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UFO e alieni - Raccolta di articoli a tema ufologico
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Bernanrdo Kastrup
I più recenti sviluppi degli ultimi sei o sette anni in materia di UFO, ci invitano a riesaminare l’argomento da una prospettiva piu aperta e curiosa.
SORPRENDENTEMENTE, MOLTO È STATO RECENTEMENTE RIVELATO
Nel 2017, diversi video di UAP – presto diventati noti come “video UFO del Pentagono”, poiche registrati da telecamere a infrarossi a bordo di aerei militari – circolavano ampiamente su Internet. Piu o meno nello stesso periodo, la storia dietro i video fu trattata in un rapporto ormai fondamentale del New York Times. I video sembrano mostrare velivoli senza ali o motori, che volano e si librano deliberatamente, a volte contro forti venti. Eseguono manovre nonostante l’assenza di mezzi di controllo del volo (niente timone, elevatori, alettoni, propulsori, ecc.) e mostrano un’accelerazione sorprendentemente elevata senza mezzi di propulsione rilevabili. Il Dipartimento della Difesa americano ha successivamente riconosciuto ufficialmente l’autenticita dei video, nonche il fatto che gli oggetti in essi visibili rimangono non identificati. Anni dopo, nell’estate del 2023, i piloti della Marina americana coinvolti in questi incidenti hanno fornito testimonianze pubbliche al Congresso, sotto giuramento, aggiungendo dettagli e retroscena alle strane immagini. Alla domanda se gli UAP che aveva visto con i suoi occhi si muovevano in un modo che sfidava le leggi della fisica, il comandante David Fravor ha risposto: “Per il modo in cui li comprendiamo (cioe le leggi della fisica), sì”. Ha poi confermato che gli UAP non solo sono stati catturati dalla telecamera, ma anche tracciati dal radar di tre diverse navi: “La Princeton lo ha seguito. La Nimitz lo ha seguito. L’E2 lo ha rintracciato”. Quando gli hanno chiesto di descrivere le manovre dello UAP, il CDR Fravor ha affermato: “Improvviso, molto determinante. Sapeva esattamente cosa stava facendo. Era consapevole della nostra presenza e aveva tassi di accelerazione: voglio dire, è passato da zero a eguagliare la nostra velocità in un batter d’occhio”. Alla fine, alla domanda se qualche tecnologia umana potesse emulare le caratteristiche di volo dell’UAP da lui osservate, ha risposto: “No, nemmeno lontanamente”. Un altro testimone militare che ha fornito una testimonianza giurata, il pilota dell’F-18 della Marina Ryan Graves, ha descritto un UAP avvistato da 50 piedi di distanza come “Un cubo grigio scuro o nero all’interno di una sfera trasparente”, insomma un qualcosa che non puo essere confuso con un drone o un normale aereo. Sempre nel 2023, l’ufficiale dell’aeronautica degli Stati Uniti ed ex funzionario dell’intelligence David Grusch e diventato un informatore sugli UAP. Nelle interviste con vari media, ha affermato che diversi funzionari della Difesa gli hanno confermato che il governo degli Stati Uniti mantiene un programma segreto di recupero dei crash e di ingegneria inversa degli UAP, ed e in possesso di diversi velivoli tecnologici con intelligenza non umana (NHI). Anche il signor Grusch ha fornito una testimonianza giurata durante l’udienza del Congresso sugli UAP del luglio 2023. Alla domanda se gli Stati Uniti avessero i corpi dei piloti degli UAP recuperati, ha detto: “Come ho già affermato pubblicamente… i prodotti biologici sono arrivati con alcuni di questi recuperi”. Alla domanda se questi “prodotti biologici” fossero non umani, ha confermato senza ambiguita: “Non umani, e questa è stata la valutazione delle persone con conoscenza diretta del programma con cui ho parlato e che sono attualmente ancora nel programma”. Il signor Grusch comprende che la pena per aver mentito sotto giuramento e il carcere e ha offerto piu volte durante la sua testimonianza di fornire in via confidenziale, come richiesto dalla legge, dettagli specifici ai legislatori. Il signor Grusch, il signor Graves e CDR Fravor non sono soli: negli ultimi tempi, altri individui in grado di essere plausibilmente a conoscenza di cio che il governo degli Stati Uniti sa sull’argomento, si sono fatti avanti. Ad esempio, Timothy Cole Gallaudet, l’oceanografo e contrammiraglio in pensione della Marina USA, ha ammesso di aver visto filmati di UAP mentre era in servizio attivo. Alcuni di questi UAP hanno dimostrato la capacita di immergersi sott’acqua, ovvero la cosiddetta capacita “transmedium” descritta spesso nei rapporti UAP. Ha anche espresso la convinzione che le affermazioni del signor Grusch siano vere. Il colonnello dell’esercito americano Karl E. Nell, recentemente in pensione, attualmente dirigente aerospaziale, insieme a Christopher Mellon, che ha trascorso quasi vent’anni nella comunita dell’intelligence statunitense e ha servito come vice segretario aggiunto alla difesa per l’intelligence, hanno dato credibilita all’affermazione che il fenomeno esiste e sono attivi programmi di recupero degli crash e di reverse engineering degli UAP. Il dottor James T. Lacatski, direttore del programma della Defense Intelligence Agency, ha fatto lo stesso, in un libro ufficialmente autorizzato alla pubblicazione dal Defense Office of Prepublication and Security Review del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Fino al 2017, le redditizie voci sugli UAP erano alimentate principalmente da “fonti anonime”, filmate con i volti e le voci nascoste e che raccontavano storie vaghe in gran parte impossibili da verificare in modo indipendente. Anche quando una di quelle fonti anonime alla fine si identifico, e parliamo del signor Robert Lazar, le sue credenziali e persino la sua istruzione universitaria non poterono mai essere verificate. Ora la situazione e cambiata: i nomi e le credenziali delle persone sopra menzionate non sono in dubbio; sono chi dicono di essere. E i loro ranghi e ruoli li mettono nella posizione di sapere in modo plausibile cio che affermano di sapere. Questi individui sono disposti a testimoniare sotto giuramento in udienze pubbliche e a fornire prove in modo confidenziale ai membri del congresso. Tutto cio, pur non dimostrando che gli UAP siano di origine esotica, conferisce credibilita alla speculazione stessa sugli UAP. Anche il Dr. Sean Kirkpatrick, l’ex capo dell’Ufficio per la risoluzione delle anomalie in tutti i domini (AARO: “All-domain Anomaly Resolution Office”, ndr) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, un uomo ampiamente insultato nella comunita UAP in quanto custode pieno di pregiudizi che lavora contro la divulgazione degli UAP, ha fatto rivelazioni molto importanti durante una conferenza stampa ufficiale della NASA: esistono sfere apparentemente metalliche la fuori che, in qualche modo, si muovono e usano manovre senza alcun segno di superfici di propulsione o di controllo del volo. Egli ha poi mostrato un video declassificato di una di queste sfere, registrato da un drone militare MQ-9 “Reaper”, una delle piattaforme di sensori più sofisticate al mondo oggi. La sfera mostrata si muove velocemente, secondo una traiettoria controllata e non balistica. E significativo che il dottor Kirkpatrick abbia poi affermato che questo e solo “un tipico esempio di ciò che vediamo di più; li vediamo in tutto il mondo. Il fatto che le sfere siano descritte come capaci di “manovre apparenti molto interessanti”, poiche esclude palloni aerostatici e normali droni. Il fatto che siano visti frequentemente e in tutto il mondo esclude anche eventuali bufale costose ed elaborate. Guardiano prevenuto o meno che sia, il dottor Kirkpatrick ha cosi ufficialmente riconosciuto che esistono UAP concreti “in tutto il mondo”, per i quali finora non esiste un resoconto prosaico. Sono stati registrati da una varieta di sensori di livello militare, non solo dai telefoni cellulari. Il fatto che le rivelazioni del dottor Kirkpatrick non siano diventate notizie da prima pagina in tutte le principali piattaforme mediatiche in tutto il mondo e emblematico dell’apatia e del cinismo – la “sindrome del non guardare in alto” – che hanno assalito le societa occidentali negli ultimi anni.
INCROCI STRADALI
Come cultura siamo quindi arrivati a un vicolo cieco. Da un lato, la scarsa quantita di dati declassificati, o trapelati, non e sufficiente per trarre conclusioni definitive sulla natura del fenomeno. D’altro canto, e stato riconosciuto, a malincuore ma ufficialmente, che non possiamo nemmeno liquidare il fenomeno con resoconti prosaici. La cosa migliore che possiamo fare e quindi prendere sul serio i dati, ma non estrapolarli senza fondamento. In questo spirito, decisero sottolineare che le seguenti, provvisorie premesse, sono giustificabili: in primo luogo, nei nostri cieli e nei nostri oceani esiste una tecnologia ingegnerizzata che non e umana. La contro-argomentazione a cio e, ovviamente, che gli UAP potrebbero essere dispositivi militari top-secret ma molto umani, spesso chiamati “tecnologia nera”. Tuttavia, cio sembra contraddire gran parte di cio che e stato divulgato dal 2017. Il seguente passaggio della testimonianza del CDR Fravor al Congresso illustra il punto, quando la rappresentante Nancy Mace gli ha chiesto: “Molti respingono i rapporti UAP come test di armi riservate da parte del nostro stesso governo. Ma nella sua esperienza di pilota, il nostro governo in genere testa sistemi d’arma avanzati proprio accanto a jet multimilionari senza informare i nostri piloti? Al che CDR Fravor risponde: “No. Abbiamo campi di prova per questo”. Inoltre, e difficile immaginare se gli UAP (come le sfere metalliche) siano una tecnologia nera che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti stava cercando di mantenere segreto, perche il Dr. Kirkpatrick, un funzionario di quello stesso dipartimento, ne avrebbe pubblicizzato l’esistenza e avrebbe persino declassificato un video che mostrava le loro dimensioni, forma, capacita di volo, ecc. Inoltre, il fatto che gli UAP spesso sembrano sfidare la nostra comprensione della fisica, non e in linea con l’ipotesi delle black technologies, poiche richiederebbe che non solo l’ingegneria sia segreta, ma anche il progresso stesso della comprensione umana della Fisica. Questo non e impossibile, ma non e nemmeno molto plausibile. Infine, e difficile immaginare perche tali, rivoluzionarie tecnologie – che avrebbero dovuto esistere almeno quanto il fenomeno UAP stesso – non siano mai state utilizzate su larga scala per promuovere gli interessi geopolitici di alcuna nazione. In secondo luogo, se c’e tecnologia non umana nei nostri cieli e oceani, allora devono esserci Intelligenze Non Umane (NHI) attive sul nostro pianeta, che progettano e controllano gli UAP. Cio non implica che le NHI siano extraterrestri; significa semplicemente che non sono umane. Per quanto inverosimili queste due premesse possano sembrare in questo particolare frangente storico, i dati, se presi sul serio, non sembrano consentire prosaiche alternative. Pertanto, qualunque ipotesi prendessimo in considerazione, metterebbe necessariamente alla prova la nostra credulita. In effetti, per insistere su spiegazioni prosaiche, dovremmo prescindere dai dati. Quest’ultima affermazione non e necessariamente invalida – cioe non e incoerente immaginare che tutti i dati siano prodotti da false invenzioni di qualche campagna di disinformazione tentacolare che si protrae per decenni – ma certamente non fa avanzare la discussione. A questo punto, sembra quindi piu produttivo stringere i denti su cio che i dati suggeriscono – almeno ipoteticamente – e poi verificare se siamo in grado di dargli un senso, in una qualche maniera tale da rendere i dati meno fastidiosi. Tuttavia, prima di poterlo provare, dobbiamo prima comprendere le caratteristiche chiave del fenomeno che stiamo cercando di spiegare.
LE CARATTERISTICHE DEL FENOMENO
Sebbene il processo di divulgazione sia relativamente giovane, essendo iniziato pubblicamente solo nel 2017, il fenomeno in se sembra essere antico almeno quanto l’umanita. La mitologia antica, religiosa e non, contiene narrazioni in gran parte coerenti con le osservazioni UAP odierne. E ricercatori seri – il piu importante, competente e affidabile dei quali, a mio avviso, e l’astronomo e informatico francese Dr. Jacques Vallee – hanno raccolto dati su di esso, applicando analisi statistiche a tali dati e traendo conclusioni da tali analisi. ormai da decenni. Due conclusioni chiave del lavoro del Dr. Vallee sono particolarmente pertinenti nel contesto della nostra sfida. La prima e che, sulla base di innumerevoli testimonianze, il fenomeno non sembra fare alcuna distinzione tra effetti fisici e psicologici; li produce entrambi, come se fossero semplici aspetti di uno stesso meccanismo causativo. I confini che tracciamo tra il mentale e il fisico non sembrano essere rispettati dal fenomeno, che transita casualmente avanti e indietro attraverso la linea di demarcazione. Il dottor Vallee riconosce l’innegabile aspetto fisico del fenomeno – puo essere filmato, seguito da radar e altri sensori, emette energia misurabile, spesso lascia impronte e vestigia fisiche, ecc. – ma aggiunge che almeno una parte di cio che sperimentano i testimoni e “messo in scena”: uno UAP, a volte, evoca immagini archetipiche e simboliche direttamente nella mente del testimone per trasmettere un messaggio metaforico carico di sentimento, che trascende le caratteristiche oggettivamente misurabili del fenomeno. Sebbene il dottor Vallee fosse gia giunto a questa conclusione decenni fa, da parte del giornalista Ross Coulthart, recenti indagini sui programmi segreti del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sugli UAP sembrano confermarlo, vedi pagine 265-267 di: “In Plain Sight”, il saggio scritto dal Coulthart nel 2021. Il professore di Stanford Dr. Garry Nolan, forse lo scienziato piu rispettabile che ha studiato attivamente il fenomeno, ha riconosciuto il rapporto del signor Coulthart sulla questione. Ha continuato raccontando un caso specifico di UAP che illustra, forse meglio di ogni altro, la capacita degli stessi di manipolare direttamente la percezione umana: “[questa è una] storia che Jacques Vallée mi ha portato, di una famiglia in Francia, che guidava giù l’autostrada. È stato come negli ultimi cinque o dieci anni [dal giugno del 2022]. E avevano un’auto con il tetto in vetro. Alzano lo sguardo e vedono un UFO, praticamente parallelo a loro lungo l’autostrada. La madre si guarda intorno e vede che nessun altro individuo nelle vicinanze sta andando fuori di testa per questa cosa sopra di loro. I bambini dietro tirano fuori i cellulari e gli fanno una foto. Tornano a casa e guardano le foto sulla loro macchina fotografica, e non vedono un oggetto [del tipo a cui pensavano di aver assistito]; vedono una piccola cosa a forma di stella circa trenta piedi più in alto, e io ho l’immagine. Non assomiglia per niente a un drone. … Penso che abbia sette raggi e un foro centrale di qualche tipo. Quindi, ti rimane questo: hanno visto uno scafo gigante, ma l’immagine mostra che non c’era niente di simile lì. Nessun altro poteva vederlo. Quindi, anche se era un oggetto lì, gli altri non erano in grado di vederlo, quindi stava manipolando la visione” . La seconda conclusione pertinente del lavoro del Dr. Vallee, e che il modello di comportamento degli UAP non e coerente con l’ipotesi extraterrestre (vedi capitolo 9 del suo best-seller “Dimensioni” (in Italia edito da Venexia, ndr). Il dottor Vallee stima che, in un periodo di soli vent’anni, vi siano stati circa tre milioni di sbarchi di UAP. Cio non e coerente con le visite di esseri provenienti da un altro pianeta allo scopo di esplorare la Terra o di ricercare i suoi abitanti (per questi scopi sarebbero bastate visite di ordini di grandezza inferiori); invece, il comportamento degli UAP e esattamente quello che ci si aspetterebbe se provenissero da qui e si occupassero semplicemente dei loro affari. Dopotutto, ci sono molte specie animali e vegetali rare, e alcune non cosi rare, che gli esseri umani incontrano molto meno frequentemente di 150.000 volte all’anno, e sono innegabilmente terrestri. Nella sua intervista con il signor Coulthart, anche il dottor Nolan ha espresso l’opinione che gli UAP non siano extraterrestri.
DUE FENOMENI DISTINTI?
Sebbene le due caratteristiche discusse sopra si applichino generalmente alla maggior parte di cio che colloquialmente etichettiamo come incontri “UAP”, “UFO” o “alieni”, esistono ragioni per considerare la possibilita che qui, potremmo avere a che fare con almeno due fenomeni distinti. Se e cosi, e fondamentale non confondere i due, altrimenti qualsiasi spiegazione praticabile di un fenomeno potrebbe essere scartata semplicemente perche non e adatta – o addirittura contraddice – l’altro, portandoci poi ad un insolubile vicolo cieco. Una classe di osservazioni chiaramente distinguibili, che d’ora in poi chiamero UAP “dadi e bulloni”, coinvolge mezzi fisici che non solo possono essere costantemente visti, filmati e tracciati dal radar, ma anche – se dobbiamo credere agli informatori del signor Grusch e altre fonti in grado di saperne di piu in modo plausibile – conservati negli hangar per decenni, perforati, analizzati al microscopio elettronico a scansione, ecc. conservati in congelatori e raccolti per l’analisi biochimica. Cio significa che il fenomeno in questione ha un aspetto fisico consistente e stabile come il nostro corpo e l’auto nel nostro garage. Inoltre, questi UAP “pratici” sono piu frequentemente osservati in prossimita di esercitazioni e installazioni militari, (questo accade da decenni, e i recenti video UFO del Pentagono non fanno che ribadire lo schema) in particolare installazioni nucleari. Non sembrano interessati a insegnarci nulla, ma semplicemente a monitorare l’attivita umana (vedi anche il caso “Jellyfish” apparso Iraq e uscito alla ribalta a gennaio, ndr) che potrebbe portare a una distruzione su larga scala e compromettere l’abitabilita del pianeta (per inciso, questo e esattamente cio che ci si aspetterebbe se l’NHI in questione fosse terrestre). A differenza di quanto sopra, un’altra classe di osservazioni comporta incontri nella propria camera da letto, a scuola, durante il tragitto di ritorno dal lavoro e altre situazioni ordinarie e casuali non correlate all’attivita militare. Questi sono i cosiddetti eventi di “elevata stranezza” (High Strangeness), che comprendono i casi di “contattato alieno” e di “abduction”. Gli scafi e gli esseri osservati, non hanno un aspetto fisico coerente, quanto invece inafferrabili, apparendo e scomparendo, assumendo un’assurda varieta di forme e incongrui comportamenti. Lasciano tracce fisiche assenti o scarse e ambigue, come sangue spontaneo dal naso, comuni cisti rinvenute in luoghi in cui una testimone afferma di esserle stata impiantata con tecnologia aliena, tracce al suolo coerenti con una varieta di cause, e via discorrendo. Questa ambigua prova fisica e meglio descritta come sincronistica, cioe coincidente in modo significativo, in contrapposizione a causale. Le osservazioni sono sfuggenti, illogiche e mutevoli come un sogno. Sembrano focalizzati su una forma di comunicazione deliberata e simbolica con il testimone, volta a trasmettere un insegnamento di qualche tipo, invece di scaturire da incontri casuali. Come una visione, non possono essere fotografati. Non sono sprezzante nei confronti di questa classe di osservazioni di “High Strangeness”. E un dato di fatto, come gia scrissi nel mio, “Meaning In Absurdity” (2012), in cui cercai di spiegarlo. Credo che queste visioni siano reali in quanto tali; fanno parte di un meccanismo di feedback naturale intrinseco alla mente umana, che cerca di rimuoverla da visioni del mondo ossificate che, nonostante siano diventate stabili, non servono piu al progresso della nostra comprensione di noi stessi e della natura. Le visioni in questione emergono da strati collettivi, filogeneticamente antichi, della mente umana condivisi da tutti noi, che, essendo incapaci di linguaggio e ragionamento concettuale, comunicano all’ego esecutivo attraverso metafore oniriche e immersive. Dovrebbero essere prese sul serio, ma non alla lettera. Ciononostante, non penso che il cosiddetto fenomeno “High Strangeness” sia lo stesso degli UFO “dadi e bulloni”. Confondere i due, a mio avviso, potrebbe rendere impossibile renderne conto, poiche nessun resoconto sara coerente con le caratteristiche talvolta reciprocamente contraddittorie di entrambi. Per questo motivo, e poiche ho esplorato il fenomeno “High Strangeness” in lavori precedenti, nella seconda parte di questo articolo che leggerete prossimamente, discuterò esclusivamente del fenomeno UAP in termini di “dadi e bulloni”.
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Pino Morelli
10 anni fa, un escursionista americano riuscì a scovare una “grotta vibrante” in Nevada. La vicenda ha suscitato un certo interesse nella comunità ufologica. Un fatto pressoché sconosciuto per un altro enigmatico tassello che si aggiunge e anima ancora l’affascinante e drammatica leggenda della famigerata area nei pressi della Nellis Air Force Base.
SE LA CURIOSITÀ HA UN PREZZO
“Sono un escursionista di lunga distanza – ascoltiamo nel video – Una volta, durante una delle mie escursioni alla base aeronautica di Nellis, ho trovato una grotta nascosta. L’ingresso alla grotta aveva la forma di una perfetta M maiuscola. Entro sempre in ogni grotta che trovo, ma quando ho iniziato ad entrare in questa particolare grotta, tutto il mio corpo ha cominciato a vibrare. Più mi avvicinavo all’ingresso della grotta, più le vibrazioni peggioravano. All’improvviso mi sono spaventato moltissimo e sono scappato da lì. È stata una delle cose più strane che mi siano mai capitate”. Era un semplice e schietto resoconto all’indomani della sua prima esperienza, dove Veach riusci a documentare le sue scoperte, aggiornandole sul suo canale personale, ricevendo in poco tempo parecchi commenti da quegli utenti curiosi che, imbattutisi nelle sue affascinanti ricerche, lo esortavano a riprovarci affinche indagasse ulteriormente. Ne segui pertanto un secondo sopralluogo. Al terzo tentativo di localizzare la grotta, fatalmente per Veach si rivelo l’ultimo, perche della sua spedizione nessuno riusci a saperne piu nulla, trascinandosi via segreti e misteri tutt’ora insoluti, a dieci anni dalla sua scomparsa.
UNA LEGGENDA CHE NON FINISCE DI STUPIRE
Sull’Area 51 ovviamente sappiamo il possibile, sin dai tempi del primo rivelatore, quel Bob Lazar che, dalla fine degli anni ’80, riusci a catalizzare l’attenzione mondiale per via delle sue incredibili rivelazioni (dal famoso “Elemento 115”, ai dischi volanti che si nasconderebbero in una base segreta, oltre a una serie interminabile di racconti e disavventure), rendendo la zona - ancor prima che venisse dichiarata territorio militare dalla seconda amministrazione del presidente Clinton – un hotspot ideale per le teorie del complotto. Fino a condensare qualsiasi speculazione sulla retro- tecnologia extraterrestre, ottenendo nuova linfa dal whistleblower David Grush e la sua dichiarata “tecnologia inversa”, termine quest’ultimo, pressoche identico a quello della “retro-tecnologia aliena” conosciuto 27 anni orsono, come ci ricorderebbe il buon colonnello Philip Corso, la cui fondamentale diffusione di certi concetti tornati oggi piu che mai attuali. Che la base sia altamente sorvegliata e riservata e le sue attivita siano classificate, e ormai di dominio pubblico: a causa del suo estremo livello di segretezza, l’Area 51 ha attratto molti avventurieri e ricercatori desiderosi di svelarne i misteri. Uno di loro era proprio Kenny Veach, il quale in quel drammatico finale di 2014 si imbatte nella famigerata grotta, per poi finire nel dimenticatoio.
UN’IMPRESA NON PER TUTTI
Come abbiamo compreso, l’esperienza rivelata da Veach suscito immediatamente un vivido interesse tra gli utenti che conobbero per primi questi eventi, ed era scontato che quest’ultimi desiderassero maggiori informazioni possibili sulla natura di quelle anomale vibrazioni che l’esploratore dichiaro – e il caso di dire - di aver avvertito davvero sulla propria pelle. Veach quindi accetto volentieri la sfida, effettuando una nuova avventura. “Faccio un’escursione in solitaria attraverso le cime delle montagne dove la maggior parte delle persone non oserebbe affrontare – scrisse in proposito l’esploratore di Las Vegas – Sono stato in più caverne di quante ne possa contare. Gioco con i serpenti a sonagli per divertimento. Ma questa grotta in particolare era al di là di qualsiasi cosa avessi mai incontrato”. In un altro commento, l’escursionista aggiunse: “Faccio questo genere di cose da oltre 20 anni. Vado dove non va nessuno e non porto mai nessuno con me. Trovo teschi di tutte le forme e dimensioni e, occasionalmente, trovo trappole per animali davvero antiche. Cammino su una montagna dopo l’altra e dormo sulle cime sotto le stelle. A volte devo scalare rocce gigantesche per tirarmi fuori da un ingorgo, ma riesco sempre a tornare indietro. Sono esausto e stanco, e il mio zaino è quasi sempre più pesante di quando sono partito. Ho dovuto essere salvato solo una volta da un elicottero. Mi ero rotto la gamba sinistra in cima alla montagna e mi era rimasta solo una tazza d’acqua per tornare a 20 miglia dal mio furgone. C’erano anche più di 100 gradi fuori. Quindi ho un ottimo record di sopportazione”.
