Un vero inviato di guerra, un vero giornalista, sono d'accordo con la quasi totalita' delle sue analisi, tranne sul cosidetto risorgimento italiano e su certi poeti considerati "vati". Ad maiora Fulvio!
la realtà è sotto gli occhi ma la propaganda massiccia e continua impedisce alle pecore di tradurre al cervello i segnali visivi percepiti dagli occhi.. gli occhi vedono ma il cervello no.. un pò come con il covid.. anzi lo stesso..
Prima cosa grazie a Massimo e Fulvio per un altro documento che aiuta a capire. Tuttavia, una nota sulla guerra dei 6 giorni: mi pare che Fulvio l'abbia liquidata un po' troppo sbrigativamente e lasciando intendere che l'iniziativa fu tutta di Israele. E' vero che fu Israele ad attaccare - di sorpresa - ma il contesto era una crescente minaccia da parte di Egitto & alleati con tanto di mobilitazione dell'esercito. Se ti senti braccato piuttosto che aspettare e doverti difendere ci sta che fai un attacco a sorpresa se credi che questo ti possa mettere in vantaggio. Sia chiaro che sto parlando solo di quello specifico scenario, non dell'intera vicenda e del contesto piu' ampio.
Per me e' prolisso, non riesce proprio a fare di meno. Mi colpisce che ancora una volta non viene citato un accordo fondamentale nella nascita dello stato ebreo: l'haavara'.
Vai ai contenuti CORRIERE DELLA SERA.it Lettere al Corriere Cerca HomeOpinioniEconomiaCulturaSpettacoliCinemaSportSaluteTecnologiaScienzeMotoriViaggi27ora Opinioni > Lettere al Corriere > PARADOSSI ANTISEMITI HITLER E LA PALESTINA SERGIO ROMANO feed Rss | scrivi | home Giovedì 30 luglio 2015 PARADOSSI ANTISEMITI HITLER E LA PALESTINA Mi ha un po’ sorpreso l’accordo di Haavara che venne firmato il 5 agosto 1933 tra le autorità economiche della Germania e la federazione sionista. I sionisti potevano emigrare in Palestina ma dovevano lasciare i loro beni in Germania. Li avrebbero potuti riottenere ma, se non ho capito male, li avrebbero dovuti pagare come merci importate dalla Germania. Ma avevano i mezzi per riacquistarli? Quale fu la posizione di Hitler? Ho letto che, dopo una prima posizione di contrarietà, fu pienamente d’accordo fino al 1939. Giovanni Allegri , giovanniallegri39@gmail.com ro Allegri, La notizia è confermata da un libro recente pubblicato da Einaudi: La Storia degli ebrei dalle origini ai nostri giorni, scritto da un orientalista francese, Michel Abitbol. Secondo Abitbol gli emigrati, una volta giunti in Palestina, avrebbero recuperato almeno in parte le somme lasciate in Germania grazie all’esportazione di prodotti tedeschi destinati alle comunità ebraiche già insediate nel mandato britannico. La somma di denaro scambiata nel corso dell’operazione sarebbe stata di otto milioni di sterline. Paradossalmente l’accordo piaceva a entrambe le parti. Il regime traeva un vantaggio economico dall’espulsione degli ebrei e i movimenti sionisti erano lieti che l’ebraismo tedesco andasse a rafforzare la presenza ebraica in Palestina. Occorre ricordare, caro Allegri, che nella politica di Hitler verso gli ebrei vi furono due strategie. In una prima fase, le molte prevaricazioni e la violenza, come nella Notte dei cristalli del novembre 1938, servivano ad accelerare la partenza degli ebrei dalla Germania. Fu questo, ad esempio, il compito di Adolf Eichmann a Vienna subito dopo l’annessione dell’Austria al Reich tedesco. In una seconda fase, dopo la dichiarazione di guerra all’Urss e l’occupazione di territori dove gli insediamenti ebraici erano particolarmente numerosi, l’obiettivo fu il totale annientamento dell’ebraismo europeo. È lecito chiedersi perché Hitler, nonostante il suo patologico antisemitismo, abbia contribuito con l’accordo del 1933 alla crescita del movimento sionista in Palestina. Lo fece, forse, nella convinzione che l’inevitabile peggioramento dei rapporti fra ebrei e arabi avrebbe reso ancora più difficile l’amministrazione britannica del mandato. Michel Abitbol scrive che il Gran Mufti di Gerusalemme chiese più volte al governo tedesco d’interrompere l’emigrazione ebraica verso la Palestina. Ma l’accordo detto Haavara (trasferimento) rimase in vigore fino al 1940.
