di Giacomo Cavalli

Ho 41 anni e sono un insegnante precario, abilitato da un decennio, durante il quale ho notato un progressivo peggioramento scolastico, a partire dalla sciagurata legge Gelmini del 2008, che privò l'Istruzione Pubblica di circa 10 miliardi di finanziamento. Classi più numerose, calo delle ore di insegnamento, standardizzazione e burocratizzazione della figura dell'insegnante sono stati elementi che mi hanno spinto ad optare – oltre alla disoccupazione effettiva - per altre soluzioni lavorative, incluse le trasferte all'estero; via seguita nonostante una grande passione personale e parecchi riscontri positivi nelle classi. Quest'anno, però, mi è capitata l'occasione di rientrare a scuola come supplente su un posto di potenziamento (tra un attimo chiarirò cosa significa). Premetto che, essendo stato lontano dall'ambiente per due anni, nulla sapevo dell'ondata di recenti assunzioni e delle disposizioni della buona scuola (volutamente in minuscolo), per cui vi spiegherò tramite i fatti in cosa consista la novità più evidente. [...]

Chi sono i docenti di potenziamento e cosa fanno

Ad anno già iniziato, ogni istituto (mi riferisco alle scuole superiori in cui lavoro) si trova a gestire un numero extra di docenti, da tre a dieci, privi di qualsivoglia incarico. Mentre i docenti “usuali” si sobbarcano lezioni, verifiche, consigli ed attività pomeridiane, i “potenzianti” (che spesso non c'entrano con l'istituto dove sono allocati, come i giuristi nei licei) bivaccano nelle aule docenti. Nella mia attuale scuola, a cinquanta prof dell'organico si aggiungono nove raminghi. Poco meno del 20% della forza lavoro. [...]

Da dove nasce la follia?

Sembrerebbe che l'Italia, bacchettata dall'Unione Europea, abbia provveduto a riparare dei torti assumendo una gran massa di precari, senza però avere le idee chiare su come impiegarli. Il loro scopo dichiarato sarebbe quello di sollevare i docenti “titolari” dalle attività extra (progetti pomeridiani, supplenze brevi) e, secondo loro, contribuire a rendere la scuola all'avanguardia. Ma l'anno è già iniziato e il carico di lavoro è già stato assegnato. Possiamo dare una mano in alcune attività pomeridiane, coprire qualche supplenza, svolgere corsi di recupero ed approfondimento. Ma siamo troppi per essere tutti impegnati continuativamente.

Impatto psicologico

Sembra quasi che questa mossa sia stata pianificata a tavolino, allo scopo di gettare ulteriore discredito sulla categoria. Dall'esterno cosa si vede? Un gruppo di laureati che ciondola in un'aula, aspettando di ricevere qualche incarico, mentre i colleghi si smazzano. Lo trovo avvilente, ma sappiamo che un sacco di gente ci sguazza. Personalmente dispongo di altre risorse, per cui potrò (spero) rendermi utile nei progetti audiovisivi, ad esempio. La dirigenza e la segreteria si affannano già per stare dietro alla burocrazia, che è tanta e inutile, e non è facile per loro escogitare attività per tutti noi. Ergo, tutto dipende dalla buona volontà del singolo.

Cosa farei io?

Prima di tutto imposterei un piano sul lungo periodo, reintegrando i soldi rubati dalla riforma Gelmini, e finanzierei ulteriormente; in seguito, aumenterei il numero di scuole e aule, acquisterei attrezzature, manderei in pensione buona parte dei colleghi oltre i 60 anni e solo allora assumerei (docenti, bidelli, tecnici, segretari); stabilirei inoltre un numero tra 15 e 20 individui per classe (non i 25 che si possono spesso trovare), in modo da garantire qualità d'insegnamento e rapporto umano. Poi ci sarebbe la questione della didattica e delle valutazioni (INVALSI) che meriterebbe un articolo a parte, ma mi fermo qui.

