Ha perfettamente ragione Elton John a sostenere che bisogna chiudere Internet. “La gente non socializza più”, e soprattutto, “non c’è più l’arte di una volta”. Tutto questo è davvero insopportabile.
Vi ricordate, solo otto o dieci anni fa, quando arrivavamo a casa stravolti dal lavoro, e mangiavamo qualcosa in fretta e furia, pur di poterci riversare subito in strada tutti a socializzare? Ah, quei bagni di folla, ah quelle lunghissime ore in strada a discutere di tutto, a parlare di noi e a chiedere degli altri, a informarsi, a voler sapere, a voler raccontare... dove è finito tutto ciò?
Io ricordo ancora, prima di Internet, le ore che non passavano mai, la domenica mattina, quando sapevo che avrei avuto una intera giornata libera per socializzare: contavo i minuti, nel mio letto, facendo e rifacendo accuratamente il programma della giornata, per non sprecarne un solo minuto: per prima cosa, una bella discussione al bar, davanti alla brioche e al cappuccio fumante. Speriamo che oggi si parli di nanotecnologie - pensavo - tema che mi affascina moltissimo. Poi direi di fare una bella camminata fino al quartiere vicino, tanto per vedere di allargare un pò le mie conoscenze: non è bene fossilizzarsi con le stesse persone, meglio sempre rimettersi in discussione. Poi sicuramente vado a Messa, dove l’ultima volta con Don Giulio abbiamo discusso di evoluzionismo e Intelligent Design, e poi tutti insieme siamo andati alla vicina moschea, per uno scambio interfede con gli amici musulmani.
Poi ovviamente, clou dei clou, il bagno di folla assoluto, la socializzazione ultima, la realizzazione stessa del mio essere concittadino: la partita allo stadio. Mentre ventidue imbecilli in mutande corrono dietro a un pallone, noi sulle tribune ci scambiamo idee sulla geopolitica, sull’antropogenesi ... ... e sulle ultime tendenze economiche internazionali. Oggi credo che faremo anche una ola contro il signoraggio.
E poi alla sera, naturalmente, tutti davanti al televisore, per rivivere alla moviola i discorsi più interessanti, le frasi più pungenti, i concetti più stimolanti, da appuntare con cura sulla piccola schedina del totocalcio trasformata in prezioso taccuino di saggezza universale.
“Tu cosa hai messo alla Teoria delle Stringhe?” “Due fisso; la tripla me la gioco sulle elezioni in Kazakistan, lì davvero non si sa come andrà a finire”.
Ma ha ragione soprattutto Elton John quando dice che “all'inizio degli anni settanta, venivano lanciati almeno dieci nuovi album alla settimana, ed erano fantastici - ha detto -. Ora sei fortunato se trovi dieci album all'anno di quella qualità”. Infatti, ricordo benissimo il camioncino celeste con il quale mio padre, alla fine di ogni mese, portava a casa le centinaia e centinaia di splendidi album usciti in quelle settimane. Li stipavamo tutti nel granaio, che avevamo trasformato in una sorta di “memoria al vinile” gigantesca. I giradischi a 33 giri non si fermavano mai, ne avevamo praticamente uno in ogni stanza, sempre in funzione, ed eravamo inondati di arte dal mattino alla sera: Orietta Berti, Claudio Villa, Rita Pavone, il Quartetto Cetra.... ragazzi che tempi! Che arte, che cultura, che comunicazione.
Invece oggi tutto questo non c’è più. Su Internet non c’è scambio di idee, non c’è comunicazione, non c’è aggregazione, e soprattutto non hai più la possibilità di scegliere con chi stare: una volta, se non ti piaceva il bar dove si parlava di ermeneutica, bastava attraversare la strada e il nuovo gruppo ti accoglieva subito con la simpatia con cui si accoglie uno che ama le stesse cose che ami tu.
Oggi invece nei blog ti aggiri disperato, abbrutito, assetato di conoscenze e di scambi che non arriveranno mai: ovunque tu vada si parla di calcio, di calcio e ancora di calcio. E’ un incubo, usciamone al più presto, ma soprattutto usciamo e andiamo a comperare l’ultimo disco di quel povero scoppiato di Elton John, altrimenti quello, piuttosto che accettare di essere finito, ci fa davvero chiudere Internet.
Massimo Mazzucco
Fonte ANSA
GERMANIA-GRECIA secondo i Monty Python:
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