Mi ha molto colpito la distanza abissale che passava fra gli argomenti per le prove scritte negli esami di maturità di oggi: una versione di Seneca dal latino all'italiano per il liceo classico, un teorema sulla bicicletta con le ruote quadrate per il liceo scientifico.
Sembra quasi che i due test si rivolgessero a persone completamente diverse fra loro. Che cosa possono avere in comune una persona che sa tradurre dal latino, e una che sa calcolare la tangente di una ruota quadrata?
L'esercizio di traduzione di un pezzo come "Il valore della filosofia" [il testo di Seneca] richiede la familiarità con concetti filosofici, astratti e imponderabili. Bisogna saper giostrare nel proprio cervello frasi principali e frasi subordinate, bisogna saper capovolgere la struttura interna della frase, per trovarne il senso compiuto. Bisogna saper scegliere sul vocabolario fra dieci significati diversi, per comprendere l'esatta intenzione dell'autore nell'utilizzo di una certa parola. E in fondo il tuo esercizio di traduzione sarà sempre passibile di interpretazione, perchè una certa frase può voler dire una certa cosa, ma basta spostare una virgola e può anche volerne dire un'altra. (Vedi il famoso "Ibis, redibis, non morieris in bello").
L'esercizio di matematica invece richiede la conoscenza di regole ferree e immutabili, che possono dare mille risultati sbagliati (se applicate erroneamente) e uno solo giusto, se applicate correttamente. Il risultato dell'esercizio non sarà mai in discussione, e non sarà certo soggetto ad interpretazioni. O è giusto, oppure è sbagliato. Per dirla sempre con il latino, tertium non datur.
Quindi, che ci azzeccano le due prove una con l'altra? Perchè debbono essere giudicati parimenti maturi due studenti che siano in grado di svolgere due compiti così profondamente diversi fra loro?
Ma soprattutto, la domanda iniziale si può capovolgere: che cosa possono avere in comune una persona (lo studente del classico) che non sa minimamente calcolare la tangente di una ruota quadrata, e una (lo studente dello scientifico) che non sa nemmeno da che parte iniziare per tradurre Seneca dal latino?
Io ho fatto il liceo classico, e mi trovo a mio agio con i ragionamenti e con l'applicazione dei concetti in generale. Ma mi sento terribilmente menomato nel momento stesso in cui debbo calcolare l'angolo di rifrazione della luce sulla sabbia lunare. (E Dio sa quanto mi servirebbe saperlo fare, in questo momento!)
Altri - presumo - fanno ballare tangenti, proiezioni e ipotenuse come se fossero scimmiette addestrate, ma poi magari faticano a tenere insieme ragionamenti astratti di più largo respiro.
Perchè a scuola non ci insegnano tutte e due le cose, ovvero sia a ragionare con concetti aperti, di tipo filosofico, che a gestire concetti chiusi, di tipo matematico?
In fondo, pur essendo diversificato nelle materie, l'esame di maturità dovrebbe avere uno scopo comune, che mette sullo stesso livello tutti gli studenti: quello di stabilire se ciascuno di loro sia "maturo", in termini generali, per entrare a far parte della società adulta.
E invece sembra quasi che la differenziazione scolastica sia solo un modo, da parte della società adulta, per selezionare già in partenza i vari studenti predestinati - separatamente, e ciascuno al proprio livello - a svolgere senza intoppi il ruolo che la società stessa ha già deciso di assegnargli.
Massimo Mazzucco
Ma per rimanere in tema posso dire che dove sono cresciuto io (Croazia) esiste ancora il cosiddetto liceo generale, dove si fa un po' di tutto senza una direzione concreta (come lingue facevamo italiano, croato e inglese, i primi due anni anche tedesco e latino; come materie scientifiche avevamo matematica, fisica, chimica e biologia, poi facevamo storia, geografia, filosofia, psicologia, economia...). Può sembrare poco efficace come sistema, ma in un certo senso ti lascia almeno un po' di libertà (ed anche i docenti in genere lo fanno soprattutto nel corso degli ultimi due anni) per capire quale campo può essere quello giusto per te. Poi rimane da vederela competenza dei docenti e molte altre cose.
Ormai il latino nelle nostre scuole si studia poco quanto niente, e non fa certo eccezione il liceo classico.
Il latino è una delle poche lingue insieme al sanscrito ad educare lo studente all'intelligenza; ma giusto per fare un esempio mentre in india il sanscrito è obbligatorio in ogni ordine e grado di scuola , in italia non lo è più...In germania il latino è la terza lingua più studiata, il successo di un popolo si regge anche su questi parametri linguistici.Spero che i nostri legislatori rinsaviscano ridando a latino quel posto che merita nello studio delle lingue, ma so fin da ora che è una speranza malriposta.
