In un recente articolo ci domandavano come fare a capirci qualcosa, all'interno della diatriba sul Global Warming che tiene banco ormai da qualche anno a livello mondiale.
Da una parte si accusano industrie e corporations di "rovinare il pianeta" pur di non affrontare gli enormi costi necessari a limitare le emissioni nocive, dall'altra si accusano i "liberals" di fomentare inutili paure nella popolazione, sostenendo che le "anomalie" termiche fanno semplicemente parte di fluttuazioni storiche assolutamente regolari, se giudicate in un più ampio contesto temporale.
Se però si viene a sapere che una delle due parti ha intenzionalmente modificato, oppure soppresso del tutto, i risultati di certe ricerche, significa che quei risultati erano validi, e che non si voleva che venissero diffusi.
Sono più di 120 gli scienziati, appartenenti a diverse agenzie federali americane, che hanno accusato l'amministrazione Bush di averli obbligati a rimuovere dalle loro ricerche tutti i riferimenti a "cambiamenti climatici" e al "global warming" … … che vi comparivano. In altri casi, i documenti sarebbero stati direttamente modificati da emissari governativi, prima di essere pubblicati sulle più note riviste scientifiche.
Già l'anno scorso c'era stato il caso del noto scienziato James Hansen, che aveva pubblicamente lamentato la soppressione dei propri lavori di ricerca da parte della NASA; ma essendo un caso isolato, poteva sempre essere addebitato a motivazioni personali, diverse magari da quelle pubblicamente dichiarate.
Ora invece questi 120 scienziati hanno addirittura creato l' UCS, Union of Concerned Scientists (Sindacato degli Scienziati "preoccupati", o "coinvolti"), dimostrando che il caso di Hansen era soltanto la punta di un iceberg davvero preoccupante.
Una delle accuse più ricorrenti riguarda il fatto che gli scienziati che mandavano un loro lavoro all'esame delle pubblicazioni specialistiche molto spesso non ricevevano nessuna risposta, come se la loro ricerca non fosse mai esistita.
In altri casi i loro lavori venivano deviati verso "specialisti governativi", che modificavano il testo della ricerca, oppure lo accompagnavano da una critica talmente feroce da renderlo inefficace a tutti gli effetti.
Il "crocevia" di tutte queste deviazioni pare che fosse un certo Philip Cooney, il segretario del Council for the Quality of the Environment (Consiglio per la Qualità dell'Ambiente) istituito da Bush in persona, con sede alla stessa Casa Bianca. Prima di venire scelto da Bush per quel ruolo, Cooney era lobbista e avvocato per l'American Institute of Petroleum.
In tutto, gli scienziati avrebbero documentato 435 casi di apparente o effettiva interferenza da parte dell'amministrazione Bush negli ultimi cinque anni, ritrovandosi spesso ad applicare una forma di autocensura "preventiva", pur di non perdere la speranza di vedere in qualche modo il proprio lavoro pubblicato.
Ma a quel punto i documenti finivano per essere cosi edulcorati da perdere la maggior parte della loro efficacia sul fronte della denuncia.
Accanto all'USC è nata una seconda associazione - il GAP, Government Accountability Project (Progetto per la Responsabilizzazione Governativa) - che si propone di far instaurare precise forme di protezione per gli scienziati che decidessero di denunciare le censure governative, senza per questo doverci rimettere il posto o la reputazione. (Peccato non esistesse nulla di simile per Steven Jones).
Tutto questo avviene, forse non casualmente, all'alba della presentazione, a Parigi, del rapporto conclusivo del Comitato Intergovernativo sui Mutamenti Climatici, del quale fanno parte i migliori scienziati di ogni parte del mondo. Il rapporto "conclude per la prima volta che l'effetto serra senza dubbio esiste, che è dovuto principalmente alle attività umane, e che queste molto probabilmente sono la causa maggiore dell'aumento delle temperature a partire dagli anni 50". ( "… has concluded for the first time that global warming is “unequivocal” and that human activity is the main driver, “very likely” causing most of the rise in temperatures since 1950.")
Il rapporto però dice anche che il surriscaldamento e le sue dannose conseguenze potrebbero essere sostanzialmente ammortizzati con una azione immediata.
Come al solito, il bastone e la carota. Le verità, ma non tutta. L'allarme, e la immediata tranquillizzazione.
Ovvero, il nulla di fatto. Qui si rischia che, nonostante la denuncia del gioco sporco dei conservatori, gli interessi troppo grandi, sia da un lato che dall'altro, finiscano per "ammortizzarsi a vicenda", con conseguenze che forse solo i nostri figli potranno cominciare ad apprezzare in tutta la loro devastante drammaticità.
Massimo Mazzucco
Fonte NYT
Fonte CSM
Vedi anche:
Il circolo vizioso
Che faccia fareste se vi dicessero che fra una decina d'anni potremmo ricordare questa estate come "relativamente fresca", rispetto a quello che ci ritroveremo ad affrontare allora?
Calda, fredda…. Calda, fredda…. Giusta"
Bisogna riconoscere che a volte, di fronte alla questione del Global Warming, ci si può sentire come pesci fuor d'acqua: senti una campana, e ti pare che abbiano perfettamente ragione, poi senti l'altra, e ti pare tutto altrettanto sensato. Come si fa a capirci qualcosa, a questo punto? E' possibile che secondo alcuni rischiamo entro pochi anni di essere tutti bolliti come aragoste, mentre secondo altri non succederà assolutamente nulla che non sia mai successo prima nella storia del nostro pianeta?
Blair scopre le energie pulite. O quasi.
La corrente di cosa si sta fermando?