di Andrea Bonomi
Siamo entrati nell'era dell'informatica, in pieno medioevo tecnologico e siamo asfissiati dai dati. Terabyte e terabyte di informazioni, notizie, immagini, filmati, studi che girano incessantemente tra monitor e monitor di computer in tutte le parti del globo cercando un filo logico, il pezzo consequenziale di quel puzzle che ognuno di noi cerca di completare che è la Visione-del-Mondo.
E tutte queste informazioni così discordanti tra di loro e così impressionantemente numerose ci mettono di fronte ad un grosso dilemma, enorme: di cosa, o di chi, ci possiamo fidare?
Viviamo ormai in un' epoca scandita da un orologio globale, dove un californiano comunica in tempo reale con un pugliese e si sente più vicino a lui che al suo coinquilino che sta a 4 metri di distanza; i confini sono assottigliati come non mai e tuttavia mai come in questo periodo ci sono divisioni … … dettate ad arte da chi, consapevolmente o meno, mira a dividere i pareri e ad accentuare l'emotività di ogni singola azione.
Noto sempre più frequentemente che in un dibattito online, in un confronto di idee le persone citano fonti, entrambe attendibili ma discordanti tra loro. E ciascuno reputa la propria veritiera e l'altra errata o spesso addirittura in malafede.
Inutile dire che ormai, al giorno d'oggi, ragionando in questa maniera non si va più da nessuna parte.
Si possono scaricare programmi che simulano la voce in maniera identica all'originale; le tecniche di fotoritocco hanno raggiunto livelli di accuratezza al di sopra dell'umana capacità di distinzione: la nostra capacità di distinguere un'informazione attendibile da una che non lo è dipende sempre meno dal portatore dell'informazione stessa, e sempre più dai nostri canoni di riferimento interni.
Sempre più saremo chiamati ad un nuovo modello mentale su cui poggiare le nostre opinioni, le nostre visuali del mondo: la coerenza. Non vale più ciò che è "provato", ma vale ciò che sentiamo giusto, dentro di noi, che ci appare intimamente logico e sensato.
Le fonti attendibili non esistono più, forse non sono mai esistite, ma a maggior ragione non ci sono oggi; e riguardo al domani questa è l'unica certezza che si avrà.
E' finita l'epoca in cui vi era un organo di informazione in cui la gente poteva riporre la fiducia, l'epoca del "l'ha detto la tv", o del "di quello mi fido, è in gamba", e chi pensa che non lo sia è un illuso. Già si sente lo stridere di questa insicurezza tra le persone. L'unica cosa da fare è accettarla, e invece di fossilizzarsi su convinzioni irremovibili basate su pregiudizi, mettere in discussione tutto.
Bsogna fare tabula rasa.
Prima ci si rende conto di ciò, e prima ci si troverà ad apprezzare gli enormi vantaggi che ti offre la totale libertà di pensiero. Ciò che spaventa così tanto sarà la nostra salvezza, perché accetteremo solo cose coerenti con noi, e saremo liberi da potenti che possono influenzarci dall'alto della loro insindacabilità. Basta dirci incosa credere o non credere. Si crederà in cosa è più coerente con noi stessi. E la cosa è tutt'altro che negativa, se ci si sofferma un attimo a pensare: meglio credere che ci venga detta la verità o sapere che la verità è un concetto astratto? che da qualsiasi parte si cerchi, riguardo a qualsiasi argomento si voglia trattare, si troverà sempre una fonte a supportare le convinzioni opposte alle nostre.
Forse è questa la cosa migliore che la tecnologia informatica ci ha portato: la libertà di credere in ciò che si vuole.
E' ora di smetterla di chiedere le fonti a destra e manca..
Bisogna solo pensare con la propria testa. E tutto verrà da solo.
Andrea Bonomi (Brasa)
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