Sono stati oltre 22.000 i downloads del nostro film sull'11 Settembre, da quando è stato messo in rete, due settimane fa. E stanno continuando a pieno ritmo. Se a questi si sommano i 27.000 downloads del solo segmento sulle demolizioni controllate, messo in rete ai primi di Agosto, sono circa 50.000 i singoli individui che hanno voluto verificare l'argomento in prima persona. A costoro vanno aggiunti i downloads che avvengono parallelamente, via peer-to-peer, oltre a tutte la copie che ciascun utente decide di fare, per distruibuirle fra amici, colleghi e parenti. Possiamo quindi azzardare una cifra attorno ai centomila utenti, che abbiano visto il nostro filmato nelle scorse settimane. Oltre a questi, contiamo circa 50.000 downloads dei vari filmati "minori" che abbiamo messo in rete negli ultimi mesi.
Queste cifre sarebbero state impensabili senza l'apporto di una organizzazione come Arcoiris.tv. Ma il concetto di Internet-Tv, di cui Arcoiris è sicuramente fra i pionieri, va ben oltre la "larghezza di banda" messa a disposizione dei "poveracci" come noi. L'idea è "rivoluzionaria" nel senso più stretto della parola, ... ... in quanto capovolge l'intero meccanismo di diffusione dell'informazione, rispetto a come l'avevamo vissuto fino ad oggi. Lo schermo del televisore, fino a ieri supremo dispensatore di informazione centralizzata, distillata, pre-masticata, diventa il semplice terminale sul quale visualizzare un prodotto che l'utente ha personalmente scelto e voluto, scaricandolo via Internet, e che spesso con la diffusione via etere non ha nulla a che fare. Il nostro stesso filmato, ad esempio, è nato direttamente in un computer, è stato scaricato su altri computer tramite il server di Arcoiris, e viene masterizzato su un CD/DVD solo per utilizzare il televisore al momento della fruizione finale. Se quel televisore, metaforicamente, "non avesse l'antenna", la cosa non cambierebbe di una virgola. La stessa fruizione infatti può avvenire anche dal computer stesso che ha effettuato il download.
Il ribaltamento del percorso è quindi totale: da espressione "dittatoriale" (il palinsesto è quello che è, prendere o lasciare) di una scelta avvenuta a monte dell'utente, lo schermo TV diventa, grazie all'aggiramento della rete, un mero strumento nelle mani del medesimo, declassato a livello di una comune lavastoviglie.
Ubbidisce, invece di far ubbidire. E non è poco, specialmente di questi tempi.
Naturalmente il meccanismo capovolto di diffusione - in americano le due modalità si definirebbero top-down e bottom-up (dall'alto verso il basso, dal basso verso l'alto) - non si limita a prodotti "fatti in casa" come il nostro, ma può riguardare qualunque filmato esistente al mondo, che per un motivo o per l'altro non abbia trovato la sua giusta collocazione nella programmazione TV. Parliamo quindi del filmato scomodo, come del capolavoro dimenticato, della rarità per pochi addetti, o del comune filmato d'autore. (Finalmente gli esordienti di Venezia, glorificati ma presto dimenticati, a causa della mancanza di distribuzione, troveranno un loro pubblico).
A tutto questo si aggiunga la potenzialità della trasmissione, o ri-trasmissione, via satellite, che è da qualche tempo accessibile a chiunque se la possa permettere. Nasce in quel caso una specie di "rientro dalla finestra" del prodotto iniziale, che non solo circola liberamente in rete, ma si ripropone anche "ufficialmente", via etere, per tutti coloro che non abbiano un computer, o che non sappiano utilizzarlo correttamente.
Chi si era preoccupato di controllare le antenne, si era dimenticato che i terminali funzionano anche senza.
La quintessenza di Internet semba quindi confermarsi, ancora una volta, quella di una terribile serpe in seno, covata dall'establishment militare che mira a controllare il mondo, e che diventerà invece il mezzo stesso che lo porterà alla disfatta.
Internet non si può più toglere, pena il collasso dell'intero sistema economico, e si sta dimostrando molto più difficile del previsto da tenere sotto controllo. Se è quindi vero che "informazione è potere", l'equazione, a lungo termine, non può che dare quel risultato.
Massimo Mazzucco
Vedi anche:
L'Internet nel rapporto millenario fra informazione e potere