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la teoria dei geopolimeri
Le domande che sorgono spontanee sono sempre le stesse:
1) Quando sono stati costruiti? 2) da chi? 3) come? 4) perchè?
Ebbene, almeno per quanto riguarda la terza domanda, il mistero può dirsi ormai definitivamente risolto, e la soluzione è di una banalità sconcertante.
natrontheory.com/
1) L'egitto (ma anche molti altri luoghi che presentano monumenti megalitici di apparentemente impossibile costruzione) è sempre stato ricco di un particolare sale detto Natron (carbonato di sodio)
2) Il Natron, una volta riscaldato e fuso a circa 800 °C è in grado di corrodere facilmente molte delle rocce più dure esistenti, tra cui granito, diorite e quarzite
3) Una volta messe a contatto col Natron fuso, tali rocce si ammorbidiscono e possono essere facilmente "scavate" come fossero burro, il che spiega la presenza di svariate fosse e solchi nelle formazioni rocciose prossime a vari antichi monumenti megalitici.
4) Ciò che si ottiene dalla corrosione del granito con il Natron è il silicato di sodio; un'appropriata soluzione di acqua, silicato di sodio e normale cenere (come quella prodotta dalla combustione del legno) e risulta in una sostanza della consistenza del pongo ma che, nel giro di diverse ore solidifica fino a diventare letteralmente pietra.
5) Morale della favola: le gigantesche pietre usate per molti monumenti antichi NON sono state scolpite, nè tagliate e trasportate, ma letteralmente "colate" e modellate sul posto, non molto diversamente da come funzionano le moderne colate in cemento.
6) A differenza del cemento però, l'acqua rischia di danneggiare la pietra, pertanto l'acqua presente nella miscela iniziale dev'essere rimossa durante la fase di indurimento; questo può essere ottenuto praticando dei fori di drenaggio nella parte bassa degli stampi; ciò spiega le strane protrusioni che è possibile vedere in svariati casi (come ad esempio Ollantaytambo e Sacsayhuaman)
"Onesto e' colui che plasma le parole sulla realta'. Disonesto e' colui che plasma la realta' sulle parole."
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Le piramidi di Giza? > gli egiziani.
E così come per tutte le altre.
Poi del perché non vennero emulate più successivamente, immagino perché da quando ci fu l'invasione degli hyksos, l'Egitto incominciò ad attuare politiche specificatamente militari.
Il periodo hyksos (duecento anni complessivi) ha inevitabilmente cambiato nel profondo la storia egiziana, siccome da quel momento non ci fu più quella pace con stabilità interna, per il quale furono noti.
Dopo i faraoni iniziarono imponenti campagne militari sia a sud del Nilo, che nel Levante ed in Libia. Il tragitto era già segnato.
I faraoni allora concentrandosi da quel momento su tali questioni persero mano a mano l'attenzione a costruire queste architetture imponenti (fatte in momenti di pace), ed intanto persero anche la conoscenza di farne nuove.
Questa è per me l'idea.
Del 'perché' ipotizzo presumibilmente i motivi religiosi.
Nel caso degli egiziani c'era anche il motivo di divinazione dei loro faraoni, che ricordiamoci si considerarono dei 're-pontefici-dei'.
Insomma c'è il rimando ancestrale del Culto dell'Uomo 'divino' che per rivaleggiare con Dio, costruisce la sua 'Torre di Babele' come fece il presumibilmente mitologico Nimrod.
La Giustizia esiste . . . quindi Repetita Iuvant!
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Ad un certo punto la Storia diventò Mitologia.
