«Chiunque si pone come arbitro in materia di conoscenza, è destinato a naufragare nella risata degli dei» - Albert Einstein
Se c’è qualcosa che accomuna tutti i lettori di luogocomune – e di siti simili al nostro - è certamente la “ricerca della verità”, intesa non come certezza di una particolare versione dei fatti, ma come capacità di ciascuno di liberare ogni volta la mente dai pregiudizi, prima di affrontare un qualunque argomento che possa restarne influenzato.
E’ il famoso discorso del confronto fra il ragionamento deduttivo e quello induttivo: il primo parte da presupposti fissi e intoccabili, che garantiscono una conclusione altrettanto solida e intoccabile (es.: “Gli americani non possono essersi fatti da soli una cosa del genere, per cui
deve essere stato per forza il kerosene a far crollare le Torri Gemelle”), ma rischiano di trascinare il ragionamento nel disastro più totale, se per caso la premessa risultasse errata (pare infatti, a giudicare dalla storia, che gli americani possano eccome farsi da soli degli scherzi del genere, anzi sembra che il loro sia proprio un vizio ricorrente).
Il ragionamento induttivo non parte invece da certezze fisse, ma dall'osservazione dei dati disponibili, e cerca di trarre conclusioni solo quando crede di averne raccolto a sufficienza (es.: “Ci sono gli sbuffi laterali, gli edifici cadono molto in fretta, il calore non poteva indebolire le strutture, i testimoni parlano di esplosioni, ecc... Tutto questo mi porta a concludere che sia stata una demolizione controllata”). Il premio che lo attende è l’introduzione un concetto nuovo, che prima non esisteva (“E’ stato un autoattentato”), lo svantaggio è quello di non avere mai la certezza assoluta della conclusione a cui si è giunti.
Talmente importante è la distinzione fra ragionamento deduttivo e induttivo, che si può affermare che tutte le discussioni si possano in qualche modo far risalire a questa diversa impostazione mentale. Fateci caso, sui nostri forum come nei dibattiti televisivi, ... ... e distinguerete immediatamente i due diversi modi che ciascuno adotta nell’affrontare le discussioni. E noterete anche che quasi sempre le persone che adottano un metodo – per approcciare inizialmente un certo problema - non adottano mai l’altro, e viceversa.
Esiste in proposito una tale raccolta di aforismi, che sembra confermare in pieno l’importanza di questa distinzione di fondo:
«Le storie più errate sono quelle che pensiamo di conoscere meglio, che quindi non sindachiamo e su cui non ci poniamo più interrogativi.»
- Stephen Jay Gould
«Solo i piccoli segreti vanno protetti. Per quelli grandi sarà sempre sufficiente l’incredulità della gente.»
- Marshall McLuhan
«Gli uomini nascono ignoranti, non stupidi. E’ l’educazione che li rende stupidi.»
- Bertrand Russell
«Ci si fa ingannare non da ciò che non si conosce, ma da quello che si crede di conoscere.»
- Jean Jacques Rousseau
«Colui che in una discussione fa sfoggio di autorità, non usa la ragione, ma la memoria.»
- Leonardo da Vinci
«L'incompetenza si manifesta con l'uso di troppe parole.»
- Ezra Pound
«C'è un'ignoranza da analfabeti e un'ignoranza da dottori.»
- Michel De Montaigne
«Crediamo soltanto a ciò che vediamo. Perciò, da quando c'è la televisione, crediamo a tutto.»
- Hildebrandt Dieter
«I computer sono inutili. Ti sanno dare solo risposte.»
- Pablo Picasso
«L'assuefazione indebolisce la vista del nostro giudizio.»
- Michel de Montaigne
«Non è possibile o non è facile mutare col ragionamento ciò che da molto tempo si è impresso nel carattere.»
- Aristotele
«L'abitudine ci nasconde il vero aspetto delle cose.»
- Michel de Montaigne
«Il dogmatismo non è che bullaggine diventata adulta.»
- Douglas Jerrold
«Non dimentichiamo mai che una fede eccessiva è sempre accompaganta da una pari mancanza di conoscenza.»
- Francis Story
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Ci sono poi gli aforismi che derivano direttamente da questi principi, e nei quali sicuramente molti di noi si ritrovano:
«Le probabilità di essere nel giusto aumentano in maniera proporzionale all’intensità con cui gli altri cercano di dimostrare che stai sbagliando. »
- Harry Segall
«Giornalismo è diffondere quello che qualcuno non vuole che si sappia, il resto è propaganda.»
- Horacio Verbitsky
«Se riescono a farti porre le domande sbagliate, non devono più preoccuparsi di dare le risposte giuste.»
- Thomas Pynchon
«Se l’ignoranza è una benedizione, perchè ci sono così poche persone felici?»
- Anonimo
«Non temere mai le ombre. Queste indicano che nelle vicinanze c’è una luce che brilla. »
- Ruth Renkel
«Ogni sensazione di verità non è che la percezione di una analogia.»
- Henry David Thoreau
«Soltanto con il cuore si può vedere nel modo giusto. Ciò che è essenziale sfugge alla vista umana.»
- Antoine De Saint-Exupery
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C’è infine Albert Einstein, che merita un capitolo a parte:
«La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre.»
«Per quanto le leggi della matematica si riferiscano alla realtà, esse non sono certe, e per quanto siano certe, esse non si riferiscono alla realtà.»
«L'importante è non smettere di fare domande.»
«Il senso comune è quello strato di pregiudizi che si sono depositati nella mente prima dei diciotto anni.»
«Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare.»
«Chiunque si pone come arbitro in materia di conoscenza, è destinato a naufragare nella risata degli dei.»
- Albert Einstein
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Massimo Mazzucco