Esattamente 30 anni fa, al Festival di Venezia del 1986, veniva presentato "Romance", con Walter Chiari e Luca Barbareschi.
E' questo il film attorno a cui avvenne il famoso "furto" del premio più ambito - la Coppa Volpi per il miglior attore - alle spese di Walter Chiari. La storia andò così: quando presentammo il film in lavorazione al Direttore della Mostra, due mesi prima del festival, lui ci disse: "Il film mi piace, lo prendo in concorso. Però sappiate già da adesso che i premi principali sono già stati tutti assegnati." Io risposi che mi andava bene lo stesso, che essere stato selezionato per il concorso internazionale era già un premio enorme per tutti noi.
C'è una cosa importante da chiarire, per chi non conosce il mondo dei festival: ufficialmente, i premi li assegna la giuria internazionale, che emette il proprio verdetto solo dopo la proiezione dei film in Sala Grande. Ma ovviamente ci sono tutti i giochi di potere, che avvengono prima del festival, e che comportano anche la spartizione anticipata dei premi più importanti. Le giurie vengono poi "telecomandate" dalla direzione dei festival, che riesce quasi sempre a far cadere la scelta sui film predestinati.
Ho detto "quasi sempre" non a caso. Accadde infatti, in quell'occasione, che molti membri della giuria si innamorarono della performance di Walter Chiari, ...
... e - nonostante le pressioni da parte della direzione per far premiare un altro attore - vollero assegnare a lui il premio per il miglior attore. Ricordo che, la sera prima della premiazione, incontrai al bar dell'Excelsior un giovane giornalista, tale Enrico Mentana, che mi disse confidenzialmente: "Ho saputo che Walter Chiari ha vinto il premio per il miglior attore, complimenti!"
Alla notizia - ancora segreta - ci precipitammo tutti in camera di Walter a festeggiare. Io, Luca Barbareschi, il produttore del film e altri membri della troupe, eravamo tutti felici per l'uomo che in un mese di lavorazione ci aveva regalato tutti i suoi segreti, tutto il suo affetto, tutta l'esperienza di una vita professionale passata a far ridere la gente da una parte, e a combattere i suoi oscuri nemici dall'altra. Abbiamo fatto le 4 del mattino, con le bottiglie di champagne che andavano via a tre alla volta. Walter non smetteva più di ringraziarci. Ci diceva "con un solo film mi avete permesso di riscattare un'intera carriera fatta di rifiuti e di umiliazioni".
Poi crollammo tutti addormentati, esausti e felici per il risultato raggiunto. Ma al mattino ci attendeva una amara sorpresa. I titoli dei giornali riportavano i vincitori del festival, e segnalavano che il premio per il miglior attore era andato a Carlo delle Piane per "Regalo di Natale" di Pupi Avati.
Qualcuno era intervenuto nella notte, e aveva imposto il cambio del premio, attribuendolo alla persona a cui era stato promesso inizialmente. (Tutto ciò mi fu raccontato il mattino dopo da un membro della giuria, un attore straniero che incontrai prima di ripartire da Venezia). Per noi fu una mazzata micidiale, anche perchè qualcuno doveva andare a svegliare Walter e dargli la brutta notizia. Ci andammo io e Barbareschi. Walter non la prese nemmeno tanto male, era come se in un certo senso se lo aspettasse. "E' tutta la vita che mi fottono - disse - Una volta in più non fa una gran differenza".
Ma sapevamo tutti che in cuor suo ci era rimasto malissimo.
Eravamo tutti talmente disgustati che ce ne andammo via da Venezia prima ancora della premiazione. Lasciammo indietro il direttore di produzione, per ritirare i premi "non ufficiali" (Golden Globe della stampa estera e Premio Pasinetti). Ma la grande occasione per ridare a Walter una completa dignità, dopo una carriera fatta di ripudi e umiliazioni, era sfumata per sempre.
Sia io che Luca restammo in contatto con Walter negli anni seguenti. Tirava avanti, ma non se la cavava molto bene. Era sempre più solo, dopo che tutti quelli che lo circondavano avevano finito di rubargli tutto quello che aveva.
Una mattina del 1991 ero a letto con la febbre. Eravamo sotto Natale, a Milano c'era la neve. Stavo ascoltando la radio quando venni a sapere che Walter era morto durante la notte, nel residence di Milano dove viveva da solo. Mi imbacuccai alla meglio e mi recai al cimitero dove era stata esposta la salma. Mi rivolsi al guardiano e chiesi: "Buongiorno, è qui che c'è Walter Chiari?"
