IPERBOREI, THULE e ATLANTIDE secondo le fonti greco-romane

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4 Mesi 2 Settimane fa #63642 da Mark28
Stavo lavorando a una MAPPA di Atlantide basata sulle descrizioni di Platone ma poi ho interrotto il lavoro. Magari in questi giorni la finisco e ve la condivido.

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b

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4 Mesi 1 Settimana fa #63663 da Volano49
Mark, se non ti sbrighi a fornirci la tanto desiderata mappa, avrai sulla coscienza il deterioramento delle coronarie di chi ti segue...Personalmente, nell'attesa mi sto mordendo le scapole e sbranando gli alluci, vedi un popò tu…

Gira che ti rigira il mistero di Atlantide e la sua ubicazione, come abbiamo già detto, trova vasta eco soprattutto se associato al Grande Diluvio. Fa pensare pure il nostro Dante A. per esempio, che così si esprime in Purgatorio I, 22-24: "Mi volsi a man destra e puosi mente all'altro POLO, e vidi 4 STELLE non viste mai, fuor ch'alla prima gente".
Una citazione descrittiva che fa sembrare che Dante conoscesse la Croce del Sud ben 200 anni prima che fosse testimoniata dagli europei. Ma non è tutto. Ma poi, a chi si riferisce quando cita la fantomatica "PRIMA GENTE?
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4 Mesi 1 Settimana fa #63670 da Mark28
Secondo la famigerata storia ufficiale e secondo Uikkipedia, la Croce Del Sud era conosciuta e visibile a nord dell'equatore ai tempi degli antichi Babilonesi che la descrissero, e anche i Greci ne farebbero diversi cenni, e gli Indiani.
Poi piano piano è finita sotto l'orizzonte e oggi per vederla bisogna andare sotto l'equatore.
Il cielo non rimane uguale per sempre, anche la stella polare è cambiata nel tempo.
Dante era un erudito, conosceva sicuramente bene i testi greci e romani, ne da prova in continuazione nella sua Comedìa, quindi teoricamente non era necessario che avesse viaggiato a sud dell'equatore per conoscere la Croce Del Sud.
Detto questo io ritengo che comunque Dante avesse anche altre conoscenze non ufficiali. Quando parla del carro di Beatrice per esempio dice che è uguale al carro di Ezechiele, e poi questo carro si alza in volo fra forti luci ("come se il sole si raddoppiasse") e fumo, e lui è sul carro rannicchiato e impaurito mentre Beatrice guarda in alto, e poi descrive la Terra sotto di loro.
Di queste cose parlava anche Giuliano di Benedetti.
Quindi Dante aveva sicuramente accesso a delle conoscenze particolari, non a caso la sua opera è stata presa e distorta dal mainstream. Qual'è il modo migliore per nascondere qualcosa? Metterlo in vetrina.
A scuola ci fanno leggere qualche noioso capitolo della Comedìa, ora diventata Divina Commedia, ci fanno un pippone con le figure retoriche così che ci passa la voglia di leggere il resto, convinti che tanto sia tutto uguale.
Lo stesso che hanno fatto con la Bibbia, e sì perché no, anche i miti Greci.

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4 Mesi 1 Settimana fa #63671 da Volano49
Per quanto riguarda Dante. Si, è possibile. Resta il problema se risulta plausibile che le antichissime dissertazioni assiro/babilonesi verso la Croce del Sud fossero, previa traduzione, giunte in visione a Dante, il che resta tutto da dimostrare.

Il tuo esposto verte soprattutto su enigmi e miti vari incentrati essenzialmente su e nel vecchio continente, spezzettati di volta in volta con aneddotiche orientali. Mancano, a mio modo di vedere, tue più approfondite ricerche incentrate sui continenti nord/sud americani. Dai primi rapporti antropologici/culturali, avuti dai "bianchi" nell'800 in zone che non avevano ancora avuto contatti inquinanti con le "civiltà convenzionali", si evince (tra le altre) che le tribù dei Grandi Laghi (Nord America) menzionavano un "Padre di tutte le tribù" che abitava UNA TERRA "posta verso il sole nascente".

E su queste...volenti o nolenti subentra...il nostro attempato Noè, o chi per lui, perché le tradizioni indigene ci dicono che avesse salvato il genere umano e le specie degli animali e delle piante su una grossa BARCA, mentre l'acqua invadeva ogni cosa. Il tutto è sovrapponibile alla affabulazione mesopotamica. Abbiamo quindi in questa tradizione, come in tante altre leggende amerinde, il concetto di Diluvio Universale. Come anche da te già detto, l'associazione del Diluvio Universale con Atlantide, si sovrappone sia nella tradizione orale che tra gli storici più antichi. I dubbi ovviamente restano, ancor più se a questi vi si affianca l'idea del Paradiso Terrestre...
Un saluto

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4 Mesi 1 Settimana fa #63693 da Mark28
A pensarci bene il mito egizio dell'isola degli dèi è un po' il contrario della storia di Atlantide.
Di seguito in grassetto il mito Egizio a confronto con la storia di Atlantide in caratteri normali:

Un'isola degli dèi viene attaccata da un nemico,
i sopravvissuti arrivano in Egitto e fanno ripartire la civiltà
.

Un'isola che ospitava un impero prova a conquistare l'Egitto e il Mediterraneo orientale ma viene sconfitta, in seguito l'isola viene distrutta da inondazioni.

I sopravvissuti vanno in Egitto e stabiliscono un ordine, fondano luoghi sacri... 

Gli Atlantidèi, un tempo grandi ma ora decaduti, vengono annientati. Anche i Greci periscono nel cataclisma nonostante le loro doti e le loro leggi superiori.

Ambientazione: durante lo Zep Tepi, possibilmente tra il 36000 e 24000 a.C.

9600 a.C. circa, durante la fine dell'ultima era glaciale.

______________________________________________________

Quindi tempi diversi, finali diversi.
Sì potrebbe essere che la storia di Atlantide si basi comunque su questo mito Egizio, o una delle sue versioni, dopotutto sappiamo che ogni mito ha sempre avuto diverse versioni, ogni città aveva il suo pantheon e la sua tradizione, era così in tutte le civiltà del mondo, poi gli stati hanno cercato di centralizzare il culto e unificare i miti, bene o male.
Questa è la versione del tempio di Edfu, di epoca Tolemaica, non la versione dei sacerdoti di Sais, incontrati da Solone...
Oppure potrebbero anche essere due miti differenti.

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4 Mesi 1 Settimana fa #63694 da Volano49
Il mito Egizio, come un Uroboro, ci induce sempre a rivisitarlo, a tornare da dove è cominciato, si regge sempre e comunque su indizi, a volte in contraddittorio tra loro. Gli Atlantidei superstiti spiaggiati in Egitto è uno di questi.
Sembra certo (più o meno..) che quando in età avanzata Platone scrisse "i dialoghi" di Crizia e Timeo, la leggenda di Atlantide fosse già vecchia di millenni. Questo se diamo consensi alla classe sacerdotale egizia che si riteneva depositaria di documenti remoti. Come al solito NESSUN papiro attinente è rimasto e/o giunto fino a noi. I si dice però non mancano mai...Conservati forse nei recessi più segreti dei templi? Ci furono delle copie? Conservate nella Biblioteca di Alessandria? Distrutti prima dagli incendi romani e poi da quelli musulmani? Bah!

Il "Papiro di Torino" reca vaghi cenni sull'esistenza di un mondo esistente al di là delle Colonne d'Ercole. Altri riferimenti non mancano nell'antichità classica, l'abbiamo già detto, ma si tratta sempre di notizie confuse e imprecise, che ripetono la convinzione comune che tutta la documentazione dell'esistenza degli ordinamenti degli Atlantidei, insieme alla storia della loro terra, fosse in mano dei sacerdoti Egizi. Sia come sia, il fascino ed il mistero della "Grande Isola" sprofondata con tutto il suo patrimonio di conoscenze, di scoperte e di realizzazioni tecnologiche, di tesori d'arte e di pensiero, continuò per millenni ad affascinare studiosi e ricercatori del passato e del presente.
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4 Mesi 1 Giorno fa - 4 Mesi 1 Giorno fa #63712 da Mark28
 
Ecco finalmente la mia mappa di come poteva presentarsi l'impero di Atlantide, secondo quanto raccontato da Platone:

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Spiegazione:
Intanto per la mappa del mondo mi sono basato su diverse immagini che ho trovato online di come poteva essere il mondo nel 9600 a.C. circa, quindi con i livelli del mare più bassi, calotte glaciali più estese, Sahara verde e costellato di laghi...
L'isola di Atlantide in sé prende la forma da quelle montagne sommerse che ci sono lungo la dorsale medio-atlantica, ipotizzando che potessero essere sopra il livello del mare in tempi recenti. Nella parte sud ho aggiunto io del terreno per formare la pianura di Atlantide descritta da Platone, con a sud la capitale.

