Purtroppo torno dal funerale di un mio amico di infanzia, che ha vissuto di fronte a casa mia per lunghi anni, e ora si trova nella lunghissima lista di quelle che vengono chiamate “morti bianche”.
Certo, il magistrato sta indagando, certo, l'azienda pagherà legalmente ed economicamente, se verranno riscontrate irregolarità.
Certo, a me potrà passare fra un qualche giorno, e non sarà più un pensiero fisso. Ma Simone ci ha lasciato, ci ha lasciato perchè era un precario, perchè aveva bisogno di quel lavoro. Simone era un lavoratore, non si sarebbe mai tirato indietro da una qualunque mansione.
Simone aveva appena compiuto 29 anni.
Per mettersi in buona luce ha voluto forse strafare, e ora è in una bara. Perchè qui, nel Sulcis Iglesiente, il lavoro non è un diritto, ma un terno al lotto. Perchè qui quattro mesi di assunzione sono una manna dal cielo, perchè qui a nessuno importa se oltre il 50% dei giovani è disoccupato, perchè i nostri politici si gingillano e si interrogano se Cesare Previti debba lasciare il Senato, perchè i nostri politici avanzano proposte di legge sulla legittimità di avere in Quirinale il gelato nella bouvette.
Perchè un ragazzo deve rischiare la vita per mille euro al mese quando i mafiosi, i delinquenti, i porci drogati e puttanieri siedono nelle sale che contano?
Perchè, mi domando io? Simone è vittima di un sistema malato, ... ... è vittima di una logica del profitto che non guarda in faccia niente e nessuno.
Mentre Montezemolo, Prodi e Berlusconi parlano ma poi se la passano bene con i loro soldi, io piango con i miei amici una persona scomparsa, perchè il mondo è governato da gente senza scrupoli, che ha perso il contatto con il mondo reale e vive in un iperuranio di soldi, amicizie importanti e puttane cariche di cocaina.
Non è da comunisti condannare le morti bianche e l'egoismo dei potenti, ma è da persone civili, perchè un giorno potrebbe capitare anche a me.
Condanniamo tutti la logica del guadagno a tutti i costi.
Amici, condanniamo questi politici corrotti, che hanno da sempre guardato a se stessi, condannandoci sempre più a una vita di stenti, facendoci vivere sul filo del baratro, col pensiero continuo di arrivare a fine mese, con la soddisfazione a sessant' anni di aver finito di pagare un mutuo.
Alziamo tutti la testa, indipendentemente dal nostro colore politico, alziamo tutti la testa e riprendiamoci il nostro diritto di vivere un’esistenza felice.
Facciamo in modo che la morte di Simone e di tutti gli altri poveri lavoratori non sia una statistica, ma che sia l'ultimo episodio di una situazione agghiacciante e insostenibile.
Aiutiamoci a vicenda, siamo tutti sulla stessa barca.
Ciao Simone.
Luca11