"L'era nel salùn chi de drè - mi ha risposto lui in milanese - ma l'han già mò purtà via".
"L'hanno portato via? - chiesi io stupito - E perchè?"
Lui fece una leggera alzata di spalle, e disse: "El vegniva gnisùn. Fasea tristesa lasàl lì de per lù".
Non veniva nessuno - ha detto - Faceva tristezza lasciarlo lì da solo.
Addio Walter, e grazie per tutto quello che ci hai regalato.
Massimo Mazzucco
PS: La cosa più vergognosa è che fu proprio Pupi Avati, 10 anni dopo, a girare un film sulla vicenda di Walter Chiari a Venezia, usando come attore Massimo Boldi. Il film si intitolava "Festival". Per comprendere fino in fondo la bassezza di questa operazione basta leggere la voce di Wikipedia: "Il film è in parte ispirato alla figura di Walter Chiari che, alla fine della carriera, covò una breve speranza di "rilancio" con il film Romance, presentato alla Mostra del cinema di Venezia e grazie al quale Chiari fu il favorito per l'assegnazione della prestigiosa Coppa Volpi nel 1986. Questa venne però conferita a Carlo Delle Piane per il ruolo interpretato in Regalo di Natale, diretto proprio da Pupi Avati."
Cioè, prima gli rubano il premio più bello della sua vita, poi gli rovinano il resto dell'esistenza, e infine ci lucrano sopra facendo un film sulla sua storia. Benvenuti nel meraviglioso mondo dello show business.
Quello che ha raggiunto l'apice della carriera con "Me la ciula! Me la ciula!" e "Bestia che dolore"?
grazie Massimo per averlo ricordato, mi guarderò il film perchè è tuo e c'è Walter, anche se c'è Barbareschi che detesto...
Paolo
Sia la regia che la recitazione sembrano frutto di un approccio "senza compromessi", senza la minima ruffianeria o ammiccamento al grande pubblico - il che può far capire perchè Pupi Avati ha fatto carriera e M.M. un po' meno... (scherzo, ok?)
Certo la storia è di una malinconia quasi straziante, alla quale contribuisce non poco la musica, sempre così statica e cupa... Centazzo è un gran musicista, ma secondo me quando scrive per le immagini è spesso un po' monocorde.
Sulla Coppa Volpi che dire... ormai siamo a un tale grado di assuefazione a qualsiasi porcheria che una cosa del genere sembra quasi normale. Molto molto triste.
Mi piacerebbe rivedere questo film in qualità migliore, e senza la distrazione dei sottotitoli inglesi.... si trova?
"Amici non piangete, è soltanto sonno arretrato".
L' avevo cercato anni fa senza successo, finalmente possiamo vederlo.
Grande Walter. Che dispiacere immenso.
Emblematico e' stato per fare un esempio l'ultimo capodanno, il regista e il produttore sono stati costretti a ritirarlo e a rigirare alcune scene tipo denudare Monica Bellucci perche' il film cosi' com'era non piaceva!
Il resto del panorama e' di una desolazione sconcertante.Quelli che bazzicano il mondo del cinema sono i primi a capire l'aria che tira e....attaccare l'asino dove vuole il padrone!
Uno che ne ha fatto le spese e' stato il grande Walter Chiari, "scomodo" come una sedia rotta e con tre gambe, esiliato per i suoi punti di vista (anche lui ci ha messo del suo) e mandato in galera per spaccio e consumo di coca, dovessero arrestare tutti quelli che lo fanno ci sarebbero piu' carceri che case!
Dei festival, qualunque siano, sinceramente me ne sbatto, specie se sono fatti in italia.
P.S. Massimo il tuo film non l'ho ancora visto,colmero' al piu' presto questa lacuna.
NULLA FIDELIS NULLO DOLORE / DANKUS MINISTER JUSTITIAE
Questo "dispetto" al regista ed al film ( il regista è sempre importantissimo anche se l'attore si chiama Lawrence Olivier ).. è l'ennesima conferma dei giochi dietro le quinte.. dallo spettacolo a tutto il resto.