Conclusioni

In sintesi, questo provvedimento mi sembra in linea con lo stile renziano, che mi ricorda quello mussoliniano; tanto fumo e niente arrosto, tanta faciloneria e un bel cinegiornale per illudere e confondere le idee. Molti dicono che è una fase transitoria e che tutto si aggiusterà, e che in fondo qualcosa si è mosso. Io non ci credo; percepisco inquietanti vibrazioni telluriche, acuite dall'esperienza decennale, costellata di delusioni e amarezze, per cui non sono un testimone attendibile. Molti lettori mi diranno: allora dimettiti, perché rubi uno stipendio senza fare nulla, sputando nel piatto dove mangi? Cosa pretendi di comunicare con questo articolo? Non lo so neppure io. Uno stipendio che forse non arriverà (leggo sul web che molti colleghi non hanno ancora visto il becco di un quattrino), un anno di punteggio (da non disprezzare), la speranza di rendersi effettivamente utile, una autentica passione per il lavoro coi ragazzi sono tutte considerazioni che mi ripeto, perché sono abituato a guadagnarmi la vita onestamente. Alla luce di quanto riferito sopra, è proprio questo che mi fa stare male e mi spinge a condividere.

Giacomo Cavalli

Comments  
Mi ricordo di certe trasmissioni anni sessanta dove intervistavano gli studenti di allora...sinceramente c'è stata una drastica evoluzione mentale, soprattutto nel sud..

Poi è imbarazzante la situazione descritta ..ma solo in un contesto che guarda a una situazione globale...

Non credo che oggi la scuola pur anche ben organizzata, sia in grado di "istruire"...casomai seleziona giovani con buona memoria, avviandoli alla catena di montaggio-8/mezzogiorno... pomeriggio/sera...

Il giovane oggi si istruisce in gran parte fuori dalla scuola...il sistema scuola non ha seguito gli ultimi 20anni di "evoluzione" risulta anacronistica nei programmi nell'organizzazione nel coinvolgere i docenti ....i ragazzi di oggi sono molto differenti da quelli di due generazioni fa...qui sembra un film in bianco/nero...

La mia solidarietà al prof....mi sarei firmato con un pseudonimo...ma la sua onestà va oltre la prudenza...

Anteater
Dall'articolo:"questo provvedimento mi sembra in linea con lo stile renziano, che mi ricorda quello mussoliniano"
Mussolini aveva posto a Ministro dell'Istruzione il maggior- o uno dei maggiori filosofi del tempo- Giovanni Gentile. La sua riforma è andata ben oltre il fascismo. Ce ne sono stati di migliori, poi?
Condivido ogni parola dell 'articolo.

Aggiungerei solo due considerazioni:
_ si continuano a mantenere in servizio migliaia di insegnanti ultrasessantenni trincerandosi dietro i costi eccessivi dell'operazione e si assumono migliaia di nuovi insegnanti che verranno pagati senza andare in classe; non occorre essere grandi economisti per capire che la manovra ha un saldo economico negativo e che si tratta di un'operazione propagandistica a fini elettorali;
_ una riforma passata in parlamento a colpi di maggioranza senza nessuna trattativa con la categoria e andando contro il 99% del personale scolastico (la moglie di Renzi è fra le poche centinaia che non ha scioperato contro la riforma) la dice tutta sull'atteggiamento dell'attuale governo;

Mi auguro solamente che i docenti ed i loro familiari abbiamo buona memoria e la mantengano fino alle prossime elezioni politiche.
cit.

Mi auguro solamente che i docenti ed i loro familiari abbiamo buona memoria e la mantengano fino alle prossime elezioni politiche.

Figurati. Voteranno in blocco con memoria azzerata l'ideologia di turno.
Ottimo articolo, ennesimo spaccato di vita reale che ci racconta come stanno andando le cose.

Mia moglie insegna in un grande liceo dove sono arrivati ben nove docenti potenzianti che sono nelle condizioni descritte nell'articolo. A questo aggiungiamo poi l'alternanza scuola-lavoro introdotta dal governo: le scuole superiori non sanno dove "piazzare" i ragazzi per ottemperare all'obbligo renziano ma soprattutto non sanno come fare visto che il MIUR si è guardato bene dal fornire indicazioni applicative.

Grande imbarazzo dei dirigenti scolastici e del corpo docente ma... non scordiamoci i 500 euro elargiti per l'aggiornamento e promessi anche per gli anni a venire.

A detta di mia moglie, in molti si sono fatti ammansire da questa regalìa e poichè, dopo il computer fisso, i molti vorranno prendersi anche un tablet e un portatile nuovi, è probabile che essi in cabina elettorale si tureranno il naso.