Il sistema vuole specialisti a comparti stagni, sia mai che qualcuno possa collegare abbastanza puntini da farsi un'idea del disegno.
Per mia esperienza universitaria ad Ingegneria, anche se sono passati un po' di anni ormai, chi usciva dal classico aveva un gap enorme in matematica e fisica rispetto a chi usciva dallo scientifico o dagli istituti tecnici. Molti hanno cambiato facoltà.
Probabilmente te lo sei perso e mi permetto di riproporlo qui:
"Il tema generale dell’esame di maturità 2017 su progresso e civiltà è stato tratto un articolo del genetista Edoardo Boncinelli pubblicato dal Corriere della Sera il 7 agosto 2016 dal titolo “Per miglioraci serve una mutazione”
Questo il testo pubblicato dal Ministero:
«Per progresso si possono intendere almeno due diversi tipi di successione di eventi. Da una parte c’è un progresso materiale, fatto di realizzazioni e conoscenze, di natura prevalentemente tecnico-scientifica; dall’altra, un progresso morale e civile, che coinvolge soprattutto i comportamenti e gli atteggiamenti mentali. Il primo corre veloce, soprattutto oggi, e raramente mostra ondeggiamenti. È il nostro vanto e il nostro orgoglio. Il secondo stenta, e a volte sembra retrocedere, seppur temporaneamente. I problemi nascono in gran parte dal confondere tra loro questi due tipi di progresso. Che sono molto diversi. Di natura esterna, collettiva e culturale il primo; di natura interna, individuale e biologica il secondo. E con due velocità molto diverse: veloce il primo, lento o lentissimo il secondo. Perché? Perché acquisire nuove conoscenze e nuove tecniche si può fare insieme ad altri esseri umani, che si trovano intorno a noi, e a volte anche a distanza, nello spazio e magari nel tempo: posso imparare infatti leggendo e studiando cose scritte da persone che non ci sono più come Einstein, Kant, Platone o Talete. I comportamenti, al contrario, sono individuali: posso leggere e ascoltare precetti meravigliosi, ma metterli in pratica è un’altra cosa. L’imitazione e l’emulazione sono spinte potentissime, ma dall’esito non garantito, anche se a volte c’è una costrizione. Se gli insegnamenti sono poi fuorvianti o perversi, buonanotte! Questo è in fondo il motivo per cui le società possono essere civili o civilissime, mentre non tutti i loro membri si comportano come si deve. Da sempre.» Edoardo BONCINELLI, Per migliorarci serve una mutazione, «Corriere della Sera - la Lettura», 7 agosto 2016 Linee orientative. Sulla base delle tue conoscenze di studio e di quelle apprese dall’attualità, se vuoi, potrai sviluppare il tuo elaborato riflettendo: sul significato di «progresso», di «civiltà» e sulle reciproche interazioni; sul significato da attribuire a «progresso materiale» ed a «progresso morale e civile»; sulle ragioni e sulle cause che sono alla base della difficoltà di mettere in pratica «precetti» virtuosi; sulla forza e sulle conseguenze dell’«emulazione»; sul paradosso rappresentato dalla coesistenza del livello civile della società e della devianza di (taluni) singoli che ne fanno parte. I tuoi commenti personali potranno certamente conferire più originalità e maggior completezza all’elaborato. Infine, se lo ritieni, potrai concludere lo svolgimento con l’esemplificazione di uno o più casi, appresi dalla cronaca, in cui il paradosso civiltà/devianza si rende particolarmente evidente e aggiungere una tua personale riflessione critica.
Nella presentazione il Ministero avrebbe anche dovuto scrivere, per maggior completezza. le seguenti soluzioni proposte da Edoardo Boncinelli nello stesso articolo:
“ In linea di principio è quindi possibile accelerare i mutamenti biologici, sottoponendo gli uomini ad adeguate pressioni selettive, ma l’operazione appare decisamente complessa e anche rischiosa; insomma estremamente difficile da mettere in pratica. Ma non è tutto qui, come vado già dicendo da qualche tempo. Esiste la possibilità di modificare in laboratorio parte del nostro genoma, indirizzando così da fuori, per così dire, la nostra evoluzione biologica. Saremmo così la prima specie che modifica il corso della propria evoluzione biologica, utilizzando le conoscenze scientifiche accumulate grazie alla propria evoluzione culturale. Se ne parla sempre più spesso, anche grazie alla messa a punto di tecniche genetiche sempre più potenti e precise. Si farà, non si farà? Io sono uno di quelli che pensa che si farà presto, ma il futuro riposa sulle ginocchia di Giove. Se si farà, è più che opportuno farlo bene, per migliorarci, non per peggiorarci. Ma che cosa vuol dire migliorarci? E perché? Questa sì che è etica e riflessione etica, altro che divorzio e unioni civili! Se dobbiamo indirizzare la nostra evoluzione, facciamolo consapevolmente e «con la mente tutta spiegata».
