Un recente libro di "Popular Mechanics" - versione patinata del già noto articolo di debunking - offre ai benpensanti un insperato salvagente, proprio quando stavano per annegare. (Da quando in qua, fra l'altro, la verità ha avuto bisogno di scrivere dei libri per autoaffermarsi?)
Con l'allargarsi a macchia d'olio del dibattito sull'undici settembre, si va diffondendo - su ambedue i fronti - la pessima abitudine di "demandare" ad altri il faticoso lavoro di analisi, per limitarsi a citarlo, come se fosse sufficiente a sostenere la propria posizione.
"C'è un film - dice qualcuno - che smonta pezzo per pezzo la versione ufficiale dei fatti sull'undici settembre". "C'è un libro che smonta parola per parola quello che dicono i complottisti" risponde un altro.
Calma, ragazzi, troppo comodo. TU, sedicente complottista, sai smontare, almeno a grandi linee, ...
... la versione ufficiale dell'undici settembre? No? E allora sappi che a me di quel film non può interessare di meno: io sto discutendo con te, e tu non sai argomentare quello che sostieni. Torna quando sarai più preparato. E TU, sedicente difensore della tesi ufficiale, sai smontare, almeno a grandi linee, tutto quello che dicono i complottisti? No? E allora sappi che per me quel libro non esiste neanche. Io sto discutendo con te, e tu non sai argomentare quello che sostieni. Torna quando sarai più preparato.
E non cercate di nascondervi dietro a un dito, nè gli uni nè gli altri, dicendo che "certi ragionamenti tecnici bisogna lasciarli fare a chi se ne intende", e che "non si può mica pretendere che io ora mi metta qua a fare le equazioni che non ho mai fatto nella mia vita". Non c'è infatti nessun bisogno di arrivare a questo.
Quando tu sai che nessuno dei quattro dirottatori aveva mai pilotato un jet nella sua vita, ci arrivi da solo a capire che non bastano due sessioni in un simulatore qualunque - se mai ci sono davvero state - per permetterti di portare un aereo commerciale in giro per l'America, nel bel mezzo delle rotte più trafficate del mondo, e senza più nessun aiuto da terra, senza commettere il minimo errore.
Quando vedi una Torre di 400 metri - q-u-a-t-t-r-o-c-e-n-t-o, signori, non quaranta - autodistruggersi da sola, in poco più di dieci secondi, crollando tutta sulla propria pianta, mentre si disintegra in polvere finissima, non ci vuole nessuna laurea per capire che c'è qualcosa che non va. Se poi vedi che mezz'ora dopo la stessa identica cosa accade a una Torre simile, che fra l'altro è stata colpita in maniera completamente diversa, ci vogliono delle belle fette di salame sugli occhi per pensare che sia tutto normale. Gli edifici infatti, quando crollano da soli, non lo fanno in quel modo - dritti su sè stessi e dal primo all'ultimo piano, nessuno escluso - ma si inclinano su un lato, quel lato cede e si spezza, e il resto in qualche modo rimane lì a guardarti. E - attenzione - quando il pezzo superiore si inclina e comincia a cadere, poi CONTINUA a cadere, e lo fa finchè non colpisce qualcosa che c'è intorno. Non si "smaterializa" nel nulla, come ha fatto il troncone superiore della Torre Sud, che è diventato polvere finissima prima ancora di toccare terra. Contro che cosa ha battuto, nel frattempo? Uno stormo invisibile di miscroscopici condor d'acciaio ?
Quando vedi una parete del Pentagono che ha ancora 20 finestre intatte su 26, e di queste la maggioranza non ha nemmeno i vetri rotti, non ci vuole una specializzazione in fisica atomica per capire che forse non era un Boeing 757 quello che si è schiantato lì contro. E se proprio non sei convinto, basta che tu dìa un'occhiata al prato sottostante, e vedrai che non c'è un solo pezzo che appartenga necessariamente ad un Boeing.
Quando vedi - e senti i pompieri raccontare di - pozze di metallo incandescente trovate alle basi delle Torri nel mese di novembre, e sai che sono cadute l'undici di settembre, dovrebbe essere chiaro a chiunque che il kerosene non ha questi magici poteri di combustione.
Allora, che cosa facciamo, di fronte a questo? Fingiamo di non vedere, e ci rifiugiamo dietro a un libro, che "siccome vi hanno collaborato 300 scienziati non può essere sbagliato per forza", o usiamo il nostro piccolo ma libero cervello per ragionare?
Perchè se vogliamo giocare a chi porta più "esperti" degli altri, la faccio io la domanda da un milione di dollari: come mai, su "trecento e passa scienziati che hanno collaborato" al libro di PM , non ne hanno trovato uno che sapesse spiegare in maniera semplice, chiara e convincente le pozze di metallo incandescente, la caduta delle Torri in circa dieci secondi l'una, o la totale polverizzazione degli edifici? (Tanto per non parlare del WTC7, vero tabù che tutti fingono di ignorare).
E non ditemi adesso che "nel libro lo hanno spiegato": come dicevamo all'inizio, non basta. In casi come questo, solo gli imbecilli si fidano ad occhi chiusi, e qui nessuno di noi è imbecille, giusto? Quindi, se qualcuno vuole sostenere la versione ufficiale, alzi il suo amato derrière e si presenti gentilmente a darci lui quelle risposte, negli stessi termini semplici e comprensibili che usiamo noi per porre quelle domande.
Se è vero che tutti cerchiamo la verità, è venuto il momento di dimostrarlo.
Massimo Mazzucco