- Messaggi: 3
- Ringraziamenti ricevuti 1
BITCOIN, cosa è, e cosa non è
Inizio col dire che BTC è un sistema monetario completamente autonomo, non è un marchio registrato, non c’è nessuna azienda proprietaria, nessun ente centralizzato ne controlla le regole o il valore; questa cosa non vale per nessuna delle altre 20.000 criptovalute esistenti oggi. Un paragone molto efficace è con la ruota: è stata inventata, non si sa da chi, ma è irrilevante, una volta capito come funziona, se ti serve la usi.
L’idea di BTC nasce negli anni 80, da un gruppo di attivisti che si fanno chiamare cypherpunk, come provocazione al movimento letterario cyberpunk, scrittori convinti che la tecnologia informatica avrebbe fornito ai potenti lo strumento definitivo con cui costruire una società distopica come quelle descritte da Orwell, Huxley, Zamjatin, Bradbury ecc. Gli attivisti cypherpunk erano convinti che la crittografia avrebbe potuto essere l’arma di difesa da questo mondo distopico.
L’idea principale era che di fatto chi controlla la moneta controlla il mondo, quindi hanno cercato di costruire un sistema di pagamento che non fosse controllabile da nessuno. Dopo 30 anni di tentativi, un individuo (o un gruppo di individui) con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ha trovato la quadra riunendo una serie di tecnologie già esistenti in un sistema di regole matematiche molto precise che determinano il funzionamento di una apposita rete peer to peer gestita e mantenuta dai suoi utilizzatori.
I compiti chiave di questo sistema sono principalmente due:
1. impedire che chiunque possa battere moneta in modo arbitrario
2. garantire la privacy e la non censurabilità delle transazioni economiche
oltre ovviamente a tutte le garanzie di corretto funzionamento contabile. Il punto 1 discende direttamente dalla scuola austriaca di economia. Tengo a precisare che non è strettamente necessario condividere le idee degli austriaci per capire BTC, però è fondamentale comprendere che qualsiasi sistema monetario che preveda un ente dedicato alla emissione arbitraria di moneta, non è compatibile con gli obiettivi libertari di partenza. Il diritto di battere moneta è un potere troppo grande perché possa essere lasciato nelle mani di pochi, diventa un punto di attacco troppo facile per chi volesse acquisirlo con la violenza.
Un esempio tipico di cosa può fare il controllo centralizzato dell’emissione di moneta è l’Effetto Cantillon. Immaginate un falsario che può stamparsi quanti soldi vuole e spenderli come vuole, anche regalarli se vengono poi usati come vuole lui (e questo non è molto lontano da come funzionano ad esempio l’euro e il dollaro). Il risultato è che dopo un po’ di tempo che sono stati stampati, l’economia reagisce spontaneamente all’inflazione monetaria, riducendo il potere d’acquisto per tutti; ma chiaramente questa perdita non è un problema per il falsario, che li ha già spesi prima che si alzino i prezzi (e ne può anche stampare ancora), il problema è per chi è lontano dalla stampante, che si becca solo l’aumento dei prezzi. Secondo la teoria austriaca, i prezzi che vediamo oggi al supermercato sono il risultato della immissione di moneta totalmente fuori controllo durante la pandemia.
Per evitare questo problema è necessario che il denaro non sia qualcosa di “virtuale”, basato sulla fiducia in un ente corruttibile, ma piuttosto qualcosa di “scarso”, nel senso che dev’essere impossibile per chiunque fabbricarne tanto con poco costo. L’uomo nei millenni aveva promosso l’oro come moneta ideale, è stato abbandonato progressivamente negli ultimi 2 secoli per la sua scomodità rispetto a banconote, carte ecc.; l’oro non si può inventare dal nulla, e trovarne di nuovo comporta molto lavoro. BTC vuole replicare le caratteristiche dell’oro, risolvendone i problemi: l’oro è difficile da trasportare, difficile da frazionare ed è difficile verificarne l’autenticità. BTC è digitale, quindi si sposta velocemente, si può frazionare fino al 100milionesimo (10.000.000 satoshi = 1 BTC) e l’autenticità si verifica in una frazione di secondo con la crittografia.
