Il dottor Paolo Bellavite ha scritto un articolo nel quale annuncia la raccolta firme per il referendum contro l’obbligo vaccinale (“Legge Lorenzin”). Scrive Bellavite:
In linea generale, va premesso che non si tratterà di una campagna “contro” i vaccini ma di una iniziativa finalizzata a promuovere la libertà di scelta individuale in un contesto di informazione scientificamente fondata e di rinnovata fiducia del cittadino nelle istituzioni sanitarie. I tre quesiti sono formulati in un linguaggio tecnico alquanto complesso, necessario per la precisione giuridica, ma possono essere riassunti in modo semplice.
Quesito n. 1. Il primo quesito prevede l’abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono l’obbligo di vaccinazione e quella relativa alle sanzioni connesse all’inadempimento vaccinale. Qualora la legge Lorenzin fosse emendata dal Referendum, rimarrebbero tutte le disposizioni che organizzano la somministrazione dei vaccini e le anagrafi vaccinali, ma i 10 vaccini sopra menzionati non sarebbero più obbligatori.
Per chi intende far vaccinare i figli non cambierà nulla, visto che i vaccini restano gratuiti e disponibili, come tutti gli altri previsti dal calendario vaccinale ufficiale. Va anche precisato che l’abolizione dell’obbligo non porterebbe grosse alterazioni nella sanità pubblica, perché le coperture vaccinali erano altissime (attorno al 90%) già prima della introduzione dell’obbligo stesso. La legge Lorenzin ha modificato di pochissimi punti percentuali l’adesione alle vaccinazioni e non ci sono correlazioni tra le (piccole) differenze nelle coperture vaccinali delle Regioni italiane e l’incidenza delle malattie infettive. In altre parole, poiché l’adesione della popolazione alle campagne vaccinali è sempre stata buona (checché a suo tempo abbiano voluto far credere la Lorenzin e il suo consulente Walter Ricciardi), passare dall’obbligo al regime di “raccomandazione” non ingenererebbe alcun pericolo per la salute pubblica.
Va anche precisato che ogni obbligo vaccinale preesistente (per tetano, polio, difterite e epatite B) era stato abolito dal Veneto sin dal 2010 e non si era verificato alcun calo delle coperture vaccinali rispetto alle altre regioni, né alcuna epidemia. L’allarme di un ritorno di epidemie del passato per un eventuale piccolo calo vaccinale è una pura ipotesi, destituita di fondamenti teorici e di evidenze epidemiologiche.
Quesito n. 2. Rispondere “Sì” al secondo quesito significherà chiedere l’abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono l’obbligo di vaccinazione quale requisito di accesso alle scuole dell’infanzia. Questo quesito tende quindi a rimuovere l’esclusione dal nido e dalla scuola materna, esclusione che costituisce un aggravio a molte famiglie ma soprattutto un danno grave alla formazione civica e persino corporea dei bambini, privandoli non solo dell’educazione fisica ma anche di una molteplicità di informazioni importanti e fatte da persone competenti sui vari mezzi di prevenzione delle infezioni. In relazione a questo punto della normativa, va precisato con forza che i bambini vaccinati non devono temere nulla da eventuali compagni non vaccinati, sia perché resterebbero ovviamente protetti dai vaccini, sia perché le malattie per cui esistono i vaccini sono talmente rare da non rappresentare comunque un pericolo per la salute in età scolastica. Alcune delle malattie per cui esistono i vaccini sono inesistenti nella fascia pediatrica (difterite, polio, epatite B), alcune sono rarissime (emofilo, tetano, rosolia), altre sono curabili e gravi solo nei primi mesi di vita (pertosse), per altre l’obbligo vaccinale pediatrico non porta alcun vantaggio perché colpiscono prevalentemente gli adulti, a causa dell’inefficienza della immunizzazione a lungo termine (morbillo, parotite, varicella).
Le alte coperture vaccinali di numerosi Stati europei (Germania, Austria, Danimarca, Spagna, Svezia, Regno Unito, Estonia, Finlandia, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Portogallo) in cui le vaccinazioni pediatriche sono solo raccomandate – dimostrano che un obbligo non è necessario per il raggiungimento degli obiettivi di salute pubblica e che le sanzioni pecuniarie e quelle interdittive dalla frequentazione degli asili nido e scuole dell’infanzia ai bambini non adempienti all’obbligo sono misure quantomeno sproporzionate e superflue, se non direttamente discriminatorie.