CASPITA!!! BEN DIVERSI ERANO I TEMI....CHE VOGLIANO APRIRE ALTRI VARCHI NEI CERVELLI ??? SONO SCHIFATA
Per il resto l'esame di maturità mette alla prova le "specializzazioni" dei vari indirizzi. L'idoneità sulla parte di cultura più generale (nell'esempio specifico: matematica e fisica per il classico, latino per lo scientifico) dovrebbe essere garantita dalla sufficienza in pagella, dalla terza prova e dall'esame orale.
La scuola è l'agenzia pubblicitaria che ti fa credere di avere bisogno della società così com'è.
Per carità ci sta quello che dici, è vero anche che hanno una preparazione diversa, ma non è sempre vero che sia una preparazione insufficiente a proseguire gli studi in facoltà opposte al proprio indirizzo liceale. Ad esempio il mio anziano prof di analisi a ingegneria, sosteneva che quelli usciti dallo scientifico avevano piu difficoltà a passare l'esame rispetto a quelli che che erano tabula rasa in analisi.
Poi in generale piu che delle specializzazioni io mi preoccupo maggiormente della piega che riguarda ogni ordine e grado di studi e finalizzata alla produzione non già solo di specializzati quanto, peggio, di impiegati, schematici esecutori di cose che in realtà non padroneggiano e non capiscono.
La bicicletta con le ruote quadrate e Seneca sono la metafora in relazione biunivoca e quindi rispetto alla scuola italiana.
Con quella bici non vai da nessuna parte proprio come con la filosofia. Puoi viaggiare solo col pensiero.
La scuola avrebbe l'osceno ruolo di stabilire l'appettibilità di un soggetto o meno..ben venga lo spartiacque..
Slobbysta
E l’utilità ?????
Ognuno dovrebbe essere libero di scegliere quello che gli interessa o no, nulla deve essere imposto.
1) perde ogni utilità, perché, volendo trattare troppi argomenti, non può insegnare bene le materie concernenti al suo indrizzo
2) diventa un'istituzione oppressiva e totalitaria, perché è ovvio che nel momento che decidi che tutte le qualità umane (il pensiero razionale, il pacifismo, la tolleranza, la fiducia in se stessi, il pensiero critico eccetera eccetera) si devono infondere tramite la scuola, arrivi alla conclusione che essa debba occupare il maggiore spazio possibile nella testa delle sue vittime e censuri tutto il resto della loro vita
Per quale ragione si pensa che sia la scuola a dover "insegnare" a ragionare? La scuola superiore dovrebbe insegnare un numero limitato di cose concernenti al suo indrizzo.
Non è un caso casuale di spostamento di virgola: il comandante non SAPEVA che la Sibilla Cumana parlava il latino arcaico (negazione alla fine): l'ignoranza è una malattia!!!
Dice il saggio:
"Non considerare il sapere come sapere è il colmo.
Considerare il non sapere come sapere è una peste.
Difatti, solo considerando questa peste come una peste non si soffre della peste.
Il Santo non soffre della peste, perché considera la peste come una peste; da ciò consegue che egli non soffre della peste."
E...
Il Maestro disse: "Yu, vi insegnerò che cos'è il sapere. Considerare il sapere come sapere, e considerare il non sapere come non sapere, ecco che cos'è il sapere!"
Vedi l'intelligenza è ad intermittenza e io, diamine, non la controllo...
Veramente ho detto il contrario vorrei la specificità per ognuno...sembri scemo tu, piuttosto...
Slobbando
Se tu avessi fatto lo scientifico forse saresti il braccio destro di Attivissimo.
Attivissimo ha fatto il liceo scientifico??
Si, e anche "utile" assume più significati a seconda dell'intelligenza.
Il tuo ragionamento è corretto, ma la situazione a cui lo stai applicando è sbagliata. L'utilità è importante ma è soggettiva. Nel caso di studenti diciottenni l'utilità è apprendere le origini della propria lingua, un metodo di studio e di ragionamento. In questo consiste l'utilità.
Se poi applicassimo il tuo ragionamento a tutto, e dovessimo studiare solo cose utili, ci verrebbe da chiedere: ma utili a cosa? E' inutile che qualcuno apprenda lingue antiche per poter leggere, tradurre per se e per altri il pensiero di quei tempi? Secondo il tuo ragionamento basta che una cosa sia non più in uso per essere inutile. In realtà, forse vorresti dire: è inutile a produrre danaro. E questo è proprio quello che le ultime riforme scolastiche vorrebbero: gente che sappia solo cose utili per i lavori comuni e basta.
In realtà hanno tutto in comune. Chi non ha nulla in comune con loro è chi esce da un istituto tecnico.
