IL CARTEGGIO BREVI-VOCCIA
Nostalgia di un secolo che fu
Durante delle opere di ristrutturazione in un caseggiato del napoletano, è casualmente venuto alla luce un plico contenente un carteggio segreto, che risale ai primi del '900, fra il monarchico Brevi e il carbonaro Voccia. Il primo, originario del Peloponneso, era immigrato clandestinamente in Italia, e viveva fra i colli dell'alto bergamasco, travestito da pastore napoletano. Il secondo, ingiustamente accusato dell'omicidio del Conte Giannola da Terni, viveva invece nascosto a Fuorigrotta, travestito da pastore bergamasco. Furono ambedue arrestati nello stesso giorno, immediatamente processati e condannati a morte. Carlo Brevi ed Enrico Voccia morirono ad un'ora di distanza uno dall'altro, ambedue gridando "Viva l'Italia!".
Ecco il carteggio che ci mostra, al di là dell'abisso politico che li separava, una forma di rispetto reciproco che va ben oltre la cortesia di facciata, e che riflette ... ... una dimensione umana, morale ed intellettuale ormai sconosciuta alle più recenti generazioni.
Fra le altre osservazioni di tipo storico, gli studiosi del caso hanno voluto far notare due particolari curiosi: il fatto che i due amassero apostrofarsi con dei curiosi soprannomi ("Shevek", e "Santaruina"), ed un sottile duello linguistico nel saluto iniziale, che il Brevi insisteva ad esprimere in castigliano classico, con la "d" finale, mentre il Voccia si ostinava a ripetere nella dicitura popolare catalana, con la "t" finale. Fedeli ciascuno alla propria ideologia, fino in fondo.
(Per chi fosse nuovo del sito, in realtà è uno scambio particolarmente interessante fra due iscritti, "estratto" dal thread e riproposto qui in maniera più leggibile).
IL CARTEGGIO BREVI-VOCCIA
(Della prima lettera, del Brevi al Voccia, abbiamo solo il frammento finale.)
[…]
La frattura uomo – natura ha raggiunto il suo apice con la modernità, caratterizzata da una profonda cecità nel non saper cogliere i segnali che irrimediabilmente portano verso il collasso del sistema terra.
Questo collasso è insito nel sistema produttivo che la modernità ha scelto; quando le fonti distrutte sono in maggior numero rispetto a quelle che nel frattempo si rinnovano il calcolo è presto fatto.
Le società tradizionali di cui si accenna erano quelle società che avevano ben presente questo elementare concetto, e nell’usufruire delle risorse della terra facevano in modo che l’equilibrio generale non fosse mai compromesso.
“Equilibrio”, un concetto tanto astratto per noi moderni che nel citarlo dovremmo sempre farlo seguire da capitoli di “definizioni”, mentre nelle società tradizionali era una idea immediata.
Nella Grecia del V secolo avanti Cristo le porte dei templi venivano aperte durante le cerimonie da dei meccanismi alimentati da enormi recipienti in cui bolliva l’acqua.
Macchine a vapore, né più né meno, ma che non vennero mai impiegate su vasta scala, nonostante il loro funzionamento fosse noto, proprio per evitare che si spezzasse quell’ equilibrio della natura che per i Greci, finché furono “società tradizionale” , fu presupposto essenziale nell’organizzazione della società.
Sviluppare infatti macchinari a vapore su vasta scala significava violentare l’equilibrio della natura per ricavare le fonti di energia necessarie al loro funzionamento, cosa che i Greci dell’epoca compresero perfettamente ma che nel XVIII secolo non capì nessuno.
Così oggi ci troviamo a fare i conti con un processo irreversibile senza che ci siano soluzioni. Il collasso è questione di tempo con il nostro “sviluppo”, che si tratti di 50 o 100 anni è solo questione di tempo, e la corsa verso il punto di non ritorno era insita nel momento stesso in cui la “modernità” nasceva.
