Nei giorni scorsi Claudio Messora ha denunciato il grave problema dell'inquinamento dovuto ai roghi dei depositi illegali di rifiuti tossici.

Quello dell'inquinamento del territorio italiano è un problema di fondamentale importanza, sul quale è necessario al più presto accendere i riflettori del mainstream.

La fotografa Silvia Tenenti ha viaggiato attraverso l'Italia, raccogliendo le testimonianze di alcune delle persone che vivono nelle zone più inquinate del paese (fra cui la zona di Taranto, di Casale Monferrato, e quella del vicentino), le cui patologie sono collegate al forte inquinamento ambientale.

 Le Terre dei Fuochi - di Silvia Tenenti - CHIEDI ALLE VITTIME

Chiedi a loro e ti risponderanno che siamo tutti coinvolti. Non solo gli avvelenatori noti e quelli che smaltiscono i rifiuti tossici. Anche chi tace, chi si volta per non vedere, chi teme di perdere il lavoro, chi non è sicuro, chi si vergogna della propria malattia è complice. E lo ammette. Siamo abituati a vedere sui giornali e alla televisione le immagini dei siti compromessi dall'inquinamento. In questo lavoro i soggetti sono le persone colpite dai danni delle attività inquinanti che in alcuni casi perdurano da decenni.

Il tema particolarmente difficile e complesso, non si limita solo alla Campania, zona inquinata di cui l'opinione pubblica è ampiamente al corrente, ma alla drammatica situazione presente in molte regioni italiane, meno nota ma altrettanto grave. I ritratti sono stati scattati da Nord a Sud nei punti nevralgici di questa realtà, seguendo le indicazioni di medici, avvocati, scienziati e comitati di cittadini. Alcune comunità sono pienamente consapevoli della pericolosità della situazione in cui si trovano a vivere e della necessità di una lotta, ma sono anche vittime reticenti per pudore o per paura. Non ultima quella di perdere il lavoro. Dimostrare il legame di causa effetto tra l'inquinamento e una malattia è molto complesso, molte patologie sono considerate multifattoriali e si continua a dibatterne in studi scientifici e nelle aule giudiziarie.

Le testimonianze raccolte sono storie di persone che vivono in ambienti dove è pressoché assente l'innovazione che potrebbe essere apportata dalle nuove tecnologie a tutela del lavoro e della salute, così come i controlli da parte delle strutture aziendali o statali che pure esistono sulla carta. Il rispetto di queste condizioni consentirebbe a molte persone di non ammalarsi o morire. Le alternative esisitono. Gli effetti testimoniati coinvolgono in maniera trasversale le azioni svolte nella quotidianità di chiunque: la produzione di manufatti, cibo e combustibili può essere dannosa e criminale come anche la sua parte più oscura, ovvero l'aspetto relativo allo smaltimento. Ognuno è coinvolto ma spesso ne sono consapevoli solo gli abitanti di quelle zone.

Questo progetto riporta lo stato di tutela del diritto alla salute riscontrato tra le aree più inquinate d'Italia. Realizzato grazie alla consulenza e supervisione di epidemiologi, avvocati e comitati di cittadini. E' stato presentato per la prima volta al Festival dei Diritti Umani, manifestazione che si è svolta a Milano nella sede della Triennale a marzo 2018.

Albina Alghisi, Montichiari, Brescia - Ho un marito, una figlia e un cane. In questa foto, non si capisce subito che sono una donna. Mi chiamo Albina Alghisi e abito a Montichiari, in provincia di Brescia. Da undici anni soffro di disturbi provocati dall’aria inquinata. Una patologia che i medici chiamano Sensibilità chimica multipla (Mcs). Mi nutro di cibi biologici, ma solo di tre tipi, e non mangio abbastanza. Ho ricoperto con teli di plastica tutti i mobili della mia casa, letto, comodini, divani, tavoli, sedie, per evitare che durante il giorno vi si depositino sopra polveri sottili. Stiro all’aria aperta, in giardino, con la maschera. Quando Silvia, la fotografa, mi ha telefonato le avevo detto che avrebbe dovuto indossare una tuta. Mi è parsa spaventata e allora mi sono limitata a ricoprire il pavimento con un telo di plastica. Da tempo mi batto per far riconoscere questa malattia dal ministero della Salute, perché chi ne è affetto, e sono tanti in questa zona, benefici di un’assistenza medica adeguata. Tutto inutile. Per curarmi, devo affrontare tutte le spese di tasca mia. Le medicine sono molto costose. Per procurarmele, spesso devo andare all’estero.

Dabrazzi Luigina, Quinzano D’Olio, Brescia - Mi chiamo Luigina Dabrazzi, ho un bar a Quinzano d’Olio, dalle parti di Brescia, mi piace giocare a carte con le mie amiche. Porto la maschera perché soffro di Sensibilità chimica multipla (Mcs), una patologia che rende impossibile tollerare un ambiente in cui siano presenti sostanze tossiche. C’è uno stabilimento vicino al mio bar da cui vanno e vengono camion che trasportano recipienti da cui emanano sgradevoli odori. Nessuno sa che cosa contengano. Io e mia figlia Barbara abbiamo cercato di saperne di più, ma abbiamo sbattuto contro un muro di omertà. Molte altre persone che vivono nella zona manifestano i miei stessi sintomi, ma non vogliono parlarne. Non so di chi o di che cosa abbiano paura. Mi sembrano rassegnati. Temo di fare la loro stessa fine. Rassegnarmi. Quando ho un po’ di tempo, prendo la macchina e vado a fare un giro in campagna per ossigenarmi i polmoni. Tiro giù i finestrini, anche d’inverno, mi tolgo la maschera e riprendo a respirare. Se non lo facessi, mi sarei scordata già da tempo il profumo dell’aria.


Erica e Chiara Zigiotto, Vicenza - Mi chiamo Chiara, ho sedici anni e da otto, la metà della mia vita, prendo una pastiglia che sarò costretta ad assumere per tutto il tempo che mi resta da vivere. Come mia madre, sono affetta da ipotiroidismo. La più alta percentuale italiana di chi soffre di questa malattia vive proprio in provincia di Vicenza. Ho deciso di sottopormi alla Plasmaferesi, una cura che ha lo scopo di ripulire il sangue dalle sostanze tossiche che si riversano nella falda acquifera del sottosuolo. Mia madre, nascosta dietro di me nella foto, è una mamma “no pfas”, che ha preteso insieme a molte altre madri degli esami che purtroppo hanno dato esiti positivi. Il nostro sangue è avvelenato.

Il colesterolo nel sangue degli abitanti della zona ha valori altissimi. Il merito della scoperta va alle mamme «no-pfas». Sono state loro a denunciare l’inquinamento, a imporsi all’attenzione dei media, a ottenere dalla Regione Veneto gli accertamenti per appurare la presenza delle sostanze tossiche nel sangue. Esami che purtroppo hanno dato esiti positivi. Senza questa questa mobilitazione, le istituzioni pubbliche e le aziende private non avrebbero fatto nulla.


