Tutto Teodori in 3 semplici fallacie:
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La puntata che Maurizio Costanzo ha dedicato all’11 settembre, prendendo spunto dalla presentazione del film “Zero” al Festival di Roma, ha segnato un altro punto importante nella lotta alla menzogna che si cela sotto la tesi ufficiale di quegli attentati.
Nello specifico, abbiamo visto un Giulietto Chiesa molto più sicuro di sè, più centrato, e soprattutto molto più attento a smorzare sul nascere i prevedibili tentativi dell’avversario di turno – in questo caso il “solito” Massimo Teodori – di gettare tutto in rissa invece di affrontare i temi specifici.
In realtà lo scontro si è rivelato impari, anche perchè accanto a Chiesa c’era lo storico Franco Cardini, che ha spiattellato dati e fatti con indubbia efficacia, mentre a sostegno delle tesi ufficialiste, oltre a Teodori, c’era un Mario Giordano tanto impreparato sulla materia quanto fragile nel suo tentativo di spostare sullo scontro personale il fuoco del dibattito. Più ci provava, e più sembrava farsi del male da solo.
Al di là dei punti segnati a favore o contro, in ogni caso, la serata ha messo chiaramente in evidenza l’attuale stato delle cose riguardo al dibattito 9/11 nel mondo: di fronte all’incalzare sempre più prepotente di prove e indizi portati dal Movimento per la Verità sul 9/11, la controparte ufficialista è ormai ridotta a produrre una cortina fumogena diversiva, che va dal tentativo di buttarla sull’antisemitismo e sul negazionismo, alla ancora più patetica accusa di “lucrare” sulla “moda del complotto”, mentre conferma in realtà di non avere la minima capacità di controbattere sul terreno delle argomentazioni.
Non deve essere stato bello, nè per Teodori nè per Giordano, vedersi mettere sotto il naso ... ... il libro “Zero” da parte Chiesa, che li accusava apertamente di “non averlo nemmeno letto”, mentre si affannavano a cercare una via di uscita che gli permettesse in qualche modo di non confrontarsi con i suoi contenuti.
Quando poi è intervenuto il padre di una delle vittime, Robert McIlvaine, anche chi si era lasciato ingannare dal polverone di Teodori deve aver in qualche modo “sentito” la differenza profonda fra chi parla per partito preso e chi parla con il cuore in mano.
Sul finale Teodori si è esibito in uno spassosissimo tentativo di far dire a Cardini “se era stato il terrorismo islamico oppure un complotto”, ma Cardini naturalmente non ha abboccato, e da quel momento in poi la puntata non ha avuto più storia. Mentre la trasmissione volgeva alla fine, si aveva quasi l’impressione che persino il povero Teodori, prigioniero del proprio personaggio, non credesse più alle formulette preconfezionante che andava recitando come una macchinetta.
Sembrava quasi più preoccupato della sua prenotazione al ristorante che non del terrorismo islamico.
Massimo Mazzucco
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