Fino a ieri, nonostante tutto, ero contento di essere un occidentale. Mi riconoscevo in una storia piena di contraddizioni ma anche di dibattito, di pagine orride come di pagine splendide, una storia che sembra comunque indicare, nei tempi pur lunghissimi della crescita umana, un sofferto tentativo di migliorarsi, e di migliorare le condizioni della nostra permanenza su questo pianeta. Non ho mai pensato che quello occidentale sia il miglior modo di vita possibile, ma concordo certo con quelli che sostengono che è il migliore che sia mai stato realizzato fino ad oggi sulla faccia della terra.
Poi venne Marcello Pera, con il suo
"Appello per l'Occidente".
Da questo appello - "già firmato da politici e uomini di cultura", ci dice sempre l'articolo di Repubblica - risulta invece che i valori cardine della nostra società dovrebbero essere: "Strenua ed indiscutibile difesa di Israele; integrazione degli immigrati ... ... sulla base dei valori della nostra Costituzione; difesa del diritto alla vita e difesa degli istituti tradizionali come il matrimonio, la famiglia e la parità scolastica. Non si tratta di imporre alcunchè a qualcuno ma richiamare alcuni punti fondamentali per non perdere la nostra identità: altrimenti - spiega Pera - la crisi dell'Occidente rischierà di aggravarsi".
Ma al di là di ogni questione pro o contro Israele, come può - ci si domanda - un Occidente che si porta sulle spalle 2000 anni di storia avere addirittura al primo posto l'esigenza della difesa di un paese ("strenua" poi, che termine curioso) che non solo dell'Occidente non fa parte, ma che fino a cinquant'anni fa non esisteva nemmeno?
In secondo luogo, "integrazione degli immigrati " significa semplicemente che chiunque venga a vivere da noi deve - giustamente - adeguarsi alle nostre leggi. Ma questo avviene dovunque nel mondo, e nessuno ha mai preteso (eccetto forse gli americani, ma questo è un altro discorso) di andare a vivere all'estero ed imporre a sua volta i propri usi ed abitudini alle popolazioni locali. Quindi?
Per quel che riguarda poi "difesa del diritto alla vita e difesa degli istituti tradizionali come il matrimonio, la famiglia e la parità scolastica", possiamo solo domandarci perchè Pera si sia voluto ricordare di quelli, che non risultano fra l'altro in nessuna Costituzione occidentale, e non ad esempio del diritto alla tutela della salute (Art. 32 della nostra Costituzione), del "diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto" (Art. 19), del diritto di Enti e privati di "istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato" (Art. 33), del "dovere e diritto dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio" (Art. 30), del diritto del lavoratore "ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa" (Art. 36), oppure ancora allo stesso diritto al lavoro, a quello di sciopero, di educazione per i minorati, eccetera eccetera?
Cos'è, questa, tutta roba da buttare nel gabinetto, per caso?
Eppure questo signore non è un "italiano qualunque", è il presidente in carica del Senato della Repubblica Italiana, ovvero la prima carica istituzionale, a quel che mi risulta, dopo quella del Presidente della Repubblica.
Come può questo signore permettersi di declamare quella che è chiaramente un'agenda politica personalizzata, dalla posizione che gli è stata invece assegnata, per convenzione, "dalla maggioranza di tutti gli italiani"?
A che tipo di persone stiamo regalando il potere di cui chiaramente abusano, giorno per giorno, con la nostra silente connivenza? Siamo davvero certi, a questo punto, di avere il diritto di lamentarci, se nel frattempo avremo continuato a votarli?
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Nello specifico, e fuori dal discorso istituzionale, c'è da notare il pacchiano tentativo da parte di Pera di deformare il messaggio all'interno - e a favore, ovviamente - del cosiddetto "scontro di civiltà".
Scontro che lo stesso Pera si guarda bene, a parole, dal desiderare ("No alla guerra di civiltà, ma l'Occidente difenda suoi valori") ma che di fatto alimenta a tutta forza, scegliendo proprio quel martellante concetto di "difesa", su tutti i fronti possibili e immaginabili, che non può che suggerire che l'Occidente sia sotto attacco. Da parte di chi, indovinatelo un pò voi.
Istituzionalmente scorretto, quindi, storicamente fuorviante, e pure ipocrita fino al midollo.
Al proposito, pubblichiamo di seguito il commento di una nostra iscritta (in questo caso l'
homen nomen ovviamente non si applica), che non arriva dall'alto di un pulpito così fallace e ingannevole, ma dal basso della famosa "strada", in cui si svolge tutti i giorni la nostra vita reale.
Massimo Mazzucco
PS. L'articolo è stato modificato dopo la pubblicazione originale.
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In tutta questa storia, quello che mi fa venire le coliche al cervello è la presunta difesa dei valori occidentali, che sta andando tanto di moda anche in Italia.
L’Occidente è forza di civiltà, dichiarano strani figuri, mentre il fondamentalismo è come il nazismo.
Ma io, che ho sempre viaggiato in camper nei covi dei fondamentalisti che vogliono sgozzarci, imporci i muezzin, limitare le libertà delle donne, ricordo con gioia e gratitudine il rispetto di questa gente.
Voglio quindi ringraziare quei nazisti che, in un’oasi sperduta, invece di ucciderci hanno giocato a calcio con mio figlio, accettando nella squadra anche una donna occidentale in calzoncini (e non l’hanno massacrata in nome di Allah); ringrazio la popolazione che faceva il bagno con i vestiti ed ha lasciato che noi lo facessimo in due pezzi; ringrazio la ragazza di uno sperduto paese che,pur parlando benissimo l’inglese, invece di darci solo indicazioni stradali, ci ha accompagnati di persona; ringrazio la signora che parlando solo arabo non riusciva a capirmi, e allora mi accarezzava per dirmi mi dispiace, non ti capisco; ringrazio un cameriere che credo abbia rubato un gelato per offrirlo a mio figlio.
Quando giri in camper sei esposto a tutti i pericoli, ma non ci è mai capitato nulla. Solo affetto, rispetto ed infinito amore per i bambini; mai ho visto gente esaltata, donne crudeli urlare con le braccia al cielo, masse di terroristi assaltare moschee, come ci mostrano in televisione.
Pare, però, che io sia affetta da una nuova malattia, il relativismo che, poi, è solo il rispetto dell’altro.
Scusate lo sfogo, un po’ fuori argomento, ma ho la febbre ed ho appena finito di leggere un articolo su Repubblica “L’Islam radicale minaccia l’Europa”.
"hombre"