Fabio e Marco Gemmo, Lonigo (Vicenza) -
Mi chiamo Fabio, lui è mio fratello Marco, siamo figli di un allevatore di polli e di una madre molto apprensiva. C’è da capirla, nostra madre. I livelli di pfas presenti nel nostro sangue sono elevatissimi. A me, che nella foto sono quello di sinistra, va forse un po’ meglio e i miei valori sono meno preoccupanti perché ho scelto un’alimentazione vegetariana.

Kimberly Scudera, Gela (Caltanisetta) - Ho 22 anni, le mie gambe sono insensibili, come morte, senza tutore non riuscirei a reggermi in piedi. Però sono campionessa di tiro con l’arco. Tutti i giorni mi alleno per tre ore nel palazzetto dello sport di Gela. Ora partecipo a competizioni mondiali. Mia madre mi accompagna agli allenamenti, mi prepara l’arco, sistema il bersaglio nel punto giusto, mi passa le frecce. All’inizio era sconvolta per la mia malattia, poi il dottore le ha detto di comportarsi con me in maniera normale. Vorrei studiare psicologia ma non posso trasferirmi perché non sono autosufficiente. Il genetista ha confermato che la mia patologia è dovuta ad inquinamento e dopo il mio caso hanno cominciato a prenderne in considerazione altri. Nonostante varie perizie mediche abbiano attribuito la mia disabilità ai fumi tossici né io né altri nelle mie stesse condizioni siamo mai stati risarciti.

Qualche anno fa, il proprietario di un salone di automobili è riuscito a farsi risarcire perché le polveri inquinanti avevano corroso le carrozzerie. I bambini nati con malformazioni invece non hanno mai ricevuto indennizzi né rimborsi per le spese mediche.


Francesco Romano, Gela (Caltanisetta) - Il nome scientifico della mia malformazione è sindatillia, cioè le mie dita non sono staccate l’una dall’altra. Ho quel che si dice la mano a cucchiaio. Il pollice e l’indice sono tutt’uno. Il mignolo e l’anulare sono fusi insieme. Mi manca il medio. Per migliorare la presa mi hanno consigliato di eliminare l’anulare. Così potrò usare la mano come fosse una pinza. Il palmo è più piccolo del normale. Avevo nove mesi quando mi fecero il primo intervento, a Legnano. Un altro a un anno e mezzo. Per ottenere la patente devo affrontare un iter burocratico molto complesso. Potrò guidare soltanto auto con il volante modificato ma, in caso di incidente, l’assicurazione ne risponderà solo se le modifiche corrispondono a quelle riconosciute dalla polizza.


Chiara e Andrea Friolo, Taranto - Due anni fa abbiamo perso la nostra bambina, Ambra. Aveva quattro anni, si era ammalata di leucemia linfoblastica acuta. La prima domanda che ci hanno fatto i medici dell’ospedale, non appena l’abbiamo ricoverata è stata: abitate nel quartiere Tamburi, vero? (Quello infettato dall’Ilva, ndr). Ambra era straordinaria. Anche se stava male diceva di stare bene. Era molto creativa, faceva tantissime cose. Era sempre in movimento. La camera di Ambra l’abbiamo lasciata tale e quale dal giorno in cui lei se ne è andata.


Aurora e Sara Russo, Taranto - Gemelle, entrambe autistiche. Diversi studi confermano che gli agenti inquinanti incidono sulle malattie neurodegenerative quali autismo e Parkinson. A Taranto sta emergendo con forza la questione dell'autismo. L’oncologa Patrizia Gentilini ha spiegato come diversi studi confermino che le sostanze inquinanti gravano sul quoziente intellettivo. Non solo. Si è notato un incremento di iperattività, ansia, depressione e disturbi del neuro-sviluppo nei bambini che vivono nelle aree contaminate rispetto ai coetanei che abitano nelle aree meno inquinate Ho incontrato mamme del quartiere Tamburi, mi hanno detto che ogni giorno devono controllare da dove viene il vento per decidere se portare fuori i bambini o tenerli in casa con le finestre chiuse. A volte sono costretti a non uscire per giorni. Le autorità, per addolcire il fenomeno, usano un eufemismo camuffato dall’inglese: «wind day». Le mamme non si lasciano ingannare: «Dovrebbero chiamarlo il vento della morte».


Gabriella Casulli, Taranto - Fino a quattro anni stava benissimo, poi ha avuto 38 di febbre e al Pronto soccorso le hanno diagnosticato la leucemia. Era ad alto rischio e ha fatto chemioterapia per 15 mesi, poi altri otto per via orale. Nel reparto infantile dell’ospedale di Bari, mentre si sottoponeva a cure dolorose, il musico-terapeuta la distraeva con la colonna sonora del film Frozen, la principessa delle nevi. Quando è stata dimessa, le hanno regalato un cestino con un servizio da tè in porcellana. A Natale, Spiderman le ha regalato il capellino e la sciarpa di Frozen. Ora Gabriella sta bene, ma ogni mese deve tornare a Bari per prelievi e controlli. Taranto, è uno degli emblemi più macroscopici dell'impotenza dello Stato, della sua incapacità di garantire a tutti i suoi cittadini il diritto alla salute uguale per tutti. Finora solo il 10 per cento è stato bonificato. I soggetti più a rischio sono i bambini, colpiti da tumori e malattie respiratorie in percentuali maggiori che nel resto d'Italia.


Angelo Rebuzzi, Taranto - Mio figlio Alessandro è morto a 16 anni di fibrosi cistica. Ce l’aveva dalla nascita questa terribile malattia che colpisce tutti gli organi, in particolare i polmoni. Gli avevano consigliato di lasciare Taranto, se voleva continuare a vivere. Lui diceva che non toccava a lui andarsene dalla sua città, ma all’Ilva. Alessandro mi ha lasciato in consegna la sua battaglia contro ogni forma di inquinamento. Non sono forte come lui, lo sconforto mi ha assalito più volte. Ero arrivato al punto di prendere nove flaconi di Lexotan al giorno. Per sette volte ho tentato di suicidarmi. Sono stato ricoverato alla clinica psichiatrica di Lecce. Ora prendo pillole antidepressive e seguo terapie alternative. Tutti i giorni passo dalla cappella del cimitero dov’è sepolto mio figlio, dove ci sono gli oggetti che gli erano cari e le sue foto. Nella foto, Angelo Rebuzzi con una macchinina di Alessandro, uno dei tanti giocattoli custoditi nella cappella dov’è sepolto il figlio.

Vincenzo Fornaro, Taranto - E’ divenuto consigliere comunale dopo aver affrontato in maniera coraggiosa quello che l’inquinamento gli aveva procurato: appartiene ad una famiglia di allevatori di capre e pecore da generazioni, ma nel 2008 l’ASL lo ha costretto ad abbattere tutto il bestiame perchè contaminato con valori di diossina 30/40 volte superiori alla legge. Non sapeva cosa fare, non voleva andarsene e ha riconvertito la sua masseria in un maneggio che è diventato un centro culturale simbolo della lotta all’inquinamento, ma soprattutto ha riconvertito la sua attività: ora coltiva canapa. Questa pianta che ha mille utilizzi ha la proprietà fantastica di bonificare la terra.