Io lo chiamo voto di scambio.

Quote:

Cosa farei io?

Prima di tutto imposterei un piano sul lungo periodo, reintegrando i soldi rubati dalla riforma Gelmini, e finanzierei ulteriormente; in seguito, aumenterei il numero di scuole e aule, acquisterei attrezzature, manderei in pensione buona parte dei colleghi oltre i 60 anni e solo allora assumerei (docenti, bidelli, tecnici, segretari); stabilirei inoltre un numero tra 15 e 20 individui per classe (non i 25 che si possono spesso trovare), in modo da garantire qualità d'insegnamento e rapporto umano. Poi ci sarebbe la questione della didattica e delle valutazioni (INVALSI) che meriterebbe un articolo a parte, ma mi fermo qui.

La mia domanda è ma per insegnare cosa? Quale sarebbe la qualità di insegnamento.
La scuola statale ha un programma e degli obiettivi ministeriali, mi domando ma quegli obiettivi vanno bene?
Ecco una cosa che dovrebbero iniziare a fare nelle scuole è potenziare non solo la memoria ma anche il processore. E magari esercitare la logica.
Così magari iniziamo a comprendere che come per la storia dei partiti, dell'economia ecc...ecc..., sarebbe il caso prima di darsi una rotta, poi vediamo cosa occorre comprare per il nostro viaggio, e solo in seguito accendiamo i motori.

Ora faccio una riflessione del tutto soggettiva. Ma dobbiamo segnare la vita dei nostri figli da un percorso imposto da una società? Quale autorevolezza, quale pulpito di giustizia ha una società per imporre il percorso che deve fare nella propria vita un singolo individuo.

P.S. Ho un professore molto vicino nella mia vita, il quale dopo oltre 2 decadi di precariato non ha perso ancora la propria passione per quel che fa, ovviamente insegnando e trasmettendo i propri insegnamenti. Capisco perfettamente i sentimenti di Giacomo Cavalli, ma dal mio punto di vista non posso esservi vicino. Mentre non biasimo assolutamente la scelta di non rinunciare al posto e allo stipendio.
La scuola pubblica in questa paese ha iniziato a subire attacchi e destabilizzazioni dalla fine del secondo dopoguerra quando poteva veramente elevarsi a scuola che forma il cittadino e il suo futuro,fino ad allora era stata solo una fucina di "buoni" cittadini al servizio della monarchia e del regime, le scuole superiori riservate alle classi dirigenti,quelle elementari riservate al resto della popolazione che nonostante tutto rimase per la stragande maggioranza analfabeta.
Con la scuola di massa si tento' non solo un operazione di semplice alfabetizzazione ma anche di responsabilizzazione della persona,infatti la materia che venne fatta fuori per prima fu educazione civica,anche se nei miei ricordi di studente non e' che detta materia veniva trattata come meritava.
La demolizione della scuola pubblica in questo paese inizio' anche con l'attacco delle scuole private,falsamente assurte a maggiore serieta' di studi e di titoli,scuole buone solo per quegli individui che avevano e hanno bisogno del classico fucile puntato alla schiena per fare le cose.
Il fondo' si tocco' negli anni 90 del secolo scorso,quando anche l'ex pci finiti i soldi di mosca entro' nell'ottica della politica di privatizzazione che continua a far danni in tutti i settori,togliendo fondi per l'istruzione pubblica e dirottando finanziamenti e sgravi fiscali per le scuole private specialmente cattoliche.
Un caposaldo del potere,qualsiasi potere e' tenere nell'ignoranza la popolazione,nell'antichita' si usava negare la possibilita' di leggere e scrivere,adesso ridurre l'insegnamento a poche nozioni insegnate come se fossimo in una scuola guida.Parcheggio per futuri disoccupati la scuola pubblica e' stata ridotta al rango di quello che erano le scuole appena due secoli fa',al massimo un avviamento ad un lavoro,ma per quanto riguarda la formazione e la cultura per la trasformazione di un individuo in un cittadino, siamo e rimaniamo un paese del terzo mondo,con buona pace degli "ottimisti" di turno.


Sono uno scettico H24
Le risorse pubbliche stanziate per la scuola sono in sostanziale diminuzione dagli anni novanta. Nel 2011, la differenza fra la media della spesa pubblica dei 28 paesi UE e l'Italia, secondo i miei calcoli, era di 15 miliardi.

