Faccio finta di non essere italiano, mi siedo davanti alla TV e guardo il servizio della CNN su Napoli come se fossi un americano qualunque (oppure un giapponese, un arabo o un finlandese). Uno, insomma, che dell’Italia sappia poco o nulla, e che voglia semplicemente farsi un’idea dei problemi che affliggono quel simpatico paese a forma di stivale.
Mi accoglie lo sguardo intenso di Alessio Vinci, che si aggira fra i cassonetti vuoti del centro cittadino spiegandomi con tono grave che “la spazzatura è di colpo sparita dalle strade di Napoli, ma solo perchè oggi c’è in visita il Primo Ministro Berlusconi”.
“Basta andare in periferia – continua Vinci – per avere la giusta misura di un problema che affligge questa città da oltre 14 anni, ma che solo lo scorso inverno ha raggiunto i livelli di emergenza, quando tutte le discariche disponibili hanno raggiunto la massima capacità”.
Da buon americano che dell’Italia non sa nulla, deduco che i napoletani siano degli zozzoni incivili, che ripuliscono le proprie strade solo per fare bella figura in televisione, e che aspettano quindici anni per risolvere un problema che andava invece affrontato seriamente fin dall’inizio.
Segue una curiosa intervista a un signore “che non ha votato per Berlusconi, ma che spera che lui possa risolvere il problema”, e mi viene subito da domandarmi – sempre da buon americano ... ... che di noi non sa nulla – perchè mai i napoletani non votino direttamente per coloro che i problemi dovrebbero risolverli, invece di sperare che lo faccia la gente votata dagli altri. Cos’è, una forma estrema di fatalismo politico? Una scelta scaramantica, per non avere il coraggio di osare davvero? Oppure semplice e brutale autolesionismo? Non capisco.
ll servizio della CNN prosegue dicendo che “nella zona c’è un solo inceneritore, la cui costruzione è stata però bloccata dalla magistratura per sospette collusioni con la mafia”, e conclude informandoci che “il nuovo ‘zar della spazzatura’, il nono in 14 anni, avrà il potere di far aprire discariche dove vuole lui, con l’appoggio dei militari se necessario. This is Alessio Vinci, CNN, Italy“. Fine.
A mia volta concludo, senza più ombra di dubbio, che non solo i napoletani siano dei lercioni per natura, ma pure dei pericolosi eversivi che rifiutano l’ordine costituito, ai quali bisogna addirittura imporre un pò di pulizia con la pistola puntata alla tempia.
Signori, c’è poco da ridere: se io non sapessi nulla dell’Italia, questa è l’idea che traggo dal servizio della CNN su Napoli, e non un’altra. E siccome dopo il servizio da Napoli c’è n’è subito uno sulle foche del Lago Titicaca, io non ho certo il tempo nè la voglia di approfondire la faccenda per conto mio, e mi assesto su quella conclusione per il resto dei miei giorni: se proprio i napoletani amano vivere nella spazzatura - mi dico - non vengano a rompere le scatole a me.
Non solo Vinci non ha speso una parola per accennare alla commistione ormai indistricabile fra potere e camorra – vera origine e radice del problema stesso - ma in quel breve passaggio sulla “sospensione della costruzione dell’inceneritore” ha anzi dato un’immagine delle nostre istituzioni limpida e sana, che le vede impegnate da mane a sera nella durissima lotta alla corruzione e alla malavita, al punto di arrivare a dire: “L’inceneritore ci sarebbe anche, ma siccome voi siete disonesti e pare che abbiate dei contatti con la mafia, noi ve lo blocchiamo”. Nemmeno nei fumetti di Batman la separazione fra buoni e cattivi è così netta e irreversibile.
Ora, è vero che un notiziario della CNN non può permettersi l’approfondimento di un numero speciale, ma qui non si tratta solo di superare il “primo livello di informazione”, si tratta di non falsarlo in maniera tale da non riuscire più a vedere il secondo nemmeno se ci provi.
Una volta infatti che hai stabilito che “i napoletani sono degli anarchici a cui piace galleggiare nella spazzatura”, come fai ad arrivare a capire che il problema sta invece nella collusione fra potere e camorra?
Quello che richiedi allo spettatore, a quel punto, non è più un semplice passaggio dal primo al secondo livello di informazione, ma un vero e proprio “salto quantico”, una capriola da circo equestre che non puoi più aspettarti di veder fare da nessuno. E anzi se qualcuno ci prova si piglia pure del pazzoide, a quel punto.
Come diceva Rousseau, “ci si fa ingannare non da ciò che non si conosce, ma da quello che si crede di conoscere“, e a questo punto non ci resta che domandarci quante cose noi crediamo di sapere sul resto del mondo che non solo non corrispondono alla realtà – a questo, ancora ancora, siamo ormai rassegnati - ma la nascondono in modo tale da non renderla più accessibile nemmeno a chi volesse cercarla.
Massimo Mazzucco
Per una seria analisi del problema di Napoli vedi:
DOSSIER SPAZZATURA