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Premetto che tempo fa ho letto un libro piuttosto voluminoso di Max Carenzano e seguo regolarmente i suoi video. Non sono un troll, per intenderci. Questa mattina è uscito un video in cui parlava di vasi alieni e tecnologia avanzata a Giza. Nei commenti, ho chiesto se avesse mai sentito parlare della teoria del natron.La teoria di cui è autore zero in un questo treeth di luogocomune, di cui parlò anche Omega tempo fa in un video<a href="" style="color:#800000;" target="_blank" >Tecnologia avanzata nell'antichità, la verità su Pumapunku e Tiwanaku, Geopolimeri artificiali. Dopo circa mezz'ora, Max ha risposto al mio commento, dicendo che ne aveva sentito parlare e che probabile che in certi posti gli antichi avessero usato queste tecniche geopolimirali, ma in altri no, dopo un altra mezzoretta un altro utente risponde al mio commento, in questo modo ancora lo ho, perché lo avevo copiato:"Lavoro nel settore delle costruzioni da oltre trent’anni e, negli ultimi quindici, ho iniziato a riconsiderare il mio approccio, mettendo in discussione molti dei concetti che ci vengono inculcati fin dalla nascita.
Osservando i blocchi megalitici delle costruzioni Inca e di altre parti del mondo, mi ha colpito la loro forma arrotondata e levigata. Questo mi ha fatto venire in mente un fenomeno che ho notato più volte in cantiere: quando i sacchi di cemento vengono lasciati all’aperto, esposti alle intemperie, il materiale al loro interno si solidifica assumendo una forma modellata dal proprio peso. Una volta rimosso l’involucro di cartone, i blocchi di cemento indurito appaiono con superfici curve e irregolari, un aspetto che, seppur grossolanamente, ricorda quello di certi muri megalitici.
Questa somiglianza mi ha portato a riflettere sulla possibilità che quei blocchi siano stati lavorati in condizioni che hanno permesso una modellazione simile, forse attraverso l’esposizione a temperature elevate che li hanno resi temporaneamente malleabili prima di raffreddarsi e indurirsi.
Detto ciò, bisogna però prendere in considerazione che il granito è una roccia ignea composta principalmente da quarzo, feldspati e miche, con una struttura cristallina formata dal lento raffreddamento del magma. Quando viene riscaldato fino alla fusione:
- I minerali si comportano in modo diverso:
- Il quarzo fonde intorno ai 1.710°C, diventando una massa vetrosa.
- I feldspati fondono tra i 1.100-1.300°C, creando una fase liquida prima del quarzo.
- Le miche e altri minerali accessori bruciano o si decompongono prima della fusione completa.
- La struttura cristallina viene distrutta:
- Il granito originale è formato da cristalli ben definiti di quarzo, feldspato e mica.
- Se fuso, diventa una massa omogenea e amorfa, simile al vetro vulcanico (come l’ossidiana).
- Si forma una struttura amorfa, senza cristalli ben definiti.
- Il quarzo non ha il tempo di ricristallizzarsi e rimane in forma vetrosa.
- Il materiale potrebbe risultare più fragile e meno resistente agli agenti atmosferici.
- Potremmo osservare bolle o cavità dovute alla fuoriuscita di gas intrappolati.
- Potrebbe apparire più scuro e vetroso rispetto al granito naturale.
- I minerali avrebbero il tempo di ricristallizzarsi, ma la struttura sarebbe diversa dall’originale.
- Non avremmo una separazione netta tra i minerali come nel granito naturale.
- Il quarzo potrebbe formare cristalli più grandi, ma la disposizione sarebbe casuale.
- Potrebbero crearsi tensioni interne che renderebbero la pietra più fragile.
- Distribuzione minerale anomala: nel granito naturale, i minerali hanno confini netti; in un granito fuso e ricristallizzato, sarebbero più disordinati.
- Struttura più vetrosa: se il raffreddamento fosse stato rapido, troveremmo zone vetrose invece di cristalli definiti.
- Bolle o cavità interne: segno di una fusione rapida con rilascio di gas.
- Possibili strati o gradienti di composizione: se il raffreddamento non fosse stato uniforme, potremmo trovare variazioni nella disposizione dei minerali.
- Assenza di microfratture tipiche: il granito naturale ha microfratture dovute alla sua formazione geologica, mentre un granito fuso e ricompattato potrebbe averne meno o assenti.