I bambini che non possono vaccinarsi (questo aspetto riguarda solo i vaccini a virus vivi morbillo, parotite, rosolia, varicella) potrebbero essere protetti con altri provvedimenti sanitari, anche perché essi sarebbero comunque esposti al contagio degli adulti, essendo i vaccini imperfetti e spesso non durevoli nel tempo, e di altri microbi per cui non esistono vaccini. In ogni caso, se è vero che la vaccinazione dei fratelli, dei compagni di classe, dei genitori e degli insegnanti di tali rari bambini potrebbe essere vista come “raccomandabile”, una violazione dell’integrità personale imposta con tale scopo non è accettabile dal punto di vista delle tutele costituzionali della persona (art. 32) e non può far parte degli obblighi ex legge Lorenzin. Sono già state elaborate proposte per linee-guida che servano realmente alla tutela della salute dei bambini con problemi di immunodepressione negli ambienti scolastici (vedi tesi citata sopra e pubblicata in “Sfero”).
Quesito n. 3. Il terzo quesito referendario prevede l’abrogazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale pediatrica nella parte in cui prevedono la somministrazione di vaccinazioni con formulazioni combinate e parzialmente combinate e nella parte in cui subordinano la vaccinazione monovalente alla disponibilità del SSN. La disponibilità di vaccini “monocomponente” sarebbe molto utile affinché un bambino già immune per una certa malattia conseguita per via naturale (esempio: emofilo, pertosse) non sia costretto a ri-vaccinarsi per la stessa malattia qualora necessiti di un vaccino che invece si trova presente solo nel combinato (esempio: esavalente).
Altrettanto utile sarebbe avere vaccini monocomponenti per evitare di iniettare sostanze patogene verso malattie che proprio non esistono (esempio polio e difterite). Si eviterebbe quindi la “iper-immunizzazione”, con ciò che comporta come rischio di allergie e anafilassi. Un altro aspetto non trascurabile riguarda i vaccini prodotti con linee cellulari umane derivate da aborti volontari (rosolia e varicella) il cui uso presenta dei problemi morali (Cfr. Pontifica Accademia per la Vita, Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti, 5 giugno 2005) e probabilmente anche fisici per la contaminazione da DNA umano. Dovrebbe essere consentito evitare quei vaccini senza dover rinunciare agli altri presenti nel vaccino multicomponente.
Nella legge Lorenzin i vaccini monocomponenti sarebbero contemplati, ma solo subordinatamente alla disponibilità del sistema sanitario nazionale. Purtroppo, in pratica, nulla è stato fatto per implementare tale disposizione perché il sistema sanitario nazionale non li ha resi disponibili (anche per i costi e la resistenza delle case farmaceutiche). Il terzo quesito chiede perciò di abolire tale restrizione e quindi, se approvato, lo Stato sarebbe costretto a mettere a disposizione anche i vaccini a monocomponente. Tale sviluppo andrebbe quindi a tutto vantaggio della popolazione e soprattutto di coloro che desiderano vaccinare i figli nel modo più corretto, efficace e meno rischioso.
Il ritorno al regime di raccomandazione “costringerebbe” le autorità competenti a sviluppare argomenti scientificamente consistenti per “convincere” i genitori alla corretta pratica vaccinale. L’abolizione dell’obbligo contribuirebbe a potenziare la vaccinologia nel senso di studiare vaccini sempre più sicuri (ad esempio senza alluminio, monocomponenti e possibilmente con antigeni senza reazioni crociate con proteine umane per evitare l’autoimmunità). L’assenza di una pressione statale sui medici (a loro volta ridotti a esecutori della legge e persino ricattati dalla Federazione degli Ordini con minacce di sanzioni) contribuirebbe a rigenerare un buon rapporto tra pediatri e genitori, basato sulla attenta analisi del rapporto benefici/rischi applicata a ciascun vaccino e a ciascun bambino individualmente.
