RUMSFELD AVEVA AUTORIZZATO TUTTO DI PERSONA
di Massimo Mazzucco
16.05.04 - Il sabato del villaggio, a Washington, è stato rovinato da uno scoop giornalistico che rischia nei prossimi giorni di assumere una portata storica. Ed è di nuovo Seymour Hersh (foto), il giornalista che vinse il Pulitzer nel ‘78 per aver fatto conoscere al mondo la vergogna del massacro di Mi-Lay, a fare da cecchino alla presente amministrazione di guerrafondai. Oggi nel suo mirino c’è Donald Rumsfeld, che già fatica ogni giorno di più a convincere il mondo della sua innocenza (fosse anche soltanto per quel cognome – e quel volto - che ricordano tanto da vicino il feldmaresciallo von Rundstedt della battaglia delle Ardenne).
Hersh aveva già fatto il primo articolo sul New Yorker, una decina di giorni fa, uscendo in contemporanea (concertata?) col documentario della CBS che mostrava le torture ai prigionieri iracheni. In quell’articolo il giornalista (investigative reporter, amano farsi chiamare quelli come lui) rivelava, in maniera ultra-documentata, come al corrente delle torture fossero più o meno tutti gli alti livelli della gerarchia militare USA. Ma oggi ha sganciato la vera e propria bomba, tanto che il NewYorker non ha aspettato nemmeno lunedì – regolare giorno di uscita del settimanale - ma lo ha pubblicato immediatamente, sulla versione internet del giornale (www.newyorker.com)
Nell’articolo (The Gray Zone - How a secret Pentagon program came to Abu Ghraib) Hersh rivela come le varie pratiche di tortura che ora tutti conosciamo non fossero affatto un’invenzione delle “solite quattro mele marce”, bensì parte integrante ... ... di un piano segretissimo, detto Copper Green (Verderame), messo a punto e controfirmato da Rumsfeld stesso, durante la guerra in Afghanistan. Siccome più volte, all’inizio di quella guerra, Rumsfeld non aveva avuto l’autorizzazione istantanea a sganciare bombe sui civili, dove lui pensava si trovassero anche dei “terroristi“ (leggi: concorrenti sgraditi nella corsa al controllo degli oleodotti e dell’esportazione di eroina), Rumsfeld aveva puntato i piedi ed aveva ottenuto dalla casa Bianca il permesso di crearsi le sue squadre speciali, dette SAP (Special Access Program), che venivano “coltivate” in un’area del Pentagono chiusa a tutti gli altri militari.
Queste squadre avevano il permesso di intervenire su qualunque obbiettivo, senza dover avvisare nessuno, e soprattutto senza poi dover rispondere a nessuno, se non a Rumsfeld stesso, del loro operato. E fra le istruzioni, bella bella, nero su bianco, era stata anche riportata la sintesi filosofica di Rummy “get who you want, put them where you want, and do with them whatever you need to do to get what you want”. Acchiappa chi ti pare, mettili dove vuoi, e fanne qualunque cosa tu abbia bisogno di fare per ottenere da loro ciò di cui hai bisogno.” Una vera e propria autorizzazione a delinquere quindi – se non addirittura un’istigazione - che cancellava d’un colpo tutti gli obblighi e le restrizioni nei riguardi dei civili a cui già gli altri militari si sottopongono di malavoglia.
Eccola qua, la personalissima interpretazione del buon Rumsfeld della Convenzione di Ginevra.
Ora, pare che il capo del Pentagono, contento da un lato dei risultati che i suoi ragazzi avrebbero riportato in Afghanistan, e preoccupato dall’altro per l’escalation della rivolta irachena, abbia voluto trasferire questa bella abitudine anche a tutte le forze che si occupano dei prigionieri in Iraq.
Un via libera quindi, generalizzato ed intenzionale, che confermerebbe in pieno le mille voci dei militari, di cui ora si cerca di fare un capro espiatorio, che sostenevano che gli ordini arrivassero dall’alto. Molto dall’alto, aveva sottolineato qualcuno.
Una scelta inoltre che rappresenta, a mio giudizio, la summa universale dell’arroganza, della prepotenza e soprattutto della stupidità assoluta: sono anni infatti che gli esperti dicono a Rumsfeld che la tortura è l’ultimo dei mezzi per ottenere dal prigioniero informazioni utili (ammesso che mai ne abbia davvero), poichè oltre un certo limite chiunque diventa disposto - dicono – a raccontarti qualunque cosa tu voglia sentire, pur di farti smettere col tormento che gli infliggi.
Epppure Cesare Beccaria era stato tradotto anche in inglese, mi sembra.
Massimo Mazzucco