Le società premoderne di ogni dove sono ferocemente gerarchiche come la presente, e si basano tutte su ideologie religiose che degradano natura, corporeità e quant'altro.
Potrebbe anche essere che ideologie diverse da quella strettamente materialistica come la nostra in qualche modo “elevino” l’uomo e la natura; la degradazione dell’uomo e della natura si hanno più facilmente con un pensiero deterministico che sviluppato sino in fondo porta a considerare il creato come un ammasso di molecole inanimato, e di conseguenza “sfruttabile” per qualsiasi altro utilizzo, principalmente economico.
Anzi, è in qualche modo con la filosofia e la scienza moderna e contemporanea che l'umanità ha potuto prendere coscenza della crisi ecologica ed ipotizare un diverso rapporto tra sè e la natura
Diciamo pure che se passi la tua vita a riempire la tua casa di melma, arrivato al punto in cui ti rimane fuori solo la testa ti “ingegni” anche per trovare il modo per uscirne. Finché la casa era pulita trovare una soluzione alla melma che ancora non c’era era una questione che non si poneva.
Blessed be
C.B.
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Ciao Santaruina!
Anche per me, come ho detto all'inizio del mio primo post, molte cose dette da Olla sono interessanti e, soprattutto, vere; altre (spesso sottintese), invece, no. D'altronde anche nel "Mein Kampf" c'è scritto che gli industriali ebrei sfruttavano brutalmente i loro operai - il che è verisimo, ma se l'autore dmentica di precisare che alcuni di questi operai erano anch'essi ebrei... Perciò non te la prendere, ma alcune cose che dici in difesa di Olla non mi convincono.
1. "quando le fonti distrutte sono in maggior numero rispetto a quelle che nel frattempo si rinnovano il calcolo è presto fatto. Le società tradizionali di cui si accenna erano quelle società che avevano ben presente questo elementare concetto, e nell’usufruire delle risorse della terra facevano in modo che l’equilibrio generale non fosse mai compromesso. “Equilibrio”, un concetto tanto astratto per noi moderni che nel citarlo dovremmo sempre farlo seguire da capitoli di “definizioni”, mentre nelle società tradizionali era una idea immediata." Sicuro? Io invece direi che NON SI RENDEVANO NEMMENO CONTO DEL PROBLEMA. Vuoi un esempio? Per vedere la più antica città greca (portata alla luce con interi quartieri del VI secolo a. C.) al mondo, fai un salto agli scavi di Velia/Elea (SA). Se ti domandi come mai si sia conservata stile Pompei - ma senza vulcani nelle vicinanze - sappi che i velini/eleati costruivano e vendevano mattoni in enorme quantità, depredando la materia prima dalle colline circostanti. Risultato? Una prima alluvione di fango. Impararono qualcosa dall'evento? Nient'affatto: ricostruirono le parti sommerse, continuarono imperterriti nella loro attività manifatturiera, per essere alluvionati ancora peggio da un nuovo mare di fango , ricostruirono e così via... Di esempi in merito te ne potrei citare quanti e vuoi in tutto il pianeta premoderno. Insomma, il premoderno ne aveva di melma in casa su cui riflettere, e non lo ha fatto.