Cosa ha in comune un traduttore dal latino, un matematico, un programmatore, un traduttore dal cinese, dal greco, dal giapponese?
Sono semplicemente linguaggi diversi, con vocabolari e regole di grammatica differenti, ma sono tutti linguaggi. A chi piace uno a chi l'altro.
Non saper calcolare tangenti, perchè non hai vocabolario e regole di grammatica della matematica è una conseguenza del fatto che uno nn può sapere bene 10 lingue diverse ed essere portato per tutte le lingue.
Dire che uno che sa bene la matematica sa fare solo pensieri concreti e chi sa il latino pensieri astratti, direi che è una bella forzatura. In entrambi i casi non è vero.
anche questo non è corretto. cosa c'entra entrare a far parte della società adulta col sapere ste cose? Mi pare che il governo italiano lasci entrare tranquillamente stranieri da paesi che di studi del genere mai ne hanno fatti e mai ne faranno, eppure gli consenta anche di girare in automobile, cosa alquanto pericolosa se uno è poco maturo. e mi pare che molti lavori non richiedano alcun titolo di studio per essere esercitati.
Mi pare che nessuno ti chieda la maturità per sposarti o fare figli e neanche per votare. La maturità è irrilevante nella società adulta. Direi che è anche una cosa non apprezzabile.
Sono due aspetti della stessa medaglia: l'immaturo finisce per far figli e indebitarsi e a non trovare lavoro, il maturo fa l'assistente sociale e si occupa di sistemare i problemi dell'immaturo. se gli immaturi per caso calano, allora li importiamo dall'estero.
anche questa è una bella frase. se vuoi ti presento la seconda persona che ho conosciuto (io conosco poca gente ma faccio presto a rivedere le stesse logiche in tutti) che ha scelto di fare "beni culturali". La prima persona che conosco e ha scelto tale facoltà, ora fa la baby sitter. tutte e due liberissime, con genitori che le hanno lasciate libere, hanno scelto una cazzata.
Eppure sono d'accordo, tutti vanno lasciati liberi di scegliere quello che gli piace. Siccome la maggior parte fara cazzate, io avrò sempre lavoro.
Cmq questo è il mio pensiero in caso fraintendimenti...
La scuola oggi purtroppo non ha il compito come dovrebbe di trovare le diversità, le attitudini, i pregi, le capacità e i doni di ogni singolo studente e di aiutarlo a svilupparle ma bensì di uniformare, inquadrare, dirigere e omogeneizzare la sua educazione in modo da avere un risultato standard, una persona con una cultura generale uniforme per tutti e soprattutto imposta.
Non importa che sia Classico, Scientifico o tecnico, le materie obbligatorie sono circa le stesse e lo studente deve apprenderle tutte e in egual modo.
Non sarebbe più giusto dedicare i primi anni alla ricerca della nostra indole, della materia o campo che ci interessa e di cui siamo portati e poi negli anni successivi sviluppare questa nostra dote e tralasciare materie di cui non abbiamo alcun interesse e che potremo sviluppare in età più avanzata.
La scuola erroneamente si basa sul giudizio e su un giudizio che non tiene conto delle differenze tra persona e persona, dai primi anni di scuola veniamo giudicati non per quello che siamo o siamo portati a fare ma per quello che riusciamo o non riusciamo ad apprendere.
Il giudizio rimarrà il fattore e il valore predominante per tutta la nostra vita, saremo giudicati e giudicheremo per sempre, e il nostro metodo di giudizio sarà quello che abbiamo subito/conosciuto a scuola cioè quello imposto da questo sistema.
Se non studi e prendi cattivi voti sei un ignorante a prescindere se sei portato per quella materia o no, sei obbligato a studiarla lo stesso, nessuno si prende la briga ad aiutarti a trovare quello che veramente è di tuo interesse.
Come si può giudicare una persona “matura”, sei maturo se riesci a tradurre Seneca o a risolvere un problema di matematica o sei “maturo” quando hai capito le tue doti, i tuoi doni e puoi quindi svilupparli ?
E poi maturo per cosa?
La scuola è obsoleta e non soddisfa le esigenze del singolo ma quelle del sistema e del potere nel volere tutto il più uniformato possibile e senza una propria individualità.
Scrivere e leggere sono importanti tutto il resto dovrebbe dipendere da te.
Un bambino ha la capacità di fare delle scelte, l’educatore deve solo mostrargliele.
La funzione della scuola dovrebbe limitarsi a DARE le informazioni, i suggerimenti, le modalita' di lettura, lo spirito critico ma non PRETENDERE che tutti le acquisiscano alla stessa eta'.
A parte saper leggere, scrivere e fare i calcoli elementari, a scuola non ci dovrebbero essere giudizi vincolanti (magari solo considerazioni personali dell'insegnante che indichino dove ci sono lacune) che oltretutto in caso di bocciatura cambioano letteralmente la vita al malcapitato.
