UN CRISTO MUSULMANO
di Stefano Serafini
Andava di moda quando si doveva parlare male della Cina. Lo ricordate, lo slogan? "Il mio cuore a Tienanmen".
Oggi non c'è un solo operatore d'informazione di massa che abbia il coraggio di dire IL MIO CUORE A FALLUJA, mentre cadono le bombe su infinite "case di terroristi": uomini, bambini, donne terroristi, patrioti terroristi, terroristi in casa propria, terroristi civili...
Il re è nudo. Le parole hanno ormai invertito il proprio significato: giustizia, libertà, diritti, terrorismo, viltà... Gridiamolo noi, allora, dov'è il nostro cuore. Dov'è il cuore dell'uomo disonorato, bombardato, violentato, ucciso con le armi e con la menzogna, coronato dalle spine dell'ipocrisia e della maldicenza, crocifisso all'indifferenza sorda.
Un Cristo lontano e così vicino, un Cristo musulmano, spezzato, pieno di offesa, un Cristo a cui non siamo degni di baciare i piedi insanguinati. Nostro muto figlio, nostro sconosciuto padre.
Il mio cuore a Falluja.
Stefano Serafini