Massimo Beh.. non proprio dai. Non si tratta di come ti senti tu, ma di una situazione oggettiva. Se il tuo vicino te l'ha giurata per domattina e adesso lo vedi armarsi, non credo che tu stanotte vai a dormire senza fare niente. Poi quello che fai a tua volta ovviamente puo' essere tante cose, a seconda di contesto e mezzi, ma fermo non ci stai e attaccare in anticipo e' una delle opzioni. Mi riferisco alla dinamica dell'attacco, non al risultato - fregare il giardino - che e' un passaggio successivo e ammetto di non avere gli elementi per valutare. Posso solo dire che mi pare non ci siano molti esempi di guerre in cui il vincitore lascia il terreno guadagnato in battaglia e se ne torna a casa buono buono. Ma ripeto che non stavo parlando di questo quanto specificamente del trigger. Tra l'altro tu hai fatto proprio la domanda "chi ha attaccato chi", ecco che a mio avviso meritava elaborare un po' di piu' su questo specifico aspetto.
Aggiungo solo che non ho nessun pregiudizio ne' posizione preconcetta sulla vicenda. Per me si possono benissimo scambiare i nomi di Israele ed Egitto tra loro, oppure chiamarsi A e B.
Quando si parla delle rivolte al ghetto di Varsavia chi si ribellava, ora e' considerato un eroe. Chi oggi si trova nelle loro stesse condizioni no. Pazienza.
Ovvero guerre di... buon vicinato. Mai esistite, del tutto utopiche. Esprimere in poche battute il PERCHE' si continui a spargere senza sosta, sangue in Israele/Palestina, segue la stessa utopia. La volontà degli Ebrei di riunirsi e di dare un taglio alla Diaspora indetta e indotta dai romani, NON può essere condannata. Certo è che ricostruire uno stato ebraico dopo 16 secoli a discapito dei residenti, è del tutto una prova di forza, da aborrire direbbe l'occhialuto Mughini... Una logica spietata già cavalcata, sempre PRO Ebrei, anche dal famigerato YHWH. Il tutto (anche) in nome NON della ROSA, o del porgi l'altra guancia, ma di una dottrina sionista, non molto diversa dalla Jihad islamica. Un saluto
#5 bandit Effettivamente Grimaldi ha dimenticato alcuni episodi. Uno di questi episodi accadde appunto durante la guerra dei 6 giorni, e per la precisione l’ 8 giugno 1967 (tra una decina di giorni vi sarà l’anniversario), quando la nave della Marina Militare Americana, USS Liberty, venne attaccata dalle truppe israeliane provocando 34 morti e quasi 200 feriti tra i marinai statunitensi. Qualunque altra nazione avesse attaccato una unità degli Stati Uniti, facendo quel numero di morti, sarebbe stata immediatamente annientata ( vedi Golfo del Tonkino-Vietnam, dove peraltro si dice sia stata una false-flag). Ad Israele, invece, non accadde nulla, e solo pochi anni fa risarcirono le vittime di quell’atto sconsiderato. In più, pare che un generale americano fosse già pronto a bombardare Il Cairo con l’atomica(sic.), in quanto uno dei motivi che spinsero Israele all’attacco alla nave americana, era quello di incolpare gli egiziani, oltre a distruggere le prove radio (la USS Liberty era una nave spia) di un massacro ai danni di inermi militari egiziani.