Il punto 2 invece è stato risolto eliminando gli intermediari. Oggi il denaro è quasi tutto elettronico, ma ogni pagamento elettronico che facciamo (bancomat, bonifici, carte di credito, satispay, ecc.) per funzionare ha bisogno di un terzo ente che garantisca al venditore che il compratore possiede effettivamente i fondi che vuole spendere, e si occupi della transazione. Il problema è che l’intermediario potrebbe essere incentivato oppure obbligato con la forza a monitorare o addirittura impedire le transazioni. Vedi il caso dei camionisti canadesi a inizio 2022, oppure ancora più eclatante il caso Wikileaks: quando ha iniziato a diventare scomodo, il governo americano ha vietato a tutti i circuiti di pagamento di autorizzare trasferimenti verso Wikileaks. Assange quindi ha deciso di ricevere donazioni in BTC e pagare gli informatori in BTC, e nessuno è più riuscito a fermare il flusso economico, hanno dovuto arrestarlo. E' anche grazie a BTC che oggi sappiamo la maggior parte di quello che è stato pubblicato su quel sito.
Come può quindi BTC svolgere questi due compiti? Con la blockchain.
La blockchain è il libro contabile univoco, pubblico, che contiene tutte le transazioni della storia di Bitcoin, tutte nessuna esclusa; in questo modo il saldo di qualsiasi indirizzo BTC (l’indirizzo vedetelo un po’ come un iban su cui memorizzati i fondi) non è altro che la risultante di tutti i movimenti dare/avere di quello specifico indirizzo. Essendo la blockchain pubblica, chiunque può verificare i saldi di qualsiasi indirizzo in ogni momento, anzi tutti possiamo tenere una copia validata su un nostro hardware. La blockchain è organizzata come una sequenza ordinata di blocchi, ogni blocco inizia con un collegamento al blocco precedente, e ha un dimensione massima in bit per le transazioni che contiene. Le nuove transazioni vengono aggiunte un blocco alla volta.
Il problema principale di un registro di questo tipo è capire come scriverci le transazioni in modo che siano coerenti, ad esempio bisogna garantire la sequenza temporale, e nessuno deve poter spendere due volte gli stessi soldi nello stesso momento. Non è pensabile che chiunque possa scriverci arbitrariamente, immaginatevi lo spam che ci sarebbe.
Ecco quindi l’idea: chiunque voglia scrivere sulla blockchain, deve dimostrare di aver fatto un lavoro, e in cambio gli viene dato un premio in BTC. Chi scrive sulla blockchain si chiama minatore, ecco cosa deve fare: sceglie un certo numero di transazioni tra quelle in coda per essere scritte, le mette tutte in fila, e ci applica una funzione matematica di hash (*); il risultato sarà un numero, se questo numero è minore di un tot, il blocco è valido, quindi può essere inviato a tutti i nodi (ossia computer che hanno una copia della blockchain) che ne verificheranno la validità, e in caso affermativo ogni nodo lo aggiungerà alla propria copia dell’archivio. Se il numero risultato dell’hash è più alto, il blocco non è valido, il minatore deve ripartire da capo, può riorganizzare le transazioni in maniera diversa, o sceglierne di diverse, costruire quindi un blocco diverso e ricalcolare l’hash, e continuare a fare tentativi finché non gli esce un numero di hash abbastanza piccolo. Per avere una idea, ad oggi il lavoro di trovare un hash abbastanza piccolo richiede dispositivi progettati per eseguire solo la funzione di hash, fantastiliardi di volte al secondo, che costano milioni di dollari; ma una volta che un minatore ha trovato un hash valido, è banale per chiunque calcolare l’hash di quel blocco in una frazione di secondo, e verificare immediatamente che sia minore di quel tot. Il lavoro difficile è quindi trovare la sequenza di transazioni che genera un hash valido.
(*) hash è una funzione matematica con delle caratteristiche particolari:
- qualunque sia il numero di ingresso, il risultato sarà un numero sempre della stessa lunghezza
- cambiando anche una sola cifra del numero in ingresso, il risultato cambia completamente
- diversi numeri ingresso generano diversi risultati
- non è possibile dal risultato risalire al numero iniziale
Come decidere quanto piccolo deve essere quel numero? Per mantenere la blockchain decentralizzata, è fondamentale impedire che raggiunga dimensioni troppo grandi, deve essere gestibile da chiunque con una minima spesa in hardware, ad oggi tutta intera pesa poco più di 600MB. Per fare questo, la regola prevede un limite nella dimensione del blocco (circa 4MB) e che ci sia un nuovo blocco ogni 10minuti circa; ma come facciamo a determinare un tempo per minare i blocchi, se abbiamo visto che si tratta di tentativi casuali? Si fa su base statistica regolando la “difficoltà”, ossia decidendo quanto piccolo deve essere il n° di hash per essere ritenuto valido. Se i minatori comprano nuovi dispositivi, aumentando la loro potenza di calcolo dell’hash, statisticamente impiegheranno meno tempo per trovare un numero abbastanza piccolo. Il software ogni due settimane circa controlla quanto tempo mediamente è intercorso tra i blocchi del periodo precedente, se è più basso di 10 minuti, si aumenta la difficoltà, cioè si richiede ai minatori di trovare un numero di hash più piccolo, e viceversa.
