Torna a farsi udire la voce petulante di bin Laden, minacciando nuovi attentati sul suolo americano, e torna a farle eco quella del nostro ministro Pisanu, paventando ancora una volta "anche da noi" il pericolo di attentati "come quelli che hanno colpito Madrid e Londra".
Il copione si ripete, in una formula ormai stantìa che è resa obbligatoria dall'invenzione stessa dell'11 Settembre: come un vaccino all'incontrario, la paura di un possibile attentato va regolarmente "richiamata" nel cittadino che si vuole tenere sotto controllo. Si arriva così al paradosso che la stessa persona che avrebbe sorpreso il mondo con gli attentati a Torri e Pentagono, oggi si premura di avvisarci che ne sta preparando altri, mentre propone però anche di "mettersi d'accordo".
Va bene allora, facciamo finta di avere paura, e vediamo in che cosa consisterebbe questo "mettersi d'accordo". Secondo l'Ansa, … … bin Laden "propone al popolo americano una tregua, 'di lungo termine' a determinate condizioni. Queste devono essere 'condizioni giuste a favore della sicurezza in Iraq e Afghanistan'''.
Ohibò! A prima vista sembrerebbe che il barbuto nemico dell'occidente sia tornato di colpo a lavorare per la CIA, visto che le "condizioni giuste a favore della sicurezza in Iraq e Afghanistan" le stanno cercando anche gli americani, non da ieri, e sempre più disperatamente. Diciamo, se non altro, che come nemico quest'uomo ha la rara qualità di saper interpretare sempre al meglio i desideri di chi lo combatte.
In realtà, la facilità con cui si smonta una notizia del genere non è che la dimostrazione che l'inganno funziona, sulle grandi masse, solo perché esse continuano a dimenticare.
Chi già da tempo si è trasferito in Internet, per avere le proprie informazioni, ha infatti imparato che l'equazione attentati terroristici=pericolo islamico non sta in piedi nemmeno a pagarla. Pensate solo a questo: uno degli uomini più ricchi del mondo ordisce gli attentati più spettacolari ed importanti della storia moderna, si dimentica clamorosamente di rivendicarli, mentre si costringe a passare il resto della sua esistenza rinchiuso in una grotta, dopo aver attratto la violenza bellica di tutto l'occidente sul suo amato popolo inerme. Meriterebbe l'Oscar assoluto della storia per il gesto più imbecille mai compiuto da un singolo essere umano.
Eppure, per chi sta ancora davanti al televisore, tutto questo appare assolutamente sensato. Per loro, il "terrorismno islamico" esiste, poichè non hanno potuto verificare, ad esempio, che negli attentati di Londra - quelli citati da Pisanu proprio ieri - vi fu una innegabile collusione con i servizi inglesi, rivelata dall'impossibile coincidenza delle esercitazioni in corso proprio in quelle ore, negli stessi luoghi (caso Peter Power).
Chi invece, come dicevamo, già usa Intenet per informarsi, ha fatto del caso Peter Power un punto fermo, dal quale non torna più indietro. Se poi a quella strana coincidenza aggiunge quella, altrettanto improbabile, delle esercitazioni in corso proprio l'11 Settembre, che prevedevano proprio degli aerei civili dirottati contro Torri e Pentagono, può raggiungere serenamente una conclusione, sul famoso "terrorismo islamico", che difficilmente qualcuno potrà ormai rimuovergli.
La televisione lavora quindi sulla mancanza di memoria dell'individuo, che, senza internet, non è in grado di confrontare, di verificare, e di trarre le proprie conclusioni, valutando nel loro complesso le singole notizie date giorno per giorno.
Il televisore non ha infatti un "archivio dati", accessibile a chiunque in qualunque momento, per verificare di volta in volta la validità di ogni nuova informazione. Il messaggio televisivo si compone momentaneamente nel tubo catodico, come una magica apparizione mediatica, e poi scompare per sempre nella notte della memoria. Mentre il messaggio di Internet si incide quotidianamente su migliaia e migliaia di hard-disk in tutto il mondo, e lì rimane per sempre, fornendoci un numero sempre maggiore di "punti fermi" grazie ai quali sarà sempre più difficile che la bugia prevalga sulla verità.
E' solo questione di tempo. E di tanta pazienza: chiunque riesca a distaccare anche una sola persona dall'assuefazione al televisore, portandola in Internet - rendendola, cioè, da "passiva" ad "attiva" - avrà contribuito in maniera determinante all'accelerazione di un processo che pare comunque, in ogni caso, ormai difficile da revertire.
Massimo Mazzucco
Al proposito segnaliamo (grazie Walter) l'intervista pubblicata da Reseau Voltaire al Generale Leonid Ivashov :
«Il terrorismo internazionale non esiste»
Sul caso Peter Power vedi anche:
"LA PROVA DEL NOVE"