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CURE per il COVID
- Ghilgamesh
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Quelle di cui ho sentito parlare io sono:
Idrossiclorochina
Plasma iperimmune
Cortisonici
Remdesivir
e credo anche gli antocoagulanti
Potete smentire/confermare?
Avete link a portata di mano?
Qualsiasi aiuto è ben accetto ... che se DIMOSTRIAMO che ci sono le cure e le stanno ignorando, la denuncia dovrebbe scattare d'ufficio.
Uno scettico dai piedi di balsa, inventore di una storia falsa ...
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
- CharlieMike
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Ghilgamesh ha scritto: Ciao a tutti, come da titolo, volevo discutere e soprattutto acquisire le fonti più autorevoli possibile riguardo le cure.
Quelle di cui ho sentito parlare io sono:
Idrossiclorochina
Plasma iperimmune
Cortisonici
Remdesivir
e credo anche gli antocoagulanti
Potete smentire/confermare?
Avete link a portata di mano?
Qualsiasi aiuto è ben accetto ... che se DIMOSTRIAMO che ci sono le cure e le stanno ignorando, la denuncia dovrebbe scattare d'ufficio.
Ghilga,
non ricordo i dettagli ma Massimo ci ha fatto sopra un video a riguardo.
www.luogocomune.net/21-medicina-salute/5...za-dia-le-dimissioni .
In sintesi, c'è stata una lettera di numerosi medici al "ministro" (senza) speranza (minuscolo voluto) che lo informava della cura a base di cortisonici, ovviamente bellamente ignorata.
In seguito l'OMS si complimentava con i medici inglesi per la stessa scoperta.
Più di così, nin zo.
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L'infezione si sviluppa in tre fasi.
L'idrossiclorochina/clorochina e il Remdesivir sono antivirali e ostacolano l'accesso del virus nella cellula. Essendo antivirali, sono efficaci sia per la prevenzione, cioè evitare che il virus si attacchi, che per le prime fasi dell'infezione, se si viene contagiati. Esistono delle severe controindicazioni per chi è affetto da favismo.
Visto che le complicanze derivano dalla reazione del sistema immunitario e degli interferoni (tempesta citochinica), che oltre ad infiammare, crea dei coaguli (trombi). L'eparina, la calcipirina, cioè anticoagulanti, sono efficaci nel caso il virus si sia già replicato a sufficenza e servono per prevenire o dissolvere i coaguli.
I cortisonici di supporto sono efficaci in qualsiasi tipo di infezione.
Quando il virus ha già combinato parecchi danni e il sistema immunitario non è più in grado di contrastare l'attacco, il rimedio ultimo è il plasma "iperimmune" del sangue dei positivi guariti.
Questa condizione ( del plasma iperimmune) si può riprodurre anche in laboratorio (anticorpi monoclonali)
Tutti questi rimedi, e qualsiasi terapia, sia preventiva, che "ultima" sono logicamente sempre legati al paziente, al suo stato al momento del contagio e alla sua biochimica interna generale, perchè il problema è autoimmune.
Oltre la Vitamina C, esistono alcune sostanze/principi attivi naturali che sono antivirali per nascita, come la quercetina, THC, CBD e altri, che comunque mantengono il sistema immunitario efficente.
Per adesso queste sono le informazioni che ho io.
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PARACETAMOLO
1.000 mg al giorno x 3 (fino a scomparsa della febbre)
IDROSSICLOROCHINA
400 mg il primo giorno, poi 200 mg per 7-10 giorni
AZITROMICINA
500 mg il primo giorno, 250 mg nei 4 giorni successivi
ENOXAPARINA
4.000 UI al giorno per 10-12 giorni
DESAMETASONE
6 mg una volta al giorno (uso ospedaliero: 12 compresse) per dieci giorni
I primi tre penso li conosciate, gli altri sono:
ENOXAPARINA:
eparina a basso peso molecolare utilizzata per trattare e prevenire la formazione di coaguli nel sangue (trombi).
DESAMETASONE:
corticosteroide sintetico, analogo funzionalmente agli ormoni endogeni cortisolo e cortisone, ma caratterizzato da proprietà farmacocinetiche e terapeutiche più mirate, con effetti collaterali più modesti.
Personalmente, non utilizzerei il paracetamolo e l'antibiotico, soprattutto il paracetamolo, ma capisco che dovendo agire a largo spettro abbiano paura di polmoniti batteriche (quindi prescrivono l'antibiotico)
Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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"Doxycycline-Ivermectin gets place instate’s Covid-19 management protocol" ..
timesofindia.indiatimes.com/city/jaipur/...cleshow/78726019.cms
"Ivermectin Treatment May Improve the Prognosis of Patients With COVID-19"
www.sciencedirect.com/science/article/pi...62030288X?via%3Dihub
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- orsoinpiedi
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Covid, studentessa di 14 anni ha scoperto una possibile cura: «Ecco la molecola che inibisce il virus»
www-ilmessaggero-it.cdn.ampproject.org/v...re_2020-5533278.html
"Leggi non per contraddire e confutare, né per credere e dare per scontato, ma per soppesare e considerare."