Ma la scuola odierna è ormai come la societa', tutta presa a misurare e a dare un valore, un prezzo, una gerarchia... nascondendo anche il fatto che ormai il capitalismo ha preso il sopravvento su tutto.
i 2 argomenti non sono poi cosi' diversi e secondo me esortano a pensare che esistono sempre dei punti di vista in ogni cosa. Siamo noi che dobbiamo alla fine scegliere dei punti fermi e poi di conseguenza cio' che è relativo divente unico. Attenzione pero' a chiudersi a nuovi punti di vista o cambiarli troppo spesso.
Non vedo molta differenza fra Latino e Matematica
Sono due differenti linguaggi entrambi con le proprie regole e soluzioni.
e allora sei fumo . l'arrosto lo tengo che non si sa mai.
pensavo di aver detto la stessa cosa... ma è meglio che mi tenga l'arrosto.
Potrei dirti: il dizionario Latino-Italiano è immutabile, quindi capire o non capire Seneca è questione di applicazione di regole ferree, tantopiù che si usa dire "versione" ma in realtà di "traduzione" si tratta, potrebbe farcela anche google in modo non troppo scandaloso. Non è richiesta la comprensione di ciò che si traduce, anche se innegabilmente capire ciò che si fa aiuta non poco. Se invece non hai capito il quesito di matematica la pagina resta bianca, anche se conosci a memoria tutte le formule del mondo, e non c'è google che tenga.
Il tema di matematica è semplicemente troppo complicato perchè chi ha fatto studi classici (e basta) possa capirlo, ma sono più che sicuro che nessuno studente dello scientifico ha mai affrontato un esercizio simile prima della prova scritta. Banalizzarlo poi a una fantomatica "tangente di un quadrato" non fa che rimarcare quanto appena detto (tra parentesi la tangente a un quadrato, volendo dare un senso alla locuzione, è il quadrato stesso, questo sì che sarebbe un esercizio banale...).
Prima che andasse di moda l'iperspecializzazione, diciamo fino a una cinquantina di anni fa, normalmente i grandi scienziati, matematici inclusi, venivano da studi umanistici, senza che nessuno di questi pensasse poi minimamente di aver abbandonato la via maestra dei pensatori per un impiego da ragioniere. Potrei citare Gauss (uno che scriveva in latino) che a proposito dei filosofi diceva: "Non mi fido di loro. Ogni volta che dicono una cosa vera è una banalità, e ogni volta che dicono una cosa interessante è una falsità."
Ognuno ovviamente è libero di preferire uno o l'altro dei due approcci al sapere, ma sentenziare che tradurre un brano richiede più attitudini mentali che risolvere un complicato quesito matematico mi sembra solo spirito partigiano. Pure parecchio gratuito.
Già risposto sopra: se non altro lo studente del classico può provare col traduttore di google, oppure comprarsi il testo con traduzione a fronte di Seneca. Lo studente dello scientifico se non pubblicassero le soluzioni dei problemi potrebbe restare in eterno col suo foglio bianco.
PS La vera bastardata nel compito di matematica è che la risposta al punto 1 si trova nei punti 2 e 3, quindi quelli con una preparazione approssimativa, che già sono ben predisposti a saltare un punto senza star lì a pensarci troppo, sono tutto sommato avvantaggiati.
se per te postare tanti commenti, e di natura anche molto dversa fra loro, vuol dire essere logorroica...beh confessa che sai poche cose ma hai tanta arroganza da sentenziare ad capocchiam!
studia...
Suggerisco la visione di questo breve video : silvano Agosti, la scuola e la distruzione dell'individuo
www.youtube.com/watch?v=F-iO8TTtRls
La scuola ideale arriverà, forse, in futuro, e sarà un luogo di crescita e di apertura. Per ora io ho messo in homeschooling mio figlio per evitargli la tortura che ho vissuto io, tra liceo classico prima e università poi.
Slobbysta
[youtube]https://www.youtube.com/watch?t=3300&v=UEgeclH3kyo[/youtube]
A volte forse è meglio mettersi in mezzo in una discussione per capire cose che ci interesano.
Salve Massimo, girovagando.., mi sono imbattuto in tuo video.. ribadito da Pandora tv " PIERO ANGELA non dice la verita' ".
Forse è la quarta o quinta volta che lo vedo nei momenti di bisogno,
si.., credo sia un bisogno inconscio.
Be, veniamo al dunqe, da quando ero piccolo all' eta 7, 8 anni, almeno una volta all' anno,
fra i miei ricordi, salta fuori un documentario che vidi in tv, mi sembra rai 1,
da all' allora per me., Piero Angela, oggi pIERO aNGELA,
( forse adesso sono chiaro con le mie maiuscole e minuscole; per chi non lo avesse afferato: Nome = rispetto, mentre nOME = non rispetto., in una missiva )
ripeto, per me, non so se è grammaticalmente correto.