Sarebbe auspicabile che future ricerche archeologiche e geologiche si concentrassero su questo tipo di analisi per approfondire la comprensione delle straordinarie abilità ingegneristiche delle civiltà precolombiane.Pertanto se davvero una civiltà avanzata ha fuso il granito per modellarlo, dovremmo trovare tracce di questa lavorazione nei campioni. Un carotaggio potrebbe rivelare strutture vetrose, bolle di gas, cristalli disorganizzati e assenza delle tipiche fratture del granito naturale. Questi indizi sarebbero la prova che il materiale è stato sottoposto a temperature elevatissime e poi solidificato in modo non naturale."
A quel punto, ho risposto fornendo uno studio che dimostrava come le ricerche di cui parlava, tipo come l’esame petrografico, o con microscopio elettronico o una tomografia computerizzata fossero già state applicate alle pietre, allegando anche la fonte. href=" www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0167577X18315982 " style="color:#800000;" target="_blank" >Antico geopolimero in monumento sudamericano. SEM e prove petrografiche - ScienceDirect Poco dopo, ho notato che tutto era stato cancellato. Il post di questo utente aveva già diversi like tipo 9. Questo atteggiamento me lo sarei aspettato da chiaro&semplice (anche se ci penso che le discussioni che ho avuto con lui, non le abbia cancellate) ma non da Carenzano, vabbè, vorra' dire che ne prendero' atto. Spero legga luogocomune e che capisca che non era mia intenzione turbarlo, ma stimolare le sue ricerche.
Ho trovato le notifiche della mail dei commenti citati sopra e risultanti attualmente mancanti giusto per...poi il canale è suo è può fare ciò che vuole, sia chiaro.
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Al riguardo, comunque, ho diverso perplessità, provo a spiegarmi.
Per quanto riguarda le costruzioni con massi irregolari (Inca, ecc.) la cosa può tornare, il discorso citato da Joppo è chiaro.
Invece per quanto riguarda le piramidi di Giza è più complicato, perché i massi sono perfettamente squadrati e senza (apparenti) segni di casseformi, come quelli che chiunque può vedere, per esempio, sui piloni di cemento di un viadotto: restano evidenti le tracce delle assi di legno che contenevano la colata fino alla solidificazione.
Inoltre: Giza è fatta da 2,3 milioni di blocchi di peso medio di 2,5 tonnellate e fino a 15 tonnellate.
Questo vuol dire "ammorbidire" 2.500 Kg di pietre, portarle sul posto dove è stata costruita una "cassa" di dimensioni utili, versarle, aspettare che solidifichi, rimuovere la cassa e passare a quella successiva.
Il tutto in una costruzione dove i massi poggiamo gli uni sugli altri e non vi sono spazi per "togliere" le casseformi dopo la solidificazione del materiale.
E, soprattutto, il tutto ripetuto 2,3 milioni di volte.
Senza la minima possibilità di errore, perché un errore vorrebbe dire tempo perso per rimuovere la pietra messa male e rifare daccapo il lavoro.
Facendo un piccolo e veloce "conto della serva" se si riuscisse a mettere in opera un elemento all'ora, dalla pietra iniziale al masso disseccato finale, sarebbero necessari più di 250 anni per terminare il lavoro.
Un'ora a elemento è una stima esageratamente al ribasso: ricordiamoci che allora gli egizi non disponevano della ruota.
Inoltre quanti litri di nitron sono necessari per fondere 2.3 milioni di pietre del peso medio di 2,5 tonnellate?
Quando combustibile è necessario per un lavoro del genere?
Insomma, a me sempre la solita teoria buona... solo in teoria, e con i "se" si mette Parigi in bottiglia
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Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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Da luoghi iconici come il Selciato del Gigante in Irlanda del Nord e Svartifoss in Islanda, fino a formazioni meno conosciute come quelle di Yonaguni in Giappone,(l'Atlantide Giapponese) la geologia ci regala strutture spettacolari che sfidano la nostra percezione di ciò che è naturale e ciò che sembra artificiale.
