L'8 Settembre è una data strana, per l'Italia. Beppe Grillo, nel suo recente intervento al Parlamento Europeo, l'ha chiamato “il giorno della liberazione”, alcuni lo hanno definito, invece, il giorno della vergogna, ma forse sarebbe più corretto definirlo “il giorno dell'abbandono”.
Quell'8 Settembre di sessantaquattro anni fa, infatti, è stato il giorno in cui l'Italia fu abbandonata a sé stessa dai propri governanti ed il risultato fu la guerra civile.
La abbandonò il re Vittorio Emanuele III che al mattino poteva ancora proclamare all'ambasciatore tedesco la fedeltà dell'Italia alla Germania mentre alla sera si dava, precipitosamente alla
fuga... Fu abbandonata anche dal capo del governo, il generale Badoglio, che dopo aver firmato la resa incondizionata ben cinque giorni prima, non ebbe il coraggio di comunicare l'armistizio né ai militari italiani impegnati all'estero, né alla nazione. Vi fu costretto, infine, quando dalla lontana radio Algeri giunse il comunicato di Eisenhower: un
breve ed ambiguo comunicato, poco prima di scappare...
Ma l'Italia fu anche abbandonata dai giornali, che il 9 Settembre riuscivano a scrivere
tutto ed il contrario di tutto
A sessant'anni di distanza, oggi, gli Italiani si sentono
nuovamente abbandonati; da una classe politica infarcita di poteri e privilegi, tanto da far impallidire la nobiltà di Ancien Régime, una classe politica che non vuole e non si assume mai
la responsabilità dei propri errori.
Gli Italiani si sentono abbandonati dai mass media.
In televisione e nei giornali, tra la spettacolarizzazione della cronaca nera e l'incessante ed esasperante diffusione di allarmi terroristici, spesso non vi è più spazio per l'Informazione (con la I maiuscola)
Ma l'uomo, insegnava Aristotele, è un animale sociale, che non riesce a vivere nell'abbandono e ad accettare di essere protagonista solo per quel breve istante, ogni cinque anni, necessario a mettere una croce su una scheda elettorale.
Ha deciso di reagire, a suo modo, ed il mondo si è rovesciato.
Gli antichi avevano l'agorà, la piazza cittadina, dove riunirsi e discutere di politica. Oggi quel tipo di piazza è sparito dalle città reali ma lo ritroviamo, in modo virtuale, nella rete, più grande e bella che mai.
Lì i consumatori di informazione sono diventati, essi stessi, produttori e distributori e l'offerta, come teorizzava
Say, ha creato da sé la propria domanda e così l'agorà telematica si è andata riempiendosi sempre più.
Sono sorte numerose bacheche, i blog, dove ognuno poteva affiggere il proprio manifesto, condividere i suoi pensieri, le sue ricerche o semplicemente sbattere in prima pagina una notizia che il quotidiano aveva relegato in un trafiletto a pagina 35.
Nel mondo alla rovescia è capitato, così, che un comico, interdetto dai media, abbia potuto costruire una grossa e luminosa bacheca, utilizzandola quotidianamente per fare informazione, filtrata dal suo pensiero e dal suo stile, ovviamente, ma pur sempre informazione.
Quella grande bacheca, il blog di Beppe Grillo, è diventata un canale di comunicazione dal potenziale enorme ed è servita per dare voce e risonanza a tante voci prima coperte dal silenzio assordante dei media.
Ed ora il popolo degli
abbandonati, dall'alto di quella luminosa bacheca, ha deciso di utilizzare il giorno dell'
abbandono per gridare “
Basta!” o, se preferite, “
VAFFANCULO” a quella classe politica, urlare “
Andatevene! Non vi vogliamo più! Vi abbandoniamo noi, questa volta!”
L'
8 Settembre caleranno nelle piazze italiane e chiederanno a gran voce di ripulire il Parlamento dai
pregiudicati, di rinnovare la classe politica mandando a casa chi scalda la poltrona da più di due legislature e di poter tornare a votare i candidati esprimendo una preferenza diretta.
Ma nel mondo alla rovescia, forse, si può osare un qualcosa di più.
Non limitarsi a un grido di disgusto, ma urlare la propria proposta, dettare le condizioni.
Forse la casalinga di Voghera, abbandonata la sua bacheca nell'agorà virtuale per scendere nella piazza vera, griderà “Volete i miei soldi? Bene lì spenderete come dico io! Nella scuola e nella ricerca, nella sanità e nell'assistenza! Non per giocare al pacificatore mondiale”
E l'operaio di Mirafiori, forse, si unirà al suo coro: “Volete che chieda la fattura al mio dentista? Mi costerà il 30% in più! Fatemela scalare dalle tasse come spesa medica! Cribbio!”
E voi? Che cosa griderete?
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