Don Palmiro Prisutto, Augusta (Siracusa) - Sono prete militante, amato dalla gente ma poco dalla Chiesa. I miei concittadini di Augusta preferiscono morire di cancro anziché di fame. Le istituzioni sono indifferenti. Le persone ormai non sentono più gli odori. Chi smaltisce gioca d’astuzia: scarica quando il clima gli è propizio oppure lascia aperti i bocchettoni delle autobotti per disperdere polveri e liquami lungo il tragitto. La discarica è spesso il mare. Da qualche anno tengo il registro di tutti i miei concittadini morti di tumore. È una strage lenta e costante. Nei poli petrolchimici come Gela, Augusta o Taranto gli schemi di comportamento da parte delle istituzioni sono simili: scarsa assistenza ai malati e decentramento degli ospedali in cittadine dal clima più salubre. Per evitare la possibilità di monitorare le malattie e le cause di morte. Le aziende a loro volta mettono in atto sistemi di repressione intimidatori: i dipendenti che cercano di far comprendere la pericolosità della situazione ai loro compagni di lavoro vengono isolati o addirittura spostati in reparti dove la salute è ancora più a rischio.

Il polo petrolchimico di Augusta, che con le sue 220 canne fumarie si estende per 20 km lungo la costa, è stato costruito in una zona altamente sismica. L’area attorno ad Augusta, da decenni contaminata, è la causa principale dell’inquinamento da mercurio del Mediterraneo e di avvelenamento dei pesci. Lo Stato, che attraverso Augusta si assicura un introito annuo di circa 18 miliardi, è sordo alle richieste di bonifica dell’area avanzate dai cittadini. E i finanziamenti stanziati non sono mai stati utilizzati. Don Palmiro, che è venuto a prendermi all’aeroporto con la sua macchina scassata, è molto attivo e amato dalla sua comunità, anche se non da tutti. Mentre è una spina nel fianco per la gerarchia ecclesiastica.


Mina Iazzetta, Aversa - Il modo brusco in cui i medici mi hanno diagnosticato il tumore al seno mi ha dato la forza di reagire. Soprattutto per i miei figli. Non volevo che soffrissero vedendomi senza capelli, magra e indebolita. Quindi ho cominciato a lottare. È così che Mina è diventata portatrice di un messaggio di forza per quei malati che di solito si ripiegano su se stessi e non oppongono resistenza al male. Continuando la sua vita come prima e battendosi per la prevenzione, è diventata una paladina della riscossa. È stata operata, ma anche così si piace molto. Ha subito la mastectomia, ha deciso di non farsi ricostruire il seno asportato. Si è accettata. Dice la leggenda che le amazzoni avessero un solo seno. Mina sta molto attenta a quel che mangia. «Rimasi scioccata quando in ospedale, dopo la prima seduta di chemio, mi servirono salsiccia e patatine fritte».


Marilena Natale, Aversa (Caserta) -
Giornalista, Marina Natale è la portavoce di chi denuncia i criminali che sversano nell’ambiente sostanze tossiche o inquinanti. Ha adottato Aurora, che ha 11 anni ed è malata di medulloblastoma cerebrale al quarto stadio. Ha un blog per chi vuol denunciare atti illegali, ma ha dovuto chiuderlo per eccesso di denunce. «Sul blog erano anonime, in questura devono metterci la faccia, hanno tutti paura». Vive con la scorta dopo che l’hanno minacciata. «Al San Paolo però ci vado senza angeli custodi, perché per il Napoli posso pure mori’». Vive con sua madre in una casa blindata, protetta da diverse telecamere. A una parete ha appeso un manifesto con i ritratti delle persone che la vogliono morta. Mentre ero con lei, vicino alla buca dove hanno trovato i rifiuti segnalati da Carmine Schiavone (il camorrista diventato collaboratore di giustizia, ndr), è passato un camion che ha fatto una rapida inversione a U e se n’è andato da dove era venuto. Lo guidava una donna. Probabilmente non aveva la coscienza pulita e neanche il carico doveva essere tanto pulito. Ci trovavamo nella zona dove, su indicazione di Schiavone, sono state ritrovate sacche di sangue e lastre di radiografie provenienti dai vicini ospedali. Marilena chiama questa località «le verdi colline della munnezza». Mi racconta che rubare l’acqua alla rete idrica pubblica fa parte della «cultura» locale perché è un furto e uno sfregio allo Stato «oppressore». Con la stessa «filosofia» si eludono le tasse, non si pagano il bollo dell’auto, le bollette e tutto ciò che è identificabile con il finanziamento del bene pubblico. Chi non lo fa, è un fesso.

Padre Maurizio Patricello, Caivano - Lo Stato non protegge le persone che denunciano i criminali che interrano rifiuti tossici, i quali se la cavano con pene lievi, per esempio con pochi mesi di lavoro per sistemare un giardinetto pubblico, finiti i quali se ne tornano alla malavita di prima. Chi li ha denunciati, invece, rischia la vita. Così nessuno osa mettersi contro questi delinquenti e la situazione peggiora di giorno in giorno Ha un’espressione terribilmente amara sul viso. Da anni si batte per far sapere perché sono tanti, nella cosiddetta terra dei fuochi, bambini che muoiono di cancro. Le sue sono parole senza speranza. Padre Maurizio non crede al cambiamento. Gli ho chiesto se potevo scattargli una foto sul retro della chiesa. Ha rifiutato. Mi ha detto che poteva essere pericoloso. La risposta mi ha scioccata. Padre Maurizio si batte perché i suoi parrocchiani possano vivere meglio, ma non può fidarsi di loro. Perdere la fiducia nei propri fedeli è peggio che perdere la fede in Dio, secondo me. A due passi dal quartiere verde di Caivano, uno dei più pericolosi d’Italia, c’è una base della Nato. Ad Augusta c’è la Nato. A Taranto c’è la Nato.



Giovanni Cappa, Casale Monferrato - Nel 2013 mi hanno diagnosticato un mesiotelioma, tumore che colpisce solo chi viene a contatto con l’amianto. Non ho mai lavorato all’Eternit ma sono nato e cresciuto a Casale, dove era consuetudine usare lo scarto della lavorazione di amianto, il polverino, per compattare il terreno. Specialmente nei cortili dove giocavano i bambini. Mi sono sottoposto a una cura sperimentale che mi procura dermatiti molto fastidiose e dolorose ai palmi delle mani e alla piante dei piedi. Tutti i giorni vado alla Camera del Lavoro, il fulcro della città dove si ritrovano sia i lavoratori che gli ex dell’Eternit, sia i cittadini che hanno a cuore i problemi della città. È un luogo di solidarietà sociale e conforto morale, oltre che di consulenza legale per proseguire la battaglia».

Quella di Casale Monferrato è una storia di rivincita e di attivismo civile molto speciale. La bonifica dello stabilimento Eternit si è conclusa nel 2006. A tutt’oggi sono stati bonificati dal polverino circa il 90% dei siti noti e circa il 60% dei tetti in Eternit. Qui la Sanità è all'avanguardia. Lo si constata anche nel confronto con Broni, nell’Oltrepò Pavese, dove si trova l’ex sede della Fibronit. Anche qui si produceva amianto, ma non c'è stata una coesione sociale e una volontà di lotta paragonabile a quella di Casale Monferrato. E forse è anche per questo che le bonifiche dei terreni sono ferme all’1%.