Ma il vero enigma si trova nel sud-ovest degli Stati Uniti, dove il creatore di contenuti Nolan Fer ha individuato su Google Earth una scogliera fatta di blocchi perfetti, con angoli di 90 gradi e dimensioni enormi, paragonabili a un carro armato o persino alla Statua della Libertà. Una volta sul posto, la realtà era ancora più sorprendente: non solo la precisione geometrica dei blocchi era innegabile, ma nelle vicinanze ha scoperto petroglifi antichi, segni di una presenza umana che potrebbe aver avuto un legame con queste strutture.
Comunque sia la domanda rimane sempre la stessa, anche se questi blocchi fossero stati messi lì da qualcuno, come diamine li avrebbero spostati?
La spiegazione ufficiale dice sempre la stessa cosa: rampe di sabbia, tronchi e magari l'uso di fiumi per trasportarli. È la stessa storia delle piramidi: "Costruivano enormi rampe e trascinavano tutto con migliaia di lavoratori!" Ok, ma pensa a quanto sarebbe complicato coordinare 10.000 persone per trascinare pietre enormi su una rampa che doveva essere lunga chilometri... sembra quasi più difficile della costruzione stessa.
Insomma, più guardi queste formazioni rocciose, più sembra che la spiegazione ufficiale non quadri del tutto. Che si tratti di un incredibile fenomeno naturale o di qualcosa di più misterioso, resta il fatto che ci sono ancora un sacco di domande senza risposta.
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Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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l'idea che mi sono fatto io avendo una certa esperienza in meccanica e lavorazioni meccaniche è che tutto ciò che troviamo nella piana di giza ma non solo anche in perù ecc , quando è stato lavorato non fosse nello stato di durezza che siamo abituati noi , i tagli e le lavorazioni non sono compatibili con nulla che abbiamo noi quindi la tecnologia e come die Max Caranzano la fisica alla base di questa tecnologia è completamente diversa dalla nostra , infatti Corrado Malanga parla di tecnologia basata sui fononi e non sui fotoni che è coerente un una fisica che si basa sul suono , sulla vibrazione . pensiamo che le attuali tecnologie di lavorazione delle roccie sopratutto le più dure (graniti ecc) hanno macchinari basati sugli ultrasuoni ,ma che ovviamente non vanno nenche vicino ad alcune lavorazioni che troviamo che per noi sono semplicemnte impossibili.
Secondo me inoltre questa tecnologia non è "complessa "come crediamo o meglio non lo è più di quello che già abbiamo e facciamo bisognerebbe solo cambiare paradigma forse e modo di ragionare ,(opinione mia ovviamente

qualche esempio di lavorazioni inspiegabili sulla roccia che non risale alla notte dei tempi c'è ne sono , il primo che mi viene in mente è quello di Edward Leedskalnin che ha costruito coral castle in granito , nei primi del 900 , vi consiglio di approfondirlo se non lo conoscete è molto interessante , inoltre un pò prima di Edward Leedskalnin c'era un italiano Girolamo Segato che risuciva (non si sa come) a crere delle vere e proprie trasmutazioni di materia
"nessuna quantità di prove riuscirà mai a convincere un idiotà" Mark Twain
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Un caso particolarmente interessante è il sito di Monte Alto in Guatemala (datato intorno al 2000 a.C., considerato pre-olmeco), dove sono state trovate sculture con proprietà magnetiche. Tra queste, quattro teste e tre busti mostrano poli magnetici ricorrenti: il polo nord magnetico si trova spesso sulla tempia destra e il polo sud sotto l’orecchio destro o sulla tempia sinistra. Questa disposizione sembra intenzionale, suggerendo un possibile significato magico o rituale attribuito al magnetismo.
Monte Alto è un importante sito archeologico con 45 strutture, inclusa una piramide di 45 metri. Qui fu scoperta nel 1940 una gigantesca testa di 30 metri di altezza, poi distrutta durante un tentativo fallito di vendita.
Sicuramente il magnetismo ha giocato un ruolo simbolico e spirituale nelle culture mesoamericane, e rimane ancora oggi un mistero affascinante.
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<em>il primo che mi viene in mente è quello di Edward Leedskalnin che ha costruito coral castle in granito , nei primi del 900</em>
Bravo, ottima citazione.