In conclusione, non è il Referendum dei “novax”, è il referendum per una buona medicina pubblica, che sarebbe utile per tutto il popolo italiano e in primis per i bambini, per la loro salute e la loro formazione scolastica. Infatti, è stata proprio l’introduzione dell’obbligo vaccinale a minare il normale rapporto di consulenza tra medici e cittadini (nella fattispecie tra pediatri di famiglia e genitori), travolgendo il concetto stesso di consenso informato, cardine dell’etica medica sin dai tempi di Ippocrate. I genitori che non vogliono vaccinare i propri figli, o vogliono solo alcuni vaccini e non altri, o vogliono dilazionare i vaccini, devono essere garantiti nella loro scelta e senza conseguenze sanzionatorie di sorta; chi al contrario preferisce procedere alle vaccinazioni deve allo stesso modo vedersi garantito il diritto di farlo gratuitamente ai propri figli.
Dopo la pandemia COVID-19 è ancora più evidente l’insostenibilità di politiche vaccinali espresse mediante imposizioni e repressioni; ognuno deve essere libero di scegliere una possibilità vaccinale che deve essere garantita a tutti ma senza l’imposizione di sanzioni economiche o altri pregiudizi al figlio o alle famiglie. Il Referendum perciò ingaggia i cittadini per una consultazione che non riguarda ideologie o convincimenti soggettivi ma l’affermazione della libertà di scelta, adeguatamente informata.
Però viviamo in un paese democratico!!!!!!!!!!!!!!!!!
Assassini, criminali.
Futtettenne della precisione giuridica con paroloni incomprensibili che sembra dicano l'esatto contrario.
I quesiti dei referendum sono volti ad avere una decisione popolare e pertanto è "necessario" che siano comprensibili al popolo.
Scrivi "cancellare", "togliere", "eliminare", "buttare nel cesso", al posto di "abrogare", in modo che chiunque possa capire senza dover consultare la Treccani.
Secondariamente io voto SI o NO se voglio o no qualcosa.
Non voglio votare SI per dire NO e viceversa, soprattutto senza sapere cosa sto facendo.
Riguardo al referendum, c'è sempre il rovescio della medaglia.
Come già detto più volte da diversi esperti, Mazzucco compreso, il referendum è un arma a doppio taglio che sarebbe meglio chiedere quando si è certi del suo risultato, non facile.
Se infatti il popolo ovino, rimbambito dalla paura e dalla propaganda, si esprimesse a favore degli obblighi, il sistema avrebbe un arma in più di coercizione e scarico di responsabilità: "Lo hanno deciso gli italiani con un democratico referendum".
Ben venga il referendum, ma dovrebbe anche essere spiegato in termini chiari e comprensibili a tutti cosa si vuole fare e soprattutto cosa significa "abrogare".
Provare non costa nulla? Non è vero, provare e andare a sbattere significa rafforzare il campo dei sostenitori del vaccino & altre schifezze che avranno gioco facile ad affermare a reti unificate che gli italiani sono dalla parte della scienza ecc.
Del resto anche Massimo Mazzucco, più o meno per le stesse ragioni, era contrario alla proposta di referendum contro il green pass, avanzata a suo tempo.
ancora una volta sono d'accordo con te,
Purtroppo anche chi è contro certe imposizioni non si cura del linguaggio da usare, un linguaggio che dovrebbe essere più appropriato e comprensibile verso tutta una platea di persone che non hanno (vuoi per menefreghismo, vuoi per poche possibilità) la facoltà di conoscere tutti i termini a cui la politica ci ha abituati per circuire più persone possibili.
Altra cosa.
Bisognerebbe che ci fosse una legge che invalidi le votazioni se non viene raggiunta una determinata percentuale di votanti, minimo il 50%.
E' evidente che, se la percentuale dei votanti è scarsa, significa che il popolo non è convinto sulle decisioni da prendere o sui candidati da votare e pertanto non ha alcun senso procedere con le votazioni.
Faccio un esempio terra-terra.
Se quando si sceglie un amministratore di condominio la maggioranza dei condomini non è convinta dei candidati proposti, non ne sceglie nessuno, e quei pochi che votano, in soldoni, vanno contro l'opinione della maggioranza.
Questa non si può definire "democrazia" in quanto l'elezione non è consenso popolare.
Un partito politico che viene "eletto" anche se più della metà della popolazione non lo ha votato solo perché non si è presentato alle urne ma ha ottenuto la maggioranza dei voti raccolti, non si può dire che ha vinto le elezioni.
