Nei giorni scorsi si è tenuta, come ogni anno, la riunione del G8, dove i Capi di otto Paesi, quelli più industrializzati, si riuniscono tra loro per decidere qualcosa che dovrebbe influenzare i destini del mondo. Ormai da qualche anno però il G8 è divenuto sinonimo di scontri di piazza e guerriglia urbana. Seattle, Goteborg, Genova: nomi che evocano tristi ricordi, dove ragazzi sono stati uccisi dalla polizia e manifestanti picchiati e brutalizzati.
La dinamica degli scontri pare essere sempre la stessa: decine di migliaia di manifestanti pacifici che sfilano; sparuti gruppetti di misteriosi personaggi che provocano danni ad auto e vetrine; cariche della polizia contro tutti i manifestanti.
Il G8 del 2007 non è diverso. Sabato 2 giugno a Rostock, Germania, non lontano da dove si sarebbero poi riuniti gli otto grandi, si è tenuta una manifestazione contro il G8. E come al solito, il copione si è ripetuto. Manifestanti pacifici e polizia che si scatena a causa di sedicenti “autonomi” o “anarchici”.
Il G8 in Germania è un evento studiato e preparato da mesi. Sono settimane che in tutta la Germania si susseguono perquisizioni e azioni di polizia... ...contro gruppi e associazioni che contestano e intendono manifestare. Il Governo ha espresso la ferma volontà di evitare il ripetersi di una nuova Genova 2001. Le spiagge del Baltico sono presidiate da tempo, Heilingdamm è militarizzata da ben prima che il primo manifestante sia salito sul primo treno. La polizia sa chi sono i violenti, o perlomeno quali sono i gruppi che possono risultare violenti (infatti li vanno a stanare ancora prima che escano di casa).
Eppure, anche questa volta, la polizia, come – ultimamente – tutte le polizie democratiche, pare si sia fatta prendere alla sprovvista da un gruppetto di ragazzi che avrebbero “circondato” gli agenti, per poi infierire senza pietà. Mesi di addestramento e preparazione svaniti nel nulla per colpa di un pugno di ventenni dotati di pietre (quale sconosciuta arma!). L'incompetenza delle forze dell'ordine raggiunge il suo culmine quando, reagendo alla sassaiola, iniziano ad attaccare il corteo pacifico e immancabilmente non riescono a prendere i facinorosi con le mani nel sacco.
La ripetizione dello stesso meccanismo in realtà fa riflettere. Ma le testimonianze di chi alle manifestazioni c'era e ha ripreso gli eventi mostrano lo stesso evento da un punto di vista diverso. Uno di questi filmati in particolare mostra come gli interventi della polizia contro i manifestanti siano quanto meno inutili e privi di logica, se non provocati con l'intento di attaccare delle persone pacifiche.
Il video che riportiamo, messo in circolazione da Indymedia Germania, mostra i manifestanti assolutamente pacifici, mentre fuori campo qualcuno sta parlando in portoghese al microfono. Sullo sfondo un ingente cordone di polizia che sorveglia la zona. Per alcuni minuti la situazione rimane immutata; verso la fine, entrano nel campo della telecamera due persone a volto coperto vestite di nero. Camminano tranquillamente tra la folla e parlottano tra di loro. Poi si allontanano per rientrare nell'inquadratura dopo pochi secondi. A questo punto si vede che ostentano una aggressione, palesemente finta, verso un'altra persona, saltandogli addosso senza motivo e si sente un urlo. Tutto intorno, lo ripetiamo, non sta accadendo nulla. Nello stesso momento in cui questo accade, il cordone di polizia si muove serrato, compatto e ordinato e carica i manifestanti, tutti. A questo punto il filmato si interrompe.
L'azione è palesemente preordinata, perché i tempi di reazione da parte degli agenti sono troppo bassi, e il loro comportamento è chiaramente finalizzato allo scontro con i manifestanti.
Restano da capire non solo le ragioni dei Governi che riservano questo genere di trattamenti a manifestanti pacifici, ma anche – spiace dirlo – le ragioni di chi continua ad organizzare manifestazioni con la stessa prevedibile modalità. Forse sarebbe il caso di ripensare una strategia di protesta diversa, perché mandare migliaia di giovani a farsi pestare dalla polizia quando si sa benissimo che la polizia non aspetta altro non è certo un comportamento molto saggio, da parte di leader e leaderini del “movimento”.
Ma si sa: non si è mai visto un “portavoce” con la testa aperta dal manganello; abbiamo però visto portavoce diventare parlamentari. Ma questo è sicuramente una coincidenza.
Giorgio Mattiuzzo (Pausania)
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