(Avviso: Questo articolo si rivelerà di scarso interesse per chi non si occupa approfonditamente di 11 settembre. E' però molto importante, a mio parere, per tutti quelli che lo fanno, da un lato e dall'altro della barricata).
Diceva la canzone "the harder they come, the harder they fall", più forte arrivano, più duramente muoiono. E' accaduto di nuovo (vedi già "Il cacciatore cacciato"), e il motivo per cui riproponiamo l'argomento in homepage non è certo personale, anche se parliamo di una persona in particolare. Ma lo facciamo perchè costui rappresenta la quintessenza di un certo tipo di cittadino, al quale evidentemente le conseguenze di una verità "diversa" sull 11 settembre piacciono talmente poco che preferisce fingere di non vedere quello che sta sotto gli occhi di tutti.
Se solo rimanesse in silenzio, a casa sua, non ci sarebbe nulla di male: ognuno ha diritto di guardare nella direzione che vuole. Il problema è che imperversa sulla rete, approfittando in particolar modo di siti ad "ampia tolleranza" come il nostro, e dissemina i vari forum di faziosità, di calunnie e di false impressioni, sollevando ovunque polveroni infiniti, il cui unico scopo è di distrarre il normale utente da un sano ragionamento basato sui semplici fatti che tutti abbiamo a disposizione.
Chi si comporta in questo modo si rende così complice degli eventuali crimini che noi andiamo sospettando, e ritarda in maniera inaccettabile una presa di coscienza seria ed approfondita dell'argomento da parte di altri. Stiamo parlando, in parole povere, del cosiddetto debunker, cioè di colui che si dedica sistematicamente … … a cercare di smontare qualunque tesi contraria a quelle governative, indipendentemente dalle circostanze e dalla quantità di prove a sfavore che esistano. Se c'è un caso che li può rappresentare tutti, è stato quello di un noto debunker italiano che, dopo una trasmissione in cui furono elencati i "40 punti di Chicago", e oltre una trentina di altri pesanti capi d'accusa contro la versione ufficiale sull'11 settembre, alla domanda del conduttore su quali fossero i più importanti a cui era dovuta una risposta, rispose serafico: "praticamente nessuno".
Nel caso di oggi questo tipo di personaggio aveva assunto le vesti di un esperto di balistica, che aveva vissuto una notte di fulgore dopo essere comparso nella trasmissione di RAI 1 "M come Mistero, P come Pentagono", lo scorso febbraio. Tralasciando il fatto che in quella trasmissione cercò di convincere il pubblico che un intero Boeing si sarebbe potuto accomodare nel famoso "foro di entrata" del Pentagono, si era presentato da noi sull'onda della sua improvvisa popolarità, e noi lo avevamo accolto a braccia aperte.
Educato, corretto, sempre composto e pacato, si diceva neutrale riguardo ai fatti dibattuti, mettendo generosamente a nostra disposizione la sua esperienza nel settore (nessuno ha mai capito bene cosa c'entrino le pallottole di una Beretta con le ali di un aeroplano, ma diciamo che tutte e due le cose si muovono ad una certa velocità, e questo fu sufficiente a dargli credibilità), ed infatti il Nostro si guadagnò immediatamente la stima di tutti, sottoscritto compreso.
Purtroppo, molti di noi cambiarono in fretta opinione, quando la sua tesi "tutto in quel buco, timone di coda compreso" fu costretta alla prova del fuoco. Invitato a spiegare più dettagliatamente come avrebbe fatto un Boeing a sparire per intero in quel buco, il nostro amico se ne uscì con una dinamica di impatto in cui le diverse parti dell'aereo convergevano tutte nello stesso punto, generando una curiosa sequenza di precedenze fra motori, carlinga e impennaggi di coda - ma prego, signor timone, vadi lei. Nemmeno per sogno signor motore, io arrivo dopo, mi sto ancora ripiegando all'indietro, non vede? Casomai facci passare il suo gemello di destra, che sembra avere una gran fretta di sbattere da qualche parte - che sfiorava decisamente il ridicolo. (Stiamo parlando di masse compatte di svariate tonnellate, lanciate a quasi 900 Km. allora, che riuscirebbero a cambiare direzione di 90° nell'arco di pochi millesimi di secondo, e di qualche metro soltanto).
Fu a questo punto che emerse chiaramente la sua riluttanza a riconoscere certe ovvietà, mentre mostrava una notevole propensione a spostare l'argomento su qualcosa di irrilevante, non appena comparisse di fronte a lui il baratro di una qualunque resa dei conti.
I sintomi c'erano tutti.