Pietro Condello, Casale Monferrato - Alla Eternit il più pericoloso era l’amianto blu, la crocidolite che arrivava dalla Russia in sacchi. Quando li aprivo, la respiravo a pieni polmoni. Lavoravamo in ambienti intrisi di polvere d’amianto. Nel mio reparto eravamo una trentina, io sono malato di asbestosi, gli altri sono tutti morti. Alla stazione ferroviaria caricavo i camion trasportando i sacchi a spalla. I cassoni dei camion non avevano copertura e così traversando la città si lasciavano dietro una scia di polvere mortale. In un centimetro quadrato di amianto ci sono circa 2.000 fibre. Invisibili e leggerissime, le fibre restano sospese nell’aria anche otto ore prima di depositarsi. Ma quando entrano nei polmoni e li uncinano, non mollano più la presa. Però una volta l’anno, quando veniva a farci visita lo svizzero, dovevamo ripulire tutto con le scope. Ho partecipato a tutte le lotte, ma non vado in ospedale a trovare i miei compagni, non ne ho il coraggio, non so il perché ma è così».

«Lo svizzero», chiamato così per meritato disprezzo acquisito sul campo, è il magnate svizzero dell’amianto Stephan Ernest Schmidheiny (Heerbrugg, 29 ottobre 1947). Condannato a 18 anni di carcere dalla Corte d'Appello di Torino per il disastro ambientale provocato dall’amianto negli stabilimenti Eternit, Schmidheiny è stato prosciolto in via definitiva per intervenuta prescrizione del reato. È rimasto unico imputato nel processo Eternit-bis per l'ipotesi di omicidio volontario di 258 persone.


Annamaria Avonto, Casale Monferrato - Applicavamo i fogli di amianto bagnati attorno a strutture di ferro che servivano da modelli e avevano la forma degli oggetti da produrre. Faceva freddo, nei capannoni entrava la pioggia. L’aria era piena di amianto che ci imbiancava capelli e ciglia. Le nostre tute e i grembiuli puzzavano di cemento. Lavoravo a cottimo, dalle 5 di mattina alle 13. Ci facevano bere il latte perché dicevano che così non ci saremmo ammalati. Ogni tanto ci facevano fare delle radiografie. Dentro la fabbrica c’erano ventilatori che aspiravano la polvere e la soffiavano verso Casale. Ho ricordi nitidi, ma nessuno è felice. Nessuno.

Annamaria è tra le poche sopravvissute nonostante abbia lavorato per trent’anni alla Eternit, nella sezione pezzi speciali. Producevano camini, lastre, raccordi, sifoni per bagni, vasche, fioriere, clessidre. Tutto fatto a mano e senza precauzioni.


Gianluca Margonaro, Casale Monferrato - La mia unica colpa è quella di abitare a Casale Monferrato. Il mio cancro si chiama mesiotelioma. In montagna avevo il respiro affannoso, ma lì è normale. Poi mi è venuto l’affanno anche a far le scale di casa. Nel 2015 ho iniziato le terapie tradizionali. Poi per 15 mesi, fino al 2017, mi sono sottoposto a una cura innovativa in sinergia con la chemio. Per venti ore al giorno dovevo portare una specie di zaino con un dispositivo applicato al corpo che mandava continui impulsi che dovrebbero impedire il propagarsi della malattia.

Dal maggio del 2017, Margonaro sta provando una nuova cura che associa la chemio all’immunoterapia. Ha un assegno di invalidità, gli esami e tutte le cure sono pagate. «Lo svizzero» aveva proposto risarcimenti a tutti gli ammalati. A lui, un indennizzo di 30 mila euro. La maggior parte ha rifiutato il patto con il diavolo. E ha perso.

Comments  
STORIE DAVVERO TRISTI E SONO SOLO UN FRAMMENTO... :-(

(non ho capito quella che soffre di ipotiroidismo..... deve prendere una pillola a vita?! ma ci sono altri modi di curarsi!)
e si continua così, l'inquinamento non è considerato importante quanto abbassare le tasse ai ricchi e creare un clima ostile per gli stranieri. ma poi arriva la livella (cit. totò)
Copia incolla di una parte del discorso fatto da capo Seattle all’Assemblea Tribale del 1854, in risposta ad una offerta di acquisto che il “Grande Capo” di Washington (Douglas) fece per una vasta area di territorio indiano in cambio di una riserva per il popolo indiano. La risposta del Capo indiano Seattle rimane ancor oggi il più bello e profondo documento ecologico mai scritto! ( potete leggere tutto il discorso sul link seguente )

L’aria è preziosa per l’uomo rosso, giacché tutte le cose condividono lo stesso respiro: gli animali, gli alberi, gli uomini tutti condividono lo stesso respiro. L’uomo bianco non sembra dare importanza all’aria che respira; come un uomo in agonia da molti giorni egli è intorpidito dal puzzo. Ma se noi vi venderemo la nostra terra dovrete ricordarvi che l’aria per noi è preziosa, che l’aria condivide il suo spirito con tutto ciò che essa fa vivere. Il vento che diede il primo alito ai nostri nonni è lo stesso che raccolse il loro ultimo sospiro. E il vento deve dare anche ai nostri figli lo spirito della vita. E se noi vi venderemo la nostra terra voi la dovete custodire divisa come sacra, come un luogo dove anche l’uomo bianco può andare ad assaggiare il dolce vento che reca le fragranze della prateria.

Non ereditiamo il mondo dai nostri padri, ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli.

blog.libero.it/ororuggine/8197978.html

Molto triste e deprimente pensare che l'uomo di oggi non riesce a prendersi cura di sé, mentre i "cosiddetti selvaggi" passa 150 anni fa...
#1 peonia

non ho capito quella che soffre di ipotiroidismo..... deve prendere una pillola a vita?! ma ci sono altri modi di curarsi!

Purtroppo si, ne so qualcosa io che ho la tiroidite di Hashimoto e ogni giorno mi toccano 50 grammi di Eutirox....a vita...
Tiroidite dovuta presumibilmente a quanto accaduto a Chernobyl perché da allora si sono moltiplicati i casi a livello europeo...
Quando si dice "Chi è causa del suo mal pianga se stesso".. :-(
Abbiamo, hanno, ridotto il Bel Paese ad una carogna maleodorante, con questo presunto "progresso", che alla fine si è rivelato essere una nuvola di polvere tossica, se ci pensate bene dovete ammettere che respiriamo del tossico, visibile e/o invisibile.
Siamo costantemente immersi nelle polveri causate dalle frenetiche quanto insensate attività umane.
Era meglio il Giardino dell'Eden... Ma già... :oops:
Dopo gli incendi ai capannoni dei rifiuti speciali che ancora avvelenano l'aria di Milano, @ByobluOfficial ha intervistato il Ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, per chiedergli come il Governo ha intenzione di intervenire per salvaguardare la salute dei cittadini nella nuova Terra dei Fuochi: la Lombardia.
ADONIS, io ho il "gozzo multinodulare tossico" diagnosticato nel 1999...non l'ho mai curato, ora i noduli si sono calcificati; sono ipertiroidea e mi porta un po' di tachicardia....non faccio nulla, prendo omeopatia e fitoterapia,inoltre la tiroide varia durante l'anno da ipo a iper....una dieta aiuta, certo bisogna trovare il medico giusto, magari non allopatico, perchè è ovvio che quelli conoscono solo o la chirurgia o l'eutirox! ma come si può pensare di prendere un farmaco a vita? :-o
Guarda che si può fare diversamente! Aggiungo che quella della Tiroide è proprio una industria per loro.... :-( , conosco gente a cui l'hanno asportata...secondo me inutilmente, e non stanno molto meglio! prima che azzeccano la dose giusta di Eutirox ce ne vuole!
Peonia

