Il paradosso è sotto gli occhi di tutti, ma pare che al mondo nessuno se ne accorga. Evidentemente sono tutti troppo occupati a far conoscere agli altri la loro opinione sulla "libertà di espressione", da una parte, e sul "sacrilegio religioso", dall'altra. Su dove comincia questa, e su dove finisce quella. E giù tutti a sciaquarsi la bocca con parolone come rispetto, tolleranza, arte, geopolitica, ironia, provocazione, libera espressione, scontro di culture…
Sono fiumi di parole che si incrociano e si inseguono all'inifinito, senza nessuna possibilità di trovare uno sbocco comune. Eppure basterebbe accostare le due immagini, una all'altra, per risovere il tutto in una semplicissima equazione: A+B = B+A. Di fronte ad un'immagine del Profeta Maometto, ritratto con un turbante dal quale sporge una miccia accesa, l'islamico si offende, indossa il turbante, e imbraccia il mitra. L'occidente si inventa l'Islam violento e selvaggio, l'Islam si offende e diventa violento e selvaggio. Hai creato il problema, il problema diviene realtà.
Se io voglio sostenere che mio nonno è una persona brutale,… … non ho che da andare a urlarglielo in faccia, sempre più forte, finchè lui si incazza e diventa una persona brutale. Dopodichè ti posso dire: visto che avevo ragione?
L'occidente identifica la realtà con le immagini, scambiando le seconde per la prima. L'occidente vive una realtà fatta esclusivamente di immagini. L'occidente comunica attraverso le immagini, distribuisce i suoi valori attraverso le immagini, e quindi giudica anche attraverso le immagini.
Niente sarebbe esistito, in realtà, se non fosse stato per le immagini. Con la vignetta di Maometto, noi consegnamo all'Islam l'immagine di quello che noi pensiamo di loro. E con la foto dell'arabo col mitra, l'Islam ci riconsegna l'immagine di quello che noi pensiamo di loro: combaciano alla perfezione. E così ora noi possiamo dire: visto che avevamo ragione?
In realtà è solo un circolo vizioso, a senso unico, in cui l'altro non è che la marionetta impotente della nostra proiezione distorta.
Lo diciamo da sempre: il male e la cura stanno dalla stessa parte. L'11 Settembre è lì a dimostrarlo.
Massimo Mazzucco
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IL MALE E LA CURA - Una fulminante battuta di Karl Krauss, contemporaneo di Freud, sintetizzava qualcosa che va ben oltre una gustosa critica all’allora scienza nascente: “La psicanalisi è una malattia travestita da cura”. Questa curiosa ambivalenza, che anche un convinto difensore della psicanalisi non vorrebbe negare, sembra essere un vero e proprio marchio di fabbrica di tutta la nostra cultura occidentale: creare il problema, per poi risolverlo. Abbiamo distrutto la Serbia, per poi arrivare pieni di offerte e di buona volontà …