NOTIZIA FLASH: Un sondaggio nazionale ha dato ieri Barak Obama in vantaggio su John McCain di 14 punti: Obama 48% - McCain 34% (il resto sono indecisi). Alle fine delle primarie, due settimane fa, lo stesso sondaggio galleggiava intorno alla parità: McCain 41% - Obama 40% (il resto indecisi). Questo sondaggio non risente in alcun modo della notizia riportata in questo articolo, che negli Stati Uniti ancora non è stata ripresa.
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Pensavamo (e speravamo) che sarebbe successo, ma molto più avanti, nel cuore della competizione presidenziale del prossimo autunno. Invece qualcuno ha pensato bene di anticipare i tempi, svelando al mondo già da adesso il “piccolo sporco segreto” di John McCain: il candidato repubblicano non sarebbe affatto l’eroe di guerra che lui stesso si è andato dipingendo per decenni, “torturato e tenuto in isolamento” dai feroci Vietcong per oltre 5 anni, ma un fortunato figlio di papà che ha portato a casa la pelle proprio grazie al cognome importante, dopo essere stato trattato – a quanto pare – come un ospite di tutto riguardo.
A smentirlo pubblicamente non è un giornalista qualunque, e nemmeno un veterano di guerra che possa avere il dente avvelenato contro di lui, ma il suo stesso ex-carceriere, che in un’intervista alla BBC non ha esitato a definirsi – addirittura - “suo amico”.
McCain fu fatto prigioniero quando il suo bombardiere fu colpito dalla contraerea vietnamita, obbligando l’equipaggio a paracadutarsi sopra il centro di Hanoi.
Caduto in un laghetto della città, Mc Cain fu catturato dai locali ... ... e riempito di botte, prima di essere portato via dai militari.
Con gambe e braccia spezzate, fu sbattuto in una cella a marcire. Ma la sua sorte cambiò di colpo, quando il giovane aviatore fece sapere ai vietnamiti di essere il figlio dell’Ammiraglio McCain, ovvero colui che era in procinto di prendere il comando di tutta la marina americana nel Pacifico.
A quel punto, pur di salvarlo, fu fatto addirittura venire dalla Russia un medico specialista, che riuscì in qualche modo a rimetterlo in piedi.
Qui la ”storia ufficiale” si interrompe, ed iniziano gli anni “bui” della prigionia di McCain, nella quale lui sostiene di essere stato ripetutamente torturato e tenuto in isolamento, nella prigione di Hoa Lo, nota fra i Marines come “Hanoi Hilton”.
A sentire invece Tran Trong Duyet, che allora dirigeva la prigione stessa, McCain non fu mai torturato. “Anzi – dice – lo invitavo spesso nel mio ufficio, dove discutevamo apertamente della guerra, e di cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato”.
“Ricordo fosse un repubblicano di ferro, fortemente convinto delle sue idee”.
Riguardo alle torture, Duyet dice chiaramente che McCain “non ha detto la verità”.
Naturalmente, è possibile che sia Duyet a mentire, per ovvii motivi di “immagine”: a nessuna nazione piace ammettere di avere torturato i propri prigionieri. Non si comprende però, in quel caso, perchè dovrebbe uscirsene proprio adesso con queste dichiarazioni, visto che sotto giudizio, alle elezioni di Novembre, ci va McCain e non certo il Vietnam.
Le dichiarazioni di Duyet inoltre si riconciliano perfettamente con l’inspiegabile riluttanza di McCain a riaprire gli archivi di guerra sul Vietnam (vedi articolo linkato in coda). E’ questo il suo vero tallone di Achille, che gli renderebbe molto difficile sostenere che Duyet mente, se per caso si ritrovasse costretto a farlo (per ora la notizia non è stata ripresa, negli Stati Uniti).
Addirittura – ha aggiunto Duyet nell’intervista – “McCain mi insegnava l’inglese, e mi correggeva la pronuncia quando sbagliavo”.
Di certo sembra un modo molto curioso per ripagare chi ti tortura.
Massimo Mazzucco
Fonte
BBC
Il piccolo sporco segreto di John McCain