Da qualche parte avevo letto che i pochissimi testimoni (non oculari) parlavano di "suoni" prima di trovare i massi spostati sui mezzi (Leedskalnin dovette spostare il castello dalla sede della costruzione alla attuale).
Qui la storia ben raccontata: <a href=" www.nemora.it/il-mistero-di-coral-castle/ " style="color:#800000;" target="_blank" >Il mistero di Coral Castle
PS: trovo spesso riferimenti ai concetti espressi da Ighina con il suo atomo magnetico...
Mitakuye Oyasin
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"nessuna quantità di prove riuscirà mai a convincere un idiotà" Mark Twain
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Per la domanda del 'chi', io direi che siano stati proprio coloro che svilupparono e rappresentarono quelle civiltà.
Le piramidi di Giza? > gli egiziani.
E così come per tutte le altre.
Purtroppo, sempre più evidenze mettono in crisi sia l'idea che le piramidi siano tombe sia che siano state costruite dagli egizi; dai resti organici risalenti ad almeno 900 anni prima del periodo di costruzione ufficiale, ai chiari segni di erosione marina (e sottolineo MARINA) sulla superficie, alle testimonianze di "scritte in lingua sconosciuta" da parte di studiosi arabi del medioevo, ma su questo ho già fatto un thread a parte: luogocomune.net/forum/astroarcheologia-o...-piramide-di-chefren
@joppo82:
se avesse mai sentito parlare della teoria del natron.La teoria di cui è autore zero in un questo treeth di luogocomune
No aspetta, io non sono l'autore! Io l'ho solo riportata qui
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Ma io credo che se come detto prima, anche non ammettendo la cosa delle tombe, ma tenendo conto queste vennero costruite in segno religioso ed umano.
La questione è evidente: il faraone e la casta si sentivano talmente tanto superbi nell'ego, da volere imporre la costruzione di queste architetture decisamente fuori dal comune, che mostrarono la loro forza a chiunque venisse da loro.
Io mi chiedo perché debba sembrare così semplicistico, immaginarsi che ci fossero stati degli ingegneri non solo particolarmente, ma sensibilmente molto avanti sui tempi che riuscirono a costruirle.
Dopotutto ci sono gli alti come i bassi.
So però comunque che alcuni non solo ipotizzano, ma credono proprio che le avessero costruite dei giganti: i così chiamati 'Nephilim', che immaginando la cosa, è certamente più possibile in confronto a degli omini più minuscoli e deboli.
Però c'è da chiedersi se davvero siano esistiti realmente i giganti che supererebbero tranquillamente i tre metri.
Ri-citando Nimrod sembra comunque che anziché dalla Mesopotamia, fosse qualcuno dell'Egitto; e che allora quella chiamata come Torre di Babele possa realisticamente essere una piramide egiziana.
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Perdonami, leggiti "Giza la caduta del dogma"...
Non bastano gli ingegneri, non bastano nemmeno migliaia di operai, dato che bisogna spostare una pietra su un piano inclinato e non ci sono gli spazi per farlo.
Non ci sono oggi, figuriamoci nmila anni fa.
Ed è dimostrato secondo le leggi della fisica che regolano, per esempio, le forze di attrito e la forza necessaria per spostare un corpo di un certo peso
Mitakuye Oyasin
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Avevo sentito parlare della cosa.
Ma mi chiedo se stia smentendo una teoria già da tempo retrodatata, o se coinvolge anche le teorie moderne molto più sofisticate.
Da quanto mi sembra da comprendere, da quel poco di nozioni, questa smontata sia quella del piano inclinato unico, ma intanto ci sono le altre in circolazione che sono la rampa a spirale interna, quella di rampe interne come pure delle combinazioni.
Come detto prima io credo che il caso degli egiziani sia lampante per comprendere che ci sono sempre stati degli alti come dei bassi; e gli egiziani hanno sviluppato la loro scienza sull'intuito.
Riprendo ciò che ho detto prima che molto sicuramente gli hyksos hanno fatto da causa di questa progressiva perdita di conoscenze.