Fu infatti solo questione di tempo, e il nostro ospite si rivelò per quello che era: tutt'altro che interessato alla verità dei fatti, e tutt'altro che "neutrale", si preoccupava solamente di mettere l'accento su ogni minimo errore da parte di chi non crede alla versione ufficiale, nell'illusione di poter annullare la tesi anti-governativa distruggendo la credibilità di chi la sostiene. La chiamano "Fallacia ad hominem," e la sanno riconoscere anche i bambini di otto anni, ma per i debunkers sembra essere un malattia contagiosa dalla quale non riescono a stare lontani. Nel frattempo l'amico riusciva ad alimentare polveroni infiniti sui dettagli più insignificanti, tesi chiaramente a confondere le idee a chi cercasse onestamente di capirci qualcosa.
E sapeva farlo con molta grazia, adornando ogni suo discorso di una apparenza di scientificità, al punto da essersi conquistato comunque un certo numero di "seguaci", che pendevano dalle sue labbra per le controdimostrazioni che andavano cercando.
Veniamo ora all'atto finale della vicenda.
Recentemente il nostro amico ha deciso di attaccare la posizione di chi critica la versione ufficiale attaccando il contenuti del libro Inganno Globale, che è poi un riassunto generale di quanto già descritto nel film dallo stesso titolo, e in molti altri film come quello.
Per farlo, ha rumorosamente aperto un forum intitolato "recensione al libro Inganno globale", nel quale faceva di tutto meno che recensirlo, mentre curiosamente invitava gli altri utenti a segnalare eventuali errori nel libro.
Costretto alla fine - da gente più seria di lui - a farlo lui stesso, ha messo in scena una specie di suicidio tragicomico ogni volta che scovava quello che lui chiamava "obbrobri", nel palese tentativo di screditare con essi l'intero mio lavoro sull'undici settembre (che, ripeto per l'ennesima volta, non è affatto "mio", ma di tutti quelli che vi hanno contribuito). Dopo una penosa diatriba durata una settimana, ci siamo comunque ridotti a due informazioni errate da correggere, e due precisazioni da fare, su un libro di centotrenta pagine. Mentre restava in sospeso un quinto argomento, sull'amianto del Torri, per il quale il nostro si è ripetutamente rifiutato di supportare le critiche che aveva mosso.
Cito l'esempio perchè il libro in questo caso è mio, ma gli argomenti sono di tutti:
"… ciò che l'Autore dice … è clamorosamente errato... L'amianto era completamente assente nella Torre Sud e presente solamente nei primi 38 piani della Torre Nord, dove, fra l'altro era stato già successivamente parzialmente rimosso o completamente incapsulato."
Dichiaratamente disposto a correggere gli errori, ho chiesto quindi al nostro amico di supportare in qualche modo queste affermazioni, poichè a me risultava diversamente.
Qui è un iniziato un triste balletto di fughe e di richiami alle proprie responsabilità che mi ha costretto a porre la domanda ben quattro volte, arrivando a sospendere momentaneamente il thread, pur di avere la risposta dovuta. Che però non c'è mai stata.
Nello stesso thread era già successa una cosa simile per una diatriba sulla cronologia degli eventi, e quando avevo chiesto di farmi avere i dati giusti, disposto a correggere il libro (di cui sto terminando la seconda edizione), l'utente si è dissolto in una nuvola di parole vuote. Il vero problema, in quel caso, era che i "dati giusti" non esistono, poichè il governo americano ha dato almeno tre volte una diversa versione dei fatti. La mia richiesta quindi aveva capovolto l'onere della prova, con conseguente fuga di chi fino a un momento prima sembrava volermi sbranare vivo.
La stessa cosa è accaduta anche a livello generale - e qui veniamo al vero motivo per cui mi pare importante far conoscere questo episodio - e cioè sul contenuto di fondo di Inganno Globale, libro e film, e quindi bene o male di tutti gli altri libri e film che trattano lo stesso argomento. Una volta chiarito che i piani delle Torri Gemelle erano 110 e non 108, e che la città e lo stato di New York sono due cose diverse (questi, i miei due errori più gravi), ho chiesto al nostro "recensore" di recensire finalmente il libro, ovvero di commentare le rimanenti 128 pagine, che contengono una lista di accuse decisamente imbarazzante per qualunque amministrazione al mondo.
Purtroppo siamo ancora tutti qui ad aspettarla.
A commentare questa sconcertante mancanza di risposte lascio che siano le parole di un altro utente, una persona onesta che sta cercando di capire, come tanti altri, cosa ci sia di vero e cosa no in tutto questo marasma di informazioni contrastanti.
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[l'utente si rivolge direttamente al nostro "recensore", all'interno del thread di cui sopra]
Inganno Globale (il film o il libro) è materia magmatica. Perché altro non potrebbe essere.
E’ domanda che viene dal basso, è sintesi (e non somma) dei mille dubbi che albergano nelle menti di chi ha assistito ai tragici eventi dell’ 11 settembre, è opera di tutti (non del solo Mazzucco) perché tutti… tutti noi cittadini del mondo ci poniamo le stesse domande, abbiamo gli stessi dubbi, lo stesso timore che il mostro sia stato partorito all’interno.