Quando un minatore trova un blocco valido, e la rete lo conferma, viene premiato con nuovi BTC, e con le commissioni di tutte le transazioni (questo lo vediamo dopo). Il premio è partito nel 2009 con 50BTC/blocco, e si dimezza ogni circa 4 anni, questo garantisce che intorno al 2140 sarà minato l’ultimo blocco con premio di 1 satoshi (ossia la minima frazione memorizzabile sulla blockchain, un centomilionesimo di BTC), poi non sarà più possibile dimezzare, e avremo raggiunto la quota di 21 milioni di BTC. Ad oggi sono stati estratti più di 19 milioni (quasi tutti) e il premio è di 3,125BTC/blocco.
Questo meccanismo garantisce che nessuno proverà a barare, perché sarà subito smascherato. Se ad esempio un minatore provasse a inserire nel blocco due transazioni che spendono gli stessi soldi, i nodi se ne accorgerebbero subito e lo rifiuterebbero, e avrebbe soltanto sprecato costi di energia per nulla. Chiunque può possedere un nodo con la sua blockchain aggiornata in tempo reale, bastano 200€ di hardware, anche meno, e una connessione a internet continua, ad oggi si stimano circa 70.000nodi. Questo elemento è la chiave della decentralizzazione della blockchain, perché se fosse richiesto hardware costoso, non potremmo permettercelo tutti, e il sistema sarebbe più centralizzato, e più vulnerabile ad attacchi.
Commissioni (fee). A questo punto potremmo obiettare: ma con che logica un minatore sceglie le transazioni? Potrebbe succedere che la mia rimanga sempre in attesa e non venga mai scelta da nessuno? Per ovviare a questa eventualità è stato introdotto un sistema di incentivi: quando voglio fare un pagamento in BTC, posso sacrificare una frazione dei miei fondi, più o meno grande, per darla al minatore che inserirà la mia transazione in un blocco valido. In questo modo il minatore cercherà sempre di scegliere le transazioni con commissioni più alte, in modo da massimizzare il suo guadagno quando avrà minato il blocco. Questo garantisce che, se imposto una fee abbastanza alta, la mia transazione entrerà già nel prossimo blocco; se non ho fretta imposterò una fee più bassa e attenderò più tempo. Quando nel 2140 non ci saranno più nuovi BTC da creare, i minatori saranno ricompensati con le sole commissioni.
Ma chi mi garantisce che nessuno possa rubare i miei fondi sulla blockchain? La sicurezza dei fondi è garantita dalla crittografia. Qui le cose iniziano a complicarsi, molto.
Non me la sento di spiegarla per iscritto, vi dico solo che BTC usa sistemi di firma digitale universalmente riconosciuti come validi; sono sistemi di crittografia asimmetrica, per chi volesse approfondire, fin dal principio il protocollo usa l’algoritmo ECDSA, di recente è stato implementato anche l’algoritmo di Schnorr. Semplificando molto, diciamo che nel momento in cui decide di spendere fondi da un indirizzo, il possessore dei fondi deve dimostrare la sua titolarità apponendo la sua specifica firma sulla transazione di spesa.
A dispetto dei fantasiosi racconti hollywoodiani, nessuno ad oggi può bucare la moderna crittografia. Nessun hacker, governo o servizio segreto è in grado di requisire fondi in BTC se non è in possesso della relativa chiave crittografica. E una chiave crittografica è soltanto un numero, anche se molto grande, è comunque molto più facile da custodire rispetto ad esempio dei lingotti d’oro, tanto più che esistono degli standard blindati per ricondurla a una serie di parole in inglese, proprio per facilitare questo scopo. Per questo motivo BTC consente anche una autocustodia molto efficace, elemento fondamentale in tempi in cui le banche possiedono per legge i nostri fondi.
Ora dovrei parlare di wallet (portafogli), ma prima dovrei spiegare la crittofrafia asimmetrica, quindi per adesso mi fermo qui.