IL SECONDO TENTATIVO
A questo punto del racconto, vale bene chiarire che “scovare una grotta” nei pressi dell’Area 51 non e come andare a fare una scampagnata nei boschi dello Yellowstone! I navigatori satellitari dell’epoca non erano ancora cosi aggiornati e performanti come quelli in uso oggi. Anche l’impiego di una canonica cartina geografica, non avrebbe agevolato esemplarmente un escursionista come Veach, dovendosi trovare in una desertica conformazione di sabbie e rocce praticamente identiche per centinaia e centinaia di chilometri. Certamente quel punto di arrivo non sarebbe stato difficoltoso, se si fosse centrata l’esatta posizione della clamorosa scoperta. Pertanto, nonostante il suo impressionante curriculum, Kenny era in svantaggio rispetto agli elementi. Difatti, il secondo tentativo, non ebbe successo: quando nel suo cammino l’uomo riferi di aver incontrato solo alcuni animali selvatici, in segno di buona fede e umilta mostro ai propri follower il terreno accidentato e la vicinanza al raggio di bombardamento della base aeronautica di Nellis, e nulla piu. Nonostante il fallimento, lo scopritore della roccia misteriosa era determinato a riprovarci, decidendo cosi di pianificare una terza spedizione, naturalmente e nuovamente influenzato dai sempre maggiori curiosi che lo esortavano a tentar di nuovo. Non tutti, a dire il vero: tra i commenti, ve n’era uno piuttosto inquietante, dove si legge profeticamente: “NO! Non tornare lì. Se trovi l’entrata della caverna, non entrare, non ne uscirai”. Anche in questo caso, non sapremo mai se l’autore di quell’avvertimento e il contenuto di quel messaggio, potesse contenere un reale consiglio (un militare? Uno scienziato in incognita? Un agente governativo “informato dei fatti”?) affinche Veach potesse desistere nel suo intestardirsi alla ricerca di quella grotta, oppure se siamo di fronte semplicemente ad un accorato appello proveniente da un saggio follower.
L’ULTIMA VOLTA E LA SCOMPARSA
Veach ignoro gli avvertimenti dei piu scrupolosi, decidendo di partire per quella che si rivelera essere ufficialmente la sua ultima escursione: era il 10 novembre del 2014. Come ci ricorda il Nevada Magazine attraverso un articolo pubblicato un lustro dopo l’accaduto, l’esploratore porto con se una pistola da 9 millimetri e una videocamera, documentando cosi il suo viaggio in un video intitolato: “M Cave Hike”. Alla sua famiglia, Kenny disse che sarebbe partito per un breve viaggio notturno, col proposito di ritornare piuttosto presto. Cosi non fu. Pochi giorni dopo, perso ogni contatto e ogni notizia del proprio familiare, i suoi ne denunciarono ovviamente la scomparsa con un preallarme lanciato dai media radiotelevisivi e della carta stampata di Las Vegas, con una conseguente e prevedibile operazione di caccia all’uomo propiziata dalle autorita 12 giorni dopo la sua scomparsa. Dopo meticolosi tentativi, si riusci a trovare il cellulare dell’uomo vicino ad un pozzo minerario abbandonato, senza che si potesse mai rinvenire una qualsiasi altra traccia fisica e oggettiva, cosi come riferi al telegiornale “News 3” Dave Cummings, comandante del Red Rock Search & Rescue. C’e da dire che la ricerca fu ostacolata a causa delle avverse condizioni meteorologiche e dal terreno pericoloso, piu volte rimarcato da tutti, vittima compresa. Cosi, dopo diverse settimane di sforzi infruttuosi, la ricerca fu interrotta.
MOLTE IPOTESI, NESSUNA CERTEZZA
Come specifica giustamente il sito Anomalien.com che si e occupato anche di questa vicenda, la scomparsa di Veach scateno molte teorie e speculazioni tra i suoi seguaci e altre comunita online. Alcuni suggerirono che avesse trovato la grotta e vi fosse entrato, solo per incontrare un destino sconosciuto. Un’altra possibilita e che Kenny si sia suicidato intenzionalmente. Ma perche? Il fatto che abbia apparentemente abbandonato il suo telefono sembrerebbe supportare cio, in quanto comportandosi in questo modo, nessun’altro avrebbe potuto piu rintracciarlo. Questo pero non vuol dire che magari qualcuno abbia lasciato traccia del suo portatile solo per scongiurare il suo ritrovamento. Non possiamo trascurare il fatto che, visti i numerosissimi precedenti avvenuti nell’arco della vastissima zona dell’Area 51, sono in tanti ad aver subito persino violenti avvertimenti da parte di militari in incognito in ronda per sospetti atti di intimidazione, come sappiamo bene da che si sente parlare di “UFO & Alieni” al Groom Lake.
L’IPOTESI DEL SUICIDIO
Riguardo Veach, sappiamo che, poco prima della sua scomparsa, aveva lasciato il lavoro per vendere invenzioni, impresa che non aveva avuto molto successo. La sua fidanzata riferi in seguito che il compagno soffrisse di depressione, dichiarando: “Oltre 30 membri della squadra di ricerca e soccorso hanno effettuato perquisizioni a piedi tre volte diverse. È stato effettuato un sorvolo in elicottero e non c’era traccia di Kenny o delle sue cose da campeggio. Hanno trovato la sua macchina nella zona in cui avevo detto che sarebbe stata. Nel video hanno trovato il suo cellulare vicino al pozzo della miniera (che) era a sole 4 ore di cammino dalla sua macchina”, aggiungendo inoltre un suo parere sul cellulare rinvenuto: “Ho la sensazione che l’abbia lasciato indietro in modo che non potesse essere rintracciato dal GPS al suo interno. Inoltre non ha portato con sé la videocamera durante questa escursione in solitaria. È stato lasciato a casa sua. Quindi non aveva intenzione di filmare nulla…”. Le parole sin troppo eloquenti della ragazza di Kenny, lasciano da una parte un sentore di sicurezza riguardo cio che riesce ad argomentare, ma allo stesso tempo un senso di sicurezza che nessuno puo avallare: “Voglio condividere ciò che so e sento riguardo a quello che è successo, in modo che possiate portare un po’ di chiusura e comprensione nelle vostre vite. Kenny adorava assolutamente le escursioni nel deserto. Era la cosa che preferiva fare, davvero. Abbiamo camminato e accampato insieme in tutto il deserto del Nevada... a volte 9 ore al giorno. Abbiamo trovato molte città minerarie abbandonate, solitamente chiamate “città fantasma” dagli escursionisti del Nevada. Abbiamo esplorato molte grotte e pozzi minerari. Siamo sempre stati attenti a come li esploravamo, ma Kenny era un po’ più audace di me. Indossavamo protezioni contro i serpenti, indumenti protettivi dal sole, usavamo bastoni da passeggio, portavamo abbastanza acqua e cibo per le ore di camminata e avevamo acqua/cibo extra in macchina... Voglio che tu sappia che non credo che Kenny abbia avuto un incidente. Credo che si sia suicidato”, conclude inesorabilmente la ragazza.
COSA NASCONDE LA GROTTA “M”?
I piu avvezzi alle tesi cospiratorie potrebbero suggerire, di contro, che Kenny sia stato lapidariamente “regolato dal governo”. I sostenitori di questa ipotesi credono che la grotta M scoperta da Kenny fosse l’ingresso di una sorta di struttura governativa top secret a causa della sua vicinanza alla base aeronautica di Nellis e all’Area 51. Se siano illazioni o meno, lasciamo che ognuno possa arrivare alle proprie conclusioni. Intanto ci chiediamo quali possano essere le spiegazioni piu plausibili, o fantastiche, basate sull’esperienza di Kenny a proposito della famigerata grotta. Quella sensazione di vibrazione provata dall’escursionista, potrebbe essere frutto di un possibile meccanismo di difesa per impedire ai civili di entrare? La cavita potrebbe sortire come inizio di un ingresso per una porta dimensionale, un luogo sacro, o una cavita geologicamente predisposta ad eventi extrasensoriali, oppure elettromagnetici, tali da provocare nel 47enne sensazioni mai provate da lui prima di allora? Potrebbe trattarsi di un congegno extraterrestre? Alcuni pensano che l’esploratore possa aver simulato la sua morte, o inscenato la sua scomparsa per motivi pubblicitari o personali. Ma a che pro se, dieci anni dopo, non sappiamo piu niente di lui? Per cui, l’ultima delle ipotesi qui presentate, decade da sola. D’altronde, nessuna di queste teorie e stata dimostrata o confermata da prove o testimoni credibili.
LE ULTIME RIVELAZIONI
Sono frequenti le apparizioni di nuove inchieste, per lo piu amatoriali, che trattano di questo inquietante caso. Sporadicamente, si e visto trattare della scomparsa di Veach anche su qualche documentario professionale, quindi anche in tv, oltre che le immancabili incursioni giornalistiche sulle principali testate online, ultima delle quali l’inglese Daily Express (in realta il concorrente Daily Mail l’aveva preceduta di qualche mese) che si e occupato del caso, menzionato a dicembre dell’anno scorso in un articolo dedicato. Sempre di recente, altre persone si sono mosse alla ricerca di nuove possibilita di recupero informazioni. Sotto lo pseudonimo di “Aquachigger”, uno youtuber si e inoltrato piu volte alla scoperta di indizi: appassionato nel rilevamento dei metalli per oggetti storici come monete d’oro o d’argento, reliquie e altri tesori sepolti, ed eseguendo anche il metal detector per pepite d’oro e d’argento e persino meteoriti, il ricercatore si e dedicato per un paio di giorni anche a reperire eventuali indizi sulla scomparsa di Veach. In realta, per molto tempo nessuno riusci a trovare la grotta. Ma dopo varie ricerche, un altro canale You- Tube (“Exploring Abandoned Mines and Unusual Places”) l’anno scorso ha pubblicato un video della durata di 8 minuti intitolato: “I Found the M Cave of Kenny Veach!”, affermando letteralmente di averla trovata. Il suddetto video e vissuto e narrato da una persona che, nel suo omonimo canale You- Tube, si fa chiamare “ШαrLiΚe Шrαϯh”. Nelle didascalie, narranti in breve la storia che vi abbiamo gia raccontato per sommi capi, leggiamo altre speculazioni in merito alla scomparsa di questo uomo: alcuni pensano che sia fuggito dal Paese e ora viva all’estero con una nuova identita. Ammesso e non concesso, perche mai lo avrebbe fatto? Altri pensano che siano in corso cose piu nefande e che il governo sia intervenuto e lo abbia eliminato a causa della sua involontaria scoperta della grotta M che, in effetti, avrebbe potuto essere un ingresso mascherato a una struttura sotterranea top-secret nell’Area 51. In questo video, si esamina un luogo che e stato segnalato a Шαr- LiΚe Шrαϯh da parte di un suo conoscente militare di nome Don. Quest’ultimo aveva cercato di tanto in tanto la grotta M per diversi anni. Impossibilitato ad esplorare ulteriormente a causa di un incidente, Don gli ha parlato di un luogo che aveva individuato in lontananza durante una delle sue ultime escursioni nel deserto, pur non avendo avuto il tempo di indagare di persona. Con l’aiuto di Don, ШαrLiΚe Шrαϯh e quindi riuscito a raggiungere le coordinate fornitegli, trovando alla fine quella che sembrava essere una grotta molto poco profonda con un ingresso a forma di M. Tuttavia, il nuovo scopritore non ha avvertito alcuna strana vibrazione come ha fatto Kenny mentre si avvicinava alla grotta. All’ingresso, era evidente che qualcuno aveva tentato di chiudere la grotta con pietre accatastate. All’interno della grotta poco profonda, ШαrLiΚe Шrαϯh ha trovato altre cose interessanti che sono tutte documentate nel suo video. Era questa la leggendaria grotta M di Kenny Veach? Nessuno puo confermalo. Ma di certo ne aveva alcuni tratti distintivi. Il video e ovviamente in lingua inglese, con possibilita di essere sottotitolato seguendo come sempre le istruzioni, partendo dalla “rotellina” e scegliendo quindi la lingua preferita:
Questo video, comunque ha sollevato molte piu domande di quante ne abbia lasciate la scomparsa stessa del ricercatore. Lo stesso sito Anomalien.com si pone delle ulteriori domande: Perche da quella fessura usciva vento? Perche c’erano delle assi di legno all’interno di questa caverna casuale, a chilometri di distanza da qualsiasi cosa? Perche c’era un chiodo nella roccia? Perche qualcuno ha cercato di bloccare questa minuscola grotta se e cosi evidentemente non pericolosa? Il corpo di Kenny Veach non e mai stato ritrovato da quando e scomparso nel 2014. La storia e stata esaminata e indagata piu e piu volte, e finora non e stata raggiunta alcuna conclusione, dietro a una miriade di ipotesi che abbiamo cercato anche noi di proporvi per la prima volta, al meglio delle nostre possibilità.
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Lee Paqui
Più impariamo sugli UFO, meno capiamo.
L’IPOTESI INTERDIMENSIONALE
Indipendentemente dal fatto che si creda o meno alla legittimità di Grusch – che, a onor del vero, ha assunto un avvocato e si è rifugiato dietro le leggi di protezione degli informatori – tutto ciò da lui stesso dichiarato è apparentemente vero. Durante l’intervista, si è preoccupato di ripetere le cose a cui vuole che prestiamo attenzione. All’inizio dell’intervista, ci rivela di non voler individuare un luogo specifico di origine degli UFO, affermando invece che “... forse provengono da una dimensione fisica diversa, come descritto nella meccanica quantistica. Sappiamo che ci sono dimensioni extra...”, e, “...molto probabilmente ci sono dimensioni fisiche spaziali aggiuntive. Si può anche immaginare uno spazio a 4 e 5 dimensioni in cui ciò che sperimentiamo come tempo lineare, finisce per essere una dimensione fisica in uno spazio dimensionale superiore (...) potrebbe essere che questo non sia necessariamente extraterrestre, e [sia] in realtà proveniente da uno spazio fisico dimensionale superiore che potrebbe essere collocato, sapete, proprio qui”. Nel dicembre 2020, l’ex direttore della CIA John Brennan ha affermato qualcosa di simile in una dichiarazione secondo cui alcuni UFO potrebbero essere “un qualche tipo di fenomeno che è il risultato di qualcosa che ancora non comprendiamo e che potrebbe coinvolgere un qualche tipo di attività che alcuni potrebbero affermare possa costituire una forma di vita diversa”. Brennan intendeva una “forma di vita diversa” da qualche parte sulla Terra, o da qualche luogo un po’ più eterico? Anche il noto prof. Joseph Allen Hynek (Project Blue Book, ndr) era di questa opinione, e nel 1975 affermò: “Potrebbe esserci [un altro] universo con regole quantistiche o tassi di vibrazione diversi. Il nostro continuum spazio- temporale potrebbe essere una sezione trasversale di un universo con molte più dimensioni... Pensiamo sempre a un altro universo [come] a un altro posto. Forse è proprio qui”. Qualche anno prima, l’altrettanto noto ricercatore ufologico Jacques Vallee aveva già suggerito che le intelligenze ET fossero un fenomeno antico, che viveva in una realtà alternativa coesistente con la nostra.
L’ASSOCIAZIONE DI RICERCA DELLE SCIENZE DI CONFINE
L’idea che gli UFO provengano da un’altra dimensione, non è certo nuova. Negli anni Cinquanta, mentre il celebre contattista George Adamski salutava i nostri fratelli dello spazio tridimensionale nel deserto della California, un gruppo di ricercatori poco distante lavorava a un’altra ipotesi. Meade Layne, 1882/1961, è stato un accademico americano e uno dei primi ricercatori di ufologia e parapsicologia, noto soprattutto per aver proposto una prima versione dell’ipotesi interdimensionale per spiegare gli avvistamenti di dischi volanti, ndr) iniziò le sue ricerche in ambito esoterico nel 1931, per poi fondare la “Borderland Sciences Research Association” (BSRA) allo scopo di ricercare in modo più formale le “scienze di confine”, ovvero quell’area di studio che, al giorno d’oggi, si inserisce perfettamente nella moderna fisica quantistica. Gli interessi di Layne (in foto) si trasformarono nella ricerca psichica vera e propria dal 1945, quando incontrò Mark Probert (1907/1969) un medium in trance che era in contatto con circa 15 persone decedute – tra cui Lao Tzu e Thomas Jefferson – e che forniva informazioni canalizzate sulla natura dei dischi volanti. Nel 1947 fu riferito che un pilota aveva avvistato una formazione di UFO vicino al monte Rainier: si trattava del fondamentale episodio capitato ovviamente a Kenneth Arnold, il quale vide nove velivoli a forma di mezzaluna, dando come noto il via alla moderna ondata di interesse per gli UFO. Questo non fu una sorpresa per Layne, poiché già nel 1946, Probert aveva iniziato a trasmettere informazioni sulla natura degli UFO, definiti “Aeroformi” o “Emergenti”. Le informazioni affermavano che “i dischi volanti e i loro abitanti [provengono] da un altro piano di esistenza, più denso, e hanno raggiunto il nostro mondo solo modificando le loro vibrazioni. Non si trattava di mezzi provenienti dallo spazio esterno, né di illusioni, ma della compenetrazione dei piani di esistenza”. Gli UFO eterici di Layne erano definiti come segue: “Gli Aeroformi sono per lo più emergenti. Cioè, emergono nel nostro piano di percezione da un quadro di riferimento diverso dal nostro. Questo processo può anche essere descritto come una conversione di energia e un cambiamento del tasso vibratorio. Quando questo cambiamento avviene, il disco volante diventa visibile e tangibile. ... Si tratta di un processo di materializzazione e smaterializzazione. Così come esiste uno spettro di suoni e colori, esiste anche uno spettro di tangibilità [e] i dischi escono da mondi di sostanza centomila volte più densa della materia che percepiamo con i nostri sensi”. È stato anche chiarito che, sebbene esistano effettivamente velivoli come quelli incontrati da Adamski, “la maggior parte degli UFO sono di natura eterica e non appartengono alla [nostra] dimensione”. Gli esseri umani occupano presumibilmente tre dimensioni, o quello che definiamo “spazio 3D”. Tuttavia, poiché il tempo è considerato una dimensione a sé stante, tecnicamente siamo esseri a 4 dimensioni, anche se chi può dire che non esistano intelligenze che vivono un’esistenza a 3 dimensioni senza la complicazione del tempo a 4 dimensioni? Secondo la Teoria delle Stringhe, potrebbero esserci 10, 12 o addirittura 20 dimensioni extra in concomitanza con il nostro piano di esistenza, e potrebbero esserci intelligenze che occupano uno spazio a 7-D, 8-D o addirittura 20-D. Il fattore complicante è che tutte queste dimensioni sono annidate tra loro: la nostra esistenza comprende spazi 1-D, 2- D e 3-D, il che significa che un mondo 5-D comprende anche spazi 1, 2, 3 e 4-D, il che potrebbe rendere le dimensioni superiori intrinsecamente instabili. Nella sua intervista, David Grusch ha nominato specificamente la 5-

MISTERIOSI METALLI
Nel suo articolo “Mat e Demat: Aspetti eterici degli UFO”, Layne esplora più a fondo la sostanza degli UFO, sostenendo che: “Quando avviene la conversione energetica, l’aeroforma diventa visibile e tangibile. Sembra essere – e sicuramente è – ciò che definiamo sostanza solida, e così rimane fino a quando il tasso vibratorio non viene nuovamente convertito. Il cosiddetto ‘acciaio’ di un disco atterrato, è un acciaio eterico e il suo rame è rame eterico, poiché i prototipi di tutti i nostri metalli esistono nella materia eterica; tuttavia, l’analisi chimica ha mostrato alcune radicali differenze”. Questo fa presagire l’affermazione di Grusch su: “... un metallo estremamente strano, pesante, atomico... disposizioni che non capiamo, sapete, quali siano le proprietà emergenti, ma c’è solo una miscela molto strana di elementi”. Questo suona molto come qualcuno che cerca di descrivere un metallo che non è del tutto simile al nostro: abbastanza simile da sembrare familiare, ma abbastanza diverso da sembrare del tutto extraterrestre. È così che il metallo eterico si tradurrebbe in termini umani una volta emerso nel nostro spazio 3D? (non è di certo passato inosservato il fatto che Grusch abbia usato le parole “proprietà emergenti”, che possono essere o meno un cenno alla teoria di Meade Layne sulle stesse “proprietà emergenti”...). La Scientific Coalition for UAP Studies (SCU) ha prodotto un lungo rapporto sulle osservazioni del famigerato UFO “Tic-Tac” – quando nel 2004 la Marina Militare degli Stati Uniti si è imbattuta in un UFO noto con quella forma di mentina al largo delle coste della California – e nel suo documento ha fatto una serie di osservazioni. Per esempio: le caratteristiche dell’UFO “Tic Tac” “mettono in dubbio l’esistenza dell’oggetto come massa fisica”. Il fatto che i “Tic- Tac” possedessero un qualche tipo di massa, è corroborato dalla sua apparizione sul radar, insieme al fatto che i piloti si sono impegnati visivamente con l’oggetto. Tuttavia, la SCU ritiene che l’oggetto non avesse contemporaneamente una massa, come dimostrano l’estrema accelerazione dell’oggetto, i cambi di direzione istantanei osservati e l’apparente mancanza di interazione atmosferica durante l’accelerazione. Se così fosse, ciò confermerebbe l’affermazione di David Grusch, secondo cui almeno alcuni di questi oggetti potrebbero essere interdimensionali, oltre a confermare le informazioni canalizzate da Meade Layne secondo cui gli UFO sono “emergenti” nel nostro regno, in grado di alterare il loro tasso vibrazionale in modo che i loro scafi eterici siano in grado di attraversare l’acqua e la terra solida con la stessa facilità con cui un jumbo jet attraversa l’aria. Il video “Tic-Tac” viene menzionato a circa 20 minuti dall’intervista di Grusch. Egli afferma soltanto che si tratta di un video “assolutamente anomalo. Veicolo tecnico, fisico, ed è assolutamente qualcosa che non è di nostra realizzazione”. La classificazione di Grusch del “Tic-Tac” come veicolo fisico, e non come veicolo non fisico, è eloquente, visto che si è tanto preoccupato di metterci in guardia dalla possibilità di velivoli interdimensionali. È chiaro che esistono due tipi di UFO che affliggono il nostro pianeta, quelli corporei e quelli incorporei, ed è una distinzione che Grusch è attento a fare. Ma ciò che Grusch - e tutti gli altri - ignorano dell’evento “Tic-Tac”, è che un altro oggetto è stato rintracciato sotto il “Tic-Tac” con il sonar, muovendosi sotto la superficie dell’oceano alla velocità impossibile di 500 nodi (950 km/h). Il record di velocità sottomarina di uno scafo artificiale, è detenuto da un sottomarino russo (nel 1969!) ed è di soli 44,7 nodi (circa 83 km/h). La Marina statunitense sta attualmente sviluppando un sommergibile in grado di viaggiare a 100 nodi (185 km/h). Solo i siluri sono in grado di viaggiare più velocemente sott’acqua, a circa 200 nodi (370 km/h). Se questo è il caso, cosa potrebbe mai viaggiare a 500 nodi sotto l’oceano?