Se si vuole far funzionare un'attività tocca finanziarla. Come e secondo quali metodi lo lascio discutere a chi nella scuola ci lavora.



Qui in Inghilterra le cose non vanno molto meglio. Ho insegnato in una High School per molti anni ma poi, potendolo fare, me ne sono andato e adesso insegno privatamente. Qui non c'e' la figura dell'insegnante di potenziamento ma ci sono i cosiddetti "class supervisors", cioe' supplenti non laureati che si occupano di fare baby sitteraggio ad una classe in cui manca l'insegnante - naturalmente, quando lo staff e' al completo, affiancano qualche insegnante nelle classi piu' difficili ("team teaching") e raramente bivaccano.
Do un consiglio a Giacomo e a tutti quelli che si trovano nella sua condizione: se non avete niente da fare, affiancatevi ad un collega e fate da assistente - non interferite durante la spiegazione ma state in fondo alla classe, alle spalle degli studenti. Il loro comportamento migliorera' di molto. Durante la fase pratica (esercizi, traduzioni etc.) girate fra i banchi e offritevi di aiutare gli studenti che hanno qualche' difficolta' o si stanno distraendo. Se poi c'e' sintonia con l'insegnante, qualche lezione potreste anche insegnarla voi e invertire i ruoli.
Non guardate sempre avanti per cercare risposte.

Per il settore "scuola primaria" (considerandone ormai facente parte gli istituti superiori) recuperate biografie e pensiero di don Milani: c'è già tutto lì, il resto è orpello inutile utilizzato dal sistema per abbellire un obbrobrio
Mi ricorda molto il periodo attorno agli anni '70 negli stati uniti. Come nel documentario Sick o di Michael Moore, hanno sistematicamente distrutto il settore pubblico e reso volutamente inefficiente per poi raccontare a tutti che il settore privato avrebbe saputo gestire meglio la sanità etc... Stanno ricalcando lo stesso schema. Già cominciano con le pubblicità alle assicurazioni sanitarie private, isituti privati di cura etc... fra un po di anni avranno chiuso il cerchio...
Tutto come previsto: la scuola serve allo stato semplicemente per forgiare gli schiavi ubbidienti di domani, non certo per dare un'istruzione a qualcuno.

E' tutto voluto e studiato: infatti chi perde dal deterioramento della scuola sono i poveri, in quanto costretti a frequentare la scuola pubblica, mentre ai ricchi non interessa visto che loro frequentano solo le "loro" scuole private.

Alla fine di questo processo avremo generazioni sempre piu' ignoranti e di conseguenza sempre piu' controllabili.

Quote:

Cosa farei io?

Prima di tutto imposterei un piano sul lungo periodo, reintegrando i soldi rubati dalla riforma Gelmini, e finanzierei ulteriormente; in seguito, aumenterei il numero di scuole e aule, acquisterei attrezzature, manderei in pensione buona parte dei colleghi oltre i 60 anni e solo allora assumerei (docenti, bidelli, tecnici, segretari); stabilirei inoltre un numero tra 15 e 20 individui per classe (non i 25 che si possono spesso trovare), in modo da garantire qualità d'insegnamento e rapporto umano.

Condivido pienamente, anche perché questi problemi li ho riscontrati sulla mia pelle.
Ho finito da sei mesi la scuola superiore e in base alla mia esperienza posso dirvi che molto spesso i soldi dello stato vengono sfruttati male, ad esempio (nella mia scuola) con l'acquisto da parte dello stato di centinaia di tablet per gli studenti, mai utilizzati dai professori e pressoché inutili per l'attività didattica.
Io lascerei a casa anche tutti i professori che non hanno né voglia, né sono in grado di insegnare in una scuola (e credetemi, ce ne sono veramente tanti) per dare spazio a chi sa insegnare bene.
Inoltre, un anno, siamo arrivati anche fino a 33 studenti in un'aula con la conseguenza di brutta qualità di insegnamento e poco legame tra i membri della classe.
La scuola non mi ha lasciato "dentro" niente, ma Spero che le cose si risolvano al più presto, anche perché è la base della nostra vita e del nostro paese.
Tutto come previsto: la scuola serve allo stato semplicemente per forgiare gli schiavi ubbidienti di domani, non certo per dare un'istruzione a qualcuno.

