Ed ora è il momento dell'indignazione.
Questa volta ci è scappato il morto, Filippo Raciti, un carabiniere di 38 anni, ed il commissario straordinario alla FIGC, Luca Pancalli, ha deciso di fermare il campionato a tempo indeterminato.
Ora è il momento dello sfogo, dell'indignazione, della rabbia.
Tutti ora si lanciano in grida di accusa contro i barbari... ...contro i violenti, contro gli ultras, animali che affollano gli stadi alla ricerca della rissa, per esporre cartelloni con slogan razzisti, per mostrare al mondo che l'uomo è una bestia e tale rimane.
I politici dicono: basta!
Pecoraro Scanio inveisce contro i “teppisti criminali [che] hanno insanguinato lo sport italiano“, Bertinotti invita a “combattere ogni barbarie, anche al di fuori dal campo” e per una volta maggioranza ed opposizione si trovano d'accordo sia sul problema, sia sulla soluzione.
Servono
misure drastiche ed un
segnale forte per fermare la degenerazione dello sport, altrimenti non si riparte.
Il Commissario Straordinario della Figc, Luca Pancalli, spiega che la legislazione vigente non è sufficiente e che
“gli impianti son diventati zona franca, dove il delitto viene spesso "derubricato" dall'impossibilità di catturare e punire i colpevoli. E se a questo aggiungiamo gli imbrogli, gli episodi di corruzione e l'immoralità che dilaga a tutti i livelli nel nostro calcio, è facile concludere che questo mondo deve coraggiosamente fare delle scelte e cacciare i mercanti dal tempio"
Lo stadio sarebbe quindi una zona franca dove il branco può fare ciò che vuole, con la certezza di non essere individuato e punito. La soluzione proposta,
ovviamente è un nuovo
decreto urgente per contrastare i fenomeni di violenza nelle manifestazioni sportive.
Come quello del
2001, oppure quello, sempre urgentissimo, del
2003, per finire con il decreto Pisanu del
2005.
Leggendoli scopriamo che il questore può vietare l'accesso allo stadio non solo a chi si è macchiato, in passato, di episodi di violenza, o chi portava con sé con emblemi e simboli razzisti, ma anche chi aveva il casco.
Scopriamo, inoltre, che se la polizia non riesce a procedere all'arresto immediatamente, in flagranza di reato, allora può farlo, sulla base di materiale fotografico e video, entro 36 ore dall'accaduto, grazie all'istituzione della cosiddetta “flagranza differita”.
Apprendiamo che il decreto Pisanu dell'anno scorso impone agli stati con capienza superiore ai diecimila posti a sedere di dotarsi di un sistema di video-sorveglianza, che osservi e registri gli spalti durante tutta la partita, per identificare gli eventuali colpevoli di incidenti.
Lo stesso decreto prevede di utilizzare le telecamere comunali per monitorare gli eventuali scontri al di fuori dello stadio, impone che i biglietti siano nominali, numerati, abbinati ad un posto a sedere, ne vieta la vendita ai bagarini al di fuori dello stadio.
Con queste norme così severe già in atto come possono accadere episodi del genere?
Ironia della sorte, queste stesse norme non sono state in grado di fermare un tifoso del Modena che, in vena di scherzi, era riuscito a farsi passare nientepopodimeno che per
Ayman Al-Zawahiri
Dal suo racconto:
”E' stato più facile di quanto osassi pensare. Sono andato in banca e ho compilato due moduli, uno con il mio nome e l'altro con quello di Al Zawahiri. Il tutto condito con tracce evidenti della beffa: numero del documento che fa riferimento alla data dell'attacco alle Torri Gemelle e per indirizzo il nome rovesciato di Bin Laden, inserendo altre schede come "Jihad"..."
Ed allora finiamola di farci prendere in giro dai soliti noti, che, a botta di decreti
severi, urgenti e drastici, promettono ogni volta di risolvere il problema della violenza negli stadi con slogan come “tolleranza zero”, con impianti di video-sorveglianza, con biglietti nominali registrati, con liste di diffida, salvo poi lamentarsi, quando succede qualcosa, che gli stadi sono “una zona franca” e che è impossibile individuare i colpevoli.
Le nuove norme saranno inutili ed inapplicate come le vecchie e tra un anno ci ritroveremo al punto di partenza oppure forse questa volta, chissà, cambierà qualcosa.
Forse verrà reso obbligatorio l'abbonamento ad una pay tv calcistica, spacciandolo come diritto del cittadino, o quest'ultima verrà finanziata con un bel sussidio “anti violenza” ad hoc.
Nessuno spettatore negli stadi, nessun problema di violenza negli stadi. Facile equazione, no?
Oppure si seguirà l'esempio di altri settori, emanando norme più severe e controlli più restrittivi, con i
medesimi, risultati.
Ashoka