OGGETTI SOMMERGIBILI NON IDENTIFICATI (USO)
Gli oggetti non identificati che volano sopra e sotto gli oceani, non sono una novità e sono stati segnalati fin da quando l’uomo ha solcato i mari. Nel 1950 fu segnalato qualcosa di simile a un “Tic-Tac” nell’Atlantico settentrionale, quando l’equipaggio di una nave fu testimone di un UFO che viaggiava sopra l’oceano a un’altitudine di 15-30 metri. Il capitano lo descrisse come un “oggetto di forma ovale e cilindrica”, lungo circa tre metri. L’oggetto era silenzioso mentre passava vicino alla nave ed è stato descritto come se avesse un “movimento rotatorio”. Un membro dell’equipaggio ha aggiunto che “aveva una forma ellittica e potevo vedere chiaramente che aveva tre dimensioni. Oscillava nell’aria, non faceva rumore ed era di colore bianco metallico”. Le cose veramente interessanti, tuttavia, sono quelle che accadono sott’acqua. Durante la spedizione del Kon Tiki nel 1947, quando Thor Heyerdahl e il suo equipaggio attraversarono il Pacifico dal Perù alla Polinesia su una zattera, furono osservate due inspiegabili anomalie sottomarine. La prima fu descritta come segue: “Verso le ore 2 di una notte nuvolosa, durante la quale l’uomo al timone aveva difficoltà a distinguere l’acqua nera dal cielo nero, scorse una debole illuminazione giù nell’acqua che lentamente prese la forma di un grosso animale. ... A volte era tondeggiante, a volte ovale o triangolare, e all’improvviso si divideva in due parti che nuotavano avanti e indietro sotto la zattera indipendentemente l’una dall’altra. Alla fine vi erano tre di questi grandi fantasmi lucenti che si aggiravano in cerchi lenti sotto di noi. Erano veri e propri mostri, perché le sole parti visibili erano lunghe circa cinque braccia”. Heyerdahl tentò di spiegare questo incontro come una sorta di enorme creatura marina fosforescente, ma una luce incandescente lunga cinque braccia (tra i 16 e i 17 metri), che si illuminava da sola, cambiando forma da un cerchio a un triangolo e che era in grado di dividersi in due e tre parti; con ogni probabilità non poteva trattarsi di una creatura marina. Più tardi, durante il viaggio, Heyerdahl ebbe un altro misterioso incontro notturno, e questa volta non tentò nemmeno di dare una spiegazione: “In una sola occasione vedemmo il mare ribollire e gorgogliare mentre qualcosa di simile a una grande ruota si alzava, ruotando nell’aria, mentre alcuni dei nostri delfini cercavano di fuggire lanciandosi disperatamente nello spazio”. Un gruppo di queste stesse “ruote” era stato segnalato sessant’anni prima, nel 1880, nel Golfo Persico, quando l’equipaggio di un piroscafo si imbatté in “un’enorme ruota luminosa che girava vorticosamente, i cui raggi sembravano sfiorare la nave”. Si stima che le ruote giganti avessero un diametro compreso tra i 460 e i 550 metri. Trent’anni dopo, nel 1909, nello Stretto di Malacca, il capitano di un piroscafo riferì di un’altra “vasta ruota girevole, brillantemente illuminata, parzialmente sommersa sotto l’acqua, con lunghi bracci che uscivano dal centro e attorno ai quali l’intero sistema sembrava ruotare”. Un anno più tardi, nel 1910, nel Mar Cinese Meridionale, il capitano di un altro piroscafo riferì di una “ruota orizzontale” che girava rapidamente sopra l’acqua. Al fenomeno assistette l’intero equipaggio di guardia. Nel 1990, un’altra misteriosa ruota luminosa fu segnalata a Sebastopoli, quando gli scienziati marini nel Mar Nero osservarono un oggetto che assomigliava a una ruota, grande come un edificio di dieci piani, che si ergeva verticalmente sott’acqua. “La ruota rimaneva immobile per un po’, poi si spostava in posizione orizzontale, ruotava e ripartiva”. Gli USO, ciononostante, non hanno sempre la forma di una ruota: nel 1945, una nave di ritorno dall’Alaska fu testimone di un grande oggetto rotondo di circa 45- 75 metri di diametro che emergeva dal mare. L’oggetto salì in cielo fino a raggiungere un volo livellato, per poi virare girando attorno alla nave, muovendosi in modo fluido e senza rumore prima di scomparire in lontananza. E ancora, nel 1962, la nave da guerra australiana HMAS Voyager inseguì un grande oggetto sottomarino appena fuori Jervis Bay. Il blip del sonar registrò un oggetto lungo 100 metri e in accelerazione. Durante l’inseguimento, la Voyager raggiunse una velocità in superficie di 38-40 nodi (70-75 km/h), pur non riuscendo a tenere il passo dell’oggetto sottomarino, che alla fine si allontanò a una velocità che gli “operatori sonar stimarono nell’ordine delle centinaia di nodi”.
Come gia affrontato nel precedente articolo in cui si trattava l’argomento UAP come tutt’altro che una novita, poiche questi oggetti sono stati segnalati fin da quando l’uomo ha solcato i mari, qualunque sia la tecnologia utilizzata dagli USO per penetrare nei corpi idrici, e evidente che la struttura molecolare dell’acqua, del ghiaccio e persino del terreno solido non costituisce un ostacolo al loro passaggio. Questo esempio, tratto dal Mare di Laptev nel 1978, e particolarmente interessante: “... il capitano e la maggior parte dell’equipaggio a bordo di un cacciatorpediniere sovietico, videro un oggetto a forma di cupola a un’altitudine di trenta metri. Brillava di un colore giallo sfavillante e appariva come semitrasparente. Mentre l’oggetto era in vista, il sistema di percorso della nave ha smesso di funzionare. Dopo un po’, l’UFO è sceso lentamente verso la superficie del mare, planando a grande velocità, il tutto senza disturbare la superficie dell’acqua”. Se questo indichi che un UFO e in grado di alterare la struttura molecolare dell’acqua, tanto da comportarsi in modi mai osservati in precedenza, o se la struttura molecolare dell’UFO stesso non sia cosi solida come sembra, il tutto e ancora aperto a congetture. Resta il fatto che oltre la meta degli UFO segnalati sono stati osservati mentre emergevano, entravano o si muovevano sotto gli oceani, i mari e i laghi; eppure questi UFO vengono a malapena menzionati nella maggior parte dei rapporti sull’argomento degli Oggetti Non Identificati. E quasi come se venissero ignorati di proposito, forse per distogliere l’attenzione da quella che potrebbe essere la vera origine degli UFO o, per lo meno, il loro miglior nascondiglio. Chi o cosa c’e dietro gli UFO?
L’IPOTESI “EXTRATERRESTRIALE”
Gli esseri extraterrestri potrebbero aver stabilito basi sotto i nostri oceani per il semplice fatto che le profondita oceaniche sono inaccessibili all’uomo. E un fatto incredibile che gli oceani rappresentino il 70% della superficie del nostro pianeta, eppure oltre l’80 del loro contenuto e sconosciuto. Cio significa che la stragrande maggioranza del nostro pianeta non e solo inesplorata, ma anche non osservata. Cio che sappiamo, e che gli oceani contengono il piu grande elemento geologico del nostro pianeta, un sistema di fratture medio-oceaniche lungo 64.000 chilometri e profondo 11.000 metri, e montagne piu alte dell’Everest. Le parti piu profonde dei nostri oceani, sono completamente inaccessibili agli occhi umani, con visibilita nulla e pressioni mille volte superiori a quelle della terraferma. Il fondo dei mari sarebbe un luogo perfetto per una civilta extraterrestre che abbia intenzione fisicamente di stabilire una propria base, dato che l’uomo non potrebbe mai scoprirli, ed e chiaro che le loro imbarcazioni non hanno difficolta a passare dalle profondita alle secche in un istante. Anzi, si muovono con disinvoltura attraverso i mezzi di comunicazione, dall’acqua all’aria, allo spazio e oltre.
INTELLIGENZA DAGLI ABISSI?
E possibile che le profondita inesplorate dei nostri oceani ospitino una razza acquatica sconosciuta endemica del nostro pianeta? Se si aderisce all’Evoluzione e alla convinzione che tutta la vita sia iniziata nelle profondita acquatiche, non e difficile immaginare che, mentre noi strisciavamo fuori dalla melma e ci crescevano le zampe pelose, un altro ramo del nostro stato originario, simile a una salamandra, abbia optato per rimanere nel confortevole abbraccio dell’oceano, dove si e evoluto al nostro stesso ritmo e nello stesso lungo arco di tempo. Data la vasta gamma di oggetti sottomarini misteriosi, sembrerebbe che dobbiamo almeno considerare questa possibilita, dal momento che non possiamo piu negare che “qualcosa” sia la sotto. Questo misterioso “qualcosa” sembra esistere da sempre, se non da piu tempo, e si e nascosto proprio nel luogo in cui non potremo mai sperare di andare. La risibile realta nel suo insieme, e che abbiamo piu speranze di trovare vita intelligente su Marte che di trovarla sul fondo dei nostri oceani, per il semplice fatto che e relativamente facile arrivare su Marte, mentre e quasi impossibile raggiungere le parti piu profonde dei nostri mari!
BASI SOTTOMARINE?
L’incontro con l’oggetto a forma di “Tic-Tac” avvenuto al largo della costa californiana in una zona rinomata per gli avvistamenti di UFO e USO, e nell’area a sud dell’isola di Catalina, nota per un’anomalia magnetica legata a tre misteriosi crateri sotto il mare. Inoltre, ricordiamo che nel 2014 fu avvistata su Google Earth un’insolita formazione “geologica” al largo della costa di Malibu. La struttura si trova a 600 metri sotto la superficie dell’oceano e si stima che sia alta 188 metri e larga circa 4.500 metri. Ha una forma ovale con un tetto piatto e “pilastri di sostegno” e l’ingresso e largo circa 830 metri. E stato ipotizzato che questa struttura sia una base USO o una base militare in qualche modo collegata alla base navale di China Lake nel deserto del Mojave. Vale la pena di notare che la costa della California e piena di basi militari, cinque delle quali si trovano nelle vicinanze di questa anomalia sottomarina. Tre anni prima, dall’altra parte del mondo, fu scoperta un’altra anomalia sottomarina: il “Millennium Falcon” del Mar Baltico. Venuto alla ribalta nel 2011 da un gruppo di esplorazione in profondita chiamato “Ocean X”, il misterioso oggetto si trova appena al largo della costa svedese, appena a 75 metri di profondita sul fondo dell’oceano. Nel loro rapporto, gli scopritori hanno descritto “caratteristiche decisamente artificiali”, tra cui quella che sembra una scala e un “buco circolare circondato da una cornice quadrata”. I geologi preferiscono vedere questo oggetto come un masso depositato dalla glaciazione, anche se, data la sua morfologia insolita e il fatto che gli scopritori segnalarono guasti alle apparecchiature elettriche e alle comunicazioni quando si avvicinarono a 200 metri dall’oggetto, questo non sembra probabile. Queste misteriose anomalie sono scoperte piuttosto recenti e illustrano perfettamente la possibilita reale di strutture artificiali situate sotto i nostri oceani e mari, letteralmente sotto il nostro naso.
OBIETTIVI NEFASTI?
Considerando che la ricerca sugli UFO e in corso da decenni e che tutto cio che ha rivelato l’anno scorso il whistleblower David Grusch e gia stato detto in precedenza, la domanda che ci poniamo e la seguente: perche la gente presta attenzione ora? E stato suggerito che Grusch sia una messinscena che rivela verita, mezze verita o vere e proprie bugie nel tentativo di far credere al mondo che gli Stati Uniti sono in possesso di una tecnologia superiore ottenuta da fonti extramondo. A sostegno di questa idea, il colonnello dell’esercito in pensione Karl Nell ha affermato che “(quanto dichiarato da Grusch) sull’esistenza di una corsa agli armamenti terrestri che si è verificata in modo sub-rosa negli ultimi ottant’anni e incentrata su tecnologie di reverse engineering di origine sconosciuta, è fondamentalmente corretta”. Il fatto e che questa storia di whistleblower - rispetto alle centinaia di storie di rivelatori che l’hanno preceduta - sia quella che ha conquistato le prime pagine dei giornali e una copertura globale, suggerisce che ha il sostegno degli stessi potenti magnati dei Media che hanno unto la Pandemia e ce l’hanno fatta scivolare in gola. Ora che abbiamo una “minaccia” UFO percepita, gli Stati Uniti sono in grado di nascondersi dietro di essa per aumentare la loro sorveglianza dei cieli del mondo, dal suolo fino ai satelliti nello spazio vicino. Il NORAD ha migliorato la sua capacita di tracciare gli UFO ad alta velocita e si e sforzato di riadattare le calibrazioni dei radar per seguire meglio gli oggetti piu lenti in quota. L’ondata di decessi di palloni aerostatici ad alta quota a cui abbiamo assistito a inizio dell’anno scorso, potrebbe essere una risposta a questa maggiore sorveglianza, e gli occupanti di UFO dovrebbero essere decisamente allarmati dalla mentalita dell’aeronautica militare statunitense di “sparare prima e fare domande dopo”. Altri suggeriscono che le rivelazioni di Grusch potrebbero essere alla base del prossimo evento “false flag”, preparando un pianeta stanco del mondo a un’imminente invasione aliena. Ovvero una guerra intergalattica che sara combattuta interamente nelle nostre teste, grazie alla manipolazione dei Media e al Progetto Blue Beam, che presto si scatenera, pronto a proiettare ologrammi di UFO da battaglia su una grande citta, magari nelle vostre vicinanze. Il ricercatore Steven Greer e certo che il mondo si stia preparando ad un “falsa UFO psyop” basata su “false informazioni deliberatamente costruite” e che non dovremo aspettare ancora a lungo. La cosiddetta “invasione aliena” verrebbe pertanto realizzata utilizzando UFO costruiti dall’uomo che appaiono cosi avanzati da far credere al mondo che questo “attacco” provenga dallo spazio. Greer ritiene che l’evento UFO false-flag sia in corso da qualche anno a questa parte e si stia preparando per essere messo in atto da un giorno all’altro. Le dichiarazioni di Grusch, secondo cui gli ET stanno uccidendo gli esseri umani, potrebbero far parte di questo piano piu grande, instillando la paura necessaria affinche gli esseri umani siano sufficientemente presi dal panico alla vista di un UFO. Greer ritiene che l’aumento delle informazioni sugli UFO attraverso i Media faccia parte di un piano di “lenta inculturazione” volto a preparare il mondo all’assalto di questi terrificanti “eventi alieni”. Anche Meade Layne aveva previsto l’uso del fenomeno UFO come arma contro l’uomo, affermando nel 1950 che “... esiste un certo pericolo di panico. Se questi velivoli in visita vengono attribuiti a qualche governo straniero e ostile, potrebbero svilupparsi ostilità e paura; e se si crede che provengano da qualche altro pianeta del nostro sistema solare, si dovrà fare i conti con una paura irragionevole e superstiziosa, forse con un notevole grado di disintegrazione sociale”. In un mondo in cui l’informazione viene usata come arma guerrafondaia in modi sempre piu astuti, come possiamo fidarci di cio che vediamo? La verita si contende la supremazia contro la disinformazione e controinformazione, e questi termini sono essi stessi controinformazione e disinformazione, come spade verbali progettate per tagliare la verita in segmenti facilmente eliminabili.
UN VUOTO DI INFORMAZIONI
Non molto tempo dopo che Grusch ha spettacolarmente vuotato il sacco, il dottor Sean Kirkpatrick (a cui aggiungiamo news pubblicata su questo numero, ndr), ex direttore dell’Ufficio per la risoluzione delle anomalie su tutto il dominio (AARO) del Pentagono, ha dichiarato che l’associazione non aveva trovato fino ad allora “alcuna prova credibile di attività extraterrestre, di tecnologia fuori dal mondo o di oggetti che sfidano le leggi della fisica conosciute”. Per contrastare le affermazioni di Grusch sui velivoli abbattuti, Kirkpatrick aveva inoltre dichiarato che l’AARO non era responsabile di “alcuna informazione verificabile a sostegno delle affermazioni secondo cui i programmi relativi al possesso o all’ingegneria inversa di materiali extraterrestri sono esistiti in passato o esistono attualmente”, confutando cosi le affermazioni di Grusch sui velivoli ET abbattuti, aumentando la confusione e, nel contempo, mantenendo la segretezza ufficiale. Prima di pensare che l’AARO abbia l’ultima parola sul fenomeno UAP, e importante capire che l’AARO opera sotto l’autorita del “Titolo 10”, mentre la comunita dell’Intelligence statunitense opera sotto l’autorita del “Titolo 50”. Cosa significa? Che l’AARO non e in grado di costringere le autorita superiori a rivelare informazioni relative agli UAP e, in definitiva, “non è un organo investigativo serio”. Inoltre, l’AARO “sta affrontando una carenza di fondi che ostacolerà la sua capacità di adempiere alla sua missione”, attraverso uno stato di cose allarmante che ha visto sedici senatori firmare una richiesta di aumento dei fondi al vice segretario alla Difesa. Dovremmo forse essere piu comprensivi nei confronti dei deludenti risultati di Kirkpatrick, dato che l’AARO lavora in un vuoto di informazioni e con risorse limitate. Se questa situazione continua, non c’e speranza che l’AARO produca mai risultati significativi riguardo alla questione “UAP”, lasciandoci con personaggi come Grusch e i suoi colleghi informatori, come unica fonte di informazioni, qualunque sia il valore di tali informazioni stesse.
IL GIOCO INFINITO
Invece di ricordarvi di guardare il cielo, vi chiedero di guardare la televisione. Le confessioni di Grusch hanno aperto una caterva di confessioni successive e gli informatori stanno spuntando come funghi a destra e a sinistra. Finora, pero, nessuno di loro ha offerto prove tangibili. Tutto cio che hanno a sostegno sono le loro parole e l’approvazione a bocca aperta dei Media ingenui, o complici. Ma le prove, quando arriveranno, dovranno essere attentamente vagliate. Nell’attuale era dell’IA e la manipolazione dell’informazione, come potremo credere a tutto cio che ci passa davanti agli occhi? Ed e una coincidenza che le “prove” abbiano aspettato 70 anni per essere rilasciate, casualmente nello stesso periodo in cui questa tecnologia e disponibile e quando l’umanita non e mai stata cosi insicura della realta nella sua lunghissima vita? Se pensavate che il gioco avesse raggiunto il suo apice, non avete ancora visto nulla!
2024: UN PENTAGONO “SCOORDINATO” E SENZA UNA STRATEGIA PER IDENTIFICARE GLI UFO
A conferma dell’interessante articolo di Lee Paqui, approfittiamo di aggiungere questo articolo pubblicato da FOX News due mesi fa (26 gennaio) a firma di Lawrence Richard, dove appuriamo che l’ispettore generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha pubblicato, a inizio 2024, un rapporto non classificato che riassume la sua valutazione delle politiche del dipartimento riguardo agli UFO – ufficialmente indicati come fenomeni anomali non identificati, o UAP. “Negli ultimi decenni, il Dipartimento della Difesa ha avviato rari e inconcludenti sforzi per identificare e comprendere l’origine, le capacità e le intenzioni dei fenomeni aerei non identificati (UAP)”, afferma il rapporto dell’ispettore generale. “Abbiamo stabilito che il Dipartimento della Difesa non ha una politica globale in materia di UAP e, di conseguenza, non ha garanzie che le minacce alla sicurezza nazionale e alla sicurezza del volo per gli Stati Uniti derivanti dall’UAP siano state identificate e mitigate”. Si e scoperto cosi che il Dipartimento della Difesa non ha un “approccio coordinato” e si affida principalmente ai vari comandi militari unici per indagare, comprendere e identificare le navi. Il “watchdog” (termine con il quale possiamo intendere un’autorita (o authority), o comitato di controllo: “government watchdog”, alias comitato (interministeriale) di controllo, ndr) ha scoperto che il Pentagono “non ha utilizzato un approccio coordinato per rilevare, segnalare, raccogliere, analizzare e identificare gli UAP” ed esclude in gran parte “il ruolo dei comandi geografici combattenti”, ovvero che il Dipartimento della Difesa non ha pubblicato un piano completo di risposta agli UAP che identifichi ruoli, responsabilita, requisiti e procedure di coordinamento per rilevare, segnalare, raccogliere, analizzare e identificare gli incidenti UAP. Di conseguenza, la risposta del Dipartimento agli incidenti UAP e scoordinata e concentrata all’interno di ciascun dipartimento militare”, rileva il rapporto. “I piloti militari hanno storicamente segnalato molti degli avvistamenti di UAP segnalati. Inoltre, l’Aeronautica Militare e la Marina sono state in prima linea nello sviluppo di politiche, procedure e meccanismi per segnalare UAP. In effetti, il Dipartimento della Difesa ha fatto molto affidamento sui Servizi e sui Componenti per rilevare, segnalare, raccogliere, analizzare e identificare l’UAP sin dagli anni ‘40.” Questo rapporto ha inoltre rilevato che gli sforzi del dipartimento per identificare e comprendere gli UAP sono stati “irregolari a causa della concorrenza tra priorità, mancanza di progressi sostanziali e risultati inconcludenti”. L’ispettore generale ha raccomandato una linea d’azione che il Dipartimento della Difesa potrebbe intraprendere per unificare gli sforzi dei suoi vari rami, che include l’adozione da parte degli alti funzionari del dipartimento di una politica “per integrare ruoli, responsabilità, requisiti e procedure di coordinamento dei fenomeni anomali non identificati nell’intelligence esistente, controspionaggio e politiche e procedure di protezione della forza”. Secondo l’ispettore generale, la politica dovrebbe includere “metodi per affrontare fenomeni anomali non identificati e dovrebbe allinearsi con le politiche e le procedure per la protezione delle libertà civili delle persone negli Stati Uniti”. La revisione, lo ricordiamo e stata condotta da maggio 2021 a giugno 2023.
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Pino Morelli
Esperti scienziati americani ammettono che i plasmi si comportano come organismi viventi, e sostengono che gli UFO ante-litteram della Seconda Guerra Mondiale possano oggi essere spiegati in maniera più ortodossa. Eppure, c’è chi non esclude si tratti di “intelligenze cellulari”.
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Spesso respingevano le testimonianze dell’equipaggio e invece chiedevano loro se avessero bevuto. Se venivano archiviati rapporti ufficiali, seguivano commenti volgari e prese in giro da parte dei colleghi, almeno fino a quando anche loro non videro qualcosa di strano e inquietante. Pertanto, e bene ricordare che i rapporti di Foo Fighters esistenti, sono solo una frazione di un numero molto piu ampio di avvistamenti.
LE “MICROWAVE OVEN PLASMA BALLS”
Un recente articolo suggerisce che la storia dei Foo Fighter appartenga in realta a fenomeni di plasmi, o gas ionizzati, che sono attratti dalla carica elettrica di aerei, veicoli spaziali e satelliti. Esperti delle universita della California, dell’Arizona e dell’Harvard-Smithsonian sostengono che le strane proprieta dei plasmi fanno apparire questo tipo di comportamento come se si trattasse di organismi, anche se non “vivi”. Prima di entrare nel merito di questo articolo, prontamente ripubblicato il mese scorso dall’anglosassone Telegraph a firma di Sarah Knapton (Science Editor) e, di rimbalzo, anche da altre testate, possiamo ricordare gia una precedente pubblicazione datata aprile 2020, a firma di Chris Allen e messa online sempre dal sito dell’Harvard-Smithsonian, nella quale leggiamo come venga data una spiegazione per due fenomeni peculiari: i Foo Fighters e le “microwave oven plasma balls”. Si propone che entrambi derivino dall’interazione dell’energia delle microonde con aree di gas caldo, parzialmente ionizzato. Nel primo caso, si ipotizza che il radar dell’aereo abbia emanato i suoi gas di scarico caldi producendo cosi un oggetto luminoso che sembrava seguirlo. Viene esaminata la fisica di queste situazioni e si tenta di delineare le temperature e le intensita di campo necessarie affinche tali processi siano attuabili. Per fare questo, utilizziamo un interessante metodo iterativo per la soluzione delle opportune equazioni alle derivate parziali. Si ritiene che entrambi i processi abbiano un buon senso fisico, sebbene le intensita di campo richieste siano verso il limite superiore di cio che sarebbe considerato ragionevole. Ci sembra evidente che il Telegraph abbia proposto lo stesso articolo, rendendolo al pubblico come una novita (che novita non e, essendo stata gia pubblicata, in realta quasi in sordina, in pieni mesi di dichiarata pandemia) ma che comunque desideriamo approfondire essendo ancora non del tutto conosciuta.
“UFO” E “PLASMI” NELLO SPAZIO
Questi scienziati sostengono che i plasmi oggetto di discussione possano crescere di dimensioni e replicarsi, entrare in contatto tra loro e, diciamo, “nutrirsi” della radiazione elettromagnetica di satelliti e veicoli spaziali. L’articolo spiega come quelle enormi masse luminose larghe fino a un miglio che si comportano in modo simile a sciami di organismi viventi, sono state filmate da ben 10 missioni dello Space Shuttle della Nasa, mentre gli astronauti hanno segnalato strani fenomeni a partire dagli anni Sessanta. La memoria ci riporta a certi illustri avvistamenti denunciati da alcuni astronauti, fra cui Ed White e James McDivitt i quali, nel giugno 1965, sostennero di aver ammirato un enorme “oggetto metallico” avvicinarsi all’orbiter Gemini 4; James Lovell riporto invece un “Bogey alle 10 in punto” in una missione avvenuta sei mesi dopo. Assieme ai suoi compagni di equipaggio, Buzz Aldrin annuncio poi di avere avvistato uno strano oggetto a forma di L che era “molto grande e si avvicinava” durante lo sbarco sulla Luna dell’Apollo 11, anche se in seguito decise di ritrattare quella dichiarazione, sostenendo che si trattasse di un pannello booster... Uno storico e impressionante filmato realizzato il 15 settembre 1991 dallo Shuttle Discovery, mostra con lo sfondo del nostro pianeta un punto luminoso che, se non fosse per il suo movimento intelligente, non lo avremmo classificato come UFO. L’oggetto del filmato si muoveva velocemente da destra verso l’alto, quando improvvisamente si scorge un flash luminoso con scia, visibilmente sparato in direzione dell’oggetto che, a questo punto, cambia immediatamente direzione per non essere colpito, in un modo che alcun mezzo terrestre spaziale poteva compiere, poiche anticipava quel flash che in molti hanno sospettato appartenere a qualche tecnologia non appartenente ancora all’arsenale bellico convenzionale terrestre.