Ora comunque ho smesso di girare per medici, non mi fido più. Anche a me volevano togliere la tiroide ed è li che ho detto basta. Seguirò il tuo consiglio sperando di trovare rimedi migliori nell'omeopatia sicuramente migliore delle porcherie chimiche che mi stanno facendo ingurgitare dal 2003...
"Vite interrotte", è questo il concetto che le fotografie mi comunicano.
Un sentimento che mi atterrisce, perché danni di questo tipo, che segnano il fisico, la corretta fisiologia e lo spirito, possono colpire chiunque; e realizzi che questo fatto è sempre più vero ogni giorno che passa, ad ogni passo in avanti compiuto da questa epoca oscura.
Ma sopratutto l'angoscia mi prende, quando penso che tali patologie possano mettere in un sol colpo a repentaglio, qualsiasi possibilità di evoluzione e di libertà.

Se sapessimo imboccare il sentiero vero per la libertà e l'evoluzione, lasceremmo mai accadere tali sciagure?
#2 horselover

Quote:

e si continua così, l'inquinamento non è considerato importante quanto abbassare le tasse ai ricchi

Ci tieni cosi' tanto?

Molto spesso i roghi specie per gli impianti di smaltimento/riciclaggio, qui dalle mie parti uno tremendo e' stato quello di Pomezia, sono di origine dolosa,avvertimenti in stile mafioso che andrebbero trattati con la massima severita' al pari dell'omicidio volontario e della procurata strage, perche' le ripercussioni si faranno sentire negli anni.
Quanto a Brescia sono anni che e' in funzione l'incener...pardon "termovalorizzatore", fiore all'occhiello portato ad esempio dalle varie giunte Lombarde e dai vari governi nazionali. La mafia degli inceneritori e' viva e vegeta ed essendo parte essenziale dell'ideologia neoliberista,persegue la sua linea assassina al soldo dei menager di turno.
Lo scopo e' quello di portare l'opinione pubblica sulla necessita' di termovalorizzare tutto, specialmente gomme,plastiche e prodotti affini con un alta percentuale di sostanze cancerogene e mutagene e la truffa dell'energia a costo quasi zero.
I rifiuti vanno riciclati non inceneriti, come dice bene il ministro sono gli impianti di riciclaggio che devono diventare siti sensibili e attenzionati, non gli inceneritori divenuti tramite una legge del 2008,siti sotto controllo militare, legge approvata dal governo dello psiconano.

IN RED WE TRUST
spargere fanghi cancerogeni sui terreni agricoli mi sembra sbagliato (ci tengo tanto) ed è stato considerato talmente urgente dal governo da inserire il provvedimento in un decreto che non c'entra niente. quelli di prima facevano schifo, ma questi non sono meglio
#11 horselover

Io parlavo del decreto per abbassare le tasse ai ricchi,sinceramente del loro destino mi interessa poco o nulla, se il decreto passera' trarremo le dovute considerazioni e conclusioni.

IN RED WE TRUST
Buongiorno Peonia :pint:
Il Generale lì che hai postato mi sembra un tipo in gamba, uno di quelli che vorrebbero acciuffare i colpevoli con,ehmm, garbo. :-)
Ma non sarà facile sconfiggere i moderni Untori e cioè qli inquinatori-avvelenatori che agiscono quasi impunemente, per terra per cielo e per mare :cry:
Vedremo.
Adonis,dove vivi?
PEONIA: Per le info personali ci sono i PM.
#BRINDISI - si lotta da 20 anni e si muore a norma di legge...
la situazione è GRAVE fra carbone petrolchimico ed altri impianti altamente impattanti sull'ambiente, la salute e l'anima della gente costantemente in lotta fra DIRITTO AL LAVORO E DIRITTO ALLA SALUTE.

UN PUNTO DI RIFERIMENTO noalcarbonebrindisi.blogspot.com/
"Per le info personali ci sono i PM."

chiedo scusa
La civiltà industriale è il corrispettivo su scala collettiva di un tossico dipendente.
Abbiamo creato la civiltà del consumo, quindi mi sembra giusto che ci autoconsumiamo!
Decreto Genova, il governo aumenta di 20 volte gli idrocarburi nei campi
ilsalvagente.it/.../...

“Nel decreto Genova, varato dal governo dopo la tradegia del crollo del Ponte Morandi, è stata inserita un codicillo che non ha proprio nulla a che fare con l’emergenza degli sfollati ma che mette a serio rischio i suoli agricoli e la salute dei consumatori.

La denuncia di Bonelli (Verdi)

La denuncia viene da Angelo Bonelli segretario dei Verdi: “Il ministro Toninelli ha inserito nel decreto sul ponte Morandi di Genova una norma all’articolo 41 che aumenta i limiti di idrocarburi pesanti C10 a C40 di 20 volte per quanto riguarda i fanghi di depurazione sia civili che industriali che possono essere sparsi sui suoli agricoli”. E avverte: “Toninelli che dice di aver scritto con il cuore il decreto sferra un attacco senza precedenti all’ambiente, alla sicurezza della catena alimentare del nostro paese, perché con questi valori aumentati si determinerà una contaminazione delle falde e delle matrici alimentari”.

Ecco cosa prevede l’articolo 41

Ecco cosa prevede l’articolo 41 del Decreto Genova (qui il testo completo) pubblicato in Gazzetta Ufficiale:

Art. 41
Disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione


1. Al fine di superare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi di depurazione, nelle more di una revisione organica della normativa di settore, continuano a valere, ai fini dell’utilizzo in agricoltura dei fanghi di cui all’articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99, i limiti dell’Allegato IB del predetto decreto, fatta eccezione per gli idrocarburi (C10-C40), per i quali il limite è: = 1.000 (mg/kg tal quale). Ai fini della presente disposizione, per il parametro idrocarburi C10-C40, il limite di 1000 mg/kg tal quale si intende comunque rispettato se la ricerca dei marker di cancerogenicità fornisce valori inferiori a quelli definiti ai sensi della nota L, contenuta nell’allegato VI del regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, richiamata nella decisione 955/2014/UE della Commissione del 16 dicembre 2008.

