In questi giorni di "febbre aviaria", pochi ricordano il giochino da 300 milioni di dollari che fu fatto, alle spalle dei contribuenti americani, con la scusa dell'antrace.
Proprio mentre iniziavano a riprendersi dallo shock delle Torri crollate, gli americani scoprirono il pericolo di questo strana polverina che arrivava per posta, uccideva silenziosa, e poteva toccare a chiunque. Tonnellate di posta andarono al macero, perchè per quindici giorni gli impiegati postali si rifiutarono di toccarla, dopo che uno di loro era morto per aver maneggiato una busta contaminata. Il panico era totale, e per lungo tempo moltissima gente si rifiutò semplicemente di aprire tutta la posta che riceveva. Ma ecco accorrere Babbo Bush, che prontamente ordinava alle amiche società farmaceutiche, messesi gentilmente a disposizione, la bellezza di qualche milione … … di fiale di vaccino per antrace. Just in case, appunto, per trecento milioni di dollari tondi tondi.
Dopodichè toccò allo "sniper" salire alla ribalta delle cronache, e con la paura di morire al distributore con una pallottola nell'orecchio, dell'antrace non si sentì più parlare. (Pur essendo il ceppo originale stato trafugato da un laboratorio militare USA, ad oggi l'FBI "non è stata in grado di trovare il responsabile". Se lo avessero davvero voluto prendere, con il numero ridotto di persone che hanno accesso a quei laboratori, ci avrebbero messo dai 18 ai venti minuti in tutto.)
Ora tocca a noi fare il ruolo dei polli, terrorizzati dalla febbre di altri polli appena un pò più stupidi di noi. L'allevatore di turno è il ministro della sanità Storace, che attende "il via libera del ministro dell'Economia Giulio Tremonti alla spesa di 50 milioni di euro, per sei milioni di cicli di farmaci antivirali a coprire il 10% della popolazione nel caso di pandemia di influenza aviaria". Tocca sempre all'industria farmaceutica sacrificarsi.
Gli allevatori nostrani però non ci stanno, e il Ministro ha dovuto anche aggiungere che "sulla produzione italiana non ci sono dubbi, ci sono 5000 veterinari che controllano la produzione, commercializzazione e distribuzione."
Ma allora scusate, siamo così ricchi da buttare via tutti quei soldi per un vaccino che molto probabilmente non ci servirà? Non basterebbe dire "magnati lo pollo italico, e campa tranquillo?"
Ma non basta. Finita la plateale ruberia, subentra l'aspetto più bieco, più cinico, più vergognoso di tutta la mascherata: il vaccino ci sarà, ma non per tutti.
"Oddio - pensa ciascuno - rientrerò io o no, nel 10 per cento della popolazione che avrà diritto a sopravvivere?" Sono fra 'i migliori', in Italia, o sono davvero 'uno qualunque'? Che cosa potrò vantare, nel caso di un'emergenza simile, per passare davanti agli altri? Una laurea, un bel conto in banca, una conoscenza in Paradiso?"
In America oggi i TG hanno diffuso lo stesso tipo di panico subliminale - curiose, a volte, certe coincidenze - ma siccome il paese è notoriamente più abituato alla competitività, per loro il vaccino "sarà disponibile solo per un 4 per cento della popolazione". Se no non si agitano nemmeno.
Anche qui naturalmente ci si interroga su quali "principi bisognerà adottare", nel caso si dovesse scegliere fra chi deve vivere e chi deve morire. (Io la risposta ce l'avrei, ma non posso dirla).
In ogni caso, sulle due sponde dell'oceano, per il normale cittadino continua a valere il "mors tua vita mea", per chi lo governa invece rimane invariato il "divide et impera". Anche nei proverbi, i migliori se li sono beccati loro, a noi hanno lasciato solo gli scarti.
Massimo Mazzucco