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Qualcuno ipotizzo trattarsi di armi al plasma. In un’altra occasione, ancora attraverso una documentazione filmata appartenente ad una ripresa spaziale ottenuta sempre dalla NASA e sempre con lo sfondo del nostro pianeta, si osserva un oggetto simile ad una specie di cellula fluttuante che si muove liberamente. Per l’occasione, dagli esperti fu definito “plasmoide”, come alcuni ricorderanno, ed il footage fu proposto in visione anche in una delle puntate della celebre trasmissione “Misteri” (condotta da Lorenza Foschini) dedicata agli UFO, andata in onda il 13 novembre 1994, attualmente disponibile in visione su RAI Play.
FOO FIGHTERS VS. PLASMI
Per un certo tipo di ricerca ufologica alternativa, sono decenni che si discute sulla possibilita che alcune razze, o intelligenze extraterrestri, possano viaggiare attraverso questi mezzi avanzatissimi a carattere “cellulare”. E certamente una delle tante ipotesi, esotiche e affascinanti quanto vogliamo, ma pur sempre veicolo di una plausibile alternativa a quelle numerose manifestazioni apparentemente descritte dalla Scienza come “naturali”, di cui pero gli stessi studiosi faticano a trovarne una giusta collocazione, attribuendone quindi un “nonsense”. Perche allora escludere a priori la possibilita di un contatto con sofisticate razze biologicamente differenti dalla nostra? Il team di scienziati responsabile della recente scoperta presentata in apertura di articolo, ritiene che i plasmi nella termosfera – ad un’altezza compresa tra 66 e 372 miglia – possano scendere nell’atmosfera inferiore e spiegare i rapporti dei piloti. Il coautore, Dr. Rudolph Schild del Centro di Astrofisica dell’Harvard-Smithsonian, sostiene in proposito: “Questi plasmi sono entità elettromagnetiche che hanno una varietà di forme e dimensioni. Si sono avvicinati ripetutamente ai veicoli spaziali e alle navette spaziali e sono attratti dall’attività elettromagnetica, compresi i temporali”. Schild osserva ancora: “Sono stati filmati dallo spazio, mentre scendono nella bassa atmosfera e sembrano essere attratti da aeroplani, aerei da combattimento, centrali nucleari e hotspot di radiazioni, come Hiroshima, che fu distrutta da una bomba atomica. Secondo sempre il parere dello scienziato di Harvard, sulla base di analisi video, fotografiche e computerizzate, compresi i rapporti di ufficiali militari e astronauti, gli scienziati ritengono che questi plasmi rappresentino almeno alcuni dei numerosi rapporti di UFO negli ultimi decenni, compresi i famigerati Foo Fighters osservati da piloti tedeschi, giapponesi e alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Questi oggetti dell’era ante UFO-dischi volanti, furono segnalati per la prima volta dal personale della Royal Air Force nel marzo 1942, e diversi piloti statunitensi videro luci splendenti sulla Germania durante il conflitto mondiale.
ANOMALIE DI ATTIVITÀ ELETTROMAGNETICA
Gli avvistamenti furono in gran parte liquidati come armi tedesche o affaticamento del volo, anche se alcuni all’epoca ipotizzarono che potessero trattarsi di un nuovo tipo di fenomeno meteorologico, come i “St.Helmo’s Fire, un effetto plasma che fa brillare le ali degli aerei. Identificato per la prima volta come fenomeno elettrico da Benjamin Franklin nel 1749, il “Fuoco di Sant’Elmo” e un plasma bianco-bluastro causato dal rilascio di elettroni in un forte campo elettrico (200 o piu volt per cm); gli elettroni hanno energia sufficiente per ionizzare gli atomi nell’aria e farli brillare. Il fenomeno appare vicino a oggetti appuntiti perche i campi elettrici generati da superfici cariche sono piu forti dove le curve sono piu nette. Prende il nome da Sant’Elmo, patrono dei naviganti, in quanto il fenomeno veniva spesso osservato dai marinai durante i temporali in mare. Il plasma rappresenta il quarto stato della materia distinto da solido, liquido e gassoso, ma le sue proprieta sono ancora da scoprire. E responsabile dei fulmini e di fenomeni come l’aurora boreale, quando il plasma del Sole interagisce con il campo magnetico terrestre. Entita simili al plasma sono state filmate mentre si riunivano a centinaia, in particolare attorno ai cavi satellitari che generano attivita elettromagnetica. Hanno numerose forme, viaggiano in direzioni diverse, alcuni si muovono rapidamente mentre altri restano fermi sul posto. Sembrano addirittura mirarsi o inseguirsi a vicenda e talvolta si scontrano, lasciando dietro di se quella che assomiglia a una scia di polvere di plasma. Il coautore di questo studio, il dottor Christopher Impey, del dipartimento di astronomia dell’Universita dell’Arizona, ha chiarito in proposito come tutto questo non significhi che questi plasmi siano vivi, o siano impegnati in comportamenti intelligenti e mirati. “Piuttosto, come documentato sperimentalmente, questi plasmi elettromagnetici atmosferici superiori potrebbero essere coinvolti in una sorta di cannibalismo energetico, e in comportamenti definiti ‘Collisionalità’ in cui girano, seguono, si scontrano, si intersecano e, possibilmente, scambiano energia”. Nell’agosto 2023, un gruppo di ricercatori statunitensi ha annunciato a mezzo stampa di aver sviluppato un nuovo e piu efficiente metodo per produrre in laboratorio un plasmoide luminoso: ovvero, una carica luminescente che emerge da una soluzione ionizzata. Il team della US Air Force Academy del Colorado ha fatto brillare per quasi mezzo secondo la “nuvola” di plasmoide. I risultati ottenuti dagli scienziati americani sono stati pubblicati nel Journal of Physical Chemistry, sul quale Mike Lindsay, coordinatore del gruppo, ha dichiarato: “Le sfere luminose sono generalmente utilizzate per descrivere fenomeni naturali non definibili come luce normale, lampi, aurore o come i cosiddetti Sant’Elmo’s Fire. Con tutta probabilità infatti non si tratta di un unico fenomeno, ma di più fenomeni dalle caratteristiche molto simili”. Simili ma non per questo piu conosciute, come ci ricorda l’articolo apparso su Greenreport.it, considerato che molti degli studi sui processi fisici e chimici alla base di questi fenomeni risalgono a non piu di dieci anni fa. La fascinazione pero e molto piu antica, e lo stesso Nikola Tesla pare che sia riuscito nella creazione in laboratorio di un plasma, tra il 1899 e il 1900, senza pero lasciare indicazioni per riprodurla. Lo studio di Lindsay e colleghi tenta di far luce – e proprio il caso di dirlo – sulla dinamica complessiva del fenomeno, partendo dall’esame degli effetti dell’elettrolita PH sul plasmoide e dall’osservazione della sua struttura chimica e fisica, con una tecnica di videografia Schlieren ad alta velocita e la spettroscopia infrarossa. “I risultati indicano che la durata e la dimensione del plasmoide aumentano leggermente quando il PH della soluzione elettrolitica isomico è più basso”. La manipolazione delle condizioni chimiche della soluzione e stata infatti determinante per raggiungere la durata di mezzo secondo. Secondo quanto spiega Lindsay, non e che abbiano creato esattamente l’atto “luce”, per quanto lo stadio iniziale delle scariche elettriche prodotte da questo plasmoide abbia parecchie affinita con l’illuminazione. Si tratta di altro, ancora meno noto e per questo piu affascinante: “Archi elettrici sulla superficie della soluzione da cui emerge il plasmoide”. Alcuni autori ritengono che i plasmi possano addirittura rappresentare una forma di vita alternativa non basata sul carbonio, anche se altri sono scettici. Il team ha chiesto ulteriori ricerche per studiare i plasmi, compreso l’invio di satelliti che generano impulsi elettromagnetici dotati di telecamere a infrarossi e a raggi X per catturare i fenomeni. Commentando la ricerca, Daniel Mitchard, docente presso la School of Engineering dell’Universita di Cardiff, ha dichiarato: “Non sorprende che a questa altitudine esistano fenomeni basati sulla carica precedentemente sconosciuti e che mostrino comportamenti che non comprendiamo ancora appieno. È anche probabile che saranno attratti o respinti dai satelliti e dallo Space Shuttle, che possono accumulare cariche statiche”. Il professore della capitale gallese, aggiunge: “Anche a livello del suolo vengono occasionalmente segnalate palle luminose provenienti da temporali che si comportano in modo strano, spesso chiamate fulmini globulari, e nessuno sa nemmeno cosa siano: potrebbero essere la stessa cosa dei Foo Fighters. È sicuramente una ricerca interessante”.
LA PARANOIA DEI FULMINI GLOBULARI
Ascoltando le parole che seguono, ci sembra di essere tornati ai tempi d’oro del debunking. Quelli, per la precisione, in cui si parlava di “fulmini globulari” e allucinazioni successive prodotte dalla suggestione di tutti i testimoni alle prese con avvistamenti celesti nel secolo scorso. Ci piace osservare come gli scientisti, al contrario, abbiano utilizzato come capro espiatorio proprio la storiella di questi fenomeni naturali per strumentalizzarli ai fini di una semplicistica, o quantomeno riduttiva spiegazione della realta UFO. Eppure, persino siti internet mainstream in cui possiamo imbatterci quotidianamente, ammettono candidamente che qualcosa non torna: come Everyeye.it che, nell’agosto 2023, ha spiegato come (tra le varie ipotesi che cercano di motivare questi avvistamenti) spesso si sentono nominare dei fantomatici “fulmini globulari”. Ma di cosa si tratta esattamente? Il sito italiano ci ricorda che i fulmini globulari sono tra i fenomeni naturali piu rari in assoluto, cosi sfuggenti che anche gli scienziati ne sanno pochissimo. Il che e tutto dire. Si tratta di sfere di plasma incandescenti in grado di muoversi in maniera molto variabile: a volte fluttuano immobili a mezz’aria, piu spesso si agitano in giro in maniera imprevedibile. Dopo un tempo che varia da pochi secondi a qualche minuto esplodono, lasciando nell’aria un odore di zolfo o di ozono. La prima testimonianza di un fulmine globulare risale al lontano 1596. Gli annali raccontano che nella cattedrale di Wells, in Inghilterra, una misteriosa sfera luminosa entro da una vetrata poco prima di un violento temporale. Tra lo sgomento dei fedeli, la palla di energia esplose producendo un enorme boato. Nei secoli successivi, mentre gli avvistamenti continuavano un po’ in tutto il mondo, sono state proposte varie teorie per spiegare lo strano fenomeno; quella che sembra considerarsi la piu solida, prevede che i fulmini globulari si formino quando un normale fulmine colpisce il suolo, vaporizzando il terreno e liberando gas di silicio. Questi possono poi interagire con l’ossigeno dell’aria, generando l’enorme calore necessario a produrre la sfera di plasma. Sebbene l’intero processo sia replicabile in laboratorio, questa ipotesi non spiegherebbe i tanti avvistamenti di fulmini globulari in condizioni di cielo sereno. Alcuni hanno quindi proposto idee alternative, assai diverse, finanche strambe, le quali proporrebbero come cause scatenanti le onde radio, o la superconduttivita, e perfino presunte allucinazioni. Insomma, anche secondo Everyeye.it, anche la scienza non e ancora riuscita a dare una spiegazione convincente a questo affascinante fenomeno. In un certo senso, cio rende i fulmini globulari propriamente dei veri “Fenomeni Anomali Non Identificati”. Infatti il gia nominato professor Mitchard dell’Universita di Cardiff ha qualcosa da aggiungere in proposito, confermando l’esistenza di: “…un intero mondo di scienza dei fulmini che è relativamente sconosciuto al pubblico, anche se cerchiamo di renderlo noto. Esistono strutture giganti chiamate Sprite, che sembrano meduse alte 25 miglia (40 km), Elfi, che sono dischi giganti che possono estendersi fino a 250 miglia (400 km) di larghezza, e fulmini verso l’alto provenienti da nuvole definiti ‘Jets’ che sono tre o quattro volte più evidenti di qualsiasi cosa possibile scorgere da terra”. Insomma, ci sembra evidente che la Scienza tenda a fare cio che ha sempre fatto, ovvero razionalizzare il piu possibile, basandosi sul passato e riproponendo – come giustamente sia – nuove tesi e possibilita alternative rispetto a quelle che l’ufologia, da sempre, ha cercato di proporre come possibili manifestazioni extraterrestri, o di esseri “alieni”.
FLOTTILLAS E ORBS
Ci rammarichiamo del fatto che i nuovi studi scientifici dell’equipe di Harvard non abbiano abbracciato temi riguardanti i fenomeni “post-Foo Fighters”. Ovvero: come mai questi oggetti sono apparsi durante la Seconda Guerra Mondiale e poi siano spariti, spalancando invece le porte all’ufficiale ondata dei “dischi volanti”? Qualcuno potrebbe sostenere che, seguendo la tesi scientifica sopra descritta, la presenza massiccia di flotte aeree potrebbe aver provocato negli anni Quaranta l’apparizione di “Foo Fighters” solo a causa della concomitanza del conflitto mondiale stesso; quindi, al termine delle ostilita, tali fenomeni possono essersi affievoliti. Se cosi fosse, la puerile tesi appena presentata vacillerebbe. Sarebbe stato interessante costatare se gli stessi scienziati impegnati ad affrontare questa tesi, avrebbero le stesse idee riguardanti, ad esempio, a proposito delle famose “flottillas” apparse e filmate per lo piu in America Latina, e perche eventualmente questo fenomeno sia frequente e ricorrente in quelle zone e non, ad esempio sopra i cieli d’Inghilterra, oppure a Roma o New York. Chiederemmo sempre a questi scienziati se la piu recente manifestazione delle “Orbs” possa circoscriversi alla stessa fenomenologia riferita per i Foo Fighters. In attesa che questa nuova annunciata ricerca sia pubblicata sul “Journal of Modern Physics”, restiamo sinceramente incuriositi dallo studio di Harvard, eventuali e dichiarati aggiornamenti probanti compresi, scaturiti dalla voce della Scienza ufficiale.
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E poi si chiedono "ma sono alieni? sono terrestri? perché non atterrano sul giardino della casa bianca?".
Poi sono gli stessi che ti dicono che forse Kennedy voleva rivelare la verità sugli UFO, forse Eisenhower ha incontrato una delegazione aliena, forse ci sono accordi tra i governi e gli alieni...
Poi uno legge i testi antichi, o anche medievali, e scopre che sono qui da sempre, si sono spartiti la Terra e ci hanno governato prima direttamente e poi come intermediari, e che la loro presenza è costante in tutta la storia. Oggi non esiste un governo o una casata nobiliare che non siano coinvolti in questa storia.
E poi quegli ufologi che parlano così sono spesso Massoni e dicono "forse non rivelano la verità perché l'umanità non è ancora pronta, non saprebbe più in cosa credere, pensiamo agli effetti che avrebbe sulla religione..."
Non facciamoci prendere in giro, è il loro potere che sarebbe in pericolo, soprattutto quello religioso, ma anche il presidente degli Stati Uniti che giura sulla Bibbia. Sono loro che non possono permettersi che la verità venga fuori, ma i cani da guardia del potere vanno anche in TV a dire che è per il nostro bene, capito?
"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
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Pino Morelli
Un UFO di forma discoidale viene filmato dai militari ucraini in zona di guerra.
DETTAGLI ANCORA IRRISOLTI
“Che ca-[imprecazione] è questo? Perché non si muove?”, possiamo sentire pronunciare dagli uomini del 406esimo battaglione ucraino, mentre discutono animatamente, osservando quell’UFO che si librava sulla loro zona di guerra. Mentre le dimensioni, l’altitudine e la forma dell’oggetto rimangono un mistero, l’altitudine stessa del drone indica che l’oggetto apparente potrebbe essere una grande nave a oltre 30 miglia di distanza.
L’inquietante filmato è stato catturato a fine febbraio (ma solo a inizio marzo ne è stata offerta notizia, ndr) dal 406° battaglione tramite uno degli oltre 300 droni quadricotteri “visione termica” utilizzati dalle forze armate ucraine (UAF). Sulla base dell’intervallo di temperatura del drone con immagini termiche, l’UFO era più caldo dell’ambiente circostante (“nero caldo”), anche se un “messaggio di errore” rosso sull’interfaccia di controllo del drone lascia i dettagli chiave irrisolti, come hanno detto gli esperti a DailyMail.com.
UN “BAGHDAD PHANTOM”?
L’incidente è solo l’ultimo caso di UFO sul suolo ucraino in tempo di guerra, alimentando decenni di speculazioni sul possibile intento dei misteri aerei e aggiungendo peso alla testimonianza di testimoni militari che hanno visto gli UFO disattivare le armi nucleari. Un membro del 406° dichiara che l’oggetto è “…Sicuramente un UFO (…) Rimane al suo posto, sullo schermo. Zoomate di più” – continuano a discutere le truppe – “È fermo, vedi?”. La loro conversazione, parlata nel loro nativo ucraino, è stata tradotta e confermata da diversi traduttori, che hanno esaminato il filmato per conto di DailyMail.com. Il misterioso oggetto in volo, sebbene ancora non identificato, ha una sorprendente somiglianza con il “Baghdad Phantom” – l’oggetto sottile e cilindrico avvistato sopra l’Iraq nel maggio 2022 dalla telecamera “termica” a infrarossi di un drone Reaper dell’aeronautica americana. Negli istanti finali del clip del 406° del loro incontro con l’UFO in Ucraina, si può sentire un membro il quale – in tono probabilmente scherzoso, o beffardo – esclama: “forse dovremmo speronarlo” con il loro piccolo quadricottero da un chilo.
AVVISTATO DA UN DRONE
Al 406° dell’Ucraina è stato regalato il drone commerciale Mavic 3T per immagini termiche del marchio DJI attraverso gli sforzi di raccolta fondi della Fondazione DeepInspire, del corrispondente di guerra Joe Lindsley, il quale gestisce il centro media Lviv Lab, e di altri attivisti umanitari. Scrivendo da Kharkiv, Lindsley ha detto a DailyMail.com che la sua squadra ha inviato rifornimenti ai militari in servizio attivo con il 406° “nell’ultimo anno”. Il quadricottero Mavic del battaglione stava volando a più di 500 piedi sopra il livello del mare all’inizio di questo mese quando ha avvistato l’UFO. A quell’altitudine, l’orizzonte visibile tramite la telecamera del drone in lontananza sarebbe di circa 30 miglia di distanza, il che significa che l’UFO potrebbe essere almeno così lontano, o più lontano, a seconda dell’altezza dell’oggetto sopra la terra. Mentre i membri del 406° ingrandiscono la telecamera del drone, da quello che sembrava essere uno zoom 2x a 4x e viceversa, possono essere ascoltati nel video mentre tentano di capire quale potrebbe essere la traccia misteriosa.
ERA IMMOBILE
Qualcuno chiede: “Perché non può lanciarci missili?” e relativa controbattuta: “Cosa intendi?”. Durante l’imprecazione (“Santo [imprecazione]... [imprecazione]...”) e la conseguente eccitazione (“Che [imprecazione]… è questo?”), un membro del battaglione domanda: “Perché non si muove?”. Un soldato del 406° poi replica: “Non riesci a vedere nulla sulle termocamere?”, suggerendo che ulteriore tecnologia a infrarossi – oltre al drone, che è visibilmente in modalità infrarossi (IR) mentre vede l’UFO stesso – non è stata in grado di corroborare l’avvistamento. DailyMail.com ha contattato il battaglione tramite Pavlo Terletsky, un imprenditore fintech che gestisce la società di consulenza tecnologica DeepInspire e ha contribuito a fornire aiuti al 406esimo attraverso la sua stessa Fondazione: “Attualmente stanno dormendo, dopo una missione di 48 ore – ha detto Terletsky al quotidiano via e-mail – potranno rispondervi domani con maggiori dettagli”. Ma gli scettici sugli UFO online hanno fornito le proprie opinioni sul video di 17 secondi, attraverso il sito Warzone; qui, alcuni che suggeriscono che l’immagine sia un caso attribuibile al fenomeno del miraggio noto come “Fata Morgana”.
UN RIFLESSO?
Il fenomeno citato prende il nome da una strega della leggenda di Re Artù, e si verifica quando uno strato di aria calda ad alta quota e uno strato di aria fredda più in basso creano un “condotto atmosferico” che rifrange, o curva la luce, creando riflessi aerei nell’aria. “Potrebbe essere solo l’illusione ottica di filmare qualcosa su uno specchio d’acqua – come ha suggerito un utente di Reddit – ovviamente per solo un paio di secondi, come al solito”. Tuttavia, non è chiaro se il video UFO del 406° Battaglione sia stato registrato vicino a un grande specchio d’acqua, con nient’altro che la geografia interna distinguibile nella clip di 17 secondi. In un caso fotografico di Fata Morgana, la nave da crociera Anthem of the Seas, un transatlantico Royal Caribbean da 168.000 tonnellate, sembrava fluttuare sopra l’acqua. Inoltre, mentre Fata Morgana può essere vista sia sulla terra che sul mare, gli esperti di sicurezza aerea hanno notato che è raro vedere un esempio del fenomeno che sia statico e immobile come l’UFO avvistato dal 406° sull’Ucraina. Secondo la guida sulla sicurezza del volo SKYbrary “Spesso una Fata Morgana cambia rapidamente (…) Il miraggio comprende diverse immagini invertite (capovolte) ed erette (con il lato destro rivolto verso l’alto), impilate l’una sull’altra (…) I miraggi di Fata Morgana mostrano anche un’alternanza di zone compresse e allungate”. O come sostiene l’utente Reddit che si firma Primalshrew: “Quindi questi operatori di droni che fanno volare questi oggetti ogni giorno e le cui vite dipendono letteralmente dal sapere come farli funzionare, sono così stupidi che passano il tempo a chiedersi se una barca sull’acqua sia effettivamente un UFO?”.
IL MESSAGGIO DI ERRORE
Dal video che riprende l’oggetto, sembra che il filmato a infrarossi fosse in modalità “correzione flat field” (FCC), una funzionalità software progettata per migliorare la qualità dell’immagine correggendo gli errori che si accumulano durante il funzionamento della fotocamera. L’immagine termica sul drone è stata regolata su un intervallo compreso tra -4 e 302 gradi Fahrenheit (da -20 a 150 gradi Celsius) a giudicare dal video disponibile e dal manuale dell’utente del drone Mavic 3T (vedi foto). Un portavoce del produttore di Mavic, DJI, ha detto a Daily- Mail.com che, sebbene non possa aiutare a spiegare cosa è presente nel filmato dell’UFO, un errore dell’attrezzatura potrebbe aver avuto un ruolo. “Abbiamo notato che c’è un messaggio di errore nel filmato che hai condiviso – ha scritto il portavoce – “È la barra rossa nell’angolo in alto a sinistra”. Sebbene la risoluzione del messaggio di avvertimento rosso in questa versione disponibile del video UFO del battaglione sia troppo bassa per fornire certezza, il testo sembra dire “controllo manuale” (“Ручне керування”), forse correlato all’attuale modalità del drone, “impostazione pilota”.
L’UCRAINA, TRA DISINFORMAZIONE E COVER-UP
Gli avvistamenti UFO sono stati una caratteristica ricorrente del conflitto spesso caotico in Ucraina, in particolare perché gli sforzi di disinformazione sono stati condotti per un vantaggio strategico. Nel 2022, gli astronomi dell’Osservatorio Astronomico Principale dell’Accademia delle Scienze dell’Ucraina a Kiev hanno pubblicato un documento prestampato su arXiv della Cornell in cui riportavano che stavano vedendo “un numero significativo di oggetti la cui natura non è chiara”, ammettendo chiaramente: “Li vediamo ovunque”, come ha scritto il team, che ha diviso gli UFO in “cosmici” luminosi ed emettitori di luce, e “fantasmi” più scuri in grado di volare a 33.000 miglia all’ora. Ma il lavoro dei tre astronomi è stato subito criticato dall’Accademia nazionale delle scienze dell’Ucraina (NASU), che ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui affermava che la ricerca “non soddisfaceva i requisiti professionali per la pubblicazione”. L’elaborazione e l’interpretazione dei risultati, sono state eseguite a un livello scientifico inappropriato e con errori significativi nel determinare le distanze dagli oggetti osservati, hanno scritto gli scienziati della NASU dopo la loro indagine. E, in una fase precedente delle ostilità, anni prima del conflitto in Ucraina nel 2022, strane formazioni di luci furono documentate sopra il villaggio di Novogradovka, nell’Oblast di Odessa, nell’Ucraina sud-occidentale, nel novembre 2017.
Dopo che il filmato ha suscitato voci sugli UFO online, l’esercito ucraino si è sentito obbligato a rilasciare una dichiarazione per calmare la situazione. Un portavoce dell’esercito ha assicurato ai residenti che non c’è motivo di preoccuparsi. Le luci, almeno secondo il portavoce dell’UAF, erano solo obiettivi utilizzati dai marines ucraini durante un’esercitazione militare.