Platone ci dice che sull'isola governavano 10 re, ne abbiamo parlato nei post precedenti, solo che ci viene detta l'ubicazione solo di 2 regni, Atlas e Gadeiros, mentre gli altri sono un mistero per cui li ho elencati a fianco con dei punti di domanda.

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Questi re governavano sull'isola, su altre isole, su parte di Europa e Nord Africa entro le colonne d'Eracle fino all'Egitto e alla Tirrenia, e su una parte non meglio identificata del continente che sta oltre il "mare Atlantico"  (che non può essere altro che le americhe).
Ho ipotizzato più o meno come questo impero dovesse presentarsi, anche se più realisticamente non credo che Atlantide fosse un vero impero tipo Roma o Cartagine ma più una talassocrazia con qualche colonia, qualche porto in cui commerciava, qualche piazzaforte lungo la costa...
Infine, Atlantide stava per conquistare l'Egitto e tutto il Mediterraneo orientale quando fu sconfitta da Atene in una battaglia navale che ho qui rappresentato.

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Ultima Modifica 4 Mesi 1 Giorno fa da Mark28.
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4 Mesi 13 Ore fa #63722 da Volano49
Ciao Marco. Il tuo ultimo sforzo, come del resto i tuoi precedenti va apprezzato, solo che...siamo alle solite ipotesi...Chi da credito a Platone (da Solone…) trova in ogni caso "conferme" oltre che da altri miti, nella conformazione del fondo dell'Oceano Atlantico, nei rilevamenti scientifici e negli effettivi cambiamenti di clima e di ambiente avvenuti nel periodo in cui viene collocata la distruzione di Atlantide: 12/13 mila anni fa. Date concordanti con il racconto di Platone, e che nello stesso periodo vi furono notevoli sconvolgimenti di cui si trova traccia in tutto il globo. Spostamento dell'asse terrestre?

Se davvero fosse esistita tale civiltà, questo darebbe credito ad un suo irradiamento sia nelle Americhe che nel bacino mediterraneo, ed anche in Africa. Spiegherebbe strane analogie tra civiltà così distanti tra di loro. Quando si vuole comparare Atlantide con Santorino, non si tiene conto delle parole di Platone: "L'isola era più grande della Libia e dell'Asia riunite". L'isola di Santorini, anche prima di esplodere, era molto più piccola.
Sia come sia, ci si può sorprendere del bagaglio di conoscenze geografiche di Platone che, se gli diamo credito, si riferirebbero anche all'esistenza delle due Americhe...
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3 Mesi 4 Settimane fa #63729 da Volano49
Progetto Kefren sotto l'occhio vigile di Malanga...Prove di Atlantide sotto la Sfinge e sotto la piramide di Micerino?

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3 Mesi 4 Settimane fa #63740 da Mark28
Grazie Volano per l'apprezzamento, ci ho messo molto a fare quella mappa. Poi arriva Armando Mei che parla di "sale dei documenti" e "civiltà globale" a caso, senza alcun elemento.
Già dobbiamo fare un grande sforzo per accettare che queste "sale dei documenti" (tipo quelle di cui parlava Edgar Cayce) siano reali, e collegarle alla fantomatica "civiltà globale" (in realtà queste cose sono invenzioni moderne che non hanno niente a che vedere con Atlantide), ma poi Armando Mei non ha esplorato queste stanze, sta facendo affermazioni basate sul nulla.
Come si fa a ritenerlo uno scienziato? Io sono senza parole...
Magari un giorno si scoprirà che aveva ragione, ma per adesso non ci sono nemmeno elementi che puntino in quella direzione.

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3 Mesi 3 Settimane fa #63750 da Volano49
Hai citato Edgar Cayce. Questi lascia una scia interpretativa/paranormale/sensitiva, che meriterebbe un approfondimento e uno spazio tutto suo. Ma si uscirebbe dal seminato dell'impostazione.
Resto dunque, cercando di dargli un senso, sul mito degli Iperborei, nell'ambito, come da te più volte riproposto, della tradizione greca, e a grandi linee (davvero grandi eh...) in visione di realtà mitologiche. Pur allargandoci alquanto, ciò non toglie che questa tradizione (Iperborea) non si possa bellamente escludere di essersi sviluppata sulla base di situazioni reali...

Tipo quella che in alcuni casi i miti restano agganciati alle realtà storiche, cosa del resto che viene spesso accettata, nel senso che non sono poi pochi gli esempi e le "testimonianze" a favore. Uno per tutti il racconto della guerra di Troia nell'Iliade di Omero (o chi per lui) con le rispettive testimonianze archeologiche di Schliemann.

Una prospettiva quella di Troia & C., che invoglia a riportare il mito degli Iperborei ad una parvenza di realtà storica, previa ripulitura dagli elementi fantastici che la compongono, per poi poterlo collocare in un ambiente storico-culturale riconosciuto. Operazione questa, di difficile attuazione, sia per l'assenza di vere fonti documentarie esterne alla tradizione greca, e sia per l'impossibilità di una collocazione geografica PRECISA di questo popolo, ovvero di una ricerca di sicuri dati archeologici. Per questo, almeno per ora, quello della storicità degli Iperborei, è una questione problematica che sembrerebbe destinata a restare insoluto.
Scusa il ritardo ma sto pagaiando a iosa...

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3 Mesi 3 Settimane fa #63753 da Mark28
Stai pagaiando?   Giro in barca o sei anche tu alla ricerca di Atlantide?
Grazie Volano, buone ferie

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2 Mesi 4 Giorni fa - 2 Mesi 2 Giorni fa #64118 da Mark28
Rileggendo Platone in Inglese ho trovato scritto che il nome di Gadeiros non era il nome originale Atlantideo di Eumelos, ma la versione nella lingua di chi abitava la zona di Gadir. In Italiano sembrava che fosse il nome originale Atlantideo mentre "Eumelos" quello in Greco, che non avrebbe senso.

Questo dà maggiore veridicità al testo.

I nomi originali Atlantidei restano sconosciuti, quelli pervenutici sono in Greco, adattati dall'Egizio, e a loro volta quelli erano stati adattati dalla lingua originale, stando a quanto dice Platone.
C'è scritto che Solone indagò il significato originale dei nomi in Egizio per tradurli in Greco, ma non sappiamo quanto sia accurata la traduzione, e non sappiamo gli Egizi quanto li abbiano tradotti fedelmente.
I nomi originali quindi potrebbero anche essere diversi, o tradotti per assonanza.
Se siete interessati al possible nome Egizio di Atlantide vi rimando all'altro post con il video di Manu Seyfzadeh.

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Ultima Modifica 2 Mesi 2 Giorni fa da Mark28.

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2 Mesi 3 Giorni fa #64120 da Volano49
I nomi, detti originali, hanno ovviamente delle assonanze. Ma siamo sempre li, da dove le traggono? Ormai non si contano più gli articoli, le pubblicazioni, le dichiarazioni relative a presunte nuove scoperte scritte sull'argomento Atlantide. La passione per questo argomento mi porta a pretendere (fin dove si può ovviamente) di dare spazio non alla scienzah, ma alla disciplina concreta della scienza e delle scienze applicate sull'argomento, archeologia inclusa. I nomi illustri non mancano.

Nel caso specifico trattato, Atlantide si riduce a pura leggenda? Bisogna far forza su sé stessi per non lasciarsi abbindolare dal fascino che l'argomento emana. Si è parlato di svariate localizzazioni del regno evocato da Platone. Non lasciarsi condizionare può comunque portare a stilare un resoconto sullo stesso Platone, fino a pensare che lo stesso Platone volesse, nell'opera scritta per i suoi compatrioti (il suo tempo è da tenere presente nelle sue sfumature), e perché no...per indicare magari un MODELLO DI STATO IDEALE così come lui lo concepiva e che quindi tale regno esisteva solo nella sua mente?