Un referendum, per quanto valido ufficialmente, non può esprimere l'opinione popolare, positiva o negativa che sia, se la maggioranza della popolazione ha disertato le urne.
Comprendo che l'annullamento delle votazioni allunga i tempi, ma se vogliamo avere una scelta veramente democratica è necessario se non indispensabile, avere il consenso della maggioranza della popolazione.
Fine OT
Questo senza tener conto della disaffezione della gente verso uno strumento che è stato depotenziato in ogni sua forma e reso praticamente inutile anche nel caso si vincesse (vedi ad es. referendum sull' acqua pubblica).
Il referendum in una democrazia parzialmente diretta come la Svizzera ha senso, da noi no.
Credere ancora di utilizzare le armi, truccate, fornite dal Sistema, per modificare il Sistema è da poveri illusi.
Queste armi, si ritorcerebbero contro di noi, come già detto sarebbe un' ottima occasione per tacitare definitivamente chi è contro le vaccinazioni obbligatorie : "C' è stato il referendum e il popolo si è espresso a favore dell' obbligo".
I politici, come gli avvocati, devono sempre portare acqua al proprio mulino.
L'avvocato deve difendere il proprio assistito anche se è platealmente colpevole.
Il politico deve governare secondo le proprie idee politiche.
Ecco quindi che entrambe le categorie (ma non solo quelle) devono necessariamente usare le parole per dire l'esatto contrario di quel che sembra dicano.
"Vuoi abrogare la legge... ".
Il quesito mira a ottenere un voto contrario all'opinione popolare (che è in disaccordo con la politica del momento): "dire NO per dire SI", e l'uso di una parola inusuale rende difficile capire il concetto.
Bastava porre un solo quesito, in modo secco: "Sei favorevole all'obbligo vaccinale sì o no?"
Poi il resto veniva da sè.
In Italia il referendum è solo abrogativo. I quesiti referendari possono solo proporre l' abrogazione totale o parziale di una legge. E' per questo che i quesiti referendari sono così astrusi e di difficile comprensione. E secondo me non è un caso che il legislatore ha adottato questo metodo, proprio per renderlo uno strumento di difficile utilizzo e comprensione per il cittadino medio.
L'ho già scritto altre volte. Era interessante la proposta del deputato Tessari, ex Pc poi fattosi incantare dalle sirene marce del pannellismo, risalente alla fine degli anni settanta. Prevedeva un riconoscimento concreto delle percentuali dell'astensione. Vale a dire che se i voti dati ai partiti fossero stati ad esempio il 60%, il Parlamento doveva lasciare vuoti il 40% degli scranni.
scusate
www.youtube.com/watch?v=LApVhNzF4IY
e un suggerimento per combattere attivamente
www.youtube.com/watch?v=ahQl_WJCWYI
Ovviamente, nessun media di regime ne parla.
Ma i referendum hanno diverse tipologie.
Quorum si o quorum no, .i referendum sono in scadenza.
Ci sono quelli che hanno una scadenza temporale prevista (tipo il verbale di invalidità in scadenza
Oppure ci sono quelli che scadono dopo un nuovo referendum corrispondente.
Ma per quelli più importanti, quelli richiesti con raccolta firme popolari,
guarda caso, vengono scavalcati (buttati nel cesso) con nuove leggi.
...e non ho ancora capito come sia possibile farlo in uno stato democratico e NON SOTTO DITTATURA.
Ad esempio:
- referendum 1993 depenalizzazione delle droghe leggere
se ne sono sbattuti altamente e hanno anche innalzato e triplicato le pene e i parametri con tolleranza zero e droghe leggere e pesanti uguali tra loro
(legge Fini- Giovanardi)
- referendum 2011 sulla privatizzazione dell'acqua pubblica
se ne sono sbattuti altamente e hanno reso l'acqua sempre più privatizzata
- referendum 1987 sull'energia nucleare
è da quell'anno che continuano a spingere di riportare il nucleare in italia
con a capo la solita scusa, il solito concetto del cazzo del "... ma tanto appena fuori dal confine italiano ci sono tutte le centrali nucleari degli altri paesi tipo la francia e quindi.... (e quindi se uno si butta dal dirubo ti ci butti pure tu?)