LA PROSSIMA INVASIONE DI DRONI… TERRESTRI
L’enorme volume di Mavic 3T a infrarossi nei cieli dell’Ucraina suggerisce che potrebbero essere là fuori altri video come i filmati sugli UFO del 406°. Secondo un annuncio del marzo 2023 delle Forze di difesa ucraine, centinaia di droni per immagini termiche DJI Mavic 3T sono stati messi in servizio insieme a innumerevoli altri veicoli aerei senza pilota. Hanno notato che i droni erano inviati nelle “zone più calde del fronte”. “160 droni sono stati inviati verso est, 85 in direzione Zaporizhzhia e altri 55 in direzione Kherson”, si legge in un post su Telegram il ministro ucraino per la trasformazione digitale Mykhailo Fedorov. Secondo quest’ultimo, i droni Mavic vengono utilizzati dalle forze ucraine per la ricognizione, nonché per compiti di ricognizione per aiutare a puntare l’artiglieria e distruggere l’equipaggiamento militare russo. Dopo i primi nove mesi dell’iniziativa sui droni del Ministero della Trasformazione Digitale, il governo ucraino ha dichiarato di avere i finanziamenti e le risorse per mettere 3.201 droni nei cieli del proprio paese.
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Alfredo Lissoni
Anche nel Sol Levante ci sono scettici e credenti e chi pensa che gli alieni siano aggressivi. Ma la maggioranza della popolazione, e le Autorità locali, guardano al cielo senza paura, convinti che gli alieni siano tra noi da molto tempo.
RAPIMENTO IN HOKKAIDO
Erano le 4.30 a.m. di un giorno di aprile del 1974, quando a Kitami City, nell’isola di Hokkaido, il giovane Yoshihiro Fujiwara stava correndo per la città, gridando: “Tasuketekudasai, soratobu enban!”, ovvero un urlo di aiuto per avere avvistato un disco volante. La gente accorsa in strada non vide niente, ma lui giurò di essere stato rapito da un UFO. Yoshihiro, agricoltore ancora ventottenne, era stato svegliato dal furioso abbaiare del cane e da alcuni colpi alla porta. Quando l’aprì, si trovò dinnanzi una figura alta un metro, circonfusa di luce, con la pelle picchiettata come i rospi ed una sorta di antenna rotante sul casco; fu letteralmente aspirato da un fascio di luce arancione, che lo portò all’interno del disco volante. Una volta entrato nel velivolo, ove regnava “un insopportabile odore nauseante”, Yoshihiro ci rimase un’ora e mezza, ma cosa gli accadde non lo seppe dire. Il ricordo era stato come cancellato. Disse solo che a un certo punto, quando si era accorto che l’UFO aveva preso terra e si era automaticamente spalancata una porticina, lui se la diede a gambe urlando, più veloce della luce. Fu in quella condizione che gli isolani di Kitami City lo trovarono, terrorizzato e mezzo allucinato, sebbene gli alieni con lui fossero stati oltremodo gentili. La storia fece il giro del mondo e Yoshihiro finì anche in tv, sempre palesemente scosso. Lui era una persona semplice, ma sincera. Poi, come spesso accade, dato che i suoi concittadini non gli credevano e lo prendevano per pazzo o per indemoniato (la madre lo portò anche da un esorcista), inventò delle prove per essere creduto: una pietra dallo spazio, che gli avrebbero dato gli alieni. Fece male i conti: gli scienziati la analizzarono e risultò essere semplice roccia calcarea delle grotte di Hokkaido. La sua reputazione fu macchiata, ma non del tutto compromessa, perché il professor Imao Hirano, un letterato di Hokkaido molto stimato dalla gente, affermò di avergli parlato e di averlo trovato sincero. Di più, quando gli aveva stretto la mano, aveva avvertito una scossa elettrica, e questo non si spiegava. “Gli è sicuramente successo qualcosa”, disse il professore. E da allora, a Kitami City, nessuno osò più sfottere Yoshihiro.
UN MONDO ALLA ROVESCIA
Il Giappone moderno differisce totalmente dal resto del mondo, quando si parla di UFO. I dischi volanti compaiono in centinaia di “Anime”, i famosi cartoni animati giapponesi, nei fumetti “Manga” e in molte altre pubblicazioni per ragazzi. La stampa nazionale, tra l’altro, pubblica i racconti dei testimoni, senza quella spocchiosa, accademica ironia che caratterizza l’Occidente; sono diversi, quegli scienziati che se ne occupano e, anzi, esistono ben cinque centri ufologici nazionali particolarmente attivi. Lì, il CICAP non esiste, e neppure la “Congiura del Silenzio”, se non in casi eccezionali di sicurezza nazionale. I militari non trattano l’argomento solo perché ne sanno poco, ma gli scarsi dati che vengono raccolti sono resi pubblici. Kanshi Ishiwara, comandante in capo dell’Aviazione e della Forza di autodifesa giapponese, non si è fatto problemi nel dichiarare che: “Gli UFO sono stati rilevati dai radar, dunque sono reali. E potrebbero provenire dallo spazio”.
UFO E TRASPARENZA GIAPPONESE
Già sul finire degli anni Sessanta, mentre in America la Commissione Condon screditava tutto, di contro in Giappone, il Colonnello Fujio Hayashi, comandante del Trasporto Militare di Irima, sosteneva che “è impossibile negare gli UFO”, specificando chiaramente che “quando decolliamo per intercettarli, dobbiamo identificarli chiaramente per capire se siano ostili o meno. Anche se si dice che questi oggetti possano essere armi segrete di qualche potenza straniera, è molto strano che non si sia ancora riusciti ad identificarne la paternità”. Come già accennato, anche la scienza nipponica non è chiusa di mente. Il celebre Michio Kaku, fisico newyorkese ma discendente di seconda generazione da immigrati giapponesi negli States, è categorico. “Sia il pianeta Terra che l’intero sistema solare è stato visitato da esseri provenienti da altri universi”. Syuzo Isobe, membro dell’Unione Astronomica Internazionale, un UFO lo ha addirittura visto. Era l’agosto del 2002: “All’apparenza era fermo, ma mostrava un comportamento intelligente”, dichiarò al giornale Asahi Shimbun.
POLITICA, MILITARI & UFO: UN CONNUBIO EFFICACE
Non possiamo tralasciare il mondo politico: i leader nipponici non scappano, come accade altrove, come conigli; se un giornalista chiede loro se credano ai soratobu enban. Il ministro della Difesa del Governo Abe, Shigeru Ishiba, nel 2007 aveva espresso laconicamente la sua opinione in merito: “Personalmente, credo che esistano, assolutamente”. Nel 2009, Miyuki Hatoyama, moglie del premier Yukio Hatoyama, ha addirittura raccontato di essere portata “in spirito” su Venere (scatenando l’ironia della stampa “razionalista” occidentale) e nel 2010 nientemeno che la principessa Kaoru Nakamaru, nipote dell’imperatore Meiji, ammise di avere contatti telepatici con un alieno di nome Quentin. Vere o illusorie che siano queste esperienze - ci importa poco - ciò che conta è l’atteggiamento che il Paese ha verso la questione: un’apertura mentale inesistente nel Vecchio e Nuovo Mondo. Ce li vedete i politici occidentali ad asserire di avere contatti telepatici con gli alieni? Verrebbero immediatamente portati in manicomio, e forse la qual cosa a molti non dispiacerebbe... Esiste una sterminata casistica nipponica capace di coinvolgere in diversi casi anche piloti civili e militari, come ad esempio quello più celebre capitato al comandante Kenji Terauchi, che nel 1986 vide sfrecciare un disco volante davanti all’abitacolo dell’aereo. Molto altro è scritto nel mio recente libro.
KAORU NAKAMARU: LE PROFEZIE DEL 2012
“Nel 1976, ho avuto una fantastica esperienza spirituale. Da allora, il mio terzo occhio si è aperto; così ho potuto comunicare con gli UFO e i suoi occupanti. Anche all’interno della Terra esiste una civiltà molto elevata. In particolare, il capo bibliotecario all’interno della Terra comunicò con loro…”. È la voce diretta della principessa Kaori Nakamaru (87 anni, il mese prossimo), giornalista, intervistatrice televisiva e autrice giapponese con un background in politica internazionale, a parlare pubblicamente in conferenza il 2 gennaio 2012, comunicando la sua dichiarazione in perfetto inglese, con tono pacato e sicuro, annunciando che il 21 dicembre di quell’anno sarebbe avvenuto il passaggio del nostro pianeta nella Quinta Dimensione, secondo cui sarebbe avvenuta una trasformazione in tre giorni e tre notti nelle quali non si sarebbe potuta usare più elettricità, entrando in un periodo di oscurità totale “senza sole, senza stelle”, ovviamente senza neanche la possibilità di comunicazioni, mass media, etc. La principessa descrisse anche la realtà di come alcune élite al potere stessero preparandosi segretamente a scapito del resto dell’umanità, pronte a rifugiarsi in sotterranei o basi underground situate ad Atlanta, in Olanda, Svizzera o Australia, in un numero di circa 10mila persone (un po’ come narrato nel film catastrofista “2012” - uscito nel 2009 - di Roland Emmerich) e che lì, avrebbero creduto di salvarsi. Nel serissimo discorso annunciato pubblicamente, la Nakamaru dispensò soprattutto consigli spirituali (ma anche salutari e dietetici) parlando di Dio, di coscienza, onde purificare la nostra anima nell’arco periodico di un lustro. Il tutto, per concedere l’implemento di “luce dorata”, espellendo così “l’oscurità” dentro di noi in attesa del fatidico periodo 12-22 dicembre 2012 che, da quel che possiamo ricordare, e a prescindere dagli onorevoli intenti di fratellanza e pace nel mondo proclamati dalla principessa, non portò a nulla di quanto annunciato.
UN PASSATO RICCO DI STORIE ALIENE
È necessario sottolineare come la straordinaria apertura mentale del Paese del Sol Levante dipenda sicuramente dalla religione animista: essa crede che creature visibili e invisibili permeino tutta la natura, nonché dalla mole sterminata di tradizioni, racconti, favole e narrazioni antiche, secondo le quali i Kami, gli dèi, erano di casa in Giappone; con i loro mezzi volanti e con i loro equipaggi. I nostri lettori ricorderanno senz’altro le famose statuette “Dogu” dell’epoca Jomon, che mostrano esseri scafandarati del 1.500 a.C. Oppure i misteriosi “Kappa”, i quali uscivano dalle acque, al pari degli “Oannes” babilonesi. Oppure quell’incisione di un razzo sulla tomba Katsuhara a Matsubase, che fu mostrata per la prima volta in un documentario sponsorizzato dal celebre ricercatore e saggista Erich von Däniken, pioniere della Paleoastronautica. Abbiamo poi la vicenda della “Dama Bianca” uscita dall’oceano ed arrivata sulla spiaggia di Hitachi, nel 1803, dentro una strana botte metallica cosparsa di indecifrabili geroglifici. Meno noto forse è il fatto che il “Nihongi” (Annali del Giappone), uno dei più antichi testi storici giapponesi, menzioni ripetutamente le apparizioni UFO del passato. Alcuni esempi, come quello capitato nel 642 a.C.: “in autunno 9° giorno 7° mese, durante il regno dell’imperatrice Tarashihime, una stella entrò nella Luna”. Oppure quello accaduto nel 682 d.C.: “8° mese 3° giorno, al tramonto una grossa stella passò da Oriente a Occidente e l’undicesimo giorno un oggetto dalla forma di pietra battesimale buddhista, color della fiamma, apparve nel cielo, planò nel vuoto verso nord e sprofondò in mare presso Kashi”. Abbiamo poi quello nell’anno 684 d.C.: “11° mese 21° giorno, all’imbrunire sette stelle si diressero insieme verso nord-est e scomparvero”. La lista potrebbe continuare davvero a lungo…
IL GIAPPONE È UN HOTSPOT PER GLI UFO SECONDO L’INTELLIGENCE STATUNITENSE
Ormai come già noto, l’anno scorso il Dipartimento della Difesa USA ha lanciato un sito web per fornire informazioni sugli UFO/UAP. Secondo il sito, il Giappone è un “punto caldo” per gli oggetti volanti non identificati. Il sito web è gestito dall’Ufficio AARO del Dipartimento della Difesa, istituito nel luglio 2022. Il 12 gennaio 2023, il Pentagono ha pubblicato il Rapporto del precedente anno, riguardante 510 segnalazioni di UAP catalogati, compresi quelli dell’AARO. Pur non sapendo quale parte di questi casi provenga dal Giappone le segnalazioni includevano la sua parte occidentale e le acque circostanti nei punti caldi segnalati nel sito web UAP Reporting Trends dal 1996 al 2023. Secondo Mikami Takeharu (三上丈晴), le persone hanno segnalato “avvistamenti UFO” non solo nella parte occidentale del Giappone, ma in tutta la nazione. Mikami è il redattore capo della fanzine occulta giapponese Mu (ムー). La rivista sarebbe stata ispirata dalle opere dello scrittore svizzero Erich von Däniken. Mikamki gestisce l’International UFO Lab nella città di Fukushima. Afferma di essere in possesso di “fotografie UFO” presumibilmente scattate in aree orientali come le prefetture di Fukushima e Nagano. “Includendo le segnalazioni dei civili, gli avvistamenti UFO sono stati segnalati in Giappone fin da prima della guerra”, ha affermato Mikami, il laboratorio ha pubblicato il suo rapporto annuale sugli UFO a giugno, documentando 494 avvistamenti sia in Giappone che all’estero. Sei fotografie sono state considerate ad altissima probabilità di essere UFO”, anche se il governo giapponese, nello specifico, non ha rilasciato alcun dato. Nel settembre 2020, Kono Taro (河 野太郎), all’epoca ministro della Difesa, ha delineato la risposta appropriata che le Forze di autodifesa giapponesi (SDF) dovrebbero adottare in caso di identificazione di UFO, pubblicata sul sito ufficiale di Kono Taro. Gli ordini alle SDF sono intitolati “Politica di risposta agli UFO” o UFO taisho houshin (UFO対処方針). La dichiarazione chiedeva ai membri delle SDF di registrare e fotografare qualsiasi UFO che potesse rappresentare una minaccia per la sicurezza del Giappone. Dovrebbero anche prendere provvedimenti per la “necessaria analisi” degli avvistamenti. Kono non crede agli UFO. Dice di aver emanato i protocolli nel caso in cui i membri delle SDF incontrassero velivoli non convenzionali che potrebbero minacciare la sicurezza nazionale. A febbraio 2023, il Ministero della Difesa ha annunciato l’autorizzazione per le SDF ad abbattere tutti gli UFO. Questo include palloni e droni che utilizzano armi come i missili aria-aria. Ma questo in risposta ai palloni spia cinesi, non agli alieni dello spazio. In un’assemblea avvenuta nel marzo sempre dell’anno scorso, il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Camera Bassa ha interrogato i ministri della Difesa sul numero di UFO in Giappone. I ministri hanno risposto: “Non sono stati identificati casi anomali tali da richiedere una divulgazione pubblica”.
MISTERI DEL SOL LEVANTE
In Giappone esiste un “Triangolo del Diavolo” ove scompaiono navi e aerei, esattamente come narrano le cronache dell’omonimo “Triangolo delle Bermuda”, dove si pensa sia scomparsa la nota trasvolatrice americana Amelia Earhart. Al largo di Yonaguni, vi sono le rovine sottomarine di un tempio e di altre strutture che qualcuno ritiene sia quanto resti della colonia nel Pacifico di Atlantide o di Mu, i leggendari continenti scomparsi, protagonisti di innumerevoli saggi e discussioni. Esistono poi le leggende sui “vascelli celesti” che permettevano alla dea Amaterasu di scendere sulla Terra. Abbiamo i dipinti della grotta di Chipu Shan, alla periferia di Yamaga, che mostrano un re giapponese del 2.000 a.C. alzare le braccia al cielo per salutare l’arrivo di sette soli volanti in formazione. Ma soprattutto, c’è il buddhismo che, da 2500 anni, insegna che “la stragrande maggioranza dell’umanità è spinta da un pianeta all’altro da un grande impulso ciclico, quando arriva l’ora del trapasso; ma il pianeta che ella lascia non resta mai assolutamente privo di umani, in modo che tutte le regioni non siano mai rese inabitabili”. Altro che il cosmo vuoto della cultura occidentale dominante delle origini...
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Umberto Visani
Ben prima del caso Roswell, pur con connotati in parte differenti, le cronache abbondano di casi di caduta di “Airships”, ovvero strani oggetti volanti che destano interesse per la comprensione di certi eventi che possono portare a gettare una luce differente sull’intera fenomenologia pre-ufologica. Con tanto di apparizioni umanoidi e passeggeri “alieni”, taluni dei quali persino dichiaratisi marziani.
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Bernanrdo Kastrup
Dopo la prima parte dell’articolo, il professore residente nei Paesi Bassi continua la sua disamina sugli Oggetti Volanti Non Identificati, affrontando la possibilità che le fenomenologie NHI siano antiche, ma forse anche…
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Pino Morelli
Approfondiamo con una disamina del mondo cattolico, alcuni tra i più influenti ed attuali pensatori, alla luce dei recenti accadimenti in ambito politico/militare, negli anni bollenti delle rivelazioni di David Grush.
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Philip Kinsella
Analisi del fenomeno divinità-UFO-grigi da ieri a oggi, che abbraccia in modo esteso e pertinente, le sottili trame del potere attraverso l'interpolazione della nostra storia, riflettendo sulle ripercussioni scientifiche ed umane a cui siamo giunti sin dai tempi degli Anunnaki.
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Corrado Malanga
Alieni o demoni insegna ad analizzare e affrontare il problema ufologico in modo tecnico e scientifico, affinché chiunque possa proseguire la propria ricerca in questo campo in totale autonomia. Questo trattato, infatti, tra le altre cose descrive le principali razze aliene e spiega in cosa consiste il problema delle interferenze, analizzandone i vari livelli e chiarendo le interrelazioni tra alieni e alieni e tra alieni e gruppi di Governo Mondiale (New World Order), fornendo tutti gli strumenti necessari per comprendere il fenomeno e fronteggiarlo. Questa nuova edizione, nella veste definitiva che Malanga ha voluto dargli, è stata da lui riveduta tenendo conto del risultato dei suoi successivi studi nel campo della Coscienza, con risultati che non mancheranno di stupire il lettore, ma che – dati alla mano – lo accompagneranno a strappare finalmente il velo che copre i fenomeni alieni, restituendogli quella limpida visione della realtà che lo porterà alla rivoluzione finale. Un’opera dal contenuto «assolutamente incredibile e nel contempo totalmente reale» e che, rapportata alla realtà odierna, assume un valore profetico.
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Theblackvault.com
L’Ufficio per la risoluzione delle anomalie di tutti i domini (AARO), incaricato di indagare sul fenomeno UAP ha fatto numerosi tentativi per intervistare il whistleblower David Grusch in merito alle sue affermazioni sull’impegno del governo degli Stati Uniti di discutere su materiali e tecnologie extraterrestri. Questi nuovi documenti sono stati rilasciati a fine mese scorso al sito The Black Vault nel caso “FOIA 24-F-0266”, archiviato il 2 novembre 2023. Essi delineano non solo la sequenza temporale degli eventi per contattare Grusch, ma anche numerosi messaggi di testo ed e-mail. Nell’articolo del 18 aprile, è stata presentata una voluminosa panoramica (accompagnata da una breve cronologia) come spiegato nel “Memorandum for Record” dell’8 gennaio scorso, che era uno dei documenti rilasciati appartenenti al caso. È interessante notare come, nella sequenza emergano impressionanti avvenimenti collegati al famoso rivelatore del decennio. Come indicato nell’e-mail - anch’essa agli atti - visibilmente pubblicata dal sito, era previsto un incontro con Grusch dopo che questi aveva finalmente accettato di incontrarsi. Tuttavia, non si è mai presentato e, a quanto pare, lasciandoli addirittura ad aspettare nell’atrio, all’orario e nel luogo concordati per l’incontro. Grusch in seguito si è scusato in un’e-mail, alludendo però al fatto che la sua mancata presentazione fosse legata a quelle che, a suo avviso, erano domande senza risposta che voleva fossero affrontate prima dell’incontro. Dopo aver delineato la sequenza temporale, il memorandum terminava così: “Durante le interazioni tra AARO e il signor Grusch da novembre 2023 a gennaio 2024, è diventato evidente che il signor Grusch non aveva intenzione di fornire ad AARO informazioni riguardanti le sue affermazioni”. Ma il memorandum che delineava la cronologia dei tentativi di contatto, non copriva l’intera portata del rilascio. Sono stati forniti numerosi messaggi di posta elettronica e scambi di messaggi di testo per supportare la sequenza temporale di cui sopra. Un esempio di questi ultimi, sono stati gli scambi di messaggi di testo tra Christopher Mellon, ex vice segretario aggiunto alla Difesa per l’intelligence, e il dottor Sean Kirkpatrick, direttore dell’AARO all’epoca in cui furono scritti, sul sistema di messaggistica di testo crittografato noto come Signal. Questi messaggi rivelano che Mellon tenta di mediare tra Grusch e AARO per chiarire malintesi sulle capacità legali di AARO.
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Pino Morelli
A fine marzo, Timothy Gallaudet, l’ex capo della National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti, ha confermato una strana anomalia osservata sul fondale marino al largo della costa della California, sconcertando gli esperti oceanici e intensificando così, tra una notizia da urlo sui media e un annuncio ufficiale, l’agenda pro “UAP” inclusiva – come da “copione” degli Oggetti Sottomarini Non Identificati.
IL RITORNO DEGLI USO
La “New Wave” (mi si consenta l’ironico accostamento acquatico) del ritrovato interesse per gli oggetti sommersi è iniziata sicuramente a partire dal 2017, quando il comandante della marina statunitense David Fravor, oggetto dell’ormai famoso articolo del New York Times sul suo avvistamento UFO avvenuto nel 2004 (e quindi dell’altrettanta alba dell’era UFO “a Tic-Tac”) aveva discusso di una nuova scoperta inquietante che un collega pilota gli aveva rivelato, una volta che entrambi erano fuori servizio nella Marina: c’era una possibilità che avesse avvistato un UFO sottomarino. Come ci ricorda un articolo pubblicato dal “Popular Mechanics” nel settembre di due anni fa, nel primo incidente, il pilota vide una “massa oscura” sott’acqua mentre lui e la sua squadra recuperavano un drone per esercitazioni di volo. Il pilota descrisse l’oggetto come una massa “grande”, “piuttosto circolare”, ed era certo che non fosse un sottomarino. Nel secondo avvistamento del pilota, un siluro di esercitazione che il militare era stato inviato a recuperare, doveva essere stato “risucchiato” nelle profondità dell’oceano in presenza di un oggetto sottomarino simile. Il siluro non fu mai più visto. Secondo Fravor, il testimone oculare era un ex pilota dell’MH-53E Sea Dragon, la versione della Marina del CH-53E Sea Stallion del Corpo dei Marines, con base presso la stazione navale Roosevelt Roads, sull’isola di Porto Rico. Per due volte, mentre recuperava le munizioni da esercitazione esaurite fuori dall’acqua, il pilota aveva individuato uno strano oggetto sottomarino, quello che ora può includersi nella casistica come “Oggetto Sommerso Non Identificato”. Altrove nell’intervista, Fravor ha rivelato che una donna di 79 anni lo aveva contattato dopo che il suo avvistamento era diventato pubblico. La donna ha spiegato che suo padre, un ufficiale di marina, un tempo lavorava presso la stazione navale di San Francisco negli anni ‘50. Quando era bambina, il genitore le mostrò un telegramma in cui si affermava che oggetti sommersi non identificati erano stati avvistati entrare e uscire dall’acqua a una serie di coordinate di latitudine e longitudine ormai dimenticate. Il padre della donna le disse: “Li riceviamo continuamente, ed è sempre nella stessa zona”. Questi avvistamenti sono simili a quello di Fravor. Secondo il pilota della Marina in pensione, l’unica ragione per cui aveva visto l’ormai famigerato UFO “Tic Tac” era perché era sospeso sopra un misterioso oggetto più grande avvistato sott’acqua. Fravor descrive l’oggetto come a forma di croce e approssimativamente delle dimensioni di un aereo di linea Boeing 737. Ha inoltre descritto l’acqua sopra di esso come se stesse “bollendo” o “schiumando” e ha detto che l’oggetto è scomparso dopo aver attirato la sua attenzione. Persino la narrativa cartacea, anche se non assiduamente, racconta di queste esperienze da tempi non sospetti. Solo per farvi un esempio, nel 1970 il biologo Ivan Sanderson pubblicò il libro “Invisible Residents”. Egli era un noto studioso di fenomeni insoliti, e dedicò il suddetto testo agli avvistamenti di quelli che in seguito furono etichettati come “USO”, catalogandone decine di rapporti.