Grimaldi dimentica di dire che specialmente nello scacchiere mediterraneo spesso e volentieri era ed e' tuttora l'intelligence britannica, mi6 in testa, a provocare "casini", forse sara' un po' di sudditanza verso la bbc che fu la prima a valorizzarlo come giornalista ed inviato di guerra, ma addossare al 90-95% le colpe alla cia mi pare un po' riduttivo.
#13 dantebert Vero, il caso della USS Liberty fu una incredibile follia, e peraltro rimane sconosciuto ai piu' perche' quasi nessuno ne parla. Del resto e' perfino difficile da raccontare.
Probabilmente nessuna nazione, e di conseguenza nessun servizio, è prono ad Israele, quanto lo sono gli USA.
Anche gli inglesi ebbero la loro buona dose, quando l’Irgun (capeggiato dal futuro Primo Ministro Menachem Begin, chiamato dai suoi il ”terrorista”), mise una bomba all’hotel King David a Gerusalemme nel 1946, provocando 91 vittime, 28 delle quali britanniche.
Nel saggio di Fasanella e Cereghino “Colonia Italia” ediz. Chiarelettere, gli autori indicano i nomi dei giornalisti italiani, ma non solo, che, fin dal 1800, fecero propaganda per gli inglesi.
Nel libro però, il nome di Fulvio Grimaldi, non vi figura.
#16 dantebert Esagerato! Ho parlato di sudditanza mica di collaborazionismo, chiamiamola riconoscenza inconscia e poi se fosse comparso negli elenchi dei documenti desecretati pensi che avrei ammirazione per lui? Sono un estimatore del lavoro di Fasanella e Cereghino
Poveri palestinesi.. Sono in gabbia... Peccato che non si ci sia più la libertà di parola e pensiero in rete. Io posso credere ai marziani o no.. io posso credere alla fisica quantistica o no.. io posso disprezzare FEDEZ ( per la sua NON ARTE ) o no..io posso ritenere Giulio Cesare un criminale ( ha tagliato la gola a più di 1 milione di galli.. ) o un eroe.. ma non posso avere la mia idea su altri avvenimenti del passato.
PS...Se passa la sciocchezza del signorino ZAN la satira, anche quella leggera e poco sarcastica, avrà i giorni contati anche per i diversamente sessuali.
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Ad maiora Fulvio!
Dipinsi l'anima su tela anonima
gli occhi vedono ma il cervello no..
un pò come con il covid..
anzi lo stesso..
Tuttavia, una nota sulla guerra dei 6 giorni: mi pare che Fulvio l'abbia liquidata un po' troppo sbrigativamente e lasciando intendere che l'iniziativa fu tutta di Israele.
E' vero che fu Israele ad attaccare - di sorpresa - ma il contesto era una crescente minaccia da parte di Egitto & alleati con tanto di mobilitazione dell'esercito. Se ti senti braccato piuttosto che aspettare e doverti difendere ci sta che fai un attacco a sorpresa se credi che questo ti possa mettere in vantaggio.
Sia chiaro che sto parlando solo di quello specifico scenario, non dell'intera vicenda e del contesto piu' ampio.
Mi colpisce che ancora una volta non viene citato un accordo fondamentale nella nascita dello stato ebreo: l'haavara'.
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Giovedì 30 luglio 2015
PARADOSSI ANTISEMITI HITLER E LA PALESTINA
Mi ha un po’ sorpreso l’accordo di Haavara che venne firmato il 5 agosto 1933 tra le autorità economiche della Germania e la federazione sionista. I sionisti potevano emigrare in Palestina ma dovevano lasciare i loro beni in Germania. Li avrebbero potuti riottenere ma, se non ho capito male, li avrebbero dovuti pagare come merci importate dalla Germania. Ma avevano i mezzi per riacquistarli? Quale fu la posizione di Hitler? Ho letto che, dopo una prima posizione di contrarietà, fu pienamente d’accordo fino al 1939.
