di Enrico Sabatino
Ieri il Presidente USA, davanti alla platea dell'Associazione degli ufficiali USA, ha dichiarato:" Il presidente iraniano Ahmadinejad è un tiranno, i leader di Teheran sono come i terroristi di Al Qaeda. Nessun presidente americano permetterà che l'Iran si doti dell'arma nucleare, e lo farà anche la comunità internazionale. Alla minaccia dell'estremismo sunnita costituita dall'organizzazione terroristica di Osama Bin Laden si somma quella dell'estremismo sciita alimentato dall'Iran. Sarebbe folle pensare di negoziare con certi nemici. Bin Laden e i suoi alleati hanno messo in chiaro le loro intenzioni come l'avevano fatto, prima di loro, Lenin e Hitler. Il problema è se noi presteremo ascolto, se faremo attenzione a quanto quel malvagio dice. Coloro che ci attaccarono l'11 settembre..... ...erano persone senza coscienza, ma non erano pazzi. È gente che uccide in nome di un'ideologia chiara e mirata, un credo che è crudele ma non è folle. I terroristi credono che siamo un Paese in decadenza, ma si sbagliano. Resteremo in Iraq fino alla vittoria».
Subito dopo Bush ha prorogato di un anno il Patrioct Act, ovverossia lo stato d'emergenza nazionale, e ne saranno ben felici i suoi concittadini.
Comunque, a parte le ovvie parole propagandistiche in vista del quinto anniversario dell'11 Settembre e delle elezioni di mid-term di novembre, il vero messaggio e' quello indirizzato all'Iran e alla comunita' internazionale. Era abbastanza scontato che l'amministrazione USA prima o poi cominciasse ad alzare i toni e la tensione in seguito alla decisione iraniana di non sospendere l'arricchimento dell'uranio prima dell'inizio di negoziati veri e propri con la comunita' internazionale e soprattutto in seguito all'approccio attendista e negoziale di UE, Russia e Cina.
Queste parole di fuoco di Bush escludono infatti ogni volonta' USA di negoziare con l'Iran cercando di trascinare in un eventuale conflitto tutto il resto della comunita' internazionale, che invece deve restare ben attenta e salda nel mantenere distinta la propria strategia da quella USA nei confronti dell'Iran .
Sembra ormai chiaro che gli USA d'ora in poi alzeranno sempre piu' i toni e naturalmente l'Iran rispondera' per le rime - e infatti Ahmadinejad ha gia' replicato con un «Bush è nulla di fronte alla volontà di Allah» - ed e' proprio per questo che UE, Russia e Cina dovranno unire gli sforzi per frapporsi tra USA e Iran e fare fronte comune per un approccio negoziale che arrivi ad una soluzione pacifica della questione sul nucleare. Anche perche' finora non e' stata trovata la benche' minima traccia di prova che l'Iran sia effettivamente in procinto di dotarsi di armi atomiche e lo stesso rapporto dell'AIEA ne e' una conferma; e questi sono i dati di fatto al momento, mentre le previsioni del Pentagono di un Iran dotato di armi atomiche entro 5 anni sono pure illazioni che fanno il paio con quelle delle fantomatiche armi di distruzione di massa dell'Iraq di Saddam, mentre il popolo iracheno ne sta ancora soffrendo le tragiche conseguenze.
Quindi e' ora che il resto della comunita' internazionale alzi la voce per rimarcare il suo approccio del tutto opposto a quello USA e per far si' che queste ultime dichiarazioni di Bush rimangano isolate, visto che evidenziano chiaramente la volonta' dell'amministrazione USA di "preparare psicologicamente" i propri connazionali e il resto del mondo ad una prossima guerra contro l'Iran per chiudere "in bellezza" il secondo mandato presidenziale di Bush jr. e tirare la volata per la successiva candidata repubblicana alla Casa Bianca, Condoleeza Rice, la quale ha di recente paragonato la guerra in Iraq alla guerra civile americana, affermando che "tutti e due i conflitti sono stati criticati, ma che entrambi sono giustificati dalla storia". Parole a dir poco ridicole, se in Iraq non fosse in corso da 3 anni e mezzo una mattanza senza fine a causa della scellerata invasione USA e GB.
Ma questa nuova eventuale guerra degli USA sara' contro un Paese 4 volte piu' grande, con quasi il triplo della popolazione, molto piu' ricco, piu' armato e con un esercito maggiormente addestrato rispetto all'Iraq. E le conseguenze saranno devastanti per il mondo intero, visto l'effetto domino che questa guerra scatenera' nel pianeta.
Ho degli amici iraniani che vivono e lavorano a Bangkok da quasi 15 anni, uomini sui 40 anni d'eta' che hanno combattuto nella guerra contro l'Iraq di Saddam e che sono poi scappati dall'Iran, senza mai farvi piu' ritorno da allora, perche' del tutto contrari al regime degli ayatollah; persone ultra-laiche nella loro vita quotidiana e che rimpiangono i tempi dello Scia'.
Ma tutti all'unisono mi hanno detto:"Se gli USA bombardano e invadono l'Iran, torniamo immediatamente nel nostro Paese a combattere contro gli americani".
Enrico Sabatino
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