebbe veramente da Solone.

8 - Poseidonius, maestro di Cicerone, scrisse: "Leggenda vuole che oltre le Pietre di Ercole ci fosse un tempo un'area enorme chiamata Poseidonis o Atlanta".

9 - Diodoro Siculo cercò di razionalizzare la storia di Atlantide ambientandola sui monti dell'Atlante in Nord Africa, mettendo assieme vari miti Greci come il mito delle Amazzoni, di Perseo ecc. Il risultato è una storia inventata completamente diversa da quella di Platone. Magari ne parleremo in futuro ma secondo me è tempo perso, però sicuramente questa storia piacerà molto alla storia ufficiale perché è più accettabile.

10 - Marcellus (circa 100 a.C.) avrebbe affermato che i sopravvissuti di Atlantide migrarono nell'Europa occidentale.

11 - Timagenes avrebbe detto la stessa cosa, citando i Druidi della Gallia come fonte. Avrebbe classificato gli abitanti della Gallia in diversi gruppi, uno dei quali avrebbe affermato di provenire da un'isola remota.

Ho messo il condizionale perché non sono riuscito a verificare queste due storie, e quei pochi siti che ne parlano già loro mettono in dubbio queste affermazioni.
Poi un'isola poteva anche essere l'Irlanda o la Gran Bretagna, c'erano popoli che andavano avanti e indietro per le Gallie...

12 - Statius Sebosus, geografo Greco del I secolo a.C., dice che Atlantide era situata a 40 giorni di navigazione dalle isole Gorgadi alle Esperidi [quindi comunque nel centro dell'Atlantico].

[img


13 - Filone di Alessandria accettava l'esistenza di Atlantide.

14 - Strabone, il famoso geografo e storico Greco, scrisse in pieno accordo con le affermazioni di Platone che la storia di Atlantide era vera e non una finzione.

15 - Plutarco, racconta il viaggio di Solone in Egitto, è lui ad attribuire il nome di "Sonkis" (Sonchis) al sacerdote Egizio con cui Solone parlò. Sembra che ritenesse vera la storia di Atlantide e descrive cose molto simili anche ne Il volto della Luna, per esempio ci conferma che una volta le persone navigavano fino al continente che sta dall'altra parte dell'Atlantico.

16 - Claudio Eliano, di cui abbiamo già parlato l'altra volta, fa riferimento ad Atlantide e dice che gli abitanti della costa dell'Okeanos ancora ricordavano come si vestivano i Re e le Regine di Atlantide.

17 - Ammiano Marcellino (330-395 d.C.) il famoso storico Greco, accettava anch'egli la storia di Atlantide come un fatto reale.
Vari ricercatori alternativi poi affermano che secondo Ammiano Marcellino la storia di Atlantide era comunemente accettata anche dall'intelligentsia culturale di Alessandria. Tuttavia questa citazione di Ammiano Marcellino non si trova.
Si trova però una sua descrizione di un tipo di terremoti molto forti che possono inghiottire grandi pezzi di terra all'improvviso, come sarebbe avvenuto ad una grande isola nell'Atlantico.

18 - Vari autori cristiani tra cui Tertulliano e Arnobio accettavano l'esistenza di Atlantide, talvolta collegandola alla storia del diluvio di Noè.

Questo è quello che fanno molti anche oggi, dimenticandosi che le date non coincidono. Inoltre il diluvio di Noè ha una buona probabilità di essere stato un diluvio locale, provocato dagli Elohim che hanno aperto le cataratte di una diga, e poi è stato sincretizzato col vero diluvio universale dalla casta sacerdotale.

Ma ancora più importante, cosa che faccio notare sempre a tutti, se facciamo l'errore di ridurre tutti i diluvi a uno solo, siamo quelli che i sacerdoti Egizi incontrati da Solone definivano "bambini", perché non capiamo che i diluvi furono molti, e oltre ai diluvi ci furono molte altre catastrofi.
Ci sono popoli che si considerano "il popolo eletto", "il popolo più antico del mondo", ma che credono che il mondo abbia meno di 6000 anni e che ci sia stato un solo diluvio.
Invece ci sono altri popoli con ben altre conoscenze che vanno indietro di centinaia di migliaia di anni, e parlano di più ere e più diluvi: Egizi, Sumeri, Indiani, anche i Greci che parlano di più ere.