Vorremmo che non fosse così.
Ma non siamo noi a poter dire se è così è o meno.
Altri ce lo devono dire.
Inganno Globale è mille domande, faticosamente… schematicamente raggruppate in una logica apparentemente fluida ma terribilmente appuntita.
Ora. Tu capisci che, se tutto quel che hai da dire su un materiale così complesso e articolato come Inganno Globale, è che Mazzucco ha fatto tre o quattro venalissimi errori… quel che se ne deduce è che tutto il resto del libro va bene.
Va bene il discorso della demolizione controllata, perché su questa non trovi nulla da cavillare…
Van bene le pozze di acciaio, va bene il foro troppo piccolo al Pentagono, va bene il fatto che 4 conducenti di cammello non potessero pilotare dei Boeing con tanta maestria… va bene tutto.
Tutte le tesi “complottiste” contenute in Inganno Globale sono corrette, perché tu, sostenitore della Versione Ufficiale, in TUTTO il libro e a tutte le drammatiche domande che pone non trovi altro da ribattere se non che i piani del WTC erano 110 e che le Due Torri non appartenevano alla Città ma allo Stato, di New York.
E di fronte a questo… un pacifico ufficialista come me, che deve pensare?...
Se la persona che dovrebbe rassicurarlo e spiegargli che le ipotesi complottiste sono fantasie, (spiegandoglielo, però: non è sufficiente limitarsi a DEFINIRLE fantasie) non è in grado di farlo ma, anzi, si arrampica su dettagli insignificanti cercando di dar loro un’importanza che non hanno… ecco che l’ufficialista comincia a farsi venire più di un dubbio.
Perché se qualcuno ti mette di fronte a 100 domande e tu, esperto, non sai rispondere nemmeno a una… be’… ogni persona di buon senso comincia a riflettere sul fatto che quelle domande tanto campate per aria non siano.
Questo thread aperto da te, per me è stato importante.
Perché, fin qui, non ha fatto altro che aprirmi gli occhi sulla pochezza del debunking.
Ti prego per l’ultima volta,
Rimedia,
Rispondi alle domande di Mazzucco.
Smontagli, fagli a pezzi il libro.
RECENSISCILO VERAMENTE.
Altrimenti io, che non conto nulla ma sono solo una goccia nel mare dell’opinione pubblica, mi convincerò anch’io che il mostro è stato generato dal mostro.
Ma ricordati che i milioni di quelli come me possono diventare un’onda che non si ferma più.
Noi non possiamo che augurarcelo, ma non i per banali motivi di "vittoria" sulla controparte che qualcuno potrebbe immaginare. Fino a che quell'onda non nascerà, infatti, gli sconfitti restiamo tutti noi, cittadini "di destra" e "di sinistra", "complottisti" e "debunkers", "cristiani" e "musulmani", che qualcuno ha trovato il modo di mettere sistematicamente contro, facendoci disperdere la grande maggioranza delle energie nel combatterci a vicenda, invece di rivolgere lo sguardo verso coloro che ci stanno prendendo in giro e sfruttando tutti nello stesso modo.
Come se il debunker la benzina la pagasse meno degli altri.
Massimo Mazzucco
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Il thread di cui abbiamo parlato
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Il cacciator cacciato
[…] Quindi, a quello che lui stesso dice, il grande "cacciatore di bufale" si è gettato nell'arena dell'undici settembre e ha sposato la tesi ufficiale, senza prima aver nemmeno investigato su affermazioni decisamente eccezionali come:
1) I quattro piloti privi di ogni esperienza sui jet
2) La lampante mancanza di logica nella loro strategia
3) In particolare la assoluta inettitudine al volo per il pilota responsabile delle acrobazie più spettacolari
4) La lampante mancanza di logica nella scelta finale dello stesso Hanjour
5) La plausiblità di un passaggio effettivo raso-erba di un aereo di quelle dimensioni
6) La vistosa mancanza di una risposta ufficiale al foro di uscita al terzo anello.
Di tutto questo, il cacciatore di bufale "dal metodo scientifico" non si è mai occupato fino ad oggi, mentre noi dovremmo credere che egli sostenga la tesi ufficiale a ragion veduta, e non per partito preso. […]
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Doctor Debunker
[…]"Oggi si va dal debunker come si va dal dottore:
"Buongiorno signora, prima visita?"
"Si, prima volta. Mi ha mandato qui un amico di mio marito …"
"Mi dica, signora, dove le fa male?"
"Guardi, prima di tutto, ho un dolore acutissimo qui, nel fianco. Questa storia delle Torri abbattute con esplosivi non mi lascia dormire di notte."[…]