Dunque, in quel documentario, c' era l' allora Piero Angela che filmava un presunto ufo atterrato,
e lui con il cameramen, si avvicinavano ad un dirupo per riprenderlo, e ricordo le loro immagini molto mosse,
la sua voce verso il cameramen, affanosa ed impaurita dall' evento.
Non so, se già a quel tempo, stava facendo il debunker oppure era un giornalista investigatore serio.
Non sono riuscio a trovare niente negli archivi rai, forse tu puoi o ricordi qualcosa di simile??.
Oppure, qualcuno che legge questo post, ricorda..?. Vi ringrazio se mi delucidate.
interesano
correto
Che però è semplicemente priva di senso, primo perchè le materie umanistiche non insegnano necessariamente concetti aperti (hai presente quando facevano imparare le poesie a memoria? L'Adelchi ce l'ho ancora che mi ronza nella testa:Sparsa le trecce morbide/ sull'affannoso petto...), secondo perchè la matematica superiore è fondata su concetti tutt'altro che chiusi, a meno che non si stabilisca che preciso è sinonimo di chiuso. Poi certo se per matematica si intende l'aritmetica allora la dose di fantasia cala drasticamente, però al liceo scientifico non si va a imparare le quattro operazioni più qualche seno e coseno, il punto d'arrivo è un primo approccio all'analisi matematica, con le sue interpretazioni degli infiniti e infinitesimi, roba bella pesa anche dal punto di vista filosofico. Senza considerare che la matematica pura è filosofia. Quindi se mai la domanda pertinente sarebbe:
Poi vorrei precisare che il problema di matematica di cui si parla è più di stampo ingegneristico, non tanto per la presenza di una strana bicicletta, ma perchè è simile ai problemi legati per esempio alla migliore forma possibile di un ingranaggio in base al lavoro che deve fare. Questo per dire che non è certo tra i miei preferiti, nè un esempio lampante di astrazione matematica, però non è nemmeno un'applicazione pedissequa di formule imparate a memoria.
Detto ciò non si deve dimenticare che alcuni decenni fa generazioni di (pessimi) insegnanti di matematica, usciti dalla vecchia-vecchia maturità, e poi non troppo brillanti all'università, avevano questa concezione nichilista della loro materia (tante formule a memoria immaginazione zero al quoto) e tendevano a trasmettere questa loro patologia agli alunni. Alcuni di questi insegnanti sono ancora in circolazione.
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fb76:Sei proprio sicuro di voler capire....?!
Come si può giudicare una persona “matura”, sei maturo se riesci a tradurre Seneca o a risolvere un problema di matematica o sei “maturo” quando hai capito le tue doti, i tuoi doni e puoi quindi svilupparli ?
E poi maturo per cosa?
@
Per aver creato la mia croce e la mia delizia: Luogocomune di Massimo Mazzucco.
Non oso esporle.
Quando lessi " Altri - presumo - fanno ballare tangenti, proiezioni e ipotenuse come se fossero scimmiette addestrate, ma poi magari faticano a tenere insieme ragionamenti astratti di più largo respiro"
@ scrissi "Tom Lehrer - Lobachevsky (with lyrics) '1953" e mi stemperai un pò.
Massimo, ti invierò in privato l'ultima follia di -o-m-y-g-o-d-
per riderci su, per riderci addosso. Può un fiocco di neve sembrare glaciale?
Buongiorno Ippia.
Mia traduzione:
"Guardate pure i filosofi di oggi -gli Schelling, gli Hegel, i von Esenbeck, e compagnia- non vi si rizzano i capelli in testa davanti ai loro enunciati? Leggete cosa scrivevano anticamente i filosofi del tempo -Platone e gli altri contemporanei, ma voglio metter da parte Aristotele- nelle loro esposizioni.
Ma lo stesso Kant spesso non e` in una posizione molto migliore: la sua distinzione tra proposizione analitica e sintetica e`, a mio parere, una di quelle cose che, in ogni caso, o si risolve in una tautologia o e` sbagliata."