E' tutto voluto e studiato: infatti chi perde dal deterioramento della scuola sono i poveri, in quanto costretti a frequentare la scuola pubblica, mentre ai ricchi non interessa visto che loro frequentano solo le "loro" scuole private.

Alla fine di questo processo avremo generazioni sempre piu' ignoranti e di conseguenza sempre piu' controllabili.


Sante parole. Sono 50 anni che ce lo dicono avvertendoci...
In qualità d'insegnante, posto anche un mio commento. Può darsi che la scuola serva a formare schiavi o affini, ma come ogni sistema offre anche gli strumenti per cambiare... certo bisogna essere intelligenti e l'intelligenza come il buon senso infatti non s'insegnano, ma solo perché l'umanità non ha i mezzi per apprenderli (un'umanità minimamente dotata avrebbe capito da un pezzo che l'11 sett. 2001 è un'autoattentato).

Premessa: prendetevi un minuto ed a occhi chiusi ripercorrete tutta la vostra vita scolastica compresa l'università, contando gli insegnanti che vi hanno davvero offerto strumenti e stimoli nuovi per vedere la vostra vita in modo più creativo. Quanti sono? I miei tre.
Tre su centinaia d'insegnanti... che bella percentuale!
Ora parlo da insegnante: in quanti colleghi ho riconosciuto delle capacità similari ai miei "tre"? Uno. Solo uno in quasi 25 anni d'insegnamento.
Conosco invece una sterminata quantità di persone che prendono lo stipendio lavorando a scuola. Alcune di queste ci mettono l'anima ma più di tanto non riescono a fare, molte vivono la scuola come un prolungamento di quel periodo post laurea nel quale dici: "in attesa d'altro faccio supplenze", altri se ne fottono alla grande.

Diciamocelo: la scuola è piena zeppa di mediocri. Esistono attenuanti ambientali, ma sono attenuanti. Se così non fosse, non sarebbe la scuola che conosciamo.

La Buona Scuola (scritto maiuscolo), è una riforma coraggiosissima (tant'è che io ero persuaso sarebbe rimasta sulla carta), che tende a eliminare il "supplentismo" tanto caro a chi non ha mai vinto un concorso e "chiagne" ma vuole continuare a fottere. Quel "supplentismo" che è la fonte di sopravvivenza di sindacati che per mestiere fanno ricorsi tanto facili su un sistema legislativo che a confronto un riccio chiuso a palla è una pelle vellutata, ma si tratta di un modus operandi parassitario; fare causa al MIUR è come giocare al tiro a segno al luna park: vinci sempre.

In riferimento alla lamentela specifica di Cavalli: cos'altro potrebbero fare degli insegnanti entrati in ruolo un mese fa? Nient'altro che quello che fanno. Loro sono quelli che l'anno prossimo chiuderanno le porte agli eterni supplenti se non supereranno neanche il prossimo concorso; e in futuro il supplente (eventuale) potrà essere tale solo per tre anni, poi: o vince il concorso o va a fare altro, come accade a chiunque in qualunque ambito.
L'ultima "perla" degli inutili supplenti a vita è questa domanda: "al prossimo concorso su tre candidati , solo uno risulterà vincitore... e gli altri due?" gli altri due se ne vanno affaculo (dico io) perché non erano preparati a sufficienza per dargli in mano i nostri figli. Forse fate lo stesso ragionamento per il concorso per la magistratura? Vi ponete la stessa domanda quando su 1000 candidati passano in 10? E gli altri 990??

Ecco la scuola oggi: dei Brocchi che si credono Cavalli.


p.s. il punto della riforma a cui riconosco più alta vulnerabilità è legato al potere concesso ai presidi. A volte i legislatori italioti s'immaginano biondi e con gli occhi azzurri... e invece non sono svedesi, ma italioti. E' bene ricordare che i presidi non vengono da un pianeta più evoluto del nostro, erano insegnanti (molto spesso i più demotivati), ne conosco di tutti i tipi e credo che per alcuni, la prova del "potere" sarà una vera tortura, mentre per altri poveretti sarà la conferma dell'investitura divina.
Su questo punto, mi auguro che il futuro possa mostrare una via più equilibrata.
Ma chi è Giacomo Cavalli?