2. "Nella Grecia del V secolo avanti Cristo le porte dei templi venivano aperte durante le cerimonie da dei meccanismi alimentati da enormi recipienti in cui bolliva l’acqua. Macchine a vapore, né più né meno, ma che non vennero mai impiegate su vasta scala, nonostante il loro funzionamento fosse noto, proprio per evitare che si spezzasse quell’ equilibrio della natura che per i Greci, finché furono “società tradizionale” , fu presupposto essenziale nell’organizzazione della società. Sviluppare infatti macchinari a vapore su vasta scala significava violentare l’equilibrio della natura per ricavare le fonti di energia necessarie al loro funzionamento, cosa che i Greci dell’epoca compresero perfettamente ma che nel XVIII secolo non capì nessuno.": beh questa spiegazione mi sembra semplicistica. Uno, perchè non capisco perché correre simili rischi solo per aprire un portone (più logico sarebbe stato dichiararle tabù), ma soprattutto perchè nell'Inghilterra settecentesca che sviluppò la Rivoluzione Industriale ci fu - insieme alla macchina a vapore, peraltro non presente fin dall'inizio - la compresenza di ben sette fattori disinti e mai primi compresenti in uno stesso luogo e tempo: Invenzioni di macchinari; Estesa Proletarizzazione; Estesa capitalizazione; Controllo delle materie prime necessarie; Esteso mercato interno; Esteso mercato estero; Esteso sistema creditizio. Tutto ciò mancava nella sua interezza, interazione e complessità nell'epoca ellenistica.
3. "Potrebbe anche essere che ideologie diverse da quella strettamente materialistica come la nostra in qualche modo “elevino” l’uomo e la natura; la degradazione dell’uomo e della natura si hanno più facilmente con un pensiero deterministico che sviluppato sino in fondo porta a considerare il creato come un ammasso di molecole inanimato, e di conseguenza “sfruttabile” per qualsiasi altro utilizzo, principalmente economico". Alle streghe bruciate sul rogo - dopo essere state torturate e stuprate - veniva detto che tutto ciò era fatto per il bene della loro anima, per la loro "elevazione"; permettimi di dubitarne, e di considerare tali racconti puri finzioni ideologiche volte a meglio perpetuare quella peculiare forma di allevamento animale che è lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Enrico Voccia
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Ola Shevek, pace e bene.
Il tuo esempio della città di Elea è un esempio pertinente, un caso esemplare in cui una società “premoderna”, e come giustamente dici ce ne furono altri, riuscì a modificare l’ambiente in cui viveva fino a “danneggiarlo”.
Devo quindi fare una dolorosa per me considerazione, che avevo evitato per motivi “patriottici”…
Parlando di società tradizionali avevo citato il caso degli antichi Greci che non vollero sviluppare le macchine a vapore, ed in effetti in quel caso le forze tradizionali presenti nella società ebbero il sopravvento.
Ma non sempre fu così. La Grecia classica, quella che ci insegnano a scuola, non fu una società tradizionale, anzi, fu la prima civiltà europea che si sviluppò in modo anti – tradizionale, ahimè.
Le società tradizionali hanno una visione sacra del creato, la natura è mitizzata e considerata vivente, e gli esseri umani si considerano parte di questo insieme. I greci furono i primi a mettere in dubbio tutto questo, dubitarono degli dei, interpretarono le mitologie arcaiche come storielle, indagarono la materia e la sfruttarono. I greci erano moderni, non ha caso la civiltà occidentale pone le basi nella mentalità che si sviluppò per la prima volta nella Grecia classica.
La metafisica messa in discussione e la natura vista come un qualcosa diverso da sé , qualcosa che ha perso la sua sacralità, da studiare a fondo e da sfruttare. Decisamente, come noi, gli antichi Greci erano anti – tradizionali.
Blessed Be
C.B.
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[…]
Lettera mancante del Voccia
[…]
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Pace e bene, Shevek.
Visto il tema che stiamo trattando concediamoci un attimo di svago. Come sempre le profezie si riportano come semplice curiosità.
"Alla fine del millennio un prato verde non lordato dall'uomo e una pianta non avvelenata saranno una rarità. L'uomo sarà attorniato da cibo e da acque, ma morirà di fame e sete, perché l'erba che vedrà crescere e il frutto che vedrà maturare saranno veleno , come pure l'aria che respira. .. All'uomo era stata affidata la Terra affinché la custodisse come un tesoro del creato: invece, quando le macchine voleranno come uccelli e l'uomo ucciderà l'uomo con i raggi del Sole, essa sarà uno straccio sporco e lacero".