Anche la storia dell'Europa Occidentale a quella Altomedievale è un caso fulgido.
Zero;
Come ha sollevato la cosa Azrael, la teoria dei geopolimeri non regge siccome non esistevano comburenti possibili per poter ri-scaldare ad 800 °C in quei tempi era alquanto irrealistico.
Anche poi che il geopolimero, come poi suggerisce il nome stesso si tratta di un materiale sintetico composto, ed in quei tempi non potevano affatto possedere conoscenze così avanzate della chimica, allora fortemente limitata.
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Il libro analizza, appunto, le tecniche proposte più famose e le demolisce senza pietà.
L'unico modo per poter spostare quei pietroni alla velocità necessaria per potersi avvicinare ai tempi di costruzioni proposti è stata mettere il coefficiente di attrito = 0.
Quindi o gli egizi conoscevano la tecnica di levitazione che probabilmente ha usato Leedskalnin oppure nisba.
Il che però porta direttamente ad un'altra domanda: ma se conoscevano questa tecnica così bene, perché non l'hanno utilizzata per costruire altre cose?
Perché non esiste traccia iconografica della costruzione delle piramidi con le pietre svolazzanti?
Peraltro, non esiste iconografia nemmeno della costruzione "ortodossa" delle piramidi, e per un popolo che disegnava ovunque questo è abbastanza strano, non stiamo parlando della costruzione di un carretto di buoi, ma cosa vuoi, siamo noi ad essere complottisti...
Mitakuye Oyasin
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Ehm... basta il semplice carbone per raggiungere facilmente 800°Csiccome non esistevano comburenti possibili per poter ri-scaldare ad 800 °C in quei tempi era alquanto irrealistico.
Non c'è bisogno di alcuna conscenza di chimica, basta semplicemente avere accesso alle sostanze giuste: Natron, granito, cenere e acqua, tutte cose che in Egitto c'erano da millenni già in natura.Anche poi che il geopolimero, come poi suggerisce il nome stesso si tratta di un materiale sintetico composto, ed in quei tempi non potevano affatto possedere conoscenze così avanzate della chimica, allora fortemente limitata.
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Senza che nulla sia rimasto scritto da nessuna parte: l'evento più importante del secolo e non lo celebri con nemmeno una riga?
Mitakuye Oyasin
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corretto
Aggiungo, nel post sopra dicevo "migliaia di volte": mi sbagliavo per difetto.
Wiki: "Si stima che vennero utilizzati 2,3 milioni di blocchi di pietra, il cui peso andava in media da 2,5 fino a 15 tonnellate"
Insomma, siccome il geopolimero è un materiale composto, si tratta di movimentare milioni di tonnellate di materiale, lavorarlo, scaldarlo, modellarlo ecc. ecc.
E non avevano camion per farlo, solo slitte.
E ripeto: la lavorazione sarebbe dovuta durare centinaia di anni senza che nemmeno il più sfigato degli scriba ne abbia lasciato memoria in tempo reale?
L'unico papiro che è stato trovato ed accostato a posteriori alla costruzione è il papiro di Meier, ma solo al rivestimento esterno: e te credo, parliamo di 2,3 milioni di blocchi di peso medio di 2/3 tonnellate e fino a 10-15.
Diamo una letta a quanto scritto su Wiki:
Papiro Jarf A e B"
I papiri meglio conservati descrivono diversi mesi di lavoro di trasporto di pietra calcarea dalle cave di Tura Nord e Tura Sud a Giza, nel 27º anno di regno del faraone Kufu. Sebbene il diario non specifichi dove le pietre dovessero essere utilizzate o per quale scopo, dato che il diario può risalire a quella che è ampiamente considerata la fine del regno di Khufu, Tallet ritiene che molto probabilmente fossero destinate al rivestimento esterno della Grande Piramide.
Ogni dieci giorni circa, venivano effettuati due o tre viaggi di andata e ritorno, trasportando forse 30 blocchi di 2-3 tonnellate ciascuno, per un totale di 200 blocchi al mese. Al suo servizio lavoravano una quarantina di barcaioli. Il periodo coperto dai papiri va da luglio a novembre".