Quindi, in conclusione, possiamo dire che buona parte degli autori antichi, soprattutto storici e geografi di rilievo, accettavano la storia di Atlantide come FATTO STORICO, addirittura talvolta aggiungevano particolari in più e conferme indipendenti, che è un po' quello che cerchiamo di fare anche noi.
Poi c'era un gran numeri di filosofi Neoplatonici a cui non interessava stabilire se la storia fosse vera o meno, perché evidentemente non avevano prove né in un senso né in un altro, il che ci dimostra che non era per niente ovvio che la storia di Atlantide fosse inventata, ma poteva essere vera, semplicemente a questi filosofi interessava di più l'allegoria e il simbolismo.
E infine gli ultimi, che non credevano alla storia di Atlantide, erano pochi e spesso in contrasto fra loro. Non hanno prove per dire che Atlantide è un'invenzione, e ignorano le prove a favore della sua esistenza. Addirittura come abbiamo visto piegano i testi antichi per far loro dire quello che non dicono, attribuiscono citazioni false ad Aristotele, sono accecati dalla loro ideologia...

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
2 Settimane 12 Ore fa - 2 Settimane 33 Minuti fa #54737 da Mark28

"...perché di fronte alla foce che voi Greci chiamate, come dite, 'le colonne d'Eracle', giaceva un'isola che era più grande della Libia e dell'Asia messe insieme"

Un'isola che era più grande della Libia e dell'Asia messe insieme, questa frase ha lasciato perplessi tutti i lettori del Timeo e del Crizia per 2400 anni.
Ci si chiede come sia possibile che Atlantide fosse più grande della Libia (Africa) e dell'Asia messe insieme, alcuni rispondono che non può essere, non esiste abbastanza spazio nell'Atlantico, tanto meno nel Mediterraneo, per contenere una massa di terra così grande.
Questo è usato da molti come "prova" che questa storia è inventata, ma è ridicolo, vuol dire che queste persone si sono fermate alla superficie del testo e non hanno indagato a fondo per niente.
Spesso questi detrattori di Atlantide non sanno neanche cosa intendevano gli antichi greci per Libia e Asia.

Alcuni hanno provato a identificare Atlantide con le Americhe anche per questo motivo, perché la dimensione delle Americhe giustificherebbe questa descrizione.

Però qualcosa non torna, Atlantide viene sempre chiamata nesos, (isola) perché non viene mai chiamata continente? Perché questa grande isola non si classifica come continente visto le sue presunte dimensioni abnormi?

Altri sono più o meno d'accordo nel dire che questa è un'esagerazione, ques'isola era grande ma non così tanto, Platone ne avrebbe esagerato le dimensioni per un motivo o per l'altro, oppure non Platone ma chi ha tramandato il mito, come con il telefono senza fili, col passare del tempo i dettagli vengono distorti, ingigantiti.

Oppure non c'è nessuna esagerazione, gli antichi non conoscevano ancora le vere dimensioni di Asia e Africa, e ritenevano che quest'isola fosse più grande anche se non lo era, secondo questa ipotesi.
Molti antichi sottostimavano le reali dimensioni dell'Asia e dell'Africa, si dice che alcuni geografi antichi credessero che dalla cima dei monti dell'Hindu-Kush si potesse vedere la Grecia a occidente e l'oceano a oriente.
Erodoto credeva che la Sardegna fosse più grande della Sicilia, in realtà la Sicilia è l'isola più grande del Mediterraneo in termini di area (25708 km2 contro 24090 km2), tuttavia la lunghezza costiera della Sardegna è molto maggiore della Sicilia (1843 km contro 1115 km) e in genere gli antichi misuravano le dimensioni proprio in termini di lunghezza costiera, anche Platone quando ci parla della pianura centrale di Atlantide ci dice quanto erano lunghe la base e l'altezza, come se fosse un rettangolo perfetto.
Quindi forse Erodoto non aveva sbagliato, e quindi questo metodo di misurazione della costa deve essere tenuto in considerazione.
Siccome i popoli antichi abitavano soprattutto lungo la costa, e l'entroterra interessava loro molto meno, specie se montuoso, è naturale che anche per Atlantide avessero misurato soprattutto la lunghezza complessiva delle coste e le dimensioni della pianura centrale, ovvero le regioni più abitabili!

Già questo modo di misurare le dimensioni ci porta a risultati più realistici, ecco una possibile interpretazione:
[img

[img


Non conosciamo la reale forma di Atlantide, io ipotizzo che gran parte di questa dorsale medio-atlantica fosse sopra il livello del mare e fosse appunto Atlantide, ma da quando è sprofondata è possibile che la sua forma sia cambiata molto rispetto a quando era in superficie. Comunque se ipotizziamo più o meno queste dimensioni, come fanno altri ricercatori online, e misuriamo la lunghezza della costa con Google Maps, guarda caso è più lunga della costa Mediterranea di Africa e Asia minore. Quindi Platone potrebbe aver detto il vero, senza nemmeno esagerare.