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1 Mese 3 Settimane fa #64154 da Mark28
NUOVE SCOPERTE su Iperborei, Omero nel Baltico, popoli del mare, queste nuove informazioni sull'età del bronzo rivoluzionano il nostro modo di intendere i miti Greci, in particolare l'Iliade e l'Odissea di Omero e il mito degli Iperborei di cui abbiamo già ampiamente parlato in passato!

L'età del bronzo, connessioni tra Scandinavi e Micenei? Sì ma non solo

Io stesso sto rivedendo alcune mie posizioni prese in passato proprio grazie a queste nuove cose che sto apprendendo. In realtà non sono scoperte di oggi, è già da qualche anno che se ne parla, anche la storia ufficiale finalmente riconosce che l'Europa dell'età del bronzo era interconnessa, si è sempre saputo che Greci, Romani, Germani, Celti ecc. fossero popoli imparentati tra di loro, hanno la stessa origine "indo-europea", ma si è sempre pensato che questi popoli una volta divisi si fossero essenzialmente sviluppati in modo indipendente, invece negli ultimi anni è stato finalmente dimostrato e accettato dalla storia ufficiale che i Micenei commerciavano con la civiltà del bronzo Nordica e con la Britannia, che a loro volta questi commerciavano con la Sardegna, l'Italia, il Medio Oriente e la Russia (vie dello stagno e vie dell'ambra), sono stati trovati gli stessi reperti (spade, elmi, carri da guerra, gioielli) in Grecia come in Sardegna come in Scandinavia, e la connessione più forte è proprio tra Micenei e Scandinavi.

Fino a pochi anni fa queste erano ritenute teorie pseudoscientifiche, alla stregua del terrapiattismo insomma, sostenute solo da pochi individui come Felice Vinci e Leonardo Melis, che io stesso ho sempre visto con scetticismo (e infatti commettono diversi errori), ma la base delle loro affermazioni sono ora invece sono persino accettate da Wikipedia:

en.wikipedia.org/wiki/Nordic_Bronze_Age

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L'iper-diffusionismo, chi ha influenzato chi?

Ovviamente noi prendiamo sempre tutto cum grano salis però le similitudini tra le diverse culture era stata individuata già proprio dai ricercatori alternativi, però fino a pochi anni fa esistevano solo due opzioni per risolvere "il mistero", cioè si pensava che per forza fossero stati o i Greci a influenzare in qualche modo i Nordici, o i Nordici a influenzare i Greci (teoria di Felice Vinci ecc. secondo cui addirittura la guerra di Troia sarebbe avvenuta tutta nel Baltico).
Tra i due la scienza ufficiale preferiva opporre una terza opzione, ovvero che sia i Nordici che i Greci fossero in ultima derivati dagli stessi Indo-Europei, nulla di più. Però i collegamenti tra le due culture sono tali e tanti da far pensare che ci fosse una storia diversa, ancora da scoprire.

In realtà tutte queste sono false opzioni, sono tutte varianti dello stesso tipo di iper-diffusionismo, cioè l'idea che diverse culture abbiano ereditato tutto o gran parte della loro cultura da un unico punto di origine. Una volta si diceva "ex oriente lux", poi si è iniziato a parlare di Atlantide, Mu, Lemuria, spesso a sproposito, poi sono arrivati gli egittomani e i fanatici dell'India, e infine i fanatici del nord, la dimora artica, l'Iperborea (che come abbiamo visto in passato in realtà era ubicata dagli autori greci e romani nell'est, oltre la Scizia, con elementi nordici come il sole di mezzanotte sì ma non propriamente in un'ubicazione nordica), Thule, distorcendo le fonti e inventando cose di sana pianta.

Omero nel Baltico, un'analisi del lavoro di Felice Vinci

Sono sempre stato scettico nei confronti dell'ingegner Vinci perché quando citava Atlantide o il mito degli Iperborei io immediatamente, conoscendo le fonti quasi a memoria, riconoscevo gli errori e la manipolazione del testo operata da Vinci, e ancora credo che Vinci abbia sbagliato riguardo ad Atlantide (che lui ubica in Groenlandia), e sugli Iperborei. Nei miei post precedenti credo di averlo dimostrato, fonti alla mano.
Tuttavia, sull'Iliade e l'Odissea, Felice Vinci sembra sostanzialmente avere ragione, il mistero di Omero è reale e già dall'antichità infatti gli autori post-omerici avevano notato le incongruenze della geografia omerica:
la piatta isola del Peloponneso non può certo essere la penisola greca del Peloponneso che è montuosa, il "vasto" e "sconfinato" Ellesponto non corrisponde allo stretto dei Dardanelli che è uno stretto canale, le isole Ionie non corrispondono nella descrizione, la vasta e spaziosa pianura di Argo è in realtà una stretta costa circondata da montagne, la Laconia è descritta come fertile e adatta ai carri da guerra mentre in realtà è rocciosa, insomma le anomalie sono troppe, le descrizioni non corrispondono per niente, le distanze non tornano, gli itinerari non hanno senso.
Poi si parla spesso di biondi Achei, anche chiamati Danaoi, che combattono non semi-nudi ma con vestiti pesanti e spessi mantelli, rischiano di morire di freddo e invocano gli dèi per proteggerli dal gelo, il mare è sempre scuro o nebbioso, Ulisse viaggia fino alla terra delle notti bianche dove il giorno si incontra con la notte che è così breve che dice "non sappiamo più dove inizia il giorno e dove finisce e dove inizia la notte"...
Insomma nel Mediterraneo non ci azzecca nulla, invece nel nord troviamo tutti i toponimi nel posto giusto e molti altri riscontri incredibili, altro che "Omero non era un geografo", Omero sembra proprio descrivere minuziosamente la Scandinavia e le zone circostanti.

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Come è possibile tutto questo? Io stesso sono stato incredulo per anni, mi sono rifiutato di crederci.
Ho trovato anche degli errori nel lavoro di Felice Vinci, ma sono sempre cose di poca importanza che lui usa a supporto della sua teoria ma che in realtà non dimostrano né il contrario né nulla...
Poi ci sono comunque i riscontri mediterranei, la città di Wilusa/Troisa e gli Ahhiyawa menzionati in fonti Ittite sono riconosciuti da molti storici come Ilios/Troia e gli Achei.
Vinci crede che i Micenei siano di origine scandinava, che la guerra di Troia sia avvenuta in Finlandia e i viaggi di Ulisse tra il Mare Del Nord e il Baltico, e che poi i Micenei siano migrati fino in Grecia, quindi tutto sarebbe da spingere indietro e la guerra di Troia non sarebbe avvenuta nel 1300/1200 a.C. ma nel 1700/1600 a.C.
In realtà questa tesi è problematica sotto molti punti di vista, ma per fortuna non è necessaria una migrazione in massa del genere, è sufficiente che solo un piccolo popolo (i Danaoi di Omero che potrebbero essere imparentati con i Dani ovvero i Danesi, dopotutto il Peloponneso è individuato da Vinci proprio in Danimarca) abbia migrato da nord a sud, come hanno fatto storicamente innumerevoli altre popolazioni (Teutoni, Cimbri, Ambroni, Goti, Longobardi, Vandali, Angli, Sassoni, Juti, Suebi, e altre tribù germaniche e celtiche che sono arrivate a saccheggiare Roma e Atene, sono arrivate anche fino in Anatolia e Nord Africa come nel caso dei Galati e dei Vandali...) e magari una volta arrivati in Grecia sono stati assimilati e hanno trasmesso queste leggende nordiche e queste descrizioni geografiche ai Micenei o durante il "medioevo ellenico" quando la scrittura Micenea andò dimenticata, e sono state messe per iscritto solo all'epoca di Omero.