OGGETTI SOMMERSI E TRANSMEDI
Torniamo invece a oggi: gli UAP, che i militari e politici vogliono del tutto sostituire ai canonici UFO e USO, come è noto hanno rettificato di recente qualcosa: da quel “Unitentified Aerial Phenomena” si è passati al più generico “Anomalous”, sostituendo quindi il termine “Aerei” con “Anomali”. Per i più curiosi e attenti alle strategie operate a livello burocratico dal governo statunitense, ricordiamo che la notizia era stata lanciata quasi al termine del 2022, quando Ronald Moultrie, il sottosegretario alla Difesa per l’Intelligence e la sicurezza (I&S) durante un briefing avvenuto in quel 16 dicembre con i giornalisti, aveva comunicato espressamente le seguenti parole: “Potreste aver notato che ho appena enunciato Fenomeni Anomali Non Identificati’ - mentre in passato il dipartimento ha usato il termine «Fenomeni Aerei Non Identificati »”, specificando come “Questa nuova terminologia amplia la portata del termine UAP per includere oggetti sommersi e transmedi”. Di cosa si tratta? Gli oggetti transmedi possono effettuare la transizione tra lo spazio e l’atmosfera, o tra l’atmosfera e i corpi idrici. Ampliando il suo linguaggio per comunicare resoconti di sconcertanti incidenti simili agli UFO, Moultrie aveva osservato che il Dipartimento della Difesa indica ufficialmente ed esplicitamente che “fenomeni non identificati in tutti i domini – sia nell’aria, nel suolo, nel mare o nello spazio – pongono potenziali minacce alla sicurezza del personale e sicurezza delle operazioni e richiedono la nostra urgente attenzione”. Il perché di questa “urgenza”, può essere circoscritta soltanto se si prospetta un’organizzazione che, frettolosamente, ha bisogno di raggiungere i propri obbiettivi per cronometrare a tavolino dei tempi prestabiliti in un’agenda che preveda, entro un tot di mesi/ anni, la regolamentazione definitiva per giustificare ogni azione aerea e subacquea non ufficiale in termini di riconoscimento di mezzi costruiti – ufficialmente ed eventualmente – anche non da mano terrestre. Si parla come sempre di terminologie fredde e statiche, come “target”, “bersagli”, eccetera. E tutto ciò suona veramente, tristemente anacronistico, perché sembra di essere ritornati agli anni dell’era post atomica, dove gli UFO non hanno un’anima, non hanno piloti, apparendo come mosche che volano quasi per istinto. Insomma: invece di andare avanti, si sta tornando indietro.
UNA “TRINCEA” SUL FONDO DEL MARE
Notizia del 31 marzo scorso pubblicata inizialmente dallo storico quotidiano britannico Telegraph e rimbalzata dopo appena 48 ore anche sulle principali testate giornalistiche italiane, ha annunciato come una misteriosa registrazione sonar della Marina americana abbia rivelato una “insolita trincea” sul fondo del mare, poiché gli scienziati stanno ora esaminando la possibilità della presenza di “alieni sottomarini”. È stato Timothy Gallaudet, l’ex capo della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti ad affermare che la strana anomalia osservata sul fondale marino al largo della costa della California ha sconcertato gli esperti oceanici, precisando che il sonar ha indicato che “un oggetto si è schiantato contro una cresta per poi fermarsi”.
L’ULTIMO DEI RIVELATORI
È giusto conoscere meglio l’autore di questa dichiarazione: Timothy Cole Gallaudet è un oceanografo americano e contrammiraglio in pensione della Marina USA. Egli ha lavorato per il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti come sottosegretario al commercio per gli oceani e l’atmosfera, nonché amministratore ad interim della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Da quest’anno 2024, è CEO di Ocean STL Consulting, LLC, ed ospita il podcast “The American Blue Economy”. Gallaudet è anche un membro di spicco della comunità ufologica, sin da quando ha asserito di aver visto filmati di UAP (perché parlare di UFO oggi, a quanto pare, sembra scottare più che un tempo…) e Oggetti Sommersi Non Identificati (USO) mentre era in servizio attivo nella Marina degli Stati Uniti. L’ex NOAA ha espresso sostegno alle affermazioni del noto whistleblower David Grusch al Congresso degli Stati Uniti, chiedendo la “destigmatizzazione” dell’argomento da parte della scienza, dei militari e del pubblico in generale. Gallaudet fa parte del comitato consultivo dell’Americans for Safe Aerospace, che ricordiamo descriversi come “un’organizzazione no-profit guidata da piloti militari focalizzata sugli UAP”. È inoltre un ricercatore affiliato al Progetto Galileo di “prezzemolino” Avi Loeb che cerca prove di artefatti tecnologici extraterrestri. Insomma, potremmo affermare senza malizia trattarsi di un personaggio operante nella medesima “agenda” sopra descritta, strutturata all’indomani dell’indottrinamento “uso-media/pro-UAP”. L’ex contrammiraglio della Marina, 57 anni compiuti il 18 marzo scorso, nativo di Hollywood (il che sembra quasi ironico, se pensiamo alla fittizia messinscena a cui stiamo assistendo ultimamente) ha trascorso durante questi ultimi anni ad intervistare dozzine di marinai, sottomarini, personale militare e membri della guardia costiera degli Stati Uniti, i quali hanno dichiarato di aver avvistato oggetti non identificati nell’acqua, nel mezzo di speculazioni su velivoli alieni.
BASTA SOLTANTO GUARDARE IN SU
Sono molti, tra quei alti funzionari della Marina americana ad avergli raccontato di aver assistito a “fenomeni nei nostri oceani, nel Pacifico tropicale orientale e occidentale, nel Golfo del Messico, nei Caraibi, nel Mediterraneo e nell’Oceano Indiano, nel Nord Atlantico e sulla costa orientale”. Gallaudet ha ora esortato il Pentagono a spostare la sua attenzione dagli UAP nel cielo ai misteriosi oggetti in movimento sott’acqua. Immaginate che beffa (ma anche che senso di orgogliosa rivincita) per tutti gli altri militari i quali, nei decenni scorsi, avevano azzardato di percorrere il proibitivo percorso di “auto-disclosure”, ovvero quel pericoloso “fai da te” che ti metteva a rischio la carriera, se e quando ti permettevi di annunciare le stesse cose che si sentono oggi, in un momento ancora top secret nel quale tutto era negato, finendo come materiale riservato e altamente classificato. E pensare che trent’anni fa c’era chi se la rideva, prendendo in giro i fans della serie “The XFiles”, tacciandoli per creduloni capaci di bersi ogni trama ordita da quel giocherellone di Chris Carter. Per non parlare degli stessi ufficiali militari, spesso irrisi dagli stessi colleghi per evitare gratuiti scandali.
ANDARE A… FONDO SULLA QUESTIONE
Parlando dello strano ritrovamento del sonar, Gallaudet ha riferito al Telegraph (che ne ha poi estratto la famosa notizia del 31 marzo scorso), di volere inviare sul posto un sottomarino telecomandato per capire meglio se possano riaffiorarsi segni di ciò che ha causato il fenomeno. “Non posso spiegare questa caratteristica e quindi voglio utilizzare un ROV (veicolo sottomarino a comando remoto) per immergermi da una nave e catturarne un video”, ha detto chiaramente al quotidiano britannico. “Ciò potrebbe consentirci di identificarne le caratteristiche dettagliate, determinando potenzialmente cosa l’abbia causato”. Poi ha però tenuto a precisare che “Nessuno ha ancora accettato di fornire una nave o un ROV. Un’ipotesi è che possa essersi formato da un’interazione di uno UAP o USO con il fondale marino”. Il parere di Gallaudet è che questi oggetti sconosciuti a volte possano viaggiare nelle acque profonde dell’oceano senza mai emergere sopra l’acqua, suggerendo inoltre che prove concrete di USO potrebbero essere trovate nei dati acustici della Marina americana, pur rimanendo ancora riservati.
UNA PRIORITÀ NAZIONALE
Il rapporto pubblicato sugli USO a fine marzo scorso, è stato certificato dalla Sol Foundation, un gruppo di accademici, militari e funzionari governativi impegnati nella ricerca sugli UFO. Tale fondazione ha avvertito che le indagini USO dovrebbero essere una priorità nazionale per la ricerca oceanica per gli Stati Uniti, sostenendo che le anomalie sottomarine – attenzione – minacciano la sicurezza marittima. Non ne abbiamo alcun dubbio. Nel bene e nel male, il gioco della rivelazione deve pur sempre attraversare la cruna di un ago che preveda prudenza, precauzioni tattico- belliche, nel timore (artefatto o verace che sia) che tali oggetti, e magari occupanti fisico-biologici di tali oggetti, possano nuocere alla sicurezza dell’intero Paese e dell’intero pianeta. Instillare il dubbio; diffondere la paura; prepararsi al nuovo nemico da abbattere. Insomma, la solita caccia alle streghe, o alla pericolosa preda non ancora dichiarata ufficialmente tale. E che forse, mai si dichiarerà tale.
LE PROVE SOMMERSE
Per i tanti curiosi di filmati, ne ricordiamo alcuni già discussi e diffusi per la comunità ufologica. Sappiamo per esempio di riprese USO rilasciate in precedenza dalla Marina degli Stati Uniti che includono un filmato della USS Omaha al largo della costa di San Diego, nel sud della California, quando, il 15 luglio 2019, uno strano oggetto in sospensione avvistato tra l’aria e l’acqua destò non poca curiosità, inaugurando la desueta terminologia di oggetto “transmediale”, quindi intercettato in due elementi, in questo caso in aria e in acqua. La conferma arrivò proprio dal Pentagono, la cui portavoce Susan Gough asserì testualmente di confermare che “il video è stato girato a bordo della USS Omaha”. Quella sfera di colore e materiale non identificabili che si spostava sulla superficie marina, per poi “immergersi” di colpo, si muoveva rapidamente prima di schiantarsi in acqua, come pubblicato dal documentarista Jeremy Corbell. Quel rapporto descrive inoltre in dettaglio l’incidente di cui si accennava a inizio articolo, avvenuto nella città di Aguadilla (Porto Rico) situata sulla costa nord-occidentale dell’isola, dove un sistema di imaging termico su un aereo della Customs and Border Protection degli Stati Uniti, ha rilevato un velivolo in rapido movimento che era entrato nell’Oceano Atlantico.
NON SONO ERRORI ELETTRONICI
Di certo il nome di Garry Nolan non vi suonerà nuovo: parliamo del docente di Patologia della prestigiosa Università di Stanford che è balzato nuovamente alle cronache nelle scorse settimane per aver affermato che gli alieni sono tra noi e ci studiano con droni e IA, oltre ad aver dichiarato di aver avuto trascorsi con “figure aliene” in tenera età. Il professor Nolan, che ricordiamo aver contribuito a fondare la sopracitata Sol Foundation, ha riferito al quotidiano The Guardian che gli oggetti sopra descritti e filmati “sono stati registrati dal sonar (…) e si muovevano a velocità sott’acqua d gran lunga maggiore rispetto ai nostri migliori sottomarini o altro hardware. Allo stesso modo, oggetti vicini alla superficie sono stati osservati dai piloti in molteplici sorvoli”. Come un ossequioso soldato in dovere di sciorinare improvvisamente nozioni, come già accennato, assolutamente segrete – pena la radiazione da albi accademici o mansioni gerarchiche militari – il prof. Nolan ha ribadito che “Gli oggetti sono stati osservati sollevarsi dall’oceano come visto dai ponti di navi militari o commerciali. La posizione appropriata da assumere inizialmente è cercare di spiegare queste osservazioni come errori o problemi elettronici”, pur sottolineando come “Il problema è che alcuni di questi eventi coinvolgono più osservazioni simultanee o misurazioni di sistemi di sensori. Pertanto, la possibilità che si verifichino molteplici problemi tecnici casuali è improbabile e quindi si apre la questione se questi rappresentino una sorta di intelligenza non umana al lavoro”.
GLI USO NON SI POSSONO IGNORARE
Una sorta di intelligenza non umana al lavoro. Quanti giri di parole per evitare la pronuncia dell’esotico, sicuramente vetusto, ma sempre alla moda termine di “extraterrestre”. Che, a nominarli, scorre sempre quel brivido sulla schiena. Meglio parlare allora di “oggetti, oggetti e oggetti”, che fa più politically correct. Su questo ci si affida ancora alle recenti parole di Timothy Gallaudet, il quale precisa che “Abbiamo meno ricerche sugli UAP e sugli USO transmediali di quanto sarebbe ideale. Queste anomalie sottomarine – ha affermato nel suo rapporto – mettono a repentaglio la sicurezza marittima degli Stati Uniti, che è già indebolita dalla nostra relativa ignoranza sull’oceano globale”. L’ex capo della National Oceanic and Atmospheric Administration ha sottolineato inoltre che “La loro presenza negli oceani, allo stesso tempo, rappresenta un’opportunità senza precedenti per la scienza marittima. Per affrontare le sfide scientifiche e di sicurezza, gli UAP e gli USO transmedi dovrebbero essere elevati a priorità nazionali di ricerca oceanica”. La cosa veramente buffa è che, parallelamente, a sentir il dipartimento americano della Difesa (vedi annuncio recente tra le news del mese scorso) non abbiamo prove che il governo degli Stati Uniti abbia interagito con gli alieni! A questo punto, il dubbio che affiora è lapalissiano: siamo noi i complottisti, o sono loro a tenere in mano il bastone con la carota non identificata? Preparate altri popcorn, perché la stagione delle rivelazioni è appena iniziata. E noi, spettatori curiosi, pronti a non perderci la prossima puntata della nuova serie “U.S.A. Vs. U.S.O.”.
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Richard Charles Doty è un ex agente dell'Air Force Office of Special Investigations (AFOSI), ed è noto per il suo ruolo ambiguo all'interno della comunità ufologica. Doty è accusato di aver deliberatamente diffuso disinformazione riguardo agli UFO, influenzando in modo duraturo e profondo le narrative che ancora oggi dominano la cultura ufologica. Le sue motivazioni e il vero scopo delle sue azioni rimangono tuttora materia di dibattito. Alcuni ritengono che Doty agisse per conto del governo, mentre altri credono che abbia agito per motivi personali o per puro interesse economico. Indipendentemente dalle sue motivazioni, l'effetto delle sue azioni è stato devastante per la credibilità della comunità ufologica, seminando confusione e dando origine a miti che perdurano fino ai giorni nostri. Il suo coinvolgimento in episodi chiave come l'affare Bennewitz e la creazione dei documenti MJ-12 ha reso Doty una delle figure più controverse nel panorama ufologico.
Biografia e carriera militare
Nato il 15 febbraio 1950 nello stato di New York, Doty è cresciuto in una famiglia che aveva stretti legami con l'ambiente militare. Suo padre, Charles Doty, e suo zio, Ed Doty, erano entrambi ufficiali dell'Air Force americana con il grado di colonnello, ed entrambi hanno ricoperto ruoli di rilievo in operazioni militari e di intelligence, spesso legate ad attività di alto livello e coperte dal segreto. Crescendo in un ambiente impregnato di disciplina e lealtà verso il proprio Paese, Doty ha sviluppato un forte senso del dovere, che lo ha portato a scegliere una carriera nell'ambito della sicurezza nazionale.
Dopo essersi unito all'Air Force nel 1968 e aver prestato servizio come soldato semplice, entrò a far parte dell'Office of Special Investigations nel 1978. Doty si è distinto per le sue capacità analitiche e per la sua attenzione ai dettagli, qualità che lo hanno reso un candidato ideale per un ruolo nelle indagini speciali. Il ruolo di agente speciale dell'Air Force gli ha permesso l'accesso a informazioni classificate, mettendolo in una posizione privilegiata per osservare e partecipare a operazioni sensibili. Nel corso degli anni, Doty ha acquisito una conoscenza approfondita dei protocolli di sicurezza e delle operazioni segrete del governo, che gli ha permesso di sviluppare una comprensione unica del panorama della sicurezza nazionale durante la Guerra Fredda. La sua carriera nell'AFOSI lo ha esposto a una varietà di operazioni di controspionaggio, molte delle quali richiedevano l'uso della disinformazione come strumento per proteggere le operazioni militari statunitensi e per confondere potenziali avversari. Tuttavia, mentre la sua carriera progrediva, Doty iniziò a spingersi oltre i confini della sua posizione ufficiale.
Gli anni '80 hanno segnato un punto di svolta nella sua carriera: Doty iniziò infatti a interagire attivamente con la comunità ufologica, utilizzando le sue competenze in controspionaggio per diffondere informazioni false riguardo agli UFO e ai contatti extraterrestri. Questa deviazione dal suo ruolo tradizionale all'interno dell'AFOSI lo ha trasformato in una figura chiave nel mondo dell'ufologia, ma allo stesso tempo ha sollevato dubbi e sospetti sulle sue vere motivazioni.
L'affare Bennewitz
Paul Frederic Bennewitz (29 settembre 1927 — 23 giugno 2003) è stato un fisico, ingegnere elettronico e imprenditore di Albuquerque. Fondatore della Thunder Scientific Corporation, Bennewitz era noto per il suo interesse nel fenomeno UFO e nelle tecnologie avanzate. Nel 1979 iniziò a notare strane luci che sorvolavano la base militare di Kirtland, situata proprio di fronte alla sua abitazione. Contemporaneamente, cominciò a intercettare segnali elettromagnetici che sembravano provenire dalla base. Senza esserne consapevole, Bennewitz si era imbattuto in attività militari segrete: le luci erano velivoli militari top-secret, mentre i segnali da lui captati erano legati a programmi classificati, il cui scopo era il monitoraggio e il sabotaggio dei satelliti sovietici. Preoccupate che Bennewitz potesse, anche solo accidentalmente, svelare operazioni altamente riservate, l’Air Force e la NSA decisero di mettere in atto un elaborato piano per depistarlo, sfruttando il suo interesse per gli UFO.
Fu in questo contesto che Bennewitz entrò in contatto con Richard Doty. Doty, in qualità di agente dell'AFOSI, era stato incaricato di avvicinare Bennewitz e di fornirgli documenti falsi che lo convincessero di trovarsi davanti a fenomeni di origine extraterrestre. La narrazione orchestrata dalle autorità militari lo portò a credere che quelle luci e quei segnali fossero legati alle attività dei “Grigi”, piccoli esseri umanoidi che, gli fu detto, provenivano dal sistema binario di Zeta Reticuli. Bennewitz venne gradualmente persuaso che questi alieni operassero da una base segreta nascosta nel Monte Archuleta, nei pressi di Dulce, in New Mexico. L’obiettivo di questa campagna di disinformazione era semplice: distogliere la sua attenzione dalle operazioni segrete che si stavano svolgendo a Kirtland e spingerlo a focalizzarsi su una base sotterranea aliena inesistente.
Il piano dell'Air Force e della NSA funzionò perfettamente, in quanto Bennewitz concentrò tutti i suoi sforzi sul Monte Arciuleta, sfruttando le sue abilità di pilota per sorvolare regolarmente la montagna in cerca di prove dell'esistenza della base sotterranea. Durante uno dei suoi voli, Bennewitz individuò quello che gli parve il luogo di un incidente aereo. Vedendo in questo un’ulteriore occasione di manipolazione, l’Air Force e l’NSA cominciarono a inviargli documenti falsi che suggerivano che l’oggetto schiantato fosse un velivolo sperimentale alimentato a energia nucleare, costruito attraverso la retroingegneria di tecnologia aliena. Per rafforzare ulteriormente le sue convinzioni circa l'esistenza della base sotterranea di Dulce, l'Air Force fece persino installare false strutture di ventilazione e altri segni architettonici sulla montagna, il che avrebbe fuorviato Bennewitz, che vedendo quelle strutture dall'alto si sarebbe ulteriormente convinto dell'esistenza di un impianto sotterraneo. Gli venne inoltre fatto credere che i Grigi della base fossero responsabili delle mutilazioni di bestiame, fenomeno riportato frequentemente nell'area. Man mano che l'operazione cresceva in complessità, Bennewitz fu ulteriormente ingannato: gli venne fatto credere che i Grigi avessero stipulato un patto segreto con il governo degli Stati Uniti, il quale avrebbe permesso agli alieni di rapire cittadini americani per esperimenti medici in cambio di tecnologie avanzate. Inoltre, gli fu detto che i Grigi conducevano regolarmente esperimenti su soggetti umani all'interno dell'installazione sotterranea di Dulce, rapendo quotidianamente migliaia di persone e poi impiantando dispositivi per monitorare e controllare le proprie cavie.
Ormai in preda alla paranoia, Bennewitz giunse a sospettare che persino sua moglie fosse tenuta sotto controllo dagli alieni tramite un dispositivo impiantatole nel cervello, e che gli extraterrestri si introducessero nella sua abitazione di notte per iniettargli sostanze sconosciute. La paranoia di Bennewitz arrivò al punto che la sua famiglia, preoccupata per le sue condizioni fisiche e mentali, lo fece ricoverare nel reparto di salute mentale del Presbyterian Anna Kaseman Hospital; ove rimase sotto osservazione per un mese. Ma nonostante il crollo di Bennewitz, la disinformazione che egli contribuì a diffondere non si fermò con lui. Le teorie e le storie che aveva condiviso con la comunità ufologica continuarono a circolare e a evolversi, venendo riprese e rielaborate da altri ricercatori e appassionati. Il danno era fatto: le idee di Bennewitz, sebbene basate su informazioni false e manipolate, avevano preso piede e si erano integrate nel corpus della mitologia ufologica più estrema. Doty, da parte sua, non ha mai subito conseguenze dirette per le sue azioni.
Doty e Linda Moulton Howe
In aggiunta al suo coinvolgimento nell’affare Bennewitz, Doty è conosciuto anche per aver contribuito enormemente a fornire falsi documenti e prove ad altri ricercatori. Uno di essi è l'ufologa e giornalista americana Linda Moulton Howe.
Nel 1983, Linda Howe era una giornalista e documentarista già affermata, nota soprattutto per le sue indagini sulle mutilazioni del bestiame. Dopo il successo del suo documentario A Strange Harvest, la Howe cominciò a lavorare ad uno speciale per la HBO, intitolato UFOs: The E.T. Factor. Fu in questo contesto che venne a contatto con Doty, che le promise accesso a informazioni riservate riguardo agli UFO e alla presenza extraterrestre sulla Terra.
Il 9 aprile, la Howe incontrò Doty alla base di Kirtland. Questi, in un’atmosfera carica di mistero, la informò che il suo documentario aveva destato preoccupazione presso alcuni funzionari di Washington. Dopodiché Doty le disse che, su autorizzazione dei suoi superiori, poteva mostrarle alcuni documenti riservati, a condizione che non prendesse appunti. Tra questi, la Howe vide un documento intitolato “Rapporto per il Presidente degli Stati Uniti sugli avvistamenti UFO", che menzionava quattro incidenti con veicoli alieni precipitati a Roswell, Aztec, Kingman, e in Messico. Inoltre, il documento menzionava un essere extraterrestre — identificato come “EBE” (Extraterrestrial Biological Entity) — sopravvissuto allo schianto di un UFO e tenuto in custodia a Los Alamos fino alla sua morte nel 1952. Doty le disse che altri esseri alieni erano giunti sulla Terra e che uno di questi era ancora vivo, lasciandole intendere che avrebbe potuto persino intervistarlo. Doty le parlò inoltre di trattati segreti stipulati dagli alieni col governo americano, nonché di foto e video in possesso del governo, incluso il filmato dell'atterraggio di un UFO in una base militare, materiali che promise di farle visionare per il suo documentario. Infine Doty le disse che sarebbe rimasto in contatto con lei usando il nome in codice “Falcon”. Tuttavia, dopo averla tenuta sulle spine per svariati mesi con nuove “rivelazioni”, Doty dichiarò di essere stato rimosso dal caso e affidò la Howe ad altri presunti contatti dell’intelligence, che però non portarono a nulla di concreto. Questo intricato gioco finì per compromettere il progetto della Howe, tanto che la HBO decise infine di abbandonare la produzione del documentario.
Con il passare degli anni, diversi ufologi, tra cui Robert Hastings e altri, hanno ipotizzato che gli incontri tra Doty e la Howe facessero parte di una precisa operazione di disinformazione. Secondo questa teoria, l’obiettivo non sarebbe stato solo quello di diffondere informazioni false, come quelle contenute nei documenti mostrati alla Howe, ma anche di sabotare il suo progetto con ritardi e continue dilazioni, fino a portare alla cancellazione del documentario, che avrebbe potuto altrimenti rivelarsi scomodo per alcuni ambienti governativi. Ciononostante, la Howe è rimasta convinta dell’autenticità di quanto le era stato mostrato, continuando a promuovere queste informazioni e a diffonderle nel corso della sua carriera, contribuendo alla loro proliferazione all’interno della comunità ufologica.
I documenti MJ-12
Oltre che nella manipolazione psicologica di Paul Bennewitz e nel depistaggio di Linda Howe, Doty sembra essere stato anche coinvolto nella creazione e nella diffusione dei cosiddetti "documenti Majestic 12", o "documenti MJ-12", considerati da molti ufologi e studiosi come i documenti più famigerati e dibattuti nella storia dell'ufologia. I documenti, apparsi per la prima volta alla fine degli anni '80, affermano di essere una serie di note riservate che descrivono la formazione di un gruppo segreto, il Majestic 12, incaricato dal Presidente degli Stati Uniti di gestire e nascondere le prove dell'esistenza degli UFO e del contatto con civiltà extraterrestri. Secondo questi documenti, il gruppo sarebbe stato creato nel 1947, immediatamente dopo l'incidente di Roswell, e avrebbe incluso figure di spicco dell'establishment scientifico e militare americano. La prima apparizione dei documenti MJ-12 avvenne nel 1984, quando furono inviati a William Moore (ufologo molto conosciuto nei primi anni '80 grazie al suo lavoro investigativo sul caso Roswell) e Jamie Shandera, in una busta anonima. All'interno c'erano pellicole fotografiche che mostravano pagine dattiloscritte apparentemente provenienti da documenti governativi classificati. Questi documenti dettagliavano le operazioni del gruppo MJ-12, il recupero di velivoli extraterrestri e le autopsie su corpi alieni. L'autenticità di questi documenti è stata immediatamente oggetto di dibattito, con molti ricercatori che iniziarono a scavare nelle loro origini e a cercare conferme indipendenti delle affermazioni in essi contenute.