Uno che non ha capito niente del potenziamento. Si poteva fare di meglio? Ovviamente si!! Ma di certo c'è anche che il potenziamento non è come lo ha spiegato questo tizio. Fa Sembrare quasi che i docenti del potenziamento siano mangia pane a tradimento.

Renzi ha cercato di mettere fine alle graduatorie infinite...prendendo due piccioni con una fava...ovvero adeguarsi alle norme europee e fare un pò di propaganda elettorale. Lo scopo del potenziamento è quello di eliminare le supplenze a chiamata (anche per questo motivo sono stati chiamati a novembre). Una persona che ragiona può capire facilmente che il sistema non può andare a regime in 4 mesi per motivi tecnici e pratici...i primi risultati positivi si avranno tra 2 o 3 anni.

Altra cosa...tutti quelli entrati con la buona scuola dovrebbero paradossalmente ringraziare anche la Gelmini che togliendo le risorse quasi un decennio fa, ha procurato l'occasione per molti quarantenni di entrare a scuola oggi...perché un posto da prof non l'avrebbero mai visto.

E poi se credi di non essere utile puoi sempre rinunciare...forse è meglio di no..vero caro Giacomo?

L'ipocrisia dilaga e anche quelli che sputano nel piatto dove mangiano...
@ EDO: Ecco la scuola oggi: dei Brocchi che si credono Cavalli.

Non capisco che c'entra questo commento. Credo che il giudizio spetti agli studenti e alle famiglie. Mi pare una considerazione che anziché andare nello specifico, punta al personale, facendo il gioco di chi vuole dividere il già frammentato corpo insegnanti. Tu sei un prof di ruolo o uno degli eterni supplenti, Edo? Perché bisogna spiegare alcune significative differenze tra le due categorie...e anche se fossi supplente, è evidente che, se la mia comunicazione è difettosa, parimenti lo è la tua. Ho inteso fornire uno spunto di riflessione, senza pretendere di avere la verità in tasca.

Quoting halastor:

Ma chi è Giacomo Cavalli?

Uno che non ha capito niente del potenziamento. Si poteva fare di meglio? Ovviamente si!! Ma di certo c'è anche che il potenziamento non è come lo ha spiegato questo tizio. Fa Sembrare quasi che i docenti del potenziamento siano mangia pane a tradimento.


Altra cosa...tutti quelli entrati con la buona scuola dovrebbero paradossalmente ringraziare anche la Gelmini che togliendo le risorse quasi un decennio fa, ha procurato l'occasione per molti quarantenni di entrare a scuola oggi...perché un posto da prof non l'avrebbero mai visto.


E poi se credi di non essere utile puoi sempre rinunciare...forse è meglio di no..vero caro Giacomo?

L'ipocrisia dilaga e anche quelli che sputano nel piatto dove mangiano...



Sono un precario qualunque, l'ho detto, e mi sono definito un testimone di parte. Per il momento noi "potenzianti" siamo un'anomalia, che poteva essere evitata con una pianificazione a lungo termine: lo dimostra la totale assenza di criteri attuativi (parole della Dirigente, non mie) che ha accompagnato queste assunzioni.

Riguardo al commento sulla Riforma Gelmini: la logica è oscura; se si tolgono le risorse, con che soldi si pagano i nuovi assunti? Ringraziare di che?

Mi sto dando da fare di mia iniziativa, con i ringraziamenti della preside per l'intraprendenza, di concerto con i ragazzi, di cui supporto le proposte. Se non sarò utile, non aver paura Halastor, mi toglierò di mezzo; d'altra parte, lo ribadisco, non sono di ruolo. L'ho già fatto andando all'estero, e nulla mi vieta di rifarlo. Non ho mai interpretato la scuola come una greppia. Se questo fosse il mio intento, mai avrei scritto questo articolo, né mi sarei firmato con nome e cognome, diversamente da chi si sente in dovere di trinciare giudizi personali, come per il commento di @Edo. Ovvero, la vecchia storia del dito e della luna...
Volevo scrivere eattamente quello che invece ho gia' visto scritto.