Già questa sarebbe una versione più "difendibile" della teoria di Felice Vinci, ma pensavo questo PRIMA di aver "scoperto" i veri collegamenti tra i Micenei e la civiltà dell'età del bronzo nordica, collegamenti che ormai sono accettati dalla storia ufficiale, e quindi si può dire che ormai il mistero non c'è più, è ufficiale che i Micenei erano in collegamento con il nord, c'erano popoli che si spostavano, mercanti, navigatori, guerrieri, e quindi non solo c'è una comune origine indoeuropea tra questi popoli ma anche una lunga serie di contatti e influenze reciproche che si è protratta forse per 2 millenni, fino al medioevo ellenico (collasso dell'età del bronzo MEDITERRANEA) quando si perse il contatto.
Poi col passare dei secoli svanì sempre di più il ricordo di questi contatti, rimase nei miti e nei racconti epici, in particolare in quelli più antichi (Omero ed Esiodo), e gli autori successivi addirittura prendevano in giro Omero per aver "sbagliato" tutte le sue descrizioni geografiche, questo dimostra che avevano dimenticato l'origine nordica di queste storie o forse non ne erano nemmeno al corrente, forse come ho detto i Greci non sono mai stati nel Nord, ma hanno ricevuto queste storie e le hanno fatte proprie.
Hanno riutilizzato quei nomi e li hanno posti nel Mediterraneo, poi sono arrivati i Romani che hanno proseguito questo lavoro e da lì in poi è diventato ufficiale, Circe sta nel Circeo, si sono inventati il viaggio di Enea e i collegamenti con l'Italia...
Nel medioevo si è fatto ancora di più, gli Inglesi hanno inventato la storia di Bruto, un altro principe troiano, esattamente come Enea, che sarebbe arrivato in Britannia...
Oppure il caso dei Veneti, Omero menziona degli alleati dei troiani chiamati Eneti, autori successivi li hanno collegati ai Veneti adriatici, Antenore che in Omero era solo un Troiano diventa poi il mitico fondatore di Padova, e nel medioevo si inventano anche altri personaggi arrivati con lui a fondare le città Venete. Io stesso credevo a queste storie come antica mitologia ma devo oggi ammettere che sono tutte invenzioni postume, Omero non mette nemmeno in collegamento gli Eneti con i Veneti...
Ma esistono popoli col nome di Veneti, Venedi, Wendi, Vindi, Vindelici, ecc. in tutta Europa, specie lungo le vie dell'ambra e il Baltico, e quindi vedete che ancora una volta il falso mito ha una sua controparte reale.
L'Europa era interconnessa, quindi se troviamo popoli con gli stessi nomi, gli stessi costumi, dèi e miti non è più un mistero. Non serve più domandarsi da dove sia partita questa cultura e chi abbia influenzato chi.

Purtroppo anche Felice Vinci ha sviluppato la sua teoria tra gli anni '89 e '90, e queste scoperte hanno iniziato a diventare mainstream solo negli ultimi anni, quindi Vinci è partito per la tangente dell'iper-diffusionismo prima ancora di avere dei veri dati che potevano guidarlo verso una più corretta interpretazione.
Poi si è anche occupato di Atlantide e di civiltà megalitiche, ha trovato tutta una serie di altre correlazioni questa volta tra i miti Greci, Egizi, Sumeri e Polinesiani, e quindi ancora una volta si è fatto prendere la mano, non ha analizzato attentamente i dialoghi di Timeo e Crizia per sviluppare una sua teoria su Atlantide ma ha seguito le teorie di un certo Marco Goti che identifica Atlantide con la Groenlandia, manipolando il testo di Platone, Vinci ubica le colonne d'Eracle in Francia ecc... e faremo anche un post sulle Colonne, non vi preoccupate.
Pare che stia abbandonando comunque l'iper-diffusionismo e oggi parla di rotte navali e scambi commerciali per spiegare queste connessioni "internazionali".
Anche qui credo che Felice Vinci abbia avuto delle buone intuizioni, che non sono sempre farina del suo sacco ma comunque, magari in futuro faremo delle scoperte vere che ci permetteranno di capire meglio anche queste connessioni tra Greci, Sumeri, Polinesiani, Americhe ecc. proprio come ora stiamo capendo meglio l'età del bronzo europea.

Anche sugli Iperborei troviamo nuove conferme e spiegazioni

Nei post precedenti abbiamo appunto parlato a lungo degli Iperborei, ho fatto vedere tutte le fonti antiche che li menzionano, e tutti pongono chiaramente gli Iperborei oltre la Scizia, quindi in Russia, anche se le descrizioni sono un misto di vera geografia e di leggende.
Tutti tranne uno, il geografo Ecateo, di cui non abbiamo il testo originale ma dei frammenti, in questo caso è citato da Diodoro Siculo che gli fa ubicare gli Iperborei "oltre la terra dei Celti" e su un'isola, mentre tutti gli altri autori dicevano che era sulla terra ferma!

Feci notare questa incongruenza, cercai di razionalizzare il tutto parlando di come i Celti vivessero anche nei Carpazi e quindi ai limiti delle steppe occidentali e che se dovessimo prendere letteralmente questo passaggio allora potremmo anche dire che l'Iperborea menzionata da Ecateo stava forse nel Baltico, non necessariamente nel nord Atlantico.

A parte il fatto che oggi riconosco che Ecateo potrebbe non essere infallibile, ma queste nuove scoperte sull'età del bronzo finalmente permettono di svelare anche questo mistero degli Iperborei.
Chi erano gli Iperborei innanzi tutto? Oggi gli esoteristi e i cialtroni asseriscono che gli Iperborei fossero mitici antenati dell'umanità vissuti chissà quando nel passato, secondo la Teosofia anche prima di Atlantide, secondo altri invece sono solo una metafora. Invece, come ho già dimostrato nei miei post precedenti, gli Iperborei erano descritti come un vero popolo contemporaneo dei Greci, con cui i Greci un tempo avevano rapporti, si scambiavano doni e persone, avevano tratti indo-europei ma anche quasi siberiani, che ancora vivevano in modo simile all'età dell'oro ma non del tutto, e questi erano chiaramente quindi il ricordo dei loro veri parenti indo-europei che vivevano ancora oltre la Scizia, in quelle zone da cui anche i Greci in ultima provenivano, e che ancora preservavano alcuni elementi (non tutti) di quello stile di vita da età dell'oro, con cui una volta avevano rapporti ma non più oramai in epoca classica.
E se tutto questo sembrava difficile da credere una volta, se sembrava impensabile che i Greci avessero rapporti con popoli della Russia, oggi non lo è più. Oggi sappiamo di per certo che è così.
Quindi possiamo dire che gli Iperborei erano probabilmente un vero popolo euro-asiatico con cui i Greci avevano avuto dei rapporti, probabilmente anche dopo la fine dei rapporti con i Baltici e Scandinavi, e che quindi hanno finito per fondere i due ricordi assieme, quello delle terre nordiche con il sole di mezza notte ha finito per mescolarsi con l'ubicazione oltre la Scizia dell'altro popolo. Tra i Greci più antichi probabilmente erano più conosciuti gli Iperborei nordici e tra gli autori successivi quelli dell'est. E quindi anche Ecateo, che è più antico e che non era un aedo ma un geografo, nel suo lavoro di ricostruzione della geografia del mondo deve aver pensato che gli Iperborei fossero nel nord, mentre tutti gli altri autori specialmente successivi li ponevano più a est, perché il popolo con cui avevano ancora dei rapporti non stava più a nord ma a nord-nord-est. Ecco svelato il mistero.

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b

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1 Mese 2 Settimane fa #64175 da Mark28
Le Colonne d'Eracle e il mistero della "barriera di fango"Questa volta voglio parlare delle Colonne d'Eracle, e anche di Gadir, e Tartesso, luoghi cruciali per capire dove Platone colloca Atlantide, e credo anche di aver risolto il mistero della "barriera impenetrabile di fango" di cui parla Platone.Preparatevi perché stiamo per intraprendere un viaggio non solo verso le Colonne di Eracle, ma oltre. Ascolteremo delle imprese leggendarie di Eracle, leggeremo l'incredibile viaggio dei Fenici che circumnavigarono l'Africa per il re egiziano Necho, faremo luce sulla misteriosa civiltà di Tartesso che si diceva preservasse leggi risalenti al 6000 a.C.!Mi scuso anche in anticipo se alcune traduzioni possono suonare male, ma le ho tradotte dall'inglese abbastanza letteralmente perché questo post lo avevo fatto inizialmente in inglese su Reddit.