Stasera mi guardo il film fumandomi un buon sigaro
Un'altra tecnica usata in situazioni simili (quando non era possibile usare due cineprese) è che filmavamo prima Walter integralmente, lasciandolo improvvisare, e poi Luca memorizzava i passaggi e li ripeteva quando toccava a lui essere inquadrato.
Senza di lui questo film non sarebbe stato possibile.
***
A chi ha notato la lentezza del film: l'ho notata anch'io, rivedendolo dopo tanti anni. Ma quelli erano altri tempi. Tenete presente che i nostri "autori di riferimento" in quell'epoca erano i Tarkovsky, i Wenders e i Rohmer. Nulla a che vedere con la schizofrenia narrativa di oggi.
Il mio libro preferito in quell'epoca era proprio "Scolpire il tempo" di Tarkovsky. Il concetto fondamentale, che io ho sempre condiviso, è che il ritmo narrativo non è dato dalla "velocità" con cui si susseguono gli eventi, ma dalla intensità emotiva che contrassegna ciascun evento descritto. Un film lento ma denso di emozioni può risultare molto più "ritmato" di un film dove tutti corrono ma non succede un cazzo.
Adesso ho una buona giustificazione da addurre.
Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza
youtu.be/kk1SSnS9tK0
Questo film ha vinto...non ho capito però il criterio...visto che è davvero di nicchia...ce l'avevano già nel taschino?
Mah...Venezia...Locarno...hanno vinto spesso outsiders...
...e quindi in quelle condizioni meritava un premio?
O si premia la performance...o si lascia perdere...Odio quei palliativi alla carriera...
Romance
youtu.be/VDgEX47vWC0
Non ho mai trovato Walter Chiari un eccezionale attore...valeva un Mario Carotenuto...un Alvaro Vitali(che ora per campare va ai matrimoni a dir barzellette...)
La cocaina ne stroncò l'immagine...e diciamolo...poteva anche non farlo...
Lo conobbi al casinò di Campione...timbro della voce particolare...un simpaticone un po' malinconico...
Forse morì abbandonato...ma Lui scelse anche una vita superficiale....
Slobbysta
il cinema non e' solo denaro, e' anche potere (anche se le due cose soprattutto oggi sono strettamente correlate). Mi spiace per Walter Chiari, ma a Pasolini e' andata decisamente peggio. Di recente ho letto un libro, "The undeclared war" di David Puttnam, tradotto anche in Italiano (credo sia quello...) che spiega quanto potere ha il cinema (in particolare quello Americano), al punto da condizionare anche tutti i Trattati di Libero (Uah! Uah!) Commercio internazionali, dal Gatt al TTIP.
Niente di nuovo sotto il sole, dunque, ma grazie di aggiunto un altro tassello al puzzle di una migliore comprensione della realta'
Dopo tutti questi anni, non avevo idea che Mazzucco avesse diretto anche film che non fossero documentari!
E con Walter Chiari, addirittura!
Sono andato a cercarmi di corsa le schede del film nella mia collezione di "Ciak" del 1986... le recensioni sono tutte positive, come si può vedere.
Ora mi resta ancora da vedere "Summertime"...
Roba da matti...
Quella del mancato premio su quello che gli uomini possono fare agli altri uomini, quella del film su ciò che l' uomo può fare a se stesso.
Vederlo a poco tempo dalla scomparsa di mio padre mi ha fatto venire il groppone alla gola, sembra sempre di non essere riusciti a godersi gli affetti per quanto avremmo potuto o voluto. Naturalmente ci si accorge sempre troppo tardi.
Bello, grazie per averlo pubblicato.
P.S.
Grazie anche a Totalrec per aver pubblicato la clamorosa immagine di Mazzucco capellone barbuto, salvata!
ma come mai hai smesso di fare film?
ieri sera ho riguarato Regalo Di Natale e devo dire me lo ricordavo piu' bello e cupo.
Se l' avesse potuto vedere sarebbe senz' altro stato orgoglioso del suo figliolo.
Tornando al film, al posto tuo avrei rigirato la scena dell' abbraccio tra padre e figlio vicino al fuoco fino a fare invecchiare Barbareschi! Ma è modo di piangere?
Grazie ancora.
Cappellone, barbuto e pure figo (mi dicono, io non me ne intendo ) ma con un accostamento di colori diciamo un po'... improponibili
Vabbe' non te la prendere, sei figo lo stesso (dicono) e senza dubbio piu' elegante
Summertime Romance è un dittico imprescindibile nella carriera cinematografica di Massimo e basilari se si vuole capire la genesi semantico inconscia del suo ultimo film sulla luna e sulle estati in generale, che come si sa iniziano il 21 giugno e finiscono l'11 di settembre.