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- CharlieMike
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orsoinpiedi ha scritto: Non so già postato
Covid, studentessa di 14 anni ha scoperto una possibile cura: «Ecco la molecola che inibisce il virus»
www-ilmessaggero-it.cdn.ampproject.org/v...re_2020-5533278.html
TUTTI I MEDIA NE PARLANO!! INCREDIBILE!!!
(Ehm, scusate. Ho sbagliato pianeta.)
:hammer: :hammer: :hammer: :hammer: :hammer: :hammer:
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Treatment protocol
Prophylaxis
Zinc (50mg to 100mg per day)
Quercetin (500mg to 1000mg per day)
Bromhexine (25mg to 50mg per day)
Vitamins C (1000mg) and D (2000 u/d)
Early treatment
Zinc (75mg to 150mg per day)
Quercetin (500mg to 1500mg per day)
Bromhexine (50mg to 75mg per day)
Vitamins C (1000mg) and D (4000 u/d)
Aspirin (162mg to 325mg per day)
Ancillary (prescription only)
Hydroxychloroquine (400mg per day)
High-dose vitamin D (up to 100,000 IU)
Azithromycin (up to 500mg per day)
Prednisone (60mg to 80mg per day)
LMW heparin (usual dosage)
Note: Contraindications for HCQ (e.g. favism or heart disease) must be observed; however, a study by the European Heart Rhythm Association (EHRA) confirmed that correctly dosed HCQ is safe for covid patients in any clinical setting. Prednisone is to be used if respiratory symptoms develop.
Addendum: Other prescription drugs with first reported successes in the early medical treatment of Covid-19 are ivermectin (read more) and favipiravir (read more).
swprs.org/on-the-treatment-of-covid-19/
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- Ghilgamesh
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Uno scettico dai piedi di balsa, inventore di una storia falsa ...
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Abbiamo un virus, o comunque un agente patogeno infettivo, che, in determinate condizioni, se prolifera (replicazione) colpisce le vie respiratorie in maniera massiccia e potrebbe portare a delle complicanze anche gravi.
Prima di tutto bisogna conoscere quali sono le determinate condizioni che potrebbero far peggiorare il quadro clinico di un contagiato da covid.
La condizione più evidente e che tutti noi sappiamo già, è relativa all'età del paziente e al suo quadro clinico al momento dell'infezione. Le persone anziane hanno in genere più patologie croniche, che stanno curando con terapie chimiche specifiche e che determinano di per sè un terreno fertile per la replicazione virale.
Uno dei fattori predominanti nell'aggravarsi di certe situazioni, è la cosiddetta carica virale. I virus hanno la capacità di replicarsi velocemente e di non dare modo al sistema immunitario umano di reagire per tempo, per cui l'intrusione di un numero elevato di agenti patogeni, in maniera costante e continuativa, può portare complicazioni anche ad una persona giovane senza patologie pregresse. Ma rimaniamo sulle persone anziane, o immunodepresse, che sono le persone più a rischio.
Quando è cominciata l'emergenza sanitaria (febbraio/marzo 2020) non solo non esisteva un protocollo sanitario per affrontare questo nuovo patogeno, ma sembrava quasi che tutto l'apparato medico avesse dimenticato l'intera letteratura medica su come trattare una infezione da virus. I primi pazienti infettati e che hanno avuto problemi che necessitavano il ricovero, erano persone anziane, con qualche patologia pregressa (normale a questa età) e molti di loro risiedevano nelle RSA.
Queste persone sono state tutte rinchiuse ed allettate. Molti di loro, già positivi, sono stati costretti ad indossare la mascherina praticamente 24 ore al giorno. La cosa più importante per un virus, è quella di replicarsi nel maggior numero di corpi ospite possibile, per far ciò ha bisogno non solo di replicarsi infettando le cellule, ma deve essere espulso, per dargli modo di raggiungere altri target. Se tu metti una persona infetta, anche con carica virale bassa, in una stanza chiusa e le fai indossare una mascherina, questa persona non farà altro che autoinfettarsi e far salire la carica virale, questo perchè la stragrande
maggioranza dei virus espulsi rimangono nella mascherina e nell' ambiente chiuso e il paziente continuerà involontariamente ad accrescere la sua carica virale. Quando questa infezione raggiunge livelli alti, il sistema immunario di queste persone, già compromesso, ha un impulso a reagire violentemente. Questa reazione violenta è manifestata da forti infiammazioni. Ora, quando il corpo umano è sotto attacco, partono migliaia di interazioni chimiche endogene, c'è chi attacca il patogeno, chi modula l'attacco e chi ripulisce il campo di battaglia. In una situazione del genere, cioè col patogeno che si è replicato milioni volte, i disastri che un sistema immunitario squilibrato può causare, sono gravi e a volte letali.
La reazione immunitaria violenta, nella maggioranza dei casi, porta, oltre ad una polmonite bilaterale, una vasculite disseminata, cioè un'infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni e un'alta probabilità di formazione di micro coaguli che vanno ad intasare il normale fluire di sangue ed ossigeno.