Giovanni Allegri , giovanniallegri39@gmail.com
ro Allegri, La notizia è confermata da un libro recente pubblicato da Einaudi: La Storia degli ebrei dalle origini ai nostri giorni, scritto da un orientalista francese, Michel Abitbol. Secondo Abitbol gli emigrati, una volta giunti in Palestina, avrebbero recuperato almeno in parte le somme lasciate in Germania grazie all’esportazione di prodotti tedeschi destinati alle comunità ebraiche già insediate nel mandato britannico. La somma di denaro scambiata nel corso dell’operazione sarebbe stata di otto milioni di sterline. Paradossalmente l’accordo piaceva a entrambe le parti. Il regime traeva un vantaggio economico dall’espulsione degli ebrei e i movimenti sionisti erano lieti che l’ebraismo tedesco andasse a rafforzare la presenza ebraica in Palestina. Occorre ricordare, caro Allegri, che nella politica di Hitler verso gli ebrei vi furono due strategie. In una prima fase, le molte prevaricazioni e la violenza, come nella Notte dei cristalli del novembre 1938, servivano ad accelerare la partenza degli ebrei dalla Germania. Fu questo, ad esempio, il compito di Adolf Eichmann a Vienna subito dopo l’annessione dell’Austria al Reich tedesco. In una seconda fase, dopo la dichiarazione di guerra all’Urss e l’occupazione di territori dove gli insediamenti ebraici erano particolarmente numerosi, l’obiettivo fu il totale annientamento dell’ebraismo europeo. È lecito chiedersi perché Hitler, nonostante il suo patologico antisemitismo, abbia contribuito con l’accordo del 1933 alla crescita del movimento sionista in Palestina. Lo fece, forse, nella convinzione che l’inevitabile peggioramento dei rapporti fra ebrei e arabi avrebbe reso ancora più difficile l’amministrazione britannica del mandato. Michel Abitbol scrive che il Gran Mufti di Gerusalemme chiese più volte al governo tedesco d’interrompere l’emigrazione ebraica verso la Palestina. Ma l’accordo detto Haavara (trasferimento) rimase in vigore fino al 1940.
Beh.. non proprio dai. Non si tratta di come ti senti tu, ma di una situazione oggettiva.
Se il tuo vicino te l'ha giurata per domattina e adesso lo vedi armarsi, non credo che tu stanotte vai a dormire senza fare niente. Poi quello che fai a tua volta ovviamente puo' essere tante cose, a seconda di contesto e mezzi, ma fermo non ci stai e attaccare in anticipo e' una delle opzioni.
Mi riferisco alla dinamica dell'attacco, non al risultato - fregare il giardino - che e' un passaggio successivo e ammetto di non avere gli elementi per valutare. Posso solo dire che mi pare non ci siano molti esempi di guerre in cui il vincitore lascia il terreno guadagnato in battaglia e se ne torna a casa buono buono. Ma ripeto che non stavo parlando di questo quanto specificamente del trigger.
Tra l'altro tu hai fatto proprio la domanda "chi ha attaccato chi", ecco che a mio avviso meritava elaborare un po' di piu' su questo specifico aspetto.
Aggiungo solo che non ho nessun pregiudizio ne' posizione preconcetta sulla vicenda. Per me si possono benissimo scambiare i nomi di Israele ed Egitto tra loro, oppure chiamarsi A e B.
Chi oggi si trova nelle loro stesse condizioni no. Pazienza.
::...........
Ovvero guerre di... buon vicinato. Mai esistite, del tutto utopiche.