Osservazioni e spunti di riflessione e approfondimento.
- Bitcoin non è un software, è un protocollo, cioè l’insieme di regole che gli attori della rete (nodi) si sono dati per raggiungere l’obiettivo. Chiunque ne sia capace può scrivere un software che interagisca con la rete, basta che rispetti le regole del protocollo
- la blockchain è immutabile per sempre, non perché è digitale, ma perché ci sono 70.000 nodi in tutto il mondo che ne tengono una copia, la maggior parte di questi nodi dialoga attraverso la rete onion (il famoso darkweb), quindi sono totalmente anonimi, impossibili da geolocalizzare e da attaccare con la violenza
- i nodi sono i titolari della blockchain, non ce n’è una originale e altre che sono copie, ogni nodo verifica personalmente ogni singolo blocco, calcolando l’hash e controllando che sia valido, ma dato che le regole sono matematicamente uguali per tutti, tutti i nodi convergono sulla stessa identica versione
- la solidità di BTC si basa sul consenso alle regole del protocollo: se uno o più nodi le vogliono cambiare, possono benissimo farlo, da quando le applicano alcuni nodi seguiranno le loro regole, altri non le seguiranno, si avrà quindi una biforcazione della blockchain in due sistemi monetari distinti, sarà poi il mercato a decretare un vincitore, dove starà la maggioranza dei nodi, quello sarà il modello di moneta democraticamente selezionato (vedi il caso BCH)
- il valore di BTC aumenta sempre sia perché è scarso, ma soprattutto perché non si tratta di francobolli da collezione, è una moneta funzionante, non censurabile, non confiscabile, non svalutabile, e non è una opinione, è matematicamente scritto nel protocollo. Con BTC si può trasferire ovunque nel mondo l'equivalente di trilioni di dollari in pochi minuti, in maniera del tutto anonima, senza chiedere l'intervento di nessuno, senza la necessità di avere un conto bancario, con spese irrisorie rispetto ad altri sistemi. Ecco mano a mano che le persone si accorgono della potenza, lo vogliono, e il prezzo sale.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
- Messaggi: 139
- Ringraziamenti ricevuti 25
Pur essendo che credo che il Bitcoin andrebbe abolito, apprezzo in ogni caso lo sforzo fisico-mentale nello scrivere tutto questo.
Hai la mia stima per l'impegno che ci hai messo e che ci metterai.
Dunque.
Essendo io quello che ne avversa l'esistenza, sia dai pre-concetti da cui è nata, come anche come nasce, come funziona, come sta evolvendo e come si evolverà io sarò colui che impersonerà la figura del Contestatore.
Pur esercitandolo intendo comunque comprendere meglio le dinamiche di questa esistenza.
Nasce come hai detto, per creare un'alternativa alla moneta reale, perché in mano ai potenti, che sono anche i pochi.
Ma io credo che non sia nemmeno funzionale a possedere l'entità di segno positivo, e semmai al massimo, neutrale perché risulta strumentale l'uso.
Tutto questo non crea una ulteriore ricchezza, ma come sempre, prende una sua proporzionalità sulla di essa. Una fetta di torta.
Essendo ciò, ed essendo poi che si applica poi per le acquisizioni reali credo proprio che sia evitabile la continua diffusione, di come del Bitcoin, come di tutte le altre simili come Ethereum o Dogecoin. Uno dei problemi sta nell'applicazione nel reale.
Per il momento scrivo questo.
La Giustizia esiste . . . quindi Repetita Iuvant!
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
- Messaggi: 139
- Ringraziamenti ricevuti 25
- Se praticamente dovessi utilizzare i bitcoin come valuta per gli acquisti, in che cosa la potrei utilizzare in modo opportuno e utile?
- Solitamente il fine consueto è poi di convertire i bitcoin in monete fisiche per così avere una propria riserva personale integra, lasciando però una certa parte nell'attivo digitale continuando ad investire in questa cosa che viene chiamata "mining"?
- Mi sembra di capire che i bitcoin acquisiscano un valore molto alto, perché ha un limite di quantità che si fermerà infine a 21'000'000. Nel frattanto però, acquisisce comunque valore anche perché c'è la gente che sta investendoci in questo "mining"?
La Giustizia esiste . . . quindi Repetita Iuvant!
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Intanto grazie per la considerazionePer comprendere meglio il tema, vorrei ripartire dalle prime tre domande iniziali:
- Se praticamente dovessi utilizzare i bitcoin come valuta per gli acquisti, in che cosa la potrei utilizzare in modo opportuno e utile?