I documenti furono inizialmente accolti con entusiasmo dalla comunità ufologica, ma analisi successive hanno portato alla luce numerose incongruenze e anomalie che hanno fatto sorgere dubbi sulla loro autenticità. Esperti di documenti e storici hanno notato che il formato, la terminologia utilizzata e lo stile di scrittura non corrispondevano a quelli tipicamente impiegati nei documenti governativi degli anni '40 e '50. Un altro punto critico è stato l'analisi delle firme e delle intestazioni presenti nei documenti. Specialisti in falsificazioni hanno esaminato le firme attribuite a figure come il Generale Hoyt Vandenberg e altri, trovando discrepanze significative rispetto alle firme autografe autentiche di questi individui. Inoltre, le intestazioni e i timbri presenti nei documenti hanno sollevato ulteriori sospetti, poiché non corrispondevano ai modelli e alle procedure ufficiali in uso all'epoca nei documenti governativi classificati. Questo punto ha portato molti a concludere che i documenti MJ-12 fossero falsi ben orchestrati, progettati per sembrare autentici ma con numerosi errori che ne tradivano la vera natura. Gli esperti hanno anche esaminato il contenuto dei documenti, notando che molte delle informazioni sembravano derivare da conoscenze già disponibili nel pubblico dominio all'epoca della loro diffusione. Alcuni dettagli riguardanti l'incidente di Roswell, ad esempio, sembravano essere ripresi da libri e articoli precedenti piuttosto che da fonti originali e segrete. Ciò ha alimentato ulteriormente la teoria secondo cui i documenti fossero stati creati da qualcuno con una conoscenza superficiale ma non approfondita degli eventi storici reali.
Il ruolo di Doty nella creazione dei documenti MJ-12 rimane avvolto nel mistero, ma molteplici indizi puntano nella sua direzione. L'elemento principale che sembra suggerire il suo coinvolgimento è rappresentato dal fatto che il pacco contenente il rullino da 35mm recapitato a Jamie Shandera nel 1984 aveva un timbro postale di Albuquerque, città sede della base militare di Kirtland e luogo di residenza di Doty. Una seconda evidenza significativa emerge dall'analisi cronologica degli eventi: prima della diffusione dei documenti MJ-12, Doty aveva già consegnato a Paul Bennewitz il cosiddetto "Aquarius Telex", un documento poi rivelatosi falso che menzionava un'organizzazione denominata "MJ-Twelve" (con il 12 scritto in lettere anziché in numeri). Tale particolare suggerisce che sia il documento Aquarius che i documenti MJ-12 abbiano un'origine comune, che potrebbe ricondursi a Doty o a qualche altro funzionario dell'AFOSI che collaborava con lui. Inoltre, la sua posizione nell'AFOSI, il suo comprovato coinvolgimento nell'affare Bennewitz e il suo accesso a informazioni classificate rendono Doty un indiziato plausibile. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che Doty, o altri membri dell'AFOSI, potrebbero aver fabbricato i documenti per testare la reazione della comunità ufologica, per deviare l'attenzione da altre operazioni segrete, oppure per dare agli ufologi e al pubblico un'immagine distorta, o forse esagerata, delle conoscenze in possesso del governo degli Stati Uniti riguardo alla natura del fenomeno UFO. L'ex agente, dal canto suo, ha sempre negato di essere stato coinvolto nella creazione e nella diffusione di tali documenti, nonostante I numerosi indizi che suggeriscono il contrario.
Il Progetto Serpo
Doty appare inoltre legato al racconto del cosiddetto "Progetto Serpo", una delle storie più elaborate e controverse nella moderna ufologia. La storia è emersa pubblicamente nel 2005, quando un anonimo mittente, che si identificava come "Anonymous" e affermava di essere un ex funzionario del governo americano in pensione, iniziò a inviare e-mail dettagliate a diversi ricercatori UFO, tra cui Victor Martinez e Bill Ryan. Quest'ultimo creò un sito web (serpo.org) per pubblicare e discutere le informazioni ricevute.
Secondo il racconto, il disco volante precipitato nei pressi di Roswell avrebbe contenuto un sopravvissuto, un essere extraterrestre che sarebbe rimasto sotto custodia americana fino al 1952 e che riuscì a contattare il suo popolo poco prima della sua morte. Successivamente alla morte dell'alieno sopravvissuto all'incidente di Roswell, altri esseri alieni sarebbero Giunti sulla Terra, il che avrebbe portato a una serie di incontri diplomatici tra rappresentanti degli Stati Uniti e della civiltà aliena, denominata "Ebens", culminati in un accordo per uno scambio di personale. Secondo le email anonime, nel 1965 dodici militari americani accuratamente selezionati (dieci uomini e due donne) sarebbero partiti per il pianeta degli Ebens, denominato Serpo, situato nel sistema stellare di Zeta Reticuli. Il viaggio avrebbe richiesto nove mesi, durante i quali gli astronauti avrebbero viaggiato a bordo di una nave spaziale aliena. Una volta giunti su Serpo, gli americani avrebbero trascorso tredici anni sul pianeta, studiando la civiltà aliena, la loro tecnologia, cultura e società. Il pianeta viene descritto come un mondo illuminato da due soli e con condizioni ambientali più estreme rispetto alla Terra: temperature più elevate, radiazioni più intense e una gravità leggermente superiore. Gli Ebens vengono descritti come esseri umanoidi alti circa un metro e venti, con una società altamente organizzata ma priva di strutture governative come le intendiamo noi, basata invece su una forma di collettivismo pacifico. Secondo il racconto, degli originali dodici membri della squadra, due morirono sul pianeta Serpo, mentre gli altri otto fecero ritorno sulla Terra nel 1978. Due avrebbero scelto di rimanere con gli Ebens. Dei sopravvissuti rientrati, tutti sarebbero morti negli anni successivi a causa dell'esposizione alle intense radiazioni del pianeta. Le rivelazioni includevano presunti dettagli del programma di scambio, fotografie (mai pubblicate), registrazioni e documenti governativi. Secondo "Anonymous", tutte le informazioni sul progetto erano state accuratamente documentate in 3.000 pagine di rapporti classificati.
Tuttavia, alcuni anni dopo, il giornalista Ryan Dube ha effettuato un'analisi comparativa fra l'indirizzo IP dell'email pubblica di Richard Doty e di quello delle email inviate da "Anonymous", scoprendo che entrambi gli indirizzi email potevano essere fatti risalire allo stesso indirizzo IP. Ciò ha portato Dube a concludere che Doty fosse "Anonymous" e che, pertanto, sia l'autore dell'intero racconto. Doty ha però sempre negato di essere l'autore della storia e delle email anonime, sostenendo che la corrispondenza fra i due indirizzi IP fosse soltanto una coincidenza. Ma benché l'ex agente dell'AFOSI abbia negato ogni responsabilità nella diffusione delle email anonime, ha comunque sostenuto che la storia fosse autentica e che tale programma di scambio con gli "Ebens" di Zeta Reticuli sia effettivamente avvenuto. Nonostante la smentita da parte di Doty, molti ricercatori rimangono comunque convinti del fatto che egli sia a tutti gli effetti l'autore dell’intera narrazione di Serpo. Secondo alcuni ufologi, la motivazione che ha spinto Doty a creare questa storia e a diffonderla tramite internet potrebbe essere stata quella di distogliere l'attenzione da veri programmi segreti, o di seminare confusione all'interno della comunità ufologica. Questo sospetto è rafforzato dal fatto che, nonostante Doty abbia affermato che la storia sarebbe autentica, non ha mai fornito prove concrete o testimonianze verificabili per sostenerne la veridicità.
Doty e la comunità ufologica
Anche dopo essersi ritirato dall'AFOSI, Doty ha continuato a proiettare la sua ombra sulla comunità ufologica americana. L'ex agente, pur ammettendo che parte delle informazioni da lui diffuse negli anni '80 fossero deliberatamente false, ha sempre sostenuto che altri elementi delle storie da lui messe in circolazione siano invece fondati su fatti reali. Ancora oggi, Doty mantiene una posizione controversa su alcuni dei casi più dibattuti della storia ufologica: non solo afferma che lo schianto di Roswell sia stato un incidente di natura extraterrestre e che siano stati recuperati dei cadaveri alieni, ma anche che un alieno sia effettivamente sopravvissuto allo schianto e sia stato tenuto in custodia nell'Area 51 fino al suo decesso nel 1952. Doty continua Inoltre a promuovere l'idea che il governo degli Stati Uniti sia realmente in possesso di numerosi veicoli di origine extraterrestre, recuperati in diversi incidenti insieme ai resti dei loro equipaggi, veicoli che sarebbero oggetto di intensi studi presso strutture militari segrete, dove verrebbero condotti programmi di ingegneria inversa finalizzati a comprendere e replicare la tecnologia aliena. Tuttavia, la credibilità di Doty viene ancora oggi fortemente messa in discussione da diversi ricercatori, ufologi e appassionati. Tra questi spicca Robert Hastings, il quale sostiene che l'ex agente dell'AFOSI non avrebbe mai realmente abbandonato il suo ruolo di disinformatore e di agente governativo, e che quindi anche le sue recenti "rivelazioni" vadano fortemente messe in discussione. La figura di Richard Doty rimane così avvolta in un'ambiguità che sembra destinata a persistere.
Bibliografia
Open Letter to the U.S. Air Force Regarding Allegations of UFO Disinformation di Alejandro Rojas
Project Beta: The Story of Paul Bennewitz, National Security, and the Creation of a Modern UFO Myth di Greg Bishop
Mirage Men: A Journey Into Disinformation, Paranoia and UFOs di Mark Pilkington
Exempt From Disclosure di Richard Doty e Robert Collins
X Descending di Christian P. Lambright
UFO Cover-Up: What the Government Won't Say di Lawrence Fawcett e Barry J. Greenwood
The MJ-12 Affair: Facts, Questions, Comments di Robert Hastings
Operation Bird Droppings: The MJ-12 Saga Continues di Robert Hastings
MJ-12: The Hoax that Quickly Became a Disinformation Operation di Robert Hastings
UFO Disinfo: Four Times the US Military Hoaxed Alien Contact Through the Decades di Greg Taylor
Project Serpo Uncovered di Ryan Dube
«Nessuno è colpevole di essere nato schiavo. Ma lo schiavo al quale non solo sono estranee le aspirazioni alla libertà, ma che giustifica e dipinge a colori rosei la sua schiavitù, un tale schiavo è un lacchè e un bruto che desta un senso legittimo di sdegno, di disgusto e ripugnanza.» (Lenin)
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Alaukik Chandrika
Sono in molti a pensare che in India le vicende ufologiche siano ricollegabili soltanto a storie o racconti del passato. Non è affatto così, perché gli avvistamenti continuano ancora oggi, anche se dall’Occidente è sempre arduo tenersi aggiornati, o essere informati. Ma è anche difficile parlare di semplici “UFO” al popolo indiano…
UFO, COSA SEI?
Notoriamente incline alla divinazione e l’osservazione religiosa con un respiro a 360° dei vari fenomeni che, nei millenni, sono stati tramandati dapprima oralmente, anche noi indiani, attraverso ogni racconto e storia, rito e uso delle reminiscenze della loro terra misteriosa e magica, siamo riusciti a vivere e respirare anche nella semi-moderna quotidianità un qualcosa che si ripresenta ai nostri occhi che oggi si vuol definire “UFO”. Ma non tutti sanno accettarlo, in quanto i “vostri UFO” potrebbero essere “i nostri Dei”, o demoni. Fatti quindi i dovuti paragoni da cultura a cultura, da Paese a Paese, data l’enorme vastità del territorio indiano, oltre allo sviluppo occidentale che ormai ha contaminato globalmente anche questi meravigliosi territori, discutere e interrogare, parlare di ufologia in India non è così semplice. Ne sa qualcosa chi, oggigiorno, ha scelto la via della divulgazione ufologica proprio nel proprio territorio.
UN MAGAZINE TUTTO INDIANO
Da qualche anno, esiste anche una rivista, “UFO Magazine India”, su cui per legittimo rispetto, desideriamo spendere due parole. Era mezzanotte passata. Krishna Devi stava lavorando vicino alla finestra nella sua casa di Chandigarh quando, afferma, vide un’entità aliena levitante proprio fuori. Terrorizzata, osservò la figura aliena grigiastra, alta circa un metro e mezzo, muoversi per la casa e apparire vicino alla porta d’ingresso, per poi svanire. Circa 15 anni dopo, suo figlio Hitesh K. Yadav è un appassionato di UFO. Portando la sua passione un passo avanti, lo studente di ingegneria ha lanciato quindi “UFO Magazine India”, una rivista elettronica bimestrale uscita a partire da gennaio 2017. “Ho fondato questa rivista per creare consapevolezza e chiarire idee sbagliate”, afferma Hitesh, che all’epoca aveva solo 20 anni! Ha anche sviluppato un’app di ufologia e fondato Disclosure India, un team di 200 membri che indaga su avvistamenti e incontri con alieni. A differenza dell’Occidente, le storie di presunti incontri alieni e avvistamenti UFO non sono ampiamente riportate dai media indiani. Ciò, tuttavia, non dovrebbe significare che entità aliene non abbiano visitato l’India, afferma Hitesh. “C’è una generale mancanza di consapevolezza in India. Quando sperimentano qualcosa, la maggior parte delle persone lo associa a superstizioni o attività paranormali”, afferma. Anche se la identificano come un’attività extraterrestre, le persone non sanno dove denunciarla, o come procedere. Il rapporto più recente di attività aliena in India proveniva dal Karnataka. A luglio, alcuni abitanti del villaggio nel distretto di Gadag hanno trovato impronte insolitamente enormi che, secondo loro, erano state causate dagli alieni. I funzionari forestali hanno respinto l’affermazione, sebbene non siano riusciti a spiegare le impronte. Eventi inspiegabili come questi scatenano una scarica di adrenalina in Ramkrishan Vaishnav a cui piace identificarsi come inventore, imprenditore e ufologo. Ingegnere elettrico, Ramkrishan, 28 anni, gestisce due società a Naguar nel Rajasthan. Nel 2008 ha fondato il gruppo di ricerca The Other Planet (TOP) per ufologi in tutta l’India e ha avviato un’indagine su un avvistamento UFO nel villaggio di Banwara, dove gli abitanti ivi residenti avevano visto luci intense e uno strano oggetto volante. “Dopo aver scansionato l’area, abbiamo trovato un punto in cui l’UFO avrebbe potuto atterrare e abbiamo anche recuperato un oggetto simile a un cristallo che emette luce”, ha affermato Ramkrishan. Il 36enne Kamal Pant invece, non è un investigatore o un teorico dei rapimenti; è un comunicatore. “Quando guardo in alto, il cielo aperto mi attira”, ha dichiarato il docente di informatica di Dehradun. “Mi sto solo preparando a migliorarmi per ascoltare quei messaggi, quelli che vogliono dirmi”. È stato attratto dal mondo dell’ufologia quando aveva cinque anni e, ovviamente, in conseguenza ad un avvistamento. “No, non era un elicottero o un aereo. Non emetteva alcun suono”, ribadisce mentre ricorda di aver visto raggi di luce rossi e blu nel cielo notturno fuori casa. Nel tentativo di creare un legame con gli esseri là fuori, Kamal si è specializza in un regno diverso come quello del “CE5” brevettato dal ricercatore americano Steven Greer. Kamal si rifiuta di credere ai rapimenti, alle aggressioni o agli impianti alieni. È infatti convinto che sia “una civiltà molto avanzata e tutto ciò che vogliono è aiutarci, non ferirci”. Gli extraterrestri non sono un fenomeno nuovo; sono qui da migliaia di anni, dice, esortandoci a guardare più a fondo nella mitologia indiana per trovarne prova. Concludendo che l’ufologia sia un mix di Veda e scienza. Come potrebbe non essere altrimenti, per un indiano?
GLI AVVISTAMENTI INDIANI NELL’ERA MODERNA
Secondo una ricerca 2023 del NUFORK (National Ufo Reporting Center), sono centinaia gli avvistamenti segnalati in India, considerata anche l’enorme vastità di questa nazione dell’Asia meridionale. Sin dal periodo embrionale dell’ufologia occidentale, si registrano episodi anche nel nostro Paese, come quello avvenuto nel 1951 a Nuova Delhi, dove i membri di un club di volo segnalarono un oggetto a forma di sigaro nel cielo, lungo circa trenta metri. Il 3 ottobre 1957, un disco volante fu visto da circa 800 persone in tre villaggi indiani – Kadori, Borsa e Mangalda – nel distretto di Manbhum nel Bihar. Secondo il Project 1947, un gruppo di ricerca che mira a documentare e preservare i resoconti storici degli avvistamenti UFO, il Times of India riferì che centinaia di abitanti dei villaggi uscirono dalle loro capanne per vedere lo strano oggetto. L’UFO, che aveva la forma di un disco piatto, presumibilmente scese ad un’altezza di circa 500 piedi sopra la terra, “emettendo un suono simile al ronzio del motore di un’automobile”. Rimase sospeso per alcuni minuti e alla fine si librò verso l’alto ad una velocità incredibile dopo aver emesso del fumo. Fino ad oggi, agli abitanti di Kadori, Borsa e Mangalda non è stata data una spiegazione sull’origine dell’UFO, ma è piuttosto difficile credere che 800 persone stessero semplicemente “vedendo delle cose”.
UFO E INDIA: UN CONNUBIO ANCORA ATTUALE
Ieri come oggi, visitatori misteriosi tornano a far capolino nei nostri cieli indiani. Il 29 ottobre del 2007 un UFO in rapido movimento fu avvistato la mattina presto nella parte orientale di Calcutta. L’incidente, che è stato catturato in video e persino trasmesso nei notiziari televisivi, ha mostrato due oggetti che cambiano colore, simili a palle di fuoco, che fluttuano nel cielo scuro. Ma secondo centinaia di testimoni e secondo il cameraman dietro il video, i due oggetti visti nel video facevano in realtà parte della stessa navicella spaziale. Nel 2004 ricordiamo il “più chiaro avvistamento di ‘UFO’ mai realizzato”, come descrisse all’epoca l’India Today: avvenne a 100 km a sud della regione di Lahaul-Spiti. A quel tempo, un gruppo di geologi e glaciologi legati al Centro di applicazioni spaziali della nazione stava esplorando la regione montuosa quando avvistarono una figura umanoide “simile a un robot” alta quattro piedi che inseguiva il bordo della valle a 50 metri da loro per circa 40 minuti. prima di decollare e scomparire alla vista. Nonostante 14 persone abbiano assistito al misterioso spettacolo - tra cui sei scienziati - e abbiano passato i filmati alle unità di intelligence e all’esercito, la questione, scrisse il quotidiano indiano fu sepolta.
UNITI NELLA RICERCA
l fatto si replicò nel 2012, quando addirittura fu la polizia di frontiera indo-tibetana (ITBP) a segnalare sfere misteriose che furono indagate dall’esercito, dall’Osservatorio astronomico indiano, oltre all’Organizzazione nazionale per la ricerca tecnica e l’Organizzazione per lo sviluppo della ricerca sulla difesa tutti chiamati a indagare. “Qualcosa è chiaramente sbagliato, se le nostre risorse scientifiche combinate non riescono a spiegare il fenomeno” riferì a India Today un alto ufficiale dell’esercito con sede a Delhi. L’unità ITBP che presidia il confine dell’India con Aksai Chin, occupato dai cinesi, ha avvistato per la prima volta l’UFO il 1° agosto del 2012 e, fino al 15 ottobre dello stesso anno, aveva registrato più di 100 avvistamenti di “oggetti luminosi non identificati” apparsi dal lato cinese, rimanendo poi sospesi per un periodo compreso tra le tre e le cinque ore prima della partenza. Questi registri sono arrivati fino in cima, raggiungendo anche l’ufficio del primo ministro. Di conseguenza, a settembre, il 14° Corpo inviò una squadra per installare un’unità radar mobile a terra e un analizzatore di spettro su una montagna vicino al lago Pangong, al confine con India e Cina. Per l’occasione, fu inviato anche un drone per inseguire l’oggetto, ma lo perse presto, una volta raggiunta la massima altezza di volo. L’esercito e l’ITBP esclusero qualsiasi possibilità che gli oggetti fossero satelliti o droni in orbita bassa attorno alla Terra. Quest’ultima sarebbe sembrata la spiegazione più probabile, considerando che le sfere apparivano all’orizzonte da Aksai Chin, e che tra gennaio e agosto 2012 l’esercito indiano registrò 99 avvistamenti, 62 dei quali avvenuti nella regione di 86.000 kmq del Ladakh. Jammu e Kashmir. Successivamente furono invece gli astronomi (i quali studiarono questi oggetti per tre giorni) a concludere che non fossero identificabili. La migliore spiegazione fornita dall’intelligence indiana, bollò questi fantastici avvistamenti definendoli come una “rozza operazione psicologica da parte della Cina” o, in modo meno entusiasmante, di indagini. Nel peggiore dei modi, si rimandò a “lanterne cinesi”, come se soldati e astronomi non sapessero distinguere un OVNI da una lanterna cinese…
ANCHE SULL’AEROPORTO
Nel giugno del 2013 invece i residenti di Chennai osservarono “cinque granelli di luce arancione brillante” nel cielo notturno. Nell’estate dello stesso anno, le truppe dell’esercito indiano avvistarono diversi UFO vicino al confine con il Ladakh. Ricordiamo infine il fatto se vogliamo più clamoroso e recente, quando il 14 dicembre 2023, il Ministero dell’Aviazione Civile ha riferito al Lok Sabha che un UFO è stato avvistato un mese prima nei pressi dell’aeroporto di Imphal, in data il 19 novembre. L’oggetto è rimasto visibile fino a poco prima del tramonto e successivamente è scomparso. Quel giorno, l’atterraggio e il decollo degli aerei sono stati sospesi all’aeroporto internazionale di Bir Tikendrajit per quasi tre ore, mentre due voli sono stati dirottati su Calcutta e tre voli in partenza sono stati ritardati a terra. “Il 19.11.2023, alle 14.30 IST, l’ATC di Imphal ha ricevuto un messaggio telefonico dalla sala di controllo del CISF riferendo di un oggetto volante non identificato avvistato vicino all’aeroporto di Imphal appena sopra la torre ATC in alto. L’oggetto sembrava essere di colore bianco e si è spostato verso sud sopra la torre ATC ed è rimasto fermo lì per un po’ di tempo. È stato visibile fino al 1605 IST e da allora in poi è scomparso. (L’ora del tramonto a Imphal quel giorno era alle 16.26 IST)”, ha detto in una lettera scritta il ministro di Stato per l’aviazione civile VK Singh. In risposta ad una domanda del membro del Congresso Manish Tewari, il ministro ha detto che qualsiasi oggetto aereo non identificato nelle vicinanze dell’aeroporto rappresenta un pericolo per il funzionamento degli aerei a causa dei movimenti imprevedibili dell’oggetto. “Pertanto, l’oggetto avvistato sopra l’aeroporto di Imphal rappresentava lo stesso pericolo per il movimento degli aerei”, ha riferito Singh. Tewari voleva anche sapere se il governo ha una strategia/politica per proteggere gli aerei di linea commerciali in caso di avvistamento UFO e se il governo ha una visione della vita extraterrestre o degli esseri viventi nello spazio. A queste domande, tuttavia, non c’è stata una risposta specifica. “L’Autorità aeroportuale dell’India controlla e gestisce lo spazio aereo indiano che si estende oltre i limiti territoriali del Paese, come accettato dall’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale (ICAO) per garantire la sicurezza e l’efficienza dei voli. È inoltre responsabile della comunicazione, della navigazione e della sorveglianza dello spazio aereo indiano”, ha affermato il ministro nella risposta scritta. Fino a qualche anno fa, incolpavano i droni, ma oggi non se ne sente (quasi) più parlare nell’ambito di avvistamenti ufologici, perché a mio parere certe scuse non reggono più. In compenso, sono state sostituite da altre scuse!
Nel 2014 il Dipartimento Statale di Archeologia e Cultura del Chhattisgarh decise di chiedere aiuto alla Nasa e all'Isro per la ricerca su quelle pitture rupestri risalenti a 10.000 anni fa raffiguranti presunti alieni e UFO nella regione di Charama, nel distretto di Kanker, nella regione tribale del Bastar. Secondo l'archeologo JR Bhagat, questi dipinti raffiguravano alieni “come quelli mostrati nei film di Hollywood e Bollywood”. Situate a circa 130 km da Raipur, le grotte rientrano nei villaggi di Chandeli e Gotitola.