Benedetti (Misto-Maie): “Cittadini inquinati legalmente!”
Sulla vicenda interviene anche Silvia Benedetti, deputata del gruppo Misto-Maie alla Camera:
“Sono stata negativamente sorpresa dall’inserimento di una normativa estemporanea sullo spargimento dei fanghi da depurazione sui terreni nel dl Genova. Per questo – continua – ho dapprima proposto l’abolizione dell’articolo che autorizza lo sversamento dei fanghi sui terreni agricoli. Esso fissa un limite di concentrazione di idrocarburi nei fanghi più alto (1.000 mg/kg, ndr) rispetto a quello consentito per i terreni da bonificare (100 mg/kg) e non risulta supportato da alcuno studio che provi la sua non pericolosità.
La beffa sarebbe duplice, in quanto i cittadini si ritroverebbero campi inquinati legalmente e a dover sostenere il costo delle future bonifiche”.
E conclude: “Il secondo emendamento prevede che sia il ministro dell’Ambiente, previa valutazione del rischio, a determinare le modalità e le caratteristiche dei fanghi di depurazione utilizzabili in agricoltura.
Auspico in ogni caso avvenga una discussione approfondita su un tema importante per la salute dei cittadini in Commissione Ambiente ed alle Camere nel corso della legislatura”.

Gentilini, Isde-Medici per l’Ambiente: “Danni enormi”
“Mi sfugge il senso, nel decreto Genova, della norma che consente di spandere su tutto il territorio nazionale, nei suoli ad uso agricolo, i fanghi di depurazione con una percentuale di idrocarburi di 1.000 milligrammi per chilo di sostanza tal quale, cioè fanghi non essiccati”, spiega Patrizia Gentilini di Isde-Medici per l’ambiente, a Repubblica.it.
“Applicando questa norma si finirebbe per spargere, nel giro di tre anni, 75 chili di idrocarburi per ettaro sui suoli agricoli italiani. Senza distinguere tra idrocarburi che arricchiscono il terreno e idrocarburi che lo inquinano”.


°°°

Senza contare che non sappiamo bene cosa in realtà viene poi sparso sui terreni perché è impossibile fare un controllo.

Per comprendere meglio il problema consiglio la visione dei seguenti filmati:

La terra dei fanghi - Indovina chi viene dopo cena 27/11/2017
www.youtube.com/watch?v=vvOtrW_1Qbk

“Il nostro Paese ricicla i fanghi, ossia i rifiuti derivanti dal processo di depurazione dei nostri liquami, come fertilizzanti nei campi agricoli.
E' una pratica oggi oggetto di discussione in Parlamento perché i fanghi, oltre alle sostanze organiche, trasportano nei terreni anche numerosi inquinanti.
La situazione è particolarmente delicata in Lombardia, dove il riutilizzo dei fanghi è particolarmente diffuso.
Sullo sfondo, il traffico illecito dei rifiuti e gli interessi per un mercato in crescita che rende più di quello della droga.”


Quello che segue è la puntata andata in onda ad inizio ottobre di quest’anno, la parte che riguarda i fanghi inizia al minuto 27:30 (+ o -)

(Per vederlo senza logarsi a raiplay)

it-it.facebook.com/.../...
Bene, anzi male, perchè dove vivo io, Bergamo, la situazione ambientale è diventata insopportabile. Tenete conto che in linea d'aria a: km3 c'è il 3° areroporto nazionale, a km1 l'autostrada + trafficata d'europa, a km 6 un inceneritore, due grosse fabbriche chimiche e la fonderia Dalmine tubi. Oltre che qualche centinaio di migliaio di mezzi in movimento. Quando si sale in Citta Alta, 450 mt. s.l.m., si vede una coltre di fumo che ristagna nella citta bassa e che noi ominidi con i nostri filtri, polmoni, tentiamo di pulire. Non mi sono mai informato, ed il bugiardino locale se ne guarda bene dal menzionare, ma presumo che i reparti di oncologia e cardiologia lavorino a pieno regime. Questa società, per lo meno dove vivo io, sarà pure tecnologica ed avanzata, 4.0 è il vanto di alcuni, ma il profumo di erba, artemisia è fantastico, e l'armonia della natura non ha eguali. Amen
Dall'articolo

Quote:


Chiedi a loro e ti risponderanno che siamo tutti coinvolti. Non solo gli avvelenatori noti e quelli che smaltiscono i rifiuti tossici. Anche chi tace, chi si volta per non vedere, chi teme di perdere il lavoro, chi non è sicuro, chi si vergogna della propria malattia è complice. E lo ammette. Siamo abituati a vedere sui giornali e alla televisione le immagini dei siti compromessi dall'inquinamento.

Non sono sicuro che l'autrice abbia compreso ciò che le veniva detto...

Io vivo ed ho vissuto a metà tra Vicenza e Verona da tutta una vita. L'inquinamento da "pfas" esiste da più di trent'anni senza che se ne sia accorto nessuno. Oggi pare che siano riconosciuti nocivi e dunque è partito uno screening ospedaliero di decine di migliaia di persone per capire se effettivamente sono presenti nell'organismo e se si che danni procurino. Nel frattempo gli operai della Miteni che ci lavorano hanno livelli nel sangue mille volte superiori alle soglie e senza alcun sintomo. Tuttavia supponiamo che i danni siano a lungo termine e che nonostante questi siano esposti anche da più di trent'anni quando ne avranno 95 moriranno di una patologia legata agli pfas. Il problema non è fare un piantino e domandarsi se quella persona, se non esposta ai pfas, sarebbe vissuta un anno in più. Come disse Woody Hallen, se vivessero anche un giorno in più pioverebbe.
aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=2246
Il problema vero è che non ti dicono per cosa sono utilizzati gli pfas.
Il problema dell'amianto non è dei "poveretti" di Casale Monferrato da compiangere. Il problema dell'amianto è di chi in tutto il mondo se ne è fatto un tetto. Preso atto del problema in Italia si è provveduto a fermarne la produzione e rimuoverne l'esistente.
Se è vero che gli Pfas sono un problema, e posso anche crederci, è un problema mondiale.
it.wikipedia.org/.../Acido_perfluoroottansolfonico
Wikipedia ad esempio ci dice che:

Quote:


PFOS è in genere commercializzato come sale sodico o potassico. È stato utilizzato principalmente per materiali come tessuti, tappeti e carta per renderli resistenti a grasso, olio e acqua. Inoltre, è stato ed è ancora utilizzato in modo limitato in galvanostegia, in fotografia, fotolitografia, nell'industria dei semiconduttori, in schiume antincendio e in fluidi idraulici per l'industria aerospaziale.

Dunque tutti tranquilli? Chi si mangerebbe o berrebbe mai tessuti, tappeti o carta? Massimo al massimo può aver lavorato con la fotografia e lo sviluppo ma dubito possa essersi bevuto qualche liquido con cui lavorava. Chi di noi poi ha fatto l'astronauta?

Curiosamente si omette uno dei maggiori usi degli pfas ovvero tutte le pentole antiaderenti. Nessuno sa che il rivestimento antiaderente che sembra plastico delle pentole è fatto di Pfas? E quanti dopo qualche anno si ritrovano la pentola col rivestimento parzialmente esaurito? Qualche giornalista ha detto che finisce nel cibo cotto e dunque ce lo mangiamo? Eppure sono molto di più i pfas che si possono ingerire da un rivestimento antiaderente rispetto a quelli che si possono bere da una falda inquinata.