"Quando il Mille si aggiungerà al Mille, gli uomini voleranno e le immagini di quello che succede a Mosca si potranno vedere allo stesso tempo a Kiev e a Costantinopoli".
Profezia del monaco Basilio, XVII secolo
Alla conclusione dell'eta del figlio, che potrebbe iniziare con la fine del secondo millennio, l'uomo avrà detto tutto ciò che poteva dire. E si sarà dilaniato da solo, in un mondo ricco e povero nello stesso tempo, dove tutto correrà in fretta e dove le cose semplici saranno bandite, perchè l'uomo di quel tempo sarà complicato, e sottomesso a macchine, ancor più complicate. (Girolamo Greco, 1600)
.. E la Terra darà il suo sangue nero [il petrolio] che avvelenerà gli esseri viventi. E per quel sangue nero scorrerà molto sangue rosso e sarà l'ultimo segno. Aton distruggerà quella follia. (messaggio profetico riesumato nel 1902, erroneamente attribuito all'imperatore ittita Suppuliliuma)
Infine l’ospite d’onore, Il Visnu Purana , uno dei più antichi testi sacri Indiani: I capi che regneranno sulla Terra saranno dei violenti; s'impadroniranno dei beni dei loro soggetti. Prevarrà la casta dei servi. Breve sarà la loro vita, insaziabili i loro desideri; conosceranno appena la pietà. Coloro che posseggono abbandoneranno agricoltura e commercio, vivranno passando allo stato dei servi o esercitando professioni varie. I capi, sotto pretesti fiscali, deruberanno e spoglieranno i loro sudditi e distruggeranno la proprietà dei privati. La sanità morale e la legge diminuiranno di giorno in giorno, il mondo sarà totalmente pervertito e l'empietà prevarrà fra gli uomini. Movente della devozione sarà soltanto la salute fisica; solo legame fra i sessi sarà la passione; unica via di successo la falsità- La terra sarà venerata soltanto per i suoi tesori materiali. Le vesti sacerdotali sostituiranno le qualità del sacerdote. Una semplice abluzione significherà purificazione, la razza sarà incapace di produrre nascite divine. .. Colui che possiederà e distribuirà più denaro sarà padrone degli uomini che concentreranno i loro desideri sull'acquisto anche disonesto della ricchezza. Ogni uomo si crederà pari a un bramano. La gente avrà terrore della morte e paventerà le carestie; soltanto per questo conserverà un'apparente religiosità. Le donne .. saranno egoiste, abbiette, mentitrici, discentrate e si attaccheranno ai dissoluti. Diventeranno oggetto soltanto di soddisfacimento sensuale
Blessed be
C.B.
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Alè Santaruina, salut y libertad!
Scusa il ritardo nella risposta, ma solo adesso torno dal lavoro e mi metto al PC. Mi dici: la Grecia non fu una società tradizionale, anche se, dici, alla fine, nei momenti cruciali, "forze tradizionali presenti nella società ebbero il sopravvento." Va bene, allora citami tu una che ritieni senza ombra di dubbio una "società tradizionale" e sono abbastanza sicuro di poterti citare esempi simili (gli abitanti dell'Isola di Pasqua, ecc.). D'altronde, i miti antichi - non solo quelli greci - adombrano spesso tali generi di eventi. Se mi citi qualche civiltà semisconosciuta, dammi solo un po' di tempo...
Non mi sembra, poi, che coi greci fu "messa in discussione" la metafisica, caso mai il mito (la "teologia", insomma); non vorrei dire, poi, ma guarda caso sono proprio i "filosofi" restati fortemente legati al mito religioso (Platone, Aristotele e le loro scuole in primo luogo) a svilire la natura ed a diventare il sostrato ideologico/scientifico del cristianesimo medievale (per inciso, considerato l'esempio paradigmatico di una "società tradizionale").