Almeno di Aristotele si fidava
Io (e sono convinto anche voi) ho avuto un'apertura mentale maggiore di chi mi circondava non grazie alla scuola ma grazie ad esperienze precedenti, dell'infanzia. La scuola è stata solo un passaggio obbligatorio con una bassa utilità puramente nozionistica (cioè cultura e non intelligenza), tutto il resto che sono e che conosco si è formato prima, durante (non necessariamente tra i banchi) e dopo. Qui si confonde la cultura (sapere il latino) con l'intelligenza (saper fare i collegamenti per arrivare alla radice di parole e significati tramite deduzioni). E' vero che un po' c'è questo stimolo, ma molto spesso o è estremamente settoriale, cioè che una volta usciti dal latino, tale capacità deduttiva si spegne, o è quasi completamente assente e si limita a leggere la pagine giuste del vocabolario. Idem per la matematica; uno può applicare una formula come fosse un pezzo di LEGO o può caprine la logica e arrivare alla formula e a tutte le sue varianti autonomamente, ma questo succede a pochi, pur frequentando la stessa classe, ERGO, non è dietro i banchi di scuola che si stimola l'intelligenza, ma si tratta di un mix di fattori che partono più dal profondo e molto prima della stessa scuola dell'obbligo, grazie ad una buona educazione stimolante da parte dei genitori o, spesso, dalla fortunata casualità degli eventi. Io (e sicuramente ognuno di noi) conosco persone che non hanno il diploma e che hanno fatto solo un paio d'anni di scuola d'arte, ma hanno capacità intellettive tali che ora, il loro livello di conoscenza e intelligenza, è quasi inarrivabile ai più; pur stando a stretto contatto, fatico a tenere il passo.
L'istruzione un tempo, serviva a creare classi dominanti, a mantenere un distanza netta tra il volgo e chi deteneva il potere.
A metà del secolo scorso, quando si sono accorti che "istruire" tutti poteva diventare molto pericoloso, hanno trovato il modo di "declassare" la scuola e farla diventare un luogo dove si "apprendono" solo nozioni, facendo bene attenzione che queste non accendano troppo il cervello del volgo.
ilgazzettino.it/.../...
"Londra, un altro palazzo in fiamme: strade invase dal fumo
Un incendio è scoppiato a Londra in un edificio di Shaftesbury Avenue, vicino a Piccadilly Circus, nel cuore di Soho, dove i media locali mostrano immagini della strada invasa da fumo. Secondo il Daily Mail online, le fiamme sarebbero state innescate da un cortocircuito nel piani sotterranei di un edificio di cinque piani. Ancora non si conosce l'entità dei danni. Sul posto ci sono diversi mezzi dei pompieri."
Ci ritentano finché non ne crolla uno in stile WTC7?
Gli esami dovrebbero essere solo un modo per scovare l'eccellenza nel settore di competenza degli studenti e appioppare un numeretto agli altri. E' comprensibile che includano dei test specifici nei quali lo studente possa dare il meglio di se e distinguersi dagli altri. Cazzate...
Il metodo di "insegnamento" invece si basa sul recinto...otto ore seduti per otto anni e tanto più!
Lo scemo di buona memoria avrà la meglio sul genio emotivo e pasticcione...d'altronde la società abbisogna di ubbidienti "soldati"...
fb76Pensa non riesce neppure la NSA...sarà per la mia cripticità...
No non sono superpoteri...semplicemente non faccio la fila...
FranZetaCapire lo stato d'animo di un colore? La volontà è presunzione..è questione di predisposizione...
hvsky
...magari lo sperma lo ha concepito...e la progenie supererà l'esame...
Slobbysticamente... Ante◆Ater
Citazione
Mi sembra un concetto molto personale e poco specifico, potrebbe valere per qualsiasi materia.
“Matematica e fisica sono codici a chiave, insegnano a chiedersi il perché delle cose, chi impara a districarsi tra Radici quadrate ed equazioni assimila una tecnica che potrà applicare a qualunque ramo del sapere e della vita…….”
Chiedo scusa ma se poi mi spieghi come Latino e Greco ci insegnano a chiederci il perché delle cose e quale è questa tecnica che si applica a qualunque ramo del sapere e della vita ????
Puoi anche aver ragione (anche perché io non ho studiato né Greco né Latino) ma da come la metti giù sembra che non ci sia possibilità di discussione e che ciò che affermi sia una verità assoluta.
Per dirne solo due!
Finiti gli studi universitari, e trovato un lavoro, mi ci sono voluti ANNI per ricreare in me la curiosità e la creatività che la scuola mi aveva soffocato, estirpato, bruciato dentro.
Ma credo che sia solo il liceo classico così drammaticamente inadatto a formare delle persone pensanti.
In genere però chi viene mandato al classico ha capacità particolari e, dopo, una volta fuori, con ritardo enorme e con grande fatica, talvolta si ripiglia dalla tramvata (come si dice a Firenze)
""Crear passioni è un po' crear cultura...ognuno ha specificità che se supportate possono valorizzare il singolo...
Il metodo di "insegnamento" invece si basa sul recinto...otto ore seduti per otto anni e tanto più!
Lo scemo di buona memoria avrà la meglio sul genio emotivo e pasticcione...d'altronde la società abbisogna di ubbidienti "soldati"...""
magari rappresenta piu un limite che un bisogno di società ...ma... anche se tristemente... sostanzialmente daccordo
SORRY
Kein Problem Licio, ma le maiuscole dipendono solo dalla tua tastiera: togli Bloc Maiusc se è rimasto attivato, altrimenti quello che scrivi equivale ad urlare sguaiatamente.