Magari una persona crede di vivere in un'oasi incontaminata nel verde e poi va nel suo orto. Si raccoglie la verdura biologica che ha coltivato con tanto amore anche se ancora risente di cernobil e la cuoce su una pentola antiaderente condendola con discreti quantitativi di pfas. Quella stessa persona poi si fa un piantino pensando a quei poveretti che vivono in zone "inquinate" pensando che ciò non lo sfiori nemmemo.

Tornando alla frase dell'articolo...
Quando la gente del posto ti dice che siamo tutti coinvolti, non intende tutti quelli del posto. Intende tutti compreso te che leggi.
Siamo tutti coinvolti, magari i più ricchi hanno possibilità che il comune uomo della strada non ha...

I ricchi vivranno mentre i diversamente ricchi moriranno di malattie.


L’ultima previsione del fisico Stephen Hawking prima di morire, sette mesi fa, fu che la razza umana si sarebbe divisa : esseri “superumani” ricchi e geneticamente modificati che dominavano esseri “non migliorati”.

Hawking, che è morto a marzo, ha lasciato una raccolta di saggi e di articoli su quelle che chiamava “le grandi domande“, che servivano per preparare un libro che verrà pubblicato martedì prossimo. Con delle Brevi Risposte alle grandi domande, H. immagina che le persone benestanti presto avranno la possibilità di scegliere se modificare il proprio e il DNA o quello dei loro figli per creare degli esseri super-umani con una memoria maggiorata, con una maggior resistenza alle malattie, con più intelligenza e longevità. –The Times

“Sono certo che nel corso di questo secolo si scoprirà come modificare sia l’intelligenza che gli istinti come l’aggressività”, ha scritto Hawking. “Probabilmente ci saranno leggi contro l’ingegneria genetica per gli esseri umani, ma qualcuno non riuscirà a resistere alla tentazione di migliorare le proprie caratteristiche, come la memoria, la resistenza alle malattie e la durata della vita.”

“Una volta che questi super-umani appariranno”, ha aggiunto Hawking, “ci saranno grossi problemi politici con gli esseri umani non migliorati, perché non saranno più in grado di competere e, forse, moriranno o diventeranno ininfluenti. Invece, nascerà una razza-che-si-auto-progetterà e che continuerà a migliorarsi a un ritmo sempre crescente.

Hawking faceva riferimento a certe tecniche di manipolazione del DNA come il Crispr, una tecnologia nota già da sei anni che consente agli scienziati di manipolare i geni scartando quelli dannosi o aggiungendone altri nuovi.

La tecnologia Crispr è già in uso, ad esempio al Great Ormond Street Hospital for Children di Londra si utilizzano tecniche di editing genico per trattare una forma di leucemia che altrimenti sarebbe incurabile.

Molti scienziati adorano questa idea

“Probabilmente gli umani sono arrivati ad un momento critico”, ha detto Chris Rapley, professore di Scienze del clima dell’University College di Londra. “Siamo andati oltre, influenzando il pianeta a livello di paesaggio, interferendo con il suo stesso metabolismo su scala globale e tutte le indicazioni dicono che le possibilità del cervello umano, sia individuale che collettivo, non ci permettono di continuare ad affrontare questa sfida. Su questa base il futuro sembra disperatamente cupo. ”

Forse gli scienziati ingegnerizzano geneticamente un sistema circolatorio che ci permetterà di sopravvivere in un ambiente con poco ossigeno come sarà quello della terra quando il fitoplancton si sarà estinto?


link: comedonchisciotte.org/.../
ma il governo del cambiamento dove è ??????

a bloccare personalmente i clandestini/stupratori/spacciatori/delinquenti..... è da qui che il paese risorgerà...... checenefregaanoidellaterradeifuochi ??????
Questi gravi inquinamenti ambientali che causano intossicazione negli organismi sono così devastanti che non si limitano soltanto nel creare disagi in relazione al persistere nella stessa area d'interesse, ma alcuni individui subiscono un tale collasso da sviluppare una ipersensibilità irreversibile ad ogni qualsivoglia sostanza chimica artefatta, includendo quindi anche ciò che per molti può tranquillamente rientrare nell'uso comune come per l'utilizzo di un dopobarba o una semplice saponetta oppure di un indumento colorato o anche cibi eventualmente trattati per non parlare di detersivi e profumi, cioè una specie di allergia ad ogni cosa più disparata, costringendole dunque ad essere ossessivamente scrupolosi e vigili per qualsiasi cosa con cui dovessero entrare in contatto o gli si dovesse avvicinare nei paraggi al fine di evitare lo scatenarsi di reazioni avverse incontrollate.
Questo genere di malattia rientra nelle cosiddette malattie ambientali (fibromialgia, Encefalomielite mialgica, sclerosi multipla, autismo) ed in particolare si tratta della Sensibilità Chimica Multipla.
Ma dalla Medicina non viene riconosciuta o per lo più (quando proprio costretta ad imbattercisi) si limita a trattarne i casi come condizioni psicosomatiche ossia trattandoli alla stregua di matti iperansiosi e prescrivendo loro psicofarmaci.
Da wikipedia infatti si legge:
La diagnosi di MCS e l'esistenza stessa della patologia sono fortemente dubbie e controverse: alcune delle principali società medico-scientifiche statunitensi hanno escluso la sua natura organica ed è stato rilevato che si tratta frequentemente di sintomatologie psicosomatiche e psicologiche di tipo somatoforme con forti componenti di stress ed autosuggestione.
Per l'Organizzazione mondiale della sanità si tratta di una condizione patologica assimilabile all'elettrosensibilità, cioè priva di evidenti basi tossicologiche o fisiologiche e di verifiche indipendenti.
Il Ministero della Salute italiano la definisce come «un disturbo cronico, reattivo all’esposizione a sostanze chimiche, a livelli inferiori rispetto a quelli generalmente tollerati da altri individui, e in assenza di test funzionali in grado di spiegare segni e sintomi» la cui «reale esistenza e definizione (...) è oggetto di ampio dibattito a livello scientifico».

Ovvero, oltre al danno anche la beffa.

Esistono poi inoltre anche casi di Ipersensibilità Elettro-Magnetica.
Testimonianza di Paolo Ruffini da Milano..
Diossina, Rifiuti e jogging milanese


facebook.com/.../...