Da luglio a novembre fa 5, ovvero 1.000 blocchi. Sufficienti per ricoprire la Grande Piramide? Manco per l'anima.
Però il papiro è interessante perché ci restituisce una stima dello stato dell'arte quanto a scavo e trasporto.
Pertanto, secondo quella stima (200 blocchi al mese), per fare 2,3 milioni di blocchi ci vogliono 11.500 mesi, ovvero 985 anni di lavoro ininterrotto.
E stiamo parlando dei blocchi più piccoli.
E durante 1.000 anni nessuno scrive nulla dell'opera che sta crescendo sotto i suoi occhi?
Mitakuye Oyasin
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Il grosso del problema sono i blocchi di granito sopra la camera del re da peso di 40 ton fino a 70 tonnellate.
A quanto mi risulta non sono fattibili con i geopolimeri...
Questo è il vero dilemma della Grande Piramide.
come posso portare, issare a 43 metri di altezza blocchi da 70 ton?
per quanto riguarda il natron, anche se fosse possibile scavare dalla parete questi blocchi, poi come li trasporto da Assuan a Giza?
come li porto a 43 metri? come li posiziono perfettamente sulla camera del re?
Qui sta tutto il mistero di tutte le teorie, finche non viene "risolto" questo tutto è opinabile.
PS: sono quello di Giza la caduta del dogma
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Con le teorie ufficiali tale problema è elevato al cubo. E senza la minima possibilità di spiegare mille altre cose che, con i geopolimeri sono perfettamente spiegabili:Mah... continuo a pensare alle difficoltà di procurare decine di tonnellate di materiale, portarlo in sito, lavorarlo (scaldare, miscelare, ecc.), il tutto ripetuto migliaia di volte.
- massi di dimensioni ciclopiche pressochè impossibili anche solo da trasportare
- pietre che si incastrano tra loro alla perfezione come pezzi di un puzzle
- fori/incisioni impossibili da realizzare con tale precisione su pietre così dure
- "bozzi" privi di qualunque scopo apparente
Ormai dovrebbe essere ovvio che le piramidi di Giza sono state costruite da una civiltà precedente a quella egizia.Senza che nulla sia rimasto scritto da nessuna parte: l'evento più importante del secolo e non lo celebri con nemmeno una riga?
@menkaure:
Per quanto riguarda i geopolimeri, il problema non sono tanto i 2.300.000 blocchi "piccoli" della Grande Piramide, in calcare malleabile (Davidovits)
Il grosso del problema sono i blocchi di granito sopra la camera del re da peso di 40 ton fino a 70 tonnellate.
Ma è proprio questo ciò che la teoria dei geopolimeri spiega meglio: tali blocchi NON sono stati trasportati e issati, sono stati colati direttamente sul posto!
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Nel libro do Davidovits pare che le spedizioni nel Sinai della IV dinastia, testimoniate dai geroglifici di cheope ritrovati in loco, sarebbero servite esattamemte a raccogliere i reagenti per queta operazione. Ma si parla sempre e solo di calcare.
(Ne consiglio la lettura)
Rimane secondo me il fatto che una tecnologia a noi sconosciuta sia stata impiegata.
rimane anche il problema delle sequenze piramidali date dall'egittologia, ok cheope kefren e micerino, ma tra di loro c'è stato un altro djedefra, che avrebbe fatto un aborto altrove.
Ora sarebbe da chiedersi il perché?
la conoscenza non va ad intervalli di 10 anni...
Tutto secondo me lascia supporre che la tecnologia impiegata sia assolutamente precedente all'Egitto dinastico e che questi faraoni se ne sarebbero appropriati.
Anche il papiro di Merer ci fornisce informazioni utili ma MAI accenna alla costruzione della piramide.
Una cosa è certa, rampe, rampine e rampette non reggono (anche in senso letterale...sarebbe crollato tutto)
Avevano altre tecnologie.
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