- Solitamente il fine consueto è poi di convertire i bitcoin in monete fisiche per così avere una propria riserva personale integra, lasciando però una certa parte nell'attivo digitale continuando ad investire in questa cosa che viene chiamata "mining"?
- Mi sembra di capire che i bitcoin acquisiscano un valore molto alto, perché ha un limite di quantità che si fermerà infine a 21'000'000. Nel frattanto però, acquisisce comunque valore anche perché c'è la gente che sta investendoci in questo "mining"?
per gli acquisti al momento in Italia siamo indietro, comuqnue ci sono esercenti che accettano BTC in tutte le città, due centri in particolare, Rovereto e Brescia (vedi anche coinmap.org). Ci sono siti, tipo bitrefill, in cui puoi comprare ricariche telefoniche, buoni carburante, buoni spesa e carte regalo di tutte le principali catene. E poi considera mille altre opportunità di scambio tra privati. Però prima ci sarebbe da capire come funziona Lightning Network, un "layer2" che si appoggia su bitcoin, ma consente transazioni ultraveloci, ed è tutta un'altra bomba da studiare e capire.
All'estero in El Salvador BTC è moneta legale, a Lugano tutti accettano btc e anche in vari altri luoghi in cui la presenza dello stato è meno pesante, c'è chi vive solo in btc
per il resto trovi tutte le risposte sul mining nel pistolotto sopra; che immagino sia una bombarda da leggere più di una volta per diradare la nebbia. Purtroppo non c'è altro modo, per capire il potere e il valore di BTC si può solo studiare, poi studiare e ancora studiare. L'alternativa è fidarsi di qualcuno che ti prepari la pappa pronta, che però non è tanto diverso dal fidarsi dei professionisiti dell'economia...
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
- Messaggi: 139
- Ringraziamenti ricevuti 25
Ho capito.per gli acquisti al momento in Italia siamo indietro, comuqnue ci sono esercenti che accettano BTC in tutte le città, due centri in particolare, Rovereto e Brescia (vedi anche coinmap.org). Ci sono siti, tipo bitrefill, in cui puoi comprare ricariche telefoniche, buoni carburante, buoni spesa e carte regalo di tutte le principali catene. E poi considera mille altre opportunità di scambio tra privati. Però prima ci sarebbe da capire come funziona Lightning Network, un "layer2" che si appoggia su bitcoin, ma consente transazioni ultraveloci, ed è tutta un'altra bomba da studiare e capire.
All'estero in El Salvador BTC è moneta legale, a Lugano tutti accettano btc e anche in vari altri luoghi in cui la presenza dello stato è meno pesante, c'è chi vive solo in btc
Riusciresti a rispondere a queste domande che mi assillano da non poco?
Se il Bitcoin è da sempre decentralizzato, e di logica allora non avrebbe soggetti specifici di controllo diretto, come ha fatto quindi a dilagare già dal 2013?
Io ne sentii parlare per la primissima volta in quell'anno, e in termini più specifici nel 2015 ma senza mai poi capire come veramente girasse nel pratico.
Comunque io conoscevo questo sito qua: bitcoin.org/it/ il che mi porta a pensare che una "semi-autorità" esista per introdurre l'individuo nel "mining".
Si viene a creare comunque un paradosso: se non ha allora alcuna autorità specifica chi allora ha creato questo sito, chi allora poi lo ha fatto dilagare questa criptovaluta, se teoricamente il tutto è partito da un utente completamente anonimo?
Come ne venivano a conoscenza la gente di questa cosa allora? Non sarebbe dovuta rimanere di conseguenza anonima?
Per caso si sarebbe diffuso grazie a siti come Reddit e 4Chan?
La Giustizia esiste . . . quindi Repetita Iuvant!
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Bitcoin è un protocollo libero, decidi tu liberamente se ti interessa o meno, e nel tempo sempre più persone lo hanno trovato interessante, perciò è cresciuto.