Esprimere in poche battute il PERCHE' si continui a spargere senza sosta, sangue in Israele/Palestina, segue la stessa utopia. La volontà degli Ebrei di riunirsi e di dare un taglio alla Diaspora indetta e indotta dai romani, NON può essere condannata. Certo è che ricostruire uno stato ebraico dopo 16 secoli a discapito dei residenti, è del tutto una prova di forza, da aborrire direbbe l'occhialuto Mughini... Una logica spietata già cavalcata, sempre PRO Ebrei, anche dal famigerato YHWH. Il tutto (anche) in nome NON della ROSA, o del porgi l'altra guancia, ma di una dottrina sionista, non molto diversa dalla Jihad islamica.
Un saluto
grazie
Effettivamente Grimaldi ha dimenticato alcuni episodi. Uno di questi episodi accadde appunto durante la guerra dei 6 giorni, e per la precisione l’ 8 giugno 1967 (tra una decina di giorni vi sarà l’anniversario), quando la nave della Marina Militare Americana, USS Liberty, venne attaccata dalle truppe israeliane provocando 34 morti e quasi 200 feriti tra i marinai statunitensi.
Qualunque altra nazione avesse attaccato una unità degli Stati Uniti, facendo quel numero di morti, sarebbe stata immediatamente annientata ( vedi Golfo del Tonkino-Vietnam, dove peraltro si dice sia stata una false-flag). Ad Israele, invece, non accadde nulla, e solo pochi anni fa risarcirono le vittime di quell’atto sconsiderato.
In più, pare che un generale americano fosse già pronto a bombardare Il Cairo con l’atomica(sic.), in quanto uno dei motivi che spinsero Israele all’attacco alla nave americana, era quello di incolpare gli egiziani, oltre a distruggere le prove radio (la USS Liberty era una nave spia) di un massacro ai danni di inermi militari egiziani.
Dante Bertello.
Grimaldi dimentica di dire che specialmente nello scacchiere mediterraneo spesso e volentieri era ed e' tuttora l'intelligence britannica, mi6 in testa, a provocare "casini", forse sara' un po' di sudditanza verso la bbc che fu la prima a valorizzarlo come giornalista ed inviato di guerra, ma addossare al 90-95% le colpe alla cia mi pare un po' riduttivo.
Dipinsi l'anima su tela anonima
Vero, il caso della USS Liberty fu una incredibile follia, e peraltro rimane sconosciuto ai piu' perche' quasi nessuno ne parla. Del resto e' perfino difficile da raccontare.
Probabilmente nessuna nazione, e di conseguenza nessun servizio, è prono ad Israele, quanto lo sono gli USA.
Anche gli inglesi ebbero la loro buona dose, quando l’Irgun (capeggiato dal futuro Primo Ministro Menachem Begin, chiamato dai suoi il ”terrorista”), mise una bomba all’hotel King David a Gerusalemme nel 1946, provocando 91 vittime, 28 delle quali britanniche.
Nel saggio di Fasanella e Cereghino “Colonia Italia” ediz. Chiarelettere, gli autori indicano i nomi dei giornalisti italiani, ma non solo, che, fin dal 1800, fecero propaganda per gli inglesi.
Nel libro però, il nome di Fulvio Grimaldi, non vi figura.
Esagerato! Ho parlato di sudditanza mica di collaborazionismo, chiamiamola riconoscenza inconscia e poi se fosse comparso negli elenchi dei documenti desecretati pensi che avrei ammirazione per lui?
Sono un estimatore del lavoro di Fasanella e Cereghino
Dipinsi l'anima su tela anonima
Sono in gabbia...
Peccato che non si ci sia più la libertà di parola e pensiero in rete.
Io posso credere ai marziani o no.. io posso credere alla fisica quantistica o no.. io posso disprezzare FEDEZ ( per la sua NON ARTE ) o no..io posso ritenere Giulio Cesare un criminale ( ha tagliato la gola a più di 1 milione di galli.. ) o un eroe.. ma non posso avere la mia idea su altri avvenimenti del passato.
PS...Se passa la sciocchezza del signorino ZAN la satira, anche quella leggera e poco sarcastica, avrà i giorni contati anche per i diversamente sessuali.