(L'Unione Sarda) Il convegno oristanese smonta le risposte rassicuranti del ministero dell'Ambiente e avanza l'ipotesi Bario - Fenomeno meteorologico o inquinamento chimico? Crescono gli interrogativi sui "reticoli bianchi"
il 13 maggio scorso il cielo sopra Oristano era fasciato da decine di scie aeree. Nord, est, est-nord-est. Da qualunque parte si guardasse, un reticolo di bianche e persistenti tracce filiformi incombeva sulle teste. Dopo un po' quelle che tutti chiamano scie chimiche si trasformavano in una patina candida, un velo che copriva completamente l'azzurro. Le foto esplicite che testimoniano l'evento si trovano su Internet con facilità.
Possibile che da un giorno all'altro le rotte su Cabras, il Sinis e dintorni diventino più trafficate di Fiumicino? E poi, diversamente dalle normali scie di condensazione dei motori a reazione, perché quelle oltre i tetti di Oristano si allargano e stazionano nel cielo per ore? Perché gli aerei che rilasciano queste code non sono identificabili? Anche in questo caso fanno testo le immagini digitali: inquietanti cargo completamente bianchi e senza alcuna insegna disseminano l'atmosfera di strascichi nuvolosi.
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che Franco Caddeo, oristanese di 46 anni con il bernoccolo per le scie chimiche, … … pone da anni attraverso il sito Luogocomune.net e da poco anche nel nuovo Sciesardegna. it: «Il primo comitato italiano di sensibilizzazione su questo fenomeno è nato a Nuoro», dice Caddeo intervenendo a un recente dibattito pubblico organizzato a Cagliari dalla Rete del nuovo Municipio con l'associazione Don Chisciotte, il meetup locale di Beppe Grillo e "Gettiamo le Basi".
Non a caso il gruppo antiscie ha sede nella città barbaricina, dove gli avvistamenti di reticoli bianchi si sprecano, come in buona parte dell'isola, e dove qualche giorno fa il dibattito è stato proposto anche dal gruppo "A manca pro s'indipendentzia".
Ma tornando a quel 13 maggio, Caddeo cerca di capire e di spiegare con dati alla mano. Mostra diapositive con la definizione di "scia di condensa", contrail, distinta da chemtrail, scia chimica. La fonte è l'aviazione americana, Federal aviation administration: «È vapore acqueo immesso nell'atmosfera dagli scarichi caldi di un motore che a contatto con l'aria fredda in quota si condensa in cristalli di ghiaccio. Di norma le scie si formano dagli 8mila metri in su con temperature inferiori ai meno 40 gradi e umidità relativa non inferiore al 70 per cento. Quindi si dissipano al massimo dopo qualche minuto», e non dopo diverse ore.
Appurando la temperatura e l'umidità relativa a Oristano in quel fatidico 13 maggio si scopre invece che a 8-9mila metri i gradi non sono mai scesi sotto i meno 36 e l'umidità relativa non ha mai superato il 33 per cento. Caddeo continua il suo scavo e mostra una mappa delle aerovie commerciali. La carta rivela che la città si trova ai margini di una zona aerea sottoposta a vincolo militare, la R54.
Insomma, che cosa succede da circa un anno e mezzo o forse più nei cieli sardi? La parola ad Alfonso Pecoraro Scanio. Il 15 novembre scorso, rispondendo ad una interrogazione del senatore Gianni Nieddu, il ministro dell'Ambiente scrive: «Dall'esame della letteratura scientifica internazionale e del contenuto dei siti web specialistici, non è possibile confermare l'esistenza delle scie chimiche». Si tratterebbe in realtà di «comuni scie di condensazione che sono durate più a lungo ed hanno assunto forma peculiare per effetto delle condizioni meteo». Il ministro esclude poi che esista in proposito un "caso Sardegna".
Decisamente insoddisfatto dalle risposte ufficiali, Caddeo rivela, sempre documenti alla mano, che negli Stati Uniti sono stati brevettati dei metodi per alterare il clima artificialmente «inseminando le nuvole » con sostanze chimiche. Ad Española, una città del Canada, nel 1998, dopo l'avvistamento delle misteriose scie si sarebbe appurata la presenza nella zona di bario, ossido di alluminio, cristalli di quarzo.
«Il bario», aggiunge Caddeo, «è un ottimo conduttore che potrebbe essere diffuso nell'atmosfera sino a creare una sorta di percorso aereo elettromagnetico ». Sembrano ipotesi fantascientifiche ma sempre nel '98 la Relazione sull'ambiente e la sicurezza dell'europarlamento considerava «il sistema militare Usa di manipolazione ionosferica, Haarp, con base in Alaska, un esempio della più grave minaccia militare emergente per l'ambiente e la salute umana, dato che esso cerca di manipolare a scopi militari la sezione della biosfera altamente sensibile ed energetica».
WALTER FALGIO - l'Unione Sarda - 28 dicembre 2006
EDIT: Abbiamo corretto l'errore di stampa, il giornale erroneamente riportava il valore del 40% invece che del 70% per l'umidità relativa minima necessaria alla formazione delle contrail -- la redazione