Enrico
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Salud y libertad anche a te , Shevek.
Il cristianesimo medievale fu sicuramente, come anche tu dici, un tentativo di restaurare una sorta di società tradizionale. Stiamo parlando di quel cristianesimo che dal X al XIII secolo tento di ridare un certo ordine alla società recuperando una spiritualità che il mondo classico aveva smarrito. E’ il cristianesimo delle cattedrali e delle abbazie, che presto cedette il passo ad un clero sempre più dedito al potere temporale.
Per quanto riguarda Platone io lo considero un “divulgatore”,non un “filosofo”, un maestro che decise di mettere per iscritto il sapere che fino ad allora la società si tramandava oralmente. Una sorta di resoconto di quelle che erano le conoscenze di ordine superiore che avrebbero ceduto il passo ad un nuovo sapere di stampo “materialistico”.
Dopo Platone vi fu l’invenzione della “filosofia”, che è l’esatto opposto del sapere tradizionale. Il sapere tradizionale può venire solamente trasmesso, al più studiato.
Il pensiero filosofico introdotto in Grecia invece scandagliava il sapere e la conoscenza mettendo tutto in dubbio.
In questo i Greci furono i precursori della modernità. Nessuno prima di allora aveva mai messo ad esempio in discussione l’esistenza degli dei, un’ “eresia” che fece la sua comparsa in Grecia.
Già con Aristotele vi fu un salto nel “basso”, nella materia, dando il via a quel modo di ragionare che sarebbe diventata la nostra mentalità.
Mi chiedi infine quale potrebbe essere una società tradizionale. A parte il tentativo del Medioevo cristiano, in Europa dopo la frattura operata dai Greci nel V secolo e la successiva conquista dei romani del continente società tradizionali non ne abbiamo più avute. In precedenza lo furono i Minoici, i Pelasgi, gli Etruschi, i Celti, ad esempio.
In Oriente invece, per quanto ci è dato a sapere, una società organizzata secondo alcune forme tradizionali sopravvisse in qualche modo in India fino al XVIII –XIX secolo, anche se il sistema delle caste che gli inglesi si ritrovarono davanti quando conquistarono quella nazione era una triste e crudele degenerazione di un sapere arcaico che pochi ormai comprendevano.
Anche i nativi americani furono “società tradizionale” prima che venissero sterminati, così come il continente africano prima che venisse a contatto con la “civiltà”.
Blessed Be
C.B.
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Ciao Santaruina!
mi hai citato come esempi di società tradizionali la cristianità medievale, i Minoici, i Pelasgi, gli Etruschi, i Celti, l'India fino al XVIII –XIX secolo. Gli studi di archeologia antico-medievale potrebbero dirti molto su come queste società "venerassero" la natura. Un esempio comune a tutte può essere la pratica costante dell'incendio boschivo, per creare nuove zone da coltivare o, peggio ancora vista la maggiore estensione richiesta, da mettere a pascolo (in Italia ne è rimasto l'eco nel termine "Liguria" - la terra di chi incendia). Potrei farti un lungo elenco, ma mi limito a citarti la simpatica pratica bellica dell'avvelenamento delle fonti idriche e della guerra batteriologica (tramite i cadaveri degli appestati). Insomma, tali società erano semplicemente meno tecnogicamente avanzate delle nostre, e solo per questo facevano meno danni. "Non direste che un vegliardo è casto, nè che un infante è innocente. Pacifico è chi possiede la spada e non la sguaina", dice un antico proverbio delle arti marziali giapponesi...
I nativi americani: il tuo discorso può forse valere per alcune (non tutte) delle tribù pellerossa - che ricadono, però, a mio avviso, in un altro ambito di discorso, quello delle società nomadi preagricole e senza Stato (studiate in particolare da Pierre Clastres). Per ciò che concerne invece le società stanziali precolombiane il discorso è identico alle altre società da te citate. Idem per le società africane (il Sahara mica si sta espandendo solo dopo l'arrivo degli europei moderni!)