E' George Eastman, l'attore che interpreta Stefano in "Regalo di Natale". Curiosamente, i due film, sul numero di Ciak del settembre 1986, sono giustapposti su due pagine contigue, proprio come se fossero concorrenti...
Non sono attori miei preferiti Chiari e Barbareschi ma vedro' senz'altro il film.
e Barbareschi sembra persino credibile...non l'avrei mai detto!
Deve essere stato un onore lavorare con Walter Chiari.
La battuta s'ispirava alla frase di una canzone di Lucio battisti: emozioni "guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire"
Walter Chiari, con la sua faccia aggiunse solo la parola "prova" e io non so come, non riuscivo più a smettere di ridere.
E' stato un grande uomo, capace di guardarsi dentro e riconoscersi. E' chiaro che, in un mondo dove tutti sono concentrati sul fuori e su una socialità di compagnia, doveva sentirsi solo.
Stasera riguardo il film.
Grazie Massimo.
Grazie per averci raccontato questa storia. Vedrò volentieri il film.
Il film non l'ho ancora visto, ma sono sicuro che ci hai messo anima e cuore nella realizzazione.
PS: Cacchio, nella foto sembri Al Pacino!
Nella prima immagine la solitudine e nella seconda la disperazione.
Bravo Massimo. Avevi una promettente carriera e ti sei dedicato a te... devi essere un po' Walter Chiari anche tu
it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Volpi
beh, è come NON aver preso il premio mussolini d'oro: da vantarsene!
Per quanto riguarda la storia: ennesimo episodio sintomatico della degenerazione italica.
Da diffondere senza pietà.
A me sembra più Lucio Dalla! Comunque un bel film con i dialoghi che sembravano molto reali
Qualcuno sa indicarmi da dove si potrebbe scaricare?
Un plauso per come hai rappresentato Massimo la bellezza tardo primaverile delle vallate delle Dolomiti Orientali tra Cortina d'Ampezzo e il Lago di Braies. Sono luoghi che conosco bene fin da bambino.
Walter Chiari l'ho sempre considerato un fuoriclasse (si vedeva già nelle sue parti comiche che era in realtà un attore a tutto tondo), e la sua grandezza non ha certo bisogno né dei principali premi mondani (anche se nel suo momento di difficoltà sicuramente l'avrebbero un po' aiutato), né dell'ipocrisia dei suoi sedicenti conoscenti che avrebbero teoricamente dovuto andare a dargli l'estremo saluto.
Abbiamo parlato di Pupi Avati, e quindi vorrei ricodare il suo film (secondo me il migliore) "La casa dalle finestre che ridono"; anche se ho sentito dire, mi sembra alla radio, che ogni volta che glielo ricordano si arrabbia perchè dice di aver fatto molti altri bei film (forse si riferisce proprio a "Regalo di Natale" ed a "Festival")
PS:
Il film mi fa anche rivalurare Luca Barbareschi (che prima mi era piaciuto solo in "Cannibal Holocaust").
Non mi è chiara una cosa sul tuo racconto dell'assegnazione del premio: come facevano ad essere già pubblicati i vincitori sui quotidiani se non era ancora avvenuta la premiazione in Sala Grande?
"Le esequie funebri furono partecipate da un mare di folla. La sua salma riposa oggi nel Famedio del Cimitero monumentale di Milano che accoglie i milanesi illustri."
Da 'wikipedia.org' alla voce Walter Chiari:
"I funerali di Walter Chiari si svolsero presso la Chiesa di San Pietro in Sala, in piazza Wagner, a due passi da quel Teatro Nazionale dove l'attore si esibiva spesso quando recitava a Milano, e vi partecipò una folla immensa che gli tributò un ultimo, lungo e scrosciante applauso. Sulla lapide dove riposa, presso il Cimitero Monumentale di Milano ..."
Foto della folla presente al di fuori della chiesa e il certificato dell'agenzia di stampa Farabolafoto.
www.ebay.it/itm/385359803591
Walter Chiari intervistato sul set del film Romance di Massimo Mazzucco, 1986
www.youtube.com/watch?v=L13avSCFeeY