"I risultati suggeriscono che gli esseri umani in epoca preistorica potrebbero aver visto o immaginato esseri provenienti da altri pianeti che ancora oggi suscitano curiosità tra le persone e i ricercatori. Sono necessarie ricerche approfondite per ulteriori risultati. Il Chhattisgarh attualmente non dispone di alcun esperto che possa fare chiarezza sull'argomento", asserì Bhagat. Esistono diverse credenze tra la gente del posto in questi villaggi. Mentre pochi adorano i dipinti, altri raccontano storie che hanno sentito dagli antenati sul "Popolo Rohela", quelli di piccole dimensioni che erano soliti atterrare dal cielo in un oggetto volante di forma rotonda e portare via una o due persone del villaggio che non tornavano mai più. "I dipinti sono realizzati in colori naturali che difficilmente sono sbiaditi nonostante gli anni. Le figure stranamente scolpite sono viste con in mano oggetti simili ad armi e non hanno caratteristiche chiare. In particolare, mancano il naso e la bocca. In alcune immagini, sono addirittura mostrato mentre indossano tute spaziali. Non possiamo confutare la possibilità di immaginazione da parte degli uomini preistorici, ma gli esseri umani di solito immaginano queste cose", affermò l'archeologo. Aggiungendo e domandandosi come possa essere una sola coincidenza l’osservazione di immagini così antiche che sembrano avere una forte somiglianza anche con gli UFO mostrati anche nei film sugli alieni. "L'antenna a ventaglio e le tre gambe del supporto del veicolo mostrano chiaramente una somiglianza gli scafi di tipo UFO", fece notare ancora l’archeologo.
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Gabriele Lombardo
Approfondiamo un'ipotesi affascinante che suggerisce che potremmo dover la nostra esistenza al pianeta rosso: Marte. Anche se nel mondo della ricerca ufologica in molti hanno ipotizzato tale possibilità, in realtà questa viene proprio dal mondo accademico, anche se con una mentalità decisamente più aperta.
QUANDO LA SCIENZA INCONTRA GLI EXTRATERRESTRI…PER DAVVERO
Il 20 dicembre 2013 il dottor Ellis Silver, un ecologo planetario (termine che può ricordare sovente i romanzi e la trilogia cinematografica di “Dune”) ha svelato un’idea provocatoria condensata nel suo libro pubblicato nel 2017,: “Gli esseri umani non provengono dalla Terra - Una valutazione scientifica delle prove”, a cui ha fatto seguito tre anni fa la pubblicazione di: “SuperMarte: Da Dove Veniamo Veramente e Dove Andremo Quando il Mondo finirà”. Il professore originario del Wisconsin (la cui encomiabile fissa, tra le altre cose, è quella di “ripulire gli oceani del mondo”) diciamolo subito sostiene di avere avuto il privilegio di incontrare un extraterrestre e un ibrido alieno- umano, nessuno dei quali si aspettava di incontrare, maledicendo la sua fortuna per “non avere avuto con sé una macchina fotografica per immortalare quel momento”. Sarebbe interessante approfondire questo aspetto incredibile della sua esperienza (e dovremmo tornarne a parlare!) ma l’articolo in questione ci impone una direzione diversa. Ellis Silver ha sottolineato diverse vulnerabilità fisiche peculiari dell’umanità, che sono altrimenti inspiegabili. Giusto per fare qualche esempio: la nostra suscettibilità alle scottature solari e la necessità di occhiali da sole in piena luce, che approfondiremo più avanti nell’articolo. Questi tratti, ha sostenuto il professore, suggeriscono un’origine extraterrestre dell’uomo, entità biologica completamente differente dalle altre che si sono evolute in questo pianeta. Prima di liquidare tutto questo come fantascienza, esaminiamo il ragionamento dietro le sue affermazioni. Ma, ancor prima, è giusto appuntare una cosa molto importante, chiarendo che altri scienziati hanno già affrontato le suddette problematiche, mettendo per iscritto queste tesi, pur essendo stati screditati meticolosamente proprio dall’establishment scientifico accademico.
LE ANTESIGNANE TESI RIGUARDO LA VITA SUPERIORE SU MARTE
Uno in particolare, fu bollato con il semplice uso di parole e/o frasi del tipo: “non è uno scienziato ma un filosofo”; che, tradotto, suona come dire “è uno che non capisce nulla di scienza, bensì un pensatore che vede cose intangibili, cercando di spiegarle metaforicamente e senza prove fisiche e reali”. Se la vostra curiosità è stata sufficientemente stimolata, possiamo parlare dello scienziato, tra l’altro importante scrittore e verace filosofo degli anni Trenta che subì questa clamorosa ingiustizia. Il suo nome è Desiderius Papp (Odenburgo, 21 maggio 1895 - Buenos Aires, 31 gennaio 1993) di cui potrete trovare i necessari approfondimenti in un lungo articolo del sottoscritto presente nel sito internet: statodiemergenza.com. Nato in Ungheria, Papp studiò filologia e filosofia presso l’università di Budapest, ottenendo il dottorato nel 1917. Verso la fine della prima guerra mondiale egli si arruolò nell’esercito austro-ungarico e, terminata la guerra si trasferì a Vienna, dove lavorò come redattore della sezione scientifica del Neues Wiener Journal. Nel 1938 Papp lasciò l’Austria prima dell’Anschluss, trasferendosi dapprima in Svizzera e poi a Parigi. Nel 1942 si trasferì in Argentina, pur insegnando nel corso della sua carriera in varie università del Sudamerica e del Messico. Fu convinto assertore dell’esistenza di forme di vita extraterrestri, tanto da scrivere nel 1931 il rivoluzionario testo: “Chi Vive Sulle Stelle?” (prima edizione italiana del 1942 di Bompiani) nel quale, basandosi sulle conoscenze scientifiche dell’epoca, ipotizzò e descrisse le supposte forme di vita dei vari pianeti e satelliti del sistema solare e degli altri sistemi nel cosmo. Tra l’altro, quel libro fu particolarmente apprezzato dal premio Nobel per la letteratura George Bernard Shaw. Nel suddetto saggio, Papp arrivò ad affermare, tra l’altro, l’assoluta certezza di vita intelligente e superiore su Marte, basandola sui cosiddetti canali individuati da Giovanni Schiaparelli e gli studi di Percival Lowell. Insieme a Aldo Mieli e José Babini realizzò la serie in 12 volumi “Panorama general de la historia de ciencia”, che venne pubblicata nel 1952. Suo è anche il volume intitolato (tradotto dallo spagnolo) “Il problema dell’origine dei mondi”, edito nel 1965. Questa mente illuminata, insomma, ipotizzava teorie di gran lunga all’avanguardia rispetto ai nostri tempi. Non erano quindi facili da comprendere le sue ipotesi radicali, ma logiche (anche “possibilissime”), perché proprio oggigiorno cominciano ad essere rielaborate dalla scienza moderna più all’avanguardia e dai ricercatori mentalmente più aperti. Tra le teorie dello scienziato, per esempio, abbiamo la vita sotterranea in mondi apparentemente disabitati, sulle nane brune sufficientemente calde da ospitare vita primordiale che non necessita di molta luce o che vive al buio. Tra le varie altre ipotesi, anche quella che l’uomo non sia originario della Terra e che tra un milione di anni perderà molte delle sue attuali caratteristiche. Se confrontate con la letteratura ufologica contemporanea, tali teorie sembrano confluenti ad una delle razze degli alieni più famosi in campo ufologico, ovvero quella dei “Grigi”, che tralasceremo per quest’articolo, invitandovi però alla visione dei video di mia realizzazione, dove è trattato l’argomento su questa razza, nel canale YouTube: “UFONEWS di Gabriele Lombardo” (@UFONEWSGL).
IL NOSTRO CORPO E IL CONFRONTO CON GLI ANIMALI DELLA TERRA
Studi di medicina sportiva hanno rivelato che il corpo umano produce diversi tipi di grasso a svariate temperature e questo non è un mistero. Stranamente, la temperatura ideale per la creazione di “grasso buono” nell’organismo umano non è su questa terra come ci si aspetterebbe, ma è in linea con la temperatura media vicino all’equatore su Marte durante il periodo estivo! Questo fatto è una strana corrispondenza ed è – lo ribadiamo – confermata dalla scienza. La suddetta intrigante ed apparentemente stravagante coincidenza, solleva interrogativi sulla nostra storia evolutiva, e se vogliamo anche sul passato dell’umanità, sul contatto con altre civiltà e sulla vitalità storica del pianeta Marte, oltre alle motivazioni e i tempi della sua fine geologica e biosferica. Volendo fare un paragone con gli animali del nostro pianeta, possiamo notare subito che noi non abbiamo sviluppato quello strato di folta peluria come questi, elemento che, per il mondo faunistico, come per alcune specie ominidi ed in parte per i Neanderthal, ha un ruolo specifico ed importante. Altro aspetto rilevante, è che l’uomo possa subire scottature causate dai raggi solari, e che pertanto non sembri essere idoneo alla vita all’aperto senza i giusti espedienti (indumenti, accessori vari, creme) che lo riparino dal sole e dalle intemperie climatiche. Questo stesso adattamento è avvenuto assai gradualmente. Persino la stessa postura eretta con la nostra gravità, richiede un dispendio gravoso di energia ed un affaticamento fisico notevole, non solo a livello energetico ma anche di consumo ed usura. Siamo gli unici nella biosfera terrestre a soffrire di mal di schiena in modo capillare; nella fauna terrestre, questi problemi sono dovuti a fattori congeniti o esterni. Inoltre, esiste un numero davvero esiguo di animali che si presentano in postura eretta, e lo fanno solo per breve tempo; ad esempio i primati e gli orsi; gli altri hanno invece sviluppato caratteristiche che riducono la lunghezza della colonna vertebrale, irrobustendo notevolmente le ossa degli arti inferiori e le anche (come ad esempio i canguri) con lo scopo di scaricare gran parte dello sforzo e del peso dalla schiena. L’uomo ha anche altre caratteristiche non presenti negli animali; ad esempio gli organi sessuali, sviluppatisi nel tempo non solo per la riproduzione, ma anche grazie ai trasmettitori del piacere. D’altro canto, i corrispettivi organi degli animali sono fatti esclusivamente per aumentare al massimo la possibilità di fecondazione ed il numero della propria progenie. Inoltre l’uomo è un ibrido tra predatore e preda, come se il suo ambiente evolutivo e biosferico fosse completamente diverso da quello terrestre. Per di più, c’è l’adattamento graduale all’uso di utensili e la nascita della tecnologia umana, la quale potrebbe non essere avvenuta come noi crediamo. Per esempio i Sapiens erano molto più evoluti dei Neanderthal dal punto di vista dell’adattamento e dell’uso di strumenti.
RITMI CIRCADIANI DELL’UOMO E MARTE
Un altro pezzo del puzzle ci giunge dal mondo dell’esplorazione spaziale. Prima di affrontarlo però, sarebbe utile conoscere meglio il significato dei cosiddetti “Ritmi Circadiani”. Per farlo è d’uopo citare le testuali parole riportate dalla Libreria Multimediale di Medicina statunitense del National Center for Biotechnology, i quali ci rammentano che: “I ritmi circadiani sono influenzati da numerose variabili correlate allo stile di vita, soprattutto in relazione ai ritmi imposti dalla società moderna, e vengono profondamente alterati da diverse condizioni patologiche. La fisiologia circadiana è organizzata in modo complesso e integrato; molti dei fattori che sincronizzano il sistema sono a loro volta influenzati e regolati da diversi assi ormonali. Parallelamente, i disturbi del ritmo circadiano derivano da input non ottimali dei fattori sincronizzanti o da condizioni patologiche, e le conseguenze determinano un impatto significativo in diverse condizioni, quali l’obesità e i disturbi del sonno”. I ritmi circadiani degli astronauti si sincronizzano in modo differente rispetto alla nostra amata Gaia. Qualcuno potrebbe sorprendersi, venendo a conoscenza del fatto che essi si allineano con il giorno marziano, che dura 24,9 ore, e non le canoniche 24 come sulla Terra. Per quale motivo potrebbe avvenire questa curiosa e, se vogliamo sensazionale coincidenza? Avverrebbe probabilmente per una questione legata a fattori sconosciuti dello spazio. Ma questa caratteristica potrebbe suggerire una connessione ancestrale con l’ambiente marziano? È un concetto che vale la pena considerare. Troppe le coincidenze, troppe le poche variabili a conoscenza. Nello spazio insomma, mancano i riferimenti della natura che sono presenti sul nostro pianeta e che ci accompagnano per tutta la vita da sempre. L’assenza di tali fattori e di luce-buio, o di riferimenti temporali legati alle ore dell’alternanza, sfasano letteralmente l’organismo, generando una quantità di problematiche di gran lunga superiori a quando invece questo problema insorge su umani ben saldi nel suolo terrestre. Siamo quindi al cospetto di un’anomalia del comporspazio. Un qualcosa che, allo stato attuale, non si può spiegare. Pertanto, rimane un mistero soggetto a speculazioni e quindi a molteplici, affascinanti possibilità.
MARTE: IL NOSTRO ANTICO PIANETA VIVENTE
Esistono alcuni fattori – pseudo sconosciuti ai più – in merito al pianeta Marte; uno di questi è che la sua formazione ed il suo presunto ciclo siano iniziati circa 100 milioni di anni prima rispetto a quello terrestre. Sul Pianeta rosso infatti, potrebbe essersi avviato un ciclo vitale rapido ma non necessariamente semplice. Al contrario, la sua rapidità potrebbe aver generato molti fattori imprevisti e persino complicazioni e una vita a sua volta più varia di quanto possiamo immaginare. Come citato dal National Geographic, “La storia antica dei due pianeti è simile sotto molti aspetti, ed è molto affascinante che nel corso dell’evoluzione i due mondi abbiano intrapreso percorsi così diversi”, come ha spiegato l’esperta di astrobiologia Amy Williams dell’Università della Florida, la quale si domanda: “Se davvero non c’è vita su Marte, perché non esiste? Cosa è cambiato? Cosa è accaduto? Perché non dovrebbe esserci? E, se c’è stata in passato, che cosa è accaduto successivamente?”. Recenti scoperte hanno rimodellato la nostra comprensione di Marte. Un tempo considerato una terra desolata, arida, polverosa, completamente rossa e con caratteristiche troppo estreme per l’uomo, oggi si ritiene che il pianeta fosse un tempo un mondo blu e che, in un lontano passato, vi scorressero fiumi di acqua, fosse avvenuta un’intensa attività vulcanica, mediante un’atmosfera più densa ed un campo magnetico efficiente. Con un’atmosfera robusta e con più ossigeno e acqua abbondante in tutto il pianeta, esso era il perfetto, piccolo gemello della Terra. Marte aveva quindi tutti i requisiti necessari alla vita, comprese le molecole organiche per la sua evoluzione. Potrebbe essere stato questo il luogo di nascita delle forme di vita marziane che in seguito trovarono la strada verso la Terra? In effetti, la scienza stessa spesso mette in discussione le proprie teorie ed affermazioni, elaborandone di nuove e modificandole in seguito alle più recenti scoperte; quindi perché scartare a priori un’ipotesi che, al momento, non può essere provata?
LA FINE DELLA BIOSFERAMARZIANA
Ormai la scienza e la parascienza (e persino i complottisti) convengono che su Marte vi sia stato un evento catastrofico. Il destino del pianeta rosso ha preso una svolta oscura quando la sua atmosfera ha iniziato a erodersi nello spazio a causa dell’assenza di un campo magnetico. Tuttavia, come si è esaurito quest’ultimo? L’evento catastrofico teorico, ipotizzano alcuni, costrinse gli abitanti marziani a cercare una nuova casa all’interno del nostro sistema solare, conducendoli infine sulla Terra. L’idea che potremmo essere discendenti dei marziani, è allo stesso tempo intrigante ed in un certo senso poetica, anche se apparentemente improbabile. Ciononostante, esaminando tutti gli aspetti tecnico scientifici, sembra invece profilarsi come una reale possibilità. Cosa potrebbe aver portato quindi alla distruzione del pianeta rosso, bloccando persino il ciclo vulcanico, che su Marte era davvero acuito? La teoria in atto è che vi fu una catastrofe planetaria, magari una grossa cometa capace di squarciare la sua superficie, generando un calore sufficiente a permettere l’evaporazione atmosferica e, di conseguenza, anche l’acqua dei mari, ed infine il suo raffreddamento improvviso; quest’ultimo avrebbe portato la rimanente acqua nei poli e nel sottosuolo sotto forma di permafrost. L’ossigeno è il principale combustile atmosferico e sarebbe stato il primo a bruciare. Ma il campo magnetico si sarebbe esaurito in seguito alla morte geologica del pianeta. Tra i tanti scienziati convinti di questa teoria, vi è il fisico giapponese Key Hirose dell’Università di Tokyo, il quale ha condotto un esperimento avanzato simulando le teoriche caratteristiche del nucleo di Marte. Egli ha dimostrato che, ad un certo punto della sua vita (all’incirca 3,4 miliardi di anni fa), il suo nucleo si sarebbe diviso in due parti, portando a perdere le correnti convettive, le quali spingono il campo magnetico terrestre e, plausibilmente, anche quello marziano. Ed è ancora il National Geographic, a rammentarci che: “Nel 1996 gli scienziati annunciarono che un meteorite marziano recuperato dalla regione delle Allan Hills in Antartide sembrasse contenere microfossili, minuscoli segni mineralizzati, a forma di verme, indice del fatto che qualche forma di vita aveva strisciato sulla superficie del pianeta, circa 4,1 miliardi di anni fa. Quelle osservazioni si rivelarono ambigue ed estremamente controverse, provocando dibattiti che, oggigiorno, perdurano ancora. Ma il tutto ha comunque avuto un risvolto positivo”. Sulla Terra quindi, precedentemente all’era del Diluvio Universale, piovvero diversi meteoriti marziani (e continuano ad arrivarne): uno di questi è, ad oggi, oggetto di controversie per via dei vermi microbici contenuti, che avrebbero rappresentato prime forme di vita marziane. A questo punto della nostra ricerca, sorge una domanda importante a cui molti non sembrano dare la giusta attenzione: come è arrivato un bolide di Marte sul nostro pianeta? La risposta è semplice. Lo stesso cataclisma planetario che lo distrusse ne sparse frammenti nello spazio, a tal punto da incrociarsi ciclicamente con l’orbita terrestre, ricadendo sul nostro pianeta, attratti dalla gravità. Questi fatti sono di per sé una spiegazione logica e razionale della catastrofe marziana che, a quanto pare, spazzò via tutto quello che era presente sul pianeta rosso, eventuale vita complessa, oltre agli inevitabili segni di civiltà.
I MARTIANUS SAPIENS
In epoche remote insomma, è esistita la vita su Marte, anche se oggi ancora non la si vuole ufficializzare, almeno dal punto di vista dei microorganismi. Sul pianeta rosso è esistito un ambiente atto alla formazione di biomolecole a base di carbonio come quelle umane, precursore necessario all’evoluzione di forme di vita in grado di svilupparsi in esseri complessi, coscienti e intelligenti. Comunque sia, con l’Homo sapiens sulla Terra e un presunto “Martianus Sapiens” sul pianeta rosso, avrebbero avuto solo vaghe somiglianze per anatomia, aspetto, attitudini psicofisiche e comportamenti, come dimostrerebbero gli odierni studi xenobiologici a causa dei diversi percorsi evolutivi, in risposta alle diverse storie geologiche, climatiche e biosferiche dei due pianeti. Giusto per fare un paio di esempi: i marziani sarebbero più alti e slanciati, con crani allungati, cervelli forse più grandi (etc.), mentre i sapiens marziani avrebbero implementi avanzati, quindi dei sapiens terrestri, per conoscenze scientifiche e tecniche (e anche per un’illuminata organizzazione sociale), grazie al vantaggio di un’evoluzione fisica e intellettuale iniziata milioni di anni prima della nostra. Siamo innanzi a mere ipotesi speculative, ma alcune supposizioni non possono che innescare ulteriori domande e teorie, come quelle della descrizione di un marziano simile alla razza degli atlantidei terrestri come oggi li dipingiamo, ossia dolicocefali, più intelligenti, più socialmente evoluti, con tecnologie maggiormente avanzate e un pensiero più razionale e logico del nostro, che inficerebbe ridotte emozioni. Coincidenze, risibili ipotesi, oppure siamo al cospetto di un qualcosa che potrebbe spiegare molti futuristiche congetture? Gli stessi Anunnaki descritti ed abbondantemente discussi da Sitchin si stabilirono in parte su Marte, e sarebbe stata proprio una luna del loro pianeta natale o del loro sistema stellare a spaccare in due “Tiamat”, il pianeta perduto dei sumeri.
TIAMAT IL PIANETA PERDUTO
Dove si inserisce il pianeta perduto che molti teorizzano e mettono in connessione con Marte, la Terra ed un pianeta non ancora scoperto? Il noto ricercatore e saggista di best seller Zecharia Sitchin, più volte affrontato e citato propose l’esistenza di un dodicesimo pianeta oltre Plutone (ormai declassato), ricordando che anche la nostra Luna veniva considerata dai Sumeri al pari di un pianeta. Quindi ai nove (incluso Plutone) si sommava il nostro satellite, il famoso “Pianeta X”, detto anche Nibiru, oltre a un altro pianeta ormai non più esistente. Un’idea ovviamente tacciata come assurda e quindi respinta. Siamo certi, d’altronde, che lo sia veramente? Dovrebbe essere invece sempre più plausibile per molti fattori (tra cui l’orbita, l’influenza dei pianeti esterni, le anomalie gravitazionali della nube di Oort, e le orbite di comete, etc.) che il pianeta X sia invece esistente! Nel 1999, John Matese e Daniel Whitmire dell’Università della Louisiana a Lafayette annunciarono una presunta scoperta, definendo il pianeta con il nome di “Tyche”. Col passare degli anni, questa notizia ebbe un seguito, anche perché – secondo fonti ufficiali, e noi desideriamo crederci – la dimensione dei dati raccolti era esigua e i risultati furono inconcludenti. Il pianeta scomparso potrebbe quindi essere realmente esistito? Le prove dell’esistenza di Tiamat, come lo definirono i Sumeri, sono però un argomento propizio per cogliere l’occasione utile a chiarirne meglio la sua esistenza. I mesopotamici più antichi definivano la cintura di asteroidi come “l’anello martellato”, in quanto scaturito da resti di un pianeta distrutto. Secondo la stessa storia, la parte più grande del suddetto si concretizzò nella nostra Luna; quindi l’acqua del suo pianeta si riversò sulla Terra (oppure si disperse nello spazio) ed infine si formò un anello di asteroidi in orbita dove giaceva prima il pianeta Tiamat. Le prove scientifiche di tutto ciò non esistono, o forse non sono ancora state divulgate dai media e dalle fonti ufficiali, anche se sono emersi diversi fattori che, un giorno, potrebbero confermare una parte di questa storia. Abbiamo anche prove concrete che gli asteroidi facessero parte di un unico pianeta: alcune vennero alla luce quando nel 2008 una pioggia di bolidi portò alla precipitazione di diamanti (nel vero senso della parola) insieme ai normali meteoriti sulla Terra, suggerendo i resti del pianeta perduto. Non sono rare nemmeno quelle piogge rosse, o di sangue, generate da materiale organico di comete passeggere. Potrebbe essere dunque Tiamat, la casa perduta da tempo dei nostri antichi antenati? O forse una meta dove l’umanità si trasferì dopo Marte e da dove poi migrò nuovamente in direzione di Gaia? Non pensiamo possa esserci una risposta definitiva a queste domande, ma è auspicabile che il futuro ci riserverà, anche in tal senso, molte sorprese.
IL FASCINO VERSO I VIAGGI SPAZIALI E L’ESPLORAZIONE DI ALTRI MONDI
In conclusione, il fascino dell’esplorazione spaziale, che coinvolge spesso i bambini e i ragazzi ed anche alcuni adulti, potrebbe essere retaggio di qualcosa di profondamente radicato nella coscienza collettiva. La possibilità che la nostra specie abbia radici extraterrestri, offre una prospettiva profonda sul nostro posto nell’universo, come la necessità di ricerche e risposte determinanti a comprendere la nostra stessa natura: controversa, adattabile e differente dalle altre forme di vita della nostra biosfera e, talvolta, addirittura aliena. Mentre l’enigma della genesi riguardante la nostra civiltà continua ad affascinare l’immaginazione collettiva, è giusto rammentare che la ricerca di continue risposte guida l’incessante esplorazione del cosmo; un viaggio che un giorno potrebbe svelare i segreti dei nostri antenati marziani o tiamatani, con tutta una serie di implicazioni sul fisico e la mente, attraverso le esigenze e l’evoluzione del genere umano, nonché la storia dei nostri precursori. Alla fine, indipendentemente dall’origine della nostra civiltà e dalla nostra provenienza, il viaggio alla scoperta di sé attraverso la scienza, le domande, le ipotesi e le risposte agli enigmi del cosmo restano vacanti, attraverso la catena di una ricerca eterna, che ci permetta di ricordare come l’universo sia ricco di meraviglie e misteri. Tra questi, indubbiamente, risiederà l’origine dell’umana specie.
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