Quote:

Do un consiglio a Giacomo e a tutti quelli che si trovano nella sua condizione: se non avete niente da fare, affiancatevi ad un collega e fate da assistente - non interferite durante la spiegazione ma state in fondo alla classe, alle spalle degli studenti. Il loro comportamento migliorera' di molto. Durante la fase pratica (esercizi, traduzioni etc.) girate fra i banchi e offritevi di aiutare gli studenti che hanno qualche' difficolta' o si stanno distraendo.

Anche io vedo la situazione dei "potenziatori" all'interno di una scuola. Alcuni vengono usati come supplenti, e ben venga, ma altri purtroppo restano senza impiego per tante ore. Immagino che per un docente appassionato al proprio lavoro questo sia davvero svilente e demoralizzante.
Un'altra idea che potrebbe essere attuata e' di proporre alla scuola di organizzare dei corsi pomeridiani facoltativi di aiuto allo studio per gli studenti che ne sentono il bisogno, o magari anche di approfondimento di alcuni argomenti piu' interessanti o 'intriganti'.. in fondo lo studio, se fatto con interesse e passione, e' cosi' accattivante! no?

Quote:


Quoting halastor:

Ma chi è Giacomo Cavalli?

Uno che non ha capito niente del potenziamento. Si poteva fare di meglio? Ovviamente si!! Ma di certo c'è anche che il potenziamento non è come lo ha spiegato questo tizio. Fa Sembrare quasi che i docenti del potenziamento siano mangia pane a tradimento.

Renzi ha cercato di mettere fine alle graduatorie infinite...prendendo due piccioni con una fava...ovvero adeguarsi alle norme europee e fare un pò di propaganda elettorale. Lo scopo del potenziamento è quello di eliminare le supplenze a chiamata (anche per questo motivo sono stati chiamati a novembre). Una persona che ragiona può capire facilmente che il sistema non può andare a regime in 4 mesi per motivi tecnici e pratici...i primi risultati positivi si avranno tra 2 o 3 anni.

Altra cosa...tutti quelli entrati con la buona scuola dovrebbero paradossalmente ringraziare anche la Gelmini che togliendo le risorse quasi un decennio fa, ha procurato l'occasione per molti quarantenni di entrare a scuola oggi...perché un posto da prof non l'avrebbero mai visto.

E poi se credi di non essere utile puoi sempre rinunciare...forse è meglio di no..vero caro Giacomo?

L'ipocrisia dilaga e anche quelli che sputano nel piatto dove mangiano...


Ah!! ma allora esistono ancora i piddini , renziani , boschiani, picerniani, quei geni che fanno della loro protervia , arroganza , prepotenza , supponenza , saccenza , metodo di pensiero ed analisi politica. Almeno fino a quando non finiranno i finanziamenti per la propaganda di partito o i tornaconti da cariche politiche o ritorni da simil conoscenze , parentele . Spero non sia nella seconda categoria , gli analfabeti politici , culturali totali , sarebbe peggio. Nel primo caso uno vende solo la sua dignità finchè conviene nel secondo non c'è speranza.
"Cospirazioni, l’equazione matematica che smentisce i complottisti". Ma cos'é la cospirazione? Sappiamo che il contrario di cospirazione è collaborazione, cooperazione. questi due contrari a mio parere ci danno un idea di come una cospirazione può diventare verità o rimanere tale.
Vedete se qualcuno vuole fare una cospirazione, affinchè egli possa riuscire nel suo intento a bisogno di collaboratori o cooperatori e quindi più grande è la cospirazione (verità) che vuole far credere e più grande deve essere il nucleo di collaboratori.
A noi hanno sempre raccontato che Adolf Hitler era cattivo, ma questo non bastava ci hanno detto che era il più cattivo. Ed era cosi cattivo che se accostate il nome Adolf con i primi 10 cognomi tedeschi più usati vi accorgerete che gli abbinamenti Adolf Muller, Meyer, Schneider ecc. nati alla fine degli anni 40, sono quasi inesistenti. Un po come cercare qualcuno che si chiami Giuda dopo la venuta di Cristo.
Ora che siano verità o cospirazioni, l'importante non è il significato di ciò che esse contengono ma chi c'è li propone.
In poche parole, ancora oggi se un racconto viene fuori dalle televisioni e giornali più famosi del mondo, e già verità. Per diventare verità assoluta e importante che ci sia una piccola percentuale di persone che abbiano la libertà di poter dire che il racconto potrebbe essere una cospirazione.