Cominciamo:

"il fratello gemello nato dopo di lui, che aveva ricevuto in sorte l'estremità dell'isola verso le Colonne di Eracle, di fronte alla regione oggi chiamata Gadirica dal nome di quella località, in greco era Eumelo, mentre nella lingua del luogo Gadiro, il nome che avrebbe appunto fornito la denominazione a questa regione"
Platone, Crizia [114]

La menzione di Gadeira (Gadir/Cádiz) nel Crizia di Platone rende inconfondibile che lui (e Solone) abbiano ubicato le Colonne d'Eracle presso lo Stretto di Gibilterra, esattamente come fecero altri autori prima e dopo di loro, come stiamo per vedere, e Atlantide nell'Oceano Atlantico, descritto come il "vero mare" mentre il Mediterraneo era in confronto come un piccolo porto dalla stretta imboccatura.
Tuttavia, ignorando questi fatti, alcuni ricercatori di Atlantide rivendicano posizioni diverse per le Colonne. Alcuni come Sergio Frau crearono addirittura teorie specifiche secondo cui le Colonne sarebbero state situate nello stretto tra Sicilia e Tunisia da tutti gli autori antichi (stando a quanto dice Frau), prima che le conquiste di Alessandro Magno in Oriente presumibilmente costringessero i geografi a spostare anche i confini occidentali del mondo per mantenere la Grecia al centro della mappa... Questa teoria NON è supportata da nessuna prova, gli scrittori antichi già collocavano le Colonne di Eracle nell'area dello Stretto di Gibilterra MOLTO PRIMA DI PLATONE, quindi anche prima di Alessandro Magno...
Alcuni sostengono per esempio anche che Omero ed Esiodo abbiano parlato delle Colonne d'Eracle, e che le abbiano poste altrove, vicino all'ingresso del Mar Nero, ma anche questo non è vero, e infatti costoro non citano alcuna fonte.Vediamo, una volta per tutte, cosa dicono le fonti sulle Colonne d'Eracle:
  1. Prima di tutto né Omero né Esiodo parlano di colonne erette specificamente da Eracle, ma fanno uso del tropo di colonne che segnano la fine del mondo conosciuto, o meglio, i confini tra questo mondo e l'altro mondo, l'aldià, e talvolta queste vengono scambiati dalle persone per le Colonne di Eracle, ma non lo sono.
Dall'Odissea [1.52-54] arriva un primo riferimento a

"grandi colonne che separano terra e cielo", non colonne d'Eracle, queste sono invece associate al titano Atlante: "il malevolo Atlante che conosce le profondità del mare"

Esiodo, nell sua Teogonia, ubica Atlante in questo modo:

"Ai confini della terra prima della voce chiara delle Esperidi" o "davanti alla dimora della Notte davanti alle porte del Tartaro", contemporaneamente inteso come oltretomba ed il lontano occidente.

Secondo lo scrittore di Prometeo incatenato (tradizionalmente attribuito a Eschilo), Atlante si trovava "verso occidente".Autori successivi come Plutarco ubicano Atlante vicino al polo nord, dove sostiene i cieli.Esiodo menziona anche colonne nella casa della dea Stige, Omero colloca il fiume Stige sottoterra.Esiodo è anche il primo autore la cui opera sopravvive a menzionare le imprese di Eracle in Erytheia, nella Teogonia descrive come Gerione fu ucciso, anche se non menziona colonne costruite lì da Eracle:

"in gonna di mare Eritea dai suoi buoi cadenti in quel giorno in cui Eracle scacciò i buoi dai sopraccigli larghi fino alla santa Tirinto, e aveva attraversato il guado di Okeanos e uccise Orto ed Euritione il mandriano nella penombra dell'oltre glorioso Okeanos"

Eritea e Gadir

2. Stesicoro di Imera (VI secolo a.C., 650-555 circa)
Contemporaneo/un po' più vecchio di Solone, tra le sue numerose opere scrisse anche dello scontro tra Eracle e Gerione. Il suo lavoro intitolato Gerioneis sopravvive solo in frammenti, fu scritto intorno alla metà del VI secolo a.C., quindi due secoli prima di Platone e una generazione prima di Erodoto e ci dà uno sguardo importante sulla geografia pre-platonica e sull'immaginazione mitica dell'estremità occidentale del mondo conosciuto. Collega Eracle, Gadir, Tartesso e l'Atlantico.Stesicoro descrive la nascita di Euritione, il pastore di Gerione, avvenuta:

"dura contro la famosa Eritea, accanto alle infinite acque dalle fonti argentate di Tartesso, nella stiva di una roccia."

Il che riporta alla mente la descrizione di Esiodo della dimora di Stige:

"gloriosa casa voltata con grandi rocce e sostenuta tutt'intorno fino al cielo da colonne d'argento", e dove una decima porzione di Okeanos "fluisce da una roccia".

A questo punto della storia le scene mitologiche del lontano Occidente vengono oramai collocate in un luogo poco conosciuto ma reale, l'area di Tartesso e Gadir.Stesicoro appare come la probabile fonte per l'idea dell'erezione di Colonne da parte di Eracle in questa regione, infatti pseudo-Apollodoro che prende le informazioni da lui afferma che l'eroe:

"procedendo a Tartesso [...] eresse come segni del suo viaggio due colonne una contro l'altra ai confini di Europa e Libia"

poco prima del suo incontro con Eurizione e Gerione [2.5.10].Anche se non abbiamo frammenti di Stesicoro in cui si menzionino esplicitamente le "Colonne d'Eracle" è lui uno dei primi poeti a collocare Eritea e Gerione in una località occidentale, legandosi alla tradizione successiva delle colonne.Autori greci come Esiodo, Erodoro e Strabone collegano esplicitamente Eritea e Gadeira (l'odierna Cádiz).3. Ecateo di Mileto (circa fine 6°/inizio 5° secolo a.C.)
Sebbene le sue opere sopravvivano solo in frammenti e citazioni successive, il geografo greco Ecateo è talvolta accreditato come uno dei primi greci a menzionare o situare le colonne di Eracle in un contesto del Mediterraneo occidentale.
Una ricostruzione del suo libro suggerisce che lui inizia dalle Colonne d'Eracle vicino all'odierna Gibilterra e procedeva in senso orario per descrivere il Mediterraneo.Nonostante la sua opinione dichiarata secondo cui l'incontro di Eracle con Gerione ebbe luogo "sulla terraferma intorno ad Ambrakia e agli Anfilochi" nella Grecia nordoccidentale, i frammenti dell'opera di Ecateo che menzionano le Colonne'Eracle indicano una località nell'estremo ovest Mediterraneo, suggerendo che questa identificazione fosse già un luogo comune intorno al 500 a.C.Da parte europea cita la città di Kalathé "una polis poco distante dalle Colonne d'EracleEforo la chiama Kaláthousa." Kalathé è stata variamente identificata con il sito della moderna città di Huelva, all'incrocio del Río Odiel con il Río Tinto, oppure un sito più tardi conosciuto come Kaldounja a 60 km da Gadir nell'entroterra.Anche in Europa sono ubicati i Mastiēnoí, "un popolo vicino alle Colonne d'Eracle". Le loro città includevano Mastía, Mainobȏra, Síxos e Molybdínē. Fonti successive collocano i Mastienoi vicino al leggendario paese di Tartesso e i nomi delle loro città coincidono con antichi porti conosciuti sulla costa meridionale dell'Andalusia.Inoltre, una città africana, Thrínkē, era "nella regione delle colonne."4. Pindaro (V secolo a.C. circa)
Usa la frase "le Colonne d'Eracle" in senso metaforico/geografico, implicando un noto concetto di confine occidentale del mondo conosciuto oltre il quale è meglio non navigare.Inoltre Pindaro descrive anche le "isole dei beati" e altre terre oltre Okeanos, e di come Eracle combatté mostri marini nell'Okeanos oltre le colonne. Questo potrebbe riferirsi al suo combattimento contro Ladone durante la sua undicesima o dodicesima fatica, che lo portarono a ovest in cerca delle mele delle Esperidi, con questa e altre avventure occidentali che fanno da sfondo alla costruzione delle Colonne da parte di Eracle, e la presenza di tali mostri marini nella regione appare anche in Plinio il Vecchio, il quale afferma che le Isole Fortunate "sono molto infastidite dai corpi putrefacenti di mostri, che vengono costantemente sollevati dal mare", molto probabilmente un riferimento alle balene spiaggiate.I primi greci che raggiunsero la zona di Tartesso secondo scrittori come Erodoto erano i Focei e poi il Sami, le conoscenze acquisita dalle loro spedizioni è la probabile fonte per la conoscenza della regione da parte di Ecateo.
La zona era molto più conosciuta dal Fenici e più tardi i Cartaginesi che si erano stabiliti nell'area intorno allo Stretto di Gibilterra e oltre nei secoli precedenti le guerre persiane, che fanno da sfondo a gran parte della storia di Erodoto.L'esploratore cartaginese Himilco (VI-V secolo a.C. circa) avrebbero viaggiato oltre lo Stretto di Gibilterra seguendo le coste dell'Iberia e dell'odierna Francia, alcuni dicono che potrebbe anche aver raggiunto le isole britanniche. Il resoconto del viaggio di Imilco appare nell'opera di Avieno [114-129; 380-389; 404-415], e descrive il tentativo riuscito di Imilco di stringere rapporti con l'Europa nordoccidentale ostacolato da una varietà di fattori: il mare ha molti banchi di fango o sabbia [125-126], alghe [122] e mostri marini [128-129], e ci sono lunghi periodi senza vento [120] e grandi quantità di nebbia [380-389].Interessante come anche alcune prime spedizioni oltre le Colonne d'Eracle verso sud seguendo le coste della Libia non hanno avuto successo come quella di Sesostris [2.102] e Sataspes su ordine di Serse [4.43], fallirono proprio per l'impraticabilità del mare sempre a causa di banchi di fango o sabbia. Ma c'è stato un antico tentativo riuscito di cui parleremo più avanti.Anche l'allievo di Platone, Aristotele, scrisse [Meteorologia 2.1]:

"Fuori dalle colonne di Eracle il mare è poco profondo a causa del fango, ma calmo, perché poco profondo"

È stato ipotizzato che l'idea di un mare poco profondo assediato da alghe e mostri al di fuori delle Colonne fosse propaganda fenicia (e successivamente cartaginese) volta a scoraggiare le ambizioni greche (e successivamente romane) nella regione.Penso che quando le balene diventarono esagerate trasformandole in mostri marini, allo stesso modo le alghe e le secche furono esagerate in "barriere di fango invalicabili".Questa parte della storia di Platone è sempre stata un po' un mistero per me, ed è vero che ci sono secche e banchi di sabbia mobile al di fuori dello Stretto di Gibilterra, vicino alla costa della Spagna, e poi procedendo nell'Atlantico ci sono isole sommerse appena sotto il livello dell'acqua, che sarebbero stati ancora più bassi negli scorsi millenni, ma non possono essere descritti come una barriera invalicabile...Alcuni hanno avanzato l'ipotesi che questa barriera invalicabile non fosse affatto fango ma ancora una volta solo alghe, come il Sargassum che dà il nome al Mar dei Sargassi (dall'altra parte dell'Atlantico).
È un'ipotesi interessante ma come abbiamo visto era principalmente un problema di secche fangose, Platone non si riferisce alle alghe, e penso che possiamo spiegare la "barriera di fango invalicabile" come un'esagerazione come ho detto.
Dopotutto, né Platone né Solone né i presunti sacerdoti egizi che raccontarono la storia di Atlantide a Solone viaggiarono mai oltre le Colonne, non descrivono luoghi che hanno visto con i loro occhi...Penso che abbiano messo insieme 2 elementi, la storia più antica di Atlantide con la storia delle  barriere di fango di cui avevano sentito parlare dai navigatori. L'affondamento di Atlantide viene presentato da Platone come la "ragione per cui" esistono quelle secche di fango. È simile ad un mito eziologico, un mito usato per spiegare l'origine di alcuni fenomeni, come nella Bibbia la storia del diluvio (che deriva dalla mitologia mesopotamica più antica) è usata anche per spiegare la presunta origine degli arcobaleni...Quando si leggono tutte queste fonti il mistero della barriera di fango viene meno, gli antichi navigavano lungo le coste che erano davvero piene di secche fangose, ancora oggi la zona di Cadiz è piena di sabbie movili e secche, pericolose per le piccole navi, Platone non è l'unico a parlarne. Aggiungete a ciò la possibilità della propaganda fenicia e delle esagerazioni successive, e vedete come ha avuto origine il mito della "barriera di fango invalicabile".5. Erodoto menziona TartessoGadeira, e il mare esterno oltre le Colonne:Libro 1, sezioni 163-166 - I Focei e il re Argantonios

"I Focei furono i primi greci a compiere lunghi viaggi per mare, e furono loro a scoprire l'Adriatico, la Tirrenia, l'Iberia e Tartesso.
Non navigavano su navi mercantili rotonde, ma su galee a cinquanta remi.
Giunti a Tartesso divennero amici del re dei Tartessi, il cui nome era Argantonios, un uomo che regnò ottant'anni e visse centoventi"

Libro 4, sezione 152 - Il mare oltre le Colonne

"I Fenici e i Cartaginesi raccontano di un mare oltre le Colonne di Eracle, dove si trova un'isola che chiamano Cerne..."

Erodoto si riferisce anche alle Colonne altre volte, anche se non sempre definisce con precisione la loro posizione, è chiaro che li conosceva come i limite del mondo conosciuto a ovest:Libro 4, sezione 8 - La circumnavigazione dell'Africa da parte dei Fenici

"Per quanto riguarda la Libia, sappiamo che è bagnata su tutti i lati dal mare, tranne dove è collegata all'Asia. Questa scoperta fu fatta per la prima volta da Nechos, il re egiziano, che desistendo dal canale che aveva iniziato a costruire tra il Nilo e il golfo arabo (riferendosi al Mar Rosso), mandò per mare un certo numero di navi presidiate da Fenici, con l'ordine di far rotta per le Colonne d'Eracle, tornando in Egitto per mezzo di esse e per il Mediterraneo. I Fenici partirono dall'Egitto attraverso il mare Eritreo e così navigarono nell'oceano meridionale. Quando arrivò l'autunno, scesero a terra, ovunque si trovassero, e dopo aver seminato un tratto di terra con del grano, aspettarono che il grano fosse idoneo al raccolto. Dopo averlo raccolto, salpavano di nuovo; e così avvenne che passarono due anni interi, e fu solo il terzo anno che doppiarono le colonne d'Eracle e ripararono il viaggio di ritorno.  Al loro ritorno dichiararono—. Da parte mia non ci credo, ma forse altri potrebbero— che navigando intorno alla Libia avevano il sole alla destra. In questo modo è stata scoperta per la prima volta l'estensione della Libia"

Questa è l'altra circumnavigazione dell'Africa di cui parlavo, ha avuto successo, ed è uno di quei passaggi "wow" che raramente viene citato, ma quando lo si sente non può essere dimenticato. Chiaramente è un passaggio scomodo per cui non se ne parla mai, anche se sta persino su Wikipedia. Nessuno parla mai del fatto che i Fenici circumnavigarono l'Africa e gli Egizi stavano cercando di costruire un antenato del canale di Suez!Un altro passaggio "wow", questa volta su Tartesso, viene da Strabone secondo cui i Turdetani (successori della civiltà tartessica di epoca romana) possedevano leggi scritte che avevano 6000 anni!6. - StraboneGeografia 3.1.6:

"I Turdetani sono i più civilizzati tra tutti gli iberici; hanno una forma di scrittura e possiedono registri di tempi antichi, così come poesie e leggi scritte in versi, che affermano avere seimila anni. Anche gli altri iberici sono dotati di un alfabeto, sebbene non della stessa forma, né parlano la stessa lingua."

Strabone parla anche delle loro capacità minerarie e di lavorazione dell'acqua:

"...i Turdetani, che hanno l'abitudine di tagliare tunnel tortuosi e profondi e di drenare i corsi d'acqua che spesso incontrano per mezzo di viti egizie."