Come si evince i referendum sono solamente lo zuccherino per il popolo.
I referendum sono una bufala ed è stato dimostrato che possono essere tranquillamente scavalcati distruggendo il volere popolare!
e se poi il referendum si fa, e si perde ??
teniamo presente che se si dovessero raccogliere abbastanza firme per indire un referendum, partirebbe una gigantesca propaganda mediatica
per votare contro.
ricordo a chi forse negli anno 80 aveva ancora i pantaloncini corti, che in quegli anni nascevano le prime tv private di Berlusconi, che trasmettevano film in prima serata con così tanta pubblicità che la gente non poteva più. Praticamente erano spot pubblicitari interrotti da frammenti di film.
Ebbene ci fu un referendum, e dopo una martellante propaganda, la gente riuscì nientemeno che a votare SI alle interruzioni pubblicitarie.
E se si perde, ci troveremmo messi ancora peggio di come siamo ora...
Il risultato scontato sarebbe il medesimo: votanti 90% pro siringate obbligatorie di esaltati attivisti o zombie amebici contro 10% (se va bene...) per la libera scelta.
Non mi dimentico come si è comportata la massa della cosiddetta gente comune ed essere consegnato nelle loro grinfie mi fa paura (oltre che schifo).
concordo,
i referendum sono una presa per i fondelli...con i referendum vogliono dare una parvenza di potere al popolo, parvenza che non ti permetteranno mai di avere nonostante la Costituzione dica che """ IL POPOLO E' SOVRANO"""" sogno o son desto.... MA QUANDO MAI...
i politici che tu stesso voti, da sempre portano avanti i propri interessi personali e fanno i loro comodi, anziché difendere il pensiero e le esigenze del popolo che lo votato !!!!
Finchè esiteranno gli idioti/ingenui/stupidi o opportunisti che vanno a votarli non avremo via di scampo ...purtroppo.....
Però mi sembra che era stato evidenziato chiaramente che, visti i firmatari della proposta, trattavasi di chiara iniziativa suicida e quindi boomerang. Ahimè. Poi è palese che:
(cit. #5 Melville:) "Provare non costa nulla? Non è vero, provare e andare a sbattere significa rafforzare il campo dei sostenitori del vaccino & altre schifezze (...) anche Massimo Mazzucco, più o meno per le stesse ragioni, era contrario alla proposta di referendum contro il green pass, avanzata a suo tempo."
Anche i soggetti che curarono i ricorsi in corte cost contro il marchio verde erano garanzia di non esser noi garantiti...
Il popolo non ha alcun potere. Mettiamocelo bene in testa.
Potremo anche avere qualche posizione decisionale su questioni puramente marginali di minima importanza, ma su quelle veramente importanti non abbiamo alcuna voce in capitolo perché tutto deve muoversi come Loro hanno già deciso in partenza.
E' ovvio che (oggi) non possono dircelo apertamente (anche se ci stiamo lentamente arrivando) e quindi truccano le votazioni mettendo paletti impossibili da superare: numero di firme, tempi di raccolta impossibili, propaganda martellante a senso unico, silenziamento delle argomentazioni opposte, ecc.
E anche se, nonostante il sabotaggio, il referendum non sortisse l'esito previsto, si può sempre ribaltare il risultato con qualcosa con un nome diverso o peggio, emettendo in secondo tempo una legge che non tiene minimamente in considerazione il risultato del referendum.
faccio però notare come la colpa l'abbiano prevalentemente gli italiani.
Si, gli italiani.
Italiani che in primis hanno voluto, votato e continuato a votare sta gentaglia mafiosa.
Secundis, gli italiani il 15 giugno del 2003 fecero perdere il referendum che avrebbe abrogato (annullato) l'obbligo dei proprietari terrieri di far installare sul proprio terreno condutture elettriche e tralicci elettrici e della telefonia.
Perchè gli italiani fecero perdere il referendum non raggiungendo il quorum?
Perchè gli italiani preferirono andarsene al mare!
Che popolo di coglioni ignoranti e fascistoidi del cazzo.
ORA CI RITROVIAMO I TRALICCI DELLA TELEFONIA E DEL 5G NEI CAMPI, SUI TETTI, OVUNQUE!
COGLIONI.