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Alzheimer: è possibile curarlo?
Calvero ha scritto:
giusavvo ha scritto: Non so se possa essere utile o no, ma proprio ieri, un mio amico a forte rischio alzheimer, mi raccontava che gli specialisti gli hanno raccomandato di dedicarsi ad attività che impegnano il ragionamento: scacchi, bridge, letture, sudoku.
Peraltro non è la prima volta che l'ho sentito dire, anche in ambiente medico, che ciò è un'ottima attività preventiva.
Intanto faccio gli auguri ( unblocked games ) di cuore al nostro collega a che tutto vada nel migliore dei modi.
Quello che riporta giusavvo, comproverebbe che la mente vive dei suoi equilibri migliori - evitando tutto ciò che è passivo. Certo è da dire che chi vive queste situazioni, quando si hanno vicini i propri cari, la cosa può diventare ardua e delicata; l'impegno mentale è il più ostico dei problemi. Entrano in campo il carattere, le abitudini, la sensibilità, la quotidianità della propria vita così come ognuno l'ha sempre intesa. Se accadesse a me, io butterei la televisione dalla finestra. La televisione fa entrare il cervello in loop in processi auto-gratificanti ma che in realtà sono morbosi e annichilenti. I telegiornali e le notizie sono bombardamenti senza senso e compulsivi che debilitano e abbattono le nostre energie. So che appaiono come cose da poco, ma è quello che farei intanto. Ci sono cose che mi hanno dato comprove terribili di quanto sostengo, e lo vedo coi miei, con le persone che mi sono vicine.
Comunque, sarò lietissimo di poter portare informazioni appena ne avrò di interessanti e, spero, utili.
un abbraccio
Io invece ho sentito opinioni diametralmente opposte, ma non posso confermare in prima persona. Lo dico solo perché visto che non si sa cosa è e perché succede, credo sia bene indagare in varie direzioni.
In ambito "medicina tradizionale cinese" (tra virgolette perché non esiste un "pensiero accademico") si sostiene che una delle cause delle malattie degenerative neurologiche sia proprio l'eccessivo uso della mente.
Quindi si consiglia di usarla poco e di dedicarsi a ginnastiche dolci, tipo Tai Chi, e di fare cose che richiedano poco sforzo, sia fisico che mentale, di modo da rimanere attivi ma non forzando se stessi in nessun modo.
Ripeto, è solo quanto mi è stato detto da persone molto esperte della disciplina in occasione di un mio interesse diciamo di carattere generale. Non ho verificato nulla di persona, ma a me pare una spiegazione semplice e logica.
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- baileytruebridge
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invisibile ha scritto:
Calvero ha scritto: Io credo che l'eccessivo e il non eccessivo sia un falso problema.
Io invece credo che le antiche, antichissime, medicine abbiano capito la cosa più importante in assoluto.
Tutto è basato sull'equilibrio e quindi ogni eccesso, secondo l'equilibrio naturale di un dato essere, ovviamente, è IL problema.
Credo sia - il modo e i moventi - che dicono dell'equilibrio e del disequilibrio.
Io invece credo che questo aspetto sia complementare, non antitetico.
Se noi parliamo di una persona che inizia a evidenziare il problema, sappiamo che il disequilibrio ha già manifestato il segnale d'allarme. Fin qui ci siamo.
Si. Ma considera che secondo le antiche medicine, quando si manifesta fisicamente un problema, il disequlibrio è considerato grave. Infatti quelle medicine lavorano soprattutto sulla prevenzione, ovvero il mantenimento dell'equilibrio.
Quindi cosa dovrebbe fare questa persona adesso? spegnere la mente? Non credo. Usarla di meno?
Riequilibrarsi.
Non c'è una "formula" come nella "medicina commericiale" ©
L'equilibrio è sia collettivo (tutti gli esseri umani hanno dei limiti condivisi) sia assolutamente individuale.
E' un lavoro su se stessi, non è una "ricetta buona per tutti" che può fare ritrovare il proprio equilibrio e così dare al corpo la possiilità di autocurarsi.
La mente è quella che la mette in comunicazione col mondo che la circonda.
Questa frase, detta così, mostra proprio come il paradigma inconscio sia stato creduto come assoluto.
Io dico che non è affatto così. Io (e miliardi di persone nei millenni), sostengo che la mente ci mette in comunicazione con certi aspetti del mondo che ci circonda, non con il mondo. La mente,soprattutto quella razionale-pensante, può solo percepire una parte del mondo che ci circonda.
Se quanto dico è vero, è possibile che la soluzione per certe malattie sia proprio nel non percepire altri "piani di esistenza" a causa dell'eccessivo uso di una parte di noi, e che sia proprio in questi "piani" che c'è la soluzione al problema?
Io dico di che molto spesso è così.
Continuare a usare la mente e nella direzione giusta, non di meno o di più, ma nella direzione giusta. Se è nella direzione giusta non potrà essere un uso eccessivo, poiché si autoregola. Il problema è capire qual'è la direzione giusta. Questo è veramente difficile da comprendere.
Io dico che non si autoregola affatto, soprattutto la mente razionale e ancor di più quella di una persona educata nel mondo occidentale. Al contrario, è molto comune la "sregolatezza", una condizione quasi universale nella nostra civiltà. e va sempre peggio sotto questo aspetto.
Secondo me dietro ogni malattia c'è sofferenza, molta sofferenza. Bisognerebbe capire quella sofferenza.
Su questo sono d'accordo.
Se il discorso di giusavvo non è campato in aria, e so che giusavvo è un utente che pesa assolutamente le parole e gli interventi, ritengo sane le sue osservazioni.
Anche io ho stima di Giussavvo. Ma su questo aspetto credo che le antiche conoscenze siano nel giusto.
Come hai convenuto anche tu, l'esempio del professore ci dice di un "uso della mente sbagliato" ...e perché? ... forse non c'è libertà in quelle funzioni e computazioni; c'è il dovere, l'educazione, l'abitudine, la reiterazione, ma l'essere umano in quelle condizioni è in realtà un vegetale. Non per niente esiste il cosiddetto "logorio della vita moderna". Lo chiamano così, ma non è che nessuno si è mai domandato realmente quali siano le radici di questo logorio. Un uso passivo, lo chiamerei, e il termine non è corretto, è per approssimazione, passivo quindi - ma sempre un'elaborazione rimane. E tu ben sai che il dovere e l'educazione sono imposizioni. "Dovere ed educazione" in senso psicologico, non morale o etico. Psicologiche s'intende, cioè come la coscienza le percepisce.
Ma infatti io concordo.
Ma anche con un uso corretto di se stessi, se fatto in eccesso (non la "corretezza", l'uso) porta al disequilibrio.
Un "uso attivo" e consapevole della mente, se fatto in eccesso, fa danni come qualunque cosa fatta in eccesso.
Ci sono dei limiti naturali per ogni cosa esistente ed ogni facoltà, se si superano si va in disequilibrio anche se usati "correttamente".
Thanks for this informative post...
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