Quel che mi spiace, lo dico da medico, è constatare che la maggioranza degli italiani della situazione dell'inquinamento non capisce quasi nulla.
Si dovrebbero tener almeno presenti dei punti base:
1) la maggior parte delle patologie per cui le persone crepano in Italia sono correlate alle varie forme di inquinamento ambientale, e un po' allo stile di vita. Le patologie infettive da noi, pur temibili, sono residuali.
2) casi come le "nubi tossiche" di Milano, o la "terra dei fuochi", o i vari altri casi, sono certo delle evenienze drammatiche, la punta dell'iceberg,ma la situazione italiana, nel suo complesso, è ormai pericolosa. Credete forse che un aeroporto non inquini il territorio, o un inceneritore produca rose e fiori, o che cancellare boschi e alberi per costruirci parcheggi non abbia un impatto sulla salute delle persone? Siete così ignoranti?
3)l'intera pianura padana, ad esempio, è fra le zone più inquinate al mondo. Chiunque ci viva dovrebbe trarne le conseguenze.
4) possiamo o no iniziare a discutere seriamente sull'impatto che hanno sulla salute delle persone le cosiddette "grandi opere"? Possiamo iniziare o no? Il M5S aveva, ed avrebbe, l'occasione per iniziare un "cambio di rotta" sulle cosiddette "grandi opere", a partire dalla apocalittica TAV,e invece cosa sta facendo? Possiamo o no iniziare a discutere delle centinaia di migliaia di microdiscariche sul territorio italiano? Cosa credete finisca nell'aria, nelle falde acquifere? E cosa dire dell'utilizzo massiccio dei diserbanti altamente tossici in agricoltura?
5) o si cambia paradigma, e si inizia a considerare la conservazione dell'ambiente un bene primario, o son problemi per tutti, è semplice.
#28 peonia

Il professor Montanari ha menzionato nell'intervista, parlando delle cause dei roghi, la natura dolosa degli stessi, infatti. Il rogo dell'impianto di Pomezia come quello della ex discarica di Via Roncigliano, ora sito di stoccaggio, ad Albano Laziale sono stati giudicati dai tecnici dei vigili del fuoco roghi di natura dolosa ( nella ex discarica sono stati trovati i tubi dell'acqua tagliati di proposito,come gli estintori fuori uso), tra le altre cose la ex discarica di Albano Laziale era stata individuata come sito per un impianto di incenerimento, parecchia gente e' rimasta delusa dallo stralcio di quel progetto!
Secondo me anche a livello di opinione pubblica sarebbe ora di rendere noto a tutti i livelli di informazione quello che sta' facendo la mafia degli inceneritori!...Un po' troppo ottimista?

IN RED WE TRUST
Sì lo ha detto anche Paolo Ruffini...doloso!
Per quanto riguarda la problematica degli inquinanti ambientali odierni e gli effetti conseguenziali sugli organismi e la salute, molto interessante è il documentario di inchiesta "Un mondo di plastica":

E tanto per divertirci un po' prendiamo qualche dato, perché solo con i dati si può ragionare in maniera seria e scientifica.
Ad esempio sul sito dell'Agenzia per l'ambiente europea troviamo che per inquinamento atmosferico nel 2012, in Europa, sono crepate 400.000 persone, di cui circa 60.000 nel nostro stivale. Insomma i dati di una vera e propria guerra. Sarà certamente andata meglio nell'anno precedente il 2018.. E invece troviamo che sono crepate per inquinamento più persone che nell'intero continente americano, con il nostro primato di 1500 decessi per milione di abitanti, secondo uno studio dell'autorevolissima rivista medica The Lancet...insomma par proprio che l'Italia sia avvelenata da tempo..
E allora sono certo che interi gruppi, comitati di cittadini, di mamme coraggiose, sinora tanto interessate ai vaccini e alle malattie infettive, non mancheranno di impegnarsi socialmente per obbligare la classe politica a conservare intatti i boschi, l'ambiente, a diminuire lo smog, ad impedire le devastanti "grandi opere", a sorvegliare che sul territorio non spuntino come funghi microdiscariche, a pretendere il monitoraggio dell'inquinamento prodotto dagli aerei..sono certo che vedremo prestissimo questi gruppi di madri coraggiose incalzare la classe politica con migliaia di petizioni, di raccolte firme, di manifestazioni di piazza ..
In caso di inquinamento ambientale come questi dell'articolo (e direi in generale, a prescindere da casi come questi), se si vogliono evitare quanti più veleni possibili dall'alimentazione quotidiana bisogna cibarsi solo di vegetali ed evitare cibi di origine animale, in quanto sono quelli che più accumulano inquinanti (da qualunque parte provengano, suolo, aria, ecc...).

@ Adonis e Peonia, se vi può essere utile:
www.valdovaccaro.com/.../

www.valdovaccaro.com/.../

www.valdovaccaro.com/.../
#34 lv78
Non sono d'ccordo.
Le verdure accumulano inquinanti e in termini di capacità nutrizionale hanno un rapporto molto più elevato di inquinanti rispetto alla carne. In particolare la carne dei ruminanti riesce almeno parzialmente a liberarsi dalle tossine attraverso appunto il processo di rumine.
@ fabiomln: a causa del bioaccumulo lungo la catena alimentare gli alimenti di origine animale sono quelli che contengono più inquinanti.
Ad esempio vedi cosa dicono per uno dei tanti inquinanti, la diossina:
www.efsa.europa.eu/.../dioxins-and-pcbs

"Le diossine sono prodotte durante i processi di combustione e sono quindi diffuse praticamente in tutto il mondo. Si concentrano nel terreno, dove perdurano molto a lungo. Gli animali utili in agricoltura assumono dalle particelle di terreno le diossine, che si concentrano nei loro tessuti adiposi. Carne, pesce, uova e latte ne presentano, quindi, contenuti più elevati rispetto agli alimenti vegetali. L’uomo assume il 44% circa delle diossine (incl. PCB) attraverso il latte e i latticini."
www.legacancro.ch/.../diossine

"Dal terreno e dalle piante le diossine risalgono la catena alimentare accumulandosi nel tessuto adiposo degli animali e dell’uomo (piante, erbivori, carnivor, uomo, oppure plancton, pesci, uomo). Oltre il 90% dell’esposizione umana alle diossine avviene attraverso l’alimentazione, in particolare attraverso il consumo di carne, pesce, uova, latte, burro e formaggi." alimentazione.fimmg.org/approfondimenti_mese/2009/gennaio/effetti_diossine.htm

www.ilfattoquotidiano.it/.../#cComments

In caso di inquinamento da diossine è consigliato evitare i cibi di origine animale e di cibarsi di vegetali. Il male minore, insomma.
Si ma se tu dovessi assumere 60 grammi di proteine da vegetali divresti mangiarti chilogrammi di verdure e assumeresti ancor più tossine.
@ fabiomln: ma no, quali kg di verdure... poi mica si deve eguagliare l'apporto proteico dato da carne e cibi animali, anzi. Frutta, verdura, cereali, legumi, semi e frutta secca bastano e avanzano quanto a proteine, anzi anche mangiando solo vegetali si rischia di eccedere in tal senso.
Le diossine poi non vengono assorbite dalle foglie dei vegetali nè dai frutti ma restano in superficie e per eliminarle è sufficiente lavarli sotto l'acqua.
Credo la vediamo in modo profondamente diverso.
Non è questione di vederla in un modo o in un altro, è che la realtà è questa: non serve assumere chissà quanti vegetali per soddisfare il fabbisogno proteico. Io che mangio solo vegetali da dieci anni (dopo altri circa dieci in cui consumavo anche latticini e uova) non sono deperito per il fatto di non cibarmi di proteine animali, anzi pur mangiando anche poco rimango dello stesso peso e non mi schiodo da lì. Che per ottenere proteine servano alimenti di origine animale e che non si riesca ad ottenerne a sufficienza dai soli vegetali è una falsa credenza che credevo ormai morta e sepolta da tempo.