Quindi, i Turdetani (successori dei Tartessici):
  • Erano i più civilizzati tra tutti gli iberici e parlavano una lingua diversa
  • Erano esperti nell'estrazione mineraria e negli acquedotti
  • Avevano documenti scritti e leggi che affermavano fossero vecchie di 6000 anni
Se prendiamo Platone alla lettera, Atlantide governò anche parti dell'Iberia, principalmente le coste, compresa l'area della successiva civiltà tartessica. Nella cronologia di Platone, la distruzione di Atlantide avvenne circa 9000 anni prima di Solone (c. 9600 a.C.), quindi i Turdetani (successori di Tartesso) che hanno leggi vecchie di 6000 anni sono davvero possibili se fossero eredi di Atlantide, del regno di Gadeiros/Eumelos in particolare, o persone che vivevano più nell'entroterra che erano ancora influenzate dalla civiltà atlantidea. Quindi avremmo:
  • Atlantide che governa la Spagna meridionale
  • ≈ 9600 a.C. Caduta di Atlantide, innalzamento del livello del mare
  • ≈ 9600 - 6000 a.C. i sopravvissuti sulla terraferma ricostruiscono lentamente la civiltà
  • ≈ 6000 a.C. le leggi dei proto-Tartessici sono scritte (o sono conservate oralmente da allora)
  • 3000 - 1000 a.C. Cultura megalitica atlantica, estrazione del rame, commercio proto-tartessico
  • 900 - 500 a.C. Fiorisce Tartesso, contatto con i Fenici, prime testimonianze di scrittura in occidente
  • 500 a.C. Tartesso cade ma la sua gente (i Turdetani) continua a vivere.
  • I romani del I secolo a.C. ricordano come i Turdetani abbiano "leggi in versi che si dice abbiano 6000 anni"
Se i Turdetani fossero davvero ciò che rimaneva di una stirpe atlantidea, questo potrebbe essere il motivo per cui sono insolitamente civilizzati tra gli iberici e parlano una lingua diversa. Naturalmente questo è inaccettabile per gli storici e gli archeologi moderni che affermano che non esiste alcuna prova di Atlantide e di queste leggi scritte vecchie 6000 anni, nessuna prova archeologica in Iberia per una civiltà urbana del 9600 a.C....Ma le terre governate da Atlantide sarebbero state principalmente le coste che ora sono sott'acqua, e Platone non descrive un vero e proprio impero come Roma che fondava città ovunque e aveva infrastrutture e tutto il resto, la capitale di Atlantide è descritta con case di legno e mura di pietra, quindi non erano così avanzati come si pensa.
Da quello che si legge in Platone, governavano principalmente le isole dell'Atlantico e le coste al di fuori delle Colonne, ma per quanto riguarda le terre all'interno del Mediterraneo le controllarono solo brevemente durante la guerra raccontata nel Timeo e nel Crizia. Platone dice che hanno cercato di conquistare tutte le terre all'interno delle Colonne in una volta sola, ma arrivati fino alla Tirrenia e all'Egitto furono sconfitti, quindi presumo che il loro "impero" non fosse altro che solo pochi avamposti lungo le coste del Mediterraneo, forse nemmeno quello, forse si sono semplicemente impadroniti rapidamente di quelle aree nel loro tentativo di conquistare il Mediterraneo descritto da Platone, un po' come Annibale nell'Italia settentrionale durante le guerre puniche, e poiché Atlantide fu sconfitta non furono mai in grado di costruire un vero e proprio impero. Quindi cercare "resti urbani atlantidei" sarebbe come cercare resti urbani cartaginesi nel nord Italia, o resti urbani imperiali giapponesi in Indonesia che controllarono brevemente durante la seconda guerra mondiale o peggio ancora in Australia che non controllarono mai...Alcune persone potrebbero chiedere "e il mito in cui Eracle crea l'intero Stretto di Gibilterra?", "sfondando la montagna che in precedenza si era unita all'Europa e alla Libia (Africa), creando così lo stretto che collega il mare interno all'oceano esterno" come dicono le fonti?Sì, in diversi racconti greci e romani successivi (Strabone, Diodoro Siculo, Plinio il Vecchio, Seneca), forse derivati da precedenti tradizioni iberiche locali), Eracle, mentre viaggiava verso l'estremo ovest per rubare la mandria di Gerione, si dice che abbia creato lo Stretto stesso, dividendo l'Europa dall'Africa, tagliando in due la montagna che le collegava. Queste montagne sarebbero Calpe (la moderna Gibilterra) dalla parte europea e Abyla (Jebel Musa, vicino a Ceuta) dalla parte africana.Tuttavia c'erano anche altri che dicevano il contrario, che Eracle invece restrinse lo stretto per impedire ai mostri dell'Oceano di entrare nel Mediterraneo!Strabone tratta entrambi come allegorie di cambiamenti geologici naturali spiegati in termini eroici. La scienza moderna ritiene che questo evento (dell'Oceano che sfonda lo Stretto e sfocia nel Mediterraneo) sia avvenuto milioni di anni fa.Plinio il Vecchio riecheggia la stessa duplice tradizione, che alcuni dicevano che Eracle avesse aperto, e altri che avesse chiuso il passaggio.Seneca lo rende ancora più mitologico:

“Egli spaccò le barriere dell'Oceano, e diede al mare la sua libertà.”

Eracle che libera l'Oceano e simbolicamente dona all'umanità l'accesso al mondo al di là è l'opposto dell'idea più antica di Eracle che stabilisce un limite oltre il quale l'umanità non dovrebbe andare ("non plus ultra" come divenne noto tra i romani). È chiaro quindi che queste sono tradizioni diverse, in gran parte successive...Alcuni sostengono che la storia abbia probabilmente avuto origine nello stesso Mediterraneo occidentale, molto prima degli scrittori greci:
  • Il Fenici avevano templi di Melqart a Gadir (Cádiz), che i visitatori greci hanno equiparato al tempio di Eracle ai confini del mondo.
  • Melqart era un dio marittimo e degli inferi, associato a cicli di tramonto, fuoco e morte–rinascita, temi che compaiono anche nei miti di Eracle.
Queste persone credono che le vere colonne potrebbero essere stati i pilastri all'ingresso del tempio di Melqart, marcatori letteralmente di un confine sacro tra il mondo umano e il regno del dio degli inferi Melqart, molto prima che i greci li reinterpretassero.Ma come abbiamo visto, ai tempi di Platone le colonne di Eracle a Gibilterra erano già geografia accettata.
Anche il confine occidentale del mondo e il mare al di là erano il regno di Atlante, sebbene l'Atlante di Platone non sia il Titano ma il figlio di Poseidone.Inoltre, forse questa citazione di Strabone permette di confutare questa ipotesi, qui Strabone cita le tradizioni degli stessi abitanti di Gadir:

"Nel raccontare storie del tipo seguente sulla fondazione di Gades, i Gaditani ricordano un certo oracolo, che in realtà è stato dato, dicono, ai Tiri, ordinando loro di inviare una colonia alle Colonne d'Eracle: Gli uomini che furono mandati per esplorare la regione, così racconta la storia, credettero, quando si avvicinarono allo stretto di Calpe, che i due promontori che formavano lo stretto fossero le estremità del mondo abitato e dei viaggi di Eracle, e che i promontori stessi fossero ciò che l'oracolo chiamava "Colonne"; e quindi sbarcarono in un luogo all'interno degli stretti, cioè dov'è ora la città degli Esitani; e lì offrirono sacrifici, ma poiché i sacrifici non si rivelarono favorevoli tornarono a casa; ma gli uomini inviati in un periodo successivo proseguirono fuori dallo stretto, circa millecinquecento stadi, verso un'isola sacra a Eracle, situata vicino alla città di Onoba in Iberia e credendo che fosse qui che si trovavano le Colonne offrirono sacrifici al dio, ma poiché ancora una volta i sacrifici non si rivelarono favorevoli, tornarono a casa; ma gli uomini che arrivarono con la terza spedizione fondarono Gades e collocarono il tempio nella parte orientale dell'isola e la città in quella occidentale"

Se questo fosse vero, l'idea che le vere colonne fossero i pilastri del tempio di Melkart sarebbe sbagliata e confutata dagli stessi Gaditani, perché dicono che i fondatori di Gades arrivarono lì proprio in cerca delle Colonne, che quindi esistevano già prima del loro arrivo...
Dopotutto Eracle sarebbe vissuto prima della fondazione di Gadir, anche prima della guerra di Troia...Pilastri orientali complementari, attribuiti a Dioniso, furono notati anche dallo pseudo-Apollodoro [3.5.2]. Un tempio a Poseidone a Cerne, menzionato nel racconto di Annone e nello pseudo-Schilace, molto probabilmente era originariamente dedicato a Melqart, che fu identificato anche con Poseidone in termini di aspetto nautico.
Melkart significa letteralmente "re della città", l'identificazione con Eracle è spesso data per scontata oggi ma anticamente non era esclusiva.Infine, un'altra tradizione che collega Eracle e Atlante (il titano) che voglio menzionare è questa, Erodoro fornisce anche una spiegazione astronomica delle Colonne che afferma che Eracle "divenne profeta e filosofo naturale quando ricevette da Atlante i pilastri del cosmo" a significare che l'eroe "ha ricevuto per istruzione la conoscenza dei corpi celesti" [Clemente di Alessandria, Stromateis, 1.15.73.2]. Questa versione degli eventi è sviluppata ulteriormente in altri lavori: Diodoro Siculo attribuisce ad Atlante l'insegnamento ad Eracle dei misteri del cosmo in segno di gratitudine per il salvataggio di sua figlia dai pirati [3.60.2; 4.27.4], mentre Cornutus considera il Titano come sinonimo del cosmo [Sulla teologia greca, 25]. Inoltre Servio, nel suo commento alla Eneideattribuisce ad Atlante il merito di aver consentito a Eracle di svolgere le sue attività di uccisione di mostri [1.741].Le tradizioni successive continuarono a giocare con l'immagine dei Pilastri, in epoca romana e medievale i Pilastri erano il simbolico confine occidentale, da cui "non plus ultra".
Dante, nella sua Divina Commedia, condanna Ulisse all'Inferno per aver osato navigare oltre le Colonne.
I monarchi spagnoli dopo la scoperta delle Americhe lo cambiarono in "plus ultra", che divenne ora un motto di espansione.
Oggi sembra che alcune persone vogliano di nuovo impedirci di esplorare oltre il limite, ma non ci fermeranno, le loro tattiche intimidatorie di chiamarci complottisti o pseudo-questo e pseudo-quello sono come i vecchi racconti di mostri e barriere invalicabili, non ci spaventano più.