Per ciò che concerne le "conoscenze di ordine superiore" che avrebbe divulgato Platone - come ho fatto con Titano - ti chiederei: quali? Non credo che l'orfismo, il cristianesimo, il "sapere arcaico" dell'India e via enumerando le DECINE DI MIGLIAIA di fedi di vario genere passate e presenti siano proprio la stessa cosa... Una sarà vera e le altre no, giusto? (A dir la verità, io credo che siano false tutte, comunque...) Qual'è allora la vera fede e, di conseguenza, l'autentica società tradizonale?
Sul fatto che Platone non fosse un filosofo perciò paradossalmente concordo, non però, ovviamente, sulla svalutazione della filosofia (nel senso forte del termine) e della scienza. Hai presente la scena di Genova 2001 dove il poliziotto insegue il manifestante che voleva rendere omaggio alla salma di Carlo Giuliani e gli urla "Bastardo, l'hai ucciso tu! Il tuo sasso l'ha ucciso!"? Beh, i poteri politici, economici, religiosi, culturali fanno esattamenre la stessa cosa: umiliano e distruggono ogni forma di vita sul pianeta e poi urlano: "E' stata la scienza! Il materialismo! Il dominio della tecnica!"
A queste urla ho smesso di crederci da un pezzo.
Enrico Voccia
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Così di volta in volta il global warming lo provocano le cucine dei cinesi e degli indiani o i barbecue degli yankees, poi sarà la tua auto non catalizzata mentre se per risparmiare vai a piedi sicuramente letali sono le tue vecchie Superga (dai che l'avevi sempre sospettato...). Alla fine ti convinci che sei stato tu, tu stesso e gli altri miliardi di zozzoni come te, e non cose misteriose come il plutonium o l'uranium - che oltretutto è sempre depleted - a far saltare l'ecosistema e a non essere più sostenibile.
Guarderai allora con occhi nuovi alle strisce che si allargano nel cielo, con nuova gratitudine penserai al potere che, nonostante i tuoi molti difetti, fa di tutto per salvarti la vita. Non potrai volergliene se non ci dovesse riuscire.
Come non essere d’accordo…
Uno dei grandi problemi attuali è che non esiste una “scienza” indipendente che possa studiare in maniera obbiettiva i fenomeni “globali”. Siamo sommersi da centinaia di studi che traggono conclusioni diverse a seconda da chi sono sovvenzionati; così un giorno si scopre che l’effetto serra in realtà non esiste, il giorno seguente uno studio “segreto”commissionato dal Pentagono ci informa che entro dieci anni le maggiori città costiere saranno sommerse dalle acque e il giorno dopo invece su Discovery Channel osserviamo fiduciosi i progressi delle fonti alternative che ci doneranno un futuro limpido.
Per quel che mi riguarda mi limito a guardare il cielo e ad ascoltare la terra, e non sono buone notizie.
Per quanto abbiamo tentato di trasformarci in esseri razionali siamo ancora in contatto con il mondo che ci circonda, e questa diffusa “malattia” del nostro pianeta è un po’ anche nostra.
La via del “progresso” che l’occidente ha scelto conduce irrimediabilmente all’annientamento del pianeta, e nel “progresso” stesso non si trovano gli strumenti per correggere questa rotta.
Blessed Be
C.B.
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Siempre Salud y Liberdad, Shevek.
Per ciò che concerne le "conoscenze di ordine superiore" che avrebbe divulgato Platone, ti chiederei: quali? Non credo che l'orfismo, il cristianesimo, il "sapere arcaico" dell'India e via enumerando le DECINE DI MIGLIAIA di fedi di vario genere passate e presenti siano proprio la stessa cosa... Una sarà vera e le altre no, giusto? (A dir la verità, io credo che siano false tutte, comunque...)