Abbiamo così un paziente anziano a rischio infetto, tenuto in una stanza chiusa, con la mascherina sempre in uso e per giunta allettato, cioè in una situazione favorevole alla formazione di trombi. Logicamente dopo due settimane, i pazienti, oramai disastrati, venivano trasportati d'urgenza in TI, venivano intubati e si aspettava solo che il paziente morisse. Quando il paziente ti arriva in queste condizioni, è davvero arduo riprenderlo, poi se ci aggiungiamo che l'unico riferimento che i medici avevano era una TAC polmonare che rivelava solo la polmonite bilaterale e non i coaguli, risanare un malato molto compromesso era impossibile.
Nonostante adesso, siano passati 9 mesi di emergenza, le istituzioni continuano a consigliare ai positivi di starsene a casa, di prendere la tachipirina e di indossare la mascherina se in casa vivono altre persone.
Ho scritto questo post qui in "cure per il covid" perchè la terapia "anticovid" non si limita solo ai farmaci, o agli interventi ospedalieri, ma sono coinvolti numerosi accorgimenti, o comportamenti da mettere in atto in caso di contagio.
Esiste adesso una terapia generica in grado di curare a casa i pazienti senza aspettare che si aggravino, è la stessa terapia che misero in atto alcuni medici durante la prima ondata e che diede ottimi risultati, completatamente ignorati dalle istituzioni.
Gli antivirali (idrossiclorochina in primis) evitano la replicazione del virus. Hanno la capacità di attaccarsi al recettore che il virus usa per entrare nella cellula per replicarsi e poi distruggerla. Il meccanismo degli antivirali è importante conoscerlo perchè una volta che il virus si è replicato a sufficienza, diventa inutile. Gli antivirali servono solo al principio dell'infezione per evitare la proliferazione. Le istituzioni italiane hanno vietato l'uso dell'idrossiclorochina.
Così facendo, un paziente infetto a casa, ha poche possibilità di inibire la replicazione virale e anche avendo pochi sintomi, dopo una, due settimane, specie se il paziente non ha adottato le misure antireplicazione (uso della mascherina, poca areazione degli ambienti, convivenza con un altro infetto e continuo scambio di patogeno) il quadro potrebbe peggiorare anche per una persona non ultraottantenne.
Il peggioramento più evidente, anche nei paucisintomatici ( a volte anche in chi in principio era asintomatico), è la difficoltà di respirazione. Questa difficoltà, in principio, è dovuta all'accumulo di catarro nei polmoni, poi con l'aggravarsi della situazione, ai microcoaguli che si formano in seguito alla risposta infiammatoria violenta in atto.
Questa fase infettiva viene denominata "fase 2" In questa fase è utile assumere farmaci che rendono più fluido il sangue in modo da impedire la formazione di coaguli. Il farmaco più usato è l'eparina, o la calcipirina. Questo fa in modo che un paziente già entrato in fase due, possa essere al riparo dai trombi e dalla susseguente caduta di saturazione (ossigenazione)
Le istituzioni italiane non consigliano l'eparina in caso la situazione si aggravi e passi in fase 2.
Il sistema immunitario di una persona che reagisce in maniera violenta all'infezione, è molto probabile che abbia già in corso una infezione (spesso non curata) che sta trattando, per cui, in caso la situazione si aggravi, l'uso di antibiotici serve a diminuire il carico di lavoro che il S.I. deve gestire e serve soprattutto perchè in una situazione del genere, specie se ospedalizzati, il nostro organismo è più suscettibile ad infezioni batteriche opportunistiche che andranno a peggiorare il quadro generale.
Le istituzioni italiane non consigliano cicli di antibiotici per la cura a casa.
Le istituzioni ufficiali consigliano invece il paracetamolo (Tachipirina)
L'aumento della temperatura corporea è un meccanismo messo in atto dal S.I. per cercare di distruggere il virus, il paracetamolo evita che la temperatura si alzi e di conseguenza, evita che il virus venga reso inattivo.
Esiste anche una fase 3, quella più severa, dove il paziente ha bisogno del ricovero. In genere la stragrande maggioranza di questi pazienti è composta da persone molto anziane e molto malate, anche prima del covid. In questa fase sono molti i fattori che contribuiscono alla guarigione, o alla morte del paziente, non si può generalizzare, ma anche qui esiste una terapia (anche questa ignorata e snobbata dalle istituzioni italiane) che vede l'impiego di plasma iperimmune (ricco di anticorpi specifici)
In conclusione, sembra quasi che alle istituzioni italiane non interessi assolutamente la salute dei propri cittadini, anzi le manovre da loro proposte, fanno assolutamente aggravare il quadro sia dei contagi, che delle complicanze eventuali.
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- orsoinpiedi
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Solo questo basterebbe per portare in causa il governo per omicidio colposo.
"Leggi non per contraddire e confutare, né per credere e dare per scontato, ma per soppesare e considerare."
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- Ombralunga
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