Poi può anche essere che "più grande della Libia e dell'Asia messe assieme" sia da intendere in senso figurato, certamente. Spesso nelle traduzioni si trova "più grande per estensione della Libia e dell'Asia messe assieme" o "più grande per dimensione", come se volessero proprio suggerire che il senso non è figurato ma che letteralmente Atlantide era più estesa di Libia e Asia. Ma in Greco questo non c'è:

[img


C'è scritto solo μείζων, meizon, comparativo di megas, cioè grande, e sul dizionario online si possono trovare anche altri significati di "grande" oltre a quello della dimensione, anche grande in senso figurato, come Megas Alexandros, Alessandro il Grande:

www.perseus.tufts.edu/hopper/morph?l=mei...n=mei%2Fzwn0&prior=* )asi/as&d=Perseus:text:1999.01.0179:text=Tim.:section=24e&i=1#lexicon

[img


[img


Intanto vediamo che meizon compariva spesso in testi antichi di natura filosofica per indicare non solo la grandezza fisica ma anche l'importanza, la forza, la fama, e altre caratteristiche figurate.
Invece per indicare la grandezza fisica era generalmente usato μειζονώτερος, meizonoteros, o anche megaloteros, che comunque non vuol dire solo più grande ma anche più alto, più lungo, più vecchio...

Ora mi correggeranno i Grecisti ma io ne deduco che è possibile che questa grandezza di Atlantide si riferisse sia alle sue dimensioni (specialmente la lunghezza costiera, che abbiamo visto può combaciare), sia alla sua grandezza in senso figurato, alla sua importanza e fama e splendore.

Quest'isola che abbiamo trovato, lungo la dorsale medio-atlantica, non smette mai di stupirci. Ancora una volta rispetta perfettamente la descrizione di Platone, è incredibile. Invece se Atlantide si trovasse nel Mediterraneo saremmo costretti a dire che Platone intendesse la grandezza solo in senso figurato, e questo potrebbe non essere vero. 

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
Ultima Modifica 2 Settimane 33 Minuti fa da Mark28.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
1 Settimana 4 Giorni fa - 1 Settimana 3 Giorni fa #54747 da Mark28
@Nomit Un passaggio de "Il volto che compare sulla sfera della Luna" di Plutarco forse potrebbe fare al caso tuo. Si descrivono una serie di isole che si incontrano viaggiando a nord-ovest dalla Britannia sino ad arrivare al continente opposto, che circonda l'Atlantico. Parlando di questo continente si dice:

"...vi si giunge navigando a remi con una traversata resa lenta dal fango scaricato dai fiumi. Questi sgorgano dalla massa continentale e con le loro alluvioni riempiono a tal punto il mare di terriccio da aver fatto credere che fosse ghiacciato."

Però consiglio di leggere il passaggio completo per capire bene di cosa si parla.

[img

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
Ultima Modifica 1 Settimana 3 Giorni fa da Mark28.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
1 Settimana 3 Giorni fa - 1 Settimana 2 Giorni fa #54751 da Mark28
"26. Stavo finendo di parlare quando Silla mi interruppe: « Fermati, Lampria, e sbarra la porta della tua eloquenza. Senza avvedertene rischi di far arenare il mito e di sconvolgere il mio dramma, che ha un altro scenario e diverso sfondo. Io ne sono solo l'attore, ma ricorderò anzitutto che il suo autore cominciò per noi, se possibile, con una citazione da Omero:

lungi nel mare giace un'isola, Ogigia,

a cinque giorni di navigazione dalla Britannia in direzione occidente. Più in là si trovano altre isole, equidistanti tra loro e da questa, di fatto in linea col tramonto estivo. In una di queste secondo il racconto degli indigeni si trova Crono imprigionato da Zeus e accanto a lui risiede l'antico Briareo, guardiano delle isole e del mare chiamato cronio. Il grande continente che circonda l'oceano dista da Ogigia qualcosa come 5.000 stadi, un po' meno dalle altre isole; vi si giunge navigando a remi con una traversata resa lenta dal fango scaricato dai fiumi. Questi sgorgano dalla massa continentale e con le loro alluvioni riempiono a tal punto il mare di terriccio da aver fatto credere che fosse ghiacciato. La costa del continente è abitata da Greci lungo le rive di un golfo che è grande almeno quanto la Meotide e sbocca in mare aperto pressappoco alla stessa latitudine dello sbocco del Caspio. Essi considerano e chiamano se stessi "continentali" mentre danno agli abitanti di queste nostre terre, circondate completamente dal mare, il nome di "isolani". Sono convinti che con il popolo di Crono si mescolarono in prosieguo i compagni di Eracle: rimasti indietro, questi riaccesero per così dire a forte e vigorosa fiamma la scintilla greca, che si andava ormai spegnendo sopraffatta dalla lingua, dai costumi e dal modo di vita dei barbari; ecco dunque la ragione per cui Eracle vi gode degli onori supremi, seguito appena da Crono. « Quando ogni trent'anni entra nella costellazione del Toro l'astro di Crono, che noi chiamiamo Fenonte e loro a quanto mi disse Nitturo, essi preparano con largo anticipo un sacrificio e una missione sul mare. Estraggono a sorte un congruo numero di messi e li inviano con molte navi, cariche di abbondante servitù e delle provviste che sono necessarie per affrontare a remi una simile traversata e per sopravvivere a lungo in terra straniera. Una volta salpati i messi vanno incontro, com'è naturale, a destini diversi. Quanti scampano al mare approdano anzitutto alle isole esterne, abitate da Greci, e lì hanno modo di osservare il sole su un arco di trenta giorni scomparire alla vista per meno di un'ora notte, anche se con tenebra breve, mentre un crepuscolo balugina a occidente. Sostano novanta giorni, fatti oggetto di onori e attenzioni, considerati e trattati come santi; poi i venti li tragittano alla meta. Nessun altro se non loro e quelli che vi furono mandati prima di loro abita il luogo. Quanti in comunità servirono il dio per tre decadi hanno bensì il diritto di rimpatriare, ma la maggior parte senz'altro preferisce insediarsi lì — chi spinto dall'abitudine, chi perché senza difficoltà e sforzo vi si può trovare abbondanza d'ogni cosa e vi si può trascorrere la vita tra sacrifici e feste o intenti in perenni conversazioni alla ricerca del sapere: meravigliose sono infatti la natura dell'isola e la dolcezza del suo clima. La divinità stessa ne trattiene alcuni che già meditano di partire; e non solo si manifesta a loro come ad intimi amici in sogno o con presagi: molti anche realmente si imbattono nell'apparizione o nella voce di demoni. Crono dorme rinchiuso in una caverna profonda dentro una roccia color dell'oro. Il sonno è il carcere escogitato da Zeus per lui, e mentre uccelli scendono in volo sulla cima della roccia per recargli ambrosia, l'isola intera è pervasa da un profumo che si spande di lì come da una fonte. I demoni assistono e servono Crono dopo essergli stati compagni nel tempo in cui fu re degli dèi e degli uomini. Dotati di virtù profetiche, essi traggono da se stessi innumerevoli vaticini; ma quelli più gravi e sulle questioni più gravi scendono ad annunciarli come sogni di Crono: poiché ciò che Zeus premedita Crono vede in sogno, e le passioni titaniche e i moti dell'anima si manifestano in lui come una tesa rigidezza prima che il sonno gli restituisca il riposo e finché il suo carattere regale e divino non riemerga puro e incorrotto. «Qui dunque lo straniero giunse, come egli stesso raccontava. Servì il dio ed ebbe modo di impadronirsi dell'astronomia facendo i progressi tipici di chi pratica la geometria, mentre acquisì il resto della filosofia approfondendo lo studio della natura. Preso da uno struggente desiderio di vedere coi propri occhi la Grande Isola (questo è a quanto pare il nome che danno alla nostra parte del mondo), quando alla scadenza dei trent'anni giunsero dalla sua terra d'origine i successori egli salutò gli amici e salpò: portava con sé un bagaglio modesto ma un abbondante viatico contenuto in coppe d'oro. Ebbe avventure e conobbe uomini d'ogni genere, studiò testi sacri e si fece iniziare a tutti i misteri. Ma un solo giorno non basterebbe a riferire i ricordi che egli molto fedelmente e in dettaglio ci narrò: vi prego quindi di accontentarvi della parte attinente alla nostra discussione odierna. Soggiornò assai a lungo a Cartagine, dato che nel nostro paese Crono gode di un culto speciale, ed anche ritrovò alcune pergamene sacre trafugate segretamente dalla prima città al momento della sua caduta e rimaste a lungo sepolte nel terreno all'insaputa di tutti. Mi ripeteva che tra gli dèi visibili occorre venerare soprattutto la luna: me lo raccomandava caldamente perché essa, attigua ai prati di Ade, è signora della vita e della morte."

È incredibile quanto questa descrizione geografica sia precisa, corrisponde abbastanza alla realtà da suggerire che ancora una volta ci sia un fondo di verità nel mito.

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
Ultima Modifica 1 Settimana 2 Giorni fa da Mark28.

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Di più
12 Ore 26 Minuti fa - -1 Anni 11 Mesi fa #54795 da Mark28
Ieri sera avevo scritto un altro post ma mi sono accorto che era sbagliato quindi l'ho cancellato. Pensavo di aver fatto un passo avanti e invece no.
Eh niente ogni tanto si sbaglia, l'importante è ammetterlo

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
Ultima Modifica 43 Minuti fa da Mark28.
I seguenti utenti hanno detto grazie : robyale

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

Tempo creazione pagina: 0.291 secondi
Powered by Forum Kunena