Qual'è allora la vera fede e, di conseguenza, l'autentica società tradizonale?
In effetti Shevek le tue perplessità sono giustificate, portare avanti un discorso sulle società tradizionali può essere fuorviante se prima non si definisce cosa una società tradizionale effettivamente sia.
A questo punto è quindi necessario spiegare cosa si intende per Tradizione, e di conseguenza in cosa consisterebbe il “sapere arcaico” o le “conoscenze di ordine superiore”.
Il discorso è complicato perché questi argomenti necessiterebbero di un altro livello di linguaggio che ovviamente non si può usare nel XXI secolo, ed in secondo luogo le autentiche società tradizionali si sono sviluppate in un periodo in cui la storiografia per come la conosciamo noi non esisteva, erano animate da uno spirito che a noi è estraneo e gli unici strumenti che abbiamo per ”ricostruirne” le vicissitudini è lo studio del mito, che era il modo in cui queste società raccontavano e si tramandavano il loro mondo.
Cercare “prove” inconfutabili che ci raccontino le società tradizionali sarà un’operazione complicata, poiché questo genere di prove sono caratteristiche del periodo propriamente detto “storico”.
Ma se non ci sono “prove” gli indizi che ci parlano delle società tradizionali sono innumerevoli, e vanno individuati in particolar modo nello studio comparato delle mitologie e dei simboli sacri che mostrano strabilianti analogie in popoli che hanno abitato in parti distanti del globo e anche in periodi storici diversi.
Si scopre così che il Sapere Arcaico è comune a tutte le società tradizionali, così come è comune il credo più interno di ogni religione che dalla Tradizione deriva.
Scavando e togliendo il superfluo tutte le società tradizionali si fondano sullo stesso credo:
vi è un Essere Superiore di cui tutto il creato , uomini compresi, è parte, e questo Essere “plasma” il mondo per mezzo di successive “emanazioni” di sé stesso.
Le divinità varie sono i nomi che nelle diverse parti del mondo gli uomini danno alle “qualità” dell’Essere Supremo, nomi diversi che descrivono un unico sapere, quella “conoscenza superiore” che per ultimo Platone tramandò in Grecia.
Blessed be
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Salut y Libertad, Santaruina.
Affermi che "Si scopre così che il Sapere Arcaico è comune a tutte le società tradizionali, così come è comune il credo più interno di ogni religione che dalla Tradizione deriva. Scavando e togliendo il superfluo tutte le società tradizionali si fondano sullo stesso credo: vi è un Essere Superiore di cui tutto il creato , uomini compresi, è parte, e questo Essere “plasma” il mondo per mezzo di successive “emanazioni” di sé stesso. Le divinità varie sono i nomi che nelle diverse parti del mondo gli uomini danno alle “qualità” dell’Essere Supremo, nomi diversi che descrivono un unico sapere, quella “conoscenza superiore” che per ultimo Platone tramandò in Grecia."
Ok. Il problema è: questa credenza è vera? E, in subordine, crea una società migliore dell'attuale? Alla seconda domanda ho portato numerosi dati in merito - ma in merito si sono scritte milioni di pagine - che la smentiscono. Per ciò che concerne la prima, mi sembra ben più "superiore" la conoscenza dell'antica "religione" (ammesso si possa definire così, io ne dubito) della Dea Madre Natura, ripresa concettualmente dai filosofi maledetti da Platone (non a caso): il tardo pitagorismo di Filolao ed Archita, l'eletismo/atomismo, e, dopo di essi, da Spinoza e dalla componente razionalistica della modernità.
Enrico Voccia
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Il problema è: questa credenza è vera? E, in subordine, crea una società migliore dell'attuale? … mi sembra ben più "superiore" la conoscenza dell'antica "religione" (ammesso si possa definire così, io ne dubito) della Dea Madre Natura….
Ancora una volta Shevek poni delle questioni interessanti.