Satoshi ha lanciato il primo nodo, e ha condiviso per la prima volta il software agli altri suoi amici cypherpunk, che poi a loro volta lo hanno condiviso con altri, alcuni hanno apportato migliorie, eccetera. All'inizio era molto vulnerabile, ma nessun banchiere se ne è accorto, quando hanno capito che disastro sarebbe stato per loro, ormai c'erano troppi nodi, era troppo tardi per fermarlo, e non è che non ci abbiano provato. Se ora leggi i titoloni di stati che comprano btc come riserva di valore è perché non sono riusciti in alcun modo a fermarlo, né a prenderne il controllo.
bitcoin.org non è un sito "ufficiale", sono degli appassionati che si rendono utili agli altri, vivono di donazioni, il loro software bitcoincore è il più utilizzato nei nodi, perché è quello che funziona meglio. Ma è opensource, chiunque può leggere l'algoritmo, istruzione per istruzione prima di decidere se usarlo.
E non c'entrano nulla con i minatori, l'industria del mining è totalmente esterna a tutto questo, chi mina non ha nessun potere sulle regole di BTC, le regole sono decise a maggioranza soltanto dai nodi, e i nodi sono ovunque.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
- Messaggi: 139
- Ringraziamenti ricevuti 25
Capisco, ti ringrazio comunque per l'impegno.robyale è veramente dura risponderti, ci provo, ma devi fare lo sforzo di capire il primo post.
Bitcoin è un protocollo libero, decidi tu liberamente se ti interessa o meno, e nel tempo sempre più persone lo hanno trovato interessante, perciò è cresciuto.
Ora sto inquadrando meglio la questione. Era molto più banale di quanto credessi.Satoshi ha lanciato il primo nodo, e ha condiviso per la prima volta il software agli altri suoi amici cypherpunk, che poi a loro volta lo hanno condiviso con altri, alcuni hanno apportato migliorie, eccetera. All'inizio era molto vulnerabile, ma nessun banchiere se ne è accorto, quando hanno capito che disastro sarebbe stato per loro, ormai c'erano troppi nodi, era troppo tardi per fermarlo, e non è che non ci abbiano provato. Se ora leggi i titoloni di stati che comprano btc come riserva di valore è perché non sono riusciti in alcun modo a fermarlo, né a prenderne il controllo.
Credo che sia risaputa anche quell'idea contrapposta, che sia stato creato sin dall'inizio dall'alto. Secondo a quanto si potrebbe pensare con questa idea, sarebbe stato un mezzo - nella sua dimensione del finanziario - per instillare la graduale abitudine di utilizzare i mezzi, nell'unicum digitale per le persone, per diventare infine schiave di cose fisicamente inesistenti.
Questa cosa teoricamente sarebbe da concepire nella progressiva volatilità del denaro circolante, che è dapprima iniziata con le banconote, poi in forma tecnologica con le valute elettroniche ed ora con il digitale.
Potrebbe anche essere e non mi sento di escluderla a priori. pur non credendoci con tutta pienezza. Non la abbraccio al momento essendo aperto alla visione più ampia, imparziale ed idealmente nel teorico perfetto.
In ogni caso ribadisco che non intendo demonizzarla nel 100%, poiché in una certa ottica sottile potrebbe essere accettabile forse per tutti in maniera lecita, se è ammessa l'esistenza autonoma del mezzo in questione, con elettricità e connessione in rete autonoma senza alcuna autorità vigente che creerebbe facilmente dei problemi, facendo in quei pochi cruciali secondi il Black out di tutto.
A questo proposito ci dovrebbe rientrare il discorso funzionale dell'energia libera.
Ma io mi chiedo: i primissimi che furono in contatto con Satoshi, si sa chi sono? Come conobbero digitalmente questo Satoshi? In quale sito internet? Dovrebbe essere per lo meno uno specifico, per quanto sconosciuto.bitcoin.org non è un sito "ufficiale", sono degli appassionati che si rendono utili agli altri, vivono di donazioni, il loro software bitcoincore è il più utilizzato nei nodi, perché è quello che funziona meglio. Ma è opensource, chiunque può leggere l'algoritmo, istruzione per istruzione prima di decidere se usarlo.
E non c'entrano nulla con i minatori, l'industria del mining è totalmente esterna a tutto questo, chi mina non ha nessun potere sulle regole di BTC, le regole sono decise a maggioranza soltanto dai nodi, e i nodi sono ovunque.
Ora questi tali non dovrebbero essere ultra-milionari essendone i diffusori in tutto il globo?
Non che mi interessi in modo attivo, ma mi chiedo quali sarebbero tutti questi siti, per lo meno quelli italiani nel quale si propongono come guide.
Come e cosa guadagnano? Si creano poi tipo delle comitive virtuali per fare il "mining"?
La Giustizia esiste . . . quindi Repetita Iuvant!
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.