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1 Mese 2 Settimane fa #64188 da Volano49
Sti Iperborei...Marco, orcocan, con quest'ultimo tuo lavorone ti sei superato. Maaaaaa...ti pagano per questi sforzi immani?
Hai elencato di tutto e di più, forse ti era sfuggita l'opera (opera si fa per dire…) di R. Charroux "Civiltà perdute e misteriose". Il quale sostiene che la "civiltà Iperborea", antecedente al Diluvio, si fosse stabilita nelle regioni polari e i loro capi fossero di fatto i reggenti di Atlantide. E' un po' vago sulla loro capitale, e la inserisce, stadio più stadio meno... tra l'Islanda e la Groenlandia, come il "Centro Iniziatico degli Atlantidei".

Il perché un popolo così sviluppato si fosse stabilito al freddo, Charroux senza alcuna vergogna lo spiega con la tecnologia degli Iperborei che avrebbero reso temperato il luogo inospitale o, al limite, gli Iperborei sarebbero stati degli Extraterrestri provenienti da un pianeta più decentrato del nostro rispetto al proprio Sole.

Ma non finisce qui. Lo "studioso" rincara la dose sostenendo che le sue ricerche portano a credere che gli Iperborei altro non sarebbero che gli antenati della razza bianca e che a causa dell'elevato gas carbonico del loro pianeta d'origine, avrebbero avuto non il sangue rosso, ma azzurro e, sempre secondo lui, è da questo che deriverebbe l'espressione "avere sangue blu nelle vene" per le persone nobili. Dopo questi strafalcioni mi assumo la responsabilità di omaggiare il magnanimo Voltaire, quando diceva di prediligere chi cerca la verità, ma di diffidare di chi la trova...

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1 Mese 2 Settimane fa #64189 da Mark28
Credo di aver dimostrato già in passato con le fonti greche e romane che gli Iperborei fossero tutt'altro

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3 Settimane 4 Giorni fa #64415 da Mark28
Ultimamente sto facendo molti progressi veri sulla ricerca riguardo ad Atlantide, sto scoprendo cose che non so se qualcuno aveva mai detto o notato prima. Qualcun'altro ci avrebbe già lucrato e scritto diversi libri...

Una riguarda proprio il discorso della
barriera di fango oltre le Colonne d'Eracle
che avevo introdotto la scorsa volta. In poche parole, diversi autori menzionano questi fondali bassi, fango e sabbia oltre le colonne, talvolta formando vere e proprie barriere invalicabili che obbligavano i navigatori a tornare indietro, esattamente come dice Platone. Non solo ma questi erano solo alcuni degli ostacoli oltre le colonne, c'erano "mostri marini" (in realtà si capisce che sono balene), nebbia, alghe, poco vento...
Questi racconti furono esagerati e, al tempo di Solone e Platone, erano già ben noti ai Greci.Ecco quindi la mia conclusione, penso che coloro che hanno trasmesso la storia di Atlantide avessero, da un lato, la storia di un'isola sommersa oltre le Colonne d'Eracle, e dall'altro, i noti resoconti dei marinai di mari fangosi e poco profondi in quella stessa regione. Ad un certo punto i due furono uniti insieme, e l'uno venne usato per spiegare l'altro quasi come un mito eziologico, una storia che spiega l'origine di un fenomeno naturale: così come la storia biblica del diluvio è stata utilizzata per spiegare l'origine degli arcobaleni, l'inabissamento di Atlantide potrebbe essere stato usato per spiegare perché il mare al di fuori delle Colonne fosse così stranamente poco profondo, e perché erano in grado di navigare verso il continente oltre l'Atlantico nei tempi antichi ma non più.Questo significa anche che quando gli antichi dicevano che Atlantide giaceva "di fronte" alle Colonne, o appena al di fuori, probabilmente non l'hanno detto con cognizione di causa, ma perché associavano Atlantide a quei banchi fangosi.
Ne va da se che se le secche non sono state realmente create da Atlantide, ciò significa che Atlantide poteva trovarsi più lontano, ad esempio nel plateau delle Azzorre.
Questa è una scoperta rivoluzionaria secondo me.

Un'altra ricerca invece che sto facendo proprio adesso riguarda
la vera identità degli dèi nella storia di Atlantide
Se guardiamo la storia di Atlantide vediamo alcune apparenti contraddizioni con la linea temporale greca, si dice che Atlantide sia esistita 9000 anni prima di Solone (~9600 a.C.), è stata originariamente creata da Poseidone, allora governato dai suoi figli, e la sua distruzione fu decisa da Zeus.
Se proviamo a datare però le varie ere dell'umanità di Esiodo non arriviamo così indietro, Atlantide sarebbe esistita ancora prima del tempo dell'Età dell'Oro, questo però richiederebbe un'altro post, magari ne parlerò la prossima volta. Ad ogni modo l'epoca degli Olimpi è molto più recente.
Come si risolve questa incongruenza? 
Se leggiamo attentamente il Crizia troviamo questa parte in cui si dice di non sorprendersi se troviamo scritti nomi di personaggi Greci, sebbene la storia venga dall'Egitto, perché Solone aveva tradotto i nomi dall'Egizio al Greco mantenendone il significato, come gli Egizi li avevano tradotti da un'altra lingua.
Quindi Poseidone e Zeus nella storia di Atlantide potrebbero non essere letteralmente gli stessi Poseidone e Zeus della mitologia greca ma magari dèi diversi, o anche gli stessi dèi che però non governavano i Greci o gli Indoeuropei che all'epoca non esistevano ancora.
Quindi chi potevano essere questi dèi o almeno la loro versione Egizia? I dialoghi, ad esempio, delineano già un'identificazione di Atena con l'egizia Neith, Poseidone potrebbe essere Ptah, o Sobek, o anche Osiride. Anche Efesto, il quale governò assieme ad Atena in tempi molto antichi secondo il Crizia, è identificato con Ptah però grazie alla lista dei re di Manetone, quindi forse Poseidone non era Ptah. Zeus avrebbe potuto essere Amon-Ra o qualcosa del genere... 
L'equivalenza tra questi dèi era probabilmente molto ben consolidata perché la rivalità tra Poseidone e Atena esiste davvero nella mitologia greca, così come l'idea che Poseidone governasse le isole dell'Atlantico.

A proposito di Atena e Atene Come già accennato altrove, non c'è da stupirsi se Atene è presentata come la potenza che ha sconfitto Atlantide, e se ci sono differenze con i testi di Edfu, che chiaramente parlano della stessa storia ma con molte differenze. Solone andò a Sais e la dea di Sais era Neith, equiparata ad Atena, e guardate un po', la città di Atena (Atene) è la città che sconfigge gli invasori Atlantidei... Se si va ad Edfu si può leggere una storia simile, l'isola degli dei nell'estremo ovest (detta anche isola dell'uovo o isola della fiamma o isola del calpestio) viene attaccata durante il conflitto tra Horus e Seth. Il dio principale di Edfu era Horus il Behdetita, e indovinate chi è il dio che ha sconfitto gli invasori nella versione di Edfu della storia? Horus il Behdetita! Quindi ogni città aveva i propri dèi e modificava le storie per rendere i propri dèi i protagonisti. La stessa cosa è successa in ogni civiltà...
Quindi quale storia è quella vera? Probabilmente nessuna delle due, provengono entrambe da una storia molto più antica, e chissà chi erano i protagonisti in origine. 

"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b

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