Secondo me ciò di cui parla Massimo, è rappresantato più che dalla dicotomia Classico - Scientifico, dalla contrapposizione tra i Licei e gli istituti tecnici/professionali.
Comunque l'accantimento mediatico che c'è nei confronti in particolar modo del Liceo Classico non è casuale. Il sistema non vuole gente pensante e con ampie vedute, ma unicamente esseri calcolanti capaci solo ad esercitare una professione.
Poi è chiaro che uno può frequentare con successo un Liceo Classico ed essere una testa di rapa che dei problemi sistemici non gliene frega una mazza. Ma mi riferisco chiaramente all'impostazione dell'indirizzo dei studi e non ai singoli casi.
Non chiedetemi come risolvere il problema campi nomadi se finisco col parlare di rinnovabili e recupero energetico, è evidente che non posso essere io a proporre la soluzione che sono solo un tecnico di sistemi energetici, (ovviamente era un ragionamento per assurdo)
NON ME NE VOLERE
SONO ALL'ANTICA, PER ME IL MAIUSCOLO E' SOLO UNA LETTERA PIU' GRANDE E NULLA PIU'.
INOLTRE E' DI GRANDE AIUTO AGLI IPOVEDENTI...
Ma, a parte l'esame, ed a parte singole materie specifiche (greco per il classico, e il latino che se non erro c'era almeno fino a pochi anni fa anche per lo scientifico, o lingue non diffusissime per il linguistico, materie tecniche/tecnologiche per gli istituti tecnici o per i professionali), spesso in tutte le scuole si insegnano molte materie uguali, dando solo un diverso peso nell'orario settimanale, sempre sulla base del tipo di scuola e indirizzo al suo interno.
Ovviamente, il punto del discorso, invece, non è affatto lapalissiano; ossia fare in modo che tutti, almeno quelli che vanno alle superiori, abbiano una preparazione, non solo di base ma nemmeno prettamente nozionistica, in un vasto arco di materie; per esempio, almeno dalla matematica e scienze naturali e la fisica, fino al greco e latino, passando per più lingue straniere possibile, sociologia e storia anche fino ai giorni nostri.
Altrettanto ovviamente, il sistema economico che presuppone l'uscita dall'esame di maturità, lo prendo qui solo come simbolo convenzionale, non è disposto ad avere anche le scuole tecniche/scientifiche che "perdano tempo" (dal punto di vista delle imprese che costituiscono il sistema economico) con troppe ore di materie sociali/umane e umanistiche che lo tolgono invece alle molto più utili (idem) ore su materie scientifiche, tecniche e pratiche, che preparano già al mondo del lavoro (sempre se poi lo si trovi così facilmente, come se dipendesse e dipendesse solo dalla materia studiata a scuola); e che magari rendano gli studenti con le basi per il mondo del lavoro, ma anche con l'elasticità mentale necessaria per non farsi mettere i piedi in testa, per quanto possibile, o addirittura anche con grilli per la testa sul dare una direzione innovativa/migliorativa al lavoro ed al posto di lavoro in cui si avrà la fortuna di essere capitati.
accorto e si parla di scientifico come di un istituto professionale.
"Perché a scuola non ci insegnano tutte e due le cose, ovvero sia a ragionare con concetti aperti, di tipo filosofico, che a gestire concetti chiusi, di tipo matematico?
In fondo, pur essendo diversificato nelle materie, l'esame di maturità dovrebbe avere uno scopo comune, che mette sullo stesso livello tutti gli studenti: quello di stabilire se ciascuno di loro sia "maturo", in termini generali, per entrare a far parte della società adulta.
E invece sembra quasi che la differenziazione scolastica sia solo un modo, da parte della società adulta, per selezionare già in partenza i vari studenti predestinati - separatamente, e ciascuno al proprio livello - a svolgere senza intoppi il ruolo che la società stessa ha già deciso di assegnargli."
ma davvero non capisce da solo perché sia così il nostro sistema scolastico - ed in questo caso la parte degli esami - (migliore di molti altri nel mondo)?
No, naturalmente!!!! E' solo un'altra provocazione vuota e sterile (La preferisco, indubbiamente, quando parla dei problemi veri e delle vicende nascoste "ai più"). D'altronde prima si fa la domanda e poi si da una probabile risposta (sbagliata ovviamente, per via della natura polemica del post)...tutto da solo!!!
Non perdo tempo a spiegarglielo, non le renderei onore...si può intuire da soli.
Le dico solo che paragonare la scuola italiana ad una sorta di Think tank dei poveri è come dire che il merluzzo e lo squalo sono uguali perché sono entrambi pesci.
Che sia indizio di una nuova categoria ?