Innanzitutto dici che a tuo parere il culto della Dea Madre appare superiore a quel tipo di religiosità che io ho descritto parlando della Tradizione. In realtà il culto della Dea Madre si inserisce totalmente all’interno del sapere tradizionale, ma di esso ne rappresenta solo una parte.
Infatti, sempre secondo questo “Sapere”, nel processo di “emanazione” da se stesso l’Essere Supremo inizialmente si “scinde” in due, e successivamente da questa sua nuova e contemporaneamente eterna “ qualità” sorgeranno due “principi”, dai quali avrà inizio la creazione. Uno di questi due principi è maschile e l’altro è femminile, e insieme all’Essere Supremo si ha così la ben nota “Trinità”, riconosciuta da ogni forma di sapere tradizionale e presente sotto diverse spoglie in tutte le religioni tradizionali.
La Dea Madre simboleggia il principio femminile, e pur essendo un culto del tutto appartenente alla Tradizione diviene non-tradizionale nel momento in cui la venerazione si ferma ad Essa, che assume impropriamente l’epiteto di “Creatrice”, dimenticando la sua origine dall’essere supremo.
La devozione alla Dea Madre implica anche una società Matriarcale, come era la Grecia pre – classica e la civiltà Minoica. Queste società sono solitamente pacifiche ed egualitarie, ma possono anche degenerare in una venerazione ossessiva di tutto ciò che è “terreno” e “materiale”, trascurando l’elevazione spirituale, il che per la dottrina tradizionale è un errore.
Per quanto riguarda la tua prima domanda, ovvero se queste credenze sono vere, io ti posso solo dire che “per me” lo sono, ma capisci bene che è una convinzione indimostrabile. Quello che invece mi sentirei di affermare con più certezza, è che le società tradizionali vivevano in un clima di fede elevata, e consideravano Sacro tutto il creato; in poche parole, che tutto ciò fosse vero o no, loro ci credevano e si comportavano di conseguenza.
Rimane la tua domanda principale: che tutto questo sia vero o meno, tali credenze creano una società migliore dell’attuale? Ancora una volta, dobbiamo basarci su indizi.
Sappiamo ad esempio che la civiltà Minoica prima del disastro era una società pacifica e fiorente, in cui il sapere tradizionale trovava forma nel culto della Madre non ancora degenerato in un culto prettamente materialistico, ctonio. In Europa è il caso di società tradizionale più vicina a noi, ed è già un buon indizio.
A mio parere anche il sistema Medievale Cristiano è arrivato molto vicino al punto di creare una società “ordinata”, una società sicuramente gerarchica ma dove ognuno aveva il suo preciso compito, un mondo alla cui costruzione tutti erano chiamati ed un mondo in cui il contadino era ascoltato dal Signore e trascorreva al suo fianco le giornate di festa. sNon è un mondo mitizzato, questo accadde realmente in Europa seppur per brevi periodi, per poi lasciare spazio alla degenerazione che tutti conosciamo.
Ma comunque la si veda, quello che a mio parere è essenziale, è che quei mondi avevano un senso, senso che noi abbiamo smarrito è che è la fonte della profonda Melancholia che attraversa il nostro tempo e di cui tutti, in diversa misura, sentiamo la sottile oppressione.
Il mondo che ci siamo costruiti un senso non ce l’ha, corre ad occhi chiusi verso un futuro ignoto e l’unica soluzione che ci concede è evitare di pensare all’assurdità che ci circonda per mezzo di mille distrazioni.
La modernità ha ucciso Dio ma non ha saputo come e con “cosa” sostituirlo, finche una miriade di demoni saliti dagli Inferi non ne hanno preso il posto.
Blessed be
C.B.
Enrico Voccia non fece mai in tempo a leggere l'ultima di Brevi, che giunse a destinazione proprio mentre lui saliva sul patibolo.
(M.M.)
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